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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Comunicato CC 37/12 - 31 ottobre 2012

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Decine di migliaia alla manifestazione del No Monti Day a Roma sabato 27 ottobre: qual è l’insegnamento principale del successo dell’iniziativa?

 

Il No Monti Day è stato convocato da un Comitato Promotore che si è costituito a seguito dell’appello lanciato all’inizio di settembre dal Comitato No Debito. Il successo dell’iniziativa conferma 1. che quando un centro autorevole chiama alla lotta per cacciare la giunta Monti-Napolitano, già oggi una parte importante delle masse popolari risponde all’appello e 2. che oggi in Italia esistono già i personaggi e gli organismi adeguati a costituire il centro autorevole di cui c’è bisogno. L’iniziativa di sabato non è stata solo, già in se stessa, un colpo portato alle Autorità della Repubblica Pontificia: essa racchiude un grande insegnamento sulle forme e condizioni dell’ulteriore sviluppo della lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista.

Certamente il successo dell’iniziativa favorisce la moltiplicazione della Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari e il loro rafforzamento politico e ideologico: cioè il passaggio dalla rivendicazione e dalla protesta alla volontà di costituire un proprio governo d’emergenza - pur non abbandonando ma anzi estendendo e rafforzando le rivendicazioni e le proteste contro le Autorità della Repubblica Pontificia e contro le comunità europea, americana e sionista degli imperialisti in cui la giunta Monti-Napolitano riconosce i suoi mandanti. Quindi certamente il successo della manifestazione di sabato avrà di per sé, cioè anche spontaneamente, un effetto positivo sull’organizzazione delle masse popolari e accrescerà la loro coscienza politica. Questo effetto positivo si combinerà con l’esperienza diretta del marasma economico, ambientale, morale, intellettuale, sociale e politico prodotto dalla crisi del capitalismo che si aggrava di giorno in giorno e con l’attività che noi comunisti sistematicamente svolgiamo e contribuirà al rafforzamento della componente principale del movimento per la costituzione del Governo di Blocco Popolare.

Ma è importante che consideriamo con attenzione gli insegnamenti che il successo della manifestazione di sabato dà a proposito dell’azione dei tre vivai (sinistra sindacale, società civile e amministrazioni locali, sinistra borghese) la cui attività è la seconda componente del movimento che costituirà il GBP. Dagli esponenti di questi tre vivai si leva costantemente il lamento della scarsa combattività e della scarsa mobilitazione delle masse popolari: questo impedirebbe ad essi di compiere un’azione più efficace contro la giunta Monti-Napolitano. Da parte di alcuni è una scusa per declinare l’invito ad agire, ad esporsi in prima persona, a “metterci la faccia”. In questi casi è inutile ribattere al loro lamento. Da parte di altri invece è un effetto della loro concezione idealista del mondo. Quindi ribattere al loro lamento è una buona occasione per fare scuola di comunismo. Invece a volte anche nostri compagni reagiscono timidamente o con fastidio a questo lamento.

La questione riguarda le forme e le condizioni della trasformazione epocale che le masse popolari stanno vivendo: il passaggio dalla società borghese al comunismo. Attualmente le masse popolari non possono fare a meno di una direzione, di gruppi dirigenti, del Partito comunista. Le relazioni sociali proprie della società borghese le escludono dalla maggior parte delle attività necessarie per concepire un movimento politico delle masse stesse, analizzare le forme e le condizioni del suo sviluppo, mobilitare, organizzare, dirigere, progettare un movimento politico. Per millenni, da quando la divisione in classi ha dato impulso allo sviluppo della specie umana, gran parte della popolazione ha vissuto  lavorando e combattendo agli ordini dei propri signori, delle classi dominanti. Ogni rivoluzione ha significato solo la sostituzione di una classe dominante a un’altra. Per la prima volta nella storia dell’umanità, con la rivoluzione socialista, la rivoluzione significherà l’eliminazione di ogni classe dominante. E questo perché la società borghese ha portato lo sviluppo delle forze produttive a un livello tale che la produzione e riproduzione della condizioni base della società umana richiede un tempo e uno sforzo tanto limitati che la massa della popolazione potrà accedere alle attività specificamente umane della gestione della vita sociale, della cultura, dell’arte, della ricerca, ecc. e d’altra parte la stessa società borghese ha reso la vita sociale tanto “complicata” che essa non può svolgersi senza traumi e scombussolamenti (vedere la costa orientale degli USA in questi giorni per convincersene!) se non c’è la partecipazione cosciente e organizzata della grandi masse: allo stesso modo che una città non può gestirsi lasciando le masse popolari vivere come vivevano quando erano disperse nelle campagne in fattorie e in piccoli villaggi.

La nuova forma che deve assumere la vita sociale nel comunismo renderà del tutto inutile l’esistenza di persone professionalmente dedite all’attività politica, renderà inutile l’attività politica come attività separata dalle attività normali della massa della popolazione nella vita di tutti i giorni e aperta solo a una piccola parte della popolazione. La vita sociale sarà per sua natura altamente organizzata, ma la sua gestione sarà un’attività aperta a tutti, si svolgerà senza segreti, corpi di uomini politici di professione, gruppi dirigenti, ecc. ecc.: tutte quelle strutture e relazioni che fanno della democrazia borghese, della democrazia nel contesto e sul terreno dei rapporti di produzione capitalisti, sostanzialmente una democrazia per le classi dominanti, in cui il ruolo della massa della popolazione resta ancora tutto sommato marginale, occasionale, strumentale (elezioni, voto, ecc.).

