Prima parte / Seconda parte / Terza Parte

 

 

Raggruppamento Operativo Speciale Carabinieri

Reparto Anti Eversione

 

Roma, 27 novembre 2003

Nr. 362/163-2001 di prot.

OGGETTO: Procedimento penale in 32049/01/21.

 

ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI

- Sost. Proc. dott.sa S. Castaldi - Sost. Proc. dott.sa B. Sargenti -

NAPOLI

 

e, per conoscenza:

ALLA SEZIONE ANTICRIMINE CARABINIERI NAPOLI

 

 

INDICE 2° Parte

 

Gli appartenenti alla Commissione Preparatoria

Note

 

 

Gli appartenenti alla Commissione Preparatoria

 

Le complessive emergenze investigative, oggetto del presente capitolo, consentono l'esatta connotazione della natura dei rapporti politici interni alla Commissione Preparatoria, utile a delineare il livello di compartimentazione e l'individuazione della sua presunta composizione organica, articolata su di una componente pubblica ancora inquadrata nei CARC, e su di una struttura clandestina, in linea con il doppio livello teorizzato dal MAJ nei suoi scritti: "[le organizzazioni di partito n.d.r.] sono composte 1. Da compagni che svolgono già un lavoro politico in FSRS, 2. Da compagni che vivono e lavorano in clandestinità, 3. Da compagni che vivono normalmente a casa loro senza svolgere alcun lavoro politico pubblico. Alcune sono composte solo da compagni di una di queste categorie, altre sono miste."

Inoltre le attività tecniche, integrate da quelle dinamiche, hanno permesso di funzionalizzare i ruoli dei partecipi e di discriminare gli aspetti connessi alle attività nel "movimento" da quelli riconducibili all'assetto strutturale che regolano e disciplinano l'azione dell'organizzazione illegale.

 

Oltre a Giuseppe MAJ, promotore della CP, ed a Giuseppe CZEPPEL,(67) entrambi tratti in arresto in Parigi, lo scorso 23 giugno 2003, sono state così integrate - con gli elementi raccolti nel corso delle perquisizioni di giugno e luglio 2003, le figure di NC62 , LEVONI Enrico, NC35 , VANGELI Pietro, AMORE Massimo e CANCELLO Giovanni Battista e delineate le valenze soggettive di NC26 , NC11 e MAJ Manuela.

 

 

NC62

La pregressa militanza di NC62 nella Commissione Preparatoria viene confermata dal sequestro di un documento, costituente atto di un incartamento interamente riconducibile all'azione di critica/autocritica posta in essere da NC62 . Nel documento, risposta alle accuse rivolte all'autore da Pietro VANGELI, NC62 si sofferma sulle cause che hanno portato al sequestro della documentazione originata da Giuseppe MAI, nel corso della perquisizione del 19 ottobre 1999. La risposta di NC62 - Allegato 111 risulta di estremo interesse investigativo per le considerazioni che indirettamente esprime in merito alla natura del materiale sequestrato nella sua abitazione , il 19 ottobre 1999: "[...] ho fatto un'intervista a RP [verosimilmente Radio Popolare] nella quale per paura di aver detto troppo in un senso, sono andato a parlare del lavoro con gli handicappati ... [...] La costernazione che manifestavo in quei giorni era un'altra. Nonostante tutto il lavoro per non far trovare il materiale (La Voce e le lettere che mi aveva scritto Bepi) che era scientificamente sicuro, quei giorni avevo pensato di scrivere e per questo avevo in casa, in bella mostra sul tavolo, tutto, quel materiale. Inoltre la sera precedente, avevamo litigato ferocemente io e MC [ NC26 ndr] e siccome tra i due non si sa qual è il più matto, quando mi hanno suonato alla porta alle cinque, ho pensato fosse lei e ho aperto. hai voglia a dirgli che di aspettare fuori che intanto chiamo l'avvocato. Quando li ho visti istintivamente ho guardato sul tavolo e loro hanno mangiato al foglia, non hanno dovuto lavorare molto a casa mia. Si sono seduti al tavolo e hanno cominciato a scegliere. Grazie al casino (pezzi di computer sparsi per casa), alle altre lettere amorose mischiate con le lettere politiche, ecc, non hanno sequestrato tutto. Il mio dramma è stato non essere all'altezza dei compiti. Rendere impossibili gli imprevisti, la fiducia in me, non per punizione, diminuiva. La costernazione aumentava se pensavo che mi avevano sequestrato un documento in cui Bepi entrava in merito ad una discussione che avevamo avuto sugli spagnoli e che fossero in mano loro mi rodeva tremendamente.(68) Un altro motivo di dispiacere era anche (individualismo ed amor proprio) che ero l'unico a cui avevano sequestrato documenti compromettenti" (NC26 - reperto nr 8 - allegato nr. 6)

 

NC62 risulta aver intrattenuto una relazione, sentimentale con NC26, come, peraltro, emerge dal contenuto del precedente reperto e della lettera sequestrata allo stesso NC62, datata solo 9 giugno, redatta dalla NC26 ("m.c").Dopo aver confidato che in lei era in atto un cambiamento, non più staticità, ma mutevolezza, confronto ("non cambiare mai ", "devi essere sempre te stessa". Invece oggi so che è una ricchezza il confronto e il continuo superamento di me") esortava il compagno a rivedere le proprie posizioni: ", la costituzione del Fronte è una grande cosa. Ci sono elementi che anche quando il Partito ci sarà, diranno che non è quello giusto. Si trova sempre un alibi al non fare. Tu passi da un sistema operativo a uno più complesso da un programma a un sito pur di non impegnarti. Questa tua immobilità lo stare "nel vecchio" mi ha delusa. Non ho conosciuto nulla che dia prospettiva entusiasmo, fiducia, (quello che poi dovremmo trasmettere alle masse) come la dottrina alla quale tu mi hai iniziata. Stiamo sperimentando e facciamo errori. L'0 ha sbagliato a darti tanta fiducia fino a farti arrivare ai vertici, senza verificare alcuni parametri? Abbiamo osato troppo per inesperienza. Tutto si trasforma! E meglio un rapporto conflittuale contraddittorio che nessun rapporto. Se tutto e tutti noi siamo in trasformazione perché non il tuo con E?? con tutti i compagni? è meno difficile di quello che pensi. Tutti oggi siamo diversi nel bene e nel male da ieri. Non fissarti sul passato. Avanza. Non perdere ulteriore tempo non immischiarti in futilità, scrivi a B. dato che abbiamo questo grosso privilegio. Non hai avuto fiducia in te e nei tuoi compagni, il confronto, il superamento delle divergenze, sarebbe avvenuto nei fatti. Alle parole che avevi scritto (tante) dovevano seguire i fatti. Tanti piccoli, confrontarti nella redazione, nei compiti che ti erano stati affidati. Con calma, giorno per giorno. E avremmo imparato tutti. Non ci siamo riusciti ieri ce la faremo... L'importante è non perdere di vista il fine". La lettera terminava con l'esclamazione: "A settembre!" ed i seguenti slogan: "Quello che ostacola la costruzione del (n) PC è sbagliato! Quello che non lo favorisce è inutile! Tutto, per la ricostruzione del partito!!!" (NC62 - reperto nr. 11G allegato pr. 36)

 

Nei primi mesi del 2001, NC62 veniva sospeso dai CARC, a seguito di accuse di tossicodipendenza da eroina. Il militante veniva sottoposto ad un periodo di osservazione ed ad un piano di recupero, suddiviso nei seguenti punti:

- l'organizzazione di misure di verifica delle sue condizioni psico-fisiche e di controllo del suo rapporto con la tossicodipendenza;

- lo sviluppo di un'attività di collaborazione con l'organizzazione sotto la direzione dell'incaricato della SN di seguire il caso in questione (E) [ndr. LEVONI Enrico], al fine di "verificare la disponibilità del compagno a mettersi a disposizione dell'organizzazione dei CARC per superare i problemi ideologici, psichici e fisici insorti, allo scopo di salvaguardare l'organizzazione, accumulare esperienza specifica e recuperare il compagno."

 

Il piano di recupero, anche aldilà della verifica del superamento del problema dell'utilizzo di eroina da parte del NC62, non produceva gli effetti desiderati dall'organizzazione. Le cause di questo fallimento, secondo la Segreteria Nazionale, dovevano essere ricercate nell'assoluta chiusura dimostrata dal NC62 nei confronti dei "compagni" a cui era stato affidato il compito di recuperano, nella mancata volontà del NC62 ad essere recuperato in seno all'organizzazione e nella scarsa lungimiranza del responsabile del CARC di Milano Pietro VANGELI - a cui era stato affidato il compito.

Il 16 settembre 2001, la Segreteria Nazionale, con un documento dal titolo:

"Valutazione del periodo di verifica successiva alla sospensione del compagno AM dall'organizzazione dei CARC", confermava la sospensione di NC62 , minacciando contestualmente il militante di espulsione, in caso si dovessero verificare ulteriori violazioni disciplinari.

In particolare, gli autori criticavano il comportamento non collaborativo dell'ex segretario del comitato CARC di Milano, verso coloro che erano stati chiamati a sostenerne il recupero. NC62 non riconosceva il valore MAJ Giuseppe come figura di dirigente di rilievo: "[...] oggi infatti emerge molto più chiaramente cosa il compagno AM; pensa dei dirigenti e dei compagni dell'organizzazione dei CARC: effettivamente il problema droga è solo un aspetto particolare che ha fatto emergere il contenuto delle concezioni e lo schieramento in campo: il soggettivismo e l'individualismo del compagno AM lo spingono ad arroccarsi in difesa dei suoi interessi particolari e a non tenere conto delle scelte dell'organizzazione a cui vorrebbe appartenere."

NC62 veniva, inoltre, accusato di soggettivismo ed individualismo: "[...] Buona parte delle risposte possono essere scoperte dal documento che AM stesso ha prodotto rispondendo, a modo suo, alla richiesta di fare autocritica. Il documento si dichiara "di autocritica" ma inizia proprio con l'affermazione che “Non mi facevo dirigere perché vedevo troppa differenza tra me e i miei dirigenti, pretendendo da loro quanto pretendevo da Bepi". Il che significa affermare che gli attuali dirigenti dei CARC sono ad un livello che non soddisfa le aspettative del compagno AM e che quindi occorre comunque sottostare alla loro direzione pur avendo constatato in ritardo (e in questo sarebbe l'errore) che non sono all'altezza. Che il compagno Bepi sia il dirigente migliore che oggi ha il movimento comunista italiano (e diremmo non solo) e cosa che molti riconoscono e di cui siamo fieri, non a caso i CARC hanno messo a disposizione lui per dare il migliore contributo alla composizione della CP. Ma affermare che il proprio errore è stato pensare di avere di avere dirigenti migliori non crediamo sia un buon modo per iniziare un'autocritica" (NC26 -reperto nr. 6/ - allegato pr. 37).

 

Un tentativo di recupero da parte dello stesso Giuseppe MAJ avveniva con una lettera del militante clandestino datata 20.09.2001, a firma "Bepi", nella quale l'autore rimproverava NC62 di aver volutamente interrotto il rapporto esistente tra loro: "Avevi modo di tenere il rapporto come volevi, in chiaro o in codice e anche di trovare soluzioni di ogni genere, almeno di propone [...] Mi farebbe molto piacere che tu volessi ristabilire il rapporto tra noi, al livello più alto reso necessario dallo strappo che ha subito. Ti lascio con auguri e resto in attesa".

(NC62 - reperto nr. 1/H - allegato nr. 38)

 

Il 19 novembre 2001, NC62 rassegnava definitivamente le proprie dimissioni all'organizzazione di CARC ed avanzava critiche al modo in cui era stato valutato ed accolto il proprio documento di autocritica. In precedenza, il militante, con una nota del 2 luglio 2001, diretta alla Segreteria Nazionale dei CARC, aveva presentato le proprie dimissioni dal CARC prima ancora che la Segreteria Nazionale comunicasse le proprie determinazioni in merito all'eventuale espulsione. Le dimissioni di luglio, in seguito ritirate, venivano ribadite a voce a Pietro VANGELI, Manuela MAJ, Dino NC11 e NC26: "che in seguito avevo, in un primo tempo, ritirato ma a distanza di pochi giorni ribadito, sempre a voce a PV, MM, DB e MC".

 

Alle dimissioni del NC62 erano allegati diversi documenti illustrativi dell'intera vicenda.

 

In particolare, nell'elaborato dal titolo "Sul mio documento di autocritica/critica", NC62 criticava il metodo con il quale la Segreteria Nazionale aveva "sottoposto" ai membri dei CARC il documento da lui redatto. A parere dell'autore, i contenuti dovevano al contrario essere discussi e non "scaricati" senza un minimo di spiegazioni; inoltre, il documento, redatto sei o sette mesi prima, non doveva "essere giudicato oggi estrapolandolo dalla realtà e con il senno di poi. Io stesso rileggendolo ci vedo delle incongruenze e dei limiti ma ha il pregio di essere stato scritto e, quindi, di essere uno strumento per capire. [...] ad ogni modo la mia autocritica va accompagnata dal documento di rettifica presentato con le dimissioni avanzate il 02.07.01 dato che tale documento (in allegato), pur se non risponde alla mia visione attuale, è il più aggiornato che io abbia scritto in merito."

 

Nel successivo documento dal titolo "Alcune conseguenze", NC62 esaminava la propria condizione personale e psicologica dopo le dimissioni ed in particolare il suo agire. In particolare lamenta che l'organizzazione abbia valutato in modo solo burocratico e formalmente ortodosso le sue pulsioni ed i suoi bisogni: "Nel caso specifico dei CARC si da enfasi al "centralismo" a scapito del "democratico" in ogni circostanza. Questo salda qualsiasi organizzazione ma, a differenza di quelle borghesi, sette, chiese, eserciti o spia che siano, al Partito non è sufficiente. Esso dovrà riflettere, come una goccia d'acqua, tutti i raggi del sole. Il CARC non si trasformerà in Partito e non è un Comitato dipartito. Questa è dialettica. E’ ricerca faticosa, coraggiosa tenace della giusta direzione. Secondo la pratica della SN solo se uno entra in certi canoni può partecipare alla ricostruzione del partito e questi canoni sono solo quelli di un CARC, di conseguenza o si entra nei CARC o non si lavora per la ricostruzione. Ma come si fa a individuare tra le altre FSRS, stante le loro caratteristiche, i loro suoni, sapori, odori, colori, quali di esse possono portare un contributo, diverso dal nostro, alla ricostruzione del Partito se prima si cerca di uniformarle a noi? Il Partito sarò grande perché sarà si "centralizzato ", ma sarà costituito da tanti e differenti tra loro. Con il "democratico" (promuovendo la critica e l'autocritica) metodo necessario e sempre più vitale man mano che un’O cresce) avrà la capacità di conoscere e soddisfare i bisogni materiali e spirituali i tanti suoni, sapori odori, colori sensazioni e sogni."

(NC26 - reperto nr. 6/B - a1egato nr. 39)

 

Nonostante le dimissioni, NC62 veniva contattato nuovamente da Giuseppe MAJ nel maggio del 2002.

Con una lettera del 20.05.2002, Giuseppe MAJ, confidando in una sostanziale disponibilità da parte dell'interlocutore, chiedeva al NC62 di collaborare alla ricezione ed al recapito di una serie di pubblicazioni d'area estere(69) "che non posso far mandare ad altri indirizzi che sarebbero ovvi. Dovendo dare un recapito senza tempo per consultarti, ho dato il tuo indirizzo. Si tratta delle seguenti pubblicazioni: Drapeau Rouge (francese), A world to win (inglese o spagnolo), Socialisme Maintenant! (-canadese), El Diario Internacional (spagnolo-peruviano), Etudes Marxistes (belgo-francese) Revolutionary worker (Obrero revolucionario. USA). A ognuno di questi ho chiesto, a tuo nome, di inviarmi alcuni saggi e le condizioni di una abbonamento annuale. [...] Per consegnare il materiale che ricevi ed avere il rimborso delle spese che sosterrai, devi rivolgerti al tuo ex capo, stabilendo con lui rapporti quanto più semplici possibili e soprattutto discreti". Effettivamente nell'abitazione di NC62 venivano rinvenute due buste indirizzate a NC62 , recante come mittente " NC16 poste restante - Paris - Denfert Rochereau 15 Avenue du Gal Leclerc 75014 Parigi",(70) contenenti i numeri 9 edizione settembre - ottobre 2002 - e 10 - edizione gennaio 2003 - della rivista in lingua francese "Le Drapeau Rouge" ed altre riviste d'area internazionali (NC62 Ane1o L reperti n1/O e 1/P -allegato nr. 40)

 

Nella lettera MAJ Giuseppe si rammaricava per la posizione assunta da NC62 in netta contrapposizione con la dirigenza del CARC di Milano e dalla quale traspariva una situazione di disagio da parte del mittente e del destinatario. Giuseppe MAJ richiamava gli elementi di critica a suo tempo espressi dal NC62 nei confronti della dirigenza del CARC: [...] Mi è rimasto, della tua ultima, il ricordo della critica che tu facevi che mi sembrava allora e mi sembra ora sostanziarsi nella constatazione che i tuoi dirigenti non erano all'altezza dei compiti loro posti dall'attuazione della linea che seguivano. Cosa che mi pare e mi parve allora sostanzialmente inutile ... [...] Una linea si può correggere o migliorare. [...] ... Lo stesso è per la capacità d un gruppo dirigente. È il "ruolo della personalità nella storia". L'unica alternativa a questo è sostituirlo, se ve ne è uno capace insomma mi è sembrato che era arrivato ad un punto morto, a cui poteva seguire solo una rottura. Dove poi questa ti avrebbe portato, non si poteva dire allora perché varie erano le strade possibili e forse ancora non è deciso. Io non ho perso la speranza che tu rientrerai nel fiume della rivoluzione proletaria, se mai ne sei uscito." La lettera prosegue con un'analisi sulla situazione delle forze rivoluzionarie: "Le nostre forze aumentano quantitativamente e qualitativamente, sia pure in modo esasperatamente lento a fronte dell'impazienza che anima ognuno di noi.. Esse non sono arrivate al punto di poterci porre come protagonisti della macropolitica. Siamo ancora nella fase della "difensiva strategica ", direbbe Mao, in cui tutto si deve misurare sul metro dell'aumento delle nostre forze, non sul metro del movimento che riusciamo ad imprimere al grosso della società."

Di estremo interesse risultavano le annotazioni manoscritte del NC62, presenti sul frontespizio della lettera "togliermi nel PCI e nei CARC" - "x quello che ero x come mi sono mosso potevano spendere un p0' di + e non perché credo di essere chissà chi" (NC62 - Reperto nr. 1/B allegato nr. 41)

 

La rottura insanabile del rapporto MAJ/NC62 emergeva dal contenuto di due lettere, rispettivamente del 12 e del 13 settembre 2002, del leader della CP, indirizzate all'ex militante ed al CARC di Milano.

In entrambe, veniva aspramente contestato a NC62 di non aver applicato la linea dei CARC nei confronti dell'esperienza di NC88, lavoratore avanzato verosimilmente aderente al sindacato SULTA dei lavoratori aeroportuali, deceduto il 4 marzo 2002 a seguito di un incidente stradale. In particolare, NC62 veniva accusato di non aver saputo cogliere le istanze dello NC88 che, opportunamente guidato, avrebbe potuto entrare nell'organizzazione: "Ma ciò è tutto secondario se si considera che il percorso di nel suo aspetto principale. L'importante e che egli stava criticando (autocriticando) l'esperienza del sindacalismo alternativo per approdare alla lotta politica rivoluzionaria (anche se ancora la concepiva in forma ristretta, esattamente con quella ristrettezza alla cui critica già Lenin 100 anni fa ha dedicato una parte del libro Che Fare?). In questo cammino i CARC hanno forse avuto un ruolo indiretto e involontario, un'influenza determinata dalla loro esistenza e dalla loro azione generale: lo hanno forze influenzato come influenzano tutti i lavoratori cui giunge la loro propaganda, anche quelli che i CARC non conoscono e verso i quali non svolgono alcuna azione mirata, specifica e particolare, personalizzata. Della mancanza di questa azione specifica e particolare nei confronti di , che ne aveva il bisogno che emerge dall'opuscolo,(71) tu ne sei il principale responsabile: la sua trasformazione è iniziata proprio quando tu dirigevi il CARC di Milano e non te ne sei curato affatto.

Giuseppe MAJ prosegue con estrema durezza nel suo negativo giudizio sulle qualità morali e politiche dell'ex dirigente del CARC di Milano: "Che in te il piacere della scoperta intellettuale fine a se stessa (conoscere per conoscere anziché trasformare il mondo come è proprio della concezione proletaria della conoscenza, il conoscere che si appaga di se stesso perché costituisce il ruolo sociale dell'intellettuale che per questo è mantenuto) il desiderio di affermazione personale avessero un gran peso nel determinare le tue azioni mi era chiaro. Ma che tu fossi chiuso in te stesso, egoista punto e ridotto ad una insensibilità o cecità tale verso le masse popolari e i lavoratori a te vicini da non dare ad un tuo amico quello che i CARC davano a te, benché il suo bisogno di capire di organizzarsi fosse sotto i tuoi occhi quotidianamente perché continuavi a frequentarlo ed a usarlo anche per i tuoi porci comodi, ebbene questo proprio non lo avevo capito. Non ti ritenevo corrotto interiormente fino a questo punto. Alla luce di questo capisco meglio anche la tua storia con la Mari e perché hai smesso di rispondere ai miei appelli e interrotto anche con me un rapporto quando non è più servito alla tua affermazione personale ma richiedeva a te di dare." Le considerazioni dell'autore diventavano ancora più dure quando affrontava l'inettitudine e l'asserita superficialità del NC62:

 

"L'opuscolo riporta solo scritti della fine del 2000 e inizio 2001 quando tu eri già apertamente in tutt'altre faccende affaccendato, ma dalla chiarezza, semplicità e larghezza delle cose che dice è evidente che siamo di fronte ad un lavoratore che ha vissuto profondamente le cose di cui parla, che le ha comprese con un'affinità grande con la concezione comunista, pur rimanendo ancora sostanzialmente esterno al nucleo di essa che è il carattere inevitabile e necessario della dittatura del proletariato come sbocco della lotta di classe e quindi ora del partito comunista. Non c'è nelle sue riflessioni niente che sia in contrasto con gli aspetti della concezione comunista cui tuttavia non arriva e quello che descrive sulla condizione operaia e come ne affronta il lato sindacale e rivendicativo è del tutto collimante con la nostra linea. [...] come hai potuto vivere per anni vicino ad un lavoratore del genere, stare in un'organizzazione che oltre a coltivare la concezione comunista in particolare parlava continuamente del ruolo dei lavoratori avanzati e non portargli e fargli capire quello che a te veniva dato con larghezza e generosità? Persino i bordighisti di RC hanno avuto più generosità dite e gli hanno comunque dato qualcosa. [...] per anni vi è stata una lotta di cui eri oggetto. Ma tu non la conducevi sinceramente e lealmente, disposto a giocarti il tutto per tutto [...] Eri con le masse solo dove le masse servivano alla tua affermazione. Non dovunque le masse lottano contro la borghesia imperialista e il suo ordinamento della società e hanno bisogno della concezione comunista del mondo e della direzione dei comunisti. [...] C'era in te qualcosa di inerte di morto, di chiuso la cui esistenza non avevo compreso finché non ho letto questo opuscolo. Non sei deragliato principalmente a causa di un insieme di vicende e avvenimenti che non dipendevano da te. La lettura dell'opuscolo su mi ha convinto del contrario. Non solo tu non accettavi il sistema organizzativo e in questo eri simile a Garabombo che non si capacitava di come l'organizzazione preferisse Pietro a lui, al punto che perorò pateticamente la causa della sua elezione a vicesegretario finché i compagni non furono stufi di ascoltarlo e anche oltre. Ma anche il tuo trasporto verso le masse popolari era inficiato da secondi fini. Ora mi è chiaro perché in cooperativa i compagni non si fermavano e perché il rapporto con Mari restasse così sbilanciato: lei che progrediva e imparava e tu che sei finito fuori strada, benché abbia ricevuto molto più di lei e avessi più strumenti di lei."

(NC62 - Reperto nr. 1/I - allegato nr. 42)

 

La vicenda dell'espulsione di NC62 era, infine, oggetto di un bilancio redatto da Giuseppe CZEPPEL, durante la clandestinità. Dita le lavoro, parlava Giuseppe MAJ in una lettera alla figlia Manuela, del 24.02.2003: "Ti allego una lettera di per il CARC di MI, con un allegato che è il suo bilancio oggi dell'episodio A.M. (n.d.r. NC62). Passala al CARC perché leggano e discutano. Credo che farà bene al CARC, a te e anche a PSC che allora diresse l'operazione, credo senza riuscire a capire quale era il bandolo della matassa. [...] Attendo tuo parere e il tuo rapporto sull'effetto che hanno sul CARC e su PSC (anche SRG e TRS sarebbe bene che conoscessero i due scritti di F. [...] L'unica cosa da tutelare nella cerchia esterna a quelli che ne sono già al corrente (PSC sa chi sono), è la notizia che l'autore sta attualmente facendo il lavoro che sta facendo. Nella lettera, infine, MAJ preannunciava l'invio di una propria riflessione sulla vicenda mentre per la mia riflessione e autocritica sull'argomento, mi occorrono alcune settimane" (MAJ Manuela - Reperto nr. 9 (B4) - allegato nr. 9).

 

In effetti, con lettera del 05.03.2003, MAJ inviava il preannunciato scritto fornendo alcuni elementi che consentono di identificare "" e la sigla PSC, rispettivamente in Giuseppe CZEPPEL e VANGELI Pietro.

In particolare, nel capitolo "A proposito della vicenda di NC62", Giuseppe MAJ cerca di analizzare le ragioni che hanno portato all'allontanamento di NC62 dai CARC. Nel documento la vicenda NC62 viene in qualche modo correlata, anche se apparentemente in modo marginale, ad una vicenda che invece riguarda NC11 , alias Dino: 'AM si è avvicinato a noi all'inizio degli anni '90. Quali erano le sue caratteristiche? Se quando si avvicinò a noi Dino era principalmente un operaio avanzato della prima categoria, era un elemento avanzato delle masse popolari (un invalido civile) della quarta categoria. [...] Con la vicenda (e con la vicenda Dino) noi abbiamo pagato il prezzo per il nostro ritardo nel campo organizzativo."

Inizialmente, come preannunciato nella lettera del 24.02.2003, l'autore richiama lo scritto di "": "A proposito della vicenda di NC62, lo scritto di GCz [n.d.r. CZEPPEL Giuseppe] è molto pertinente e importante" rivelando, involontariamente, la vera identità di "" in quella di Giuseppe CZEPPEL.

Le principali accuse rivolte al NC62 da Giuseppe MAJ erano di individualismo, opportunismo e deviazionismo ("Il suo aspetto negativo era che egli usava la teoria molto come strumento di affermazione sociale e meno come mezzo per "servire il popolo ". Egli si serviva molto delle conoscenze teoriche che assimilava per primeggiare tra i compagni e le persone che lo frequentavano e che egli sapeva mobilitare attorno a sé e anche per dominarle. Usava meno le nostre teorie principalmente nel senso di tradurle in pratica, di analizzare con esse la realtà e di elaborare linee, metodi e misure per la sua trasformazione e per dirigere i compagni a promuoverla. E’ rivelatore il fatto che ha frequentato per tutto il periodo NC88 senza rendersi conto che aveva a che fare con un operaio avanzato della 2° categoria, categoria che però certamente sapeva spiegare meglio di molti compagni. E’ rivelatore il fatto che non si è servito della nostra teoria per orientarsi nella sua relazione con le donne, nel resto della sua vita personale e nella gestione della cooperativa" e, soprattutto, di una deriva militarista: "E rivelatore il fatto che sapeva spiegare a menadito la nostra linea politica e il ruolo della masse nella storia, ma manteneva verso i militaristi un sentimento in contrasto con essa. Se si va a risentire come si arrampica sui vetri e quanto è impacciato quando risponde a Clara circa il ruolo della violenza nella rivoluzione socialista nell'ultimo attivo a cui ha partecipato e che lui dirigeva (mi pare nell'ottobre del 2000) ciò risulta chiaramente. Egli usava la nostra giusta teoria principalmente come strumento di godimento intellettuale (per trovare il legame tra le molte sue sensazioni, idee ed esperienze) e, nelle relazioni sociali, come mezzo per dimostrare che lui ne sapeva di più, per confutare teoricamente le obiezioni dei compagni e delle masse, per confonderli e per dimostrare che lui era superiore."

Forti critiche non venivano risparmiate neanche al segretario Pietro VANGELI, ritenuto responsabile di non aver saputo individuare in tempo e con precisione i termini del problema: "PV ha ripetutamente posto il problema del contrasto che si andava creando tra il rapporto personale tra e GM [n.d.r. Giuseppe MAJ] e i rapporti di organizzazione. [...] Sostanzialmente come Mariuccia [n.d.r. NC26 ] non ha saputo porre come un problema dell'organizzazione la critica del modo in cui gestiva la sua vita "personale" (cosa di cui tratta lo scritto di ). Credo che PV non avesse compreso il contesto e il significato generale del problema particolare contro cui urtava: la resistenza di alla sua direzione e il malessere del Carc di MI." Quanto sopra, ricollegato a quanto scritto nella missiva del 24.02.2003 ('Passala [n.d.r. lettera di ] al Carc perché la leggano e discutano. Credo che farà bene al Carc, a te e anche a PSC che allora diresse l'operazione. Credo senza riuscire a capire quale era il bandolo della matassa.") fanno ritenere che il soggetto indicato con la sigla PSC possa identificarsi proprio nel segretario nazionale dei CARC,

 

LEVONI Enrico

I riscontrati rapporti tra LEVONI Enrico e Giuseppe MAJ sono stati evidenziati nelle annotazioni nr. 82/3-81-3-2001, datata 28.04.2003 e nr. 82/4-36-2001 datata 30.04.2003, della Sezione Anticrimine di Napoli.

