<<< RITORNA ALL'INDICE DEI COMUNICATI 

(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

   Comitato Centrale
                        Sito: http://www.nuovopci.it
                        e.mail: lavocenpci40@yahoo.com

    Delegazione
                        BP3  4, rue Lénine   93451 L'Île St Denis (Francia)
                        e.mail: delegazionecpnpci@yahoo.it
Leggi e
                    diffondi La Voce 44 del (n)PCI
Ai compagni che vogliono diventare membri dello Stato Maggiore della rivoluzione socialista
Mobilitazione a difesa della Costituzione
Manifestazioni e scioperi d’autunno
Comunicato CC - 25 luglio 2013

Scaricate le istruzioni per utilizzare il sistema di criptazione PGP e TOR


Comunicato CC 32/2013 - 30 luglio 2013

 [Scaricate il testo del comunicato in Open Office / PDF / Word ]

I dilemmi dei colleghi e dei complici di Berlusconi

La Cassazione deve decidere se convalidare o annullare la sentenza di condanna emessa l’8 maggio dalla Corte d’Appello di Milano contro Berlusconi. La Sezione Feriale che ha in carico la procedura è infarcita di amici di Berlusconi e di “ammazzasentenze” (imitatori del celebre Carnevale) a favore degli esponenti dei vertici della RP. Ogni tanto alcuni di questi, per esigenze di regime sono condannati o per le attività svolte nell’esercizio della loro funzioni nei vertici del regime o sotto pretesto di vizi personali di lunga data. In Italia abbiamo addirittura un articolo di legge, palesemente anticostituzionale, l’art. 41bis del regolamento carcerario, che legalizza e regola la tortura morale e fisica dei detenuti. I suoi promotori e sostenitori lo giustificano col pretesto dei reati di regime (criminalità organizzata): tramite la tortura degli esponenti delle Organizzazioni Criminali sacrificati alla collaborazione dovrebbe regolare (contenere in limiti e forme accettabili dagli altri) la partecipazione organica delle Organizzazioni Criminali ai vertici della Repubblica Pontificia. Nella realtà l’articolo è applicato sistematicamente nella sua integralità agli oppositori del regime: in particolare ai comunisti e ai membri delle Organizzazioni Comuniste Combattenti.

“Berlusconi in Cassazione” è il dramma che in queste ore dilania ed eccita i vertici della RP e loro sodali, alla Vendola. Disfarsi di Berlusconi per via giudiziaria è sbagliato, dice Vendola il narratore. Anche i promotori delle azioni giudiziarie sono spaventati dal regicidio. In effetti, Berlusconi è il più eminente esponente della criminalità organizzata e in questa veste ha avuto un ruolo di prima piano nella politica della Repubblica Pontificia: prima tramite Craxi di cui era l’eminenza grigia (il burattinaio) e poi in prima persona, lungo tutto il periodo della putrefazione della Repubblica Pontificia. Ma ciò è una manifestazione del legame organico delle Organizzazioni Criminali con la Corte Pontificia, la sua Chiesa e il resto dei vertici della RP. È avvenuto grazie alla complicità di una larga parte dei vertici della Repubblica Pontificia: non solo di La Malfa, Reale, D’Alema, Violante, Napolitano, cioè non solo di quelli che si sono esposti pubblicamente e personalmente nel ruolo di sostenitori e complici.

Non c’è il pericolo che la condanna di Berlusconi provochi uno sconquasso del Palazzo? Non provocherà il crollo del regime e un’epurazione generale dei gerarchi e complici?

