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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Comunicato CC 29/10 - 20 novembre 2010

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Aderire apertamente e capillarmente

alla manifestazione indetta dalla CGIL per sabato 27 novembre!

 

Incitare Organizzazioni Operaie e Organizzazioni Popolari, organismi dei sindacati alternativi (USB, COBAS, CUB, SLAI Cobas, ecc.) di ogni livello, istanze sindacali della CISL e della UIL a dichiarare apertamente la loro adesione alla manifestazione indetta dalla CGIL e a parteciparvi!

 

Convincere i lavoratori immigrati e le loro famiglie, gli studenti, gli insegnanti e i pensionati a partecipare in massa alla manifestazione, portando proprie parole d’ordine di lotta e di rivendicazione, dichiarando la volontà che le OO e le OP costituiscano un loro governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare!

 

Incitare in ogni modo i lavoratori iscritti a CISL e UIL a chiedere conto ai dirigenti della loro complicità con il governo Berlusconi, con la Confindustria e con Marchionne, del loro rifiuto a sottomettere ad assemblee e referendum il loro operato e le loro linee!

 

Incitare ogni lavoratore a disdire l’iscrizione a CISL, UIL e altri sindacati complici: non un soldo ai complici del governo e dei padroni!

 

 

La manifestazione indetta dalla CGIL per sabato 27 novembre è il risultato del grande successo della manifestazione guidata dalla FIOM il 16 ottobre. Può e deve essere la continuazione e l’allargamento di quella manifestazione. Possiamo e dobbiamo farla diventare un ulteriore passo avanti verso la costituzione del GBP e la sconfitta della destra della CGIL stessa.

La destra della CGIL, capeggiata dalla banda craxiana Camusso-Epifani, fa di tutto per ridurre la manifestazione del 27 novembre a una manifestazione puramente sindacale. La destra aveva concepito questa manifestazione in contrapposizione a quella della FIOM. Il corso degli eventi, non casuale ma promosso e orientato dai comunisti, da lavoratori avanzati e da sinceri democratici, è stato tale che possiamo e quindi dobbiamo rivoltare l’iniziativa della destra sindacale contro la destra stessa, contro l’accordo tra CGIL e Confindustria per dare alla Repubblica Pontificia un governo che anche senza Berlusconi continui la politica di Tremonti, Sacconi, Marcegaglia e Marchionne.

Se condurremo un’azione energica e vittoriosa in questo senso, rivolteremo a nostro favore perfino le manovre di Berlusconi e di Marchionne. La crisi economica e politica in cui la borghesia e il clero ci hanno condotti è tale che i margini di manovra della stessa destra della CGIL si sono ridotti. I padroni cercano di imporre condizioni che neanche la destra sindacale può accettare. Vorrebbero che ogni azienda per sopravvivere diventi una macchina da guerra contro altre, una galera resa più competitiva per un aumento di produttività ottenuto col furto di tempo di lavoro degli operai: riduzione delle pause, intensificazione dei ritmi, allungamento del tempo passato a lavorare, riduzione dei salari e dei diritti, lavoro più precario: obbedire e lavorare!

Berlusconi resisterà in ogni modo e con ogni mezzo a dimettersi dal governo: non vuole fare la fine peggiore anche di quella di Craxi che l’attende, visto il carattere criminale della sua ascesa finanziaria e politica degli anni ’80 fatta manovrando Craxi e la P2 forte del sostegno della Mafia, i crimini e le stragi con cui ha condotto la sua discesa in politica all’inizio degli anni ’90, le illegalità con cui da allora a oggi si è alternato con Prodi e la sua camarilla (i D’Alema e gli Amato) al governo della Repubblica Pontificia. Non è escluso che Roberto Maroni, il piccolo Himmler ispirato da Bossi, sostenga con mobilitazioni razziste e fasciste, mobilitando polizie ufficiali e parallele, squadre fasciste, organizzazioni criminali e “servizi deviati”, l’estremo tentativo del criminale e grande porco Berlusconi di restare al potere.

Dobbiamo mettere in conto tutto questo e venirne a capo vittoriosamente. È possibile. La vittoria dipende da noi!

