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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Premessa a un’assemblea

A Bologna l’11 maggio si riparte... per fare sul serio

05.05.2013

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Lenin - Sull'imposta in natura

01.05.2013

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Avviso ai naviganti 19

18 maggio 2013

(Scaricate il testo in versione PDF, Open Office o Word )

 

Ai compagni decisi a diventare Stato Maggiore della rivoluzione socialista

S. Raffaele e Richard Ginori

 

Praticare la concatenazione!

Ogni battaglia deve aprire la strada e creare le condizioni per una battaglia di livello superiore!

Dipende da noi!

 

La strategia per instaurare il socialismo nei paesi imperialisti è la Guerra Popolare Rivoluzionaria.

Il nuovo PCI promuove in Italia la GPR che culminerà nell’eliminazione della Repubblica Pontificia e l’instaurazione del socialismo: è anche il maggiore contributo che il nPCI e le masse popolari italiane possono e quindi devono dare alla nuova ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo.

La fase attuale della GPR consiste nella costituzione del Governo di Blocco Popolare.

Attuare le parole d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti” e “a ogni individuo i beni e i servizi necessari per una vita dignitosa” è la sintesi di tanti obiettivi particolari su cui si costituiscono e moltiplicano le OO e OP che si coordinano tra loro e partecipano alla lotta per costituire il GBP (rendono il paese governabile da parte delle masse popolari organizzate) rendendo il paese ingovernabile da parte dei vertici della RP.

Quattro sono le vie attraverso cui, prese singolarmente o combinate, OO e OP riaprono le aziende che i capitalisti hanno chiuso, tengono aperte le aziende che i capitalisti vogliono chiudere o ridurre (loro dicono “ristrutturare”), aprono nuove aziende e prendono in mano i servizi pubblici (sanità, istruzione, ecc.), la cura (la protezione e il miglioramento) del territorio, la ricerca nel campo delle scienze naturali e delle scienze umane, la manutenzione e la valorizzazione del patrimonio edilizio e artistico del paese (edifici, infrastrutture, monumenti storici, opere d’arte): tutte cose che nell’ambito del capitalismo sono trascurate e lasciate andare in malora o privatizzate e riservate ai ricchi.

In sintesi, sono quattro le vie per attuare la parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti”:

  1. l’autogestione della produzione e l’autorganizzazione del lavoro,
  2. le ACE/ALE (una sorta di imponibile di manodopera ampliando le attività delle aziende pubbliche o partecipate e creandone di nuove),
  3. intervento di capitalisti (nuovo capitalista che rileva l’azienda tipo INNSE o imponibile di manodopera alle aziende capitaliste),
  4. nazionalizzazione.

Per promuovere e dirigere la GPR e arruolare in misura crescente le masse popolari a partecipare ad essa, come durante la Resistenza (1943-1945) masse crescenti di uomini e donne si unirono ai Partigiani e si arruolarono nella lotta contro i nazifascisti, dobbiamo curare ogni battaglia in ognuna delle quattro vie e tirarne gli insegnamenti, propagandarli tra le masse popolari e rilanciare a un livello superiore la guerra che porterà in un primo tempo alla costituzione del GBP e in un secondo tempo all’eliminazione della RP e all’instaurazione del socialismo.

 Consideriamo due battaglie di questi giorni: S. Raffaele di Milano, Richard Ginori di Sesto Fiorentino. In entrambi i fronti le masse popolari hanno conseguito vittorie e i risultati finora ottenuti sono stati raggiunti tramite la 3° della 4 vie sopra indicate.

In Appendice 1 trovate una presentazione (posizioni conquistate e posizioni lasciate ancora nelle mani del nemico) della vittoria conseguita al S. Raffaele: comunicati USI e USB.

In Appendice 2 trovate una presentazione (posizioni conquistate e posizioni lasciate ancora nelle mani del nemico) della vittoria conseguita alla Richard Ginori: Ok dei lavoratori di Riccardo Chiari (il manifesto 18.05.2013 pag. 3).

