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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Comunicato CC 36/2013 - 24 settembre 2013

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Ai compagni che vogliono diventare membri dello Stato Maggiore della rivoluzione socialista

Per un autunno di lotte e di vittorie!

Dalla Val di Susa a Niscemi, dall’ILVA all’ALCOA una parola d’ordine comune:
costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate, costituire il Governo di Blocco Popolare!


Dare forza alle lotte rivendicative ma fare di ogni lotta una scuola di comunismo!

Promuovere la resistenza alla repressione e alle manovre intimidatorie dei vertici della Repubblica Pontificia!

I vertici della Repubblica Pontificia si dibattono furiosamente perché sono disperati: la loro egemonia sulle masse popolari è in caduta libera!

 

Costituire ovunque Comitati di Partito clandestini!

Costituire in ogni azienda capitalista Organizzazioni Operaie che proiettano anche all’esterno la loro influenza!

Costituire Organizzazioni Popolari in ogni istituzione e azienda pubblica e in ogni zona!

 

Moltiplicare il numero delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari. Promuovere il loro coordinamento a livello locale e nazionale. Orientare tutte le OO e OP verso la costituzione di un loro governo d’emergenza e a rendere il paese ingovernabile ai vertici della Repubblica Pontificia, fino a far loro ingoiare la costituzione del Governo di Blocco Popolare!

 

Questa è la via più diretta per instaurare il socialismo, il solo modo per farla finita con il marasma in cui la borghesia imperialista e il clero sprofondano le masse popolari, per porre fine al saccheggio e alla devastazione del nostro paese!


Noi comunisti dobbiamo farci promotori e sostenere tutte le lotte rivendicative delle masse popolari, ma più importante ancora è che ci facciamo promotori della loro organizzazione e mobilitazione per costituire il Governo di Blocco Popolare (GBP). Con questo obiettivo anche le lotte rivendicative si svilupperanno su larga scala e le eventuali sconfitte non demoralizzeranno le masse popolari ma rafforzeranno la loro determinazione a lottare fino a costituire un proprio governo d’emergenza. Ne usciranno sconfitti solo quei promotori delle lotte rivendicative che si ostineranno a limitarle al terreno rivendicativo, che rifiuteranno con ostinazione la lotta per costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate.

La via più rapida per arrivare a costituire il GBP è indurre i personaggi e gli organismi che già ora, per la storia che abbiamo alle spalle, godono di prestigio e seguito tra le masse popolari, a costituire subito loro un Governo di Salvezza Nazionale (GSN) [Comunicato CC 22/2013]. È una via possibile, anche se non è certo che ci riusciremo tanta è l’influenza della borghesia imperialista e del clero su questi personaggi e organismi. Proprio in questi giorni Stefano Rodotà che abiura le sue stesse dichiarazioni contro l’occupazione militare della Val di Susa e fa atto di sottomissione  ad Angelino Alfano, avvocato di Mafia e ministro degli Interni di Berlusconi, ha dato la dimostrazione più vergognosa di quanto forte sia questa influenza. Ma se non vogliono finire rapidamente nel nulla di fronte all’avanzare della mobilitazione reazionaria, Beppe Grillo e il M5S, Maurizio Landini e la FIOM, Stefano Rodotà e gli altri promotori della “difesa e attuazione della Costituzione”, Giorgio Cremaschi e i dirigenti dei sindacati alternativi e di base, dovranno al più presto costituire un Governo di Salvezza Nazionale che chiami alla lotta senza tregua all’illegittimo e illegale governo Letta-Napolitano-Berlusconi e a ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia (RP), mettendo a contribuzione tutto il prestigio di cui godono e il seguito che hanno tra le masse popolari. La costituzione di un GSN e la promozione ad ogni livello di Comitati di Salvezza Nazionale faranno crescere rapidamente il numero delle OO e OP, le rafforzeranno fino a diventare capaci di rendere il paese ingovernabile dai vertici della RP e di far ingoiare a questi la costituzione del Governo di Blocco Popolare!

