Bilancio della campagna 1 del 2000 dei CARC
Legare gli elementi avanzati delle masse popolari al processo di ricostruzione del partito comunista

Rapporti Sociali n. 26/27 - gennaio 2001 (versione Open Office / versione MSWord )

 

Tra gennaio e maggio 2000 i CARC hanno sviluppato una campagna dal tema «Legare gli elementi avanzati delle masse popolari al processo di ricostruzione del partito comunista». È stata una campagna che ha impegnato tutti i comitati facendo fare ad essi alcuni passi avanti nell’applicazione della linea «organizzarsi e organizzare per la ricostruzione del partito comunista».

In generale la campagna ha confermato la giustezza della linea che abbiamo deciso di seguire con il nuovo anno: lavorare privilegiando il rapporto con la classe operaia, i lavoratori e le masse popolari rispetto al rapporto con le Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista (FSRS). Noi cresciamo e avanziamo grazie all’esperienza concreta nel legame con la resistenza delle masse popolari, all’elaborazione di questa esperienza e al lavoro che riporta la nostra elaborazione alle masse per verificarla e per portare l’attività delle masse ad un livello più alto. L’applicazione della linea di massa non porta solo noi a trasformarci, ma porta a crescere anche le altre FSRS che la applicano pur nei limiti che ancora le caratterizzano. Anche noi abbiamo molto da imparare nell’applicazione di questo metodo di lavoro e di direzione ed è proprio questa la scuola che dobbiamo invitare le altre FSRS a frequentare. Il nostro confronto con loro deve svilupparsi nella lotta per meritarsi la fiducia delle masse e quindi per conquistarla. Il confronto ristretto tra FSRS ha prodotto gran parte di ciò che, per il momento, poteva produrre. È ora di sviluppare questo confronto (che non va interrotto) nel lavoro concreto con le masse.

La proposta lanciata dalla Commissione Preparatoria del Congresso di fondazione del (nuovo)Partito Comunista Italiano (la costruzione di un Fronte per la ricostruzione del partito comunista e che approfitti, partecipando, delle elezioni politiche del 2001 sostenendo l’obiettivo della ricostruzione) è una proposta che ha giustamente incontrato quel nostro orientamento. Sarà infatti un’occasione per fare un «bagno tra le masse» e per lavarsi di dosso molti dogmi, concezioni e metodi sbagliati di cui molte FSRS sono ancora impregnate, liberando molte energie e convogliandole nel fiume della rivoluzione socialista, attraverso la ricostruzione del partito.

Nel corso di questa campagna abbiamo tratto importanti insegnamenti che già tentiamo di applicare nel nostro lavoro ordinario con le masse popolari.

Innanzitutto abbiamo distinto, come per i lavoratori e gli operai, le masse popolari in generale e gli elementi avanzati delle masse popolari presenti in esse. Tra gli operai, tra i lavoratori e tra le masse popolari in generale esistono elementi che a differenza di altri hanno un ruolo di avanguardia nel loro ambiente. Chi sono gli elementi avanzati delle masse popolari? Sono coloro che, in misura diversa, attraverso forme differenti:

- impersonano la tendenza a ricostruire il partito comunista (tendenza che si esprime in vari modi: nell’aderire a un partito - tipo PRC - anche se non soddisfatti della sua attività, nello sforzo di inquadrare ogni problema particolare in un quadro generale di trasformazione-riforma della società, nella consapevolezza che «bisogna essere uniti», ecc.);

- nelle lotte di difesa esercitano un ruolo dirigente verso gli altri elementi delle masse popolari del loro stesso ambiente (siano o meno membri di organizzazioni di massa);

- in qualche modo si assumono il compito di unire e mobilitare i propri compagni di classe sui problemi specifici che via via si pongono (es.: organizzando il quartiere, unendo le persone che hanno problemi analoghi tra loro e promuovendo la soluzione comune collettiva di questi, che cercano di costruire organizzazioni di massa come centri sociali, circoli, case del popolo, collettivi, ecc.);

- impersonano altre tendenze positive che si sviluppano tra le masse popolari (es.: quelli che cercano di capire come va  il mondo, quelli che sono curiosi di conoscere altre situazioni, quelli che sono curiosi di conoscere programmi e metodi degli organismi politici, quelli che vogliono rendersi utili, ecc.).