 

Nel corso della perquisizione del 23 giugno 2003, nell'abitazione di Enrico LEVONI, venivano sequestrati due documenti dei Nuclei territoriali Antimperialisti: una copia della “Risoluzione Strategica 02. Settembre 2000” (LEVONI Enrico – Reperto nr. 14/3 – allegato nr. 43) e del documento inedito, datato novembre 2000, dal titolo: "LETTERA AI COMPAGNI DEI CARC, "RESISTENZA". "RAPPORTI SOCIALI", "ASSOCIAZIONE SOLIDARIETÀ PROLETARIA" (LEVONI Enrico Reperto nr. 14/1 - allegato pr. 44).

 

L'attività esecutiva consentiva, inoltre, di rinvenire nell'abitazione di Modena, via Gregorio Cortese nr. 46, occupata dalla coppia LEVONI GIAFAGLIONE, la copia di un opuscolo edito dalla "CELLULA DI CONTROINFORMAZIONE PER IL COMUNISMO", sigla mai apparsa in precedenza (LEVONI Enrico - Reperto nr. 14/5 allegato nr. 45).

 

Veniva, infine, rinvenuta una copia del documento, privo di data, dal titolo: "Conoscere il nostro passato per conquistare il futuro", a sigla "Cellula Comunista Sergio Spazzali (Pino)", già diffuso nel giugno del 1997, per commemorare i 22 anni dalla morte della brigatista Cagol. (LEVONI Enrico - Reperto nr. 14/10 - allegato RT. 46)

 

Sempre nella medesima abitazione, veniva sequestrato un documento, datato Napoli, marzo 2000, a firma "Sergio", allo stato non meglio identificato.

Il documento è verosimilmente rivolto alla Commissione Preparatoria. L'autore concorda con gli interlocutori sulla necessità storica di costruire il partito comunista, ponendosi, però, su di un piano ideologico programmatico molto vicino alla 1a Posizione, difendendo le concezioni tattico - strategiche delle BR-PCC(72) ed elogiando il patrimonio dell'esperienza lottarmatista in Italia(73) (LEVONI Enrico - Reperto nr. 14/6 - allegato nr. 47).

 

Nell'abitazione di Enrico LEVONI venivano sequestrati diversi documenti originati dalla Cellula negli ultimi anni '90.

Veniva acquisito, in particolare, un opuscolo dal titolo “Sergio Spazzali "Pino" 1989 - 1991. Scritti rivoluzionari", datato Settembre 1995. IL testo si apre con una commemorazione di Sergio SPAZZALI, deceduto nel 1994, in Francia(74) ed è costituito da una raccolta di scritti redatti dal militante deceduto, tra la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90. Copia dell'opuscolo, priva del frontespizio e della commemorazione, veniva rinvenuta nel corso della perquisizione locale compiuta il 3 maggio 2001 nei confronti della militante di IC, NC8.(75)

Nel documento vengono affrontate le questioni fondamentali che si ritiene siano di fronte al movimento comunista. L’elaborato segue il percorso di sviluppo della società, analizzata secondo i canoni del marxismo ed alla luce delle esperienze delle varie manifestazioni che vi sono state nel fluire storico.(76) (LEVONI Enrico - Reperto nr 14/7.- allegato nr. 48)

 

La programmata duplice veste del militante combattente consentirà quindi di fomentare dall'interno le masse a produrre tutte quelle situazioni di crisi dell'ordine e della sicurezza pubblica tali da 'scompaginare gli equilibri politici su cui si regge congiuntamente il potere dei partiti della borghesia per far cadere da sinistra e a sinistra il castello di carte rappresentato da questo potere.

In sintesi questo è il significato dell'azione dall'alto, cioè l'attacco politico militare ai soggetti ed alle strutture del potere della borghesia, e dal basso, cioè orientare il movimento delle masse proletarie per provocare le condizioni di abbattimento dello Stato borghese.

Articolo dal titolo "Il momento centrale del processo rivoluzionario: l'insurrezione armata del proletariato contro lo stato della borghesia", pubblicato sulla rivista "Per il Partito", nr. 3 "Giugno 1990". Nell'elaborato vengono definiti i concetti, ritenuti fondamentali, per la successiva discussione, di Stato borghese e processo alla rivoluzione proletaria.

Definito lo Stato borghese come sovrastruttura funzionale alla suddivisione della società in classi, al mantenimento dei rapporti economici che caratterizzano la suddivisione della società in classi, la distruzione di queste e la conseguente instaurazione di una struttura statuale di dittatura proletaria possono avvenire solo con il procedimento dell'insurrezione e non attraverso la guerriglia o la guerra di lunga durata.

Insurrezione è "quel fatto politico militare nel quale le pressioni più significative del proletariato, a livello di massa, si muovono, organizzate in esercito proletario e sotto l'influenza decisiva del partito comunista, per disarticolare le strutture essenziali dello Stato borghese, a partire dalle forze armate e di repressione e dagli strumenti, di propaganda e comunicazione essenziale".

Nel prosieguo, pur criticando le concezioni "guerriglista" e "soggettivista", della lotta armata, viene riconosciuta validità (anche nella fase non rivoluzionaria) all'attacco ad organi dello Stato "di carattere difensivo" nelle diverse periferie della struttura statale, per indebolirne temporaneamente l'efficacia repressiva.

In tale contesto viene positivamente valutato l'attentato ad Alfred HERRHAUSEN, compiuto dalla RAP, considerato dall'autore del documento, "un insegnamento di quello che intendiamo dire quando usiamo l'espressione - attacco al cuore dello Stato".

Più oltre, nello stesso capitolo, viene affermato, a proposito della critica al soggettivismo espresso dalle BR-PCC, richiamando nel senso la spaccatura del 1984, che la "Cellula" fa riferimento alla 2° posizione ("inutile dire che ogni riferimento alle UCC sarebbe un puro equivoco") ed al documento del "Nucleo per la fondazione del PCC" (elaborato a stampa di 28 pagine rinvenuto il 7.9.1988, in Ladispoli (RM), in una base delle BR-PCC).

La conclusione del capitolo sintetizza l'articolazione dei concetti espressi in riferimento a cosa debba intendersi per processo insurrezionale: "Per la distruzione delle strutture dello Stato borghese è necessario il processo insurrezionale che vede le masse proletarie organizzate nell'esercito proletario sotto la direzione del partito comunista (fase che si verifica solo nella situazione rivoluzionaria). Nella fase pre-rivoluzionaria (e non certo in una fase qualunque), che è quella dell'imperialismo maturo, anche in assenza delle condizioni oggettive e/o soggettive caratteristiche della fase rivoluzionaria il partito comunista combattente conduce la sua lotta dall'alto attaccando il cuore politico dello Stato, nello stesso tempo in cui lavora dal basso alla conquista della direzione del movimento di massa (due linee di intervento strettamente collegate), contribuendo così in modo decisivo alla costituzione delle condizioni di maturazione della situazione rivoluzionaria. La concessione internazionale è indispensabile, benché non nel contesto di un Fronte di iniziative guerrigliere linearmente giustapposte, ma nel contesto di una Internazionale dei Partiti comunisti."

Articolo dal titolo "L'Unità del politico militare", pubblicato sulla rivista "Per il Partito", nr. 4 "Aprile 1991".

In questo capitolo della rivista viene analizzato il concetto di "unità del politico e del militare" e le sue problematiche. Secondo gli estensori, è necessario che il partito adotti la forma della Lotta Armata, considerata strumento decisivo anche se non l'unico, svolta direttamente dal Partito senza la mediazione delle massa (azione dall'alto). Dopo aver considerato le varie posizioni del Movimento Rivoluzionario rispetto alla lotta armata, viene ripercorsa l'evoluzione delle società borghesi dalla loro nascita ad oggi, epoca in cui le stesse si sono trasformate in regimi di "autoritarismo imperialista". In quest'ultima, fase determinata dall'affermarsi, del proletariato come classe e dal conseguente sviluppo della classe borghese da forza progressista a forza reazionaria, gli estensori identificano due tipi di stati imperialisti:

uno stato a carattere temporaneo, di emergenza (dittatura di tipo fascista - militare); uno stato definito come "naturale evoluzione dei regimi democratici borghesi nell'epoca dell'autoritarismo imperialista". Considerando invece la formazione economico sociale che supporta tali regimi. vengono individuate due torme principali: paesi ad elevato grado di capitalizzazione (in cui è il proletariato che deve, in prima persona, conquistare il potere politico ed avviare la trasformazione dei rapporti produttivi); paesi a basso grado di capitalizzazione (nei quali il proletariato deve dapprima costituire e guidare un fronte di tutte le forze democratiche e progressiste, ed in seguito, assumere direttamente il potere politico, estromettere dalla gestione di quest'ultimo le altre forze politiche ed avviare il processo di realizzazione di una società socialista). Nella fase della maturità dell'imperialismo l'unità del P/M rappresenta ancora maggiormente un "carattere strutturale ed urgente", per poter "condurre avanti il processo rivoluzionario contro un regime politico sempre più formalmente democratico". In riferimento al nostro paese, vengono ripercorse le tracce del travaglio politico seguito al tracollo delle illusioni post-fasciste, sottolineando come la lotta popolare non sia riuscita nella sostanza a riaprire spazi dì agibilità significativi ai fini dello sviluppo della lotta di classe; in questo contesto viene evidenziato come l'extraparlamentarismo, praticato dalla sinistra di classe a partire dagli anni '60 e sorto in conseguenza della relativa impraticabilità delle istituzione rappresentative nel nostro paese, sia un'esperienza ormai esaurita. Gli estensori dell'articolo ribadiscono quindi che nella fase che stiamo vivendo (pre-rivoluzionaria) la L.A. e la clandestinità diventano non l'unico ma il metodo fondamentale di chi sceglie soggettivamente di fare politica non solo nel conflitto di classe, ma anche nei conflitti interni alla borghesia, poiché questo terreno è divenuto allo stato, delle cose l'unico decisivo. Si considera inoltre che i vecchi strumenti parlamentari sono utilizzabili dove possibile farlo con efficacia, tenendo presente però che il loro "deperimento" è sempre più accentuato "a causa dell'evoluzione oggettiva della società imperialista". Alla luce di ciò, la LA rappresenta la forma tipica del far politica nella fase dell'imperialismo maturo; ciò in conseguenza del necessario deperimento (quasi, totale) degli altri mezzi di confronto e mediazione politica. Sulla base di questa premessa si, pone il problema del rapporto tra politico e militare, ossia tra "l'analisi e l'elaborazione dei disegni tattici e strategici politici" e "l'articolazione tattica e strategica delle operazione militari", come pure il rapporto delle persone tra militanza e politica militare. Il rischio fondamentale è quello del "militarismo"; per evitarlo occorre che i disegni politici e militari stano elaborati nello stesso contento e dalle stesse persone, in modo che tutti i militanti siano coinvolti e consapevoli dei problemi ad entrambi i livelli. Perché ciò si realizzi dove essere superata la concezione, (tipicamente borghese) della distinzione tra lavoro, manuale (aspetto militare) e lavoro intellettuale (aspetto politico): entrambi i lavori sono manuali ed intellettuali assieme, devono cioè essere svolti dalle stesse persone nello stesso contesto. In conclusione, la Cellula si dichiara per l'unità più rigida del politico-militare, e deriva tale regola dalla considerazione che la L.A. rappresenta il metodo fondamentale, decisivo ed essenziale del far politica oggi nei paesi del centro imperialista.

 

A LEVONI Enrico venivano inoltre sequestrate due copie del documento redatto dalla Cellula per la costituzione del Partito Comunista Combattente, dal titolo "Nell'aggravarsi della crisi capitalistica internazionale, l'alleanza borghesia imperialista - socialdemocrazia e l'asse dell'attacco antiproletario", datato gennaio 1998(77) (LEVONI Enrico- Reperto nr. 14/8 - allegato nr. 49) ed altre due copie del documento redatto dalla Cellula per la costituzione del Partito Comunista Combattente, dal titolo "Senza ripresa dell'attività rivoluzionaria, non vi è percorso di liberazione per i prigionieri rivoluzionari", datato maggio 1998(78) (LEVONI Enrico - Reperto nr. 14/9 - allegato nr. 50).

 

Uno dei reperti di maggiore importanza per l'ulteriore conferma della piena appartenenza alla Commissione Preparatoria da parte di Enrico LEVONI è costituito da un documento rinvenuto a NC11, privo di data ed a firma "E", iniziale di Enrico LEVONI come dimostrato dal sequestro di diversa documentazione riconducibile al militante di Modena e siglata allo stesso modo. Si tratta di una lettera effettivamente destinata a NC11, originata dall'ingresso in clandestinità di CZEPPEL Giuseppe e dalla conseguente richiesta rivolta a NC11 di sostenerne la scelta, collaborando concretamente all'attività clandestina dell'organizzazione: "Carissimo, ho saputo che le incombenze che ti sono state lasciate si sono rivelate più pesanti di quanto ci aspettavamo. Mi dispiace di questo e sono rammaricato anche perché in parte la responsabilità è mia. Ti spiegherò.

I passi avanti, come sempre, sono anche una lacerazione, alcuni lo sono a tutti gli effetti. Le lacerazione sono dolorose e complesse da affrontare, ma prima o poi il dolore passa e ciò che è difficile diventa semplice. A noi spetta il compito di trasformare le cose nella direzione giusta, nella direzione che favorisce il raggiungimento del nostro obiettivo: la ricostruzione del partito comunista.

Per svolgere al meglio questo compito dobbiamo essere convinti che esso è necessario e che ciò che stiamo facendo è quanto di più importante si possa fare stanti le nostre capacità e limiti. In tutto ciò la volontà ha un grande peso, Ci rendiamo conto che il peso che tocca a te sopportare è significativo.., ma le tue spalle sono buone e larghe! Al nostro amico è stato chiesto di cambiare vita radicalmente. Lui ha accettato consapevole, in una certa misura, che non sarebbe stato facile. E non ha ancora affrontato tutte le difficoltà, ci vorrà ancora un p0' di tempo per capire il vero peso della scelta. Anche per lui contiamo che riesca a superare tutti gli ostacoli.

A te chiediamo di sostenere al meglio delle tue possibilità questo passo. E’ molto importante che tu sia disposto ad affrontare questo compito, in definitiva molto dipende da te.

Il compito principale e specifico che dobbiamo svolgere oggi è rafforzare la clandestinità. Tutto passa di qui: è il collo di bottiglia del nostro futuro e del futuro del partito. Quindi la richiesta che l'organizzazione fa a te è una richiesta importante quanto quella fatta al nostro compagno.

Spesso ho pensato che tu avresti voluto essere al suo posto. Anch'io lo desidero da tempo, nonostante gli affetti che mi toccherebbe lasciare. Eppure noi, per ora, dobbiamo svolgere compiti e raggiungere obiettivi senza i quali il lavoro clandestino non potrebbe svilupparsi.

Dobbiamo mettere tutto il nostro spirito rivoluzionario nel nostro lavoro, in ogni momento, per ogni compito che ci viene richiesto. Non possiamo essere noi stessi a prendere le decisione per l'organizzazione, non possiamo fare come ha fatto AM [riferimento ad NC62], che si è messo a fare i cazzi suoi pretendendo poi di giustificarli politicamente. L'organizzazione è più forte, più completa, più in grado di vedere strategicamente di ognuno di noi preso singolarmente. Quindi ci vuole spirito di corpo e abnegazione, fiducia nella causa e nei compagni ... e anche fiducia nelle proprie singole forze, che come vedi sono molto importanti. Coraggio dunque, siamo facendo la storia!"

La prima richiesta espressa da Enrico LEVONI riguarda un incontro urgente, in un luogo sicuro, durante il quale riferire al NC11 tutte le istruzioni e le disposizioni necessarie affinché il lavoro dell'organizzazione ed il passaggio in clandestinità di Giuseppe CZEPPEL avvenga nel migliore dei modi possibile: "Da quello che ho avuto modo di capire qui c'è in bel casino! A me e a te spetta il compito di sistemare le cose al meglio e fare di tutto affinché il passo compiuto possa consolidarsi. Rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci all'opera!

Innanzitutto dobbiamo vederci con calma, ma urgentemente. Con calma nel senso C/IC dobbiamo incontrarci in condizioni di poter parlare liberamente e di poter prendere appunti: quindi a tavolino in un luogo tranquillo. Urgentemente perché è importante fare di tutto affinché la situazione si sistemi al meglio.

Ho cercato di incontrarti sabato sera ma non ti ho trovato. Tenterò domenica mattina, ma se non funziona faremo per lunedì. Verrò a MI, ti cercherò parlandoti delle opere di Stalin e ci accorderemo per vederci al CN, poi ci sposteremo.

Intanto ti anticipo alcune cose. In parte forse non sono più attuabili, ma servono comunque ad inquadrare il lavoro.

Bisogna evitare il più possibile di coinvolgere i circoli in questa faccenda, bisogna fare in. modo che le acque restino più calme possibile- E' una questione di sicurezza e serve alla riuscita di tutto il lavoro.

Uno dei principali aspetti legati alla clandestinità di Giuseppe CZEPPEL è il suo rapporto con la famiglia di origine. A NC11 l'organizzazione chiede di rapportarsi con i familiari del militante della CP in clandestinità, assicurando il collegamento e verificando l'effettiva conoscenza all'esterno delle reali ragioni a monte dell'allontanamento di Giuseppe CZEPPEL: "A te viene chiesto di rapportarti con la famiglia e di lavorare per fare andare le cose al meglio e per risolvere i problemi dell'ambiente attorno a te sulla questione. Questo è tin contributo concreto e preciso che l'organizzazione ti chiede.

Alla famiglia devi chiedere di collaborare in ragione della sicurezza di G e dei circoli. La ragione per cui G è partito improvvisamente è questa.

Insieme dobbiamo vedere attentamente quanti sono al corrente della cosa.

Verificare la posizione di MC [LEVONI fa riferimento ai rapporti esistenti tra la famiglia di Giuseppe CZEPPEL e NC26] e il suo intervento con la famiglia. Gestire l'ambiente al meglio delle nostre possibilità."

Si tratta di un incarico esclusivo per NC11 che dovrà essere l'unico referente della famiglia di origine del militante in clandestinità. In questo paragrafo, inoltre, emerge chiaramente la conoscenza dei fatti anche da parte di VANGELI Pietro, indicato con l'iniziale del nome "P" ed il rapporto diretto CP - LEVONI Enrico: "Verso l'esterno, cioè verso qualunque compagno oltre a me e P., tu sei l'unico che deve restare esposto. Nel senso che ormai è chiaro che la famiglia sa che tu in qualche modo sei a conoscenza di alcune cose che riguardano il nostro amico: bisogna che sia la famiglia che chiunque altro continui a pensare che sei solo tu che le sai. Forse anche qualcun altro è coinvolto come te, vedremo. Io ti consegno tre lettere dei nostro amico. Una per te, e due per la famiglia. Alla famiglia tu dirai che le hai ricevute in hotel solo oggi, per questo non le hai potute consegnare prima."

 

Nell'ultima parte della lettera Enrico LEVONI prende in esame tre aspetti del lavoro da svolgere per la salvaguardia della clandestinità e compartimentazione dell'organizzazione:

- "il lavoro sui compagni sicuri e sulle persone intime", articolato su un'azione diretta e sincera verso alcuni militanti, come NC26 (MC) ed NC57 (A(BG)), riservata e mendace nei confronti di altri appartenenti alla struttura politica palese: "Ad alcuni non possiamo nascondere la verità, anche se naturalmente staremo sul generico.

Ai membri del circolo tuo e ai membri dei circoli che frequentano il CN (MC, A (BG)) dovrai parlare ad uno ad uno, a quattro occhi, per evitare che gli incontri vengano confermati da più parti.

A questi dovrai dire che G è partito per lavorare per la CP. La partenza improvvisa e senza saluti è funzionale alla sicurezza.

G ha detto che si scusa con i compagni e chiede loro di scusano e di sostenerlo, favorendo l'instaurazione del clima migliore possibile sulla questione e fornendo all'esterno la versione che "G è andato a Zurigo per lavoro nello stesso ramo in cui operava prima. Era cosa in ballo da tempo, anche se ne parlava poco e malvolentieri. Era incerto, probabilmente. L'organizzazione ha approvato la partenza: anche là ci sono compagni e quindi continuerà l'attività politica.

Non dare per scontato che non tornerà ma rendere la cosa più normale possibile. Si tratta di un periodo di prova, se funziona si stabilirà. A chi chiede di poterlo contattare dire "non ho l'indirizzo e il telefono, ma appena lo sento gli farò sapere che lo cerchi ". Non entrare in dettagli. Imparare ad eludere le domande eccessive o inopportune";

- il "lavoro su quelli insicuri", basato sulla massima riservatezza e

copertura della realtà: "Ad altri dobbiamo dare spiegazione di copertura. Cercheremo di capire insieme quali sono quelli che è meglio averli con noi come complici che contro di noi come allarmisti e tratteremo le cose di conseguenza";

- il trasferimento dei bagagli di Giuseppe CZEPPEL, attività che vede il diretto coinvolgimento di Manuela MAJ, indicata con le sole iniziali: "Sono già d'accordo con MM che consegnerai la valigia a lei.

Accordatevi senza usare il telefono, non dobbiamo fare più casino di quanto è già stato fatto. Cercate di concludere entro martedì. Per il resto del materiale siamo già a posto."

 

Al documento di LEVONI Enrico è annessa una lettera manoscritta a penna, a firma "Giuseppe", (Giuseppe CZEPPEL), datata 23 gennaio 2001, con la quale l'autore incarica NC11 di consegnare le due lettere allegate alla missiva manoscritta. Di seguito si ritiene opportuno riportare la trascrizione della lettera di Giuseppe CZEPPEL:

"23/gennaio/2001

Un abbraccio caro Dino e per non farti stare in panciolle, scusa il tono scherzoso, ti chiedo di consegnare al più presto le due lettere che ti mando. Grazie per le incombenze che ti appioppo, presto ti scriverò di come sto più estesamente. Per adesso ancora un caro ABBRACCIO e un bacione* Sulla bocca.

Giusepe"

(NC11 - Reperto nr. 26 - allegato nr. 2)

 

La lettera appena descritta si ritiene collegata ad altri due documenti sequestrati in via Manin nr. 7, all'interno dell'Hotel Manin, precisamente due lettere, entrambe indirizzate a "Daniele" alias di NC11 , la prima priva di data, dal titolo "[lettera mia per Daniele]", la seconda, del 10 agosto 2002, dal titolo "[lettera di a Daniele]".

Nella prima lettera, originata verosimilmente da Giuseppe MAJ, l'autore sollecita NC11 ad aderire all'invito di collaborare con l'organizzazione clandestina, rimandando i dettagli all'incontro con la persona che ha provveduto alla consegna della lettera: "Ritengo che se comprendi l'importanza e l'urgenza della necessità in cui mi trovo, con l'aiuto del compagno latore della presente riuscirai a trovare una soluzione appropriata per ognuno degli ostacoli. Quanto agli aspetti organizzativi da risolvere per dare seguito al mio invito e ai rischi ad essi connessi, preoccupati solo di comprendere e di seguire bene tutte le istruzioni che lui ti darà. Abbiamo abbastanza esperienza per fare le cose come si conviene".

Alla luce del contenuto del precedente Reperto nr. 26, è altamente probabile che il latore della lettera si identifichi in LEVONI Enrico.

La prima lettera risulta essere stata scritta ed inviata tempo dopo la seconda lettera, come emerge dall'ultimo capoverso del primo testo: "Approfitto dell'occasione e ti unisco anche la lettera del tuo amico ("il gatto e la volpe"). L'ha scritta un po' di tempo fa come la data indica. Ma non avevo finora avuto un'occasione adatta a inoltrarla. Un affettuoso abbraccio".

 

La seconda lettera, scritta da CZEPPEL Giuseppe, alias , durante la clandestinità, consiste in una proposta di lavoro di formazione dei compagni, all'interno del circolo, da svilupparsi su due distinte direttrici: "1. stabilire un ambito di discussione sulle questioni della vita sociale in modo da capire quale influenza ha la formazione politica sulle scelte e la visione del mondo dei collaboratori o membri del circolo; 2. conoscere le aspirazione delle persone e regolare la nostra azione di formazione politica in conseguenza di esse".

(NC11 - Reperto nr 25 - allegato nr. 51)

 

 

NC35

Il 23 giugno 2003, nell'abitazione di Luigi MAJ, sita in Parigi (F), rue Denfert Rochereau nr. 4, Saint Denis, venivano rinvenuti undici documenti, tutti originati dalla Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano e costituenti altrettante "Risoluzione del 3° Seminario", redatti dopo il 25 maggio 2001, come deducibile dall'allegato alla Risoluzione 11 (MAJ Luigi Reperto nr. B/17/1/b - vedasi allegato nr. 7).

 

L'ultima risoluzione del reperto, precisamente l'undicesima (Risoluzione 11 dei 3° Seminario - Espulsione di Lucio), riguarda l'espulsione dall'organizzazione del militante "Lucio", ritenuto responsabile di gravi violazioni disciplinari "Lucio è venuto ripetutamente meno ai suoi impegni e con ripetute violazione della disciplina e delle direttive ricevute ha danneggiato l'organizzazione. Richiamato all'ordine ha apertamente e formalmente rifiutato di correggere le sue deviazione e di seguire le indicazione dell'organizzazione relative alla sua nuova collocazione (vedi Risoluzione del 25 maggio 01, allegata). Da ultimo a metà luglio si è allontanato di sua iniziativa e ha fatto ritorno alla città d'origine, in circostanze e con modalità non comunicate all'organizzazione e tanto meno da questa approvate e ha iniziato un'attività di denigrazione e provocatoria. Per questo suo comportamento viene espulso dall'organizzazione."

Come indicato, alla risoluzione è allegata la "Mozione del 25 maggio 01", nella quale emergono chiaramente i timori dell'organizzazione clandestina per la propria sicurezza: "Nell'eseguire i lavori affidatigli, Lucio ha ripetutamente violato le direttive ricevute e per questo ha messo in pericolo la sicurezza dell'organizzazione. Da alcuni mesi per di più ha preso a rifiutare nei fatti e poi anche esplicitamente di collettivizzare la sua esperienza e il bilancio di essa e di rendere conto della sua vita. Stante questo atteggiamento non ci possiamo aspettare che migliori il suo stile di lavoro e la sua disciplina. Il giudizio complessivo su di lui è individualismo e presunzione che lo portano a violare la disciplina e al rifiuto della direzione.

Quindi Lucio non può più continuare a lavorare nella posizione attuale. L'organizzazione offre a Lucio due percorsi di uscita, ognuno dei quali salvaguarda la sicurezza dell'organizzazione e quella di Lucio, ha una durata che va da sei mesi a un anno e permetterà a Lucio, se lo vorrà, di continuare a dare il suo contributo alla ricostruzione del pc in una posizione diversa dall'attuale. L'organizzazione chiede a Lucio di dire nel giro di una settimana per quale dei due percorsi opta. Se Lucio ha una proposta diversa, può avanzarla e sarà esaminata.

I dettagli del percorso saranno concordati quando Lucio avrà scelto.

E inteso che Lucio deve osservare la disciplina dell'organizzazione, almeno al livello in cui l'ha fatto finora, fino alla fine dei percorso di uscita. L 'organizzazione la dirigerà e sosterrà con le proprie risorse fino alla fine del percorso di uscita."

Il militante "Lucio" si identifica in NC35, effettivamente rientrato dalla clandestinità il 14 luglio 2001.

 

Un altro documento di DIPINTO, a firma "Lucio", datato 05.06.2000, veniva rinvenuto nell'abitazione di Giovanni Battista CANCELLO. Si tratta di una lettera indirizzata al CANCELLO, nella quale l'autore fa riferimento ad un mancato incontro tra i due, per l'assenza di quest'ultimo. In merito, l'autore "sollecitava" l'interlocutore a chiarire il perché dell'assenza, ipotizzando la volontà da parte di CANCELLO di “abbandonare l'impegno che ti eri liberamente assunto”. In tal caso, l'autore chiedeva un incontro per regolarizzare la questione "[...] Voglio ancora ricordarti che tu hai scritto e firmato (liberamente) una biografia, con la quale ti sei messo a disposizione accettando gli incarichi che ti sarebbero stati affidati. {...] Se proprio hai deciso di disertare (è il termine appropriato), ti chiedo di incontrarci per regolarizzare il tuo abbandono, restituendomi tutto ciò che mi devi e chiudendo in maniera formalmente corretta questo rapporto". Sui tempi dell'incontro, l'autore riferiva: "Ti propongo un nuovo appuntamento. Togli il 13 al numero che aveva nel suo mese il giorno in cui dovevamo incontrarci e non sei venuto e hai il giorno del nostro nuovo incontro. Aggiungi 2 al numero del mese in cui dovevamo incontrarci e non sei venuto e hai il mese del nostro incontro. Stessa città, stessa ora e stesse modalità dell'ultima volta in cui ci siamo invece visti. Sicuro di un tuo interesse a questo invito, ti saluto. Lucio".