Personaggi e organismi ora autorevoli presso le masse popolari non hanno davanti a sé altra via che farsi promotori della mobilitazione delle masse popolari a organizzarsi e a costituire un loro governo d’emergenza. Nei sei mesi trascorsi dalle elezioni di febbraio i parlamentari del M5S hanno avuto modo di sperimentare quanto poco serve usare giostrando nelle istituzioni della Repubblica Pontificia la forza che le masse popolari hanno loro dato con le elezioni di febbraio. Landini è arrivato a dichiarare che la FIOM occuperà le fabbriche “se necessario”, perché si è reso conto anche lui che la FIOM perde prestigio e seguito baloccandosi tra PD e SEL. I vertici della RP non hanno attuato o addirittura apertamente violato la Costituzione del 1948 quando le masse popolari erano ben più forti di adesso: non saranno Rodotà & C a far loro attuare ora la Costituzione scontrandosi con la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Il conflitto promosso dai sindacati alternativi e di base se non è animato dalla prospettiva di instaurare un governo delle masse popolari organizzate provoca più delusioni per i risultati che fiducia nei suoi promotori.

Con uno stato cronico di insubordinazione alle autorità in tutti i campi e prendendo direttamente l’iniziativa di tenere aperte le aziende che i padroni vogliono chiudere, riaprire quelle che hanno chiuso, organizzare i servizi (istruzione, sanità, assistenza sociale, ecc.) e la manutenzione del territorio, del patrimonio edilizio e delle infrastrutture che le autorità lasciano andare in malora o privatizzano al servizio dei più ricchi, le masse popolari organizzate indurranno i vertici della RP a ingoiare la costituzione del GBP come male minore. Lo ingoieranno perché oggi non sono preparati a mettere in atto una repressione feroce e su larga scala contro le masse popolari e perché saranno convinti di poter riprendere in mano il potere dopo che il GBP crollerà di fronte al loro sabotaggio e boicottaggio e all’aggressione dall’esterno della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Ma con la costituzione del GBP, per le masse popolari organizzate si metterà in moto un processo pratico nel corso del quale esse, sotto la direzione del Partito comunista e delle organizzazioni di massa, ma soprattutto grazie alla loro diretta esperienza impareranno, si trasformeranno e diventeranno capaci di instaurare il socialismo.

I nostri sforzi possono quindi avere successo, anche se le nostre forze sono ancora estremamente deboli. Anche in questi ultimi anni le masse popolari hanno dimostrato ripetutamente (basta ricordare le mobilitazioni FIOM nel 2010, i referendum per l’acqua e i beni comuni del 2011, il No Monti Day del 2012, il crollo dei partiti di regime e dei loro complici nelle elezioni di febbraio 2013) che esse si mobilitano quando centri autorevoli le chiamano alla lotta. Ma se dopo ogni vittoria quei centri dimostrano di non essere capaci di sfruttare il successo e di rilanciare a un livello superiore la lotta contro la Repubblica Pontificia, essi perdono di autorità e prestigio.

Ma anche se i nostri sforzi per indurre personaggi e organismi ora autorevoli presso le masse popolari a costituire un GSN non avessero successo, grazie a questi sforzi noi comunisti avremo acquistato noi stessi nuovamente almeno parte di quel prestigio e di quel seguito che i comunisti hanno perso a causa dei limiti ed errori che hanno impedito che nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria guidassero gli operai e il resto delle masse popolari fino a  instaurare il socialismo. Avremo quindi comunque fatto progredire la rinascita del movimento comunista e creato condizioni più favorevoli delle attuali per arrivare all’instaurazione del socialismo per una via diversa, seppure più lunga e dolorosa: lottando contro la mobilitazione reazionaria delle masse popolari. Questa è infatti nel prossimo futuro l’unica alternativa realistica alla costituzione del GBP.

La crisi attuale non consente altri sviluppi.

La Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti sprofonda sempre più il nostro paese e il resto del mondo in un baratro senza fondo. Dire “baratro senza fondo” non è un’espressione retorica, un modo di dire. È aver chiaro qual è la vera natura dell’attuale crisi del capitalismo: una natura che non comprendono quelli che pensano che la crisi in corso è una crisi congiunturale, ma neanche quelli che pensano che è solo o almeno principalmente una crisi finanziaria, né quelli che pensano che la crisi attuale è dovuta alla cattiva politica del governo italiano, dell’Unione Europea o della Troika (Fondo Monetario, Banca Centrale Europea, Commissione Europea), che basterebbe cambiare adottando una “politica keynesiana”.

