Saluti del Segretario Generale (Ulisse) e del Comitato Centrale

(nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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12 febbraio 2023

Congresso della Sezione Flegrea (VI Congresso del Partito dei CARC)


Cari compagni,

a nome del Comitato Cenrale del (nuovo)Partito comunista italiano ringrazio la compagna Laura Baiano segretaria della Sezione Flegrea del Partito dei CARC che ci ha invitato all’iniziativa pubblica del congresso della sezione, dedicata all’unità dei comunisti.

Molti compagni sono insofferenti e stupefatti della frammentazione del movimento comunista cosciente e organizzato in Italia e negli altri paesi imperialisti europei. Nel periodo che va dagli anni ’40 agli anni ’70 eravamo uniti e molto più numerosi. Si chiedono come mai ci siamo ridotti allo stato attuale. Il motivo sta nel fatto che noi comunisti ci siamo dimostrati incapaci di instaurare il socialismo. Dopo la grande vittoria contro il nazifascismo, avevamo condotto le masse popolari dei paesi imperialisti a strappare alla borghesia grandi conquiste di civiltà e di benessere (pensate alla parità di diritti stabilita per legge tra uomini e donne, alla pensione a 60 anni, al sistema sanitario nazionale, all’istruzione gratuita, all’equo canone d’affitto, all’inizio dei trasporti gratuiti, ai diritti dei lavoratori sul posto di lavoro, alla giusta causa per i licenziamenti e l’elenco potrebbe continuare) ma poi abbiamo mostrato di non essere capaci di mobilitare le masse popolari ad applicarle e svilupparle e nemmeno a difenderle. Addirittura dopo un lungo periodo di decadenza, alla fine degli anni ’80 siamo arrivati alla dissoluzione delle democrazie popolari dell’Europa Orientale e della stessa Unione Sovietica costruita sotto la direzione di Lenin e di Stalin, il primo paese socialista della storia. A causa di questa grande sconfitta alcuni comunisti arrivano addirittura a dubitare che il socialismo è la via che l’umanità deve imboccare, hanno perso ogni fiducia in se stessi.

Compagni, guardiamo tutta la realtà, non solo la sconfitta di noi comunisti dei paesi imperialisti. Ovvio che la borghesia e il clero propagandano la nostra grande sconfitta; la storia è finita, la lotta di classe è finita: questo hanno bisogno di far credere alle masse popolari. Ma la realtà è che in molti paesi coloniali e semicoloniali (pensiamo anzitutto a Cina, Corea, Cuba, Vietnam e Laos) la causa del socialismo ha fatto grandi progressi, che sotto l’egemonia dei gruppi imperialisti USA instaurata negli anni della sconfitta del nazifascismo la borghesia e il clero stanno facendo regredire l’umanità e rendendo invivibile il pianeta, che nei paesi imperialisti cresce il malcontento e l’insofferenza delle masse popolari a fronte del corso delle cose che i gruppi imperialisti impongono. Basta considerare la sequenza di grandi scioperi e manifestazioni di questi giorni in Francia e in Gran Bretagna, l’astensione dalle elezioni dell’anno scorso in Italia, gli scontri negli stessi USA. La sconfitta che noi comunisti abbiamo subito nel periodo seguito alla grande vittoria sul nazifascismo e alla distruzione del sistema coloniale che la borghesia nel secolo XIX aveva imposto in gran parte del mondo è dovuta ai limiti di noi comunisti dei paesi imperialisti nella comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati delle vittorie a conseguire le quali avevamo mobilitato, organizzato e guidato le masse popolari. I fondatori del comunismo, Marx ed Engels, ci avevano insegnato chiaramente che i comunisti si distinguono dagli altri rivoluzionari perché hanno una comprensione più avanzata delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe e la applicano nella lotta. Individuare i limiti nella nostra comprensione (intellettuali quindi) e nella nostra attività (morali quindi) è quello che ogni comunista deve fare, la riforma intellettuale e morale che abbiamo posto e poniamo alla base della costruzione del nuovo Partito Comunista Italiano, la RIM a cui chiamiamo i più avanzati e decisi di voi.

Questo è il messaggio che il CC mi ha incaricato di portarvi confidando che alcuni di voi, i più generosi, coscienti e decisi a dare un senso alla propria vita, lo accoglieranno.

Avanti quindi, compagni! Siamo ben consapevoli che la strada che dobbiamo fare per la rinascita del movimento comunista è maggiore di quella che abbiamo fatto dall’inizio del nostro Partito (il primo numero di La Voce risale a marzo 1999, 24 anni fa!) a oggi, ma la nostra vittoria è certa, l’umanità ne ha bisogno. Il marxismo-leninismo-maoismo è la nostra scienza, la RIM la pratica di ognuno di noi. Il (n)PCI è a fianco di ogni operaio, proletario, disoccupato, immigrato, studente e donna che lotta. Noi dobbiamo promuovere ed essere alla testa di ogni mobilitazione delle masse popolari, di ogni loro settore, contro il corso delle cose che la borghesia imperialista impone, di ognuna delle rivendicazioni delle masse popolari anche se contrastanti tra loro: l’incompatibilità di misure necessarie al progresso dell’umanità deriva dall’arretratezza del sistema sociale che la borghesia ancora impone. Ma l’unità d’azione contro il nemico non basta, non porta lontano. Bisogna che ci uniamo organizzativamente ma anzitutto intellettualmente. Senza teoria rivoluzionaria il movimento rivoluzionario del proletariato contro la borghesia non si sviluppa. Ma possiamo unirci. Il ritmo a cui ci uniremo dipende da ognuno di noi. La borghesia e il clero non hanno futuro. La situazione è eccellente: noi comunisti possiamo vincere e vinceremo!

il compagno Ulisse, segretario generale del Comitato Centrale del (nuovo)PCI