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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Comunicato CC 1/2013 8 gennaio 2013

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In occasione dell’Assemblea nazionale dei delegati dei lavoratori della FIOM

 

Ai comunisti!
Agli operai avanzati!

 

Il Contratto di Lavoro separato e l’Accordo sulla Produttività che i padroni, il loro governo e i capi dei sindacati complici vogliono imporre, pongono ancora una volta gli operai metalmeccanici della FIOM di fronte al compito e all’occasione di assumere il ruolo di protagonisti e promotori della lotta delle masse popolari per evitare la catastrofe in cui il nostro paese sempre più è trascinato con il resto del mondo.

Si tratta di assumere con maggiore lungimiranza e maggiore decisione il ruolo di dirigenti del resto delle masse popolari che i metalmeccanici della FIOM avevano assunto nel 2010 con la battaglia di Pomigliano, questa volta senza lasciarlo però nella mani malferme di Maurizio Landini e dei suoi colleghi della direzione nazionale della FIOM. Sono i nuclei di operai avanzati che nel corso dei due anni e mezzo trascorsi si sono consolidati o formati in un certo numero di aziende (dalla Piaggio, alla SAME, alla FIAT di Termoli, all’ILVA di Taranto, alla Marcegaglia, ecc. ecc.) che devono prendere in mano la direzione e portare la lotta delle masse popolari contro la Repubblica Pontificia a un livello superiore. La loro iniziativa indurrà anche i dirigenti della FIOM, del resto della sinistra sindacale e dei sindacati alternativi e di base ad assolvere meglio alle loro responsabilità, perché senza gli operai non sono niente. Mentre limitarsi a criticare Landini e gli altri dirigenti della FIOM non porta lontano. Per i nuclei operai si tratta di compiere un’impresa grande e quindi difficile: ma si tratta di un’impresa possibile perché le masse popolari dell’intero paese non hanno altra via per far fronte alla crisi e li seguiranno. Questa è anche la sola via per gli operai metalmeccanici che vogliono raggiungere i loro obiettivi particolari e non arrendersi a Marchionne & C.

Cosa propone Landini di fronte all’attacco dei padroni, del loro governo e dei capi dei sindacati complici?

Il merito di Landini e degli altri dirigenti della FIOM è di non dire anche loro che i padroni hanno ragione, che non c’è niente da fare, che bisogna rassegnarsi, che anche gli operai italiani devono ridursi come gli operai tedeschi a lavorare quanto, quando, come e se i padroni ne hanno bisogno per fare le scarpe agli operai degli altri paesi, salvo l’integrazione del salario con ammortizzatori sociali.

Ma scontato questo merito, cosa propongono di fare Landini e gli altri dirigenti della FIOM?

Protestare, ricorrere ai tribunali e aspettare che il prossimo governo Bersani venga in aiuto.

Se anche non farà la fine di Occhetto (che nel 1994 era dato anche lui per vincitore delle elezioni e invece venne spazzato via dall’Unto del Signore di turno - allora fu Silvio Berlusconi), è chiaro a chiunque vuole capirlo che Bersani seguirà la strada che ha seguito Monti, che Bersani stesso ha seguito finora coprendo Monti a livello parlamentare, e prima ancora al seguito di Prodi, l’affossatore del settore pubblico dell’economia. Bersani seguirà la strada di Berlusconi e di Monti per la semplice ragione che un governo che non si fonda sulla mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari organizzate, non può seguire una strada diversa. Ogni governo borghese è schiavo delle istituzioni finanziarie della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, perché circa tre decenni  fa in ogni paese imperialista, di fronte alla nuova crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale, i governi (Woityla, Thatcher, Reagan, Mitterrand, Kohl, Craxi, ecc.) hanno ceduto ad esse la direzione dell’economia nazionale per sfuggire alla trappola della democrazia borghese. Solo che, a differenza di Monti e di Berlusconi, ogni tanto forse Bersani si contorcerà e piagnucolerà per l’equità che non c’è, per la ripresa che doveva arrivare ma non arriva, per le pretese dei mercati finanziari a cui però non ci si può sottrarre. E non perderà occasione per proclamare la sua buona volontà, come da quasi un anno fa in Francia il suo compare Hollande, mentre Berlusconi non perdeva occasione per proclamare che la crisi non c’era e Monti per dire che vede la luce in fondo al tunnel.