I rapporti che i comunisti (quindi la classe operaia tramite il suo partito comunista) stabiliscono con le masse popolari, non sono frutto semplicemente di un legame diretto tra essi e le masse, non derivano dallo «stare tra le masse» ed essi non hanno nemmeno lo scopo di «vivere tra le masse», bensì quello di far prevalere in esse una direzione che porta a far confluire le energie e le risorse delle masse nel fiume della rivoluzione socialista. Questo ruolo concretamente si esercita favorendo e costruendo il ruolo dirigente adeguato ad ogni livello. In ogni ambito in cui vivono le masse popolari, i lavoratori e la classe operaia esistono elementi che, a livelli differenti, sono in grado di assumere un ruolo dirigente rispetto agli altri elementi del loro stesso ambiente.

Quando diciamo che non dobbiamo sostituirci agli operai, ai lavoratori e alle masse popolari intendiamo proprio che sono essi che devono imparare, non semplicemente a fare ma soprattutto a dirigere. Coloro che vanno tra i lavoratori e tra le masse senza tener conto che tra queste esistono elementi più avanzati che possono dirigere gli altri (e che spesso già lo fanno), finiscono per scalzare dal loro ruolo questi elementi migliori e per sostituirsi a loro, salvo poi non combinare nulla di buono dato che non possono essere a conoscenza dell’ambiente meglio di chi ci vive.

Noi dobbiamo favorire in ogni modo l’emergere degli elementi avanzati, sostenere il loro ruolo di direzione partendo da ciò che sanno fare e lavorando affinché possano crescere e fare sempre meglio, cioè dirigere sempre meglio gli altri elementi del loro ambiente a contribuire alla ricostruzione del partito comunista e quindi alla rivoluzione socialista nel nostro paese. In proposito vedi l’articolo a pag. 37 di Rapporti Sociali n°14/15: «Comunisti, forze soggettive della rivoluzione socialista, avanguardie di lotta nella ricostruzione del partito comunista».

Le masse popolari non sono branchi di pecore che seguono il pastore che fischia meglio. Soprattutto gli elementi avanzati delle masse popolari vogliono capire e vederci chiaro e, per fortuna, non si fidano dell’ultimo venuto. Avere un’analisi giusta e corrispondente, a diversi livelli, a quella che le masse popolari possono constatare nella loro vita è fondamentale per stabilire un rapporto serio e duraturo con esse.

Nel corso della campagna abbiamo potuto constatare che l’obiettivo fondamentale dei CARC, la ricostruzione del partito comunista, è un obiettivo che sempre più elementi delle masse popolari riconoscono e verso cui tendono a far confluire i loro possibili sforzi e contributi. I CARC sono sempre stati, dalla loro nascita, la FSRS che più di ogni altra ha posto con decisione questo obiettivo, finendo per influenzare in questa direzione anche molte altre FSRS e ad avvicinare a sé e al lavoro di ricostruzione molti elementi avanzati delle masse popolari. Ma dobbiamo anche riconoscere che nel lavoro in dettaglio la parola d’ordine della ricostruzione del partito comunista è stata dai CARC propagandata da sempre, ma non con la dovuta continuità. In alcune occasioni o periodi alcuni comitati hanno tentennato maggiormente, soprattutto i primi anni, a evidenziare questa parola d’ordine, questo obiettivo come quello fondamentale. La tendenza negativa che in queste occasioni è prevalsa è stata il movimentismo e in particolare il codismo, che nel nostro caso si è manifestato come attesa che le masse abbiano più coscienza della necessità del partito prima di propagandarlo con forza come obiettivo oggettivamente necessario.

In particolare nel lavoro di propaganda dobbiamo osare di più: le masse non hanno paura nel manifestare la propria rabbia e la propria voglia di riscatto.