Sui motivi dell'assenza del CANCELLO valgono le seguenti considerazione:

- il precedente incontro tra i due, verosimilmente a Roma, era avvenuto il 17 aprile2000;

- la lettera è datata 05.06.2000, per cui l'appuntamento saltato era stato concordato per una data precedente;

- un calcolo orientativo a ritroso dall'accertata presenza in Italia del NC35, giorno 9 e 10 luglio 2000 (meno "2" al numero del mese e più "13" al numero del giorno) porta a collocare il mancato appuntamento a cavallo della seconda e terza decade del mese di maggio 2000;

- il ricovero del CANCELLO presso la clinica Villa dei Fiori di Marano, dal 12 al 18 maggio 2000, di fatto, ne ha impedito la presenza all'incontro programmato. (CANCELLO Giovanni Battista - Reperto nr. 21 - allegato nr. 22)

 

NC35, con l'alias di Alberto, redigeva due giorno dopo la "Mozione del 25 maggio 01", un documento datato appunto 27.05.2001, indirizzato Alle Organizzazione Comuniste, ai membri dei Comitati Clandestini per la costruzione del (n)PC, alle Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista" (NC50 - Reperto nr. 13 vedasi allegato nr 11). Nell'elaborato, a circolazione interna e presumibilmente successivo ad analogo documento a diffusione ancora più limitata.(79) l'autore:

- si definisce "membro della Commissione Preparatoria", in relazione alla sua militanza nell'organizzazione e chiarisce il proprio "punto di vista" in merito al "provvedimento che mi sospende da questa Organizzazione" evidenziando un atteggiamento di censura e mancanza di confronto da parte degli altri membri dell'organizzazione;

- data la propria sospensione in un periodo compreso tra il 21.04.2001 (il provvedimento è scattato (e non è un caso, direi) a distanza di un mese, dopo che avevo consegnato alcune note critiche (datate 21/04/01) ad un comunicato(80) emesso dalla CP, il giorno 11/04/ a seguito dell'azione militare dei NIPR (Roma 10/04)") ed il 25/05/01, data di stesura del documento in analisi.

- individua le ragioni del provvedimento di sospensione nelle critiche rivolte all'Organizzazione in merito al contenuto di due comunicati sulle Organizzazione Comuniste Combattenti: "Con questo comunicato ["emesso dalla ('P il giorno 11,04 a seguito dell'azione militare dei NIPR [n.d.r.]. E con un articolo apparso già qualche tempo prima su Resistenza Foglio dei CARC, ho iniziato a chiedermi e voglio chiedere a voi tutti: non si avverte che in questi scritti c'è una buona dose di presunzione?"

denuncia una sorta dì censura nei suoi confronti: -mi accorgo che "improvvisamente" stavo facendo i conti con una specie di censore" in quanto non gli veniva più fornito materiale documentale che in precedenza riceveva ("non mi era stata consegnata una rivista prodotta da una O. (materiale documentale che normalmente mi si riforniva)) e veniva a conoscenza "indirettamente" di documenti a sigla CP “ … che la CP, in 2 - 3 occasioni, aveva firmato documenti di riflessione e di dibattito, diretti ad un'altra O.";

- lamenta il fatto di "essere stato sospeso dalla CP, senza una riunione specifica, non mi è stato consegnato alcun documento e ancora più grave, non mi è stata data la possibilità di esporre e far conoscere il mio punto di vista ai restanti membri dell'O. ", addebitando alla stessa organizzazione un accentramento di poteri: "è possibile che un'O. nata per arrivare a costruire il partito, è tutta affidata e centralizzata nelle mani di qualche dirigente?";

- nel ribadire la necessità della clandestinità (settima discriminante), ritiene che questa debba vivere "in dialettica ed in funzione" di altri due elementi ritenuti strategici: "l'elevamento della classe sul piano dello scontro per il potere" e "l'attacco come modo risolutivo di rapportarsi alla borghesia imperialista, al suo governo e ai suoi partiti."

Ritenendo che l'esperienza delle organizzazioni combattenti degli anni '70 e '80 hanno insegnato che "è possibile accumulare le FR [Forze Rivoluzionarie n.d.r.], sviluppando la lotta armata per il comunismo", l'estensore evidenzia come tale accumulo sia possibile anche nell'attuale situazione rivoluzionaria in sviluppo: "dotarsi della strategia della guerra popolare di lunga durata e sviluppando una tattica conseguente, permette alla classe operaia, al proletariato e alle masse popolari, anche dei paesi imperialisti, di accumulare FR in funzione della presa del potere."

 

In merito all'espulsione dalla CP di NC35, si ricordano le emergenze acquisite nel corso dell'attività investigativa, circa gli incontri tra quest'ultimo e CANCELLO Giovanni Battista, avvenuti a Milano e Roma, nei mesi di gennaio, marzo ed aprile 2001, e la conversazione telefonica durante la quale il citato CANCELLO aveva riferito sui reali motivi del rientro dalla clandestinità di NC35: "[AMORE Massimo] mi ha chiesto se mi ha contattato Eddy [NC35 n.d.r.] mi ha detto di fare attenzione... dice che lui ha preso una posizione pubblica, diciamo... perché quando è venuto qua ha detto a parecchie persone... lui [AMORE Massimo n.d.r.] non lo ha visto, ma ad alcuni che.., insomma si trova d'accordo con i militaristi(81)

 

Inoltre, nell'abitazione di CANCELLO veniva sequestrata un'agenda del 2000. Il reperto presenta diverse annotazioni manoscritte. Tra esse un appunto relativo a del materiale riconducibile ad "Eddy" ed all'attività di proselitismo e reclutamento svolta dal CANCELLO, su incarico della C.P. Le persone contattate venivano indicate con nomignoli (ad esempio Arabo, Luce, Cazzo, Nerone, Bruto, Socrate ecc.) mentre il militante della CP utilizzava, a seconda della persona contattata, diversi nomi di copertura, in questo BUCCI Emiliano o Gerardo EMILIANI: "I 3 fogli a quadrettino di Eddy sono nella busta gialla contenente la rivista fotocopiata nr. 1 e altro; X 1, 3, 4 sono Emiliano Bucci per gli altri Gerardo (Gerry) Emiliani.

Ad 1 e 3 data la n C.P. = C.P. 5080 ufficio PP. 71 via Bakù 80144 Napoli."

(CANCELLO Giovanni Battista - Reperto nr, 24- allegato nr 53)

  

Nell'abitazione di NC81 venivano sequestrati due documenti riconducibili alla Commissione Preparatoria e riconducibili alla militanza del citato NC35:

- una lettera del 10 aprile 2000, indirizzata alla redazione di "Front Social", in risposta ai contenuti dell'articolo dal titolo "Apprendere dalla fondazione del (nuovo) Partito Comunista Italiano (Apprendre de la fondation du (nouveau) parti Comuniste Italien)", pubblicato sul nr. 15 della rivista "Front Social" (NC81 Reperto nr. 1 allegato nr. 54);

- un documento datato 13.12.1999, dal titolo "Promemoria", costituente un'analisi sintetica e funzionale alla redazione di un successivo più approfondito documento complessivo sull'organizzazione Commissione Preparatoria "(NC81 Reperto nr. 2 allegato nr. 55).

In merito ai reperti, NC81 dichiarava al personale operante della DNAT francese di non essere assolutamente a conoscenza della documentazione sequestrata.

  

Infine, un biglietto di colore verde sul quale, a penna blu, erano state manoscritte le seguenti annotazioni:

1 il P. (n.d.r. Partito) e i suoi compiti.

2 Masse e iniziative di massa.

3 Forme di lotta e autonomia del P.

4 Quale politica svolge il P.

5 Cenni sul carattere del P.

6 Natura e compiti del P.

7 Attualità del problema dei P.

8 Attività del P. e le loro relazioni.

9 La tattica.

10 Fondazione e costruzione.

11 Il giornale e la battaglia ideologica.

12 Alcuni cenni sulla struttura del P.

13 PC e organismi di massa. RIV,

veniva rinvenuto nell'abitazione dell'interessato (NC35 - Reperto nr. 3 allegato nr. 56).

 

 

VANGELI Pietro

Il coinvolgimento ed il ruolo di VANGELI Pietro all'interno della Commissione Preparatoria emerge da due lettere di Giuseppe MAJ, sequestrate alla figlia Manuela.

 

In una prima lettera del 24.02.2003, Giuseppe MAJ, prendendo spunto dalla vicenda dell'allontanamento dal comitato CARC di Milano di NC62, indicava solo con delle sigle alcuni militanti della CP: "Ti allego una lettera di per il CARC di MI, con un allegato che è il suo bilancio oggi dell'episodio A.M. [ NC62 n.d.r.}. Passala al CARC perché leggano e discutano. Credo che farà bene al CARC, a te e anche a PSC che allora diresse l'operazione, credo senza riuscire a capire quale era il bandolo della matassa. { ... Il Attendo tuo parere e il tuo rapporto sull'effetto che hanno sul CARC e su PSC (anche SRG e TRS sarebbe bene che conoscessero i due scritti di F. (...) L'unica cosa da tutelare nella cerchia esterna a quelli che ne sono già al corrente (PSC sa chi sono), è la notizia che l'autore sta attualmente facendo il lavoro che sta

facendo). Nella lettera, infine, MAJ preannunciava l'invio di una propria riflessione sulla vicenda "per la mia riflessione e autocritica sull'argomento, mi occorrono alcune settimane." (MAJ Manuela - reperto n r. 9 (B4 vedasi allegato nr. 9)

 

Proprio questa successiva lettera di Giuseppe MAJ, del 05.03.2003, consentiva di identificare i militanti della CP indicati dall'autore con il nome di "" (o "F.") e la sigla PSC. In particolare, MAJ riferiva: "A proposito della vicenda di NC62, lo scritto di GCz [CZEPPEL Giuseppe n.d.r.] è molto pertinente e importante," rivelando, involontariamente, la vera identità di "" in quella di Giuseppe CZEPPEL (MAJ Manuela - Reperto nr. 10 (B5vedasi allegato nr. 10). Inoltre, MAJ Giuseppe faceva cenno al ruolo ricoperto nella vicenda NC62 da VANGELI Pietro "PV ha ripetutamente posto il problema del contrasto che si andava creando tra il rapporto personale tra e GM [Giuseppe MAJ n.d.r.] e i rapporti di organizzazione. [...] Credo che PV non avesse compreso il contesto e il significato generale del problema particolare contro cui urtava: la resistenza di alla sua direzione e il malessere del Carc di MI." Tale contenuto, collegato a quanto scritto nella lettera del 24/02/2003 ("Passala [la lettera di "" n.d.r.] al Carc perché la leggano e discutano. Credo che farà bene al Carc, a te e anche a PSC che allora diresse l'operazione. Credo senza riuscire a capire quale era il bandolo della matassa"), fa ragionevolmente ritenere che il soggetto indicato con la sigla PSC si identifichi proprio nel Segretario dei CARC Pietro VANGELI.

 

Le sigle PSC, SRG e TRS emergono da documentazione redatta dopo il 25 maggio 2001, originata dalla Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano, costituenti "Risoluzione del 30 Seminario", rinvenute il 23 giugno 2003, nell'abitazione di Luigi MAJ, sita in Parigi (F), rue Denfert Rochereau nr. 4, Saint Denis. Sono documenti di estrema importanza poiché consentono di risalire ed evidenziare la struttura dell'organizzazione eversiva (MAJ Luigi - Reperto nr., .B117/1/b - vedasi allegato • 7)(82)

 

Nella "Risoluzione 2" viene sviluppata la "catena di comando" dell'organizzazione "che regola i rapporti esistenti tra le diverse istanze del Seminario, la CP e i circoli.”(83)

Secondo quanto emerge dalla "Risoluzione 2 del 30 Seminario, dal titolo "Sul sistema di direzione del Seminario", quest'ultimo:

- costituisce "l'organismo dirigente di massimo livello di tutto il nostro lavoro per la ricostruzione del partito comunista";

- è composto da:

 - una "Sezione Interna", composta dalla CP, che si avvale di un apparato e che ha il compito di direzione sui membri del Seminario nei periodi di intervallo tra le riunioni plenarie del Seminario - e sui Comitati di Partito (provvisori) che dirige con il metodo della linea di massa. La CP ha anche un diritto di veto sulle decisione della "Sezione Esterna"; a loro volta i Comitati di Partito (Provvisori) dirigono l'attività dei circoli e di tutti gli organismi di cui fanno parte o su cui hanno un'influenza;

 - una "Sezione Esterna",(84) composta dagli altri membri del Seminario, tra cui alcuni dirigenti dei "circoli"; la "Sezione Esterna" ha il compito di dirigere per mezzo della linea di massa l'attività dei circoli attraverso l'influenza dei membri del Seminario che fanno parte dei loro organismi dirigenti". L'attività di coordinamento e direzione svolta dai membri del Seminario verrebbe quindi indirizzata verso i Comitati di Partito (provvisori) in prima istanza e, indirettamente, tramite quest'ultimi, verso i circoli.

 

Il legame tra CP ed istanze di base trova conferma nel punto 7 della "Risoluzione 1 del 3° Seminario - Sullo stile di lavoro dei membri del Seminario", il quale stabilisce che ogni dirigente deve "centralizzare alla CP piani e diari insieme con i rapporti" e nel successivo punto 8, allorquando viene fatto riferimento ad una vera e propria "catena di comando: Sezione Interna e Sezione Esterna, organismi e apparato, CdP e circoli".(85)

 

Nella "Risoluzione 3 del 3° Seminario - Sui Comitati di Partito (provvisori)" il Seminario dichiara di approvare e fare proprio piano in due punti per la costituzione del partito comunista proposto dalla CP e l'indicazione data dalla CP per la costituzione di Comitati di Partito (provvisori) clandestini.(86)

 

Nella successiva risoluzione, "Risoluzione 5 del 30 Seminario - Sul piano di lavoro per i prossimi mesi e il suo finanziamento", il Seminario, dopo un positivo bilancio del lavoro svolto ribadisce le due direttrici ed il piano da seguire nel lavoro futuro di costruzione del partito: "Fatto il bilancio del lavoro condotto dal S e in particolare dalla CP nei due anni e mezzo trascorsi dalla fondazione della CP, il S. ritiene che complessivamente il lavoro è stato svolto seguendo una linea giusta e che ha condotto a risultati positivi e importanti. In particolare il S. approva a grandi linee il lavoro condotto dalla CP e l'orientamento da essa dato per la campagna elettorale condotta nel 2001. Il S. ha deciso di proseguire l'attuazione del piano in due punti per la costituzione del partito (formazione di CdP ed elaborazione dei MP) secondo le linee e i metodi già tracciati e ha in più approvato un piano di lavoro da attuare nei prossimi mesi articolato nei seguenti punti:

- Intervento sulle FSRS [M.co - PSC]

- Potenziamento delle strutture (funzionari, scuole quadri, organismi e organo di propaganda) [M.co - SRG]

- Inchiesta C4 [PSC]

- Campagna di dibattito pubblico sulla 7a discriminante [M.co]

- Sostegno ai lavoratori delle grandi e medie aziende baluardo principale nella difesa delle conquiste dall'attacco che la bi ha rilanciato con rinnovato vigore sotto la guida del governo Berlusconi[SRG]

- Lotta contro l'Operazione 19 Ottobre [RTL]

- Rilancio condizione 4 [SRG]

- Grandi sottoscrittori [M.co - PSC]

- Operazione finanziarie [M.co]."

Il contenuto della risoluzione consente l'individuazione, attraverso le iniziali o sigle. di quattro militanti della CP, "responsabili dell'attuazione di ognuno di questi punti che a loro volta saranno diretti dalla CP nei termini indicati nella Risoluzione 2, ha stabilito il finanziamento necessario per le sue attività nell'anno in corso e ha stabilito come provvedere ad esso. Il S. ha dato incarico a CP di dirigere l'attuazione del piano in due punti per la costituzione del partito e l'attuazione del piano di lavoro per i prossimi mesi sopra tracciato, prendendole misure che riterrà necessarie, nel rispetto delle Risoluzione approvate dal S.":

- M.co;

- SRG;(87)

- RTL;

- PSC, identificato in Pietro VANGELI.

 

La partecipazione di Pietro VANGELI alle attività della Commissione Preparatoria è riscontrata, infine, dalla lettera di Enrico LEVONI, rinvenuta a NC11 e redatta a seguito dell'ingresso in clandestinità di CZEPPEL Giuseppe. Nella lettera, costituente una richiesta rivolta a NC11 di sostenerne la scelta, collaborando concretamente all'attività clan destina dell'organizzazione, emerge chiaramente la conoscenza da parte del VANGELI ("P") delle operazioni della CP: "Verso l'esterno, cioè verso qualunque compagno oltre a me e P., tu sei l'unico che deve restare esposto. Nel senso che ormai è chiaro che la famiglia sa che tu in qualche modo sei a conoscenza di alcune cose che riguardano il nostro amico: bisogna che sia la famiglia che chiunque altro continui a pensare che sei solo tu che le sai. Forse anche qualcun altro è coinvolto come te, vedremo. Io ti consegno tre lettere dei nostro amico. Una per te, e due per la famiglia. Alla famiglia tu dirai che le hai ricevute in hotel solo oggi, per questo non le hai potute consegnare prima."

(NC11 Reperto nr. 26 - allegato nr. 23)

 

 

AMORE Massimo

Si richiamano le valenze soggettive delineate nella precedente informativa nr. 362/112-2001, datata 18 dicembre 2002, che si richiama integralmente, nella quale venivano riepilogate le emergenze della complessiva attività di indagine.

 

La figura di Massimo AMORE, inoltre, viene approfondita nel successivo paragrafo dal titolo "Soccorso Rosso Internazionale", a cui si rimanda.

 

In questa sede ritiene opportuno sottolineare il sequestro della fotocopia di una cartina stradale di Milano, con tracciato a penna nera e rossa, un itinerario adiacente alla stazione ferroviaria di Milano Centrale, rinvenuta nell'abitazione di Giovanni Battista CANCELLO. Il reperto che presenta l'annotazione manoscritta a penna nera "Macchi", può ragionevolmente essere collegato al contenuto di una conversazione telefonica registrata il 20.01.2001, in cui CANCELLO Giovanni Battista, oltre ad autodefinirsi testualmente fiduciario della Commissione Preparatoria: "[...] A questo punto penso proprio di essere un fiduciario della Commissione Preparatoria", fa riferimento alle indicazioni ricevute da Massimo AMORE su come muoversi a Milano "quando lui [n.d.r. AMORE Massimo] venne da me e mi disse di come mi dovevo muovere a Milano... lui venne proprio con una pianta che gli aveva dato qualcuno qualcuno che lui avrà incontrato in una circostanza come questa [...] prossimo tour ... ma non con le modalità dell'altra volta,… andare a chiedere opinioni… ma quelle cose cadenzate... che mi devo incontrare con qualcuno ... con [n.d.r. NC35] per esempio... molto probabilmente ... il quale ha abbandonato definitivamente Napoli ... nella casa di via De Meis non c'è più lui ... ".

(CANCELLO Giovanni Battista - Reperto nr. 13- allegato nr.. 57).

 

 

CANCELLO Giovanni Battista

Nel corso della perquisizione effettuata all'interno dell'abitazione di CANCELLO Giovanni Battista, veniva infine sequestrato un foglio di block notes a quadretti sui quale erano riportate annotazioni manoscritte a penna blu, relative al confezionamento di ordigni esplosivi artigianali: "1) Mescolando PESTICIDA (composto acido) + FERTILIZZANTE (composto azotico). Instabile, può esplodere se lasciato cadere o scosso ma molto potente.

 

2) "NICOTRONE" (da fare in casa - vasca da bagno).

Cotone grezzo puro, imbevuto dolcemente di Acido Nitrico, dolcemente molto lentamente se mescolato troppo velocemente il nicotrone può esplodere proprio nella vasca.

DETONATORI SEMPLICI.

Con delle polv. da sparo (una pallottola). Poi si prende una lampadina di una torcia elettrica, si rompe il vetro, si mette la polvere da sparo intorno al filamento e si chiude la lampadina con della cera, quando arriva elettricità alla lampadina: Boom."

Interessata per un primo esame del reperto, l'Aliquota Artificieri Antisabotaggio del Comando Provinciale Carabinieri di Napoli riteneva le istruzioni manoscritte idonee e sufficienti per il confezionamento di un ordigno esplosivo artigianale. (CANCELLO Giovanni Battista – Reperto nr. 3 allegato nr. 24).

 

Nell'abitazione veniva, inoltre, rinvenuta la fotocopia di una cartina stradale di Milano, con tracciato a penna nera e rossa, un itinerario adiacente alla stazione ferroviaria di Milano Centrale. Il reperto che presenta l'annotazione manoscritta a penna nera "Macchi", può ragionevolmente essere collegato al contenuto di una conversazione telefonica registrata il 20.01.2001, in cui CANCELLO Giovanni Battista, oltre ad autodefinirsi testualmente fiduciario della Commissione Preparatoria: "[...] A questo punto penso proprio di essere un fiduciario della Commissione Preparatoria (...)", fa riferimento alle indicazione ricevute da Massimo AMORE su come muoversi a Milano "quando lui [n.d.r. AMORE Massimo] venne da me e mi disse di come mi dovevo muovere a Milano... lui venne proprio con una pianta che gli aveva dato qualcuno ... qualcuno che lui avrà incontrato in una circostanza come questa {...] prossimo tour ... ma non con le modalità dell'altra volta,... andare a chiedere opinioni… ma quelle cose cadenzate... che mi devo incontrare con qualcuno ... con [n.d.r. NC35] per esempio... molto probabilmente... il quale ha abbandonato definitivamente Napoli ... nella casa di via De Meis non c'è più lui ...". (CANCELLO Giovanni. Battista - Reperto nr. 13 - allegato nr. 57).

 

Sempre nella disponibilità di CANCELLO, veniva sequestrata una bozza manoscritta su tre fogli e copia redatta con sistema di videoscrittura(88) di un documento privo di titolo, a sigla "E.G.".

L'autore, che si firma "E.G.", espone proprie considerazione sui contenuto di alcuni articoli pubblicati sul nr. 9 - novembre 2001 della rivista La Voce ed in particolare gli articoli dal titolo "Un passo Avanti"(89) e la risposta della C.P. ad una lettera ricevuta, pubblicata a pag. 63, nella quale si legge: "(…) Pare a me e ai miei compagni che con il Comunicato del 30 settembre la CP ritorna sui suoi passi e rivaluta i metodi e le concezione dei gruppi militaristi (...)". L'autore del documento in analisi ritiene che la risposta pubblicata a pag. 63 contenga "una serie di contraddizioni e non una netta presa di posizione" e che "le masse popolari dei paesi imperialisti, come quelle arabe e dei paesi coloniali, siano oggi mobilitate dalla reazione; le prime da Bush, le altre da Bin Laden, per essere esemplificativo", dichiarandosi, nel contempo, "deluso" dal contenuto "confuso" degli scritti pubblicati su La Voce.

 

L'autore, identificabile in CANCELLO, risulta aver militato nella struttura clandestina della CP: "quando la salute me lo ha consentito le mie critiche ed il mio aderire al progetto di ricostruzione del partito sono stati fattivi ed attivi come fiduciario sino al maggio 2000. Quindi immaginate se la cosa fosse solo una questione personale. Non è così, pure perché politicamente, quando ero nel dibattito attivo prima di leggere qualsiasi cosa, sapevo già di cosa si trattava. Non che avessi facoltà medianiche, ma è solo probabile che, stando nel dibattito, le posizioni della CP erano all'unisono con le mie."

Le risultanze delle attività investigativa svolta consentivano di riscontare il ruolo di collaboratore della C.P. svolto dal CANCELLO che su indicazione di AMORE Massimo si incontrava con il clandestino NC35 almeno fino all'aprile 2000, mentre nel mese di maggio risulta essersi ricoverato in una clinica di Marano. La coincidenza tra il contenuto della lettera ed il periodo di collaborazione del CANCELLO depongono a favore dell'ipotesi che l'autore della lettera a firma "E.G." possa identificarsi nello stesso CANCELLO che, come riportato nel documento, risulta aver avuto rapporti almeno epistolari con l'organizzazione anche dopo il rientro in Italia di NC35.

La sigla "E.G." corrisponde, infatti, alle iniziali del nome "Emiliano Gerardo", nome di copertura utilizzato dallo stesso CANCELLO nella sua attività di proselitismo e reclutamento per conto della Commissione Preparatoria (CANCELLO Giovanni Battista .- Reperto nr. 14, 15, 16 e 17 T allegato nr. 5.8).

In un'agenda del 2000 di CANCELLO, tra altre annotazioni manoscritte, è presente un appunto relativo a del materiale riconducibile a NC35, indicato con il diminutivo di "Eddy" ed all'attività di proselitismo e reclutamento svolta dal CANCELLO, su incarico della C.P. Le persone contattate venivano indicate con nomignoli (ad esempio Arabo, Luce, Cazzo, Nerone, Bruto, Socrate ecc.) mentre il militante della CP utilizzava a seconda della persona contattata, diversi nomi di copertura, in questo BUCCI Emiliano o Gerardo EMILIANI: "I 3 fogli a quadrettino di Eddy sono nella busta gialla contenente la rivista fotocopiata nr. 1 e altro; X l, 3, 4 sono Emiliano Bucci per gli altri Gerardo (Gerry) Emiliano.

Ad i e 3 data la n C.P. = C.P. 5080 ufficio PRIT via Bakù 80144

Napoli." (CANCELLO Giovanni Battista - Reperto nr. 24- allegato nr. 53) Di seguito si riporta il contenuto dell'agenda "Biagio Ferrante", anno 2000:

"14-15 gennaio:

(LEONARDO) (90) (moglie Graziella) vie castagnola 73 [0360592713 (intestata a NC4, latrina loc. Posticino (AR) via Montarfoni 30 - cessato 06/08/2002) /0957313813 (intestato a NC96 dr. , Catania via Tommaso fazello 50)] ca 35 anni, dirigente Circolo Lenin di CT;

17 gennaio

1) LEONARDO: NC95 (moglie Graziella) de Castagnola 73 95100 Catania (0360 - 529713, 0957313813 (SOLAINO dr. , Catania via Tommaso fazello 50) - circa 35 anni, dirigente "Circolo Lenin" di CT ( via Campoformio 89, CT) professione: dirigente dei vigili urbani;

[1] NC60 (91) (o la sorella che mi pare si chiama …) via "Wrzi" 55, 95100 CT - 095388169 o al marito di ….;

[2] NC96 , padre di Concetto, via T. Fazello 50 95123 Catania;

2) BRUTO:

NC67 (92), principale dirigente di INIZIATIVA COMUNISTA via Ugento 21, 00171 Roma (Tiburtina);

3) MARIO:

NC74 (93) - via della Granda 123 - 55049 Viareggio (LU);

[1] (t. 03394505810 (intestata a NC85, Viareggio (LU) 04/07/1965) -fax 058492038) Circolo ISKRA via IV Novembre;

[2] Filisetti(94)

4) CINCINNATO:

NC83 (95) - via Sapienza 1 Villa Di Mezzo - Piacenza C.A.P. 67020 (L'Aquila);

5) SOCRATE:

NC77 (96) - via P. Antonimi 8, 0053 Civitavecchia (T 0766502016),

6) BERGHEM:

NC87 (97), via Manzoni 53, 57023 Cecina (Livorno),

18 gennaio:

7) NERONE:

NC22 (98), via Giolitti 139 00185 Roma;

8) LUCE: PROIETTI Marco(99), via dei Quintili 9 00175 Roma (membro del Rosso 16 -piazza dell'Immacolata 28 Roma)

9) CAZZO:

NC18 (100), via di Villa Phamphili 15 00152 Roma (06527605, tel da verificare al 12?) membro di Rosso 16. [1] Lignarius v. Santa Maria Maggiore 179 064883171 (l. d. r. Associazione Lignarius. Roma);

10) ARABO: NC102 (101), via Buzzoni 3 00195 Roma.

 

I 3 fogli a quadrettino di Eddy (n.d.r. NC35 )(102) sono nella busta gialla contenente la rivista fotocopiata nr. 1 e altro;

X i, 3, 4 sono Emiliano Bucci per gli altri Gerardo (Gerry) Emiliano.

Ad 1 e 3 data la n C.P. = C.P. 5080 ufficio PP. IT via Bakù 80144 Napoli.

 

19 gennaio:

CINCINNATO ha il telefonico a nome della mamma NC30 in paese però è conosciuta come Gemma (incontro) 086280223. Per Cincinnato sono Emiliano BUCCI.

17 febbraio:

verifica n° tel fax trovato e questi dati: 02/15/00 11.15 tel. 0935500520 p 01 sarà i5feb. 2000 ore 11.15 e n° inviante.

18 febbraio:

alle ore 2316 partenza in cuccetta per Messina.

10 marzo (la data risulta sbarrata e a penna. è riportato "Lunedì 13 III:

 

Roma: incontro con Cazzo del quale ho una buona impressione. Rosso 16 non esiste più, lui e Luce ne sono usciti dando vita al C.A.R. (Comi. Antimper. Romano). È d'accordo su molte cose della C.P. in più mi ha chiesto un incontro tra me e i due per lunedì 13 alle 14.30 fuori la UPIM di S. Maria Maggiore. Ma domenica ieri sera non sono stato bene ho trovato attraverso la registrazione di Lignarius il telefonico di CAZZO;

Lignarius: tel. 064883979

03476904811 (intestata a NC18 ) e l'appuntamento è spostato di 24 ore.

Fare commento di questo primo incontro."

