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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Comunicato CC 09/11 - 12 febbraio 2011

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Dieci, cento Egitto! Dieci, cento Nepal!

 

Viva la grande vittoria del popolo egiziano!

 

Un esempio, un segnale e una spinta per altri paesi arabi e musulmani!

 

Dopo la vittoria in Tunisia, un altro passo avanti nella rivoluzione di nuova democrazia, antifeudale e antimperialista, nei paesi arabi e musulmani!

 

La lotta contro l’imperialismo e il sionismo divampa dalla Tunisia, all’Egitto, all’Iraq, all’Afghanistan, alla Palestina, al Libano! Incendierà anche altri paesi!

 

Gli insegnamenti per i popoli oppressi e le classi sfruttate di tutto il mondo!

 

Infine il fantoccio dell’imperialismo USA e dei sionisti d’Israele ha lasciato. Hosni Mubarak ha lasciato il potere. Il popolo egiziano, forte di 85 milioni di membri e di una numerosa classe operaia, ha conquistato una prima grande vittoria, ha compiuto un grande passo avanti nella rivoluzione di nuova democrazia, antifeudale e antimperialista di cui ha bisogno.

I comunisti augurano nuovi grandi successi al popolo egiziano a nome della classe operaia e della altre classi sfruttate e oppresse del nostro paese.

Gli imperialisti di tutto il mondo, la Comunità Internazionale delle potenze imperialiste presieduta dal governo di Washington, i sionisti d’Israele, tremano e cercano di salvare il salvabile. Per ora hanno sacrificato un altro loro servile fantoccio, compagno d’affari e di tresche di tanti anni, traditore del suo popolo: Hosni Mubarak. Tremano tutti i fantocci che in tanti paesi oppressi schiacciano le masse popolari al servizio delle potenze e dei gruppi imperialisti. Dopo i precedenti dello Shah di Persia (1979) e di Manuel Noriega di Panama (1989), la sorte miserabile di Ben Ali il 14 gennaio e ieri 11 febbraio di Hosni Mubarak, viene a turbare il sonno dei carnefici e dei dittatori per conto della Comunità Internazionale: chi sarà il prossimo? La protezione degli imperialisti e dei sionisti non rassicura più. Nethaniau e Abu Mazen tremano e tramano nell’ombra: riusciranno gli imperialisti USA a tenere in pugno l’Egitto ora che Mubarak ha lasciato? I capi di governo della Unione Europea, da Angela Merkel, a David Cameron, a Nicolas Sarkozy, a Luis Zapatero, a Silvio Berlusconi e al resto della compagnia, sono mobilitati per sostenere Barak Obama nelle manovre dell’Amministrazione Federale USA, del Pentagono e della NATO per tenere a bada le forze rivoluzionarie egiziane, per fare in modo che il passaggio di consegne, nei paesi dove fosse inevitabile, avvenga “nell’ordine”, cioè sotto il controllo delle potenze e dei gruppi imperialisti  e dei sionisti. Ora ammettono che i regimi che fino a ieri erano i loro protetti, non erano “regimi democratici”: bisogna rapidamente riverniciarli, portare le masse popolari a eleggere nell’ordine qualcuno dei personaggi di fiducia degli imperialisti e dei sionisti.

Gli imperialisti e i sionisti non riusciranno facilmente a mettere sotto controllo e a bloccare la rivoluzione dei paesi arabi e musulmani. Sta finendo il lungo periodo di stasi e di difficoltà della rivoluzione dei popoli oppressi che ha seguito l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale guidata dal movimento comunista. La crisi generale del sistema imperialista mondiale sospinge nuovamente in avanti la rivoluzione. L’eroica lotta condotta dalle masse popolari dell’Afghanistan, dell’Iraq, della Palestina e del Libano e i tanti focolai di rivolta alimentati con eroica determinazione in altri paesi arabi e musulmani, hanno scosso il prestigio delle potenze imperialiste e impegnano una quantità crescente delle sue forze, anche se, data la debolezza del movimento comunista, la guida dell’eroica lotta delle ampie masse è nelle mani di gruppi clericali tradizionali che per la loro natura non possono comunque condurla alla vittoria definiva sul sistema imperialista mondiale. L’esempio della rivoluzione in Iran mostra chiaramente le potenzialità, ma anche i limiti della loro direzione: dà un po’ di filo da torcere alla Comunità Internazionale presieduta dal governo di Washington e ai sionisti d’Israele, incoraggia e dà forza alla ribellione in alcuni paesi arabi e musulmani oppressi dal sistema imperialista mondiale, ma assolutamente non è diventata un nuova base mondiale della rivoluzione antimperialista. Tuttavia il movimento antimperialista avanza con coraggio e cerca la sua strada in America Latina, in Venezuela, in Bolivia, in Ecuador, in altri paesi: la resistenza di Cuba e delle FARC della Colombia dà i suoi frutti. L’eroica lotta che le masse popolari conducono in India guidate dal Partito Comunista Indiano (maoista) contro le multinazionali a cui lo Stato indiano ha appaltato il saccheggio del paese e lo sfruttamento della popolazione, indica la strada alle masse popolari di altri “paesi emergenti” venduti dalla borghesia compradora e dai feudatari alle multinazionali perché li saccheggino e accende la speranza in tutto il mondo. Brilla l’esempio della rivoluzione di nuova democrazia in Nepal guidata dal Partito Comunista Unificato del Nepal (maoista) e incoraggia in tutto il mondo la rinascita del movimento comunista sulla base del marxismo-leninismo-maoismo, la terza superiore tappa della concezione comunista del mondo, dopo il marxismo e il marxismo-leninismo.

