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Comunicato CC 34/10 - 15 dicembre 2010

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La vergognosa compravendita di parlamentari e il risultato delle votazioni del 14 dicembre
confermano che i vertici della Repubblica Vaticana sono agli sgoccioli:
non riescono più neanche a formare un governo che governi!

La Repubblica Pontificia diventa sempre più solo uno Stato di polizia: la linea cilena del governo Prodi il 17 marzo 201 a Napoli e del governo Berlusconi al G8 del luglio 2001 a Genova diventa condotta di tutti giorni: contro gli immigrati, a Terzigno, a L’Aquila, a Roma, in ogni angolo del paese!

I comunisti hanno il coraggio di affrontare la situazione, forti delle lezioni che hanno tratto dalla prima ondata della rivoluzione proletaria condotta dal movimento comunista nella prima parte del secolo scorso!

Possiamo porre completamente e definitivamente fine alla crisi del capitalismo instaurando i socialismo! La costituzione del Governo di Blocco Popolare è il primo passo verso l’instaurazione dl socialismo!

Uniti contro la Crisi per costruirci il nostro futuro!

Per impedire il peggio, per porre subito fine agli effetti più disastrosi della crisi, per rimettere il paese sulla via del progresso bisogna che le OO e le OP costituiscano un loro governo d’emergenza!

La banda Berlusconi si sta sgretolando. Va a pezzi sotto la spinta della ribellione, delle proteste e delle lotte di vasti strati e gruppi delle masse popolari. Va a pezzi per effetto della crisi generale del capitalismo che imperversa in tutto il mondo. Va a pezzi corrosa dai contrasti che la prima e la seconda generano e acuiscono nei vertici della Repubblica Pontificia. Ma Berlusconi resiste e resisterà in ogni modo e con ogni mezzo alla sua defenestrazione. È prigioniero dei suoi crimini: non può salvarsi semplicemente fuggendo all’estero, come fece la sua vecchia marionetta Craxi, quando non poté più tirare avanti.

La sua resistenza indebolisce ancora più i vertici della Repubblica Pontificia che a suo tempo gli hanno affidato il governo del paese.

Le masse popolari del nostro paese già pagano il prezzo della crisi generale (economica, ambientale e politica) del capitale, come la pagano tutti gli altri paesi del mondo e in particolare d’Europa. In più paghiamo anche il prezzo delle resistenze di Berlusconi.

Ma in un modo o nell’altro finirà anche il governo Berlusconi. Che i vertici della Repubblica Pontificia non riescano a costituire un governo di ricambio, tanto meno un governo con una certa stabilità e autorità, rende ancora più necessario che le OO e le OP costituiscano esse un loro governo di emergenza. I vertici della Repubblica Pontificia dovranno ingoiare il rospo. Trameranno per rovesciarlo il più presto possibile, per farlo governare male e in modo inconcludente, per farne una dimostrazione che le OO e le OP, cioè le masse popolari organizzate, non possono governare il paese. Ma proprio governando sempre più efficacemente secondo i bisogni, gli interessi e le aspirazioni della massa della popolazione e facendo fronte vittoriosamente ai tentativi e alle manovre dei vertici della Repubblica Pontificia, le OO e le OP si moltiplicheranno, si rafforzeranno e impareranno a governare, fino a prendere in mano completamente e definitivamente il paese e togliere ogni potere alla borghesia e al clero. Allora inizierà il socialismo.

Per le masse popolari il 14 dicembre è stata una dimostrazione di forza. I compagni, i lavoratori, le donne e i giovani che si sono battuti contro le forze della Repubblica Pontificia hanno posto con la loro lotta e i loro sacrifici le basi per i nostro futuro. Ad essi va e deve andare la solidarietà senza limiti e senza discriminazioni (neanche in base ai reati di cui gli aguzzini li imputeranno), di tutte le masse popolari e dei sinceri democratici.

 

Né il governo tecnico, né nuove elezioni, né alcun governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia possono salvare le masse popolari dalla rovina che incombe e invertire il corso delle cose.

Un simile governo continuerebbe, nella attuali più gravi condizioni interne e internazionali che per di più peggiorano di giorno in giorno, la politica che negli ultimi vent’anni è stata quella non solo della banda Berlusconi, ma anche del circo Prodi, dai governi Dini, Prodi, D’Alema, Amato, fino al famigerato governo Prodi-D’Alema-Bertinotti (PAB): il “programma comune” della borghesia imperialista.