 

Ma intanto il nostro paese affonda nel pantano, il mondo intero affonda nel pantano della crisi del capitalismo.

Marchionne, Monti e i loro complici e servitori sono incalzati dalla crisi del sistema di relazioni sociali di cui sono la personificazione. Il sistema capitalista è in rovina in tutto il mondo. In tutto il mondo (nei paesi imperialisti, nei paesi emergenti (i BRICS) e nei paesi più oppressi) impone ai lavoratori e alle masse popolari sofferenze e barbarie inaudite. I suoi caporioni non fanno che prolungarne l’agonia con le loro manovre. Cercano di confondere le idee mostrando i lussi, gli sprechi e le grandi opere che realizzano, ma per questo costringono le masse popolari, in Italia e nel mondo, a condizioni via via più penose e contrarie a ogni buon senso. Non si fermano e non si fermeranno neanche di fronte a misure più brutali e più criminali di quelle che hanno preso finora. Loro non possono fermarsi: è la guerra non dichiarata di sterminio che la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari in ogni angolo della Terra, sia direttamente contro uomini e donne, sia inquinando l’ambiente, devastando il pianeta e saccheggiando le risorse naturali.

Di fronte a gente simile, rivendicare e protestare serve, ma solo per mobilitare e organizzare anche gli elementi ancora arretrati delle masse popolari.

Se ci si limita a rivendicare e protestare, non ci si salva. Finché ci si limita a rispondere agli attacchi dei padroni, sono i padroni che guidano il gioco: attaccano dove loro conviene, in ogni punto danno battaglia quando il momento è più favorevole per loro, confondono le acque dove necessario per mettere una parte delle masse popolari contro le altre parti (mobilitazione reazionaria), per tappare un buco ne aprono altri due.

Di fronte all’attacco dei padroni, del loro governo e dei capi dei sindacati complici, la linea proposta da Landini e dalla direzione FIOM è solo difensiva. È una linea perdente. Noi possiamo invece vincere. Ma dobbiamo prendere noi in mano l’iniziativa, attaccare senza tregua e in mille punti, dove e quando più ci conviene, costringere i padroni a correre ai ripari a seguito delle nostre iniziative, fino a sfinirli. Questa è la strategia della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata nei paesi imperialisti. I padroni non possono sopportare la conflittualità permanente e diffusa, mentre una parte crescente delle masse popolari non ha nulla da perdere perché i padroni le tolgono comunque tutto e nella conflittualità permanente crea invece soluzioni provvisorie per far fronte anche ai propri bisogni immediati. Non è certo un invito a nozze quello che facciamo. È una strada di lotta dura, ma è una strada di vittoria.

 

Il nuovo Partito comunista italiano si rivolge ai nuclei di operai avanzati che si sono già formati in alcune aziende negli ultimi tempi e chiama tutti gli operai avanzati ad organizzarsi in ogni azienda, a costituire in ogni azienda Comitati di Partito clandestini e Organizzazioni Operaie pubbliche.

Il Partito appoggerà e assisterà in ogni azienda CdP e OO perché guidino il resto degli operai dell’azienda, perché tramite il Partito ogni CdP lavori all’unisono con i CdP delle altre aziende e con i CdP territoriali e perché ogni OO si colleghi direttamente con le OO delle altre aziende, perché CdP ed OO sviluppino la loro attività anche fuori dalla loro azienda e stabiliscano la loro influenza sul territorio circostante giovandosi del ruolo trainante che la classe operaia ha sul resto delle masse popolari, mobilitino le masse popolari a costituire Organizzazioni Popolari e influenzino le OP che  già esistono perché insieme contribuiscano a instaurare in Italia un loro governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare. Non è un’impresa che si compie in un giorno, ma è un’impresa possibile che porta le masse popolari alla vittoria sulla borghesia imperialista e sul clero italiani e sulla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti.