La prima Lotta Ideologica Attiva (LIA) dei CARC, quella del 1997, è stata una lotta contro la tendenza a rifiutare di porre la ricostruzione del partito comunista come obiettivo principale, sintesi di tutto il nostro lavoro. Questo rifiuto si manifestava sia nel lavoro interno sia nel lavoro esterno, sia nel lavoro organizzativo sia nella propaganda. Ciò è illustrato in dettaglio nel bilancio della prima LIA riportato in Rapporti Sociali n.19, pag. 12 e segg. Anche la seconda LIA, quella del 1999, al di là dei metodi banditeschi impiegati da alcuni degli elementi antipartito, è stata una lotta contro il rifiuto di fare passi avanti verso la ricostruzione del partito. Infatti gli scissionisti del ‘99 si sono decisi alla  rottura perché non volevano partecipare al lavoro sul Progetto di Manifesto Programma e si opponevano alla Dichiarazione della Segreteria Nazionale dei CARC di plauso alla costituzione della Commissione Preparatoria del congresso di fondazione del nuovo Partito Comunista Italiano (CP) (v. Rapporti Sociali n. 23-24 pag. 18 e segg.). La linea rossa si è sempre battuta per mettere al primo posto, in ogni lavoro, la ricostruzione del partito comunista. È un bisogno della classe operaia e delle masse popolari, uno strumento indispensabile per la difesa e per l’attacco, senza il quale ogni iniziativa di difesa e di attacco è condotta in condizione di inferiorità e di debolezza, non nelle condizioni a noi più favorevoli. Ogni nostro lavoro deve tendere a raccogliere le forze e le risorse per la ricostruzione, a creare le quattro condizioni e a procedere in avanti nella ricostruzione.