Negli ultimi venti anni centro-destra (Berlusconi, Fini, Bossi) e centro-sinistra (Prodi, D’Alema, Amato, Dini) si sono alternati al governo, ognuno ha governato quasi per la metà del periodo. Per questo i parlamentari passano da una parte all’altra, al migliore offerente. Tutto quello che ha fatto la banda Berlusconi (il governo Berlusconi), lo hanno fatto anche i governi Prodi & C: guerra in Jugoslavia, in Afghanistan, in Iraq - privatizzazione delle industrie pubbliche e dei servizi pubblici: acqua, rifiuti (donde lo sfascio della Campania), ecc. - precarizzazione del lavoro e distruzione dei diritti dei lavoratori: dal pacchetto Treu alla legge Biagi, fino ai provvedimenti di Sacconi (Collegato Lavoro, Statuto dei Lavori, ecc.) - razzismo contro gli immigrati: dalla legge Turco-Napolitano alla legge Bossi-Fini, fino ai provvedimenti criminali di Maroni - riduzioni delle pensioni - violazione aperta e sfrontata della Costituzione - trasformazione dell’istruzione pubblica in scuola professionale (scuola di mestieri anziché formazione), distruzione della scuola pubblica e privatizzazione (clericalizzazione) - compatibilità e concertazione in campo sindacale (dalla svolta EUR del 1978), con abolizione della scala mobile e riduzione dei salari - repressione cilena e illegalità delle autorità dal 17 marzo 2001 a Napoli (governo Prodi) a 20 luglio 2001 del G8 di Genova organizzato dal governo Prodi e gestito dal governo Berlusconi e dal compare Fini - nomina di Bertolaso, di Di Gennaro, di Manganelli e di altri analoghi campioni della corruzione vaticana e della repressione squadrista - peggioramento, riduzione e privatizzazione del servizio sanitario - degrado idrogeologico e ambientale del paese - servilismo senza limiti all’imperialismo USA (da Vicenza ridotta a base militare, ad Aviano riempita di bombe atomiche, a Pisa trasformata in piattaforma di smistamento truppe e armi per le aggressioni USA) e ai gruppi sionisti d’Israele (la legge di collaborazione militare Italia-Israele del 2005 è bipartizan!) - le opere faraoniche per favorire criminalità organizzata e speculazione (dalla Val di Susa, al Ponte di Messina, al nucleare) - ecc. L’elenco potrebbe continuare. Ognuno lo può e deve continuare attingendo alla sua esperienza e all’ambiente particolare in cui opera.

Il centro-sinistra (Prodi & C) è stata la fotocopia sbiadita e indecisa del centro-destra, è stato il centro-destra indeciso e impacciato, che si vergogna un po’ di se stesso. Quindi l’originale è normalmente prevalso sulla fotocopia: per questo il Vaticano, le Organizzazioni Criminali (OC), gli imperialisti USA e i gruppi sionisti in definitiva preferivano Berlusconi a Prodi. La banda Berlusconi ingloba la parte più criminale della borghesia e del clero, quella che rispecchia nella forma più pura e integrale le loro aspirazioni, i loro interessi di classe e la difesa a ogni costo dei loro privilegi - lo sdoganamento dei fascisti è opera sua.