 

Effettivamente, dal tabulato relativo all'utenza 3286519540 in uso a CANCELLO, in data 10.03.2000, risulta essere stata chiamata l'utenza fissa 064883171, intestata ad Associazione Culturale Lignarius, di Roma

Inoltre, in data 09.12.2003, alle ore 11.44, tel. 529, CANCELLO Giovanni Battista conversando con il noto dr. NC38 che lo invitava a partecipare ad una cena organizzata presso la sede CARC di Napoli per apprendere la presenza di soggetti romani, manifestava le sue perplessità in virtù del fatto che in passato aveva avuto contatti, per conto della C.P. , con soggetti ditale città ed in particolare proprio con NC18 ,, nato a Roma il 5.9.1958, ivi residente, via Villa Pamphili nr. 15, sc. B, mt 3, gravitante nell'area della autonomia romana, già responsabile dell'organismo "Centro di documentazione e lotta Rosso 16".

 

"15 marzo

Ricostruendo ciò che è o può essere accaduto prima dell'incontro. Ho pernottato nei pressi della Stazione Hotel Odeon di Napoli alle 4.25 mi sono fatto svegliare alle 5. 06 ho preso un diretto e arrivato a Roma Termini alle 07.45 ho preso la metro verso Rebibbia sono sceso e tranquillamente sono andato al bar all'angolo dell'appuntamento. Qui un vecchio signore mi ha dato a parlare. Ha lavorato per decenni al ministero del tesoro ed aspetta ancora la liquidazione meglio la seconda tranche. Oggi pazzeggia attorno casa sua che è vicino la stazione Tiburtina me l'ha indicata. Abbiamo parlato di storia perché gli ho detto che questo studio. Il tutto è iniziato parlando di tabacco. Avendo visto che avevo oltre le sigarette del tabacco da fiuto mi ha agganciato proprio su questo fatto. Molto gentilmente mi si è avvicinato e mi ha detto che erano anni che non vedeva qualcuno che fiutava il tabacco. Gli ho detto che lo faccio per evitare di fumare troppe sigarette e così ci siamo messi a parlare finendo alla storia. Poi alla fine s'è dimostrato uno stronzo. Comunque da fuori il bar ho notato un quarto d'ora dopo l'arrivo circa un tizio che era fermo vicino il sottopassaggio per il metro. Giubbino nero e capelli imbrillantati mi faccio un giro e al ritorno sempre dall'angolo del bar noto quel tipo.

Vado allora nel piazzale del pulman da crociera l'Aquila - Rieti - etc. Ritorno verso la Stazione il tizio era ancora la? No? Quando ho lasciato l'interno e sono tornato sul marciapiede di nuovo il tipo imbrillantato. Prendo un altro caffé e all'uscita non c'è più un'altra volta. Allora vado verso il sottopasso e lì vedo dei giovani clochard che si stavano rifacendo i letti, cavalcavia come letto muretto dei sotto passo come..."

 

Anche il successivo Reperto nr. 26, un agenda Planning Universitarie 2001/2002, utilizzata come rubrica telefonica, è inerente all'attività di proselitismo e reclutamento svolta da CANCELLO Giovanni Battista:

"dal 3 al9Settembre lettera C

casella postale via Bakù - C-P 5080 (Emilio Bucci? e...) Gerardo Emiliano.

dal l al 7 Ottobre

Internet Ciber Cafè - via R. Devita 13 (Palazzotto sport) Marigliano.

Internet a via Sapienza (do 1° Policlinico) - via scarlatti anzi via Morghen Naponet Internet Cafè aperto la sera dopo le 19/20

Dal 5 al 10 novembre o lettera ST:

Tony (amico di Camillo) antiquario a Parigi 0033671298355.

Dal 10 al 16 Dicembre

Salvio; Max; per mercoledì 12. Martedì scrivere la postilla al documento di Peppe Russo e il tutto fotocopiarlo in 20/25 copie per mercoledì ".

Dal 7 al 13 gennaio

ASP 1- discussione piattaforma Asp 2-Punto della situazione di rifondazione 3- vedere se c'è la possibilità di organizzare

29 Gennaio

Asp... (incomprensibile) Campagna - Pianificazione scritta murale - 2) discussione sulla piattaforma

Dal 25 febbraio al 3 marzo

su resistenza di Salvio c'è un nr. tel 0585 43446 - Rinaldo

13 Marzo

FP Bagnoli

16 marzo

filo rosso iniziativa per il EP.

Dal 17 al 23 giugno

per lunedì 15 Luglio: vecchio C.F. - GRRMLN56P22H199F Gerard i Emiliano nato Ravenna 22/9/1956 - da Multimedia 1D2 NIK MAGIC 2002

Password (primo carattere incomprensibile)35T4 (ultimi due caratteri incomprensibili) - c/o Multimedia via sapienza Napoli."

(CANCELLO Giovanni Battista - Reperto nr 26 - allegato nr. 59)

 

Infine, veniva rinvenuto nell'abitazione di Giovanni Battista CANCELLO un documento di NC35, a firma "Lucio", datato 05.06.2000. Si tratta di una lettera indirizzata al CANCELLO, nella quale l'autore fa riferimento ad un mancato incontro tra i due, per l'assenza di quest'ultimo. In merito, l'autore "sollecitava" l'interlocutore a chiarire il perché dell'assenza, ipotizzando la volontà da parte di CANCELLO di "abbandonare l'impegno che ti eri liberamente assunto". In tal caso, l'autore chiedeva un incontro per regolarizzare la questione "[...J Voglio ancora ricordarti che tu hai scritto e firmato (liberamente) una biografia, con la quale ti sei messo a disposizione accettando gli incarichi che ti sarebbero stati affidati. [...] Se proprio hai deciso di disertare (è il termine appropriato), ti chiedo di incontrarci per regolarizzare il tuo abbandono, restituendomi tutto ciò che mi devi e chiudendo in maniera formalmente corretta questo rapporto". Sui tempi dell'incontro, l'autore riferiva: "Ti propongo un nuovo appuntamento. Togli il 13 al numero che aveva nel suo mese il giorno in cui dovevamo incontrarci e non sei venuto e hai il giorno del nostro nuovo incontro. Aggiungi 2 al numero del mese in cui dovevamo incontrarci e non sei venuto e hai il mese del nostro incontro. Stessa città, stessa ora e stesse modalità dell'ultima volta in cui ci siamo invece visti. Sicuro di un tuo interesse a questo invito, ti saluto. Lucio".

Sui motivi dell'assenza del CANCELLO valgono le seguenti considerazione:

- il precedente incontro tra i due, verosimilmente a Roma, era avvenuto il 17 aprile 2000;

- la lettera è datata 05.06.2000, per cui l'appuntamento saltato era stato concordato per una data precedente;

- un calcolo orientativo a ritroso dall'accertata presenza in Italia del NC35, giorno 9 e 10 luglio 2000 (meno "2" al numero del mese e più "13" al numero del giorno) porta a collocare il mancato appuntamento a cavallo della seconda e terza decade del mese di maggio 2000;

- il ricovero del CANCELLO presso la clinica Villa dei Fiori di Marano, dal 12 al 18 maggio 2000, di fatto, ne ha impedito la presenza all'incontro programmato.

(CANCELLO Giovanni Battista - Reperto nr. 21 allegato nr. 52)

 

 

NC26

Nell'abitazione di Giuseppe MAJ, in Villejuif /Val sur Marne, rue Anatole France nr. 52, venivano rinvenute:

- una carta d'identità (non valida per l'espatrio) spagnola nr. 1.161.543

rilasciata il 25.06.1991 dalla squadra lA al numero di protocollo 1218314, intestata a Ma NC101 , di Elias e Rosa Petra, nata il 10.11.1944 a Madrid (Spagna), residente in Madrid, via Rafael Herrero;

- una carta d'identità (non valida per l'espatrio) spagnola nr. 1161543-C, rilasciata l'8.11.1995 dalla squadra 28026L6D1, intestata a Ma NC101 , di Elias e Rosa Petra, nata il 10.11.1944 a Madrid (Spagna), residente in Madrid, via Rafari Herrero;

- la fotocopia di due carte d'identità spagnole, vecchio modello, rilasciate alla persona di NC100 e Ma NC101 , con due etichette adesive apposte sullo spazio destinato alla firma dei titolari del documento;

- quattro foto tessera di Giuseppe MAJ e quattro foto della stessa donna raffigurata sui due documenti di identità intestati alla citata Ma NC101 .

 

Veniva sequestrata inoltre una busta bianca recante l'annotazione manoscritta "MARIA P. e MARIA C.", contenente la fotocopia, su due fogli, di una carta d'identità italiana nr. AC6754801, emessa il 26.08.1997, dal comune di Milano, intestata a NC26, nata a Garbagnate, il 15.09.1943. Infine, in una bustina in plastica lucida erano contenute una fotocopia di una patente belga; la fotocopia di una carta d'identità del Belgio, dal titolo "Carta d'identità del Belgio"; una fotocopia di una carta d'identità italiana, in bianco e senza foto; quattro foto tessera in bianco e nero e una a colori di Giuseppe MAJ, due foto tessera a colori, sempre della stessa donna delle precedenti carte di identità ed una carta d'identità italiana nr. AC6754801, rilasciata il 26.08.1997 a Milano (MI), intestata a NC26 , nata a Garbagnate, il 15.09.1943, recante sempre la sua fotografia.

 

Il rinvenimento della carta di identità della NC26 consentiva agli inquirenti francesi di identificare nella militante dei CARC e della Commissione Preparatoria, la donna raffigurata nelle foto apposte sugli altri documenti di identità spagnoli, intestati a Ma NC101 e rinvenuti nell'abitazione di Villejuif /Val sur Marne, rue Anatole France nr. 52.

 

Nell'abitazione parigina occupata da Giuseppe CZEPPEL, oltre a sostanze chimiche, anche pericolose, utilizzate per la contraffazione di documenti, venivano rinvenuti documenti di identità in bianco, tre carte di identità italiane, e fotocopie di altrettanti documenti di identità italiani.

In particolare, venivano sequestrate le fotocopie della patente di guida della NC26 , della sua carta di identità nr. AC6754801, rilasciata dal Comune di Garbagnate (MI) il 26.08.1997 e la fotocopia della carta di identità italiana nr. AB4137098, intestata a NC80 , nata a Ravenna il 17.12.1944, residente a Milano in via Montegani Lodovico nr. 11, rilasciata dal Comune di Milano il 04.09.1996.

 

Secondo quanto acquisito dal collaterale organo di polizia francese, il contratto di locazione dell'abitazione di Villejuif /Val sur Marne, rue Anatole France nr. 52, occupato da Giuseppe MAJ, era stato stipulato da NC26, riconosciuta in fotografia dal proprietario dell'appartamento, con le false generalità di NC80 . All'atto della negoziazione, la donna aveva anche esibito un documento di identità intestato a NC80 .

 

La militanza della NC26 e la sua conoscenza dell'ingresso in clandestinità di Giuseppe CZEPPEL trovano riscontro nel contenuto dei noto documento rinvenuto a NC11, privo di data ed a firma "E", iniziale di Enrico LEVONI come dimostrato dal sequestro di diversa documentazione riconducibile al militante di Modena e siglata allo stesso modo. Si tratta di una lettera effettivamente destinata a NC11, originata dall'ingresso in clandestinità di CZEPPEL Giuseppe e dalla conseguente richiesta rivolta a NC11 di sostenerne la scelta, collaborando concretamente all'attività clandestina dell'organizzazione.(103)

 

Uno dei principali aspetti legati alla clandestinità di Giuseppe CZEPPEL è il suo rapporto con la famiglia di origine. A NC11 l'organizzazione chiede di rapportarsi con i familiari del militante della CP in clandestinità, assicurando il collegamento e verificando l'effettiva conoscenza all'esterno delle reali ragioni a monte dell'allontanamento di Giuseppe CZEPPEL: "A te viene chiesto di rapportarti con la famiglia e di lavorare per fare andare le cose al meglio e per risolvere i problemi dell'ambiente attorno a te sulla questione. Questo è un contributo concreto e preciso che l'organizzazione ti chiede.

Alla famiglia devi chiedere di collaborare in ragione della sicurezza ai G e dei circoli. La ragione per cui G è partito improvvisamente è questa. Insieme dobbiamo vedere attentamente quanti sono al corrente della cosa.

Verificare la posizione di MC [LEVONI fa riferimento ai rapporti esistenti tra la famiglia di Giuseppe CZEPPEL e NC26] e il suo intervento con la famiglia. Gestire l'ambiente al meglio delle nostre possibilità."

Si tratta di un incarico esclusivo per NC11 che dovrà essere l'unico referente della famiglia di origine del militante in clandestinità. In questo paragrafo, inoltre, emerge chiaramente la conoscenza dei fatti anche da parte di VANGELI Pietro, indicato con l'iniziale del nome "P" ed il rapporto diretto CP - LEVONI Enrico: "Verso l'esterno, cioè verso qualunque compagno oltre a me e P., tu sei l'unico che deve restare esposto. Nel senso che ormai è chiaro che la famiglia sa che tu in qualche modo sei a conoscenza di alcune cose che riguardano i! nostro amico: bisogna che sia la famiglia che chiunque altro continui a pensare che sei solo tu che le sai. Forse anche qualcun altro è coinvolto come te, vedremo. Io ti consegno tre lettere dei nostro amico. Una per te, e due per la famiglia. Alla famiglia tu dirai che le hai ricevute in hotel solo oggi, per questo non le hai potute consegnare prima."

 

Nell'ultima parte della lettera Enrico LEVONI prende in esame tre aspetti del lavoro da svolgere per la salvaguardia della clandestinità e compartimentazione dell'organizzazione:

- "il lavoro sui compagni sicuri e sulle persone intime", articolato su un'azione diretta e sincera verso alcuni militanti, come NC26 (MC) ed NC57 (A(BG)), riservata e mendace nei confronti di altri appartenenti alla struttura politica palese: "Ad alcuni non possiamo nascondere la verità, anche se naturalmente staremo sul generico.

Ai membri del circolo tuo e ai membri dei circoli che frequentano il CN (MC, A (BG)) dovrai parlare ad uno ad uno, a quattrocchi, per evitare che gli incontri vengano confermati da più parti.

A questi dovrai dire che G è partito per lavorare per la P. La partenza improvvisa e senza saluti è funzionale alla sicurezza.

G ha detto che si scusa con i compagni e chiede loro di scusano e di sostenerlo, favorendo l'instaurazione del clima migliore possibile sulla questione e fornendo all'esterno la versione che "G è andato a Zurigo per lavoro nello stesso ramo in cui operava prima. Era cosa in ballo da tempo, anche se ne parlava poco e malvolentieri. Era incerto, probabilmente. L'organizzazione ha approvato la partenza: anche là ci sono compagni e quindi continuerà l'attività politica.

Non dare per scontato che non tornerà ma rendere la cosa più normale possibile. Si tratta di un periodo di prova, se funziona si stabilirà. A chi chiede di poterlo contattare dire "non ho l'indirizzo e il telefono, ma appena lo sento gli farò sapere che lo cerchi ". Non entrare in dettagli. Imparare ad eludere le domande eccessive o inopportune";

- il "lavoro su quelli insicuri", basato sulla massima riservatezza e

copertura della realtà: "Ad altri dobbiamo dare spiegazione di copertura. Cercheremo di capire insieme quali sono quelli che è meglio averli con noi come complici che contro di noi come allarmisti e tratteremo le cose di conseguenza";

- il trasferimento dei bagagli di Giuseppe CZEPPIEL, attività che vede il diretto coinvolgimento di Manuela MAJ, indicata con le sole iniziali: "Sono già d'accordo con MM che consegnerai la valigia a lei. Accordatevi senza usare il telefono, non dobbiamo fare più casino di quanto è già stato fatto. Cercate di concludere entro martedì. Per il resto del materiale siamo già a posto."

Al documento di LEVONI Enrico è annessa una lettera manoscritta a penna, a firma "Giuseppe", (Giuseppe CZEPPEL), datata 23 gennaio 2001, con la quale l'autore incarica NC11 di consegnare le due lettere allegate alla missive manoscritta. Di seguito si ritiene opportuno riportare la trascrizione della lettera di Giuseppe CZEPPEL:

"23/gennaio/2001

Un abbraccio caro Dino e per non farti stare in panciolle, scusa il tono scherzoso, ti chiedo di consegnare al più presto le due lettere che ti mando. Grazie per le incombenze che ti appioppo, presto ti scriverò di come sto più estesamente. Per adesso ancora un caro ABBRACCIO e un bacione* Sulla bocca. Giuseppe" (NC11 reperto nr. 26 allegato nr. 23)

 

A seguito dell'uscita di NC11 dall'organizzazione eversiva, l'incarico di assicurare i collegamenti tra il militante in clandestinità e la sua famiglia di origine veniva assunti dalla NC26. La notizia della sostituzione di "Daniele", alias di NC11 , con una donna, identificabile nella nota NC26, veniva comunicata da Giuseppe CZEPPEL con una lettera del giorno 09.04.2003, a firma "Giuseppe", destinata alla sorella NC29: "Purtroppo Daniele ha abbandonato il suo impegno politico per questioni familiari. [...] Prima o poi lui te ne parlerà e ti presenterà una compagna che però già conosci (chiamiamola Fiera) che lo sostituirà nei rapporti."

(CZEPPEL Giuseppe - Reperto nr. 22/1 - allegato nr. 5).

 

La completa dedizione alla causa dell'organizzazione, infine, emergeva dal contenuto di una lettera di NC26 ("m.c."), datata solo 9 giugno, sequestrata a NC62 .

Dopo aver confidato che in lei era in atto un cambiamento, non più staticità, ma mutevolezza, confronto ("non cambiare mai", "devi essere sempre te stessa ". “Invece oggi so che è una ricchezza il confronto e il continuo superamento di me") esortava il compagno a rivedere le proprie posizioni: ", la costituzione del Fronte è una grande cosa. Ci sono elementi che anche quando il Partito ci sarà, diranno che non è quello giusto. Si trova sempre un alibi al non fare. Tu passi da un sistema operativo a uno più complesso da un programma a un sito pur di non impegnarti. Questa tua immobilità lo stare "nel vecchio" mi ha delusa.

 

Non ho conosciuto nulla che dia prospettiva entusiasmo, fiducia, (quello che poi dovremmo trasmettere alle masse) come la dottrina alla quale tu mi hai iniziata. Stiamo sperimentando facciamo errori. L'O ha sbagliato a darti tanta fiducia fino a farti arrivare ai vertici, senza verificare alcuni parametri? Abbiamo osato troppo per inesperienza. Tutto si trasforma! È meglio un rapporto conflittuale contraddittorio che nessun rapporto. Se tutto e tutti noi siamo in trasformazione perché non il tuo con E?? con tutti i compagni? è meno difficile di quello che pensi. Tutti oggi siamo diversi nel bene e nel male da ieri. Non fissarti sul passato. Avanza. Non perdere ulteriore tempo non immischiarti in futilità, scrivi a B. dato che abbiamo questo grosso privilegio. Non hai avuto fiducia in te e nei tuoi compagni, il confronto, il superamento delle divergenze, sarebbe avvenuto nei fatti. Alle parole che avevi scritto (tante) dovevano seguire i fatti. Tanti piccoli, confrontarti nella redazione, nei compiti che ti erano stati affidati. Con calma, giorno per giorno. E avremmo imparato tutti. Non ci siamo riusciti ieri ce la faremo... L'importante è non perdere di vista il fine.”

La donna poi passa ad analizzare la propria posizione in relazione al lavoro d'organizzazione: "Quando mi è stato chiesto di lasciare il lavoro ho detto di si d'istinto, c'era bisogno di "manodopera" dopo la partenza di Giuseppe e la tua. Poi, per settimane ho avuto la paranoia di cosa avrei fatto senza "i miei" pazienti, le ragazze, i preti e le contraddizioni che vivo ecc ecc. I soldi sarebbero bastati? Ecc. ecc. Anche Francesca mi ha fatto riflettere sulla mia "dipendenza" dal lavoro e da certi rapporti. Ho pensato alfine. Se il mio contributo alla costruzione del partito consisteva, anche solo nel portare avanti il centro, facendo la pulizia al posto di Giuseppe o andando da Baraggia al posto tuo, se potevo sostenere il CARC di Milano in difficoltà era giusto che facessi questa svolta. (ho sperimentato, prima in casa nei miei rapporti con la Frency o con mia madre, poi fuori, la fatica che costa il parlare, l'agire in maniera "diversa” ma riuscire, ripaga subito, indipendentemente che poi è assodato anche loro si rapportano diversamente). [...] abbiamo tanto da imparare e da scoprire, non dobbiamo essere così severi verso noi stessi. Nella vita non esiste solo la lotta ma anche la gioia dei veri sentimenti. Tu mi hai dato molto di quello che serviva per cambiare, e credo, che anch'io avevo molto di quello che ti serviva. Ti ringrazio e ti stringo forte la mano".

La lettera terminava con l'esclamazione: "A settembre!" ed i seguenti slogan: "Quello che ostacola la costruzione del (n) PC è sbagliato! Quello che non lo favorisce è inutile! Tutto, per la ricostruzione del partito!!!" (NC62 - Reperto nr. 11G - allegato nr. 36)

 

Effettivamente, nel 2003, NC26 lasciava il lavoro di infermiera professionale presso il reparto di oncologia della clinica "Pio X" di via Nava, Milano.

 

NC26 risulta aver intrattenuto una relazione sentimentale con NC62 , in seguito interrottasi, verosimilmente a causa del comportamento politico dell'uomo e del suo stato di tossicodipendente.

L'aspetto interessante è che la relazione è anteriore al 19 ottobre 1999, giorno delle perquisizioni disposte dalla Procura della Repubblica di Roma, e che la NC26, già all'epoca, aveva la diretta conoscenza delle dinamiche dell'organizzazione e del coinvolgimento del compagno NC62.

Tali elementi emergono inequivocabilmente dal contenuto di un altro documento, rinvenuto proprio nell'abitazione dell'interessata.

Il documento costituisce uno degli atti di un incartamento interamente riconducibile all'azione di critica/autocritica posta in essere da NC62 . Nel documento, risposta alle accuse rivolte all'autore da Pietro VANGELI, NC62 si sofferma sulle cause che hanno portato al sequestro della documentazione originata da Giuseppe MAJ, nel corso della perquisizione del 19 ottobre 1999. La risposta di NC62 Allegato 11.b - risulta di estremo interesse investigativo per le considerazione che indirettamente esprime in merito alla natura del materiale sequestrato nella sua abitazione , il 19 ottobre 1999: "[...] ho fatto un'intervista a RP [verosimilmente Radio Popolare] nella quale per paura di aver detto troppo in un senso, sono andato a parlare del lavoro con gli handicappati [...] La costernazione che manifestavo in quei giorno era un'altra. Nonostante tutto il lavoro per non far trovare il materiale (La Voce e le lettere che mi aveva scritto Bepi) che era scientificamente sicuro, quei giorno avevo pensato di scrivere e per questo avevo in casa, in bella mostra sul tavolo, tutto, quel materiale. Inoltre la sera precedente, avevamo litigato ferocemente io e MC [ NC26 ndr] e siccome tra i due non si sa qual è il più matto, quando mi hanno suonato alla porta alle cinque, ho pensato fosse lei e ho aperto. Hai voglia a dirgli che di aspettare fuori che intanto chiamo l'avvocato. Quando li ho visti istintivamente ho guardato sul tavolo e loro hanno mangiato al foglia, non hanno dovuto lavorare molto a casa mia. Si sono seduti al tavolo e hanno cominciato a scegliere. Grazie al casino (pezzi di computer sparsi per casa), alle altre lettere amorose mischiate con le lettere politiche, ecc, non hanno sequestrato tutto. Il mio dramma è stato non essere all'altezza dei compiti. Rendere impossibili gli imprevisti, la fiducia in me, non per punizione, diminuiva. La costernazione aumentava se pensavo che mi avevano sequestrato un documento in cui Bepi entrava in merito ad una discussione che avevamo avuto sugli spagnoli e che fossero in mano loro mi rodeva tremendamente. (104) Un altro motivo di dispiacere era anche (individualismo ed amor proprio) che ero l'unico a cui avevano sequestrato documenti compromettenti." (NC26. - reperto nr. 8 allegato nr. 6)

 

 

NC11

Dopo l'espulsione di NC62, NC11 assumeva la carica di segretario del comitato CARC di Milano. L'incarico veniva svolto fino alle sue dimissioni, presentate nel gennaio del 2003.(105)

 

L'attività investigativa e le recenti acquisizioni di giugno e luglio 2003, oltre al pieno ed inequivocabile coinvolgimento dell'interessato, consentivano di delineare il profondo rapporto di affinità militante esistente tra NC11 ed il militante clandestino, tratto in arresto a Parigi, Giuseppe CZEPPEL.

NC11, fino al suo allontanamento, ha svolto un ruolo di primo piano all'interno dell'organizzazione, collaborando all'ingresso in clandestinità di Giuseppe CZEPPEL ed assicurando il collegamento tra la struttura clandestina e l'organizzazione politica e palese, rappresentata dai CARC.

 

Uno dei reperti di maggiore importanza è costituito dalla lettera di Enrico LEVONI, più volte analizzata, destinata a NC11, originata dall'ingresso in clandestinità di CZEPPEL Giuseppe(106) e dalla conseguente richiesta rivolta a NC11 di sostenerne la scelta, collaborando concretamente all'attività clandestina dell'organizzazione.(107)

La prima richiesta espressa da Enrico LEVONI riguardava un incontro urgente, in un luogo sicuro, durante il quale riferire al NC11 tutte le istruzioni e le disposizioni necessarie affinché il lavoro dell'organizzazione ed il passaggio in clandestinità di Giuseppe CZEPPEL avvenga nel migliore dei modi possibile.(108)

Uno dei principali aspetti legati alla clandestinità di Giuseppe CZEPPEL è il suo rapporto con la famiglia di origine. A NC11 l'organizzazione chiede di rapportarsi cori i familiari del militante della CP in clandestinità, assicurando il collegamento e verificando l'effettiva conoscenza all'esterno delle reali ragioni a monte dell'allontanamento di Giuseppe CZEPPEL: "A te viene chiesto di rapportarti con la famiglia e di lavorare per fare andare le cose al meglio e per risolvere i problemi dell'ambiente attorno a te sulla questione. Questo è un contributo concreto e preciso che l'organizzazione ti chiede.

Alla famiglia devi chiedere di collaborare in ragione della sicurezza di G e dei circoli. La ragione per cui G è partito improvvisamente è questa.

Insieme dobbiamo vedere attentamente quanti sono al corrente della cosa.

Verificare la posizione di MC [LEVONI fa riferimento ai rapporti esistenti tra la famiglia di Giuseppe CZEPPEL e NC26] e il suo intervento con la famiglia. Gestire l'ambiente al meglio delle nostre possibilità."

Si tratta di un incarico esclusivo per NC11 che dovrà essere l'unico referente della famiglia di origine del militante in clandestinità. In questo paragrafo, inoltre, emerge chiaramente la conoscenza dei fatti anche da parte di VANGELI Pietro, indicato con l'iniziale del nome "P" ed il rapporto diretto CP - LEVONI Enrico: "Verso l'esterno, cioè verso qualunque compagno oltre a me e P., tu sei l'unico che deve restare esposto. Nel senso che ormai è chiaro che la famiglia sa che tu in qualche modo sei a conoscenza di alcune cose che riguardano il nostro amico: bisogna che sia la famiglia che chiunque altro continui a pensare che sei solo tu che le sai. Forse anche qualcun altro è coinvolto come te, vedremo. Io ti consegno tre lettere dei nostro amico. Una per te, e due per la famiglia. Alla famiglia tu dirai che le hai ricevute in hotel solo oggi, per questo non le hai potute consegnare prima."

 

Nell'ultima parte della lettera Enrico LEVONI prende in esame tre aspetti del lavoro da svolgere per la salvaguardia della clandestinità e compartimentazione dell'organizzazione:

- "il lavoro sui compagni sicuri e sulle persone intime", articolato su un'azione diretta e sincera verso alcuni militanti, come NC26 (MC) ed NC57 (A(BG)), riservata e mendace nei confronti di altri appartenenti alla struttura politica palese: "Ad alcuni non possiamo nascondere la verità, anche se naturalmente staremo sul generico.

Ai membri dei circolo tuo e ai membri dei circoli che frequentano il CN (MC, A (BG)) dovrai parlare ad uno ad uno, a quattr'occhi, per evitare che gli incontri vengano confermati da più parti.

A questi dovrai dire che G è partito per lavorare per la CP. La partenza improvvisa e senza saluti è funzionale alla sicurezza.

G ha detto che si scusa con i compagni e chiede loro di scusano e di sostenerlo, favorendo l'instaurazione del clima migliore possibile sulla questione e fornendo all'esterno la versione che "G è andato a Zurigo per lavoro nello stesso ramo in cui operava prima. Era cosa in ballo da tempo, anche se ne parlava poco e malvolentieri. Era incerto, probabilmente. L'organizzazione ha approvato la partenza: anche là ci sono compagni e quindi continuerà l'attività politica.

Non dare per scontato che non tornerà ma rendere la cosa più normale possibile. Si tratta di un periodo di prova, se funziona si stabilirà. A chi chiede di poterlo contattare dire "non ho l'indirizzo e il telefono, ma appena lo sento gli farò sapere che lo cerchi ". Non entrare in dettagli. Imparare ad eludere le domande eccessive o inopportune";

- il "lavoro su quelli insicuri", basato sulla massima riservatezza e

copertura della realtà: "Ad altri dobbiamo dare spiegazioni di copertura. Cercheremo di capire insieme quali sono quelli che è meglio averli con noi come complici che contro di noi come allarmisti e tratteremo le cose di conseguenza";

- il trasferimento dei bagagli di Giuseppe CZEPPEL, attività che vede il diretto coinvolgimento di Manuela MAJ, indicata con le sole iniziali: "Sono già d'accordo con MM che consegnerai la valigia a lei.

