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Comunicato CP 07/09 - 4 aprile 2009
Il futuro prossimo dell’umanità è quello che noi costruiamo in questi mesi e nei prossimi uno o due anni!
I problemi che affrontiamo noi nel nostro paese, li affrontano in questa fase in forma analoga anche le masse popolari degli altri paesi, in ogni angolo del mondo: avremo solidarietà e daremo solidarietà!
Per uscire dal marasma attuale l’umanità deve progredire e trasformarsi. Noi comunisti dobbiamo essere i primi a trasformarci.
Siamo entrati in una fase decisiva della nostra lotta per instaurare il socialismo: questo mette ogni comunista alla prova, bisogna avanzare a un livello superiore!
Si è appena conclusa a Londra la riunione dei massimi rappresentanti e portavoce politici del sistema capitalista mondiale, la conferenza del G20. I caporioni del capitalismo hanno proclamato che porranno fine alla crisi. Hanno dichiarato che la loro riunione è un evento storico. Che le loro decisioni sono risolutive. Che l’attività economica riprenderà. Hanno promesso niente più paradisi fiscali per i grandi evasori fiscali. hanno giurato niente più guadagni da capogiro per finanzieri, biscazzieri e speculatori.
Per sintetizzare il valore dei loro proclami, basta ricordare che uno dei membri del coro è lo speculatore, grande evasore fiscale e grande corruttore Berlusconi, che ben conosciamo!
La conferenza del G20 è solo un’operazione pubblicitaria, per calmare e frenare l’indignazione popolare per quello che sta succedendo nel mondo. Per far finta di fare qualcosa. Ogni uomo politico dice che bisogna fare qualcosa. Ogni uomo politico deve fare qualcosa, deve giustificare la sua esistenza.
I principali esponenti della conferenza del G20 a Londra si sono subito dopo trasferiti a Strasburgo per tramare nel Consiglio NATO nuove aggressioni e nuovi complotti e trovare il modo di far fronte alle sconfitte subite in Afghanistan, in Palestina, in Iraq, in Somalia e altrove.
Il principale, se non l’unico, effetto pratico delle misure che la conferenza del G20 a Londra ha sanzionato è un’altra grande sfornata di soldi a banchieri, a finanzieri e grandi industriali. I capi di governo dei maggiori paesi si sono impegnati a fare nuovi debiti, a prendere altri soldi a prestito dai banchieri, dai finanzieri e dai ricchi, a metterli come nuovi debiti a carico degli Stati e a versarli gratuitamente a banchieri, a finanzieri e a grandi industriali. Questi in cambio dovrebbero aumentare l’attività economica che langue.
Ma che forse l’attività economica langue perché banchieri, finanzieri e industriali erano senza soldi?
Basta porsi questa semplice domanda per aver chiaro che i governi facendo nuovi debiti danno ancora più soldi a quella gente, soddisfano la loro avidità da maiali ingordi di sodi, da maniaci feroci fermi alle abitudini e ai valori di secoli fa, ma non li spingono ad aumentare l’attività economica. Con i nuovi debiti invece i governi giustificheranno nuove riduzioni di pensioni, di servizi e di spese pubbliche, l’ulteriore degrado dei servizi e delle strutture pubbliche, l’aumento di tariffe, ticket e imposte dirette e soprattutto indirette, il rifiuto di sovvenzioni e contributi a disoccupati, cassaintegrati e immigrati.
Tutti quelli che se ne sono occupati con competenza e non avevano interesse a nascondere le cose e a confondere le acque, hanno visto arrivare questa crisi. Tutti quelli che se ne sono occupati con competenza e non hanno interesse a nasconderlo, sanno che la crisi attuale deriva dalle relazioni economiche capitaliste. Banchieri, finanzieri, biscazzieri e speculatori non hanno fatto che impersonare le esigenze e le abitudini dell’ordinamento capitalista. Fino a qualche mese fa erano i personaggi più rispettati, ammirati e ascoltati negli ambienti borghesi e clericali e negli ambienti da questi influenzati.
