“Nuove” tecnologie e lotta per il socialismo

Rapporti Sociali n. 26/27 - gennaio 2001 (versione Open Office / versione MSWord )

 

“Con l'ingresso nell'epoca imperialista, la borghesia nel campo culturale respinse in secondo piano la ricerca e la diffusione della comprensione del mondo fisico e dei processi sociali e pose in primo piano la cultura d'evasione e l'elaborazione e la diffusione di teorie che occultavano i rapporti sociali effettivi, difendevano l'ordine esistente e ne proclamavano l'eternità. Le teorie religiose e le relative chiese, contro cui la borghesia un tempo si era battuta, vennero dalla borghesia ripescate e imposte nuovamente alle masse nello sforzo di conservare la loro collaborazione e arrestarne lo sviluppo politico…”. (SN dei CARC, Progetto di Manifesto Programma del nuovo partito comunista italiano, pag. 24).

 

Nel Progetto di Manifesto Programma del nuovo partito comunista italiano (PMP) viene ampiamente analizzata la fase imperialista e le ripercussioni che genera nella lotta tra le uniche due classi realmente antagoniste: la classe operaia e la borghesia imperialista (BI). In diversi punti si sottolinea il ruolo decadente e antiscientifico della borghesia e che la transizione al comunismo “diventa un percorso oggettivamente necessario, inserito cioè nel carattere oggettivo assunto dalle forze produttive della società”. Esso è l'unico percorso possibile di progresso per l'umanità e si sottolinea che, finché esso non sarà praticamente imboccato e percorso, l'umanità vivrà “i travagli del parto incompiuto”, come gli avvenimenti che si succedono giorno per giorno ci confermano (abbrutimento generale della società capitalista, disastri ambientali, ecc.). “Una volta realizzate le condizioni materiali che rendono necessaria la società comunista, il fattore determinante sono diventate le condizioni soggettive: quelle cioè che rendono la classe operaia capace di dirigere le masse popolari ad abbattere il potere della classe dominante e a dare inizio alla transizione dal capitalismo al comunismo”.(1)

Realizzare le condizioni soggettive, oggi per i comunisti italiani, dopo il dissolvimento, a opera dei revisionisti moderni, del vecchio PCI, significa lavorare alla costruzione del nuovo partito comunista italiano. Un partito adeguato a guidare la classe operaia e il resto delle masse popolari, nella lotta per la conquista del potere politico e per l'instaurazione della società socialista.(2)

Con questo scritto si vogliono dare spunti di riflessione sul ruolo che hanno la scienza e le innovazioni tecnologiche nella società capitalista e sulla loro influenza nella lotta per la trasformazione in senso socialista dell'attuale società.

 

1. PMP, pag. 25. Per l'analisi della fase imperialista vedi par. 1.3 L'imperialismo, ultima fase del capitalismo, pagg. 19-26.

 

2. Il lavoro per la definizione delle condizioni da creare per la costruzione del nuovo partito comunista (le 4 condizioni definite dai CARC), il lavoro per l'elaborazione del Manifesto Programma del nuovo partito, il lavoro per la definizione della natura e del ruolo del partito, della via della rivoluzione socialista e la costruzione delle organizzazioni di partito proposto dalla Commissione Preparatoria per la convocazione del congresso del (n)PCI (vedi La Voce n. 1 pagg. 17-52 e n. 5 pagg. 23-30 ), hanno permesso di fare notevoli passi avanti, in questi ultimi anni, alla lotta in corso per la costruzione del partito. Questa lotta caratterizza l'attuale scontro di classe tra borghesia e classe operaia del nostro paese.

 

 

La scienza, intesa come ricerca scientifica e come messa a punto di nuove tecnologie, nella società capitalista viene trattata e gestita come una qualsiasi altra attività. Quindi viene svolta e i suoi risultati utilizzati solo se producono profitto per il capitalista.