La società comunista non avrà bisogno di gruppi dirigenti, di Partito comunista né di Stato. La massa della popolazione sarà organizzata per gestire tutti gli aspetti della propria vita. Ma al comunismo bisogna arrivarci e sulla strada che porta al comunismo e tanto più nella lotta per instaurare il socialismo, la classe operaia e il resto delle masse popolari non possono fare a meno di gruppi dirigenti e di Partito comunista.

Nella concezione idealista di molti esponenti dei tre vivai, personalmente onesti e di buona volontà, invece già ora le masse popolari non hanno più bisogno di gruppi dirigenti: la democrazia è la democrazia, la libertà è la libertà, l’eguaglianza è l’eguaglianza: basta averle scritte e proclamate perché siano reali. Tutta l’esperienza del movimento comunista mostra che le masse popolari e la stessa classe operaia, per la sua condizione la più organizzata delle classi popolari, hanno bisogno di una direzione, di gruppi dirigenti, che i comunisti si uniscano in Partito. La concezione comunista del mondo è stata elaborata studiando l’esperienza della classe operaia, ma è stata elaborata da intellettuali e viene portata alla classe operaia dall’esterno, non sgorga come risultato spontaneo dalle condizioni sociali della classe operaia nella società borghese, come invece avviene per la concezione del bisogno di una organizzazione e attività sindacali. Le difficoltà incontrate dalla prima ondata della rivoluzione proletaria, i motivi della sua sconfitta nell’instaurare il socialismo nei paesi imperialisti, stanno nei limiti e negli errori dei gruppi dirigenti dei partiti comunisti. La direzione è il punto più delicato ma anche quello decisivo del movimento comunista, la questione più problematica. La costituzione di un centro autorevole che chiami alla lotta è la questione più problematica del movimento per costituire il GBP.

Dalla storia che abbiamo alle spalle noi ereditiamo gli elementi per costituire questo centro autorevole, mentre ereditiamo invece la distruzione del tessuto di organismi comunisti nella classe operaia e nel resto delle masse popolari: una rete che deve essere costituita ex novo e che è la sostanza della rinascita del movimento comunista. Invece i tre vivai esistono, da essi può venire il Comitato di Salvezza Nazionale, premessa per la costituzione del GBP.

Il ruolo che essi possono e quindi devono svolgere per avviare l’uscita dal marasma attuale, noi comunisti dobbiamo comprenderlo e agitarlo su larga scala e a fondo tra gli esponenti dei tre vivai. Non è la combattività delle masse che impedisce la loro azione. Sono i limiti che essi stessi pongono alla loro azione che frenano lo sviluppo della  combattività delle masse popolari.

Anche la questione delle elezioni comunali, regionali e nazionali può essere affrontata con successo, tirandone un sicuro risultato positivo, solo se viene affrontata come un aspetto ausiliario del movimento per costituire il GBP, come azione per formare il centro autorevole necessario per costituire il GBP. Senza questo, quali che siano le buone intenzioni, la questione delle elezioni comunali, regionali e nazionali diventa in realtà discussione su cosa fare per avere un posto più o meno grande nel mondo politico al servizio della Corte Pontificia e delle comunità europea, americana e sionista degli imperialisti.

Avanti quindi nella costituzione del Comitato di Salvezza Nazionale. Questa è la lezione più importante del successo della manifestazione di sabato 27 ottobre. Facciamone tesoro.

Non c’è aspetto della vita sociale attuale, dallo scandalo di Taranto alla morte decretata del Sulcis, dal Pollino vittima dell’incuria della Repubblica Pontificia per l’architettura antisismica alla Val di Susa condannata dagli speculatori alla devastazione, dalla scuola alla sanità, dalla distruzione dell’apparato industriale al dilagare dell’inquinamento che non mostri la necessità e l’urgenza di costituire il Comitato di Salvezza Nazionale che farà confluire le mille lotte nel fiume che farà ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia la costituzione del GBP.

In nessun paese imperialista un governo riesce a governare contro l’opposizione attiva di larga parte della classe operaia e questa trascina con sé il resto delle masse popolari. La borghesia e il clero hanno ammassato e ammassano armi e armati, in divisa e in borghese (Gladio!), in forma palese e segretamente. Ma non sono pronti a scendere sul terreno della guerra civile. Sarebbe una mossa che ridurrebbe le loro possibilità di manovrare. Messi si fronte all’opposizione attiva delle masse popolari, ingoieranno la costituzione del GBP. La difesa dell’attività e dell’esistenza del GBP dal boicottaggio, dal sabotaggio e dalle aggressioni dall’interno e dall’esterno che certamente la borghesia imperialista e il clero della Corte Pontificia lanceranno, sarà il capitolo successivo della storia e porterà all’instaurazione del socialismo. Nel corso di questo capitolo instaureremo anche un nuovo sistema di relazioni internazionali con quanti oggi nel mondo hanno bisogno anch’essi di farla finita con la crisi del capitalismo e di spezzare le catene del sistema imperialista mondiale.

 

Avanti quindi verso la costituzione del Comitato di Salvezza Nazionale!

 

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