La verità è che non è più possibile mantenere le attività economiche dell’umanità nell’ambito delle relazioni di denaro, delle relazioni mercantili, delle relazioni capitaliste. Queste hanno portato a un’orgia di denaro, di speculazioni e di ingiustizie e hanno soffocato le attività economiche. Ora gettano un numero crescente di uomini e di donne nella miseria, spingono una parte crescente dell’umanità ad attività dettate dalla disperazione, dall’esasperazione e dall’emarginazione.
Per dare un ordinato sviluppo alle attività economiche e farne uno strumento di vita e di progresso per tutta l’umanità bisogna toglierle dalle mani dei capitalisti e dei loro commessi. Bisogna che le attività economiche siano gestite come attività pubbliche, come in qualche misura già lo erano fino a qualche anno fa l’istruzione o la sanità.
Solo le masse popolari organizzate possono compiere questa impresa: togliere le attività economiche dalle mani di industriali, banchieri, finanzieri, nazionalizzare tutte le grandi aziende e gestirle come istituzioni pubbliche. Solo i rappresentanti e i portavoce delle masse popolari organizzate possono compiere quest’opera efficacemente, onestamente, rendendo conto pubblicamente e costantemente di quello che fanno, sottoponendo i progetti e le scelte alla discussione pubblica, facendo conoscere senza segreti e reticenze i problemi, le risorse e le soluzioni.
Non è la conoscenza delle cose che manca. Questa va certo diffusa e discussa più largamente. A molte più persone va data la possibilità di assimilare le conoscenze e di capire quello che succede. Proprio il contrario di quello che fanno i capitalisti e il clero.
Ma il nodo decisivo della situazione è che una parte maggiore di lavoratori si mobiliti e si organizzi. La chiave della soluzione dei problemi dell’umanità sta nelle nostre mani.
Bisogna che le organizzazioni operaie e le organizzazioni popolari che già esistono organizzino a ogni livello proteste e mobilitazioni per costringere le Autorità a non chiudere aziende, a impedire licenziamenti, a dare mezzi di sussistenza a ogni persona. Nessuna azienda deve essere chiusa, nessun lavoratore deve essere licenziato, a ogni persona bisogna assicurare un reddito e, se è in età e in salute, un lavoro.
Ma soprattutto bisogna che tutte le organizzazioni operaie e popolari si decidano a prendere loro in mano il governo del paese. Si decidano a togliere il governo dalle mani impotenti degli imbroglioni e dei parassiti e a prenderlo nelle proprie mani. Si decidano a mobilitare la massa della popolazione per realizzare misure d’emergenza che salvaguardino la vita e la salute della popolazione, soddisfino le giuste aspirazioni ed esigenze di ogni uomo e di ogni donna, rispondano alle concezioni e ai criteri più avanzati di cui disponiamo. Si decidano a organizzare la massima partecipazione alla discussione e alle attuazioni delle misure necessarie per mettere la vita della società su una carreggiata nuova e accettabile, compatibile con il progresso dell’umanità e la salvaguardia dell’ambiente.
I governi dei fiduciari del Vaticano e della Confindustria, dei banchieri e degli speculatori, degli imperialisti USA ed europei, dei gruppi sionisti e delle Organizzazioni Criminali possono certamente reprimere, intimidire e frenare e ostacolare. Ma non possono costruire niente di positivo per le masse popolari. Non possono porre fine alla crisi che i loro mandatari hanno causato e fomentano. Solo un governo formato dalle organizzazioni operaie e dalle organizzazioni popolari, dai comitati di lotta e dai comitati di resistenza, dalle organizzazioni sindacali di base e dalla sinistra dei sindacati di regime, dalle associazioni popolari e dai centri sociali può unire le forze sane del paese e compiere l’opera di cui abbiamo bisogno.
Noi comunisti dobbiamo promuovere tutto questo!
La grande e crescente partecipazione alle manifestazioni e alle proteste, da quelle di Londra contro il G20 a quelle di Strasburgo contro la NATO e la sua criminale politica di aggressione in Afghanistan, in Palestina, in Iraq, in Somalia e altrove, dallo sciopero generale di giovedì in Grecia alla manifestazione di oggi a Roma, conferma che tra le masse popolari il fermento cresce e si diffonde.