Che la crisi del capitalismo continui e si aggravi, che il nostro paese sprofondi sempre più nel baratro senza fondo in cui i vertici della Repubblica Pontificia lo spingono da quando si è esaurita la prima ondata della rivoluzione proletaria e la borghesia imperialista ha avuto di nuovo mano libera nel mondo, che le masse popolari del nostro paese stiano perdendo giorno dopo giorno le conquiste economiche, politiche e culturali che avevano strappato alla borghesia imperialista e al clero quando il movimento comunista internazionale era forte nel mondo e la sua avanzata al clero e alla borghesia imperialista sembrava inarrestabile: tutte queste cose sono dati di fatto, esperienza di ogni giorno per milioni di membri delle masse popolari, oggetto di denunce più o meno sottili da parte degli esponenti della sinistra borghese e di animatori della resistenza delle masse popolari. Gli stessi portavoce dei vertici della RP e imbonitori delle masse popolari non lo negano, si limitano a promettere la fine della crisi, ad annunciare che “gli esperti intravedono la luce in fondo al tunnel”. Non è quindi su questo che richiamiamo l’attenzione dei nostri compagni e di tutte le persone capaci di pensare e preoccupate della situazione. La richiamiamo sulla via da seguire per invertire il corso delle cose che noi comunisti dobbiamo indicare alle masse popolari e perseguire con la nostra attività.

Invertire il corso delle cose, nel nostro paese e nel resto del mondo, è possibile. Il corso attuale delle cose non è un evento imprevisto. Che il capitalismo ci avrebbe portato nel marasma attuale era scontato. I comunisti, a partire dai fondatori del movimento comunista un secolo e mezzo fa, avevano indicato da tempo, ovviamente a grandi linee, che per la sua propria natura il modo di produzione capitalista portava l’umanità su questa strada. Lo avevano indicato grazie ad una profonda comprensione della natura del modo di produzione capitalista, grazie al marxismo. Una scienza che rifiutano o ignorano non solo quelli che sottovalutano la portata della crisi in corso, ma anche quelli che presentano il corso attuale delle cose come una situazione da incubo, ci riferiamo come un esempio tra tanti a Giulietto Chiesa di Invece della catastrofe: un incubo che è incerto dove andrà a finire e da cui è incerto se mai si riuscirà ad uscire e grazie a quale santo. La situazione attuale è il frutto del dominio della borghesia imperialista nel mondo, è il suo frutto naturale, del tutto conforme alla natura del modo di produzione capitalista. La crisi attuale è il frutto degli interessi e del ruolo sociale di alcune classi, ma vi sono nella nostra società anche le classi che invece hanno in sé i presupposti per porvi fine: noi comunisti dobbiamo farci forti dell’esperienza e della scienza del movimento comunista per mobilitare la classe operaia e le altre classi delle masse popolari.

Le masse popolari organizzate, dirette dalla classe operaia con alla testa il suo partito, il Partito comunista, possono porre fine al marasma della crisi del capitalismo, instaurando il socialismo: il potere statale delle masse popolari organizzate e la produzione dei beni e dei servizi affidata ad aziende pubbliche che lavorano in base ad un piano economico per soddisfare i bisogni della popolazione in condizioni di sicurezza e di salvaguardia e miglioramento dell’ambiente.

 Usciremo certamente dal marasma presente, perché noi comunisti impugniamo con fermezza la linea della lotta per instaurare il socialismo e quindi le nostre file si rafforzeranno. Noi abbiamo riserve inesauribili da mobilitare nel nostro paese e abbiamo potenti alleati in tutto il mondo. Già oggi la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti non riesce a instaurare regimi stabili al suo servizio. Sempre meno ci riuscirà man mano che proseguirà la rinascita del movimento comunista. La rivolta contro di essa cresce ovunque nel mondo, anche nei paesi imperialisti e negli USA stessi. Per trionfare questa rivolta ha bisogno che si costituiscano nuovi partiti comunisti forti anche delle lezioni che hanno tratto dall’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria.

Viva l’internazionalismo proletario!

Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti mostrerà la via e aprirà la strada anche alle masse popolari del resto del mondo e sarà sostenuto dalla lotta che le masse popolari già conducono in tutto il mondo contro quella Comunità criminale, benché ancora soffrano della debolezza del movimento comunista.

Avanti quindi con fermezza, mettiamo a frutto con tutte le nostre forze le mobilitazioni dell’autunno. L’aspetto principale non sono i limiti dei loro promotori, ma la mobilitazione delle masse popolari che esse comportano!

Avanti verso il Governo di Blocco Popolare!

Avanti verso l’instaurazione del socialismo!



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