Ma dare il via a una simile impresa non sarebbe travalicare i compiti di un sindacato? Tutto il contrario! Nella situazione di crisi generale in cui siamo, è il solo modo per adempiere anche ai compiti specifici del sindacato. Solo un governo d’emergenza costituito dalle OO e OP può soddisfare anche le richieste particolari degli operai metalmeccanici. Nell’ambito di un Piano Nazionale del Lavoro e della collaborazione internazionale con tutte le istituzioni disposte a collaborare, il GBP può impedire la chiusura e la delocalizzazione delle aziende, riaprire quelle chiuse (IRISBUS, FIAT di Termini Imerese, ALCOA, Jabil, ecc. ecc.) e crearne di nuove. I lavoratori ristabiliranno anche i loro diritti sul posto di lavoro. Le OO e OP con il loro governo d’emergenza regoleranno la quantità e qualità dei beni da produrre in base alla necessità della popolazione e destineranno ad altre attività il tempo di lavoro che avanzerà. L’aumento della produttività del lavoro deve servire a ridurre il tempo di lavoro e a permettere che i lavoratori si dedichino ad altre attività, quelle da cui da sempre la borghesia e il clero escludono i lavoratori e tutte le masse popolari. Il programma delle Sei Misure Generali indica chiaramente le linee d’azione del GBP.

Elezioni o non elezioni e qualunque sia l’esito, le OO e le PO sono in grado di far ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia la costituzione del governo d’emergenza delle OO e OP, perché possono rendere il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia. Il Governo di Blocco Popolare darà forma e forza di legge ai provvedimenti indicati caso per caso dalle OO e OP.

 

Questa è l’impresa in cui devono lanciarsi i nuclei di operai avanzati che si sono consolidati o formati nei due anni e mezzo trascorsi dopo la battaglia di Pomigliano.

Questa impresa generale, non appena prenderà forma, modificherà i rapporti di forza tra masse popolari e borghesia imperialista in tutti i campi e renderà più facili anche le lotte particolari.

Questa impresa lanciata a livello nazionale riceverà appoggi da tutto il mondo. Infatti il primo paese imperialista che rompe le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi imperialisti e solleverà tutto il mondo contro il sistema imperialista. Certamente le istituzioni della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti si lanceranno in attacchi d’ogni genere, sia aperti che subdoli, contro il GBP costituito nel nostro paese, con la collaborazione della borghesia imperialista e del clero italiani e dei loro succubi e agenti. Ma proprio la costituzione e l’attività del GBP e la difesa della sua esistenza da quegli attacchi apriranno la via all’instaurazione del socialismo.

La crisi in corso è la crisi del capitalismo. Solo l’instaurazione del socialismo permette di porre fine definitivamente e a livello mondiale alla crisi. Il socialismo è un nuovo sistema di relazioni sociali e un nuovo sistema di relazioni internazionali che hanno una base comune: la produzione di beni e servizi fatta principalmente da agenzie pubbliche che lavorano secondo piani economici nazionali, coordinati nella misura più ampia possibile a livello internazionale. Non più la produzione di merci fatta in aziende capitaliste e quindi mirata all’aumento del capitale, ma la produzione secondo i bisogni della popolazione e compatibile con la salvaguardia della salute degli uomini e la conservazione dell’ambiente, del territorio e delle risorse naturali.

 

Per raggiungere i loro obiettivi particolari gli operai metalmeccanici devono porsi alla testa di quest’impresa nazionale e internazionale. È possibile? Certamente, perché appena questa impresa si delineerà, cambieranno i rapporti di forza.

La borghesia e il clero non sono forti per le risorse di cui dispongono loro. La loro forza sta tutta nella nostra mancanza  di organizzazione e di direzione. Cose a cui sta a noi porre rimedio. La vittoria dipende da noi.

Dopo il crollo dei primi paesi socialisti e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, la borghesia imperialista e il clero si sono lanciati trionfanti in una campagna forsennata di intossicazione e di denigrazione. Non c’è malefatta e delitto che non hanno imputato al movimento comunista. Il comunismo è stato dichiarato morto e sotterrato definitivamente e per sempre. La sinistra borghese si è messa al rimorchio della borghesia imperialista e del clero e ha invaso ogni campo di attività delle masse popolari, dalla direzione dei sindacati, alle cooperative, alle istituzioni culturali e politiche.

Ma le contraddizioni per cui il movimento comunista è sorto poco più di 150 anni fa si sono aggravate, la crisi del capitalismo ha raggiunto livelli che non aveva mai raggiunto prima. Il movimento comunista rinasce in ogni angolo del mondo. Noi comunisti abbiamo oramai anche capito i motivi della nostra sconfitta: i motivi per cui la prima ondata della rivoluzione proletaria che aveva raggiunto enormi successi non è arrivata ad instaurare il socialismo in alcun paese imperialista ma si è esaurita, i motivi per cui i primi paesi socialisti che con i brillanti successi conseguiti in ogni campo e la vittoria sulle orde nazifasciste avevano dimostrato a tutto il mondo che i lavoratori possono fare a meno dei padroni e vincere le loro manovre criminali, per alcuni decenni sono arretrati fino alla dissoluzione nel 1990. I sei apporti principali del maoismo al patrimonio teorico del movimento comunista sintetizzano le lezioni che abbiamo tratto dai successi e dalla sconfitta della prima ondata della rivoluzione proletaria.