Non si tratta di vincere nuove elezioni organizzate dai vertici della Repubblica Pontificia. Si tratta di portare a un livello superiore, dare più forza e maggiore organizzazione al movimento già in corso “dall’alto e dal basso”, che rende il paese ingovernabile. I vertici della Repubblica Pontificia non riescono più a costituire un governo autorevole che si imponga a tutti. Le masse popolari non vogliono più saperne di governi contrari ai loro interessi: dal Veneto sommerso dalle inondazioni alla Campania invasa dai rifiuti, dalla basi militari e nucleari di Vicenza e Aviano a Termini Imerese condannato alla disoccupazione, dallo Stretto di Messina alla Val di Susa, da L’Aquila a Pompei.

Quest’anno è il 150° anniversario della costituzione sotto i Savoia del Regno d’Italia naufragato nel fascismo ed eliminato dalla vittoria della Resistenza antifascista. La Repubblica Pontificia per circa 60 anni ne ha preso il posto e ha devastato il paese. Ora affonda in questo letamaio maleodorante, mentre la seconda crisi generale del capitalismo sconvolge il mondo intero.

In questo marasma la moltiplicazione delle OO e delle OP, il loro coordinamento a livello locale e nazionale, la loro mobilitazione nella forma più organizzata possibile per garantire subito i diritti a tutti e i beni e i servizi socialmente necessari anche alla parte più oppressa ed emarginata delle masse popolari, senza riguardi per gli interessi dei ricchi e del clero e anche violando leggi e procedure ordinarie, fino a costituire il GBP, sono l’unica ancora di salvezza e garanzia d’avvenire e di ripresa per le masse popolari del nostro paese; sono il contributo che diamo alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo; sono la via più diretta, meno dolorosa e meno devastante per uscire dalla crisi generale, economica e ambientale, del capitalismo e instaurare il socialismo.

 

Certamente sono molte le obiezioni e le resistenze a contribuire a mettere una manifestazione indetta dalla CGIL diretta dalla destra sindacale e dalla banda craxiana Camusso-Epifani, al centro del movimento per la costituzione di un governo d’emergenza delle masse popolari. Le abbiamo già viste durante la preparazione della manifestazione FIOM del 16 ottobre. Sono obiezioni e resistenze ispirate dalle migliori intenzioni di compagni e lavoratori che hanno lottato contro le politiche di concertazione e di compatibilità, di collaborazione di classe condotte per alcuni decenni dai sindacati di regime: CGIL e FIOM in testa. Molti sono i compagni e i lavoratori che con le migliori intenzioni e molte ragioni non vogliono contribuire al successo della manifestazione che con ogni probabilità porterà alcuni dirigenti della CGIL a rivestire un ruolo rilevante nella costituzione del GBP. Ma sono obiezioni e resistenze sbagliate che non a caso politicamente confluiscono con le intenzioni della destra sindacale: tengono conto solo di come le cose incominciano, non di dove le possiamo e le dobbiamo far finire.

Quelli che limitano il loro esame alle intenzioni palesi o nascoste, vere o supposte, nobili o vergognose dei dirigenti della CGIL, assegnano ad esse il ruolo di motori principali della trasformazione in corso nella nostra società. Non esaminano previamente come esse si combinano oggi con gli altri aspetti ed elementi della realtà a determinare il movimento della società e come si combineranno domani. Essi rilasciano a priori un certificato di impotenza a se stessi. Implicitamente si riconoscono incapaci di imprimere essi alla trasformazione in corso la direzione in cui andare e di determinare essi, almeno in qualche misura, anche i suoi tempi.

La crisi generale in corso è un evento gravissimo, sconvolge tutto il mondo, non è una crisi ciclica che si risolve prima o poi da sé. Può travolgere la specie umana, ma è un cataclisma determinato unicamente dal sistema di relazioni sociali, commerciali e capitaliste, che l’umanità stessa ha costruito nel passato. Oggi l’umanità dispone delle risorse, delle forze produttive e delle conoscenze necessarie per risolvere questa crisi economica e ambientale, per andare oltre quel sistema di relazioni sociali.