 

È importante che le organizzazioni locali della Carovana elaborino con cura e in dettaglio, facendo un’analisi concreta animati dalla volontà di rilanciare la lotta a un livello superiore, gli insegnamenti di queste due lotte e li portino alle masse popolari. Quali sono gli insegnamenti?

Un’elaborazione esauriente può e deve essere fatto dagli organismi della Carovana del nPCI che hanno operato sul terreno e sanno usare il materialismo dialettico come metodo per analizzare la realtà e sintetizzare. Io ne indico solo quattro che sono visibili anche da lontano.

1. In entrambi i casi la volontà e la determinazione a non cedere, a vincere sono stati fattore essenziale e determinante della vittoria conseguita: non la linea del “meno peggio”, ma la linea del “combattere e vincere”.

2. Il ruolo determinante della direzione della sinistra sindacale che non si è limitata a criticare la destra, a denunciare la sua linea di resa, ma ha preso in mano la direzione e promosso la lotta.

3. Nei due casi in esame le posizioni rimaste ancora in mano al nemico riguardano il salario (al S. Raffaele è stato addirittura ridotto) e il numero dei posti di lavoro (in nessuno dei due casi è stato aumentato e alla Richard Ginori è addirittura diminuito). Il capitalismo per fare i suoi interessi deve ridurre i salari e ridurre il numero dei lavoratori, emarginare una parte crescente delle masse popolari dalla produzione e quindi dall’avere nella società un ruolo dignitoso e attivo. Di conseguenza crea divisione tra le masse popolari, contrappone una parte all’altra, crea il terreno per lo sviluppo della mobilitazione reazionaria delle masse popolari. Qui è un limite generale (si presenta ovunque) che la nostra lotta ancora oggi presenta. Indico qui di seguito tre aspetti di questo fronte di lotta.

3.1. Bisogna impedire che peggiori la qualità dei servizi e dei beni prodotti, che i salari vengano ridotti, che la minaccia di licenziamenti e riduzione del personale continui a pesare sui lavoratori, che le condizioni di lavoro peggiorino e che i lavoratori siano costretti a godere o di fatto esercitare meno diritti, a lavorare più a lungo (straordinari), a ritmi di lavoro maggiori, a maggiore fatica e stress.

3.2. La produttività del lavoro cresce: questo deve andare a favore della crescente partecipazione di ogni membro delle masse popolari alle attività umane superiori e alla gestione della società: più partecipazione alla vita sociale, più istruzione, più cultura, una vita migliore, più potere. Tutto questo deve crescere in parallelo con la crescita della produttività del lavoro: meno tempo dedicato alla produzione. Bisogna trovare i modi efficaci per impedire che la crescita della produttività del lavoro si traduca in emarginazione e disoccupazione. Il lavoro non è un lusso: è una necessità della società e un diritto per ogni adulto. Il lavoro non è neanche una condanna: è un diritto e una prestazione sociale di ogni cittadino.

3.3. I lavoratori dei paesi imperialisti devono stabilire con ogni mezzo una larga collaborazione su ogni terreno con i lavoratori dei settori arretrati e dei paesi oppressi perché si liberino dall’oppressione e migliorino la produttività del loro lavoro impadronendosi delle forze produttive più avanzate: il socialismo e il comunismo possono essere costruiti solo come nuova fase della vita dell’intera umanità.

4. La misura in cui nelle singole e particolari lotte la sinistra ha creato legame e collaborazione tra i lavoratori delle aziende in lotta e il resto delle masse popolari, la misura in cui la vittoria conseguita diventa elemento che stimola a un  superiore livello di lotta sia i lavoratori dell’azienda sia il resto delle masse popolari, la misura in cui i limiti della vittoria conseguita diventano insegnamento per i lavoratori che hanno partecipato alla lotta e per tutte le masse popolari, per le lotte del futuro prossimo. Tutti aspetti legati alla misura in cui i comitati dei lavoratori avanzati, le organizzazioni sindacali di base e la sinistra delle organizzazioni sindacali di regime osano assumere un ruolo politico, il ruolo che loro compete nella lotta per costituire il GBP.

