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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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Delegazione

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La Voce n.47 del (n)PCI

A dieci anni dalla fondazione
del nuovo Partito Comunista Italiano

Avanti nella lotta per instaurare il socialismo e contribuire così
alla seconda ondata della rivoluzione proletaria mondiale!

Comunicato CC - 3 ottobre 2014

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Comunicato CC 31/2014 - 10 ottobre 2014

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Nelle mille mobilitazioni dei prossimi giorni portare su scala più vasta possibile le parole d’ordine:

Organizzarsi e coordinarsi!

Rendere il paese ingovernabile ai Renzi, ai Napolitano, ai Bergoglio e ai Marchionne!

Costituire un Governo di Blocco Popolare per rimediare da subito con misure d’emergenza almeno agli effetti peggiori della crisi!

 

La fiducia sulla delega in bianco imposta dal governo Renzi-Berlusconi al Senato non solo indica al di là di ogni ragionevole dubbio quali saranno le “tutele crescenti”, ma ha confermato che chiedere, rivendicare, pretendere da questo governo una politica industriale, diritti, salari, ecc. è un’illusione o un imbroglio. Bisogna dare al paese un governo d’emergenza popolare.

La fiducia sulla delega in bianco per eliminare l’art. 18 e il resto, dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio anche ai deputati e senatori M5S e a chiunque ha coraggio per imparare dall’esperienza, che il proposito di cambiare il corso delle cose tramite le istituzioni della Repubblica Pontificia è destituito di ogni fondamento nella realtà; che limitarsi ad agitarsi nelle istituzioni della Repubblica Pontificia è del tutto inutile: serve solo ad arricchire lo spettacolo e a fare da contorno alle attività criminali dei vertici della RP. Chiunque ha qualche autorità, potere e risorse deve impiegarle per mobilitare le masse popolari a organizzarsi, coordinarsi, rendere il paese ingovernabile dai vertici della RP e far loro ingoiare la costituzione del Governo di Blocco Popolare. L’accanimento dei padroni, del governo Renzi-Berlusconi, delle istituzioni UE, della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti contro l’art. 18 conferma che gli operai e gli altri lavoratori avanzati se si organizzano e si danno una giusta direzione, sono una forza: sono in grado di cambiare il corso delle cose dell’intero paese.

Il nuovo inizio annunciato da Landini e i nostri compiti

Con l’intervista a l’Espresso (2 ottobre) in cui ha annunciato la linea degli scioperi a rovescio e con il discorso di mercoledì 8 ottobre alla manifestazione di Milano in cui ha dichiarato che “siamo pronti a occupare le fabbriche” e che “non è vero, come dice Renzi, che il Paese è con lui”, Landini ha annunciato, per ora solo annunciato, un nuovo corso della FIOM. Gli aspetti salienti del nuovo corso annunciato sono il ruolo che la FIOM si assume

- nella mobilitazione dei lavoratori precari, dei disoccupati, dei cassaintegrati e dei giovani e immigrati senza lavoro,

- nella lotta frontale contro il governo Renzi.

 

L’annuncio del nuovo corso FIOM (anche solo l’annuncio) è importante ai fini della nostra lotta, dato il ruolo che la FIOM e gli operai metalmeccanici hanno nel corso delle cose, nel movimento politico, sindacale e in generale sociale del nostro paese: nelle relazioni tra classi e organismi, nel comportamento della sinistra borghese, nell’attività culturale,  nella combinazione tra l’azione degli operai e del resto delle masse popolari e l’azione dei dirigenti della sinistra sindacale, degli esponenti (non irriducibilmente anticomunisti) della sinistra borghese, dei sinceri democratici della società civile e delle amministrazioni locali, nella mobilitazione del grosso delle masse popolari e della parte decisiva di esse, gli operai. Basta pensare al movimento che ha messo in moto in tutto il paese la resistenza degli operai della FIAT di Pomigliano al piano Marchionne (nell’estate del 2010) grazie all’appoggio della FIOM e dei sindacati alternativi e di base (USB, Confederazione COBAS, Slai Cobas, ecc.).

Noi comunisti abbiamo un preciso piano d’azione con cui conduciamo la Guerra Popolare Rivoluzionaria in questa fase. Creare le condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare, mobilitare le masse popolari a organizzarsi costituendo Organizzazioni Operaie in ogni azienda capitalista e Organizzazioni Popolari in ogni azienda pubblica e in ogni scuola, luogo d’abitazione e zona territoriale, costituire nella clandestinità Comitati di Partito aziendali e territoriali sono aspetti chiave del nostro preciso piano d’azione. È facile capire che il nuovo corso della FIOM, anche solo l’annuncio di esso, crea condizioni favorevoli al nostro lavoro. Tanto più se il nuovo corso della FIOM, oltre che annunciato, sarà attuato.