 La scienza è in funzione del profitto, della valorizzazione del capitale: una nuova scoperta, una nuova tecnologia (o un nuovo prodotto) si può applicare (si può produrre), solo se è fonte di profitto per il capitalista, singolo o associato, che ne è il promotore e il possessore. Non importa come il capitalista si “appropria” di questo bene della collettività (sfruttando i propri dipendenti addetti alla ricerca, comprando o rubando brevetti, ecc.), l'importante è far valere nella pratica di essere il possessore. In sua difesa sono stati creati apparati (legislativi e repressivi) preposti alla salvaguardia della sacrosanta proprietà privata: segreti industriali, brevetti, diritti di autore, concessioni, diritti di sfruttamento, ecc. e, come cornice di tutto, la forza dello Stato.

L’introduzione di una nuova scoperta, un nuovo prodotto, una nuova tecnologia (da internet alle biotecnologie) nel modo di produzione capitalista (MPC), si inserisce nelle contraddizioni proprie del MPC e le alimenta.

La contraddizione principale del MPC è quella tra lo sviluppo delle forze produttive, aventi carattere sempre più collettivo, e la proprietà individuale delle stesse (contraddizione tra proletariato e borghesia). Altre contraddizioni secondarie che sviluppano le nuove tecnologie sono quelle tra gruppi e frazioni di capitalisti nella lotta per accaparrarsi i profitti e quella tra vecchio e nuovo.(3)

La contraddizione tra capitalisti si concretizza nella lotta tra i produttori/utilizzatori delle vecchie tecnologie (prodotti o tecniche obsolete e superate), che vengono danneggiati o mandati in rovina, e i produttori/utilizzatori delle nuove tecnologie. I capitalisti possessori delle nuove tecnologie si arricchiscono e acquistano nuove posizioni di potere tra la borghesia imperialista (BI). Entrambi hanno a cuore solo i loro profitti. D'altra parte il MPC si basa solo sul profitto (valorizzazione del capitale), sul cosiddetto dio-denaro. A dispetto del continuo lamento dei preti di “sinistra” e degli esponenti della sinistra borghese contro la malvagità degli uomini che mercificano tutto e non si curano dell'interesse dell'umanità. I preti di “sinistra” e gli esponenti della sinistra borghese non dicono che i veri malvagi non sono gli uomini in generale ma un pugno di uomini che hanno un nome e un cognome: borghesia imperialista.(4)

Naturalmente, nella lotta tra i capitalisti, il problema relativo ai possibili danni e disastri per l’uomo e per l’ambiente, che l'introduzione di una nuova tecnologia comporta, assume un aspetto secondario. Esso acquista rilievo pratico e viene usato:

- quando serve nello scontro di interessi tra le frazioni di BI

- quando la mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari, che si organizzano per la difesa della propria salute e sicurezza, costringono i capitalisti e le loro istituzioni a occuparsene.(5)

 

3. La borghesia alimenta campagne terroristiche contro alcune innovazioni tecnologiche, es. l'energia elettrica all'inizio del '900 veniva dipinta come causa di morte e disastri per l'umanità (che sono reali se non è gestita correttamente). Mentre il vero problema non è la nuova tecnologia ma chi ne è il possessore e l'uso che ne fa. L'energia nucleare può essere utilizzata, adottando tutte le necessarie misure di sicurezza, per produrre energia elettrica utile a una intera regione o per distruggere la stessa regione. Le biotecnologie possono essere usate per curare malattie, per riprodurre organi per trapianti o per creare dei fenomeni da baraccone.

È legittimo e sacrosanto il timore delle masse popolari sull'uso delle tecnologie che ne può fare la borghesia visto che l'unico interesse che la muove è il proprio profitto.

 

4. Che in un paese imperialista come il nostro rappresenta, compresi i propri familiari, circa il 10% della popolazione. Vedi PMP, pag. 90.

 

5. Nella lotta delle varie frazioni sovente gli stessi capitalisti mobilitano, fomentano e sostengono campagne contro alcuni prodotti o tecnologie. Periodicamente saltano fuori anche scandali legati a finanziamenti di capitalisti e multinazionali ad associazioni di ecologisti, di ambientalisti, di difesa dei consumatori, ecc.