Il sistema di relazioni sociali che oggi ci soffoca, è nato quando l’umanità soffriva ancora di grandi ristrettezze di beni e di servizi. Oggi invece ce n’è per tutti! Possiamo fornire a tutti i beni e i servizi necessari per una vita civile e un ruolo dignitoso nella società, salvaguardando e anzi migliorando l’ambiente naturale. Ma questo passaggio lo possono fare solo i lavoratori organizzati, con una lotta seria e dura: è anche la via per uscire dalla crisi del capitalismo. Ora, quando la lotta delle masse popolari si fa seria, quando diventa una lotta che si risolve solo grazie alla mobilitazione straordinaria di milioni di uomini e di donne, la direzione finisce nelle mani di chi avanza le parole d’ordine che meglio rispecchiano le aspirazioni dei combattenti e che con più determinazione e generosità ne guidano la lotta. I dirigenti della CGIL sono necessari per incominciare: per questo dobbiamo sostenerli e spingerli avanti. Oggi in Italia la borghesia e il clero non sono in grado di costituire un governo senza l’appoggio o almeno la non opposizione della CGIL: per questo ne cercano l’appoggio. Ma se aderissero all’alleanza proposta dai padroni contro i lavoratori, i dirigenti della CGIL sarebbero travolti dagli avvenimenti: si contrapporrebbero alla massa dei lavoratori il cui sostegno è la loro forza. Anche i più “radicali” tra loro, i dirigenti della FIOM, sono comunisti solo negli incubi di Berlusconi e nelle chiassate di Marchionne. Ma l’aspetto positivo della situazione, il piano inclinato e scivoloso che porta la FIOM col suo gruppo dirigente e con essa gran parte della CGIL verso la costituzione del GBP consiste nel fatto che per mantenere il consenso dei lavoratori la FIOM e altri sindacati sono andati e devono andare oltre i problemi strettamente di categoria  e rivolgersi agli organismi di movimento, alle migliaia di OO e di OP e partecipare alla costituzione del GBP.

Se il GBP si costituirà ad opera delle OO e delle OP, perché esse rendono il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia, il GBP non potrà che dare forza e forma di legge nazionale ai provvedimenti caso per caso indicati dalle OO e dalle OP. I provvedimenti presi dal GBP non dipenderanno dall’onestà e dalle intenzioni dei dirigenti della FIOM e della CGIL che oggi sono messi a contribuzione per costituirlo.

Non sono le intenzioni dei dirigenti di oggi che contano, e tanto meno conteranno quelle di domani, se saranno contrarie agli interessi delle masse popolari. Conta l’ingranaggio delle condizioni sociali della crisi e la strada che sola consente di uscire dalla crisi che attanaglia le masse popolari, la strada che noi comunisti indichiamo.

La sola soluzione positiva della attuale crisi economica e ambientale per le masse popolari è che le OO e le OP costituiscano un loro governo d’emergenza che dà soluzione immediata agli effetti più gravi della crisi e avvia il processo di rinascita del paese collaborando con tutti i paesi che sono disposti a collaborare con noi. La costituzione di questo governo accelererà la rinascita del movimento comunista e aprirà la via alla instaurazione del socialismo.

La FIOM e la CGIL sono diventate il centro di aggregazione del movimento per far fronte alla crisi. I loro dirigenti ancora recalcitrano ad assumere il ruolo che la situazione impone, la destra interna sabota. Ma la forza delle cose porta la FIOM e la CGIL sempre più verso l’alternativa o porsi alla testa del movimento per costituire un governo popolare d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare, o essere travolte dalla mobilitazione reazionaria. Dobbiamo spingere in ogni modo la FIOM e la CGIL a porsi al centro del movimento per costituire un governo popolare d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare! Per questo dobbiamo dare forza e grandezza a manifestazioni come quella di sabato 27 novembre indetta dalla CGIL, partecipando con le nostre parole d’ordine e pronunciandoci apertamente per la costituzione del GBP!

La vittoria non è sicura, ma è possibile. Quindi vincere dipende da noi. 

 

La borghesia e il clero non sono ancora in grado di costituire un loro governo d’emergenza che mobiliti una parte delle masse popolari del nostro paese contro il resto e tutte contro le masse popolari di altri paesi: il sogno di Marchionne non ha ancora le gambe per camminare. Nonostante le prove di fascismo non è ancora emerso un gruppo di criminali alla Mussolini o alla Hitler di decenni fa, capace di imporsi agli altri e che riscuota la fiducia di una parte decisiva della borghesia e del clero. Con le spedizioni all’estero i governi Berlusconi e i governi Prodi hanno cercato di formare un nucleo di alcune decine di migliaia di soldati di mestiere abituati a uccidere, da scagliare all’occorrenza qui nel nostro paese contro le masse popolari. Ma i popoli oppressi hanno resistito con eroismo, dall’Afghanistan, all’Iraq, alla Somalia, al Libano, alla Palestina. Il progetto non ha avuto successo e in ogni paese imperialista la classe dominante si trova senza forze militari adeguate da scagliare contro le masse popolari: certamente così è in Italia. Né le prove di fascismo né le spedizioni militari all’estero hanno creato le condizioni per una repressione di massa. I vertici della Repubblica Pontificia non sono ancora in condizioni di poter scatenare una guerra civile.