Accordatevi senza usare il telefono, non dobbiamo fare più casino di quanto è già stato fatto. Cercate di concludere entro martedì. Per il resto del materiale siamo già a posto."

Al documento di LEVONI Enrico è annessa una lettera manoscritta a penna, a firma "Giuseppe", (Giuseppe CZEPPEL), datata 23 gennaio 2001, con la quale l'autore incarica NC11 di consegnare le due lettere allegate alla missiva manoscritta. Di seguito si ritiene opportuno riportare la trascrizione della lettera di Giuseppe CZEPPEL:

 

"23/gennaio/2000

Un abbraccio caro Dino e per non farti stare in panciolle, scusa il tono scherzoso, ti chiedo di consegnare al più presto le due lettere che ti mando. Grazie per le incombenze che ti appioppo, presto ti scriverò di come sto più estesamente. Per adesso ancora un caro ABBRACCIO e un bacione* Sulla bocca. Giuseppe" (NC11 - reperto nr. 26allegato nr. 23')

In una busta intestata "Hotel Manin Milano", veniva rinvenuta una lettera datata "Milano 28.01.2002". L'autore, identificabile con certezza in NC11 , comunicava a NC29 alcune precisazioni in merito al rapporto di organizzazione esistente tra NC11 e Giuseppe CZEPPEL ("il nostro Cz"): "io e solo io sono il tramite e quindi responsabile di un eventuale danno al nostro, quindi nessun altro all'infuori di me conosce le cose! Questo significa che nessuno può dirti "... ho parlato con lui e mi ha detto, che ...” “ho una lettera da consegnarti, quando ...”, o notizie di ogni genere. In tal caso ti prego riferiscimelo tempestivamente."

Al fine di eludere eventuali attività tecniche di intercettazione o dinamiche nei loro confronti, NC11 suggeriva: "Terza indicazione, norme preventive per evitare eventuali intercettazioni, i telefoni come le auto, le abitazioni e le sedi, miei come quelli dei compagni possono essere "sotto controllo ", se non è vero meglio, ma in ogni caso dobbiamo evitare distrazioni, è quindi opportuno, se vuoi comunicarmi qualcosa, scrivere all'indirizzo Bjane Sorensen un paio di righe (es. "... Bjane puoi aiutarmi, perché il computer, non va ...”, oppure ingegnarti tu qualcosa che mi faccia capire" ecc.) e lasciarle nella cassetta del Filorosso con un mittente farlocco, che puoi cambiare quando vuoi. Fatto questo puoi telefonarmi sul lavoro usando un telefono non abituale dicendomi quel che vuoi senza entrare nei particolari al resto penso io!. Quarta indicazione, per eventuali incontri è meglio trovarci in un Bar, o in un posto da te facilmente raggiungibile, pensaci con tranquillità e ogni volta possiamo vederne un altro." (CZEPPEL Giuseppe - reperto nr. 22/3 - allegato nr. 2)

 

Nella lettera del 18.02.2002, Giuseppe CZEPPEL, riferendosi a pregressa corrispondenza intrattenuta con la sorella NC29, ribadiva la necessità della propria scelta di vita ed invitava la sorella a rivolgersi a "Dino & company" ( NC11 n.d.r.), per procurarsi i testi per documentarsi. (CZFPPFL Giuseppe - reperto nr. 22/4 - allegato nr. 1)

 

La consapevolezza della clandestinità di Giuseppe CZEPPEL da parte dei propri familiari emergeva in alcuni appunti della sorella NC29, in cui la donna riferiva di aver appreso da Dino (n.d.r. NC11 ) la città dove si trovava Giuseppe CZEPPEL ed esprimeva la propria, piena approvazione per la scelta del fratello: "il lavoro tuo e dei compagni che sono con te è davvero una grande speranza e mi da l'occasione di ripeterti che sono fiera del mio fratellone" (CZEPPEL Giuseppe - reperto nr 22/4 - allegato 1)

 

In una lettera del 26 aprile 2002, Giuseppe CZEPPEL giustificava la propria riservatezza e cautela nella corrispondenza con la necessità di tutelare e salvaguardare il proprio lavoro ed i familiari: "[...] La discrezione è un modo per difendere la mia famigliola. In questa maniera, mantenendo la discrezione, ogni malintenzionato che volesse intralciare il mio lavoro da voi non potrebbe avere notizie utili per i suoi scopi e quindi in breve tempo egli sarebbe costretto a ritirarsi dai suoi intenti lasciandovi in pace." CZEPPEL conferma i suggerimenti forniti in precedenza, su come rispondere ad eventuali richieste di informazioni sul suo conto: "A tutti quelli che telefonano rispondi come ti ho indicato nelle lettere precedenti. Grazie per gli auguri che fai ai miei amici per il lavoro che stiamo conducendo, essi sono ammirati dal sostegno che mi dai, e ricambiano calorosamente i tuoi auguri e ti ammirano profondamente perché una persona come te ci da un appoggio incomparabile per continuare con serenità in nostro lavoro."

Le indicazioni originate da Giuseppe CZEPPEL erano oggetto di commento da parte della madre in un foglietto manoscritto, allegato alla lettera. Nel foglietto NC20 raccomandava alla figlia NC29: Bambina mia se qualcuno chiede di Giuseppe (mettiamoci d'accordo) di rispondere come ci ha scritto, cioè di dire che e andato all'estero a lavorare. Non diciamo a Zurigo come ha detto Dino (NC11 n.d.r.), è più giusto non nominare nessuna città, seguiamo il consiglio di Giuseppe x il suo bene. Se qualcuno chiede l'indirizzo rispondiamo che non ci serve perché ci telefona lui."

(CZEPPEL Giuseppe - reperto nr. 21 allegato nr. 3)

 

In un'altra lettera del 26 aprile 2002, indirizzata a "NC29, via C. Baroni 103, 20142 Milano" e spedita da Milano il successivo 7 ottobre 2002, Giuseppe CZEPPEL:

- accennava al suo rapporto epistolare intrattenuto con la mamma, ribadendo la necessità che sia assolutamente assicurata la riservatezza e segretezza delle comunicazioni;

- analizzava la situazione attuale affermando: "Il miglioramento delle nostre condizioni è legato al passaggio dalla difesa all'attacco, ovvero abbattere il sistema capitalista e instaurare il socialismo"

- invitava la sorella a frequentare il Centro di Documentazione Filorosso, anche perché è "un buon luogo per incontrare Daniele", indicato come "il nostro amico che ti aiuta nell'invio della corrispondenza", identificato in NC11;

- riferiva di aver regalato a NC11, alias Daniele, il proprio telefono cellulare: "Scusa se nelle lettere precedenti mi sono scordato di dirti che il mio telefono lo regalato a Daniele, mi sembra un piccolo ed utile regalo in riconoscenza dell'aiuto che in questo momento ci sta dando."

(CZEPPEL Giuseppe reperto nr. 22/2 -allegato - nr. 4)

 

In una successiva lettera dei 31.08.2002, Giuseppe CZEPPEL:

- si scusava per il ritardo nella corrispondenza dovuto "al sistema di sicurezza che adottiamo";

- riteneva che la lontananza e la nostalgia fossero sopportabili solo

attraverso "il lavoro tenace e intenso per la giusta causa della presa del potere della classe operaia attraverso la formazione del suo nuovo partito comunista";

- indicava in Daniele, alias di NC11 , l'elemento di

collegamento con l'organizzazione ("questioni extra corrispondenza"): "Grazie per il materiale che mi hai mandato, tuttavia mi aspettavo che arrivasse in un modo differente poiché Daniele doveva ritirarlo. La sicurezza ci impone di seguire alcuni metodi e quello di fare riferimento a Daniele per tutto quello che esce dall'insieme della corrispondenza è un'indicazione da seguire. Quindi ti invito a spiegarmi come sono andate le cose e ribadisco che per le questioni extra corrispondenza devi assolutamente riferirti a lui."

(CZEPPEL Giuseppe - reperto nr. 22/2 allegato nr. 4

 

All'interno dell'Hotel Manin di Milano, via Manin nr. 7, venivano rinvenute due lettere, entrambe indirizzate a "Daniele" alias di NC11 , la prima priva di data, dal titolo "[lettera mia per Daniele] ", la seconda, del 10 agosto 2002, dal titolo "[lettera di a Daniele]".

Nella prima lettera, originata verosimilmente da Giuseppe MAJ, l'autore sollecita NC11 ad aderire all'invito di collaborare con l'organizzazione clandestina, rimandando i dettagli all'incontro con la persona che ha provveduto alla consegna della lettera: "Ritengo che se comprendi l'importanza e l'urgenza della necessità in cui mi trovo, con l'aiuto del compagno latore della presente riuscirai a trovare una soluzione appropriata per ognuno degli ostacoli. Quanto agli aspetti organizzativi da risolvere per dare seguito al mio invito e ai rischi ad essi connessi, preoccupati solo di comprendere e di seguire bene tutte le istruzioni che lui ti darà. Abbiamo abbastanza esperienza per fare le cose come si conviene".

 

Alla luce del contenuto del precedente reperto nr. 26, lettera di Enrico LEVONI, è altamente probabile che il latore della lettera si identifichi proprio in LEVONI Enrico.

La prima lettera risulta essere stata scritta ed inviata tempo dopo la seconda lettera, come emerge dall'ultimo capoverso del primo testo: "Approfitto dell'occasione e ti unisco anche la lettera del tuo amico ("il gatto e la volpe"). L'ha scritta un po' di tempo fa come la data indica. Ma non avevo finora avuto un 'occasione adatta a inoltrarla. Un affettuoso abbraccio".

 

La seconda lettera, scritta da CZEPPEL Giuseppe, alias , durante la clandestinità, consiste in una proposta di lavoro di formazione dei compagni, all'interno del circolo, da svilupparsi su due distinte direttrici: "1. stabilire un ambito di discussione sulle questioni della vita sociale in modo da capire quale influenza ha la formazione politica sulle scelte e la visione del mondo dei collaboratori o membri del circolo; 2. conoscere le aspirazioni delle persone e regolare la nostra azione di formazione politica in conseguenza di esse".

(NC11 - reperto- nr. 25 - allegato nr. 51)

 

Nel mesi di settembre/ottobre 2002, NC11, subentrato ad NC62 alla guida del CARC Milano, cominciava a vivere un periodo di forte crisi personale che ne metteva in discussione la militanza all'interno dell'organizzazione.

 

In merito, elementi di estremo interesse sono contenuti in lettera del 10 ottobre 2002, priva di sigla ma riconducibile con certezza, per i contenuti espressi a Giuseppe MAJ. In particolare per il richiamo alla lettera "che vi ho inviato a proposito di NC88", facendo chiaramente riferimento alla lettera del 13 settembre 2002, a firma "Bepi MAJ", sequestrata ad NC62. (109) Dal testo emerge inoltre il dato relativo ad un periodo di tempo trascorso da Giuseppe MAI, nel 1998, prima di entrare in clandestinità, nell'abitazione di Falmenta (VB), località Crealla, via Piave nr. 1 di proprietà del NC11 ("Poi mi sono ricordato di Crealla, di come tu nel '98 senza che io ti chiamassi e ti chiedessi aiuto (benché ne avessi bisogno) mi hai aiutato a passare una delle più belle vacanze che ho mai avuto").

 

La critica di Giuseppe MAJ all'operato del segretario del CARC di Milano dimostra chiaramente il pieno coinvolgimento di NC11 nelle attività della struttura clandestina della CP: "Noi stiamo costruendo il pc come nerbo, nucleo dirigente e duro delle FSRS italiane e di tutte le organizzazioni della co (classe operaia) e delle mp (masse popolari) italiane e legato saldamente al mov. com. internazionale. Tu hai aderito a questo lavoro. Ma finora l'hai fatto aggregandoti come potevi al lavoro che noi stavamo facendo e hai adattato la tua vecchia vita (che ti eri costruito sulla base di tutt'altra coscienza e condizione) al nuovo lavoro modificandola il meno possibile, solo quei tanto che era indispensabile (occupazione del tuo tempo libero, ecc.). Ora ti devi porre, dall'alto della tua coscienza attuale, la questione di quale contributo oggi tu personalmente puoi e devi dare alla ricostruzione del pc, non stando come, sei, ma mobilitando qualitativamente al massimo te stesso."

L'autore, prendendo atto con apparente soddisfazione della situazione di crisi personale del militante, asseritamene funzionale ad una sua crescita e maturazione politica:

- esorta energicamente Dino NC11 a svolgere un lavoro di formazione comunista personale attraverso un costante confronto ed un approfondimento di testi; a tal proposito vengono allegati due articoli di Gramsci, rispettivamente "Il problema di Milano" del 21 febbraio 1924, e "Intervento al comitato centrale" di metà luglio 1924;

- gli impone di "cambiare vita", di lasciare il posto di lavoro all'Hotel Manin, non remunerativo da un punto di vista politico, versare nelle casse dell'organizzazione ("collettivizzare") la liquidazione per occuparsi "a tempo pieno della rivoluzione [...] Diventare rivoluzionari di professione. E il tuo caso. E l'organizzazione provvede a che abbiano da mangiare e quanto occorre per una vita modesta ma dignitosa. Così potrai occuparti professionalmente del nostro lavoro a Milano";

- gli ingiunge di vendere a breve la casa di Crealla ("Nell'immediato devi dare i soldi che puoi dare. In breve devi vendere Crealla perché non ha senso che tu tenga una casa di montagna mentre noi per la costruzione del pc abbiamo un bisogno disperato e immediato di soldi. La condizione 4 è anche questo") e, nello stesso tempo, acquistare un'abitazione in Milano.

Nella parte conclusiva, sicuramente di estremo interesse, Giuseppe MAJ si preoccupa degli aspetti legati alla riservatezza dell'organizzazione: "Vorrei che tu riflettessi seriamente su quello che ti ho scritto e sulle proposte che ti ho fatto e poi mi scrivessi con la necessaria discrezione cosa intendi fare: serviti dello stesso canale per cui arriva la presente. Questa mia dopo che l'hai letta quanto necessario, stracciala: non deve restare in giro e tanto meno finire in mani sbagliate."

(NC11 reperto nr. 24 - allegato nr. 61)

 

Nel dicembre 2002, NC11 riceveva un'ulteriore lettera di Giuseppe CZEPPEL. In particolare, in una busta indirizzata a "Dino NC11 v. Leonardo da Vinci 30 28082 Mergozzo (VB)", con annullo postale Milano Borromeo CMP del 4.01.2003, rinvenuta il 23 giugno 2003, nell'abitazione milanese di NC11 era contenuta una lettera datata 10 dicembre 2002, a firma "", alias di CZEPPEL Giuseppe, nella quale l'autore tracciava un bilancio nel complesso positivo, dell'esperienza di clandestinità che, stava vivendo da circa un anno ("Caro Dino, siamo a quasi un anno dal momento in cui ci siamo divisi."). Consapevole del difficile momento del NC11, il militante clandestino chiedeva notizie in merito alla situazione del comitato CARC di Milano: "Come già ti scrissi la mia semplice proposta era quella di scambiarci delle osservazioni ed eventualmente che io scrivessi delle lettere ai compagni del comitato. A che punto siamo? Chi avanza e chi arretra? Quali ti sembrano le cose concrete da fare? Ho sempre apprezzato nella tua personalità la scelta della concretezza piuttosto che l'irrisolutezza di progetti complicati e impraticabili. Per questo sono convinto che la mancanza di un nostro scambio di opinioni è il riflesso di quanto il lavoro ti impegna sul fronte del comitato."

CZEPPEL confermava da un lato la coincidenza progettuale del rapporto CARC/CP e, dall'altro, indirettamente ed inavvertitamente, il coinvolgimento della propria madre e della sorella nell'attività di sostegno agli appartenenti alla CP in clandestinità, attraverso il recapito della documentazione prodotta: "Nella mia attuale esperienza sto anche constatando che il cuore e la costruzione di una società che renda agli uomini il giusto ruolo, quella socialista, sono vicini. Come hanno dimostrato mia sorella e mia madre il cuore dei lavoratori è vicino al nostro lavoro."

(NC11 reperto nr. 5 - allegato nr. 25)

 

In realtà, la crisi di NC11 portava il militante ad una decisione irrevocabile che si concretizzava con l'uscita dalla Commissione Preparatoria.

L'allontanamento veniva comunicato da Giuseppe CZEPPEL alla sorella NC29, con una lettera del 09.04.2003. Nello stesso documento il militante clandestino anticipava la sostituzione di NC11 con NC26: "Purtroppo Daniele ha abbandonato il suo impegno politico per questioni familiari. [...] Prima o poi lui te ne parlerà e ti presenterà una compagna che però già conosci (chiamiamola Piera) che lo sostituirà nei rapporti."

(CZEPPEL Giuseppe - reperto nr. 22/1 - allegato nr. 5).

 

 

MAJ Manuela

Gli elementi raccolti consentono di collocare organicamente Manuela MAJ all'interno della Commissione Preparatoria, dove ricopre l'incarico di membro del Seminario.

Il dato emerge da un documento del 22.03.2003, sequestrato proprio a Manuela MAJ, redatto dal padre Giuseppe. Nella parte conclusiva della lettera, dedicata alla figlia e contenente consigli ed affettuose esortazioni riguardo agli impegni politica della donna, Giuseppe Maj afferma: "Tu attualmente nella realtà sei la persona più indisciplinata del S."(110) (MAJ Manuela- reperto nr. 6 (B1) vedasi allegato pr. 8).

 

Come già riferito, il Seminario è la struttura di vertice dell'organizzazione eversiva.

 

Nella "Risoluzione 2" delle "Risoluzioni del 3° Seminario", originate dalla Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (nuovo) Partito comunista italiano e rinvenute il 23 giugno 2003, nell'abitazione di Luigi MAI, sita in Parigi (F), rue Denfert Rochereau nr. 4, Saint Denis, viene sviluppata la "catena di comando" dell'organizzazione "che regola i rapporti esistenti tra le diverse istanze del Seminario, la CP e i circoli.(111)

Secondo quanto emerge dalla "Risoluzione 2 del 3° Seminario, dal titolo

"Sul sistema di direzione del Seminario", quest'ultimo:

- costituisce "1 'organismo dirigente di massimo livello di tutto il nostro lavoro per la ricostruzione del partito comunista";

- è composto da: una "Sezione Interna", composta dalla CP, che si avvale di un apparato e che ha il compito di direzione sui membri del Seminario nei periodi di intervallo tra le riunioni plenarie del Seminario - e sui Comitati di Partito (provvisori) che dirige con il metodo della linea di massa. La CP ha anche un diritto di veto sulle decisioni della "Sezione Esterna"; a loro volta i Comitati di Partito (Provvisori) dirigono l'attività dei circoli e di tutti gli organismi di cui fanno parte o su cui hanno un'influenza; una "Sezione Esterna",(112) composta dagli altri membri del Seminario, tra cui alcuni dirigenti dei "circoli"; la "Sezione Esterna" ha il compito di dirigere per mezzo della linea di massa l'attività dei circoli attraverso l'influenza dei membri del Seminario che fanno parte dei loro organismi dirigenti". L'attività di coordinamento e direzione svolta dai membri del Seminario verrebbe quindi indirizzata verso i Comitati di Partito (,provvisori) in prima istanza e, indirettamente, tramite questi ultimi, verso i circoli.

 

Il legame tra CP ed istanze di base trova conferma nel punto 7 della

"Risoluzione i del 3° Seminario - Sullo stile di lavoro dei membri del Seminario", il quale stabilisce che ogni dirigente deve "centralizzare alla CP piani e diari insieme con i rapporti" e nel successivo punto 8, allorquando viene fatto riferimento ad una vera e propria "catena di comando: Sezione Interna e Sezione Esterna, organismi e apparato, CdP e circoli".(113)

 

Nella "Risoluzione 3 del 3° Seminario - Sui Comitati di Partito (provvisori)" il Seminario dichiara di approvare e fare proprio piano in due punti per la costituzione del partito comunista proposto dalla CP e l'indicazione data dalla CP per la costituzione di Comitati di Partito (MAJ Luigi -reperto nr. B/17/1/b - vedasi allegato nr. 7)(114)

 

Nell'abitazione di Manuela MAJ venivano rinvenute altre due lettere riconducibili al padre Giuseppe.

Nella prima lettera, datata 6 dicembre 2002, Giuseppe MAJ, prendendo spunto da dubbi cd incertezze presumibilmente palesate dalla figlia e da altri militanti, riguardo al lavoro politico in atto, coglie l'occasione per sottolineare e ribadire i punti salienti dell'impianto programmatico dell'organizzazione. Consapevole delle difficoltà e dei limiti ("Il successo nostro come gruppo dirigente è certamente ancora molto limitato, praticamente nullo (cioè non abbiamo ancora acquisito una finzione dirigente nel nostro campo): sia perché la ricomposizione del nostro campo secondo un ordine e una gerarchia di battaglia è per sua natura lenta [...] perché noi siamo, anche tenendo conto che siamo pochi scarsamente capaci sul piano organizzativo (della divisione del lavoro, della definizione degli organismi in cui suddividere le nostre poche forze, della scelta e della formazione degli uomini) e in questo pesano anche, oltre alla mancanza di esperienza, le "complicazioni" psicologiche di cui sopra. Svolgiamo un'attività ancora decisamente inferiore alle potenzialità connesse alla nostra linea ed alla nostra concezione"), l'autore esorta la figlia e gli altri responsabili a fare meglio la propria parte, ad accumulare esperienza nella certezza di una maturazione ed una crescita futura, stigmatizzando la comune tendenza dei compagni a denigrare ed a "scaricare" la responsabilità sugli altri. La critica è rivolta principalmente a LEVONI Enrico e GIAFAGLIONE Lia ("mi riferisco ai due modenesi che sono tra i più insofferenti dell'attuale ristagno (e ciò è il loro lato positivo), ma anziché migliorare ognuno la propria opera si scagliano sugli altri: in forma aperta verso quelli di grado inferiore e in forma allusiva verso i "vecchi" (baffo [n.d.r. NC90 ], te, ecc.)", nei cui confronti Giuseppe MAJ, peraltro, esprime serie riserve sulla loro capacità di direzione ed ammaestramento politico. Per uscire dalla crisi che coinvolge i CARC, l'autore chiede uno sforzo individuale e coordinato dei dirigenti dei comitati ed un profondo lavoro di analisi delle problematiche proprie di ciascun comitato, indicando tre regole da seguire: un adeguamento del ritmo di lavoro, il sostenere solo posizioni politiche e ideologiche che si è in grado di argomentare e rendere "influenti" tra le masse: "Sulla clandestinità e sull'appoggio alla CP forse vi sbilanciate troppo nella propaganda. Dovete imparare a rispondere alle domande sviluppando la coscienza e il ragionamento di chi le pone e del pubblico che assiste, sulla base delle circostanze e dell'esperienza storica e del patrimonio de movimento comunista, non dando le risposte che la CP ha già dato per sé e che essa propaganda per raccogliere tutti quelli che sono oggi capaci di costituire Comitati di Partito e spingerli a farlo"); infine, lo svolgere un lavoro vero e proprio da partito, in concreto, il lavoro dei "Comitati di Partito": funzionamento, formazione e, soprattutto, orientamento del lavoro pubblico, in primo luogo delle FSRS e degli elementi avanzati ("direzione indiretta"), in secondo luogo delle masse.

In diversi punti del testo, l'autore, anche se indirettamente, fornisce particolari estremamente interessanti della natura della CP e dei Comitati di Partito. Ad esempio il rapporto sinergico esistente tra l'organizzazione clandestina ed il livello politico e palese rappresentato dai CARC e dal FP-rpc ("Alla ricostruzione di un vero partito comunista concorrono anzitutto quelli che stanno ricostruendolo (CP e CdP), in secondo luogo quelli che lavorano consapevolmente per creare le 4 condizioni della ricostruzione (i CARC e le altre FSRS del FP-rpc), in terzo luogo quelli che propagandano il comunismo e in un modo o nell'altro incitano le masse a lottare per il comunismo..."); la struttura gerarchica che la caratterizza ("Quando nella conversazione telefonica dicevo del rapporto tra voi capi e in particolare indicavo il rapporto tra te e gli altri compagni dirigenti (e no)..."); l'estrema compartimentazione ("Quanto alla vigilanza rivoluzionaria, le misure da mettere in opera sono varie, ma quella da introdurre sistematicamente da subito è la seguente. Ogni compagno deve rendere conto della sua vita (reddito, situazione familiare, tenore di vita, compagnie, impiego del suo tempo libero, ecc.) al suo dirigente immediato (non al suo "pari grado ", né ai compagni che egli dirige). Se un compagno ha dei dubbi sulla lealtà e correttezza di un compagno suo "pari grado" o di livello superiore al proprio o comunque relativi a un compagno che non è sottoposto alla sua direzione, deve esporre i suoi dubbi al dirigente di livello immediatamente superiore al compagno su cui ha dei dubbi [...] Con una misura di questo genere introdotta sistematicamente, credo che creeremo uno sbarramento notevole (non assoluto, ovviamente, ma notevole) a ogni infiltrazione, corruzione e ricatto e promuoveremo la formazione nelle nostre fila di un clima di fiducia reciproca e di sicurezza").

Infine, nel documento, in merito alla fondatezza della tesi della seconda crisi generale del capitalismo per sovrapproduzione assoluta di capitale, crisi del sistema ormai irreversibile che a parere dell'autore determinerà inevitabilmente un processo autodistruttivo che le classi subalterne devono solo agevolare, a fronte degli assenti "colpi portati dalla borghesia imperialista" contro le masse popolari, Giuseppe MAJ richiama quanto riportato a tal proposito nel "Martin Lutero", in contrapposizione a quanto sostenuto dagli NCC: "nel Martin Lutero ad es. si mette ben in luce l'infondatezza della tesi contraria sostenuta dai NCC." (MAI Manuela reperto nr. 9 (B4) vedasi allegato nr. 9).

 

Nella seconda lettera, datata 24 febbraio 2003, viene trasmesso del materiale editoriale, redatto dall'autore e destinato alla pubblicazione sulle riviste dell'organizzazione.

Nella lettera, inoltre, prendendo spunto da un'analisi di Giuseppe CZEPPEL ("") Giuseppe MAI chiedeva una valutazione della vicenda legata all'allontanamento dal comitato CARC di Milano di NC62: "Ti allego una lettera di per il CARC di MI, con un allegato che è il suo bilancio oggi dell'episodio A.M. (n.d.r. NC62). Passala al CARC perché leggano e discutano. Credo che farà bene al CARC, a te e anche a PSC che allora diresse l'operazione, credo senza riuscire a capire quale era il bandolo della matassa. […] Attendo tuo parere e il tuo rapporto sull'effetto che hanno sul CARC e su PSC (anche SRG e TRS sarebbe bene che conoscessero i due scritti di F. [...] L'unica cosa da tutelare nella cerchia esterna a quelli che ne sono già al corrente (PSC sa chi sono), è la notizia che l'autore sta attualmente facendo il lavoro che sta facendo). Nella lettera, infine, MAJ preannunciava l'invio di una propria riflessione sulla vicenda "... mentre per la mia riflessione e autocritica sull'argomento, mi occorrono alcune settimane."

 

Proprio questa successiva lettera di Giuseppe MAJ, datata 05.03.2003 e sequestrata nell'abitazione di Manuela MAJ, consentiva di identificare i militanti della CP indicati dall'autore con il nome di "" (o "F.") e la sigla PSC. In particolare, MAJ riferiva: "A proposito della vicenda di NC62, lo scritto di GCz [CZEPPEL Giuseppe n.d.r.] è molto pertinente e importante," rivelando, involontariamente, la vera identità di "" in quella di Giuseppe CZEPPEL. Inoltre, MAJ Giuseppe faceva cenno al ruolo ricoperto nella vicenda NC62 da VANGELI Pietro "PV ha ripetutamente posto il problema del contrasto che si andava creando tra il rapporto personale tra e GM [Giuseppe MAJ n.d.r.] e i rapporti di organizzazione. [...] Credo che PV non avesse compreso il contesto e il significato generale del problema particolare contro cui urtava: la resistenza di alla sua direzione e il malessere del Carc di MI." Tale contenuto, collegato a quanto scritto nella lettera del 24/02/2003 ("Passala [la lettera di "" n.d.r.] al Carc perché la leggano e discutano. Credo che farà bene al Carc, a te e anche a PSC che allora diresse l'operazione. Credo senza riuscire a capire quale era il bandolo della matassa"), fa ragionevolmente ritenere che il soggetto indicato con la sigla PSC si identifichi proprio nel Segretario dei CARC Pietro VANGELI.

 

L'ultimo capitolo della lettera di Giuseppe MAJ, datata 05.03.2003, dal titolo "Compiti di SRG nella SE del Seminario", fornisce ulteriori elementi di conferma circa l'attuale struttura composizione della C.P. , articolata su un "Seminario", una Struttura Esterna (SE) ed una Struttura Interna (SI).(115)

(MAJ Manuela - reperto nr. 10 (B5) vedasi allegato nr. 19)

 

In un'ultima lettera di Giuseppe MAJ alla figlia Manuela, datata 06.04.2003, l'autore alterna consigli ed insegnamenti politici, esprimendo il proprio pensiero sull'attuale impostazione del lavoro dell'organizzazione: “Non dobbiamo mai ridurre la formazione (costruzione) del partito alla modellazione degli individui. Si aprirebbe la strada all'arbitrio e alla fantasia soggettivisti. Può essere che il concentramento dell'attenzione sul lavoro organizzativo (finalmente!) e il contatto con MLPD (e il suo "modo di pensare"! portino alcuni a deviare verso il trattamento unilaterale del personale, cosa che ho già conosciuto nel PC(m-l)I (anni '70). Sarebbe una deviazione da combattere. L'organizzazione del partito da elemento di forza si trasformerebbe in una gabbia di costrizione da cui ogni compagno cercherebbe di sfuggire o con imbrogli e ipocrisia o andandosene."