Occorre un orientamento più preciso: costituire governi d’emergenza che prendano immediatamente le misure necessarie a far fronte agli effetti più gravi della crisi e avviino un nuovo ragionevole corso della vita sociale, a partire dalla politica e dall’economia.
Occorre una maggiore e più ferma decisione a mettere da parte, con le buone o con le cattive, i promotori della crisi, i re della finanza e i difensori ostinati delle relazioni capitaliste.
I comunisti sono e devono essere alla testa di questa grande opera, questa sì storica, di orientamento e di organizzazione.
I comunisti sono chiamati ad assumere maggiori responsabilità. Nei prossimi mesi, al massimo nei prossimi uno o due anni, si decidono grandi cose.
Questo certamente spaventa alcuni di noi. Quello di cui finora avevamo parlato, diventa infine realtà e pone nuovi problemi. I più incerti, i più deboli, i più legati al presente cedono, non tengono il passo e si tirano fuori. Proprio in questi giorni anche nella carovana del nuovo Partito comunista italiano ci sono defezioni. Alcuni abbandonano le nostre file ancora deboli. I pretesti sono i più vari. Errori e soprattutto limiti non mancano nelle nostre file: sono più le cose che dobbiamo imparare a fare che quelle che facciamo già. Ma sostanzialmente quelli che abbandonano le nostre file sono compagni che cedono di fronte all’esigenza di assumere responsabilità e compiti superiori a quelli che finora avevano svolto, con le reali difficoltà che ne conseguono.
Noi non li seguiremo nel ritorno a casa, non getteremo il prezioso lavoro che finora abbiamo compiuto. Altri compagni affluiscono dalle masse operaie e popolari a colmare i vuoti. Le basi ideologiche, politiche e organizzative che abbiamo posto col duro lavoro degli anni scorsi, a cui hanno contribuito anche quelli che oggi restano indietro, sono abbastanza solide e i vuoti saranno rapidamente colmati. Altri compagni impareranno. Impareremo anche dalle defezioni di oggi, per correggere i difetti e gli errori e superare i limiti da cui quelli che oggi abbandonano traggono pretesto e con cui motivano la loro defezione.
Il futuro dell’umanità non cade dal cielo. È quello che l’umanità stessa si costruisce. Il futuro prossimo dell’umanità è quello che noi costruiamo in questi mesi e nei prossimi uno o due anni.
Dobbiamo imparare dall’esperienza, facendo ad ogni livello l’analisi concreta delle situazione concreta che affrontiamo, senza aver paura delle critiche.
Dobbiamo osare autocriticare i nostri errori e i nostri limiti e trasformarci, diventare un partito comunista più compatto e di più alto livello, quindi capace di organizzare e di mobilitare a più largo raggio. La base della piramide può allargarsi solo se la sua cima si innalza.
L’umanità per uscire dal marasma di oggi deve progredire e trasformarsi. Noi comunisti dobbiamo trasformarci per primi. Abbiamo gli elementi e le premesse per farlo con successo e per avanzare.
Abbiamo tratto dall’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria e dall’esperienza dei primi paesi socialisti gli insegnamenti di cui abbiamo bisogno per affrontare con successo i compiti della rivoluzione socialista anche nei paesi imperialisti e per instaurare il socialismo nel nostro paese e contribuire così alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo.
È una legge nel movimento comunista che ogni volta che nella pratica si ha una svolta, nel corpo dei quadri del Partito “l’uno si divide in due”. In ogni comunista vengono messe alla prova la dedizione alla causa, la profondità della comprensione del patrimonio del Partito e la forza delle convinzioni, la capacità di andare inflessibilmente fino al fondo delle cose, costi quel che costi, di dare realmente nella propria vita all’attività rivoluzionaria il ruolo prioritario su ogni altro pur lodevole e sacro dovere e rapporto che essa ha e deve avere nella vita dei comunisti perché la nostra causa possa vincere: una causa per cui non vale la pena morire non è destinata a vincere. Queste non sono caratteristiche che uno possiede al 100 per cento e un altro non possiede affatto. In ognuno di noi membri e dirigenti della carovana del nuovo Partito comunista italiano esistono ad un dato grado che può crescere o può diminuire.