Questo è il nodo della crisi politica della Repubblica Pontificia in questi giorni. Perché Berlusconi non può fare un’uscita di scena alla Calvi, alla Sindona o alla Marcinkus. Da giovane ha saputo farsi strada e imporsi ai capi della Mafia, poi diventare un attore indispensabile ai vertici della Repubblica Pontificia e parte di essi. Infine è diventato una potenza in proprio a livello nazionale e internazionale. Gioca sul teatro internazionale, approfitta dei contrasti tra le grandi potenze: USA, Germania, UE, Russia ... Kazakistan e oltre. Non basta un Bergoglio. E qui non c’è Compagnia di Gesù, perché la banda Berlusconi è qualcosa di più raccogliticcio dei Gesuiti. Ai vertici della RP si pone un problema analogo a quello che si pose alla Corte dei Savoia settanta anni fa: è sbagliato perché impossibile disfarsi di Mussolini per via giudiziaria. Ci vollero gli scioperi del marzo 1943 e tutto il resto, compresi infine anche i Carabinieri.

Le contorsioni e le manovre della borghesia imperialista per prolungare la vita del suo sistema di relazioni sociali malgrado la crisi del capitalismo, devasta il mondo e lo porta alla catastrofe. La putrefazione della Repubblica Pontificia e la sua crisi politica aggraveranno le condizioni delle masse popolari del nostro paese se le masse popolari organizzate non prendono l’iniziativa in mano. I Di Gennaro faranno carriera. I persecutori del Movimento NO TAV faranno scuola. I militari USA avranno mano libera a Niscemi (NO MUOS) e ben oltre. Solo un rapido sviluppo della mobilitazione e dell’organizzazione delle masse popolari può fare della crisi politica della Repubblica Pontificia un fattore positivo per le masse popolari.

Ai numerosi critici del nostro Comunicato CC 31/2013 del 25 luglio chiediamo di non considerare le indicazioni date in quel Comunicato moralisticamente (cioè ponendo in primo piano i comportamenti e le professioni di fede di personaggi e organismi). Chiediamo di porre in primo piano quello che essi stessi, i nostri critici, se diventano comunisti, possono far fare a quei personaggi e organismi nel contesto della putrefazione della Repubblica Pontificia e della fase particolare della sua crisi politica, la fase che essa vive in questi giorni.

Sulla semplicità dei compiti del presente, del primo passo della lunga marcia che dobbiamo fare, richiamiamo l’attenzione anche delle vittime degli incubi della fine del mondo, del tipo Giulietto Chiesa. Non è cercando di trascinare molti altri nell’incubo con la descrizione della catastrofe incombente che si cambia il corso delle cose. La catastrofe incombe effettivamente sul mondo, se esso non si divide rapidamente in due: se le masse popolari non separano rapidamente il proprio destino da quello della borghesia imperialista. È questo che bisogna fare, è questa l’opera a cui ogni persona cosciente deve dare il suo contributo.

Il comunismo è una cosa semplice, anche se difficile da farsi. Ma per alcuni è difficile anche da capirsi. Nonostante l’impulso della Rivoluzione d’Ottobre e della prima ondata della rivoluzione proletaria, i dirigenti dei partiti comunisti dei paesi imperialisti non l’avevano capito e per questo Gramsci rifulge di luce particolare. È impossibile capire Il capitale di Marx se non si assimila il materialismo dialettico: per questo a cinquanta anni dalla sua pubblicazione nessun marxista ha capito Marx, aveva annotato Lenin nel 1914, alla vigilia della prima Guerra Mondiale. Per questo i partiti comunisti non hanno instaurato il socialismo in nessun paese imperialista nonostante le pene e le difficoltà dell’epoca. Per questo ci troviamo oggi a dover compiere l’opera che essi non hanno compiuto.


Promuovere l’organizzazione delle masse popolari, la moltiplicazione di Organizzazioni Operaie e Popolari!


Promuovere il coordinamento ad ogni livello delle OO e OP!


Rafforzare le OO e OP e promuovere il comune orientamento a costituire un loro governo d’emergenza!


Costituire ovunque nella clandestinità Comitati di Partito!


Avanti verso il Governo di Blocco Popolare!


Avanti verso l’instaurazione del socialismo!

 

Se vuoi fare commenti proposte o critiche utilizza questo link

**************

Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].