Presentazione

Rapporti Sociali n. 29 - marzo 2002 (versione Open Office / versione MSWord)

 

Unirsi nel FRONTE POPOLARE per la ricostruzione del partito comunista

 

Gli sviluppi della situazione ad ogni livello rinsaldano la fiducia di coloro che lavorano alla ricostruzione del partito. Fiducia ed entusiasmo in questo lavoro sono ragione e sentimento da coltivare e da difendere. Non si trovano già pronti e anzi quello che si trova è il loro contrario: la borghesia dispiega grande quantità di mezzi per diffondere dubbi, incertezze, confusioni, scetticismi, e per ridicolizzare ogni sforzo di chi affronta la realtà con atteggiamento costruttivo. La borghesia, che cerca di inquinare le masse popolari con la sfiducia nella realtà, finisce poi per inquinare prima di tutto se stessa. Ha di fronte una crisi economica che avanza e che si esprime in modo eclatante, travolgendo stati come l’Argentina, investendo colossi economici come la Enron. Si guarda alla “futura ripresa economica” con l’atteggiamento di danzatori della pioggia che aspettano le nuvole. Sul piano politico si manifesta l’assoluta impotenza a risolvere il conflitto tra masse popolari e borghesia imperialista se non adottando la repressione e la guerra. Ognuno dei cosiddetti “processi di pace” partiti con l’amministrazione Clinton ha prodotto una situazione peggiore di quella di partenza, cioè ha prodotto guerra, dimostrando con ciò che dove la borghesia mette mano produce il contrario di ciò che dice: “processo di pace” significa “sviluppo della guerra” così come “riforma dello stato sociale” significa tagli, così come la “casa della libertà” di Berlusconi significa galera per le masse popolari, per gli immigrati, per chi manifesta nelle piazze, per i comunisti.

A fronte di questo sfascio le masse popolari da tempo si stanno muovendo, nonostante che fossero in molti a non accorgersene. Oggi il loro movimento diventa visibile. Non lo si può negare, e quindi si adotta la tecnica della falsificazione, mettendo in rilievo quanto ha di inadeguato, di conforme all’ideologia borghese, cercando di farlo imbrigliare da dirigenti o incapaci o più spesso in malafede. È inevitabile che sia così, stante il fatto che la borghesia, come classe dominante, ha in mano tutti gli strumenti di comunicazione e di repressione, perciò da un lato presenta la realtà come le pare e non come è, dall’altro reprime ogni tendenza che è capace di trasformare veramente la realtà senza fermarsi di fronte alla tortura e all’assassinio, come s’è visto a Genova, come si vede in Argentina, in Palestina e altrove.

La falsa propaganda e la repressione ci riguardano fino ad un certo punto. Non abbiamo tanto tempo da buttare in lamenti sulla falsità e sulla malvagità di chi ci comanda. Quando diciamo che coltiviamo la fiducia e l’entusiasmo intendiamo dire che ci formiamo come comunisti, come soggetti che con l’ideologia borghese hanno a che fare come con qualcosa di estraneo. Intendiamo sopprimere sia la borghesia che la sua ideologia non per il piacere dell’antagonismo, ma perché tutto ciò è di ostacolo alla costruzione dell’altro mondo possibile di cui inizia a parlare il popolo di Seattle. Diciamo che non solo un altro mondo è possibile, ma che un altro mondo è necessario. Diciamo che quest’altra cosa di cui si parla va fondata e va articolata, altrimenti se ci si limita a dire che si vuole qualcosa d’altro rispetto a quel che c’è, senza dire cosa, allora ci si riduce ad essere “un sacco alternativi”, come ha detto Verdone. Diciamo “no all’imperialismo” perché diciamo “sì al comunismo”.