 

Ai fini della GPR che il nPCI promuove è particolarmente importante che ogni organismo della Carovana assimili il materialismo dialettico a un livello superiore e quindi diventi più capace di tenere in mano l’iniziativa, cogliere tutte le occasioni e gli appigli per prendere l’iniziativa, non dare tregua al nemico, attaccare sul numero più alto di fronti compatibile con le nostre forze. Così suscitiamo nelle masse popolari interesse ed entusiasmo, rafforziamo la fiducia e la convinzione, alimentiamo l’adesione e la partecipazione alla GPR. A questo fine è decisivo che ogni compagno e ogni organismo faccia la sua parte.

Il segretario del CC del nPCI, Ulisse.

 

Appendice 1 - S. Raffaele

 

Comunicati USI S. Raffaele: se lotti puoi ottenere qualcosa

Dopo molti mesi di conflitto, varie mobilitazioni e a licenziamenti in corso, nella prima mattina di venerdì 10 maggio 2013, al termine di un incontro cominciato il giorno prima, presso la sede regionale ARIFL è stata sottoscritta un'ipotesi d'intesa tra l'Ospedale, la RSU (ha sottoscritto l'accordo la quasi totalità dei delegati) e le OO.SS. (tutti i presenti hanno firmato).

(...)

In seguito all'ultimo incontro presso la Regione, durato 17 ore e terminato la mattina del 10 Maggio, si è conclusa la fase di contrattazione seguita alla vertenza sindacale che USI Sanità, assieme ad altri sindacati di base, aveva intentato contro la direzione dell'Ospedale San Raffaele di Milano che intendeva licenziare 244 lavoratori a seguito della crisi innescata dalla mala gestione dell'istituto da parte dei vertici aziendali.

 

Grazie a mesi di lotte e sacrifici, anche pesanti, da parte dei lavoratori, è stato sottoscritto un accordo che scongiura i licenziamenti all’osr e reintegra i 64 lavoratori già licenziati.

L’accordo è stato sottoscritto da tutte le sigle e dovrà ora passare al vaglio dei lavoratori medesimi.

 

Rispetto al precedente accordo firmato a Roma e bocciato dai lavoratori, sono cambiati i seguenti termini:

- Nessun passaggio al contratto di sanità privata AIOP

- Nessuna deroga alle voci del CCLN

- Tagli di salario non solo su voci di contrattazione aziendale, ma anche a voci non contrattuali individuali legate a superminimi e similari, spesso dovute a contrattazioni individuali o elargizioni padronali a capi e capetti.

 

Se non è possibile parlare di vittoria con nuove conquiste è però importante sottolineare alcuni dati: si è difeso il più possibile le voci di contrattazione sindacale, cercando di incidere anche su fasce di privilegio salariale. Questa vertenza è stata una risposta decisa ad un pesante attacco padronale e ha salvato non solo posti di lavoro, ma, sia pure sulla difensiva, ha portato a concorrere non solo i soliti noti ma anche chi non paga mai. Ogni ipotesi di accordo è frutto di una mediazione, pertanto ci sono voci (come ad esempio l'aumento del buono mensa) che avremmo preferito non sottoscrivere, ma si è trattato di un cedimento necessario per contrastare i licenziamenti.

 Se non altro il padrone non ha visto prevalere la sua tracotanza ed i suoi deliri di onnipotenza e non ha realizzato la marcia trionfale che si era proposto.

Il futuro, come si suol dire, non è scritto e vedremo cosa accadrà ma, intanto, un certo tipo di (il)logica aziendale ha subito una battuta d'arresto. Sperando sempre che ogni piccolo evento porti, finalmente, al decesso di una concezione della salute come prodotto aziendale e da fabbrica, si ringraziano tutti i lavoratori che hanno lottato e le persone che, con la loro presenza e solidarietà, hanno contribuito al conseguimento di questo risultato, che dimostra ancora una volta che se si vuole strappare qualcosa occorre lottare e non trafficare dietro le scrivanie .