Il documento, infine, oltre ad evidenziare il giudizio politico estremamente positivo del padre nei confronti della figlia ("Tu ricordati sempre che, nonostante i tuoi stati d'animo contraddittori e oscillanti, le tue paure e i tuoi vuoti, sei pur sempre quella tra tutti che padroneggia meglio l'insieme di analisi e linee che sono il contributo storico principale dei CARC alla nascita del movimento comunista"), conferma l'attuale e costante impegno di Giuseppe MAJ nell'attività dei CARC e nelle iniziative editoriali dei comitati, quali il foglio "Resistenza": "Vengo ore REOS. Tieni conto che non ho ancora letto REO4 e quindi può darsi che alcune cose che io suggerisco per REO5 ci siano già in REO4 e che alcune cose che avevo suggerito per REO4 non siano entrate nel foglio e quindi vadano riprese e semplicemente trasferite a REO5. Questo sta a te vederlo. Il materiale di RE l'ho messo in file a parte."

(MAJ Manuela - reperto nr. 8 (B3) vedasi allegato nr. 26).

 

Infine, anche per la posizione di Manuela MAJ risulta di estrema importanza il documento redatto da LEVONI Enrico, con il quale l'autore rivolgeva al NC11 .

La lettera di LEVONI Enrico è destinata a NC11 ed è originata dall'ingresso in clandestinità di Giuseppe CZEPPEL(116) e dalla conseguente richiesta di sostenere e collaborare alla scelta di entrare in clandestinità di Giuseppe CZEPPEL.

- Nell'ultima parte della lettera Enrico LEVONI prende in esame tre aspetti

- del lavoro da svolgere per la salvaguardia della clandestinità e compartimentazione dell'organizzazione:

- "il lavoro sui compagni sicuri e sulle persone intime", articolato su un'azione diretta e sincera verso alcuni militanti, come NC26 (MC) ed NC57 (A(BG)), riservata e mendace nei confronti di altri appartenenti alla struttura politica palese: "Ad alcuni non possiamo nascondere la verità, anche se naturalmente staremo sul generico.

Ai membri del circolo tuo e ai membri dei circoli che frequentano il CN (MC, A (BG)) dovrai parlare ad uno ad uno, a quattr'occhi, per evitare che gli incontri vengano confermati da più parti.

A questi dovrai dire che G è partito per lavorare per la CP. La partenza improvvisa e senza saluti è funzionale alla sicurezza.

 

G ha detto che si scusa con i compagni e chiede loro di scusarlo e di sostenerlo, favorendo l'instaurazione del clima migliore possibile sulla questione e fornendo all'esterno la versione che "G è andato a Zurigo per lavoro nello stesso ramo in cui operava prima. Era cosa in ballo da tempo, anche se ne parlava poco e malvolentieri. Era incerto, probabilmente. L'organizzazione ha approvato la partenza: anche là ci sono compagni e quindi continuerà l'attività politica.

Non dare per scontato che non tornerà ma rendere la cosa più normale possibile. Si tratta di un periodo di prova, se funziona si stabilirà. A chi chiede di poterlo contattare dire "non ho l'indirizzo e il telefono, ma appena lo sento gli farò sapere che lo cerchi ", “Non entrare in dettagli. Imparare ad eludere le domande eccessive o inopportune";

- il "lavoro su quelli insicuri", basato sulla massima riservatezza e

copertura della realtà: "Ad altri dobbiamo dare spiegazioni di copertura. Cercheremo di capire insieme quali sono quelli che è meglio averli con noi come complici che contro di noi come allarmisti e tratteremo le cose di conseguenza";

- il trasferimento dei bagagli di Giuseppe CZEPPEL, attività che vede il diretto coinvolgimento di Manuela MAJ, indicata con le sole iniziali: "Sono già d'accordo con MM che consegnerai la valigia a lei. Accordatevi senza usare il telefono, non dobbiamo fare più casino di quanto è già stato fatto. Cercate di concludere entro martedì. Per il resto del materiale siamo già a posto."

 


 

NOTE

 

67 Gli elementi a carico di Giuseppe CZEPPEL sono stati riferiti nel primo paragrafo della presente informativa.

 

68 NC62 fa riferimento alla lettera di Giuseppe MAJ, datata "Milano, 25.07.99" ed indirizzata a NC52 via degli Equi 8, 00185 Roma, sequestrata nella sua abitazione il 19 ottobre 1999. La lettera è diretta sia alla destinataria sia al marito NC51 . Nella missiva il MAJ Giuseppe esprime le proprie riserve sulla posizione assunta e sui comportamenti tenuti dalla coppia a seguito della fuoriuscita della minoranza della Segreteria Nazionale dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo e dei comitati delle rispettive strutture territoriali dall'organizzazione nazionale dei C.A.R.C. di Padova, Vicenza e Foggia.

In particolare l'estensore rileva come sia "distruttivo sul piano delle relazioni personali e sbagliato sul piano del metodo politico che abbiate come cancellato gli insegnamenti e il bilancio dei fatti di periodi così lunghi e intensi di relazione tra voi e me (in realtà i CARC) di fronte alle calunnie

portate da gente che conoscete da così poco tempo e così poco, per plausibili che fossero nella forma in cui vi sono state presentate e contraddittori i fatti [...] a vostra effettiva conoscenza. Reputo che, posti di fronte a calunnie, insinuazioni e fatti contraddittori, in nome dei fatti del passato e delle relazioni politiche esistenti tra voi e i CARC e tra AFAPP-PCE(r) e i CARC (io non ero che un esponente dei CARC) avreste dovuto entrambi, congiuntamente o separatamente, chiedere chiarimenti e spiegazioni alla Segreteria Nazionale dei CARC, prima di prendere una posizione ostile a noi e favorevole agli scissionisti che cercano di sabotare i passi da noi compiuti verso al ricostruzione del partito [...] (se il segretario nazionale non era raggiungibile, la Segreteria Nazionale lo era nella persona del suo vice - segretario).Credo che siate consapevoli che le vostre azioni non coinvolgono solo voi e le vostre relazioni personali Che voi andiate a Milano a tenere una relazione alla GIRP presso l'ASP e il C.Doc.Filorosso e poi, disprezzando l'ospitalità offertavi dai compagni del CARC, andiate a casa di Garabombo (ndr. si identifica 1i NC53 , leader della componente minoritaria staccatasi dai CARC), è offensivo oltre che politicamente sbagliato. Che andiate a parlare indifferentemente alla GIRP organizzata dall'ASP e alla iniziativa di Padova con cui gli scissionisti cercano di guadagnarsi e mantenere simpatie per meglio sabotare l'iniziativa dei CARC e della Commissione Preparatoria e meglio nascondere la loro rottura con la ricostruzione del pc, è prendere una posizione sbagliata nello scontro in atto tra le FSRS sulla ricostruzione del partito. Questo anche a prescindere dai comportamenti banditeschi, fatti di minacce, furti e vandalismi (furti di denaro, di documenti e di files sui computer del CN dei CARC, minacce profferite contro membri dei CARC [...] Proprio l'azione frazionista e antiCARC (contatti e propaganda) compiuta anche presso dì voi da persone che erano ancora membri dei CARC vi doveva mettere in allarme."

Il MAJ, inoltre, individua nella propaganda a favore delle "attività militanti" nel corso delle manifestazioni di massa e in generale della lotta contro l'aggressione USA-NATO alla Jugoslavia, il motivo della presa di posizione della coppia a favore della componente minoritaria. In merito l'autore illustra alcune proprie considerazioni, prima di ribadire la natura dei CARC, "laboratorio per la creazione delle quattro condizioni della ricostruzione del partito":

- in Italia le attività militanti e addirittura le "attività militari", seppur abbondanti, non sono mai state sufficienti per ricostruire il partito comunista, e non hanno arrecato danni alla borghesia: "hanno sempre portato alla sconfitta delle forze proletarie (alle "discontinuità" come dicono gli autori dell'attentato di Roma) e alla demonizzazione";

- nella fazione scissionista non esiste alcun legame tra il favore per le "attività militanti" e il sabotaggio del lavoro della Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del pc e del lavoro sul programma del pc. Le ragioni della decisione frazionista risalgono al

settembre 1998 quando la segreteria nazionale prese la decisione di respingere la proposta di "Garabombo" di autocandidarsi alla carica di vice segretario dei CARC;

- nella terza ed ultima considerazione, il MAJ chiede polemicamente alla coppia perché non sostenere, se la questione principale è quella del compimento di "attività militanti", le BR-PCC che il 20 maggio, con l'omicidio del prof. Massimo D'Antona, hanno mostrato di essere più radicali di Garabombo nella concezione della "priorità delle attività militanti".

La lettera del MAJ risulta di estrema importanza soprattutto per i riferimenti ed i riscontri espliciti alla realizzazione di strutture clandestine. Come teorizzato, il partito comunista viene costruito nella clandestinità e dalla clandestinità muove la sua azione; deve essere un partito strategicamente clandestino: " [...]reputo tutto sommato preferibile un colloqui a tre, visto anche che, data la clandestinità in cui da gennaio vivo e lavoro e che mi impedisce di avere rapporti diretti con voi, non sono in grado di distinguere i contributi individuali agli avvenimenti di cui parlerò [...]Non solo il corso generale delle cose lo comporta, ma i grossi passi avanti compiuti dalla crisi generale del capitalismo con il dispiegarsi della guerra imperialista in Europa rendono ancora più importante che tutte le forze comuniste e di "partito" collaborino e si sostengano nella lotta contro le forze ancora oggi preponderanti della borghesia che si riflettono nelle tendenze antipartito presenti tra le FSRS in tutta l'Europa. La recente costituzione della CP col passaggio di alcuni compagni in clandestinità renderebbe per noi preziosa l'effettiva collaborazione col FCE(r) sulla base dell'internazionalismo proletario. Lo scopo di questa mia franca spiegazione, per quanto mi riguarda è salvaguardare sia il "rapporto" sia la "collaborazione"."

Il riferimento al PCE(r), ala politica della formazione terroristica spagnola GRAFO, viene chiarita nel corso della lettera. NC51 risulta essere, infatti, un militante del PCE(r): 'Non è accettabile che , invitato a parlare ai compagni italiani dell'esperienza dei rivoluzionari prigionieri spagnoli e dell'attività e delle concezioni del suo partito, critichi pubblicamente i CARC per "non disponibilità all'autocritica". Questioni di opportunità consigliano che il membro di un partito estero non interferisca con critiche pubbliche ai CARC nello scontro tra FSRS italiane attorno alla ricostruzione del pc (niente ovviamente impediva ad di far invece presente le sue impressioni e critiche ai dirigenti dei CARC). [...] non deve farsene portavoce, per di più pubblicamente: compromette anche il suo partito."

I rapporti con il PCE(r) vengono ulteriormente approfonditi dal MAJ Giuseppe, traendo spunto da una lettera del partito comunista spagnolo diretta ai CARC e agli scissionisti nella quale viene riconosciuta pubblicamente la giustezza del lavoro svolto dalla Commissione Preparatoria e delle posizioni di "La Voce", contrapposti ai silenzi della componente minoritaria. Alle espressioni di gratitudine nei confronti del PCE(r), il MAJ contrappone le proprie riserve rilevando come il partito spagnolo ponga erroneamente sullo stesso piano "["sia da una parte che dall'altra"] i CARC ed il gruppo degli scissionisti antipartito e di banditi anarchici, dimenticando come negli anni passati i CARC si siano adoperati per sostenere le concezioni e l'attività del PCE(r) e diffonderle tra le

"FSRS e le masse popolari italiane [...] il PCE(r) conosce direttamente da anni le posizioni e l'attività dei CARC (che non mi risulta abbia consultato sull'opportunità e sulla natura dell'intervento che gli scissionisti avevano sollecitato); cosa conosce della banda Garabombo per elevarla alla dignità di suoi "compagni"?prego di far conoscere al suo partito queste critiche mie (come segretario nazionale dei CARC e membro della PC) alla lettera del suo partito."

 

69 In allegato, il reperto presenta le seguenti lettere indirizzate a varie redazioni estere, a sigla " M.":
Allegati NC62 via G. Murat 11 20159 Milano (Italia)
1. Comptoir Saint-Clement Casier Postal 60556
Montréal (Quebec) HIV3T8 (Canada)
Milano 15 mai 2002
Je voudrais recevoir le dernier numéro de la revue Socialisme Maintenant! Et connaître les conditions pour un abonnement annuel.
Salutations communistes.
 M.
2. El Diario Internacional BP 705
1000 Bruxelles (Belgio)
Milano, 15 mai 2002
Je voudrais recevoir le dernier numéro de El Diario Internacional et connaître les conditions pour un abonnement annuel
Salutations communistes.
 M. 3. A Word to Win
27 Old Gloucester Street
London WC1N3XX (Gran Bretagna) Milano,
May the 15, 2002
I would like to receive last issue of A World to Win (Englisb Edition and Spanish Edition) with the conditions for an annual subscription.
Best greetings
 M.
4. Brissand Poste Restante
Paris - Denfert Rochercau. 15 bis av. Du Gen. Leclerc
75014 Paris (France) Milano,
15 mai 2002
Je voudrais recevoir à mon adresse les numéros de Drapeau Rouge à partir du n. 8 (Nouvelle Série) et vos brochures. - Ebauche

guerre "anti-terroriste".
Veuillez me communiquer le mode de payement pour votre envoi et quelles sont les conditions pour un abonnement annuel à votre revue.
Salutations communistes.
 M.
5. Revolutionary Worker P 0. Box 3486 Merchandise Mart Chicago IL 60654 (USA)
Milano, Mai the 15th 2002
d'analyse de classes de la société francaise - Déclaration des partis M-L-M et du M.R.I. sur les événements du 11 septembre et sur la

I would like to receive some information about the new program of the R C P, in English or better in Spanish.
Best greetings
 M.
6. INEM rue de la Caserne 68
BE -1000 Bruxelles (Belgio)
Milano, 15 mai 2002
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Salutations communistes.
 M.”

 

70 Il mittente si identifica in NC16 , nata a Mammarie les Lys (Seine et Marne), residente a Bagneux (Hauts de Seine), rue Abraham Lincoln nr. 5, telefono 0146637589, tesoriere dell'associazione costituita nel 1993 "Les Amis de la République Populaire du Pèru en voie de formation" (A.R.P.P.), con sede in Villiers le Bei (Val d'Oise), piazza Paul Cézanne nr. 11, vicina all'organizzazione terroristica peruviana "Sendero Luminoso". Ha scritto su "Drapeau Rouge" bollettino del piccolo gruppo di matrice maoista "Organisation pour la Reconstruction du Parti comuniste de France" (O.R.P.C.F.), con recapito la casella postale 147, Parigi 14A, avenue General Leclere nr. 15. La O.R.P.C.F. , che raccoglie pochi militanti, si rifà al "Parti Comuniste des Ouvriers de France" (P.C.O.F.), organizzazione inattiva nata nel 1979 e da cui si è scissa nel 1995 sulla questione della lotta antimperialista.

 

71 L'opuscolo di cui parla Giuseppe MAJ viene indicato all'inizio della lettera: "[...l’opuscolo che il gruppo bordighista Rivoluzione comunista ha dedicato al tuo ex amico NC88", dove, verosimilmente, viene tracciato il percorso politico dello NC88 e di altri lavoratori avanzati all'interno del sindacato SULTA: "dall'opuscolo risulta chiaramente che a partire dal dalla fine del 1999 e una parte dei lavoratori aderenti al SULTA di Milano hanno maturato il superamento della pratica del sindacalismo alternativo. E proprio su temi che i CARC hanno più volte posto: i sindacati alternativi per i limiti ideologici con cui sono concepiti e diretti, per la mancanza di un legame organico con il lavoro di ricostruzione del pc, se si sviluppano oltre un livello elementare approdano inevitabilmente a posizioni simili a quelle dei sindacati di regime. Scrive infatti "lo scontro [con il SULTA] verteva su diverse questioni: sulla dei contratti di "merda" come prezzo necessario per esistere sindacalmente; sulla lotta risoluta contro l'introduzione della precarietà lavorativa nel trasporto aereo; sulla necessità di lottare concretamente contro le leggi antisciopero, sfidando e rifiutando praticamente (cioè scioperando) i divieti governativi, ministeriali, prefettizi; sull'urgenza di battersi contro l'attacco alle pensioni, denunciando il carattere meramente speculativo e degenerativo dei fondi pensione aziendali, ecc, ecc. Per concludere che "le lotte rivendicative, di qualunque natura e contenuto, devono essere espressione della lotta di classe, cioè le avanguardie di lotta devono trasportare e far crescere le lotte dal terreno economico e puramente difensivo al terreno politico, con contenuti progressivamente rivoluzionari"

 

72 "La necessità storica del partito comunista e cosa chiara a tutti i comunisti che, in quanto tali, hanno a cuore la rivoluzione proletaria, così come la teoria che deve sorreggere il partito della classe. Penso che non si possa accusare i compagni delle BR-PCC di sottovalutare questo compito o di non tenerlo presente, quando essi per primi, parecchi anni fa, hanno affermato la necessità della costruzione del partito; anzi si ricorderà che la loro strutturazione è stata fin dalla nascita "l'agire da partito anche se non si era ancora partito ". A volte si ha la sensazione che voi scopriate l'uovo di NC26, quando affermate cose basilari che però non significano nulla se non le si applica alla realtà concreta. Dove sarebbe l'antitesi tra la necessità del progetto politico alla cui definizione e costituzione tutti i comunisti devono concorrere e chi in questa momento opera come organizzazione proprio con lo scopo di arrivare al partito, ma concependo questo processo legato allo sviluppo dell'attività rivoluzionaria, per cui più si estende l'iniziativa comunista più si formeranno le avanguardie rivoluzionarie che saranno in grado di sostenere lo scontro con lo stato e quindi di giungere alla fondazione del partito che dovrà guidare la classe alla presa del potere. Si può criticare la dispersione delle forze, si può dire che non serve, per il momento, colpire un 'obiettivo di congiuntura, che sarebbe meglio che lo sforzo di tutti i compagni fosse indirizzato alla centralizzazione delle forze rivoluzionarie, che l'attacco alla B.I. sta portando alla classe, in questa fase (che passa anche attraverso l' "accordo neocorporativo"), richiede l'urgenza di giungere alla costituzione del partito comunista. La critica che voi muovete, mira solo a denigrare l'azione soggettiva comunista che nel passato ha significato molto per l'apporto innovativo alla teoria e alla pratica rivoluzionaria in Italia e in Europa, mettendo in difficoltà i progetti della borghesia imperialista e smascherando il ruolo da traditori dei vecchi partiti comunisti, nonché mettendo al centro dell'attività comunista il ruolo della L4, come unica strategia possibile nelle metropoli imperialiste."

 

73 "La nascita delle OCC, ed in particolare delle BR, non era finalizzata a sostenere le lotte rivendicative dei grossi movimenti di massa degli anni '70. le BR hanno voluto col loro agire rompere con una pratica dei gruppi extraparlamentare che cavalcando i mov. di massa, non sviluppando la questione pratico-concreta del potere politico, cioè di come la classe operaia deve organizzarsi per conquistare il potere politico, ed eliminare la borghesia in quanto classe dominante. Gli anni '70 hanno significato una crisi di crescita di grossi movimenti popolari e proletari, crisi proprio perché oltre le rivendicazioni immediate, economiche non si andava anche se settori numerosi della classe operaia e del proletariato chiedevano la rottura con quella impostazione e l'affermazione dell'autonomia di classe; il ruolo svolto dalle avanguardie rivoluzionarie è stato in quel periodo proprio quello di rompere con una concezione di far

politica superata nella coscienza di settori numerosi di classe: l'aver affermato tramite la "LA" l'importanza dell'autonomia del proletariato dal sistema politico della borghesia è stato uno dei meriti che le avanguardie Comuniste strutturandosi in organizzazioni hanno avuto."

 

74 "Il 22 Gennaio moriva in esilio in Francia Sergio Spazzali "PINO ".

Oltre un anno è passato da quella data che ha lasciato in noi compagni ed amici di Sergio, un vuoto umano e politico incolmabile.

Ma l'esperienza umana e politica che ci ha trasmesso continuano a vivere nella manifestazione in suo ricordo Febbraio a Milano, nel centro sociale che porta il suo nome, nel documento scritto dai comunisti all'estero che con lui hanno condiviso l'identità e il percorso politico.

Ma ancor più vive nelle grandi manifestazioni dell'autunno 94, nei tanti "NO" al Referendum sulle pensioni, nelle tante lotte di resistenza alla crisi capitalistica e nel ruolo centrale che in esse assume la classe operaia.

Per lui che non si è fatto irretire da tesi su presunte scomparse della centralità operaia nel conflitto di classe.

VIVE nelle nuove avanguardie di lotta cresciute nel corso di questo movimento, nel loro interrogarsi sul perché si lotta, come si fa a vincere, perché essere comunisti, senza risposte prestampate o definite una volta per tutte, ma in un percorso di crescita/critica/trasformazione.

VIVE nel dibattito tra i comunisti, con la chiarezza di un metodo e di principi di riferimento, ma senza dogmatiche certezze, approfondendo ed analizzando le contraddizioni, definendo i percorsi in uno stretto rapporto con le masse.

Abbiamo deciso di ripubblicare alcuni testi scritti da Sergio tra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90 e pubblicate sulla rivista "PER IL PARTITO. Questa scelta per noi è un modo ulteriore per far vivere Sergio, per far sì che le sue acquisizioni e le sue esperienze di rivoluzionario non vadano disperse.

- Un modo per contribuire all'avanzata del dibattito in corso tra i comunisti sulla questione del bilancio, del programma, del partito.

- Un modo per far crescere le avanguardie di lotta che oggi si interrogano sul come uscire dal capitalismo.

- Un modo concreto per continuare quel percorso umano e politico comune che ci ha visti insieme in tutti questi anni."

 

75 11 3 maggio 2001 il R.O.S. dava esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal

 Giudice per le Indagini Preliminari di Roma nei confronti di:

 NC67 , nato a Roma il 19.6.1959;

 - NC8, nata a Roma il 30.5.1968;

 - NC25, nata a Roma il 6.1.1968;

 - NC34 , nato a Livorno il 21.12.1966;

 - NC67 , nata a Roma il 12.2.1970;

 - NC72 , nato a Roma 1129.4.1968;

 - NC41, nato a Roma il 2.6.964;

 - NC84 , nato a Milano 1'8.3.1964,

 indagati per il delitto di cui all'art. 270 c.p. per avere, "agendo in concorso tra loro, promosso, costituito, organizzato e diretto un'associazione sovversiva agente sotto la denominazione di Iniziativa Comunista (...), tendente alla lotta armata per sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali dello Stato e ad entrare in rapporto (...) con la banda armata Brigate Rosse - Partito Comunista Combattente ".

 

76 Articolo dal titolo "In tema di programma comunista", pubblicato sulla rivista "Per il Partito", "Aprile 1989". L'autore, dopo aver analizzato il sistema capitalistico mondiale nella tradizionale ottica marxista - Leninista, sottolinea le possibili contraddizioni e gli sviluppi della lotta di classe anche nei regimi comunisti, citando a tal proposito situazioni ed evoluzioni economico soggettivistiche, quali la ex U.R.S.S. e la Cina, storicamente note o attuali, e pone in guardia contro i rischi di deviazioni che una non oculata selezione dei quadri può costituire per il partito comunista al potere.

Articolo dal titolo "Sul soggettivismo", pubblicato sulla rivista "Per il Partito", nr. 2 "Gennaio 1990". L'argomento è introdotto da una aperta critica all'impostazione delle B.R.-P.C.C. e del FRONTE ANTIMPERIALISTA COMBATTENTE. Sul primo aspetto viene stigmatizzato l'impostazione del rapporto avanguardia/masse, asseritamente rese "culturalmente alienate inconsapevoli del disastro cosmico a cui l'imperialismo sta conducendo l'umanità"; la soluzione è postulata con "un partito che coniughi azione dal basso ed azione dall'alto e che in quest'ultima incorpori in modo essenziale la l.a.".

Gli autori si pongono in una concezione politico filosofica di materialismo dialettico in simbiotica aderenza al pensiero di Marx-Engels.

Sul secondo, quello dell'internazionalismo, richiamandosi al pensiero di Lenin, auspicano "non un FRONTE di soggetti-organizzazioni che travalichi a priori le dimensioni nazionali, ma nella rifondazione dell'internazionale comunista, nella quale i Partiti, fondati sull'esperienza storica e nazionale della classe, trovino la loro comune strategia a livello internazionale".

Aspetto significativo è quello devoluto all'organizzazione del partito: questo deve assumere la forma marxista-Leninista rigidamente ortodossa "nel partito azione dall'alto ed azione dal baso sono distinte e ha un ruolo dirigente nei confronti del movimento delle

masse". Ne consegue che "il militante è come regola generale (tranne i latitanti) sia nell'organizzazione di massa che nelle strutture di partito ed agisce politicamente in entrambe".

 

77 Il documento, diffuso nel luglio 1998 in Milano, spedito per posta ordinaria da Torino, si articola su tre capitoli e ripercorre per grandi linee i temi già affrontati nell'ultimo opuscolo, redatto dalla Cellula nel giugno 1996.

Nel primo capitolo, dopo una disamina fortemente critica della situazione in cui versa il proletariato, segnata da una "generalizzata degradazione, della condizione sociale" a cui corrisponde una "inarrestabile concentrazione di capitale e di ricchezza" da parte della borghesia, gli estensori individuano nelle forze del capitale, negli economisti tecnocrati e nei partiti "socialdemocratici" a livello, europeo i principali nemici della classe operaia, nel nome della comune ideologia neo-liberista.

Per quanto riguarda l'Italia, viene sottolineato il ruolo anti-operaio della "fazione borghese dominante" e l'equilibrio politico che ne traduce gli obiettivi", esprimendo chiaramente una diretta responsabilità dell'attuale sistema di alleanze politiche laddove si individua il nemico prioritario "nell'attuale schieramento di governo". Significativo appare il riferimento a tematiche del dibattito politico più recente: è il caso, ad esempio, delle polemiche sorte intorno al problema della modifica dello stato sociale, in merito alle quali vengono riportato le posizioni di autorevoli rappresentanti della vita pubblica che evidenziano come "la socialdemocrazia riesce a mettere in pratica politiche contro lo stato sociale e per l'aumento dello sfruttamento proletario, molto più efficacemente e sistematicamente che non la destra classica (con ampio riconoscimento di agnelli per primo) ".

La puntuale attenzione verso gli argomenti di maggiore attualità politica è altresì confermata dalle considerazione sul rischio rappresentato, in Italia come in Europa, dai "movimenti populisti estremisti suscettibili di divenire il nucleo di una futura fascistizzazione".

Nei capitoli successivi il documento, nel, contesto di un'ampia disamina dei principali fronti di lotta operaia in Europa e nel mondo77, conclude che, nonostante l'impegno e la strenua difesa dei diritti operai, questi non possono essere sufficientemente tutelati attraverso la semplice lotta di resistenza.

E’ necessario pertanto "riprendere la strada dell'organizzazione armata" nella consapevolezza che "la soluzione distruttiva è l'unica vera soluzione per la borghesia" e che "l'ordine sociale è sempre più basato sui rapporti di forza e non sulla farsa parlamentare".

L'impegno dei rivoluzionari deve essere quello di "dimostrare alle masse la necessità e la possibilità dello sbocco rivoluzionario" e funzionale a tale scopo appare la costituzione di un "partito" organizzato su criteri di "unità, centralizzazione e organizzazione sulla base dell'unità politico-militare", articolato per portare "l'attacco alla classe dominante".

 

78 Il documento, diffuso nel luglio 1998 in Milano, spedito per posta ordinaria da Torino, è incentrato sul dibattito degli ultimi anni circa la necessità di superare la legislazione d'emergenza e di individuare una soluzione politica per i terroristi detenuti.

Gli estensori respingono categoricamente le ipotesi di amnistia e di indulto, ritenute tentativi di pacificazione sociale tatuati da uno "schieramento politico istituzionale trasversale" e da una sinistra politica "neoriformista" per sopire le tensione rivoluzionarie e consolidare il sistema democratico: quali protagonisti di tale campagna reazionaria vengono indicati non solo "i parlamentari rossi e verdi e i sindacalisti", ma anche i Centri Sociali del Nord Est e Rifondazione Comunista.

Secondo la Cellula, è fuorviante la propensione della sinistra antagonista a paragonare le proposto di amnistia e indulto in Italia, ritenute comunque controrivoluzionarie, alla campagna condotta nei Paesi baschi. in favore dei detenuti dell'ETA, considerata al contrario espressione di un totale sostegno dei popolo basco alla "lotta dei suoi prigionieri".

Contro ogni forma di "socialdemocrazia", l'unica strada percorribile è quindi il recupero dell'esperienza della lotta armata per abbattere "lo Stato capitalista e Imperialista", avviando "un percorso che porti ad una società comunista".

 

79 "Questo scritto viene reso pubblico a distanza di mesi, l'obiettivo prioritario era far conoscere ai membri dei Comitati clandestini quanto era avvenuto nella commissione Preparatoria del congresso di fondazione del (n) PC, per poi sviluppare una discussione interna all'O. Non ricevendo segnali di disponibilità al confronto e non sapendo se vi è stata una sorte di censura, non resta che procedere ad una diffusione più ampia."

 

80 Copia del comunicato "A proposito degli attentati del 10 aprile" veniva sequestrata anche a Luigi MAJ (Maj Luigi Reperto nr. 8/15/2 vedasi allegato Di seguito si riporta la trascrizione completa del reperto: Comunicato della CP, 11 aprile 01.