 

 

Nella fase imperialista la borghesia è diventata maestra nel creare confusione e nel fomentare e produrre oscurantismo e l'arretratezza delle masse popolari. Di fronte a una nuova tecnologia, la borghesia è capace di trovare “eminenti” scienziati e ricercatori che sostengono, con tanto di dati “scientifici” e senza nessun pudore, tesi opposte. Alcuni  sosterranno che “la nuova tecnologia provocherà sciagure e disastri per l'umanità”, e gli altri che “l'umanità non potrà che ricavarne benefici e vantaggi”. L'eclettismo (mettere sullo stesso piano tesi e concezioni diverse, dare “pari dignità” a concezioni e pratiche che portano su strade diverse) così caro a diverse FSRS, non è altro che un metodo e una linea usate dalla borghesia per alimentare la confusione e per impedire alle masse di comprendere la realtà e le reali dinamiche in corso.(6)

 

6. Sul rapporto fra conoscenza e pratica, fra il sapere e il fare, vedi Mao Tse-tung, Sulla pratica, in Opere vol. 5

 

La confusione e la falsificazione della realtà sono funzionali agli interessi della borghesia. La classe operaia e le masse popolari hanno bisogno di chiarezza, devono diradare la nebbia e la confusione che la borghesia sparge a piene mani. “La verità è rivoluzionaria e ogni cosa è infinitamente conoscibile”, questo ci insegna il materialismo dialettico. Bisogna combattere la confusione della borghesia e dire la verità alle masse”, questo ci insegna l'esperienza del movimento comunista. Alcune FSRS non hanno capito l'importanza di questi aspetti nel rapporto con i lavoratori e le masse popolari, si ostinano a volersi camuffare “da semplici lavoratori” e a nascondere alle masse (perché non possono capirlo, perché sono arretrate, ecc.) che l'unica vera prospettiva positiva per le masse è la lotta per il socialismo. Lotta che in questa fase, nel nostro paese, si traduce e si caratterizza nel lavoro per la ricostruzione del partito comunista.

Abbiamo detto che la borghesia per far sopravvivere il suo dominio deve far regnare la confusione sulle reali cause e sulle reali conseguenze dei fenomeni.(7) In questo lavoro trova un valido aiuto e contributo nella sinistra borghese, nelle sue varie versioni: ecologista, riformista, alternativa, bucolica, ecc.

 

7. Esistono diversi esempi sull'interessata confusione e falsificazione che adotta la borghesia. Per tutti valga l'esempio dell'amianto, sostanza accertata cancerogena per l'uomo da almeno 40 anni. Per arrivare al blocco della produzione e dell'utilizzo (1992) di questa sostanza ci sono voluti più di 40 anni e decine di migliaia di morti e ammalati. Questi 40 anni sono serviti ai capitalisti per sfruttare al massimo questo prodotto e riempire le nostre case e il territorio di prodotti contenenti amianto. Il disastro ambientale creato dai capitalisti ci accompagnerà ancora per diversi decenni. La stessa storia si ripete in questi giorni rispetto alle onde elettromagnetiche prodotte dai sistemi di telefonia cellulare, dalle linee di alta tensione e dalle apparecchiature elettriche. Eminenti “scienziati” giurano che non sono dannosi o che non si hanno riscontri sufficienti (cioè non ci sono morti sufficienti). La stessa storiella che hanno ripetuto per decenni sull'amianto.

 

La sinistra borghese e riformista, anche quella più estremista, quella che si batte contro il GATT (Accordo generale sulle tariffe doganali e il commercio, OMC (Organizzazione mondiale per il commercio), FMI (Fondo monetario internazionale), la globalizzazione, non ponendo nel giusto rapporto causa ed effetto, favorisce la permanenza del dominio della borghesia.