Ma ora di fronte alla fase terminale della crisi, Berlusconi non può fare niente, non ha una politica economica, come non ce l’hanno né il Vaticano né le Organizzazioni Criminali. Per loro natura, sono gruppi briganteschi che rapinano il paese, non ne organizzano le attività produttive. Non si occupano né della riproduzione né della conservazione del paese: sono strutture parassitarie, a loro basta che ci sia un bottino su cui prendere la loro parte. La Confindustria non può accettare a tempo indeterminato una simile situazione. Ma Berlusconi è diventato un problema per tutti i vertici della Repubblica Pontificia perché non vuole (e non può) andarsene: è prigioniero dei suoi crimini e ha troppi interessi in Italia per scappare all’estero come Craxi. I vertici della Repubblica Pontificia non possono più proseguire con Berlusconi, ma non riescono neanche a fare un altro governo, sono divisi tra loro, litigano. Berlusconi è una creatura delle Organizzazioni Criminali. Oramai le Organizzazioni Criminali non sono più solo al Sud. Le OC dominano anche al Nord e Berlusconi è una creatura delle OC. Gaetano Fidanzati e Michele Sindona (Banca Privata, Banca Rasini e IOR) a cavallo del 1970 hanno introdotto la Mafia nella finanza del Nord e hanno dato le ali a Berlusconi. Le amministrazioni del Nord, le banche e molta parte dell’apparato industriale del Nord sono intrecciate con le OC. Questo ai vertici della Repubblica Pontificia andava bene finché per la sopravvivenza dei gruppi confindustriali non occorreva un governo che avesse una sua politica industriale e finanziaria da far valere a livello nazionale e nella relazioni internazionali. La Confindustria non può più affidarsi alla banda Berlusconi. Il paese intero è allo sbando. Napoli sommersa dai rifiuti, il Veneto inondato dall’alluvione e Pompei (o la Domus Aurea) che crollano, sono l’immagine concentrata dell’intero paese, di come la Repubblica Pontificia lo ha ridotto. Per proseguire la sua vita parassitaria il Vaticano ha bisogno di un governo che sia capace di governare; per fare profitti le aziende di Confindustria hanno bisogno di un governo che tenga assieme il paese e lo faccia marciare pressappoco almeno come gli altri paesi. Ma non ce l’hanno più. Berlusconi non è né una cosa né l’altra. Il Vaticano non appoggia più al 100% Berlusconi, ma non per gli scandali. Anzi, gli scandali sono esplosi perché il Vaticano non appoggia più al 100% Berlusconi: chi ragionevolmente può credere che Patrizia d’Addario o altre donne come lei possano ognuna per conto suo montare un tale scandalo, senza l’iniziativa e la protezione di qualcuno che ha potere e forza? Nella Repubblica Vaticana si sono messe a tacere persone ben più forti della Patrizia d’Addario e situazioni ben più gravi dei vizi di Berlusconi. Il Vaticano non appoggia più al 100% Berlusconi, perché la banda Berlusconi non sta più insieme e si disgrega. I vertici della Repubblica Pontificia non vogliono disfarsi di Berlusconi a causa della sua politica antipopolare, nemmeno a causa dei suoi vizi e crimini e degli scandali. I vizi e i crimini esistevano anche prima che il Vaticano e i vertici della Repubblica Pontificia gli affidassero il governo del paese e a quei vertici erano ben noti. Gli scandali sono scoppiati perché i vertici della Repubblica Pontificia non potevano più continuare con Berlusconi e dovevano in qualche modo liberarsene: cosa non facile stante le lunghe complicità che li legano a lui, il “valore” dell’individuo che, se cade, i suoi crimini condannano a una fine ben più triste di quella di Craxi, i complici di cui ancora ha l’appoggio in Italia e all’estero. Berlusconi ora è un problema per i vertici della Repubblica Pontificia.

Per le masse popolari il problema vero sono i vertici della Repubblica Pontificia: Berlusconi è solo uno di essi. Ma Berlusconi ora è diventato un problema anche per i vertici della Repubblica Pontificia. Possiamo e dobbiamo approfittare del conflitto esploso al vertice della Repubblica Pontificia per arrivare a costituire il GBP.

 

Le masse popolari le possono salvare solo le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari costituendo un loro governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare, composto di uomini e donne che godono della loro fiducia, decisi a dare forma e forza di decreti governativi ai provvedimenti che caso per caso e di momento in momento le OO e le OP gli indicheranno, anche se ledono gli interessi costituiti della borghesia e del clero e vanno contro le loro prassi, istituzioni, abitudini, concezioni e aspirazioni.

Il GBP deve avere come programma le sei misure generali:

  1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).

  2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.

  3. Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato).

  4. Eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.

  5. Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.

  6. Stabilire relazioni di solidarietà e collaborazione o di scambio con i paesi disposti a stabilirle con noi.

Un governo deciso ad attuare senza riserve questo programma avrà una forza e una capacità di intervento enormi. Perché esso sarà sostenuto da decine di migliaia di OO e di OP presenti capillarmente in ogni angolo del paese. Per di più in questo modo le masse popolari organizzate impareranno a governare. I vertici della Repubblica Pontificia, se messi di fronte al fatto che nessun governo loro emanazione riesce a governare il paese, in attesa di tempi migliori ingoieranno la costituzione del GBP perché non sono ancora in condizioni da approfittare delle forze armate di cui ancora dispongono e scatenare subito una guerra civile. Questo è una questione che le masse popolari, e noi comunisti con loro, dovremo regolare in un secondo tempo in condizioni per noi migliori di quelle di oggi.

