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Comunicato CC 30/10 - 26 novembre 2010

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Ribellarsi e organizzarsi!

 

Ribellarsi è giusto! Ribellarsi è necessario!

Senza ribellione, non invertiremmo mai il corso delle cose. Non siamo solo noi a ribellarci. La ribellione monta in tutta Europa. Dall’Irlanda al Portogallo. Dalla Grecia all’Inghilterra. In Germania il governo e lo Stato Maggiore hanno messo Berlino in stato d’assedio!

 

Di paese in paese è un susseguirsi di crisi del debito pubblico. Il sistema finanziario e monetario imperialista frana. Dopo la Grecia è la volta dell’Irlanda e del Portogallo. Se non provvediamo in tempo, prima o poi sarà il turno del nostro paese! Governi complici e compiacenti del “mercato” riversano sulle masse popolari gli effetti della crisi generale del capitalismo e delle speculazioni con cui la borghesia cerca di continuare ad ammucchiare denaro: licenziamenti e tagli ai servizi pubblici, degrado generale dell’economia e delle condizioni sociali e materiali di ogni paese. Il mondo rigurgita di soldi ma i governi non hanno più i soldi per finanziare i servizi pubblici, dalla scuola, alla sanità, alle opere di manutenzione idrogeologica del territorio, che hanno finanziato fino a ieri, perché i soldi sono sempre più concentrati nelle mani dei ricchi. 

Ma possiamo invertire questo corso delle cose. Ribellarsi è il primo passo. Non tolleriamo più le imposizioni e le costrizioni dei ricchi, del clero e delle loro autorità! La ribellione dilaga in tutta Europa. È il primo passo per uscire dal tunnel della crisi generale del capitalismo.

 

Il G20 tenuto quindici giorni fa a Seul ha mostrato che il sistema monetario mondiale si avvia al collasso. Possiamo porre fine al dominio delle poche migliaia di ricchi che ricattano e devastano il mondo e anche nei paesi imperialisti distruggono, una dopo l’altra, le conquiste di civiltà e di benessere che le masse popolari hanno strappato alla borghesia e al clero sulla scia della prima ondata della rivoluzione proletaria finché il movimento comunista è stato forte.

Ogni paese deve provvedere. Bisogna che nel nostro paese sostituiamo per tempo rapporti di produzione e di distribuzione decisi per via amministrativa e politica, ai rapporti di scambio basati sul sistema monetario che frana. In definitiva la soluzione è semplice: basta fare a livello dell’intera società quello che già si fa all’interno di ogni grande e media azienda industriale. Già oggi ogni reparto di un’azienda produce secondo gli incarichi che riceve e il suo prodotto va a un altro reparto che lo usa e a sua volta usa quello che altri reparti gli passano. Nell’intera società ogni azienda è connessa l’una all’altra. Una produce quello che l’altra usa. Il Governo di Blocco Popolare, creato dalle Organizzazioni Operaie e dalle Organizzazioni Popolari, anzitutto deve tenere in moto o rimettere in moto a pieno regime e su larga scala questo meccanismo sociale di produzione e di distribuzione che la crisi generale del capitalismo ha già in larga misura sconvolto e ogni giorno sconvolge un po’ più. Ogni azienda deve produrre secondo le commesse che il GBP le dà, consegnare i suoi prodotti alle aziende e alle catene di distribuzione indicate dal GBP e ricevere dal GBP quanto le serve per lavorare. A questo serve il GBP. Ogni lavoratore deve ricevere una carta di credito per acquistare nei negozi quanto gli occorre fino all’ammontare indicato dalla carta di credito. Con queste semplici misure ci libereremo dagli effetti della crisi del sistema bancario e monetario italiano e internazionale, una crisi che comunque si produrrà. Quanto al debito pubblico, su questa base potremo semplicemente abolirlo senza alcun danno.