Secondo la sinistra borghese e riformista la miseria e i disastri dell'attuale società sono dovuti ad alcuni malvagi individui o gruppi (multinazionali, FMI, OMC, Clinton, GATT, ecc.), e non al sistema capitalista e al suo modo di produzione. Gli esponenti di questa corrente nelle loro analisi e nei loro programmi non mettono mai in evidenza che è il sistema capitalista la fonte di “tutti i mali” e che bisogna eliminarlo e sostituirlo con un sistema nuovo e superiore, quello socialista. Essi non ponendo al centro la contraddizione principale del MPC (contraddizione tra il carattere collettivo delle forze produttive e dell’attività economiche da una parte e la proprietà individuale di esse e il carattere privato dell'attività economica dall'altra), ostacolano la classe operaia e le masse popolari nella comprensione delle reali dinamiche dello scontro in atto.(8) Seminano al loro interno teorie e linee che o sono conformi agli interessi della borghesia o li portano fuori strada. In sintesi impediscono alla classe operaia di avere una propria teoria rivoluzionaria e “senza teoria rivoluzionaria non ci può essere movimento rivoluzionario” (Lenin).

 

8. Per una maggiore comprensione delle regole e delle dinamiche del modo di produzione capitalista si rimanda a Rapporti Sociali n. 0, Don Chisciotte e i mulini a vento e agli articoli  Rapporto di capitale in Rapporti Sociali nn. 2, 3 e 4.

 

La sinistra borghese e riformista, al pari dei movimentisti, è contro la teoria rivoluzionaria in quanto “roba vecchia”, superata dalla “moderna società globalizzata e multimediale (o multimediatica che fa più “in”)”.

La sinistra borghese e riformista oscilla tra:

- i sostenitori di teorie e pratiche oscurantiste;

- i diffusori di illusioni (come quella di poter controllare, tramite i governi e le istituzioni borghesi, la malvagità del capitalismo);

- gli esaltatori delle nuove tecnologie come terreno di appropriazione e liberazione del proletariato (ieri era l'informatica, la cibernetica e la robotica oggi internet e il mondo multimediale).

Per quanto riguarda il rapporto con le innovazioni tecnologiche i primi si schierano contro la scienza e il progresso scientifico e predicano il ritorno al passato (ad es. al mondo senza automobili, al mondo della autoproduzione e dell'agricoltura “biologica”, ecc.). I secondi si appellano e si affannano a convincere i capitalisti che bisogna creare istituzioni democratiche e organismi scientifici autonomi dal capitale, si appellano alla coscienza degli individui e alla deontologia professionale, ecc. I terzi rimangono affascinati dalle nuove tecnologie, le presentano come la conferma della capacità del capitalismo a svilupparsi e rinnovarsi continuamente e di conseguenza diventano i sostenitori dell'impossibilità di poter fare la rivoluzione e che bisogna “riformare” il capitalismo. Gli esponenti di punta di questa corrente spesso abbandonano il campo della “sinistra” per diventare affermati tecnici e manager al servizio della BI.

La sinistra borghese e riformista “oscilla tra la descrizione disperata e la contemplazione della società borghese moderna come indissolubile connubio di bene e male (una versione laica del mito dio-lucifero)”. Oscilla tra il lamento sull'imperante “pensiero unico” e il mito della libertà delle reti informatiche, dell'autoproduzione come negazione del capitalismo o capacità di cambiare il mondo.(9) La sinistra borghese, non ponendo una giusta analisi e valutazione della la globalizzazione se non si caratterizza come movimento di lotta per una nuova società e quindi concretamente come movimento di lotta per il comunismo. Rifiutare il nuovo e il futuro (le nuove tecnologie, gli organismi geneticamente modificati (OGM), la clonazione, la sperimentazione scientifica, ecc.) oggi si traduce, praticamente, nella conservazione del passato, nel ritorno al “vecchio mondo antico”. Su questo terreno si cade, inevitabilmente, sotto l'egemonia delle varie sette e del Vaticano e prima o poi si confluisce nella mobilitazione reazionaria delle masse sotto la direzione di una delle frazioni della borghesia imperialista. Alcuni esponenti di questo movimento, com'è già successo diverse volte nella nostra storia recente, diventano fomentatori della mobilitazione reazionaria delle masse.