In particolare nel lavoro di propaganda dobbiamo costantemente illustrare alle masse la necessità della ricostruzione del partito e cosa fare per ricostruirlo, per partecipare alla ricostruzione. Non si tratta però di ripetere ogni volta che bisogna ricostruire il PC. Non si tratta di concludere ogni discorso, volantino o articolo ricordando che bisogna ricostruire il PC. Si tratta di far venire fuori questa necessità, quindi anche di esplicitarla, dai fatti di cui si sta parlando, mostrando nel particolare la necessità della ricostruzione del PC, mostrando che proprio questo o quell’aspetto del lavoro di cui stiamo parlando «dice», «reclama» la ricostruzione del partito. Ogni compagno che si abitua a cercare sistematicamente gli aspetti che reclamano, imparerà prima o poi a vederli e ad esporli. Allora si renderà conto di quanto più ricca di insegnamenti e più positiva diventi l’analisi del nostro lavoro e in generale della realtà. Portiamo come esempio l’iniziativa del 23.09 al Villaggio Globale a Roma. In questa iniziativa erano presenti alcune FSRS: i CARC, i compagni del disciolto «Rosso 16», l’Associazione per la Liberazione degli Operai (AsLO - Operai Contro) e il Comitato Comunista Prenestino. Oltre a queste FSRS erano presenti alcuni operai delle fabbriche in lotta nel Lazio. Gli intervenuti dell’AsLO e del C.C. Prenestino favorivano principalmente la demoralizzazione limitandosi alla denuncia delle varie difficoltà incontrate nelle lotte rivendicative e di difesa. Esse sostanzialmente consistevano nella poca solidarietà incontrata nelle altre aziende e tra le masse popolari, nei limiti dell’adesione alla lotta, nella mancanza di direzione nella lotta. Noi dei CARC ovviamente diciamo che bisogna andare avanti «nonostante queste difficoltà». Ma un livello superiore di intervento è dire che «queste difficoltà esistono, ma si possono ridurre e superare; quindi ora che ce ne siamo resi conto dobbiamo impegnarci a ridurle e superarle. Come? Proprio l’esperienza da tutti denunciata dice che ogni lavoratore deve, nel corso delle lotte, prima delle lotte, dopo le lotte, sistematicamente fare «scuola di comunismo». Le difficoltà qui denunciate, le incontrano in questo periodo i lavoratori di ogni azienda che scende in lotta. Noi dobbiamo impegnarci sia a eliminarle per quanto sta direttamente a noi, sia a spingere con la propaganda altri lavoratori a farlo per quanto sta a loro. Questo in pratica vuol dire promuovere la solidarietà dei lavoratori della propria azienda verso lavoratori di altre aziende e categorie in lotta; non perdere occasione per far conoscere tra i lavoratori della propria azienda i successi riportati da altri lavoratori e per mostrare che collettivamente, insieme, si può affrontare e vincere il padrone, mentre individualmente ogni lavoratore dipende dal buon cuore del padrone; non esitare a prendere la direzione dei propri compagni, perché la mancanza di direzione è peggio che una direzione difettosa, dirigendo si impara a farlo meglio. Un lavoratore che fa queste cose sistematicamente è un lavoratore avanzato. La scuola dei lavoratori avanzati, l’organismo che collega tra loro i lavoratori avanzati, li educa e li aiuta a educarsi, che potenzia la loro formazione e la loro azione è il partito comunista. Per essere più forti nelle lotte rivendicative, per ridurre le difficoltà che abbiamo e avete incontrato, occorre quindi ricostruire il PC. Questo dicono, implicitamente, molti dei discorsi fin qui fatti. Hanno denunciato delle difficoltà. Di fronte alle difficoltà o si calano le braghe e ci si rassegna a subire quello che i padroni ci fanno subire oggi e ci faranno subire domani, o ci si attrezza per superare quelle difficoltà, col tempo che ci vorrà certo, ma a superarle. I lavoratori avanzati si mettono assieme per ricostruire il partito comunista. Imparano a creare un terreno più favorevole ai lavoratori e alle loro lotte, lavorando sistematicamente ogni giorno secondo una linea giusta e con un metodo comunista che si impara nel partito. Questo è il partito comunista che noi  vogliamo ricostruire e che chiamiamo ogni lavoratore onesto e sveglio a ricostruire. In questo modo si lavora giorno dopo giorno per fare sì che le difficoltà nei giorni di lotta siano minori e quindi la vittoria più probabile». Questo all’incirca poteva essere il nostro intervento a un’assemblea come quella del 23.09 al Villaggio Globale. Un intervento che valorizza e rivolta in positivo i lamenti fatti da vari intervenuti sulle difficoltà delle lotte, trae proprio dalla loro denuncia non un motivo di sconforto e di amarezza, ma una indicazione di azione e ci attira la simpatia di tutti quelli che non vogliono rassegnarsi a subire. Come vedete, non era un appiccicare alla questione concreta oggetto dell’assemblea l’appello alla ricostruzione del partito, ma ricavarlo dall’assemblea stessa, da quello che anche l’ultimo intervenuto aveva detto ma non portato fino in fondo (come invece noi possiamo fare grazie alla nostra concezione e al nostro metodo). Un altro esempio relativo a come propagandare la necessità di ricostruire il PC e lanciare l’appello a collaborare alla ricostruzione è il volantino «Libertà per i compagni arrestati» diffuso dal CARC di MI il 13.11.00. In questo caso è un esempio in negativo, sia detto per migliorare non per scoraggiare i compagni che l’hanno steso (a cui va il merito di averlo steso e diffuso). Il volantino proclama che è necessaria la ricostruzione del PC, ma la appiccica all’argomento, anzi più esattamente, la contrappone all’argomento della manifestazione, all’attività dei partecipanti alla manifestazione. A una manifestazione di protesta contro l’arresto di giovani dei centri sociali che avevano protestato contro la riunione della Commissione Trilaterale all’Hotel Parco dei Savoia a Milano e contro l’assemblea di Forza Nuova in via Valtellina, noi diciamo (trascrivo dal volantino): «Con il procedere della crisi la repressione crescerà, la borghesia fomenterà la mobilitazione reazionaria delle masse che si esprime nel razzismo, nella xenofobia e nell’utilizzo delle bande nazi-fasciste. Per contrastare la politica fascista e antipopolare c’è bisogno della mobilitazione rivoluzionaria e per svilupparla occorre innanzitutto munirsi degli strumenti organizzativi adeguati. Il lavoro per la ricostruzione del partito comunista è indispensabile per sviluppare la mobilitazione rivoluzionaria e per lottare contro le destre vecchie e nuove». Quali sono i limiti di questa propaganda?