In effetti nei paesi imperialisti il movimento comunista (fondato da Marx ed Engels poco più di 150 anni fa) si era felicemente innestato nel movimento operaio rivendicativo e lo aveva fecondato fino a formare grandi sindacati. Parallelamente aveva alimentato e dato grande sviluppo (socialdemocrazia tedesca, II Internazionale, laburismo inglese, ecc.) alla partecipazione degli operai con propri partiti alla lotta politica borghese, sfruttando la democrazia borghese. Ma nei paesi imperialisti non era mai arrivato, nonostante la spinta dalla Rivoluzione d’Ottobre e le pressioni dell’Internazionale Comunista, ad attestarsi autonomamente sul livello della lotta rivoluzionaria. Venuta meno la pressione dell’IC con la fine della II Guerra Mondiale, il movimento comunista nei paesi imperialisti ha sciolto le formazioni dei Partigiani ed è rifluito al livello della partecipazione degli operai con proprio partito alla lotta politica borghese. Il movimento comunista ha così permesso che la borghesia imperialista godesse di un periodo di ripresa e recuperasse gran parte del terreno perduto. Proprio questo ha reso possibile anche l’arretramento dei primi paesi socialisti che per anni avevano svolto con grande eroismo il ruolo di base rossa della rivoluzione proletaria mondiale.

La seconda crisi generale del capitalismo e la crisi ambientale hanno creato le condizioni oggettive per la rinascita del movimento comunista.

Per sfuggire alle conseguenze della sovrapproduzione assoluta di capitale sul terreno della produzione di merci, la borghesia più di due decenni fa ha dato via libera allo sviluppo del suo sistema finanziario. Questo ha così assunto dimensioni enormi ed è diventato il principale terreno della fase acuta e terminale della crisi generale della società borghese.

Gli insegnamenti della prima ondata della rivoluzione proletaria forniscono ora ai comunisti gli strumenti necessari per mettersi nuovamente alla testa della lotta della classe operaia e delle masse popolari e guidarle a farla finita con il modo di produzione capitalista e con il sistema di relazioni sociali e il sistema di relazioni internazionali fondati su di esso. Per la posizione che occupano nella società borghese, gli operai sono la classe dirigente di questo processo: essi sono in grado di assimilare in massa la concezione comunista del mondo che è la scienza della transizione dalla società borghese alla società comunista. Essa è sinteticamente esposta anche nel Manifesto Programma del nuovo Partito comunista italiano.

Forti delle lezioni tratte dalla prima ondata della rivoluzione proletaria, il movimento comunista rinasce in tutto il mondo. L’instaurazione del socialismo proprio nei paesi imperialisti segnerà la vittoria della seconda ondata della rivoluzione proletaria che avanza in ogni angolo del mondo contro la crisi generale del capitalismo.

  

Che gli operai avanzati prendano l’iniziativa di organizzare gli operai e le masse popolari, perché attacchino senza tregua su ogni terreno le autorità delle Repubblica Pontificia e costringano le banche a finanziare l’attività delle aziende che i capitalisti vogliono ridurre, chiudere o delocalizzare e a finanziare l’apertura di nuove aziende!

Che tutti i sinceri democratici sostengano con ogni mezzo e in ogni campo, con le loro risorse, conoscenze e relazioni, con il loro prestigio e potere, le iniziative degli operai avanzati!

Creare Comitati di Partito clandestini in ogni azienda e in ogni località!

Creare Organizzazioni Operaie in ogni azienda capitalista e Organizzazioni Popolari in ogni località!

Viva la costituzione del governo d’emergenza delle OO e OP, il Governo di Blocco Popolare!

Viva la Guerra Popolare Rivoluzionaria contro le autorità della Repubblica Pontificia!

Viva l’instaurazione del socialismo nei paesi imperialisti!

Viva la rinascita del movimento comunista!

 

 

 

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].