 

9. Sull'influenza della cultura borghese di sinistra, vedi Forze produttive e rapporti di produzione, in RS5/6 (1990), pagg. 34-35, dove tra l'altro è detto: “È evidente che una teoria di questo genere [teoria della Scuola di Francoforte, che è la base organica della cultura borghese di sinistra] anche una critica di questo genere non serve a nulla come guida per l'azione. Anzi i gruppi rivoluzionari che la fanno propria, da essa derivano ad ogni momento elementi di ostacolo e di confusione della loro azione pratica. Infatti basandosi su questa teoria, è impossibile raggiungere una comprensione organica e scientifica del movimento della società che sia per i rivoluzionari guida per la vittoria”.

 

Oggi si assiste a una sempre più stretta collaborazione di esponenti del cosiddetto movimento antagonista (ad es. centri sociali del nord-est) con preti “alternativi” e istituzioni dirette e gestite dal Vaticano (Gesuiti, Mani Tese, Pax Cristi, Francescani, ecc.), alla continua esaltazione della sinistra borghese di Papa Woytila e del Vaticano, come benefattori e conciliatori dell'umanità. Una tale commistione non può non portare i lavoratori, i giovani e le masse popolari sotto l'egemonia del Vaticano che è uno dei gruppi imperialisti più potenti del mondo.

Il “no al capitalismo”, il “no all'imperialismo” senza il “si al comunismo”, senza lotta per il socialismo favorisce la destra vecchia e nuova e la mobilitazione reazionaria delle masse. Non a caso anche il movimento neonazista e xenofobo innalza queste parole d'ordine.

  

Riassumendo, nella società capitalista, l’introduzione di una nuova tecnologia viene effettuata tenendo conto principalmente se produce o meno profitto. Decidono quindi di sviluppare e introdurre la nuova tecnologia solo se si valuta che esistono adeguate possibilità di profitto.

L’applicazione di una nuova tecnologia comporta:

- perdita di quote di mercato, fallimento, messa fuori mercato per alcuni capitalisti e sviluppo e arricchimento per altri (vedi la tanto sbandierata “new economy” di questi tempi, con i suoi nuovi arricchiti e la dura lotta in corso per accaparrarsi e spartirsi i mercati),

- peggioramento e attacco alle conquiste dei lavoratori della vecchia e della nuova tecnologia con licenziamenti, flessibilità, ecc. I lavoratori della vecchia tecnologia verranno continuamente ricattati e costretti ad accettare sempre nuovi sacrifici per “mantenere l'azienda in vita”, “mantenere le quote di mercato”. Quelli della nuova dovranno favorire lo sviluppo dell'azienda accettando condizioni di lavoro precarie, flessibilità nei ritmi e nei salari.

L'avanzata della crisi generale del sistema capitalista determina un'aspra guerra commerciale che coinvolge tutti i settori produttivi e tutto il mondo. Essa costringe i capitalisti a sviluppare nuove tecnologie per aumentare la produttività dei loro lavoratori e battere i concorrenti. L'introduzione delle nuove tecnologie alimenta e acutizza questa guerra tra i diversi gruppi di capitalisti. Ogni parte combatterà con tutte le forze per affermare il proprio interesse.

In questa guerra vengono usate tutte le armi, senza esclusioni di colpi. Si usano gli Stati e gli organismi politici sovranazionali (ONU, UE, OMC, ecc.), gli organismi “scientifici” nazionali e internazionali (università, centri di ricerca, fondazioni, ecc.). Si emanano leggi e norme nazionali e internazionali per favorire o bloccare le nuove tecnologie, per introdurre facilitazioni fiscali o sanzioni, per sovvenzionare o impedire la ricerca, ecc.

Può accadere(10) che una nuova scoperta non trovi applicazione perché incompatibile con interessi e profitti della frazione di BI dominante (multinazionali, trust).

 

10. Quanto spesso accade è impossibile conoscerlo, dato che il monopolio della conoscenza scientifica è, in questa società, solo a disposizione della BI e dei suoi fedeli servitori.

