Dal compagno Giuseppe Czeppel

Rapporti Sociali 34 - gennaio 2004   (versione Open Office / versione MSWord)

 

(stralci di una lettera)

 

Caro compagno, scusa il ritardo con cui ti rispondo, ma la tua come moltissime altre lettere e cartoline mi sono state consegnate insieme solo il 14 di agosto. Sto cercando di leggere con cura le lettere e rispondere a tutte, ma essendomi esse arrivate in blocco, si allunga il mio tempo per la risposta. Ma eccomi, finalmente è arrivato il tuo turno. Innanzitutto un caro abbraccio a te e alla tua famiglia e grazie per la solidarietà che mi dimostri. Nonostante sia passato molto tempo mi fa ovviamente piacere sapere del tuo impegno politico per la nostra causa. A proposito di “malfattori” come ben possiamo capire, più si ruba, più si hanno i soldi per “farsi” partiti, governi e leggi, per difendersi dalla legge. Quale insegnamento per i giovani!

Che società perversa e putrescente rappresentano i politici di oggi!

Noi siamo in galera solamente perché diciamo che deve esistere un partito comunista che cambi realmente lo stato delle cose, ma naturalmente questo è più pericoloso per loro perché li spoglierebbe di quel potere che li protegge dalla loro medesima “legalità” (se solo il Berlusca esce di scena è letteralmente finito). Ma la gente ha capito che ormai la politica della borghesia è un teatrino dell’arte. Da ciò deriva che lo stato della borghesia perde ogni giorno prestigio e si scolla dalla società. In considerazione di ciò l’illegalità e la violenza si diffondono ma i comunisti e le masse popolari inizieranno a pensare al nuovo modello di società che spazzi via il marciume che la borghesia cerca di gettare sulla gente.

Quindi come tu stesso noti possiamo più facilmente propagandare le nostre idee visto lo stato di putrefazione culturale e morale della borghesia imperialista.

Il loro ignobile tentativo di censurare ci permette di fare un passo avanti con sempre maggiore cognizione di causa e mostra le contraddizioni che man mano che la crisi avanza il capitalismo non riesce più a gestire. Come puoi notare dall’entusiasmo della mia lettera sono convinto che il bilancio totale di questa vicenda sia per i comunisti positivo. È ovvio che la continua pressione che esercitano su di noi può logorarci, ma contemporaneamente rinsaldiamo il nostro morale con la solidarietà che si rinnova e traiamo nuove risorse per avanzare.

Se siamo all’altezza della situazione raccoglieremo più di quanto la borghesia ci leva o danneggia. Nel 1999 considerando che i CARC avevano un’esperienza limitata su come far fronte all’operazione repressiva, possiamo sicuramente trarre un bilancio positivo su diversi fronti. Oggi con l’esperienza che abbiamo accumulato possiamo fare di meglio. E poi al vostro fianco ci sono rivoluzionari come Giuseppe Maj che sono un esempio di coraggio ed eroismo, che la borghesia riceverà solo svantaggi a cercare di farlo passare per “malfaiteur o Banditen”.

Non scordiamoci mai che i lavoratori e le masse popolari oggi sono meglio disposte ad ascoltare le proposte propositive come quelle dei comunisti e rigettare le promesse senza futuro degli imbonitori da fiera che cercano di ingannarli.

Ti incito alla lotta e il mio più grande dispiacere e che ad essa oggi posso contribuire solo come rivoluzionario prigioniero e non partecipando al confronto con gli operai che sono la nostra scuola, quando lottano per difendere i loro diritti.

Questa lotta che sicuramente si svilupperà nel prossimo autunno è un altro momento che ci permetterà di avanzare nella costruzione del partito.

Colpendoci in estate ci hanno costretto a metterci in marcia in anticipo e quando arriverà l’autunno saremo già pronti al lavoro che spetta ai comunisti. (...)

Grazie per gli auguri di compleanno e per l’augurio di avere nipotini rivoluzionari.

 

Giuseppe Czeppel

Carcere di Fleury Mérogis, 20 luglio 2003

 

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