Viva la resistenza contro la guerra imperialista!
No all’aggressione imperialista contro il popolo iracheno! 

Rapporti Sociali 33 - aprile 2003   (versione Open Office / versione MSWord)

 

da Resistenza (n. 3, marzo 2003)

 

Dopo aver cercato invano per almeno dieci anni di destabilizzare il regime iracheno e di promuovere la creazione dall’interno di un regime alternativo (“democratico”, cioè asservito ai loro voleri), i gruppi imperialisti USA, rappresentati da quell’associazione a delinquere che va sotto il nome di governo Bush, aggrediscono l’Iraq. Per capire il perché non vale neanche la pena esaminare le motivazioni addotte dal governo Bush tanto è chiaro che si tratta di pretesti e menzogne. Sembra la rappresentazione della favola del lupo e dell’agnello: “tu mi minacci” diceva il lupo all’agnello per poterselo mangiare in buona pace. Non che Saddam sia propriamente un agnello, però non è certo Saddam che preme sui confini degli USA e che brandisce armi di distruzione di massa contro gli USA: Saddam le armi di distruzione di massa le ha usate quando era in combutta con i gruppi imperialisti USA contro la rivoluzione antimperialista iraniana ed erano gli stessi imperialisti USA a fornirgliele e a insegnargli a costruirle.

I gruppi imperialisti USA aggrediscono l’Iraq per farla finita una volta per tutte con un regime che, dopo essere stato per anni al loro servizio, rifiuta di sostenere come propri e con ogni mezzo i loro interessi, che non vuole più sottostare alle loro pretese e sfida la loro autorità: in una zona come il Medio Oriente dove vi sono le maggiori riserve mondiali di petrolio, dove fermenta la ribellione dei popoli della zona sottoposti al doppio giogo degli imperialisti e dei regimi reazionari e feudali, dove la lotta antimperialista e antisionista del popolo palestinese infiamma il cuore e le menti dei popoli oppressi; in un momento in cui il dominio degli imperialisti USA sul mondo è sempre più instabile e sempre più contestato.

Eliminando Saddam e installando un governo fantoccio il governo Bush conta di prendere i classici due piccioni con una fava, anche se in questo caso i “piccioni” sono ben più di due. Oltre a impadronirsi delle riserve di petrolio irachene (che userà per ricattare e ridurre a più miti consigli i gruppi imperialisti concorrenti, i governi di altri paesi nonché i paesi aderenti all’OPEC), la congrega di sfruttatori, aguzzini e criminali che ha installato Bush al potere mira infatti a dissuadere i gruppi imperialisti suoi concorrenti, in primo luogo quelli riuniti nell’UE, dall’intraprendere la strada di lanciarsi autonomamente alla conquista del mondo, cioè dall’insidiare e contendere agli imperialisti USA il dominio mondiale.

Scatenando la forza distruttiva delle vecchie e nuove armi di cui si sono dotati, gli imperialisti USA vogliono dissuadere dal seguire l’esempio dell’Iraq tutti quei governi (e l’America latina ne è l’esempio più eclatante) che si trovano stretti tra le pretese degli imperialisti USA, da una parte, e il rifiuto delle masse del loro paese di subire le conseguenze di tali pretese, dall’altra, e nello stesso tempo avvertire i governi che sono nella stessa situazione dell’Iraq (Siria, Iran, Corea, ecc.) a che cosa vanno incontro se persistono nella loro “ribellione”.

Aggredendo l’Iraq all’insegna della difesa della patria e della sicurezza degli americani (come se Bush e i milioni di americani costretti a vivere, anzi a sopravvivere, di espedienti, di beneficenza e tra mille stenti fossero sulla stessa barca!) dal “terrorismo internazionale”, il governo Bush cerca di compattare intorno a sé le masse popolari americane all’interno delle quali cresce il malessere, l’insofferenza e il malcontento per lo stato di crescente miseria, disoccupazione, disuguaglianza sociale, precarietà, repressione e ingiustizia in cui gli imperialisti USA le stanno gettando.

Scatenando una guerra terroristica contro il popolo iracheno, infine, l’amministrazione Bush vuole lanciare un monito  alle masse popolari degli altri paesi imperialisti, ai popoli oppressi di tutto il mondo e alle forze rivoluzionarie di tutto il mondo: guai a chi osa sfidare e volgere contro il gendarme mondiale dell’ordinamento capitalista il suo odio, la sua lotta, le sue armi!

A ben guardare, quindi, è vero che si tratta di una “guerra preventiva”: preventiva sì, ma della ribellione contro il dominio dei gruppi imperialisti USA sul mondo! Ma è altrettanto vero che si tratta di un tentativo vano, perché non elimina neanche una delle cause di fondo che generano la ribellione al dominio dei gruppi imperialisti USA né per quanto riguarda il campo imperialista né per quanto riguarda il campo delle masse popolari. Ed è la miccia di una nuova guerra interimperialista, che avrebbe sicuramente dimensioni tali da far impallidire il ricordo delle immani devastazioni, dei milioni di morti e delle immense sofferenze di cui gli imperialisti si sono resi responsabili con la Seconda guerra mondiale!

 

 

 

Rapporti Sociali 1985-2008 - Indice di tutti gli articoli