 

Per i comunisti, per la classe operaia e per le altre classi delle masse popolari italiane la vittoria del popolo egiziano è la conferma che ribellarsi e vincere è possibile. Le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari faranno certamente ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia e ai loro protettori e padrini, l’Amministrazione Federale USA, la NATO, i governi dell’Unione Europea, la costituzione di un proprio governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare, se renderanno il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia, se mobiliteranno le masse popolari a rifiutare sistematicamente e capillarmente ogni costrizione, ogni privazione e ogni sacrificio che la Repubblica Pontificia cerca di imporre. Già i vertici della Repubblica Pontificia sono per conto loro in crisi. Hanno affidato a Berlusconi e alla sua banda di criminali, clericali, speculatori, fascisti e puttanieri il governo del paese. E ora che quella banda si rivela incapace di pilotare il paese nella crisi almeno come gli altri paesi imperialisti, vorrebbero liberarsene, ma non sono d’accordo su chi conviene mettere al suo posto e, soprattutto, non riescono a indurre Berlusconi a dimettersi. Berlusconi non vuole e non può finire come Craxi o Ben Ali. Partito come finanziere della Mafia, ha saputo issarsi al ruolo di grande capo della criminalità organizzata. È stato incaricato di governare il paese in quanto capo delle Organizzazioni Criminali e ora non può ritirarsi in pace a coltivarsi i suoi  vizi con le ricchezze accumulate. I vertici della Repubblica Pontificia devono subirlo o suicidarlo, come è nella tradizione della Repubblica Pontificia e del Vaticano. L’avanzata delle masse popolari verso il GBP li costringerà a decidersi.

Gli avvenimenti che si sono succeduti a partire dal referendum di Pomigliano (22 giugno 2010) e dalla iniziativa presa dalla FIOM di porsi come centro di aggregazione autorevole della resistenza al Piano Marchionne, hanno aperto la strada verso la costituzione del GBP, hanno mostrato l’effetto galvanizzante che ha nella resistenza delle masse popolari il sorgere di un centro di aggregazione autorevole per quanto ancora incerto. Il suo effetto galvanizzante si centuplicherà quando la sua decisione aumenterà: e non può che aumentare, se la FIOM, la USB, la Confederazione Cobas, lo SLAI Cobas, gli altri sindacati alternativi, la FLC, la FP, il SPI e gli altri sindacati CGIL non si rassegnano a seguire la strada miserabile e vergognosa della CISL, della UIL, della UGL e degli altri sindacati complici verso la gogna e la liquidazione. Le pretese dei padroni non hanno limiti.

La vittoria delle masse popolari prima in Tunisia e ora in Egitto ci conferma che possiamo percorrere la strada fino a costituire il GBP, che alla vittoria arriveremo solo tramite sacrifici e lotte, che la vittoria non è facile, ma che la vittoria è possibile.

Possiamo vincere! Dobbiamo vincere! Dipende da noi!

Avanti! Verso la costituzione del Governo di Blocco Popolare!

 

La gravità della crisi economica e ambientale, la gravità dei mali che ci affliggono, esige soluzioni radicali!

 

Le misure imposte da Marchionne, da Sacconi, da Tremonti e dai loro mandanti e complici non ci portano fuori dalla crisi. Se dovessero passare, sarebbero solo un altro passo nella crisi che si aggrava e nel precipizio di una maggiore barbarie, della guerra e della distruzione degli uomini e dell’ambiente!

 

La Tunisia e l’Egitto indicano a grandi linee la strada che noi e gli altri paesi del Mediterraneo seguiremo! La rivolta cova in tanti altri paesi! Se avanziamo, non rischiamo di restare isolati!

 

In questi mesi abbiamo fatto passi avanti: non sono più la rassegnazione e la paura che prevalgono, ma l’indignazione e la rivolta che covano, fermentano e crescono!

 

La costituzione del GBP allarga la via della rinascita del movimento comunista, sfocerà nella instaurazione del socialismo e contribuirà allo sviluppo della seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in tutto il mondo!

 

Il nuovo Partito comunista italiano

- chiama ogni lavoratore e ogni elemento cosciente delle masse popolari a partecipare e far partecipare alle mobilitazioni per far fronte alla crisi, contro i vertici della Repubblica Pontificia!

- chiama gli operai avanzati a costituire comitati contro la crisi in ogni azienda!

- chiama ogni elemento avanzato delle masse popolari a costituire organismi popolari in ogni quartiere e in ogni paese!

 

Il nuovo Partito comunista italiano chiama tutte le masse popolari

- a organizzarsi e a rifiutare nella maniera più organizzata di cui sono capaci e in ogni campo, ogni costrizione e ogni sacrificio che la Repubblica Pontifica cerca di imporre,

- a disobbedire sistematicamente a ogni imposizione delle sue Autorità,

- ad appropriarsi gratuitamente dei beni e dei servizi di cui una parte crescente delle masse popolari sono private per il blocco delle attività economiche, per la disoccupazione, per i bassi salari e le pensioni e gli ammortizzatori sociali di fame!

 

Il nuovo Partito comunista italiano chiama gli operai e gli elementi delle masse popolari più avanzati e più generosi a costituire clandestinamente Comitati di Partito in ogni reparto e azienda, in ogni quartiere e paese, in ogni organizzazione di massa, a ogni livello: per aggregare gli elementi più avanzati, imparare a funzionare clandestinamente, imparare assieme a svolgere una efficace opera di orientamento sui propri compagni, nelle OO e nelle OP della zona, nelle organizzazioni sindacali, tra le masse popolari!