L’annuncio del nuovo corso FIOM (anche solo l’annuncio) crea un terreno favorevole all’azione dei gruppi di operai avanzati per “occupare le aziende” (cioè organizzarsi per dare continuità alle aziende prevenendo o mandando a monte le manovre dei padroni per chiuderle, delocalizzarle o ridurle) e per “uscire dalle aziende” (cioè fare rete tra loro, collegarsi con gli organismi e i movimenti popolari in lotta contro gli effetti combinati della crisi del capitalismo e delle misure del governo Renzi-Berlusconi, promuovere l’organizzazione e la mobilitazione di disoccupati, precari e cassintegrati per il lavoro).

Quindi noi comunisti salutiamo con favore l’annuncio del nuovo corso della FIOM, approfittiamo dell’annuncio e siamo partigiani della sua attuazione!

Distinguere tra annuncio e attuazione è importante, stante il fatto che i politicanti borghesi (e tra essi si annoverano Landini e altri dirigenti ed ex dirigenti FIOM - vedi Airaudo) spesso usano l’annuncio in termini demagogici, per conquistare o mantenere seguito tra le masse popolari e come arma di pressione verso i propri avversari e concorrenti del mondo politico (e del teatrino della politica) borghese. L’annuncio sarà comunque positivo ai nostri fini se lo impugneremo tra i lavoratori e le masse popolari come arma di pressione e di verifica dei dirigenti della FIOM: avete annunciato, ora fate! La nostra lotta politica è anche conquista delle menti e del cuore delle masse popolari e organizzazione delle masse popolari attorno al Partito. Quindi se Landini e gli altri dirigenti FIOM terranno fede all’annuncio, dobbiamo appoggiarli e giovarci delle attività di massa che ne verranno. Se Landini e gli altri dirigenti FIOM non terranno fede all’annuncio, ci gioveremo della loro ennesima dimostrazione di mancanza di coerenza, di politicantismo e di asservimento ai vertici della Repubblica Pontificia e ai padroni per accrescere il prestigio e l’autorità del nuovo Partito comunista e degli elementi avanzati delle masse popolari che invece promuoveranno iniziative coerenti con il nuovo corso FIOM e contrasteranno l’abbandono del nuovo corso annunciato.

Quanto agli scioperi a rovescio per ora solo annunciati, essi sono, oltre che una tradizione del movimento comunista (Landini nell’intervista a l’Espresso ha citato il caso delle Reggiane, ma altri se ne possono citare), anche una pratica che il Partito ha già sostenuto e promosso (vedi Avviso ai naviganti 9 del 14.05.2012 sullo sciopero a rovescio promosso dal Sindacato Lavoratori in Lotta di Napoli e il Comunicato CC 10/2013 dell’8.03.2013 sui Disoccupati Organizzati di Cecina-Livorno). Essi sono del tutto coerenti con la linea delle mille iniziative di base che abbiamo indicato e che portiamo avanti. Dobbiamo usare l’annuncio e ancora più l’attuazione di scioperi a rovescio da parte della FIOM per sviluppare su larga scala la nostra linea delle “mille iniziative di base”. All’interno di questo movimento dobbiamo favorire e rafforzare la linea della sinistra che consiste nell’approfittare dell’iniziativa per creare organismi quanto più stabili possibile, nel favorire relazioni e legami con organismi già esistenti o creati da altre iniziative, nel fare di ogni  iniziativa occasione e strumento di formazione politica e ideologica (scuola di comunismo), farne organismi che hanno orizzonti realistici e ampi e quindi mirano alla costituzione di un loro governo d’emergenza che attui le Sei Misure Generali del programma del GBP. Solo gli economicisti e quelli che portano tra le masse popolari una concezione grettamente borghese, solo quelli che non vedono altro obiettivo che l’aumento immediato dei salari (o la conquista di ammortizzatori sociali per tutti sotto forma di “reddito minimo garantito”) e tanto meno concepiscono (se non al massimo a chiacchiere, come i gruppi dell’Autonomia negriana) la lotta per il potere e l’instaurazione del socialismo, non comprendono l’importanza di una mobilitazione che organizzi su scala crescente cassintegrati, disoccupati e precari, li rafforzi nella coscienza che il lavoro c’è e per tutti, li unisca a chi un lavoro (per adesso) ce l’ha.