 

Comunicati USB S. Raffaele: raggiunto un accordo possibile

Milano, 11/05/2013

La lotta paga. Da quando Giuseppe Rotelli ha rilevato il San Raffaele squassato dal fallimento di don Verzè, i lavoratori non hanno mai smesso di difendere il loro posto di lavoro e l'eccellenza del loro ospedale. Hanno manifestato, sono rimasti in presidio permanente, hanno bloccato autostrade e sono saliti sui tetti. Ieri notte, dopo 16 lunghe ore di trattative, i sindacati, tutti, hanno firmato un accordo che senza la resistenza di questi lunghi mesi non sarebbe mai stato raggiunto. Per essere definitivo l'accordo dovrà essere ratificato dai lavoratori entro il 16 maggio. Ma la ratifica questa volta dovrebbe passare.

Fa un certa impressione, adesso, assistere al balletto di tutti coloro che fanno a gara a chi gongola di più dalla soddisfazione. In testa il governatore lombardo Roberto Maroni. La sua Regione ha sì fatto da intermediaria, ma questo era dovuto visto che la sanità è il primo compito del Pirellone e che il San Raffaele è stato l'epicentro del sistema malato della sanità lombarda. La Lega, fino all'ultimo minuto, ha appoggiato il lunghissimo regno di Roberto Formigoni, inquisito per corruzione proprio per il San Raffaele. Ma anche il centrosinistra non può intestarsi l'esito positivo di una trattativa che ha snobbato per troppo tempo. In campagna elettorale Umberto Ambrosoli non aveva ritenuto di dover fare visita ai lavoratori in lotta. E neanche la Cgil può cantare vittoria, visto che aveva firmato un precedente accordo molto penalizzante che poi era stato bocciato con molto coraggio dalla maggioranza dei dipendenti.

Gli unici che escono a testa alta da questo durissimo braccio di ferro sono i sindacati di base (Usi e Usb) e soprattutto i tecnici, gli amministrativi e gli infermieri che non si sono arresi neppure dopo che hanno cominciato a ricevere le 244 lettere di licenziamento spedite dall'amministrazione Rotelli.

Eppure proprio loro sono i meno soddisfatti. Ieri notte sono riusciti a portare a casa l'annullamento di tutti i licenziamenti almeno fino alla fine del 2014 e il reintegro dei 66 lavoratori già licenziati. Hanno anche scongiurato, almeno per il momento, il passaggio dal contratto di lavoro pubblico a quello privato; un punto essenziale per difendere non solo i loro stipendi ma anche il valore pubblico dell'ospedale come bene comune. Sul tavolo però hanno dovuto lasciare tagli fino al 9% dello stipendio, per quanto solo sul salario accessorio. In totale Rotelli potrà risparmiare 9 milioni di euro.

Uscire con la testa alta da questa trattativa però è determinante anche per il futuro. Il senso del ricatto di Rotelli, infatti, era evidente fin dall'inizio: spezzare la resistenza dei sindacati conflittuali e dei lavoratori che non hanno mai accettato i diktat della proprietà. Questo obiettivo sindacale ma anche politico è fallito. E a questo punto ogni altro tentativo da parte dell'amministrazione di fare profitti sulla pelle dei lavoratori e dei pazienti dovrà ancora fare i conti con tutti coloro che non ci stanno. «La lotta paga e fa bene ai posti di lavoro e alla qualità dei servizi - spiega l'Usb - Se fosse stato per Cgil, Cisl e Uil che oggi cantano vittoria l'odierna ipotesi di accordo non ci sarebbe mai stata dato che da subito quelle organizzazioni avevano accettato tutte le richieste dell'amministrazione, proposto la cassa integrazione e i contratti di solidarietà, invitato i lavoratori a votare sì al precedente inaccettabile referendum». Usb continuerà a vigilare e la lotta, c'è da giurarci, non finisce qui.

