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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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La posta in gioco
delle elezioni del 24 febbraio

Comunicato CC - 31 gennaio 2013

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Comunicato CC 4/2013 - 11 febbraio 2013 - 84° Anniversario dell’accordo tra Papa Ratti (Pio XI) e Mussolini

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Le dimissioni di Papa Ratzinger

 

Le dimissioni di Papa Ratzinger costituiscono un salto in avanti nella crisi della Repubblica Pontificia e della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti.

 

I comunisti e tutti gli organismi e le persone avanzate del nostro paese devono raddoppiare gli sforzi per mobilitare le masse popolari ad organizzarsi per approfittare della disgregazione della Repubblica Pontificia e costituire un Governo di Blocco Popolare.

 

Le masse popolari del nostro paese subiscono da più di settanta anni il peso del rinnovato e rafforzato potere della Corte Pontificia sull’Italia. L’eliminazione della Corte Pontificia è un passaggio indispensabile per ogni progresso del nostro paese. Uno dei maggiori misfatti del Fascismo è stato il ristabilimento (con la Conciliazione firmata l’11 febbraio 1929) del potere della Corte Pontificia che col Risorgimento la borghesia aveva in qualche misura limitato.

Le dimissioni del capo della Corte Pontificia sono un effetto della crisi politica della Repubblica Pontificia e della crisi politica della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti di cui il Vaticano è uno dei pilastri. Ma oltre che un effetto dei contrasti insanabili alimentati e aggravati dalla crisi, da parte di chi le ha imposte le dimissioni di Papa Ratzinger sono anche un tentativo di soluzione della crisi. Sia i vertici della Repubblica Pontificia che i caporioni della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti puntano a rafforzarsi mettendo a capo della Corte Pontificia un Papa più autorevole. Ma la crisi non è una questione di individui: sta nella Repubblica Pontificia e nella Comunità Internazionale, scosse dalla crisi del capitalismo a cui non sono in grado di porre fine.

La Corte Pontificia oltre che una delle corti più vecchie, è anche la Corte più reazionaria tra quante ancora ne esistono nel mondo. Il segreto avvolge le manovre e anche i delitti che si compiono in Vaticano e nel resto del mondo sotto il suo mandato. Una rete di selezionati servi della reazione e di complici perpetra e copre le sue operazioni. È quindi impossibile delineare con sicurezza un quadro delle correnti che si affrontano in seno ad essa. Ma anche se le dimissioni saranno confermate e avranno effettivamente corso, la successione attizzerà la lotta tra le opposte frazioni e correnti, perché ogni frazione cerca di far eleggere il proprio candidato. I contrasti di interessi tra i gruppi imperialisti e tra le altre forze reazionarie si traducono nel contrasto tra correnti e personaggi della Corte. Ma comunque la pensino quelli che hanno spinto o costretto Ratzinger alle dimissioni, la lotta per la successione non è affatto conclusa, come non è affatto scontato l’esito delle elezioni del 24 febbraio. La lotta per la successione può aggravare ulteriormente la crisi sia della Repubblica Pontificia sia della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. La crisi del capitalismo a cui non possono porre fine e gli interessi contrastanti determinano nella Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti l’aggregazione crescente attorno a due poli capeggiati uno da gruppi della borghesia imperialista americana e l’altro da gruppi della borghesia imperialista tedesca. L’elezione del nuovo capo della Corte Pontifica sarà un terreno di scontro tra questi due poli.

 

Ma quali che siano le contorsioni, le manovre e i delitti dei caporioni dei gruppi imperialisti, la sola via d’uscita dalla  crisi in corso consiste in definitiva nell’instaurazione del socialismo a partire dai paesi imperialisti. Il primo paese imperialista che spezzerà le catene della comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, con la sua azione aprirà la strada e la mostrerà con il suo esempio anche alle masse popolari degli altri paesi imperialisti e valorizzerà la lotta eroica che in varie forme e sotto varie bandiere le masse popolari già conducono nei paesi oppressi dal sistema imperialista e in tutti gli altri paesi del mondo!

 

Quanto al nostro paese, la via di uscita dalla crisi del capitalismo e di salvezza dalla distruzione e dalla guerra, nell’immediato consiste nel moltiplicare il numero delle organizzazioni operaie e delle organizzazioni popolari, promuovere il loro coordinamento e rafforzare il loro orientamento a costituire un proprio governo d’emergenza: questo aprirà la strada ad una fase superiore della lotta per instaurare il socialismo.

Anche le dimissioni del capo della Corte Pontificia come l’indizione delle elezioni anticipate e di rito abbreviato del 24 febbraio confermano la debolezza politica dei vertici della Repubblica Pontificia. Confermano però anche che essi si agitano per trovare una maggiore stabilità, per perpetuare il loro sistema di relazioni sociali e il loro sistema di relazioni internazionali, nonostante la crisi del capitalismo. Le OO e OP possono e devono rendere il nostro paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia. Oltre che la via per risolvere i propri problemi immediati e di prospettiva, è anche il maggiore contributo che noi possiamo e dobbiamo dare alle masse popolari che sotto diverse bandiere lottano in tutto il mondo contro gli effetti della crisi generale del capitalismo e per trovare una soluzione.

Bando ad ogni linea attendista dell’esito delle elezioni del 24 febbraio, della elezione del nuovo Capo della Corte Pontificia, del nuovo Presidente ufficiale della Repubblica Pontificia. Tutti questi eventi saranno tanto più destabilizzanti per i vertici della Repubblica Pontificia

quanto più forte continuerà la lotta delle masse popolari per attuare e imporre rimedi anche solo provvisori almeno agli effetti più gravi della crisi, per assicurare anche a quella parte della popolazione che ne è privata i beni e i servizi necessari per una vita dignitosa, per tenere aperte o riaprire le aziende che i capitalisti vogliono chiudere, delocalizzare o ridurre, per salvaguardare il territorio e la salute dalle devastazione, dal saccheggio e dall’inquinamento;

quanto più in questa lotta si moltiplicherà il numero delle OO e OP, crescerà il loro coordinamento e si rafforzerà la loro determinazione a costituire un loro governo d’emergenza, il GBP.

Questa è l’opera a cui il nuovo Partito comunista italiano chiama tutti gli operai avanzati, tutti gli elementi e gli organismi più avanzati delle masse popolari, la sinistra sindacale, gli elementi democratici della società civile e della pubblica amministrazione, gli esponenti della sinistra borghese non accecati dall’anticomunismo.

 

Avanti nella mobilitazione e organizzazione della classe operaia e delle masse popolari!

Avanti nella costituzione di Comitati di Partito clandestini!

Avanti nell’assimilazione e applicazione della concezione comunista del mondo!

Osare lottare! Osare vincere!

 

 

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].