Quanto all’occupazione delle fabbriche, noi oltre che appoggiarla, dobbiamo fare leva sull’annuncio e meglio ancora se ci sarà anche l’attuazione, per promuovere la linea di “occupare le aziende e uscire dalle aziende”. Occupare le aziende, non solo all’Acciai Speciali di Terni, alla Nokia Siemens, alla Lucchini, all’Alcoa e nelle altre aziende dove i padroni stanno già manovrando per chiuderle, delocalizzarle o ridimensionarle. Ma anche per prevenire gli attacchi dei padroni: come dicono giustamente gli operai della Piaggio di Pontedera in una loro recente lettera a Landini “ci rendiamo conto che in questo momento ci sono moltissimi altri casi di aziende e lavoratori in condizioni ben più gravi e drammatiche della nostra dal punto di vista occupazionale. Ma, a nostro avviso, anche noi potremmo diventare presto un’emergenza”. Occupare le aziende, in particolare le aziende per le quali il padrone non ha ancora in vista un piano di smantellamento (morte lenta) o delocalizzazione è un fattore decisivo del futuro del nostro paese e quindi del mondo se, come abbiamo illustrato nell’Avviso ai Naviganti 47 del 26.08.14, diventa l’occasione per “prendere in mano” l’azienda e il suo avvenire come centro di produzione di beni e servizi, come collettivo di lavoratori e come centro di orientamento e di mobilitazione locale delle masse popolari, come nodo della rete delle organizzazioni aziendali e territoriali che si costituiscono come nuove autorità locali, come istituzioni locali del Nuovo Potere, quindi se combinano l’“occupare l’azienda” con l’“uscire dall’azienda”.

 

Quanto fin qui detto a proposito dell’annuncio del nuovo corso FIOM, vale con gli adattamenti del caso anche per l’appello alla lotta lanciato dalla CGIL di Susanna Camusso e del resto della destra sindacale, cresciuta alla scuola di Craxi, il burattino di Berlusconi!

 

Nell’appoggio al nuovo corso annunciato da Landini dobbiamo far fronte all’interno delle masse popolari a due deviazioni.

La prima deviazione è quella di quanti opporranno all’annuncio e all’eventuale futura azione di Landini le malefatte e i tradimenti (vedi l’abbandono della linea lanciata a Pomigliano nel 2010) suoi personali e della FIOM. Chi non ha un proprio piano d’azione politica e addirittura non ha neanche una strategia per fare la rivoluzione e instaurare il socialismo, chi è chiuso nell’orizzonte dell’attività sindacale (sia pure conflittuale, combattiva, alternativa), chi è abituato a considerare l’individuo, la sua coerenza, la sua morale, le sue idee invece dei grandi movimenti di massa e del ruolo che gli individui hanno in essi, facilmente tenderà a deviare in questa direzione. Sentiamo già le denunce, i rimproveri e le lagne di gruppi ispirati dall’Autonomia negriana e di gruppi e individui grettamente fautori del sindacalismo di base e alternativo che hanno paura dell’“invasione di campo” della FIOM.

La seconda deviazione è quella di quanti crederanno a Landini & C. e li prenderanno come dirigenti della lotta di cui le masse popolari hanno bisogno. Contro questa deviazione non vale solo richiamare le posizioni e le concezioni che Landini & C. hanno espresso fino a ieri di fronte alla crisi generale del capitalismo e ai vertici della Repubblica Pontificia [“l’Italia deve fare come la Germania”, “il governo (Berlusconi, Monti, Letta o Renzi che fosse) deve darsi un politica industriale”, ecc.], ma anche le posizioni attuali che quindi caratterizzeranno, anche nella migliore delle ipotesi, la loro azione futura: porre fine alla crisi facendo pressioni sul governo del vertici della RP, come se il governo e i vertici della RP, le istituzioni della UE e della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e  sionisti fossero davvero in grado di porre fine alla crisi generale del capitalismo. In realtà essi possono solo aggravare la miseria, l’abbrutimento, la crisi ambientale e la corsa alla guerra con le loro manovre per preservare il loro privilegi e prolungare la vita del sistema sociale e del sistema di relazioni internazionali di cui sono alla testa.

Il migliore futuro che Landini può avere è di far parte dei personaggi che comporranno il GBP che le OO e OP faranno ingoiare ai vertici della RP come rimedio provvisorio all’ingovernabilità del paese, il GBP che in realtà aprirà una nuova superiore fase della guerra popolare rivoluzionaria con cui instaureremo il socialismo nel nostro paese e daremo il nostro contributo alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che monta in tutto il mondo.

 

Avanti nelle mille iniziative di base!

Avanti nell’occupare le aziende e uscire dalle aziende!

Costituire ovunque nella clandestinità Comitati di Partito!

Che i giovani più generosi e responsabili smettano di perdere tempo a imparare mestieri che con tutta probabilità non gli permetteranno neanche di esercitare e dedichino tempo e risorse a imparare a fare la rivoluzione socialista: a studiare il Manifesto Programma del Partito e a metterlo in pratica!

Viva i partiti e gruppi comunisti che sotto tutti i cieli lottano per la rinascita del movimento comunista!

Viva tutte le forze che al meglio delle loro capacità e della loro comprensione delle cose contendono il passo alla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, nucleo di tutta la borghesia imperialista e di tutte le classi reazionarie del mondo!


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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].