 A proposito degli attentati del 10 aprile

Che ogni lavoratore giudichi partendo dalla sua propria esperienza!

Gli avvenimenti confermano giorno dopo giorno sempre di più che il regime che domina e devasta l'Italia è il regime dei grandi gruppi imperialisti, della NATO, del Vaticano e della Mafia. I fatti di ogni giorno, da qualunque parte ci guardiamo, confermano che è letteralmente un regime di criminali e di assassini; che è il regime dei complotti e della vigliaccheria, il regime del dominio universale del denaro e dell'imbroglio elevato ad arte della lotta politica. Dal venerabile ministro Veronesi che come un magnaccia prostituisce la scienza agli interessi del Vaticano, alla tratta di donne e bambine, all'eliminazione di migliaia di aziende dei lavoratori autonomi, alla guerra contro i lavoratori e i pensionati, allo sfruttamento feroce dei lavoratori precari e immigrati. Non c'è nefandezza a cui un regime simile e i suoi esponenti e difensori non arrivino.

Con le prossime elezioni politiche ognuno dei due poli vorrebbe creare un governo più forte per fare meglio i suoi interessi e completare, a vantaggio di tutta la borghesia, l'eliminazione delle conquiste strappate dalle masse popolari. Proprio perché il programma antipopolare è lo stesso, per strapparsi voti i due poli devono ricorrere agli imbrogli e ai complotti. Da P.za Fontana nel '69 all'attentato al Manifesto dello scorso 22 dicembre, è chiaro che la banda laico-vaticano-mafiosa che governa l'Italia non ha alcun ritegno a ricorrere ad ogni genere di attentati. IL terrorismo, come i soldi, le truffe e le menzogne, sono armi che i suoi boss

impiegano normalmente e sistematicamente nella lotta politica per impadronirsi del potere e per rafforzare il controllo sulle masse popolari e impedire la ricostruzione del partito comunista.

E chiaro d'altra parte che questo regime suscita l'indignazione e l'odio di ogni persona onesta. In mancanza di un vero partito comunista che mobiliti, orienti e diriga tutte le forze attive delle masse popolari in una lotta efficace per eliminare questo immondo regime e instaurare il socialismo, l'indignazione può portare a disperare nella possibilità di mobilitare le masse popolari a condurre una politica rivoluzionaria e può far deviare in azioni individuali. Tutta la cultura del regime favorisce e incoraggia questa deviazione: la morte del comunismo è il suo luogo comune. La banda laico-vaticano-mafiosa gioca anche sulla disperazione che essa stessa genera. Essa usa ai suoi scopi sia gli attentati di regime sia gli attentati di persone che non hanno mai avuto o hanno perso ogni speranza che la classe operaia possa condurre una politica rivoluzionaria. L'attentato fascista del 22 dicembre al Manifesto lo ha chiaramente dimostrato: se l'attentatore non fosse rimasto preso nella sua stessa trappola, l'attentato sarebbe stato addebitato "agli anarchici", come P.za Fontana. L'intimidazione e la confusione sono le due armi su cui tutti i gruppi borghesi giocano per impedire la ricostruzione del partito comunista e la rinascita della politica rivoluzionaria delle masse popolari. Vi ricorrono perché in una certa misura sono armi efficaci.

Possiamo neutralizzare queste armi? Certo che sì. L'esperienza e la riflessione permettono a ogni comunista e a ogni lavoratore di farsi un'opinione sicura su quello che sta succedendo, sottraendosi alle campagne di intossicazione e di diversione montate dal regime. Questo regime ha fatto dell'attentato un'arma di lotta politica. Quindi non è importante chi l'ha fatto, ma che effetto ha sullo scontro politico. Questo ogni lavoratore lo può valutare. Gli attentati servono alla causa dei lavoratori?

Oggi la questione chiave della lotta politica per i lavoratori è la ricostruzione di un vero partito comunista. Questo è il passo decisivo e indispensabile non solo per mettere fine a questo regime e instaurare il socialismo, ma anche per sviluppare su larga scala una difesa efficace delle residue conquiste dei lavoratori. È il compito principale di ogni lavoratore avanzato. Che ogni lavoratore avanzato e ogni comunista misuri allora gli effetti che gli attentati hanno sul suo lavoro a favore della mobilitazione dei suoi compagni di lavoro contro i capitalisti e a favore della ricostruzione di un vero partito comunista. Se il risultato principale degli attentati fosse quello di aiutare gli operai avanzati a unirsi e costituire un vero partito comunista, di favorire l'aggregazione dei lavoratori attorno agli operai avanzati, di infondere negli operai e nei lavoratori maggiore fiducia nelle proprie forze, noi comunisti saremmo a favore degli attentati e li promuoveremmo. Per assurdo, anche gli attentati compiuti, con altri obiettivi, dalla polizia e dai suoi aiutanti e addebitati ai comunisti, ci sarebbero utili. In definitiva contribuirebbero a muovere le cose nella giusta direzione per porre fine all'attuale insopportabile regime. Ma allora il regime si guarderebbe dal promuovere attentati.

La strategia della tensione è ancora in atto. Nella campagna elettorale in corso è probabile che le forze del regime vi ricorreranno. Sistematicamente ognuno dei due poli cercherà di trarre da ogni attentato, chiunque ne sia l'autore, il proprio vantaggio e di danneggiare la ricostruzione del partito comunista. La CP chiama invece tutti i comunisti e tutti i lavoratori avanzati a valutare gli avvenimenti partendo dalla propria esperienza, a denunciare le responsabilità del regime per lo stato di precarietà e di insicurezza in cui le masse popolari sono costrette a vivere e a fare ogni sforzo per approfittare anche delle elezioni politiche per raccogliere forze e risorse per la ricostruzione del partito comunista e per creare tra le masse popolari un terreno più favorevole alla ricostruzione del partito.

W il (nuovo) Partito comunista italiano!

 

81 Telefonata nr. 702 delle ore 15.10, del 11/08/2001, in entrata sull'utenza 3393124538, in uso a CANCELLO Giovanni Battista.

C: [...] ti dico in breve che [n.d.r. di NC35 ] è stato radiato dall'organizzazione sta qua sta in giro

D: perché?

C: eh, eh poi ti dico i motivi, so solo che a me è stata data l'indicazione che se mi contatta non devo avvicinarlo perché lo ritengono un provocatore.

D: va bene ok

C: la settimana prossima posso riavere la VOCE?

D: giovedì però... quindi Eddy [n.d.r. di NC35 ] è tornato qua poi ci aggiorniamo

da vicino [...].

 

82 Nell'abitazione di Giuseppe MAJ, in Villejuif/Val sur Marne, rue Anatole France nr. 52, veniva rinvenuta una cartella "Force 8 bleu", classificata con l'annotazione manoscritta "SEMINARIO", due classificatori denominati rispettivamente "PSC1" e "PSC2", nonché copertine di colore giallo, classificate con le annotazioni "3BG", "4MO ", "FI", "MASSA ", "VL4REGGIO ", "ROMA», "NA ", "L4 VA V',, "1. TO 'Ç 2.MI", "SRG ", "RTL" E " ".

 

83 "Risoluzione 2 del 3° Seminario

 Sul sistema di direzione del Seminario

Perseguendo l'obiettivo di compiere ulteriori passi nell'avanzamento del processo di ricostruzione del partito comunista, il Seminario decide di adottare uno stile di lavoro meglio adeguato al ruolo che di fatto oggi svolge la CP e al movimento che la lotta per la ricostruzione assume nella situazione concreta. Tale lotta esige anche che siano compiuti ulteriori passi per superare lo stile artiGIANale che ancora caratterizza l'attività del Seminario e dei suoi membri A questo scopo è necessario definire più chiaramente la "catena di comando" che regola i rapporti esistenti tra le diverse istanze del Seminario, la CP e i circoli.

L'adozione di questo nuovo stile di lavoro è corrispondente anche alla necessità di sperimentare e mettere in campo rapporti sempre più corrispondenti allo stile di lavoro del futuro partito.

- Il Seminario pertanto decide che:

- Il Seminario è l'organismo dirigente di massimo livello di tutto il nostro lavoro per la rpc.

- Il Seminario è composto da una Sezione Interna e una Sezione Esterna.

- La Sezione Interna è composta dalla CP. Essa si avvale di un apparato che essa dirige e di una sua rete di collaboratori.

- Data la posizione ed il ruolo strategico svolto dalla CP nel processo di ricostruzione del partito comunista e data la necessità di disporre di un organismo in grado di assumere tempestivamente una giusta posizione sulle questioni fondamentali di questo processo, la Sezione Interna, ovvero la CP, nell'intervallo tra le riunioni plenarie del Seminario, dirige i membri del Seminario e ha diritto di veto sulle decisione della Sezione Esterna in merito a questioni generali, nel rispetto delle direttive generali e delle risoluzioni approvate dal Seminario stesso.

- La CP dirige coi metodo della linea di massa (è una direzione di orientamento e convinzione, di fatto ma non gerarchica) i Comitati di Partito (provvisori)

• La Sezione Esterna dirige per mezzo della linea di massa l'attività dei circoli attraverso l'influenza dei membri del Seminario che fanno parte dei loro organismi dirigenti. Pertanto i membri della Sezione Esterna del Seminario che fanno parte degli organismi dirigenti dei circoli devono applicare le decisione del Seminario stesso e della CP e lavorare con entusiasmo, creatività e disciplina affinché gli organismi dirigenti dei circoli assumano un orientamento il più possibile corrispondente all'orientamento deciso dal Seminario e dalla CP.

- i membri dei Comitati di Partito (provvisori) dirigono con il metodo della linea di massa l'attività dei circoli e di tutti gli organismi di cui fanno parte o su cui hanno un'influenza.

 

84 Sempre a Luigi MAJ (reperto B/17/4) veniva sequestrato un documento datato 20.04.2001, dal titolo "La questione del PCE(r) - Promemoria per sez. Esterna". Il testo che verrà approfondito in seguito, presenta alcune correzioni, sintattico-stilistiche e non di sostanza, fatte a penna e costituisce una bozza diretta alla Sezione Esterna dell'organizzazione, dell'articolo del maggio 2001, dal titolo "La questione del PCE(r). Articolo di Umberto C. (membro della redazione di La voce del (nuovo) Partito comunista italiano)", a firma, appunto, "Umberto C.", pseudonimo di Giuseppe MAJ, pubblicato come supplemento a 'la Voce".

 

85 "Risoluzione 1 del 3° Seminario.

Sullo stile di lavoro dei membri del Seminario.

Bisogna che i membri dei Seminario facciano un salto avanti nello stile di lavoro e di direzione.

Correggere il proprio stile di lavoro adeguandolo ai seguenti dieci punti.

1. Tradurre ogni nuova acquisizione teorica (che compare su foglio, rivista, fascicolo, circolare o in riunioni) in: cosa significa e cosa comporta nel mio campo di lavoro? E' una verifica dell'acquisizione, uno strumento di lotta contro l'idealismo. Combattere la tendenza a fare buona teoria e a non usarla, a dimenticarla; a lanciare idee e parole d'ordine e poi lasciarle cadere,a non tirare dalle posizioni teoriche le conseguenze pratiche, adeguate alle situazione concrete.

2. Migliorare i bilanci qualitativi. Non basta dire "ci sono divergenze"; bisogna indicare nella forma più precisa di cui si è capaci in cosa consistono le divergenze. Non basta dire "se partivamo prima saremmo riusciti a raccogliere le firme necessarie per presentare le liste "; bisogna indicare perché non siamo partiti prima, perché non si sono presi permessi, ferie, aspettative per fare il lavoro, perché non si sono adottate forme creative di propaganda, ecc. Non basta dire "hanno fatto alcune critiche"; occorre indicare chiaramente quali critiche, come si è reagito, ecc. Non basta dire "si è verificato questo e quello"; occorre anche chiedersi il perché ed esporlo. Non basta dire "bisogna fare questo o quello che finora non si è fatto"; occorre indicare anche quali iniziative si intende prendere perché quello che finora non è stato fatto venga fatto. Chi stende un rapporto deve dare a chi riceve il rapporto gli elementi per poter intervenire a sua volta.

3. Combinare i bilanci quantitativi ai bilanci qualitativi. Ad ogni avvenimento sono associati aspetti quantitativi che indicano il grado di sviluppo dell'avvenimento (ad una diffusione è associato il numero delle copie, a un'assemblea il n.° dei presenti e il ricavato delle vendite, ad un banchetto il n.° dei volantini e l'entità delle sottoscrizione, ecc.). Nei resoconti, rapporti, diari, ecc. dare sempre anche i dati quantitativi e nell'elaborazione valutare anche le variazione quantitative. Non fare bilanci generici.

4. Nella divisione del lavoro, i compiti non delegati ad altri (e comunque di fatto non assunti da altri) sono di competenza del

segretario. Egli li svolge dando ad ognuno di essi l'estensione e lo sviluppo che la forze disponibili e le circostanze gli consentono. Chi dirige deve educare e formare ogni compagno a svolgere i compiti assegnati. Se non vi è ancora un responsabile all'altezza del compito, dare meno autonomia al responsabile e seguirlo da vicino. Fare un piano di formazione dei responsabile, seguire da vicino il suo lavoro e verificare l'evoluzione e le capacità. Revocare gli incarichi e cambiare la divisione dei compiti se non si riesce a farla funzionare. Assumere direttamente l'incarico e nominare un vice che si cerca di formare perché diventi il responsabile.

5. Evitare assolutamente l'esistenza di organismi che di fatto non riusciamo a far funzionare e di incarichi che di fatto non vengono esercitati Creano un clima malsano e alimentano l'abitudine alla irresponsabilità. Rettificare la precedente direttiva di nominare il responsabile di un attività o di un settore anche se l'attività non veniva svolta e il settore non veniva creato, come spinta a sviluppare la cosa nel futuro.

6. Ogni dirigente deve formulare per iscritto valutazione, ipotesi e piani di sviluppo ragionati per ogni organismo, situazione e compagno che dirige, in base alla conoscenza del compagno e della situazione. Verificare la realizzazione, adattare e modificare se necessario. Fare piani di intervento su FSRS, su aziende, su collaboratori, su dirigent4 ecc. definendo sempre i responsabili dell'attuazione e assegnando dei tempi, anche se in via ipotetica.

7. Ogni dirigente deve periodicamente elaborare, sulla base degli obiettivi indicati e delle linee tracciate dall'organizzazione, un piano di lavoro a lungo termine per se stesso, tradurlo in un calendario di sue iniziative, con priorità e scadenze, elaborare piani settimanali delle sue attività, verificare l'adempimento e compilare un diario con note di valutazione quantitativa e qualitativa in forma a lui comprensibile (contro lo spontaneismo e il pressappochismo). Centralizzare alla CP piani e diari insieme con i rapporti.

8. La nostra "catena di comando": Sezione Interna e Sezione Esterna, organismi e apparato, CdP e circoli. Su questo punto si rimanda alla Risoluzione 2 del .3 Seminario.

9. Non accettare passivamente e silenziosamente direttive che non si eseguono, non si possono eseguire, sembrano sbagliate. Far

presente le obiezioni, presentare l'esperienza, i casi concreti. Non confondere disciplina con accettazione passiva (es. comitati dei FP-rpc o organismi aderenti al FP-rpc).

10. Distinguere strategia e tattica (y. Opere di Stalin, vol. 5 pag. 213). Spesso definiamo una strategia, ma poi non definiamo operazione tattiche per realizzarla (es. denuncia della

controrivoluzione nei particolari, "Incursione" nelle FSRS per identificare e mobilitare la sinistra, ecc.), oppure trattiamo le operazione tattiche con i criteri della strategia (la strategia ha tempi più lunghi, fa assegnamento sulla evoluzione della situazione e sullo sviluppo delle contraddizione, sul fattore "oggettivo"; mentre la tattica si basa sulle circostanze atrual4 sulle forze già in campo oggi, sulla tempestività nell'azione, sul concentramento di forze per un breve periodo nel punto giusto, su un ruolo più importante del fattore soggettivo, ecc.).

 

86 "Risoluzione 3 del 3° Seminario

 Sui Comitati di Partito (provvisori)

Il S. approva e fa suoi il piano in due punti per la costituzione del partito comunista proposto dalla CP (VO n. 6 pag. 11) e l'indicazione data dalla CP per la costituzione di Comitati di Partito (provvisori) clandestino (VO n. 1 pag. 9).

Il S. approva e fa sue le indicazione sull'attività che i CdP devono svolgere e le motivazione di esse esposte nell'articolo I comitati di partito della compagna Tonta N. (VO n. 8 pag. 13-16).

Il S. inoltre dà ad ogni CdP interno a un organismo legale o collegato in qualche modo ad esso l'indicazione di dirigerlo in modo che la sua attività sia il più possibile proficua ai fini della ricostruzione dei partito comunista.

Il CdP interno ad un organismo legale o ad esso collegato deve 1. dirigere l'organismo con il metodo della linea di massa (raccogliere l'esperienza e gli stati d'animo, elaborare, portare orientamento e convincere) e 2. condurre nello stesso tempo anche un suo lavoro diretto verso le masse popolari, per rendere visibile il partito (propaganda, creazione di rette di collaboratori, reclutamento). E' sbagliato far passare tutto il lavoro di partito attraverso un organismo legale (L sarebbe ridurre il lavoro di partito a quello che l'organismo legale può fare e fa, 2. sarebbe pericoloso per la sopravvivenza dell'organismo legale), ma è sbagliato anche considerare il lavoro di direzione dell'organismo legale (e quindi il lavoro dell'organismo legale) come non facente parte del lavoro dei partito. Anche nel nostro caso è valido quello che Lenin diceva per il POSDR nel 1912: il partito comunista è costituito dalle sue organizzazioni clandestine, ma ognuna di queste deve crearsi dei "punti di appoggio per il lavoro tra le masse" sotto forma di una rete più possibile estesa e articolata di svariate associazioni legali (Opere, vol. 18 pag. 372).

Concepire e condurre in questo modo l'attività dei CdP permetterà al CdP di crescere, li compagno che dà 80 per il lavoro di organismi legali non è scontento perché dà solo il 20 per il lavoro diretto del CdP, perché in realtà dà 100 per il partito. La divisione del suo impegno tra 80 agli organismi legali e 20 al lavoro autonomo del Cd, non è una sua decisione individuale, una concessione spontanea al suo legalitarismo, ma una decisione meditata e chiara dei CdP L'attività dei compagni dei CdP negli organismi legali è parte della loro attività per il CdP. Quindi ogni CdP deve riunirsi anche per decidere dell'attività di direzione sugli organismi legali, deve preoccuparsi che gli organismi legali lavorino efficacemente per la rpc, deve distribuire l'attività di ogni membro del CdP tra i vari lavori che il CdP compie.

Ogni membro del S. è vincolato ad applicare questa Risoluzione e a farla applicare dai CdP che egli può in qualche maniera influenzare."

 

87 L'ultimo capitolo, dal titolo "Compiti di SRG nella SE del Seminario", della lettera di Giuseppe MAJ, datata 05/03/2003, fornisce ulteriori elementi di conferma circa l'attuale struttura e composizione della C.P. , articolata su un "Seminario", una Struttura Esterna (SE) ed una Struttura Interna (SI): "Questa risoluzione mira a organizzare il lavoro del seminario e rafforzare il suo funzionamento collettivo. La SE si riunisce con l'obiettivo particolare di sfruttare ai fini del lavoro del Seminario la conoscenza diretta acquistata dai suoi membri sul terreno e di rafforzare il funzionamento del Seminario.

Tema normale di riunione della SE:

 1. Le decisione adottate dalla plenaria: stiamo applicandole? Con quali risultati? Quali problemi emergono?

 2. Bilancio dei risultati (nei circoli, nelle FSRS, sui lavoratori avanzati, all'estero) del lavoro di propaganda (fascicolo e comunicati) svolto dalla CP e proposte.

 La SE nelle riunioni non tratta del lavoro dei fiduciari (è oggetto di compartimentazione). Di norma la SE fa una riunione intermedia tra le due plenarie. E compito di SRG indire le riunioni della SE, fissare odg {n.d.r. ordine del giorno], presiedere le riunioni e stendere i relativi rapporto PSC tiene logisticamente i collegamenti SI/SE e cura la logistica delle riunioni della SE. La CP informerà anche SRG delle indicazione date direttamente agli altri membri della SE, nella misura compatibile con la compartimentazione, ma tenendo conto della necessità che SRG abbia una visione complessiva del lavoro in corso (sia per svolgere il suo ruolo nella SE sia per svolgere il suo ruolo nei circoli).

I membri della SE che ricevono direttive dalla CP devono farle valere presso gli altri membri della SE come direttive ricevute dalla CP (a cui tutti sono vincolati stante le decisione prese dal Seminario). Le eventuali obiezioni a queste direttive vanno dirette alla CP (es. manuale della propaganda - metodo). Solo la CP e il Seminario possono revocare direttive della CP.

Funzionamento collettivo per i membri del Seminario vuoi dire seguire la struttura di direzione definita, rafforzarla tenendo conto dei "prezzi" che paghiamo alla nostra particolare condizione (clan). Intensificare nella misura del possibile il sistema di discussione e consultazione via codec il cui canale è stato messo a punto, preparare con cura le riunioni plenarie e le riunioni della SE.

Ogni membro della SE deve dare il ritmo necessario alla sua corrispondenza con la CP via codec. PSC ha tra i suoi compiti istituzionali la raccolta e l'inoltro dei messaggi tra la CP e SE quando non sono diretti (RTL) e la cura della sicurezza del codec."

Dal documento emergeva, infine, un'altra articolazione dell'organizzazione clandestina: il "Collettivo dei Tre", con compiti di miglioramento del lavoro collettivo del Seminario: "Per rafforzare il funzionamento collettivo del Seminario, i tre membri della SE che lavorano nella stessa città costituiscono il "Collettivo dei tre". Obiettivo: approfittare della maggior facilità di riunirsi per rafforzare carattere collettivo del funzionamento del seminario. Oggetto dell'attività: 1. elaborare rapporto su ogni numero di VO e 2. fare bilancio (più assiduo di quello della SE) dei risultati dell'azione di propaganda (fascicolo e comunicati) svolto dalla VO e fare proposte. SRG promuove formazione del Collettivo e ne dirige il funzionamento.

I funzionari che lavorano per i circoli dipendono dalla CP per quanto concerne la loro assunzione, il loro eventuale ritorno in produzione, il livello della loro rimunerazione, il settore di lavoro a cui sono destinati. Essi dipendono direttamente dalla normale struttura dirigente dei circoli per quanto concerne il lavoro che svolgono per i circoli (piani di lavoro, calendari, diari, rapporti di attività), la loro direzione ideologica, la formazione e la valutazione del loro lavoro. Ciò a meno che siano incaricati di svolgere dei lavori direttamente per la CP. Sta a SRG relazionale regolarmente la CP sul lavoro che essi svolgono nei circoli (allegando il

materiale necessario) e dare la sua valutazione su ognuno di essi.

In via sperimentale, SRG deve stendere periodicamente un rapporto alla CP sullo stato dei circoli e sulle condizioni e prospettive del loro lavoro. Scopo: alzare il livello della direzione di SRG nei circoli e rendere più collettivo il lavoro del Seminario. La periodicità di questi rapporti è da definirsi. In via sperimentale si assume un rapporto ogni 4 mesi (un rapporto ogni due riunioni dell'organo dirigente dei circoli sul cui lavoro avrà presumibilmente un effetto benefico) (MAI Manuela Reperto nr 10 (B5) vedasi allegato nr. 10).

 

88 Documento presente nel supporto magnetico di cui al Reperto nr. 7. A seguito di analisi da parte della Sezione Telematica del Ra.CIS il floppy disk è risultato contenere un unico file doc. chiamato "File EG.Doc" ed altri documenti recuperati. Quest'ultimi, ad eccezione di quello indicato "2)1/Unaallocated Dusters", che è la copia del file EG.Doc, per il loro contenuto, si ritengono di pertinenza di NC78 e sono relativi alla sua attività di lavoro.

 

89 Nell'articolo, a firma Nicola P., l'autore prende in esame la situazione internazionale dopo gli eventi dell'11/09/2001, ritenendoli conseguenza della politica imperialista americana che avrebbe sostenuto, in un primo tempo, in funzione anticomunista, il fondamentalismo islamico, divenuto poi, da strumento della politica imperialista, avversario dei gruppi imperialisti ed anche portavoce dei popoli oppressi. L'autore del contributo, pur non rifuggendo da astrattezze e schematismo concettuali propri della sinistra rivoluzionaria, là dove afferma che "gruppi o organizzazioni imperialisti americani o la loro appendice sionista" possano avere qualche responsabilità quali "promotori, istigator4 organizzatori o almeno favoreggiamento degli attentati" poiché si sarebbero inseriti nei movimento di ribellione all'imperialismo che si sviluppa nei Paesi oppressi, individua il lato debole del movimento antimperialista nel carattere reazionario dei suoi capi e delle sue teorie, in quanto gli islamici ed i dirigenti delle "masse popolari in rivolta" nei Paesi a forte connotazione islamica, per loro natura, non sarebbero in grado di guidare le masse popolari ad una trasformazione dei rapporti sociali nei quali vivono. Secondo l'impostazione del contributo, il movimento antimperialista troverebbe origine nelle condizioni pratiche di vita che i gruppi imperialisti "spinti dalla loro crisi di sovrapproduzione assoluta di capitale, hanno creato e ogni giorno creano nel mondo", ma, a causa della debolezza attuale del movimento comunista internazionale, non avrebbe avuto la possibilità di canalizzarsi altro che in forme in cui è prevalente il substrato radicale. In tale situazione viene auspicata la rinascita del movimento comunista internazionale che potrà farsi reale interprete del movimento antimperialista, attraverso la formazione di nuovi partiti comunisti basati sul marxismo-Leninismo-maoismo e la combinazione, nei Paesi, imperialisti, delle lotte che tutte le classi popolari conducono contro la borghesia imperialista, per un nuovo superiore allineamento con la lotta degli operai contro i capitalisti, in unica lotta per introdurre il socialismo. Viene qui introdotto il valore del maoismo che,

in successivo intervento di questo numero de La Voce, sarà recepito nella "ottava discriminante". L'intervento vuole proporre, attraverso schematici e consunti strumenti di interpretazione, analisi delle motivazione all'origine del movimento islamico dal quale sono nati gli attacchi antiamericani, giungendo a sostenere la necessità, conclusione obbligata e scontata, assumibile per ogni evento, della costituzione di un nuovo partito comunista che possa creare le premesse e le condizioni per lo sviluppo del socialismo.

 

90 NC95, nato a Catania il 22/07/1964.

 

91 NC59, nato a Catania il 22/03/1948.

 

92 NC67 , nato a Roma il 19/06/1959.

 

93 NC74 , nato a Viareggio (LU) il 05/09/1943.

 

94 N.m.i.

 

95 NC83 , nato a Padova il 16/11/1967.

 

96 NC77, nato a Roma il 24/05/1955.

 

97 N.m.i.

 

98 NC22, nato a San Gimignano (SI) il 07/11/1953.

 

99 PROIETTI REFRIGERI Marco, nato a Roma il 05/05/1961.

 

100 NC18 , nato a Roma il 05/09/1958. In una conversazione del 09/12/2000, nr. 529, decreto 2016/2000, CANCELLO faceva riferimento al NC18 che asseriva incontrare per conto della C.P. In particolare, alla sollecitazione da parte del noto dr. NC38 di partecipare ad una cena prevista presso la sede CARC di Napoli, il CANCELLO faceva notare che ciò poteva essere pericoloso in virtù del lavoro svolto in passato per conto della C.P. quando si è incontrato proprio con alcuni elementi romani tra cui il NC18.

 

101 NC102 , nato a Roma il 23/03/1970.

 

102 Telefonata nr. 702 delle ore 15.10, del 11/08/2001, in entrata sull'utenza 3393124538, in uso a CANCELLO Giovanni Battista.

C:[...] ti dico in breve che [n.d.r. di NC35 ] è stato radiato dall'organizzazione sta qua sta in giro

D: perché?

C: eh, eh poi ti dico i motivi so solo che a me è stata data l'indicazione che se mi contatta non devo avvicinarlo perché lo ritengono un provocatore

D: va bene ok

C. la settimana prossima posso riavere la VOCE?

D. giovedì però... quindi EDDY [n.d.r. di NC35 ] è tornato qua poi ci aggiorniamo

da vicino f...].

 

103 "Carissimo, ho saputo che le incombenze che ti sono state lasciate si sono rivelate più pesanti di quanto ci aspettavamo. Mi dispiace di questo e sono rammaricato anche perché in parte la responsabilità è mia. Ti spiegherò.

I passi avanti, come sempre, sono anche una lacerazione, alcuni lo sono a tutti gli effetti Le lacerazione sono dolorose e complesse da affrontare, ma prima o poi il dolore passa e ciò che è difficile diventa semplice. A noi spetta il compito di trasformare le cose nella direzione giusta, nella direzione che favorisce il raggiungimento del nostro obiettivo: la ricostruzione del partito comunista.

Per svolgere al meglio questo compito dobbiamo essere convinti che esso è necessario e che ciò che stiamo facendo è quanto di più importante si possa fare stanti le nostre capacità e limiti. In tutto ciò la volontà ha un grande peso, Ci rendiamo conto che il peso che tocca a te sopportare è significativo.., ma le tue spalle sono buone e larghe! Al nostro amico è stato chiesto di cambiare vita radicalmente. Lui ha accettato consapevole, in una certa misura, che non sarebbe stato facile. E non ha ancora affrontato tutte le difficoltà, ci vorrà ancora un po' di tempo per capire il vero peso della scelta. Anche per lui contiamo che riesca a superare tutti gli ostacoli.