Cosa è il mercato in nome del quale governi succubi, complici e compiacenti impongono sacrifici senza fine e senza prospettive? Qualche migliaio di briganti, per la maggior parte europei e americani, che non concepiscono altra civiltà che arricchirsi, ammucchiare denaro, sempre più, senza limiti, serviti dalla loro vasta corte di speculatori, banchieri, finanzieri, affaristi, intriganti, uomini politici e pubblicitari.

Ora il denaro che hanno concentrato nelle loro mani è cresciuto in misura inimmaginabile. È cresciuto tanto che non riescono più a governarlo, non sanno più cosa farne. Speculano su tutto. Ognuno dei grandi briganti, e Berlusconi è uno di loro, agisce all’impazzata, getta denaro qua e là, decide da solo e fa ballare come vuole i governi composti da persone succubi al mercato.

Ma cosa è il denaro? Il denaro vale fino a quando serve a qualcosa. Un assegno vale qualcosa solo fino a quando al supermercato una commessa in cambio vi dà vestiti o alimenti, fino a quando con un assegno o dei contanti potete avere un’auto. Se queste cose vengono distribuite da altri canali e con altri criteri, il denaro diventa una inutile registrazione nei libri delle banche o carta straccia nei depositi di banconote.

 

Il vertice G20 di Seul ha mostrato che il sistema monetario mondiale va al collasso. Il vertice NATO tenuto a Lisbona pochi giorni dopo ha mostrato che agli imperialisti resta molta forza militare, ma che le loro guerre vanno male: l’Afghanistan e Haiti sono i casi più visibili. La loro forza militare funzionerà solo finché i soldati obbediranno e senza soldi i mercenari non combattono. Prima o poi anche i soldati smetteranno di obbedire, i generali litigheranno apertamente tra loro e i soldati meno abbrutiti fermeranno i più abbrutiti che continuerebbero ad eseguire ordini criminali e insensati.

Ribellarsi è necessario!

Se non ci ribelliamo, non ci libereremo mai del governo Berlusconi. Ai vertici della Repubblica Pontificia non trovano un accordo sulla soluzione di ricambio a Berlusconi, il Parlamento riflette questa situazione di stallo e i parlamentari fanno manfrina. Fini e Bersani, Berlusconi e Casini, Bossi e Tremonti si rilanciano la palla, tra un roteare di nani e ballerine. Non porremo mai fine alla rovina che intanto si sta producendo nel nostro paese, in tutti i settori, in ogni regione: dalle fabbriche alle scuole, dalla Campania al Veneto, da Termini Imerese a Mirafiori, se aspettiamo che siano il Vaticano, la Confindustria e le Organizzazioni Criminali a salvarci.

Il governo Berlusconi è il governo dell’irresponsabilità e della devastazione nazionale, del saccheggio del paese a beneficio del Vaticano, delle Organizzazioni Criminali e di un pugno di speculatori (“il mercato”, “la comunità internazionale”): la situazione della Campania mostra concentrato in poco spazio lo stato in cui si sta riducendo tutto il paese!

Berlusconi è la creatura delle Organizzazioni Criminali (la sentenza di Palermo contro Dell’Utri lo dice anche a quelli che si ostinavano a negare l’evidenza). È il Vaticano che gli ha affidato il governo del paese. Centro-destra e centro-sinistra, Berlusconi e Prodi si sono alternati al governo negli ultimi vent’anni! Il governo Berlusconi non fa che continuare a suo modo la politica di Prodi! Questo è il naufragio nauseabondo della Repubblica Pontificia, arrivata al termine della sua triste storia di 60 anni.

Non sono le masse popolari che sono impazzite. Sono i vertici della Repubblica Pontificia che affogano nel loro letame. Il “berlusconismo delle masse popolari” è un parto della fantasia malata di intellettuali rinunciatari, in particolare dei politicanti della sinistra borghese che accecati dal loro anticomunismo hanno mandato in sfacelo le grandi organizzazioni e associazioni dei lavoratori che il movimento comunista aveva creato e che erano la versa spina dorsale del nostro paese. Hanno perfino lasciato la direzione della CGIL nelle mani della cricca dei nipotini di Craxi allevata dal noto ladro Ottaviano del Turco.