Da una parte le cose sono dette in modo che il lettore è indotto pensare che il partito sia uno strumento organizzativo: nella concezione comunista il partito è ben più di uno strumento organizzativo e parlando ai leoncavallini non ci si può permettere alcuna ambiguità in proposito, perché la concezione dei loro capi è invece proprio che ci vuole uno strumento organizzativo autonomo da quello del governo e dei partiti di regime, mentre invece quanto alla concezione del mondo, al metodo e alla linea, non è il caso di preoccuparsene più di tanto.

Inoltre il tutto suona come un rimprovero (sia pure amichevole) a chi si è battuto contro le bande fasciste prima di essersi innanzitutto munito degli strumenti organizzativi adeguati. Bisognava invece dire che «il dilagare della mobilitazione reazionaria e gli arresti confermano che bisogna creare una linea più netta di demarcazione contro la borghesia imperialista anche in campo ideologico e politico oltre che organizzativo, che occorre raccogliere tutte le forze che sono contro la barbarie e il crimine che il capitalismo più moderno, quello globalizzato e mondializzato, genera con abbondanza ancora maggiore che nel passato, che bisogna rendere sistematica e forte la raccolta di queste forze e bisogna rendere la loro lotta permanente e non legata solo alle scadenze né limitata a quelli che si mobilitano sulle scadenze, che così restano deboli, che bisogna rendere più forte la nostra lotta contro la borghesia imperialista. Proprio per tracciare questa discriminante, raccogliere sistematicamente le forze rivoluzionarie e condurle alla lotta mantenendo l’iniziativa nelle nostre mani: proprio per questo serve il partito comunista. I compagni che vogliono continuare la lotta antifascista e anticapitalista oltre le scadenze, che vogliono contribuire a rafforzarla fino a portarla alla vittoria devono collaborare alla ricostruzione del PC. Il movimento comunista ha già mostrato nella pratica di essere capace di battere la borghesia imperialista. Non è un caso che la borghesia imperialista si è accanita con ogni mezzo contro il movimento comunista e che ancora oggi, benché dica che il comunismo è morto, lo denigra e lo combatte in ogni modo e si oppone con ogni mezzo alla ricostruzione del PC nel nostro paese». Questo dovrebbe essere il tenore di un nostro volantino in una manifestazione come quella di Milano contro gli arresti. Illustrare ai partecipanti  quello che il PC consentirebbe loro di fare, in meglio, nel campo in cui stanno operando: in che senso la lotta che essi conducono ha bisogno del partito comunista, in che senso collaborare alla ricostruzione del partito renderebbe la loro lotta più forte.

Queste considerazioni a proposito della propaganda vanno anche oltre il contenuto specifico della campagna, ma sono utili, unite all’analisi di un nostro lavoro specifico, a comprendere l’applicazione della linea generale nel rapporto con gli elementi avanzati della masse popolari.

Altro aspetto importante da evidenziare è che anche questa campagna ha confermato l’importanza del ruolo della donna nella lotta per il socialismo. Nel lavoro dei CARC la mobilitazione delle donne delle masse popolari ha dato ottimi e particolari risultati. Certamente esiste una tendenza migliore tra le donne rispetto agli uomini a mettere a disposizione risorse per sostenere e partecipare alla nostra attività e anche a mantenere con più disciplina il rapporto con noi.

Il sistema capitalista è sconvolto dalla seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale. Ciò significa che inevitabilmente le masse popolari dovranno muoversi nel tentativo di risolvere i problemi e le sempre più gravi privazioni e sofferenze cui il procedere della crisi e il permanere della direzione della borghesia imperialista sulla società le costringe. In ogni campo la borghesia deve intervenire per evitare il peggio, per impedire che la situazione le sfugga di mano e che le masse popolari trovino la direzione giusta per incanalarsi nel fiume che travolgerà il potere dei padroni. Non ci sono campi neutri: dove non interveniamo noi interviene la borghesia, e comunque essa farà di tutto per impedire il nostro lavoro.

La borghesia imperialista sta imbarbarendo la società. Ma dove noi lavoriamo bene riusciamo a dare fiducia alle masse delle loro possibilità e potenzialità. Ciò avviene perché lavoriamo con metodo, abbiamo una linea chiara, facciamo ricadere i risultati del nostro lavoro nel salto qualitativo dell’organizzazione e soprattutto perché abbiamo un obiettivo chiaro e dichiarato: la ricostruzione del partito comunista.