Tutto ciò, nel concreto, ci impegna ad agire prima di tutto nel nostro paese, e si realizza nel processo di ricostruzione del partito comunista italiano. Tale processo per quanto appaia contraddittorio, contorto, perennemente a rischio, sostanzialmente avanza. Ciò che appare come contraddizione è invece segno di movimento. Il processo di ricostruzione del partito comunista investe l’intero campo delle forze soggettive, che di fronte a questa realtà sono costrette a prendere posizione. La sua razionalità si impone a fronte di ogni spontaneismo. Assume forme concrete, a fronte delle quali la repres sione borghese rivela la sua fondamentale impotenza. La condizione di rischio si riduce quanto più comprendiamo che ricostruire il partito significa costruire il campo dove la borghesia più fatica a colpire, dove più le masse popolari e chi le rappresenta sono liberi e sicuri.

Compito nostro, di noi che lavoriamo alla pubblicazione di questa rivista, è oggi dare la più grande risonanza a questo processo, rifletterne lo sviluppo oggettivo e allo stesso tempo esserne parte. Perciò da un lato dedichiamo molta parte di questo numero al Fronte Popolare per la ricostruzione del partito comunista, all’organismo che ha la possibilità di comporre al proprio interno quanto di meglio c’è tra le forze soggettive e di raccogliere i migliori elementi avanzati tra gli operai, i lavoratori e le masse popolari. Con questo lavoro, come già sperimentato con la partecipazione alla campagna elettorale del 2001, contribuiremo a ridare fiducia nella causa del socialismo alle FSRS stesse, ai lavoratori e alle masse popolari e a rafforzare il movimento di resistenza all’eliminazione delle conquiste. Dobbiamo raccogliere sotto la bandiera della ricostruzione del partito comunista la parte più avanzata che emerge dalla lotta contro il governo Berlusconi e impedire che ancora una volta, come fu nel 1994, siano i partiti della sinistra borghese e riformista a raccogliere tutti i frutti di questa lotta.

Dobbiamo utilizzare la lotta comune contro il governo Berlusconi per portare ad un livello superiore la battaglia tra le FSRS per la loro trasformazione in comunisti e per affermare che i lavoratori avanzati oggi si uniscono solo nella ricostruzione del partito comunista ed è impegnandosi nella ricostruzione del partito che principalmente progrediscono nel loro ruolo di orientamento e di aggregazione dei loro compagni di lavoro.

Dall’altro lato la rivista è strumento di propaganda in quanto serve a formarci, a rinsaldare in noi le tendenze positive e a combattere quelle negative. Perciò dedichiamo diversi articoli alla battaglia entro le forze soggettive rispetto al processo di ricostruzione del partito. Anche qui l’antidoto per non scadere nella polemica fine a se stessa, per non perpetuare le divisioni che perseguitano il movimento rivoluzionario in Italia e altrove, è porre la critica, il negativo, come funzionale al positivo, al partito che supera ognuna delle forze soggettive oggi in campo, noi compresi. Ricostruiamo il partito, che è la coscienza della classe operaia. Ricostruiamo la nostra coscienza, riconosciamo i nostri limiti e li neghiamo, cioè diciamo no all’ideologia borghese, e diciamo sì alla concezione del mondo della classe operaia e del proletariato, diciamo sì al comunismo.

 

***** Manchette

 

RAPPORTI SOCIALI

Rivista di propaganda e dibattito per il comunismo

 

Numero 29 - marzo 2002, una copia 3 €

Registrazione: Tribunale di Milano n. 282/87

Direttore responsabile: Giuseppe Maj

Edizioni Rapporti Sociali, via Tanaro n. 7 - 20128 Milano

tel./fax 02 26306454

www.carc.it, e-mail: carc@riseup.net

La rivista può essere acquistata nelle principali librerie oppure richiesta direttamente alla Casa editrice, versando l’importo sul ccp n. 29954203 intestato a Resistenza - Milano (specificando la causale).

 

Abbonamento ordinario (4 numeri): 10 € + 3* = 13 €

Abbonamento sostenitore: da 25 €

* contributo per spese postali

stampa: fotocopiato in proprio, marzo 2002

*****

 

Rapporti Sociali 1985-2008 - Indice di tutti gli articoli