Che seguito popolare ha mai avuto Berlusconi per conto suo? Berlusconi non ha mai raccolto neanche tanti voti quanti nei aveva la DC. Il PdL e la Lega Nord non hanno mai avuto neanche tanti voti quanti ne avevano la DC e il PSI! Assieme nel 2008, alle ultime elezioni politiche, PdL e Lega Nord hanno raccolto solo 17 milioni di voti, su 47 milioni di elettori (quindi senza contare i ragazzi tra i 14 e i 18 anni, che pure hanno da dire la loro). Questa è la consistenza del berlusconismo e del leghismo “popolari”, nonostante tutta l’influenza del Vaticano e della sua corte, le relazioni (normali in ogni società divisa in classi) di dipendenza ideologica e culturale delle masse popolari dalle classi dominanti, la macchina pubblicitaria di Berlusconi e l’influenza elettorale delle Organizzazioni Criminali. Più consideriamo come sono fatti i voti raccolti da Berlusconi e da Bossi, tanto più chiaro risulta che la loro forza effettiva in uno scontro politico e sociale è ancora minore della loro consistenza numerica. La Lega Nord è diventata la maggiore stampella elettorale e parlamentare del governo Berlusconi! Ma proprio la Lega Nord ha già ridotto a un disastro le regioni che da anni amministra e ha trasformato in un inaffidabile verminaio affaristico il solido mondo di oscure intese curiali che aveva ereditato dalla DC: un colabrodo di frane e alluvioni quando piove, con le fabbriche e le aziende che chiudono, città intere ridotte a basi militari e depositi nucleari degli USA, le amministrazioni e le banche infiltrate dalle Organizzazioni Criminali, scuole e strutture sanitarie pubbliche rovinate della privatizzazione e clericalizzazione, squadre razziste e gruppi fascisti che degradano la vita sociale. Ecco l’autonomia locale come la realizza Bossi: è l’autonomia mafiosa che abbiamo già visto all’opera per decenni in Sicilia, ma in un periodo non più di sviluppo economico ma di crisi generale!

Non è il seguito del Vaticano, delle OC e della Confindustria che è cresciuto tra le masse popolari. È la sinistra che è andata allo sbando, perché i suoi capi, oramai anticomunisti viscerali, non hanno osato andare oltre la Repubblica Pontificia mentre la crisi del capitalismo rendeva la scelta improrogabile: le lotte rivendicative senza risultati non stanno in piedi. Quindi occorreva andare oltre le lotte rivendicative!

La manifestazione del 16 ottobre a Roma, finalmente indetta dalla FIOM su obiettivi politici, ha confermato che il popolo di sinistra esiste, che è ben diffuso nel paese. Mancava solo di un centro nazionale di raccolta e di organizzazione: è quello che si sta formando attorno al progetto del governo d’emergenza delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari: il Governo di Blocco Popolare.

Possiamo uscire da questo sfacelo! Dobbiamo solo ribellarci e organizzarci!

Non saranno nuove elezioni né un governo tecnico che ci salveranno dalla rovina, ma la ribellione a questo mondo in sfacelo, incapace di rinnovarsi dall’interno. Il Vaticano non si libererà facilmente di Berlusconi. Berlusconi resisterà in ogni modo e con ogni mezzo, e non si dimetterà mai: è prigioniero dei suoi crimini che lo condannano a fare una fine peggiore di quella di Craxi! Il governo Berlusconi cadrà solo se Berlusconi verrà arrestato o scapperà all’estero, protetto da qualcuno dei suoi numerosi complici!