Gramsci nonostante la malattia e la carcerazione, per quasi 10 anni lavorò assiduamente per la causa del comunismo e nella dedizione alla causa è un nostro modello. Per far avanzare la causa della liberazione e della democrazia nella Striscia di Gaza tra dicembre e gennaio scorsi 1.300 persone hanno dato la propria vita e 5.000 hanno subito lesioni permanenti: aveva torto la resistenza che non ha ceduto ai sionisti?
Ad ogni svolta, alcuni compagni fanno un passo avanti e si rafforzano. Altri fanno un passo indietro e in linea generale il passo indietro è il primo di una serie che porta al distacco dal Partito e dalla lotta per il comunismo.
Dobbiamo affrontare con energia e con serenità gli avvenimenti.
Per quanto gravi siano le difficoltà che dovremo affrontare, è certo che il Partito comunista risolvendo i problemi connessi con la svolta si temprerà e diventerà più capace di affrontare i problemi della rivoluzione socialista, in concreto della guerra popolare rivoluzionaria che stiamo conducendo per instaurare il socialismo in Italia e contribuire così alla seconda ondata della rivoluzione socialista che avanza in tutto il mondo. Faremo pulizia nelle nostre file, elimineremo atteggiamenti, tendenze e comportamenti arretrati e nocivi (cercando di salvare gli ammalati, se solo accetteranno di salvarsi) e affronteremo con maggiore successo il lavoro che ci attende. Varrà ancora una volta un’altra legge del movimento comunista, la legge che il Partito comunista si rafforza epurandosi.
La seconda crisi generale del capitalismo è entrata nella sua fase terminale. Noi siamo entrati in una fase decisiva della nostra lotta per instaurare il socialismo in Italia.
Lottando contro gli effetti più gravi della crisi generale del capitalismo, guidando le masse popolari a farvi fronte costituendo un governo d’emergenza, porteremo in porto la rinascita del movimento comunista: diventeremo il partito degli operai avanzati e creeremo un vasto tessuto di organizzazioni, connessioni e relazioni di influenza che raggiungerà gran parte delle masse popolari. Questo renderà la classe operaia e le masse popolari capaci di far fronte alle manovre e ai colpi di mano con cui la borghesia e i suoi centri di potere (il Vaticano, la Confindustria, le Organizzazioni Criminali, i gruppi fascisti e gli altri gruppi più reazionari delle classi dominanti) cercheranno prima o poi di arrestare il corso della storia.
Il livore con cui in questi giorni si sono scagliati contro i siti Internet del nuovo Partito comunista italiano e hanno messo fuori uso il sito http://lavoce-npci.samizdat.net e il sito http://cacciaallosbirro.byethost7.com indica chiaramente la loro paura della verità e conferma l’efficacia della nostra lotta. Con la determinazione che il movimento comunista ci ha insegnato e grazie alla solidarietà che già sorge dalle masse popolari ricostruiremo le nostre armi di lotta, le faremo più efficaci. I reazionari sembrano forti. Anche Hitler sembrava invincibile. Anche i sionisti sembravano invincibili. Anche gli imperialisti USA avevano con tracotanza invaso l’Afghanistan, l’Iraq, la Somalia, ma ora non sanno come uscirne e invocano aiuti. Anche il Vaticano, la Confindustria, le Organizzazioni Criminali e tutte le altre forze reazionarie che infestano e devastano il nostro paese finiranno nella spazzatura della storia.
Senza il dominio di quel pugno di parassiti e con un più avanzato ordinamento sociale, il socialismo, l’umanità potrà uscire dal marasma attuale e progredire ulteriormente nel suo sviluppo.
La conoscenza, la tecnologia, le concezioni e i sentimenti che ha raggiunto, permettono all’umanità di porre fine allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, di migliorare enormemente le condizioni materiali e spirituali in ogni angolo del mondo, utilizzando scientificamente le più che abbondanti risorse di cui il pianeta dispone salvaguardando anche l’ambiente.
L’unico vero impedimento al progresso dell’umanità è il permanere del dominio della borghesia e del clero sulla società e l’accanimento terapeutico con cui essi tentano di tenere in piedi il capitalismo.