 

Questo fenomeno era stato già ben evidenziato nel 1916 da Lenin nella sua opera L’imperialismo, dove a tal proposito viene detto: “… la base economica più profonda dell’imperialismo è il monopolio, originato dal capitalismo e trovantesi, nell’ambiente generale del capitalismo, della produzione mercantile, della concorrenza, in perpetuo e insolubile antagonismo con l’ambiente medesimo. Nondimeno questo monopolio, come ogni altro, genera la tendenza alla stasi e alla putrefazione. Nella misura in cui si introducono, sia pur transitoriamente, i prezzi di monopolio, vengono paralizzati, fino ad un certo punto, i moventi del progresso tecnico e quindi di ogni altro progresso, di ogni altro movimento in avanti e sorge immediatamente la possibilità economica di fermare artificiosamente il progresso tecnico. Un esempio. In America un certo Owens inventò una macchina che avrebbe rivoluzionato l’industria delle bottiglie. Ma il cartello tedesco dei fabbricanti di bottiglie compra il brevetto di Owens e lo mette in un cassetto, impedendone così l’applicazione. Certamente, in regime capitalistico nessun monopolio potrà completamente e per lungo tempo escludere la concorrenza del mercato mondiale (questo costituisce tra l’altro una delle ragioni della stupidità della teoria dell’ultraimperialismo). Certo la possibilità di abbassare, mediante nuovi miglioramenti tecnici, i costi di produzione ed elevare i profitti, milita a favore delle innovazioni. Ma la tendenza alla stagnazione e alla putrefazione, che è propria del monopolio continua dal canto suo ad agire, e in singoli rami industriali e in singoli paesi s’impone per determinati periodi di tempo.”(11)

 

11. Lenin, L’imperialismo, Collana Le Idee, Editori Riuniti, pagg. 139-140. Un esempio attuale riguarda il campo dell’energia. L'introduzione di energie “pulite”, tanto care agli ecologisti (solare, eoliche, ecc.), non potrà avvenire finché ci saranno multinazionali e Stati imperialisti  che hanno come loro base di enormi profitti il petrolio. Essi si opporranno con tutte le loro forze (ricorrendo alla guerra quando necessita) per mantenere i loro profitti.

 

Questo brano di Lenin rappresenta chiaramente qual è il reale rapporto, nella fase imperialista, tra il modo di produzione capitalista e la scienza e le innovazioni tecnologiche. Mette in luce che la contraddizione principale del MPC è tra il carattere collettivo delle forze produttive e delle attività economiche da una parte e la proprietà individuale di esse e il carattere privato dell’iniziativa economica dall'altra.(12)

 

12. Per una comprensione della contraddizione tra forze produttive e rapporti di produzione vedi Rapporti Sociali n. 5/6 (1990), pagg. 31 e segg.

 

Mette in luce che le innovazioni tecnologiche non possono essere fermate “per un lungo periodo” e che favoriscono la lotta che la classe operaia conduce contro la borghesia imperialista per l'adeguamento dei rapporti di produzione alle forze produttive collettive. Adeguamento che può esistere solo in una società collettiva com'è quella socialista.

Solo trattandolo alla luce della contraddizione tra forze produttive e rapporti di produzione (tra borghesia e proletariato), si può comprendere il ruolo che assume la scienza e lo sviluppo scientifico nella società capitalista e ogni altro problema materiale e spirituale presente nell'attuale società.

Oggi la scienza non può essere al servizio dell’uomo e dell'umanità in quanto è già al servizio, a tempo pieno, del capitale. Solo una società socialista può trasformare la scienza in fonte di ricerca e di soluzioni per il benessere collettivo dell’uomo e dell'ambiente che lo circonda. Nonostante l’arretratezza scientifica e tecnica dei paesi in cui finora la rivoluzione socialista ha vinto, i paesi socialisti nella loro breve esistenza hanno dato una dimostrazione pratica su larga scala di questa affermazione. Quando vogliono denigrare il movimento comunista, i borghesi sono costretti sempre a ricorrere ad esempi tratti dalla fase in cui i paesi socialisti stavano retrocedendo verso il capitalismo, sotto la direzione degli agenti interni del capitalismo, i revisionisti moderni.