Ma anche in questo caso, guadiamoci bene dai continuatori della politica di Berlusconi senza Berlusconi!

Organizzarsi è necessario!

Se non ci organizziamo fino a costituire il GBP, al posto di Berlusconi i vertici della Repubblica Pontificia, quando prima o poi avranno eliminato Berlusconi, nomineranno uno dei suoi complici: Tremonti o Prodi, Montezemolo o Bersani, Fini o Draghi e sarà la stessa musica per la massa della popolazione.

Studenti, lavoratori immigrati, donne, lavoratori precari, lavoratori della scuola sempre più numerosi scendono in lotta a fianco degli operai: ma bisogna organizzarsi!

Gli operai devono prendere la testa e la direzione della ribellione generale al governo Berlusconi, ai suoi soci e ai suoi mandanti, ai suoi complici che aspirano a succedergli!

Ribellarsi è giusto! Ma bisogna ribellarsi e organizzarsi per vincere! Vincere è possibile!

Dobbiamo fare della manifestazione di sabato 27 novembre il centro di raccolta, confluenza e coordinamento di tutti i settori in lotta: operai, insegnanti e altri lavoratori del settore pubblico, lavoratori autonomi, lavoratori immigrati, disoccupati, precari, studenti, donne, pensionati. Dobbiamo fare della manifestazione di sabato 27 novembre un passo verso la fusione di tutte le lotte: contro la crisi economica, contro l’inquinamento e la speculazione sui rifiuti, contro il degrado idrogeologico del paese, contro il razzismo e le prove di fascismo, contro la disgregazione sociale, contro la concorrenza e la guerra.

Abbiamo i mezzi e le conoscenze per porre fine al disastro creato dalla borghesia e dal Vaticano. Ci sono i lavoratori per far fronte a ogni problema. Bisogna solo costituire un governo d’emergenza che rimetta in moto tutto questo a un livello di civiltà superiore a quello del passato. A questo deve contribuire la manifestazione di sabato.

 

La manifestazione di sabato 27 novembre è stata indetta dalla CGIL che ha alla sua direzione i nipotini di Craxi. Ma Epifani e Camusso l’hanno convocata solo perché altrimenti sarebbero stati travolti dal movimento a cui la CGIL nel suo complesso non può sottrarsi. Per la sua storia, la sua tradizione, la sua composizione e il suo ruolo la CGIL se non passa nel campo della mobilitazione rivoluzionaria viene travolta dalla mobilitazione reazionaria delle masse popolari. E oggi, tra le organizzazioni esistenti nel nostro paese, è l’unico centro possibile del movimento per costituire il Governo di Blocco Popolare.

Un esponente dell’Unione Sindacale di Base (USB) ci ha scritto: “Il centro di cosa? La CGIL l’alternativa a cosa? È proprio grazie alla CGIL se il mondo del lavoro è ridotto in queste condizioni (dopo anni di concertazione). Ora vogliono di nuovo parlare con CISL e UIL. Allora i compagni che ancora fanno parte della CGIL dovrebbero capire che da lì se ne devono andare. Se ci rimangono saranno complici. Altro che partecipare alla manifestazione. Ora bisogna veramente finirla.”

Non sempre l’indignazione dettata da buone ragioni porta a vedere chiaramente la situazione e ad orientarsi in modo da far valere effettivamente le proprie buone ragioni! Questo è uno di quei casi.

Il corso delle cose ha dato ragione ai promotori dei sindacati di base e dei sindacati alternativi (a CGIL, CISL, UIL e altri sindacati di regime), ma in un modo tale che per raccogliere i frutti della loro giusta lotta di ieri oggi devono “servirsi” dei loro avversari di ieri. Non si tratta di mettersi alla coda della CGIL, ma di portare la CGIL a fare il contrario di quello che i nipotini di Craxi vorrebbero farle fare. Sembra complicato, ma è la realtà e in fondo è semplice da capirsi.