La borghesia imperialista basa la sua esistenza sullo sfruttamento delle masse popolari. Ogni misura che essa mette in campo per far fronte alla crisi del suo ordinamento sociale si basa sulla divisione delle masse popolari, sul peggioramento delle condizioni di una parte e sulla lotta tra parti delle masse popolari l’una contro l’altra. La borghesia non può alimentare l’unità delle masse popolari, non può favorire la loro coesione per far fronte collettivamente ai problemi della loro vita. Deve anzi scoraggiarla e reprimerla sul nascere.
Nella misura in cui le masse popolari sono unite e organizzate esse sono in grado di risolvere direttamente i problemi della loro esistenza. Esse possono fare a meno dei padroni, possono fare a meno della borghesia. Quindi, prima o poi, trovano la via per sbarazzarsene. Per questo la borghesia alimenta con ogni mezzo la divisione e i conflitti tra le masse popolari, l’arrivismo, l’individualismo, il razzismo.
Le masse popolari hanno già incominciato a mobilitarsi, ma possono organizzarsi e far fronte assai meglio di quanto fanno oggi alla condizione di abbrutimento in cui la crisi del sistema capitalista ci ha spinto. Sta a noi comunisti guidarle ad avanzare!
Le masse popolari organizzate possono fin da subito prendere alcune misure d’emergenza per far fronte agli effetti più devastanti della crisi. Queste si riassumono nelle seguenti sei misure.
1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).
2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.
3. Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato).
4. Eliminare attività e produzioni inutili e dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.
5. Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva.
6. Stabilire relazioni di collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.
Le masse popolari organizzandosi non solo possono far fronte alla crisi e tutelare i loro interessi immediati, ma sono anche in grado di alimentare un clima di solidarietà diffuso e potente, di dare il via a una nuova epoca di progresso, di dare vita a un’umanità superiore.
Già da subito le organizzazioni operaie e delle masse popolari possono fare di più e molto meglio di quanto già fanno per difendere i loro quartieri, le loro città e il territorio dal degrado, dalla violenza e dall’inquinamento generati dalla borghesia, dagli speculatori, dalle Organizzazioni Criminali, dal clero e dai loro servi, per far fronte da subito almeno agli effetti più gravi della crisi generale del capitalismo.
Organizziamo ronde popolari per difendere il nostro territorio dalla borghesia, dal clero, dalle Autorità e dalle Organizzazioni Criminali, per imporre servizi e condizioni civili di vita, per impedire il pattugliamento dei fascisti, dei razzisti della Lega Nord e degli sbirri!
La crisi generale del capitalismo richiede soluzioni d’emergenza!
Facciamo in modo che esse aprano la via all’instaurazione del socialismo e al superamento definitivo del capitalismo!
Le organizzazioni operaie e le organizzazioni popolari devono costituire un governo d’emergenza!
Cacciamo il governo Berlusconi!
Instauriamo un governo di Blocco Popolare!
Che tutti quelli che sono già convinti che questa è la via d’uscita dalla crisi del capitalismo, si uniscano, si organizzino e la propagandino, in primo luogo tra gli operai avanzati e gli elementi avanzati delle altre classi delle masse popolari!
Un governo di Blocco Popolare formato e sostenuto dalle organizzazioni operaie e dalle organizzazioni popolari sparse nel territorio, deve prendere in mano il paese!
Le grandi aziende non devono più essere dei padroni!
Le grandi aziende devono essere dei lavoratori e del loro nuovo Stato!
Alle piccole aziende il governo di Blocco Popolare affiderà commesse perché producano quanto necessario e assegnerà loro tutti i rifornimenti di cui hanno bisogno!
Le aziende non devono più produrre profitti! Devono produrre beni e servizi per chi lavora! Tutta la società deve essere riorganizzata in conformità con questa nuova base!
Compagni, operai, proletari, donne e giovani: arruolatevi nel (nuovo)Partito comunista italiano!
Partecipate alla campagna di organizzazione del Partito, costituite in ogni azienda, in ogni zona e in ogni organizzazione di massa un Comitato di Partito!