 Ieri è stato raggiunto un accordo anche tra l'amministrazione e le Sigille del Monte Tabor che gestiscono l'università Vita-Salute. Al cospetto del neo ministro all'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, hanno firmato una tregua di un anno che permetterà di non fermare le specializzazioni degli studenti che potranno continuare a fare il loro tirocinio in ospedale

 

San Raffaele, 6 assemblee per consultazioni su accordo: al via domani

Milano, 13/05/2013

Partiranno domani all'ospedale San Raffaele di Milano le consultazioni dei lavoratori chiamati a esprimersi sull'accordo alternativo ai 244 licenziamenti nel comparto sanitario, sottoscritto all'alba di venerdì scorso dopo oltre 16 ore di tavolo all'Arifl, l'Agenzia regionale per l'istruzione, la formazione e il lavoro. Per permettere a tutti di partecipare, indipendentemente da turni e riposi, le assemblee saranno in tutto 6: 4 in via Olgettina, domani e mercoledì, e 2 a Ville Turro giovedì. In via Olgettina le assemblee si terranno in Aula San Luca in 2 fasce orarie (8-11, 11-13 sia domani che mercoledì), mentre a Turro si svolgeranno probabilmente in Sala mensa, con gli stessi orari. I lavoratori voteranno l'accordo per alzata di mano e se le posizioni saranno nette, probabilmente l'esito delle consultazioni sarà chiaro già da subito. Almeno stando agli umori della vigilia, non dovrebbero esserci sorprese: "Questa volta la Rsu e' compatta - spiega all'Adnkronos Salute Margherita Napoletano, delegata della Usb - Quello firmato era il miglior accordo possibile in questo momento". Rispetto al testo bocciato nei mesi scorsi dal referendum, infatti, "sono scomparsi alcuni elementi particolarmente fastidiosi, come il passaggio al contratto Aiop e l'incertezza dei tempi. Inoltre, anche se dal punto di vista dei sacrifici economici non abbiamo potuto portare a casa tutto, siamo comunque riusciti a far prevalere criteri più equi che privilegiassero le riduzioni sulle voci extracontrattuali". Se tutto andrà come prevedibile, dunque, l'accordo azienda-sindacati sarà ratificato giovedì 16 maggio. "Fino ad allora, per scaramanzia, il presidio sulla spianata continuerà".

 

Sì dei lavoratori. Oggi l'ok all'intesa anti-licenziamenti

Milano, 16/05/2013

VOTANTI: 1.518. Favorevoli: 1.510. Contrari: 8. A ventiquattro ore dalle ultime due assemblee in programma stamattina nella sede staccata di Ville Turro (dalle 8 alle 13), la maggioranza assoluta (su 3.008 aventi diritto) è già realtà: ieri i lavoratori del San Raffaele hanno detto «sì» all'intesa anti-licenziamenti (ne erano inizialmente previsti 244) sottoscritto dall'azienda e dalla Rsu nella notte tra giovedì e venerdì scorsi (dopo una maratona di 17 ore). Chiarissima, quasi unanime, l'indicazione dei dipendenti di via Olgettina ai loro delegati: firmare il documento che scongiura i tagli d'organico in ospedale. Appuntamento oggi pomeriggio alle 16.15 nella Sala 5 di Palazzo Lombardia: da una parte, l'ad Nicola Bedin, dall'altra i rappresentanti sindacali; ci sarà pure l'assessore regionale Valentina Aprea. Ecco i dettagli del piano: taglio medio del 9% in busta paga sulle voci accessorie del salario (risparmio complessivo di 9,2 milioni di euro), con un range che va dal 7% al 20%, e smaltimento delle ferie arretrate (un altro milione recuperato); nel testo non ci sono invece riferimenti al passaggio al contratto della sanità privata, mentre trova spazio l'impegno nero su bianco della dirigenza del centro clinico a non ripresentare procedure per esuberi collettivi almeno fino al 31 dicembre 2014. «La lotta paga sempre», il commento di Daniela Rottoli, coordinatrice della Rsu. Che poi si toglie qualche sassolino dalle scarpe: «C'è la fila per salire sul carro del vincitore prosegue la rappresentante dell'Usb ma bisogna ricordare che se fosse stato per altre sigle ci saremmo fermati alla bozza poi bocciata dal referendum a fine gennaio». Non c'è bisogno dei sottotitoli per individuare i destinatari della polemica: nel mirino finiscono i confederali, in particolare Cisl e Uil, che quattro mesi fa fecero campagna a favore del «sì». «Adesso tutti parlano di buon accordo chiosa Rottoli ma devono ringraziare il nostro impegno e la nostra tenacia». NESSUNA NOVITÀ, per ora, sul fronte dell'università. A cominciare dalla composizione del nuovo Consiglio d'amministrazione previsto dal piano del ministro  Maria Chiara Carrozza, nel quale entreranno tre membri indicati da Giuseppe Rotelli: i nomi dovrebbero essere resi noti settimana prossima. Il board verrà completato dal presidente Roberto Mazzotta, da altri quattro consiglieri espressi dall'Associazione Monte Tabor (sicuri l'ex numero uno Raffaella Voltolini, Gianna Zoppei e l'avvocato Bruno Inzitari) e dal nuovo rettore, che verrà scelto dal Senato accademico.