I promotori dei sindacati di base e dei sindacati alternativi giustamente negli anni ’80 si sono ribellati alla politica della compatibilità che significa subordinare le rivendicazioni dei lavoratori agli interessi dei padroni e della concertazione delle organizzazioni sindacali con i padroni e le loro autorità, che vuol dire dare la parola ai lavoratori solo quando i padroni e il loro governo sono in grado di controllare la situazione. Il corso della cose ha dato pienamente ragione ai promotori dei sindacati di base e dei sindacati alternativi. La linea della compatibilità e della concertazione, praticata da CGIL (compresa la FIOM), CISL, UIL e altri sindacati di regime non ha impedito, ha anzi accompagnato e facilitato lo sprofondamento del paese nel marasma attuale. I sindacati di regime per decenni sono stati succubi e complici dei padroni, del Vaticano e delle loro autorità civili. Non solo la CISL e la UIL nate per distaccare i lavoratori dal movimento comunista, la prima per iniziativa del Vaticano e la seconda per iniziativa degli imperialisti USA e finanziate entrambe dagli imperialisti USA e dai padroni. Ma anche la CGIL che aveva ereditato le gloriose tradizioni di lotta dell’avanguardia dei lavoratori italiani, l’esperienza del movimento comunista e gli uomini e le donne forgiati dalla Resistenza antifascista. Ma era il periodo in cui la crisi generale del capitalismo non era ancora arrivata alla sua fase terminale, la crisi finanziaria non si era ancora riversata nell’economia reale, quella che produce beni e servizi. Anche i nipotini di Craxi insediati alla testa della CGIL seguivano (e allora potevano seguire) la linea indicata dal tristemente famoso Giorgio Benven(d)uto: “I lavoratori devono rendere alla borghesia una parte dei diritti e del reddito che le hanno strappato”. Quella fase è finita. Ora siamo nella fase terminale della crisi generale. Era giusto tirar fuori l’ombrello e l’impermeabile nei giorni di pioggia. Ma è stupido continuare a portare l’ombrello e l’impermeabile nei giorni di sole. Ora bisogna che i sindacati di base e alternativi, al pari della FIOM, si mettano alla testa del movimento per costituire il Governo di Blocco Popolare e trascinino in questo movimento la CGIL, quella parte che non vuole fare la fine della CISL e della UIL. Anzi, le condizioni e il ruolo che Marchionne & C assegnano ai lavoratori è tale, lo sfascio della Repubblica Pontificia è tale che, quanto più il progetto del GBP acquista le gambe su cui marciare e quindi diventa agli occhi della massa della popolazione un’alternativa credibile, tanto meno saranno i seguaci, gli iscritti e perfino i funzionari della CISL, della UIL e di altri ancora peggiori sindacati di regime che seguiranno i Bonanni, gli Angeletti e compagnia e finiranno nella macabra compagnia di fascisti, razzisti e altri criminali della specie. Man mano che la mobilitazione reazionaria mostra chiaramente il vero volto che deve assumere per svolgere il suo ruolo, una parte dei lavoratori si ritrae da essa ed è una parte tanto più grande quanto più la prospettiva del GBP diventa credibile. Non si tratta di seguire i nipotini di Craxi e praticare la compatibilità e la concertazione, il nuovo Patto Sociale (vi ricordate il Patto per l’Italia che Berlusconi e Savino Pezzotta strinsero nel 2002?). Si tratta al contrario di fare della CGIL la base organizzativa del coordinamento della OO e OP che indicherà al GBP i provvedimenti a cui caso per caso il GBP deve dare forma e forza di leggi e decreti governativi per porre fine subito agli effetti peggiori già prodotti dalla crisi, per impedire che essi si ripetano nonostante la crisi generale del capitalismo che continuerà a imperversare nel mondo finché un numero importante di paesi non avrà compiuto passi del genere di quello che dobbiamo compiere noi e per rimettere il nostro paese sulla via della rinascita stringendo via via rapporti di solidarietà, cooperazione, collaborazione o scambio con i paesi che saranno disposti a stabilirli con noi, per sfuggire anch’essi alla rovina del sistema imperialista mondiale.