Le misure e la suggestioni razziste dei fascisti e della Lega Nord, fomentate dalle leggi Turco-Napolitano e Bossi-Fini, invece che mobilitare i lavoratori nati in Italia contro gli immigrati, hanno piuttosto portato gli immigrati a organizzarsi e mobilitarsi sempre più largamente e con determinazione crescente con i lavoratori autoctoni.

Il G20 tenuto la settimana scorsa a Seul ha mostrato che il sistema monetario mondiale si avvia al collasso. Bisogna sostituire per tempo rapporti decisi per via amministrativa e politica ai rapporti di scambio basati sul sistema monetario. In definitiva la soluzione è semplice: basta fare a livello dell’intera società quello che già si fa all’interno di ogni grande e media azienda industriale. Come i reparti di un’azienda fanno già oggi, ogni azienda deve produrre secondo le commesse che il GBP le dà, consegnare i suoi prodotti alle aziende e alle catene di distribuzione indicate dal GBP e ricevere dal GBP quanto le serve per lavorare. Ogni lavoratore deve ricevere una carta di credito per acquistare nei negozi quanto gli occorre fino all’ammontare indicato dalla carta di credito. Con queste semplici misure rimedieremo alla crisi del sistema bancario e monetario italiano e internazionale, una crisi che comunque si produrrà.

 

Bisogna dare forza alla manifestazione di sabato aderendo e partecipando, facendo aderire e partecipare.

Bisogna battere tutti i tentativi e tutte le manovre a sabotare e boicottare la manifestazione di sabato, a ridurla a una semplice manifestazione sindacale, a sminuire le adesioni e la partecipazione alla manifestazione.

 

Facciamo con ogni mezzo di sabato 27 ottobre una giornata che rafforzi il movimento per costituire il Governo di Blocco Popolare, che incanali in un unico irresistibile movimento lavoratori occupati e disoccupati, immigrati, studenti, insegnanti, dipendenti delle imprese private e del pubblico, lavoratori autonomi! La crisi in corso li minaccia tutti. Il GBP dà soluzione ai problemi di tutti. Ce n’è per tutti! È solo il sistema delle relazioni commerciali e capitaliste che rende incompatibili e antagonisti gli interessi dei gruppi, delle categorie e delle classi delle masse popolari!

 

Che le manifestazioni di questo autunno segnino una tappa decisiva della mobilitazione delle masse popolari per costituire, con uomini di fiducia delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari, un governo d’emergenza che metta riparo immediatamente almeno agli effetti più gravi della crisi, inverta la marcia del paese verso il disastro e avvii la sua ricostruzione economica, ambientale, morale e intellettuale!

 

I comunisti hanno il coraggio di affrontare la situazione, forti delle lezioni del movimento comunista!

 

Il nuovo Partito comunista italiano

chiama ogni lavoratore e ogni elemento cosciente delle masse popolari a partecipare e far partecipare alle mobilitazioni d’autunno!

chiama gli operai avanzati a costituire comitati contro la crisi in ogni azienda!

chiama ogni elemento avanzato delle masse popolari a costituire organismi popolari in ogni quartiere e in ogni paese!

 

Il nuovo Partito comunista italiano chiama gli operai e gli elementi delle masse popolari più avanzati e più generosi a costituire clandestinamente Comitati di Partito in ogni reparto e azienda, in ogni quartiere e paese, in ogni organizzazione di massa, a ogni livello: per aggregare gli elementi più avanzati, imparare a funzionare clandestinamente, imparare assieme a svolgere una efficace opera di orientamento sui propri compagni, sulle OO e sulle OP della zona, sulle masse popolari!

 

Possiamo vincere! Dobbiamo vincere! Avanti, verso il Governo di Blocco Popolare!