A te chiediamo di sostenere al meglio delle tue possibilità questo passo. E molto importante che tu sia disposto ad affrontare questo compito, in definitiva molto dipende da te. Il compito principale e specifico che dobbiamo svolgere oggi è rafforzare la clandestinità. Tutto passa di qui: è il collo di bottiglia del nostro futuro e del futuro del partito. Quindi la richiesta che l'organizzazione fa a te è una richiesta importante quanto quella fatta al nostro compagno.

Spesso ho pensato che tu avresti voluto essere al suo posto. Anch'io lo desidero da tempo, nonostante gli affetti che mi toccherebbe lasciare. Eppure noi, per ora, dobbiamo svolgere compiti e raggiungere obiettivi senza i quali il lavoro clandestino non potrebbe svilupparsi.

Dobbiamo mettere tutto il nostro spirito rivoluzionario nel nostro lavoro, in ogni momento, per ogni compito che ci viene richiesto. Non possiamo essere noi stessi a prendere le decisione per l'organizzazione, non possiamo fare come ha fatto AM [riferimento ad NC62], che si è messo a fare i cazzi suoi pretendendo poi di giustificarli politicamente. L'organizzazione è più forte, più completa, più in grado di vedere strategicamente di ognuno di noi preso singolarmente. Quindi ci vuole spirito di corpo e abnegazione, fiducia nella causa e nei compagni ... e anche fiducia nelle proprie singole forze, che come vedi sono molto importanti. Coraggio dunque, siamo facendo la storia!"

La prima richiesta espressa da Enrico LEVONI riguarda un incontro urgente, in un luogo sicuro, durante il quale riferire al NC11 tutte le istruzioni e le disposizioni necessarie affinché il lavoro dell'organizzazione ed il passaggio in clandestinità di Giuseppe CZEPPEL avvenga nel migliore dei modi possibile: "Da quello che ho avuto modo di capire qui c'è in bel casino! A me e a te spetta il compito di sistemare le cose al meglio e fare di tutto affinché il passo compiuto possa consolidarsi. Rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci all'opera!

Innanzitutto dobbiamo vederci con calma, ma urgentemente. Con calma nel senso che dobbiamo incontrarci in condizioni di poter parlare liberamente e di poter prendere appunti: quindi a tavolino in un luogo tranquillo. Urgentemente perché è importante fare di tutto affinché la situazione si sistemi al meglio.

Ho cercato di incontrarti sabato sera ma non ti ho trovato. Tenterò domenica mattina, ma se non funziona faremo per lunedì. Verrò a MI, ti cercherò parlandoti delle opere di Stalin e ci accorderemo per vederci al CN, poi ci sposteremo.

Intanto ti anticipo alcune cose. In parte forse non sono più attuabili, ma servono comunque ad inquadrare il lavoro.

Bisogna evitare il più possibile di coinvolgere i circoli in questa faccenda, bisogna fare in modo che le acque restino più calme

possibile- E' una questione di sicurezza e serve alla riuscita di tutto il lavoro."

 

104 NC62 fa riferimento alla lettera di Giuseppe MAJ, datata "Milano, 25.07.99" ed indirizzata a NC52 via degli Equi 8, 00185 Roma, sequestrata nella sua abitazione il 19 ottobre 1999. La lettera è diretta sia alla destinataria sia al marito NC51 . Nella missiva il MAJ Giuseppe esprime le proprie riserve sulla posizione assunta e sui comportamenti tenuti dalla coppia a seguito della fuoriuscita della minoranza della Segreteria Nazionale dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo e dei comitati delle rispettive strutture territoriali dall'organizzazione nazionale dei C.A.R.C. di Padova, Vicenza e Foggia.

 

105 Nell'abitazione di MAJ Manuela veniva sequestrata la relazione della riunione del comitato CARC di Milano, tenutasi il 12 gennaio 2003, sulle le dimissioni di NC11 ("Dino") e la fissazione di una riunione di lavoro per definire un piano di lavoro del comitato e la nomina del nuovo segretario. Alla riunione erano presenti lo stesso NC11, NC27, NC26 e NC24. Di seguito si trascrivono le parti salienti della relazione: "RIUNIONE CARC MILANO 12/01/03. ODG:

dimissioni Dino da segretario CARC MI e dai CARC.

Fissazione di una riunione per (1) definire piano di lavoro del CARC (2) definire nuovo segretario preparazione: bilancio (di ogni compagno) del comitato e dei settore dei settori di cui è stato responsabile.

Quale è la situazione del comitato: aspetti positivi e aspetti negativi.

Quale è la situazione del settore o dei settori di cui era responsabile: aspetti positivi e aspetti negativi.

Quali sono gli aspetti del nostro lavoro in cui mi sento "forte", sicuro e quelli in cui mi sento incerto e dubbioso.

Altro.

Dino: non ho ancora scritto perchè non ho trovato tranquillità d'animo per farlo. Su alcune cose non sono d'accordo, nel senso che il prototipo del comunista è quello definito dallo statuto. Essere comunista non vuol dire andare al bar e dirsi comunisti, trasformarsi e fare sacrifici. Mi ha un po' spaventato perciò ho saputo farvi fronte. Sono stato aiutato da e guidato da [incomprensibile, forse Anna], fino alla sua espulsione. Ho preso in mano il comitato e ho fatto del mio meglio. Poi una serie di problemi mi hanno creato delle difficoltà. Alcune cose sono venute meno e ho dato la priorità sulle cose personali tralasciando la politica ma in passato avevo fatto il contrario.

Norma: è definitiva? (Dino: si). Dice che hai sempre affrontato le situazione di punta, ho preso in mano il comitato, ecc. Mi sembra che sia tutto centrato su di te poco sul collettivo. Non vedo la contrapposizione tra privato e politica, visto che tu dici che a un certo punto hai dato priorità alla famiglia.

Non siamo solo dei CARC, abbiamo famiglia, lavoro ecc., bisogna conciliare due cose, trovare un equilibrio.

Mari: credo che ci sia stata confusione tra principale e unico.

Problema della trasformazione. Concezione sbagliata di cosa significa essere nei carc ed essere comunisti va corretta perchè ognuno è esposto a scivoloni.

Leo: confondere principale e unico è vero, c'è errore della direzione nel non essere intervenuti e aver accettato questo stato di cose.

Norma: memore di invito ad Alessia a ripensarci, ti chiedo di ripensarci insieme al collettivo.

Dino: quando un compagno prende questa decisione è perchè ci ha pensato bene. Ne ho parlato con alcuni compagni ci ho pensato bene. Non escludo di poter rientrare tra qualche tempo.

Mari: il confondere principale con unico porta poi a scoppiare, a una sconfitta con dei danni per tutta l'organizzazione. Dobbiamo lavorare sulla nostra formazione e trasformazione. Dobbiamo andare a fondo di cosa significa essere comunisti. Se Dino non vede le soluzioni che pure ci sono, significa che per lui non ci sono e che le concezioni sono sbagliate.

Mari: non va esaurita così la discussione.

Abbiamo subito il fatto di non muovere critiche, di accettare.

Leo: elemento comune il fatto che "continuare così farebbe più danno".

(MAJ Manuela - reperto nr. 23 (CS) - allegato nr. 60)

 

106 CZEPPEL Giuseppe risulta irreperibile dal gennaio 2002, come confermato dai testo di una lettera di auguri del 10 dicembre 2002, spedita a NC11, in cui il militante clandestino esordiva "Caro Dino, siamo a quasi un anno dal momento in cui ci siamo divisi. ".(NC11 reperto nr. 5 - allegato nr. 2.

 

107 "Carissimo, ho saputo che le incombenze che ti sono state lasciate si sono rivelate più pesanti di quanto ci aspettavamo. Mi dispiace di questo e sono rammaricato anche perché in parte la responsabilità è mia. Ti spiegherò.

I passi avanti, come sempre, sono anche una lacerazione, alcuni lo sono a tutti gli effetti. Le lacerazione sono dolorose e complesse da affrontare, ma prima o poi il dolore passa e ciò che è difficile diventa semplice. A noi spetta il compito di trasformare le cose nella direzione giusta, nella direzione che favorisce il raggiungimento del nostro obiettivo: la ricostruzione del partito comunista.

Per svolgere al meglio questo compito dobbiamo essere convinti che esso è necessario e che ciò che stiamo facendo è quanto di più importante si possa fare stanti le nostre capacità e limiti. In tutto ciò la volontà ha un grande peso, Ci rendiamo conto che il peso che tocca a te sopportare è significativo.., ma le tue spalle sono buone e larghe/Al nostro amico è stato chiesto di cambiare vita radicalmente. Lui ha accettato consapevole, in una certa misura, che non sarebbe stato facile. E non ha ancora affrontato tutte le difficoltà, ci vorrà ancora un po' di tempo per capire il vero peso della scelta. Anche per lui contiamo che riesca a superare tutti gli ostacoli.

A te chiediamo di sostenere al meglio delle tue possibilità questo passo. E molto importante che tu sia disposto ad affrontare questo compito, in definitiva molto dipende da te.

Il compito principale e specifico che dobbiamo svolgere oggi è rafforzare la clandestinità. Tutto passa di qui: è il collo di bottiglia del nostro futuro e del futuro del partito. Quindi la richiesta che l'organizzazione fa a te è una richiesta importante quanto quella fatta al nostro compagno.

Spesso ho pensato che tu avresti voluto essere al suo posto. Anch'io lo desidero da tempo, nonostante gli affetti che mi toccherebbe lasciare. Eppure noi, per ora, dobbiamo svolgere compiti e raggiungere obiettivi senza i quali il lavoro clandestino non potrebbe svilupparsi.

Dobbiamo mettere tutto il nostro spirito rivoluzionario nel nostro lavoro, in ogni momento, per ogni compito che ci viene richiesto. Non possiamo essere noi stessi a prendere le decisione per l'organizzazione, non possiamo fare come ha fatto AM [riferimento ad NC62], che si è messo a fare i cazzi suoi pretendendo poi di giustificarli politicamente. L'organizzazione è più forte, più completa, più in grado di vedere strategicamente di ognuno di noi preso singolarmente. Quindi ci vuole spirito di corpo e abnegazione, fiducia nella causa e nei compagni ... e anche fiducia nelle proprie singole forze, che come vedi sono molto importanti. Coraggio dunque, stiamo facendo la storia!"

 

108 "Da quello che ho avuto modo di capire qui c'è in bel casino! A me e a te spetta il compito di sistemare le cose al meglio e fare di tutto affinché il passo compiuto possa consolidarsi. Rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci all'opera!

Innanzitutto dobbiamo vederci con calma, ma urgentemente. Con calma nel senso che dobbiamo incontrarci in condizioni di poter parlare liberamente e di poter prendere appunti: quindi a tavolino in un luogo tranquillo. Urgentemente perché è importante fare di tutto affinché la situazione si sistemi al meglio.

Ho cercato di incontrarti sabato sera ma non ti ho trovato. Tenterò domenica mattina, ma se non funziona faremo per lunedì. Verrò a MI, ti cercherò parlandoti delle opere di Stalin e ci accorderemo per vederci al CN, poi ci sposteremo.

Intanto ti anticipo alcune cose. In parte forse non sono più attuabili, ma servono comunque ad inquadrare il lavoro.

Bisogna evitare il più possibile di coinvolgere i circoli in questa faccenda, bisogna fare in modo che le acque restino più calme possibile- E' una questione di sicurezza e serve alla riuscita di tutto il lavoro."

 

109 Nella lettera, indirizzata ai CARC di Milano, l'autore riprende gli stessi argomenti trattati nella lettera del 12 settembre 2002, indirizzata a NC62 , ed in particolare la vicenda di NC88, deceduto nel marzo dei 2002 e ritenuto dall'autore un operaio avanzato della seconda categoria. La lettera costituisce un'aspra critica all'organizzazione dei CARC, che nella circostanza si sono dimostrati assolutamente privi di capacità politica di individuazione delle potenzialità dell'operaio avanzato NC88.

 

110 Nel documento, l'autore, riferendosi al conflitto a fuoco del precedente 2 marzo 2003, in Toscana, a seguito del quale erano stati arrestati i brigatisti NC55 e GALESI Mario, quest'ultimo poi deceduto, ed era rimasto ucciso l'agente della Polizia di Stato Emanuele NC74, precisava i motivi del mancato pronunciamento della Commissione Preparatoria nell'immediatezza dell’accaduto: "Forse avrei fatto meglio a fare un comunicato nostro, ma all'inizio i contorni erano meno chiari e non volevo ripetere di fronte a un compagno caduto quanto di giusto avevamo già detto. Ora il contesto è più chiaro. E chiaro l'uso della bi (n.d.r. borghesia imperialista) sta facendo della vicenda." E, concordando con la figlia Manuela, sull'opportunità di esprimere le proprie considerazioni sull'episodio, con l'accortezza di evitare rischi di spiacevoli malintesi di natura politica, continuava: "Quindi fai bene a parlarne. Come parlarne? In un caso del genere, bisogna lasciar perdere la nostra giusta critica del militarismo, darla per nota. Di fronte all'andamento politico e all'accanimento della borghesia e dei suoi alleati contro il compagno caduto, prevale l'indignazione e sarebbe mettersi di traverso ai sentimenti di una parte importante delle FSRS e dei lav a cui ci rivolgiamo. [...] Ecco io scriverei una cosa del genere. La questione dei militaristi ci accompagnerà per tutta una fase, finché non saremo riusciti a portare una parte importante della classe operaia sul terreno della guerra rivoluzionaria. In particolare quando qualcuno di loro viene ucciso o cade prigioniero." Nella lettera, inoltre, il MAJ faceva riferimento al neo costituito Comitato di Partito La Comune di Parigi, autore di un articolo pubblicato sull'ultimo numero della rivista La Voce: "... abbiamo già ricevuto una vibrata protesta, che probabilmente pubblicheremo, contro una infelice frase del CdP La Comune di Parigi comparsa a pag. 13 di VO (La Voce n.d.r.)". In seguito, commentando la notizia del 19 marzo 2003, della sospensione "di ogni attività del PCE(r), cioè la messa fuorilegge del PCE(r). Il magistrato si è fondato sul rapporto depositato nell'ottobre 2002 dal giudice E. Molina secondo cui il PCE(r) fornisce la base ideologica ai GRAPO", suggeriva alla figlia di commentare la vicenda sulla rivista Resistenza ("Potreste parlarne su RE e passare la notizia all'ASP"), dandone una chiave di lettura di parte, ma nello stesso tempo interessante sia per le preoccupazioni che si rilevano, sia per la conferma delle affinità ideologiche e, soprattutto, programmatiche esistenti tra l'organizzazione eversiva spagnola e la struttura clandestina italiana della CP:

"Finora ogni volta che la polizia aveva arrestato un membro o sospetto membro del PCE(r), la magistratura per condannano legalmente aveva dovuto arrampicarsi sui vetri e dimostrare che era membro dei GRAPO. Visti i precedenti franchisti, non osava fare come la magistratura italiana che condannava per "responsabilità morale ", "fiancheggiamento ", "apologia di reato" e altri reati di opinione analoghi. Quindi doveva tollerare molte attività legali che di fatto il FCE(r) svolgeva. Con questa decisione, vengono poste le basi legali per una persecuzione (condotta conformemente alla legge) più sistematica e capillare del partito in quanto tale. E un passo importante nella introduzione di un sistema di repressione aperta, dichiarata, sistematica e capillare del comunismo che avanza in tutta Europa."

 

111 "Risoluzione 2 del 30 Seminario

 Sul sistema di direzione del Seminario

Perseguendo l'obiettivo di compiere ulteriori passi nell'avanzamento del processo di ricostruzione del partito comunista, il Seminario decide di adottare uno stile di lavoro meglio adeguato al ruolo che di fatto oggi svolge la CP e al movimento che la lotta per la ricostruzione assume nella situazione concreta. Tale lotta esige anche che siano compiuti ulteriori passi per superare lo stile artigianale che ancora caratterizza l'attività del Seminario e dei suoi membri. A questo scopo è necessario definire più chiaramente la "catena di comando" che regola i rapporti esistenti tra le diverse istanze del Seminario, la CP e i circoli.

L'adozione di questo nuovo stile di lavoro è corrispondente anche alla necessità di sperimentare e mettere in campo rapporti sempre più corrispondenti allo stile di lavoro del futuro partito.

di tutti gli organismi di cui fanno parte o su cui hanno un'influenza.

- Il Seminario pertanto decide che:

- Il Seminario è l'organismo dirigente di massimo livello di tutto il nostro lavoro per la rpc.

- Il Seminario è composto da una Sezione Interna e una Sezione Esterna.

- La Sezione Interna è composta dalla CP. Essa si avvale di un apparato che essa dirige e di una sua rete di collaboratori.

- Data la posizione ed il ruolo strategico svolto dalla CP nel processo di ricostruzione del partito comunista e data la necessità di disporre di un organismo in grado di assumere tempestivamente una giusta posizione sulle questioni fondamentali di questo processo, la Sezione Interna, ovvero la CP, nell'intervallo tra le riunioni plenarie del Seminario, dirige i membri del Seminario e ha diritto di veto sulle decisioni della Sezione Esterna in merito a questioni generali, nel rispetto delle direttive generali e delle risoluzioni approvate dal Seminario stesso.

La CP dirige coi metodo della linea di massa (è una direzione di orientamento e convinzione, di fatto ma non gerarchica) i Comitati di Partito (provvisori).

La Sezione Esterna dirige per mezzo della linea di massa l'attività dei circoli attraverso l'influenza dei membri del Seminario che fanno parte dei loro organismi dirigenti. Pertanto i membri della Sezione Esterna del Seminario che fanno parte degli organismi dirigenti dei circoli devono applicare le decisioni del Seminario stesso e della CP e lavorare con entusiasmo, creatività e disciplina affinché gli organismi dirigenti dei circoli assumano un orientamento il più possibile corrispondente all'orientamento deciso dal Seminario e dalla CP. I membri dei Comitati di Partito (provvisori) dirigono con il metodo della linea di massa l'attività dei circoli e

 

112 Sempre a Luigi MAJ (reperto B/17/4) veniva sequestrato un documento datato 20.04.2001, dal titolo "La questione del PCE(r) - Promemoria per Sei Esterna", TI testo che verrà approfondito in seguito, presenta alcune correzioni, sintattico-stilistiche e non di sostanza, fatte a penna e costituisce una bozza diretta alla Sezione Esterna dell'organizzazione, dell'articolo del maggio 2001, dal titolo "La questione del PCE(r). Articolo di Umberto C. (membro della redazione di La voce del (nuovo) Partito comunista italiano)", a firma, appunto, "Umberto C.", pseudonimo di Giuseppe MAJ, pubblicato come supplemento a 'la voce".

 

113 "Risoluzione i del 30 Seminario.

 Sullo stile di lavoro dei membri del Seminario.

Bisogna che i membri dei Seminario facciano un salto avanti nello stile di lavoro e di direzione. Correggere il proprio stile di lavoro adeguandolo ai seguenti dieci punti.

i. Tradurre ogni nuova acquisizione teorica (che compare su foglio, rivista, fascicolo, circolare o in riunioni) in: cosa significa, cosa comporta nel mio campo di lavoro? E' una verifica dell'acquisizione, uno strumento di lotta contro l'idealismo. Combattere la tendenza a fare buona teoria e a non usarla, a dimenticarla; a lanciare idee e parole d'ordine e poi lasciarle cadere;a non tirare dalle posizioni teoriche le conseguenze pratiche, adeguate alle situazioni concrete.

2. Migliorare i bilanci qualitativi. Non basta dire "ci sono divergenze"; bisogna indicare nella forma più precisa di cui si è capaci in cosa consistono le divergenze. Non basta dire "se partivamo prima saremmo riusciti a raccogliere le firme necessarie per presentare le liste "; bisogna indicare perché non siamo partiti prima, perché non si sono presi permessi, ferie, aspettative per fare il lavoro, perché non si sono adottate forme creative di propaganda, ecc. Non basta dire "hanno fatto alcune critiche"; occorre indicare

chiaramente quali critiche, come si è reagito, ecc. Non basta dire "si è verificato questo e quello"; occorre anche chiedersi il perché ed esporlo. Non basta dire "bisogna fare questo o quello che finora non si è fatto "; occorre indicare anche quali iniziative si intende prendere perché quello che finora non è stato fatto venga fatto. Chi stende un rapporto deve dare a chi riceve il rapporto gli elementi per poter intervenire a sua volta.

3. Combinare i bilanci quantitativi ai bilanci qualitativo Ad ogni avvenimento sono associati aspetti quantitativi che indicano il grado di sviluppo dell'avvenimento (ad una diffusione è associato il numero delle copie, a un'assemblea il n.° dei presenti e il ricavato delle vendite, ad un banchetto il n.° dei volantini e l'entità delle sottoscrizioni, ecc.). Nei resoconti, rapporti, diari, ecc. dare sempre anche i dati quantitativi e nell'elaborazione valutare anche le variazioni quantitative. Non fare bilanci generici.

4. Nella divisione del lavoro, i compiti non delegati ad altri (e comunque di fatto non assunti da altri) sono di competenza del segretario. Egli li svolge dando ad ognuno di essi l'estensione e lo sviluppo che la forze disponibili e le circostanze gli consentono. Chi dirige deve educare e formare ogni compagno a svolgere i compiti assegnati. Se non vi è ancora un responsabile all'altezza del compito, dare meno autonomia al responsabile e seguirlo da vicino. Fare un piano di formazione dei responsabile, seguire da vicino il suo lavoro e verificare l'evoluzione e le capacità. Revocare gli incarichi e cambiare la divisione dei compiti se non si riesce a farla funzionare. Assumere direttamente l'incarico e nominare un vice che si cerca di formare perché diventi il responsabile.

5. Evitare assolutamente l'esistenza di organismi che di fatto non riusciamo a far funzionare e di incarichi che di fatto non vengono esercitati Creano un clima malsano e alimentano l'abitudine alla irresponsabilità. Rettificare la precedente direttiva di nominare il responsabile di un attività o di un settore anche se l'attività non veniva svolta e il settore non veniva creato, come spinta a sviluppare la cosa nel futuro.

6. Ogni dirigente deve formulare per iscritto valutazioni, ipotesi e piani di sviluppo ragionati per ogni organismo, situazione e compagno che dirige, in base alla conoscenza del compagno e della situazione. Verificare la realizzazione, adattare e modificare se necessario. Fare piani di intervento su FSRS, su aziende, su collaboratori, su dirigenti, ecc. definendo sempre i responsabili dell'attuazione e assegnando dei temp4 anche se in via ipotetica.

7. Ogni dirigente deve periodicamente elaborare, sulla base degli obiettivi indicati e delle linee tracciate dall'organizzazione, un piano di lavoro a lungo termine per se stesso, tradurlo in un calendario di sue iniziative, con priorità e scadenze, elaborare piani settimanali delle sue attività, verificare l'adempimento e compilare un diario con note di valutazione quantitativa e qualitativa in forma a lui comprensibile (contro lo spontaneismo e il pressappochismo). Centralizzare alla CP piani e diari insieme con i rapporti.

8. La nostra "catena di comando": Sezione Interna e Sezione Esterna, organismi e apparato, CdP e circoli. Su questo punto si rimanda alla Risoluzione 2 del 30 Seminario.

9. Non accettare passivamente e silenziosamente direttive che non si eseguono, non si possono eseguire, sembrano sbagliate. Far presente le obiezioni, presentare l'esperienza, i casi concreti. Non confondere disciplina con accettazione passiva (es. comitati dei FP-rpc o organismi aderenti al FP-rpc).

10. Distinguere strategia e tattica (y. Opere di Stalin, vol. 5 pag. 213). Spesso definiamo una strategia, ma poi non definiamo operazioni tattiche per realizzarla (es. denuncia della controrivoluzione nei particolari, "Incursioni" nelle FSRS per identificare e mobilitare la sinistra, ecc.), oppure trattiamo le operazioni tattiche con i criteri della strategia (la strategia ha tempi più lunghi, fa assegnamento sulla evoluzione della situazione e sullo sviluppo delle contraddizioni, sul fattore "oggettivo "; mentre la tattica si basa sulle circostanze attuali, sulle forze già in campo oggi, sulla tempestività nell'azione, sul concentramento di forze per un breve periodo nel punto giusto, su un ruolo più importante del fattore soggettivo, ecc.).

 

114 Nell'abitazione di Giuseppe MAJ, in villejuif/Val sur Marne, rue Anatole France nr. 52, veniva rinvenuta una cartella "Force 8 bleu", classificata con l'annotazione manoscritta "SEMINARIO", due classificatori denominati rispettivamente "PSCJ" e "PSC2", nonché copertine di colore giallo, classificate con le annotazioni "3BG ", "4. MO ", "FI", "MASSA», "VIAREGGIO ", "ROMA", "NA ", "LA V.A V", "1. TO ", 2.MI", "SRG ", "RTL "E '".

 

115 "Questa risoluzione mira a organizzare il lavoro del seminario e rafforzare il suo funzionamento collettivo. La SE si riunisce con l'obiettivo particolare di sfruttare ai fini del lavoro del Seminario la conoscenza diretta acquistata dai suoi membri sul terreno e di rafforzare il funzionamento del Seminario.

Tema normale di riunione della SE:

1. Le decisioni adottate dalla plenaria: stiamo applicandole? Con quali risultati? Quali problemi emergono?

2. Bilancio dei risultati (nei circoli, nelle FSRS, sui lavoratori avanzati, all'estero) del lavoro di propaganda (fascicolo e comunicati) svolto dalla CP e proposte.

La SE nelle riunioni non tratta del lavoro dei fiduciari (è oggetto di compartimentazione). Di norma la SE fa una riunione intermedia tra le due plenarie.

E compito di SRG indire le riunioni della SE, fissare odg [n.d.r. ordine del giorno], presiedere le riunioni e stendere i relativi rapporti.

PSC tiene logisticamente i collegamenti SI/SE e cura la logistica delle riunioni della SE.

La CP informerà anche SRG delle indicazioni date direttamente agli altri membri della SE, nella misura compatibile con la compartimentazione, ma tenendo conto della necessità che SRG abbia una visione complessiva del lavoro in corso (sia per svolgere il suo ruolo nella SE sia per svolgere il suo ruolo nei circoli).

[membri della SE che ricevono direttive dalla c devono farle valere presso gli altri membri della SE come direttive ricevute dalla CP (a cui tutti sono vincolati stante le decisioni prese dal Seminario). Le eventuali obiezioni a queste direttive vanno dirette alla CP (es. manuale della propaganda - metodo). Solo la C? e il Seminario possono revocare direttive della CP. Funzionamento collettivo per i membri del Seminario vuol dire seguire la struttura di direzione definita, rafforzarla tenendo conto dei "prezzi" che paghiamo alla nostra particolare condizione (clan. Intensificare nella misura del possibile il sistema di discussione e consultazione via codec il cui canale è stato messo a punto, preparare con cura le riunioni plenarie e le riunioni della SE. Ogni membro della SE deve dare il ritmo necessario alla sua corrispondenza con la CP via codec. PSC ha tra i suoi compiti istituzionali la raccolta e l'inoltro dei messaggi tra la CP e SE quando non sono diretti (RTL) e la cura della sicurezza del codec."

Dal documento emergeva, infine, un'altra articolazione dell'organizzazione clandestina: il "Collettivo dei Tre", con compiti di miglioramento del lavoro collettivo del Seminario: "Per rafforzare il funzionamento collettivo del Seminario, i tre membri della SE che lavorano nella stessa città costituiscono il "Collettivo dei tre". Obiettivo: approfittare della maggior facilità di riunirsi per rafforzare carattere collettivo del funzionamento del seminario. Oggetto dell'attività: 1. elaborare rapporto su ogni numero di VO e 2. fare bilancio (più assiduo di quello della SE) dei risultati dell'azione di propaganda (fascicolo e comunicati) svolto dalla VO e fare proposte. SRG promuove formazione del Collettivo e ne dirige i/funzionamento.

I funzionari che lavorano per i circoli dipendono dalla C? per quanto concerne la loro assunzione, il loro eventuale ritorno in produzione, il livello della loro rimunerazione, il settore di lavoro a cui sono destinati. Essi dipendono direttamente dalla normale struttura dirigente dei circoli per quanto concerne il lavoro che svolgono per i circoli (piani di lavoro, calendari, diari, rapporti di attività), la loro direzione ideologica, la formazione e la valutazione del loro lavoro. Ciò a meno che siano incaricati di svolgere dei

lavori direttamente per la CP. Sta a SRG relazionale regolarmente la CP sul lavoro che essi svolgono nei circoli (allegando il materiale necessario) e dare la sua valutazione su ognuno di essi.

In via sperimentale, SRG deve stendere periodicamente un rapporto alla CP sullo stato dei circoli e sulle condizioni e prospettive del loro lavoro. Scopo. alzare il livello della direzione di SRG nei circoli e rendere più collettivo il lavoro del Seminario. La periodicità di questi rapporti è da definirsi. In via sperimentale si assume un rapporto ogni 4 mesi (un rapporto ogni due riunioni dell'organo dirigente dei circoli, sul cui lavoro avrà presumibilmente un effetto benefico)." (MAJ Manuela - reperto nr. 10 (B5) vedasi allegato nr. 10).

 

116 CZEPPEL Giuseppe risulta irreperibile dal gennaio 2002, come confermato dal testo di una lettera di auguri del 10 dicembre 2002, spedita a NC11, in cui il militante clandestino esordiva "Caro Dino, siamo a quasi un anno dal momento in cui ci siamo divisi." (NC11 reperto nr. 5 allegato - nr. 25).