Che le manifestazioni di questo autunno segnino una tappa decisiva della mobilitazione delle masse popolari per costituire, con uomini di fiducia delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari, un governo d’emergenza che metta riparo immediatamente almeno agli effetti più gravi della crisi, inverta la marcia del paese verso il disastro e avvii la sua ricostruzione economica, ambientale, morale e intellettuale!

Aderire apertamente alla manifestazione indetta dalla CGIL

per sabato 27 novembre!

 

Incitare Organizzazioni Operaie e Organizzazioni Popolari, organismi dei sindacati alternativi (USB, COBAS, CUB, SLAI Cobas, ecc.) di ogni livello, istanze sindacali della CISL e della UIL a dichiarare apertamente la loro adesione alla manifestazione indetta dalla CGIL e a parteciparvi!

 

Convincere i lavoratori immigrati e le loro famiglie, gli studenti, gli insegnanti e i pensionati a partecipare in massa alla manifestazione, portando proprie parole d’ordine di lotta e di rivendicazione, dichiarando la volontà che le OO e le OP costituiscano un loro governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare!

 

Incitare in ogni modo i lavoratori iscritti a CISL e UIL a chiedere conto ai dirigenti della loro complicità con il governo Berlusconi, con la Confindustria e con Marchionne, del loro rifiuto a sottomettere ad assemblee e referendum il loro operato e le loro linee!

 

Incitare ogni lavoratore a disdire l’iscrizione a CISL, UIL e altri sindacati complici: non un soldo ai complici del governo e dei padroni!

 

La manifestazione indetta dalla CGIL per sabato 27 novembre è il risultato del grande successo della manifestazione guidata dalla FIOM il 16 ottobre. Può e deve essere la continuazione e l’allargamento di quella manifestazione. Possiamo e dobbiamo farla diventare un ulteriore passo avanti verso la costituzione del GBP e la sconfitta della destra della CGIL stessa.

 

Facciamo con ogni mezzo di sabato 27 ottobre una giornata che rafforzi il movimento per costituire il Governo di Blocco Popolare, che incanali in un unico irresistibile movimento lavoratori occupati e disoccupati, immigrati, studenti, insegnanti, dipendenti delle imprese private e del pubblico, lavoratori autonomi! La crisi in corso li minaccia tutti. Il GBP dà soluzione ai problemi di tutti. Ce n’è per tutti! È solo il sistema delle relazioni commerciali e capitaliste che rende incompatibili e antagonisti gli interessi dei gruppi, delle categorie e delle classi delle masse popolari!

 

I comunisti hanno il coraggio di affrontare la situazione, forti delle lezioni del movimento comunista!

 

Il nuovo Partito comunista italiano

chiama ogni lavoratore e ogni elemento cosciente delle masse popolari a partecipare e far partecipare alle mobilitazioni d’autunno!

chiama gli operai avanzati a costituire comitati contro la crisi in ogni azienda!

chiama ogni elemento avanzato delle masse popolari a costituire organismi popolari in ogni quartiere e in ogni paese!

 

Il nuovo Partito comunista italiano chiama gli operai e gli elementi delle masse popolari più avanzati e più generosi a costituire clandestinamente Comitati di Partito in ogni reparto e azienda, in ogni quartiere e paese, in ogni organizzazione di massa, a ogni livello: per aggregare gli elementi più avanzati, imparare a funzionare clandestinamente, imparare assieme a svolgere una efficace opera di orientamento sui propri compagni, sulle OO e sulle OP della zona, sulle masse popolari!

 

Possiamo vincere! Dobbiamo vincere! Avanti, verso il Governo di Blocco Popolare!