Gli elementi avanzati delle masse popolari sviluppano la tendenza delle masse a costruire le proprie organizzazioni in cui esse si aggregano per risolvere i loro problemi particolari. Noi abbiamo compreso più a fondo che l’aggregazione delle masse popolari si costruisce con la linea (programma e metodo) e che senza questa le masse non si aggregano. Fin dal primo approccio le masse capiscono se la nostra organizzazione è seria.

Nelle organizzazioni di massa dobbiamo lavorare affinché vengano adottati metodi di lavoro validi che derivano dall’esperienza del movimento comunista, quindi anche quelli che adottiamo noi. L’esperienza concreta del movimento comunista non è patrimonio dei soli comunisti ma deriva dalle masse, è stata sviluppata dalle masse e ad esse ritorna. Le resistenze ad applicare metodi «da comunisti» come il centralismo democratico, il bilancio comune dell’esperienza, il lavoro collettivo, ecc. sono frutto dell’influenza della classe dominante, quindi della borghesia imperialista. Che esistano è un dato di fatto. Per superarle non occorre che gli elementi delle masse popolari (avanzati o no) si trasformino in comunisti, occorre invece che i comunisti illustrino più chiaramente agli elementi delle masse popolari che la loro stessa esperienza è ricca di conferme della validità dei metodi che i comunisti hanno raccolto, migliorato e che adottano.

Conclusioni

Non c’è dubbio che i passi in avanti compiuti nel processo di ricostruzione del partito comunista (nascita della Commissione Preparatoria del Congresso di fondazione del nuovo Partito Comunista Italiano, uscita de La Voce del (n)PCI, l’orientamento favorevole di molte FSRS verso il partito) hanno cambiato il movimento concreto della lotta di classe nel nostro paese. Non nel senso di un cambio di fase: il processo di ricostruzione è un processo iniziato prima di questi ultimi passi e non ancora concluso, quindi la fase che caratterizza la lotta di classe tra classe operaia e borghesia imperialista (lotta per la ricostruzione del partito comunista e contro di essa) resta la stessa. Ma nel senso che tra la classe operaia, i lavoratori e le masse popolari - e soprattutto tra gli elementi avanzati di queste categorie - è sempre più diffusa a diversi livelli la coscienza della necessità di un partito comunista come unica via per uscire dalla situazione di  progressivo e rapido peggioramento delle condizioni di vita di milioni di persone, come unica soluzione per porre fine all’epoca di sfruttamento da parte dei padroni e per avviare la creazione di una società nuova diretta dagli operai.

A questa coscienza, anche al suo livello più elementare, corrisponde un contributo concreto al processo di ricostruzione.

Questo è il terreno su cui ci muoviamo. È un terreno in sviluppo perché è il terreno su cui poggia la situazione rivoluzionaria che stiamo vivendo. Saper cogliere i diversi aspetti e soprattutto accumulare le risorse per favorire in ogni modo possibile il processo di ricostruzione del partito comunista è un’arte che dobbiamo apprendere.

Le masse popolari sono un bacino enorme di risorse e un terreno ricco di difficoltà, ma per quanto limitata alla nostra area di intervento, anche l’esperienza di questa campagna ci ha mostrato che abbiamo una linea giusta per svolgere bene il nostro compito e che c’è molto da raccogliere perché le masse popolari sono generose quando si tratta di risollevarsi dal giogo della classe che le sfrutta: le masse fanno la storia!

Pur in mezzo a molte difficoltà sappiamo rimettere ogni volta in piedi la nostra organizzazione e continuare a raccogliere risultati positivi dal nostro lavoro.

Compagni, raccogliamo dalla nostra esperienza e dalle masse popolari ogni forza disponibile e trasformiamola in contributo concreto alla ricostruzione del partito comunista.

Lo slancio rivoluzionario e gli insegnamenti del movimento comunista sono gli strumenti migliori per rendere le masse popolari una forza invincibile che tutto travolge.

 

Procediamo con decisione nella costruzione del partito della classe operaia che lotta per il potere!

Il Responsabile Nazionale della campagna

 

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