 

Per sottrarsi al collasso incombente del sistema monetario e finanziario, bisogna che nel nostro paese sostituiamo rapporti di produzione e di distribuzione decisi per via amministrativa e politica, ai rapporti di scambio basati sul sistema monetario che frana. In definitiva la soluzione è semplice: basta fare a livello dell’intera società quello che già si fa all’interno di ogni grande e media azienda industriale. Già oggi ogni reparto di un’azienda produce secondo gli incarichi che riceve e il suo prodotto va a un altro reparto che lo usa e a sua volta usa quello che altri reparti gli passano. Nell’intera società tutte le aziende sono di fatto già connesse l’una all’altra e alla rete di distribuzione e utilizzo, come oggi i reparti di un’azienda sono tra loro connessi già anche di diritto. Ogni azienda produce quello che un’altra usa. Il Governo di Blocco Popolare, creato dalle Organizzazioni Operaie e dalle Organizzazioni Popolari, anzitutto deve tenere in moto o rimettere in moto a pieno regime e su larga scala questo meccanismo sociale di produzione e di distribuzione che la crisi generale del capitalismo ha già in parte sconvolto e ogni giorno sconvolge un po’ di più. Ogni azienda deve produrre secondo le commesse che il GBP le dà, consegnare i suoi prodotti alle aziende e alle catene di distribuzione indicate dal GBP e ricevere dal GBP quanto le serve per lavorare. A questo serve il GBP. Ogni lavoratore deve ricevere una carta di credito per acquistare nei negozi quanto gli occorre fino all’ammontare indicato dalla carta di credito. Con queste semplici misure ci libereremo dagli effetti della crisi del sistema bancario e monetario italiano e internazionale, una crisi che comunque si produrrà. Quanto al debito pubblico, su questa base potremo semplicemente abolirlo senza alcun danno.

 

Le OO e le OP assicureranno capillarmente (con il loro controllo, la loro pressione e il loro intervento diretto) l’attuazione scrupolosa dei provvedimenti del GBP, travolgendo, scavalcando o costringendo i funzionari statali perché i provvedimenti del GBP siano effettivamente e fedelmente attuati. In questo contesto, la rinascita del movimento comunista si svilupperà rigogliosamente, fioriranno la fiducia delle masse in se stesse e la loro capacità di governare. Si creeranno quindi le condizioni per dissuadere la borghesia e il clero dal ricorrere a manovre oscure, a strategie della tensione e alla guerra civile o per vincerla se da ostinati criminali quali alcuni di loro sono, vi ricorreranno.

I tempi stringono! Possiamo indirizzare il corso degli eventi a nostro favore. Se noi avremo successo in Italia, nel resto dell’Europa le cose precipiteranno in senso favorevole a noi. In ogni paese le masse popolari hanno problemi analoghi ai nostri. La partita non è ancora decisa, quindi possiamo vincere. Perciò dobbiamo vincere. Sostanzialmente dipende da noi.

Noi siamo di fronte a una situazione nuova, mai prima vissuta da nessuno di noi e che nessuno di noi ha mai letto descritta in un libro né visto in un film. Bisogna osare avanzare. Il nuovo suscita dubbi: è inevitabile perché presenta sempre aspetti incerti. Il nuovo suscita perfino paura: è inevitabile perché racchiude sempre aspetti ignoti. Eppure prima o poi il nuovo si impone. La loro storia, sono gli uomini che la fanno! Quelli che non si rimboccano le maniche, subiscono quello che fanno gli altri. Bisogna misurare con cura e responsabilità ogni passo, ma avanzare. Nel dubbio, meglio osare avanzare: come minimo impareremo.

 

I comunisti hanno il coraggio di affrontare la situazione, forti delle lezioni del movimento comunista!

 

Il nuovo Partito comunista italiano

- chiama ogni lavoratore e ogni elemento cosciente delle masse popolari a partecipare e far partecipare alle mobilitazioni in corso contro il governo Berlusconi!

- chiama gli operai avanzati a costituire comitati contro la crisi in ogni azienda!

- chiama ogni elemento avanzato delle masse popolari a costituire organismi popolari in ogni quartiere e in ogni paese!

 

Il nuovo Partito comunista italiano chiama gli operai e gli elementi delle masse popolari più avanzati e più generosi a costituire clandestinamente Comitati di Partito in ogni reparto e azienda, in ogni quartiere e paese, in ogni organizzazione di massa, a ogni livello: per aggregare gli elementi più avanzati, imparare a funzionare clandestinamente, imparare assieme a svolgere una efficace opera di orientamento sui propri compagni, sulle OO e sulle OP della zona, sulle masse popolari!

 

Possiamo vincere! Dobbiamo vincere! Avanti, verso il Governo di Blocco Popolare!