 

Appendice 2 - Richard Ginori

 

EX GINORI

Ok dei lavoratori - La fabbrica riparte con Gucci

Riccardo Chiari - Articolo da il manifesto del 18 maggio 2013

 

Firenze

A questo punto manca solo lo scontato via libera del giudice fallimentare. Una formalità, attesa nel giro di pochissimi giorni. Di fatto la Richard Ginori è già entrata a far parte del gruppo Gucci (Kering), dopo che i suoi lavoratori hanno approvato a grande maggioranza l'ipotesi di accordo preliminare firmata dai sindacati confederali e di base con i rappresentanti di Grg, la società creata ad hoc per acquistare il prestigioso marchio e lo stabilimento di Sesto Fiorentino. All'assemblea decisiva di ieri mattina in fabbrica si sono presentati 249 dei 303 lavoratori in forza all'azienda di ceramiche e porcellane artistiche. Hanno ascoltato nei dettagli dai delegati sindacali i termini dell'accordo preliminare, che al momento del voto ha avuto l'ok di 224 fra operai e impiegati, mentre i no sono stati 21 e quattro le schede bianche.

L'accordo prevede che Gucci assumerà direttamente con la Grg 230 dei 303 addetti di Ginori, per far ripartire al più presto una produzione di alta fascia nello storico settore dei servizi per la tavola. «Un'assunzione ex novo con un rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, a condizioni economico-normative coerenti con quelle attualmente godute, e con riconoscimento dell'anzianità accumulata presso la Richard Ginori». Una cinquantina di lavoratori, almeno 47 ma il numero potrebbe aumentare nei prossimi mesi, saranno riassunti in aziende che fanno parte del ramificato indotto Gucci nell'area fiorentina. Per altri nove lavoratori scatterà il prepensionamento, per i restanti 17 la Grg si impegna a fornire un servizio di outplacement (un'agenzia che trovi loro un impiego), oppure incentivi diretti a chi intende andarsene volontariamente per mettersi in proprio. Se l'outplacement non andasse a buon fine scatterebbe anche per loro l'incentivo, raddoppiato, all'esodo.

In costante contatto con i lavoratori e nonostante antiche frizioni, i sindacati confederali (Filctem Cgil in testa) e i Cobas si sono battuti fianco a fianco e fino all'ultimo minuto per far lievitare il numero delle assunzioni e aumentare le tutele per gli altri. «Nell'intesa - spiegano i confederali - sono stati aggiunti percorsi possibili di pensionabilità, volontarietà e outplacement. Abbiamo lavorato per la massima rioccupazione possibile e per minimizzare le ricadute sociali del fallimento, con l'unico acquirente di alto profilo. Il giudizio sul risultato per noi è complessivamente positivo». Dai Cobas l'apprezzamento per l'impegno di Gucci. All'asta fallimentare la Gucci ha offerto per Richard Ginori 13 milioni di euro - unica proposta arrivata - e investirà per la sua ristrutturazione dai 10 ai 15 milioni.

 

 

Rubrica - Dibattito Franco e Aperto 

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