 

Da quando “il mondo è entrato nella fase imperialista del capitalismo, la fase della decadenza del capitalismo e della rivoluzione proletaria, nella quale ci troviamo tuttora”(13), la borghesia, per conservare la proprietà individuale capitalista delle forze produttive deve continuamente fare i conti con il carattere già collettivo di queste.(14)

 

13. PMP, pag. 21

 

14. “… la lotta contro l’avanzata del comunismo e la conservazione degli ordinamenti esistenti divennero compiti imprescindibili dell’attività della borghesia. Questo però inevitabilmente portava la borghesia anche alla difesa e al recupero delle anticaglie del passato in qualche modo sopravvissute alla rivoluzione borghese (le istituzioni feudali, le chiese, le pratiche oscurantiste, le società segrete, ecc.) e ad altre attività in contrasto con la valorizzazione del capitale. Recupero che diventa fonte di nuove contraddizioni e crisi: rapporti di dipendenza personale, organizzazioni criminali, la sostituzione della concorrenza economica con la violenza e la corruzione, (…). La borghesia divenne per forza conservatrice e reazionaria. Era definitivamente finita l’epoca della democrazia borghesia e del ruolo progressivo della borghesia”. PMP, pagg. 22-23.

 

Lo sviluppo delle forze produttive collettive, impone alla BI di adottare sempre più una politica che intrappoli e rinchiuda le innovazioni tecnologiche “nelle sue logiche” e che le trasformi, generalmente, in fonte di morte e miseria per l'uomo e per l'ambiente (non per congenita cattiveria, ma perché così comporta la massimizzazione del profitto a sua volta imposta a ogni capitalista dalla concorrenza). La costringe ad adottare una politica di spreco di immense risorse (umane ed economiche) per controllare, blindare, difendere la proprietà “privata” e cercare di impedire che la tecnologia diventi realmente al servizio della stragrande maggioranza della popolazione mondiale.

Nascondere scoperte e invenzioni perché incompatibili con il profitto e “le regole del mercato capitalista”, deviare la conoscenza e la scienza verso l’oscurantismo e la riscoperta di tutte le anticaglie, contro cui essa stessa aveva lottato  nella fase di sviluppo del capitalismo, non salveranno la borghesia dalla sconfitta.

Le innovazioni tecnologiche e la scienza sono un fattore di crescita e di sviluppo delle condizioni materiali e morali degli uomini solo se gestite e dirette dalla classe operaia e dalle masse popolari. Questo ci insegna l'esperienza storica dell'Unione Sovietica e della Cina che nel periodo di costruzione del socialismo sono riusciti a ottenere grandiosi risultati in tutti i campi delle attività umane, hanno dimostrato concretamente cosa significa “scienza al servizio del popolo”, hanno dimostrato concretamente la superiorità del sistema socialista nella risoluzione dei problemi morali e materiali delle masse popolari. Solo l'avvento dei revisionisti ha riportato la scienza al servizio degli affaristi borghesi che si impadronivano del Partito e dello Stato.

Per questo è importante quanto scritto nel PMP a tal proposito nel Cap. IV - Programma per la fase socialista, al punto 11: “Sviluppo di una cultura che aiuti le masse popolari a capire i propri problemi materiali e spirituali e a trovare soluzioni appropriate. Libertà di religione, di pensiero e di propaganda. Ogni gruppo organizzato avrà diritto di usare i mezzi materiali necessari alla propria vita spirituale (stampa, radio, TV, reti informatiche, locali e altro materiale).

Tutto il patrimonio conoscitivo e scientifico della società deve essere impiegato al servizio delle masse, per migliorare le condizioni materiali, morali e culturali di ogni individuo. Abolizione della proprietà delle scoperte e delle opere artistiche, dei diritti di autore, dei brevetti, ecc.

Mobilitazione degli intellettuali perché usino il patrimonio sociale di cui sono depositari per aiutare le masse a comprendere meglio se stesse, le proprie condizioni materiali, i propri sentimenti, i propri stati d'animo, le proprie relazioni e a dirigerle nel modo migliore.”(15)

 

Sergio Ferretti

 

15. PMP, pag. 104.

 

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