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(nuovo)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Combattere le concezioni disfattiste e le posizioni attendiste

Il vecchio mondo muore e sta a noi comunisti guidare la classe operaia e le masse popolari a costruire il nuovo mondo!

2017, centenario della
Rivoluzione d’Ottobre

Comunicato CC - 5 gennaio 2017

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Comunicato CC 2/2017 - 18 gennaio 2017

1917, centenario della gloriosa Rivoluzione d’Ottobre, la svolta nella storia dell’umanità

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I terremoti e il maltempo danno maggiore risalto alla catastrofica incuria della Repubblica Pontificia per gli interessi e il benessere delle masse popolari e a quanto il potere che essa esercita nel nostro paese assomiglia a quello di un governo d’occupazione pilotato dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti per estorcere dalla popolazione tutte le ricchezze di cui è capace: non il capo sia pur padronale di una comunità, ma una banda vandalica che devasta il paese.

Le stragi e la persecuzione degli emigranti che avvengono ogni giorno nel mondo dall’Asia meridionale all’Australia, dall’Africa e dal Mediterraneo all’Europa, dall’America meridionale agli USA, le guerre croniche che insanguinano il mondo dal Medio Oriente all’Africa, al Messico e, attentato dopo attentato, si estendono ai paesi imperialisti d’Europa e d’America mostrano il carattere sempre più apertamente criminale del potere della borghesia imperialista.

La rivoluzione socialista e la rivoluzione di nuova democrazia sono la via all’instaurazione del nuovo sistema di relazioni sociali e internazionali di cui l’umanità ha bisogno. Con il comunismo nessuna donna e nessun uomo sarà un esubero quale che sia la sua nazionalità e la sua razza! Con il comunismo ci sarà posto per tutti quelli che sono disposti a far la loro parte dei compiti di cui la società ha bisogno!

 

La realtà e il sogno, il vecchio e il nuovo

Il vecchio mondo sta morendo: questo tutti lo vedono e in molti lo augurano. Invece il nuovo che sta nascendo e che preme per nascere, lo sentono e lo vedono solo quelli che lo stanno creando e quelli che vogliono crearlo. Sognano forse questi ultimi? Sognano anche, ma il loro sogno precorre un corso degli eventi che è nella natura del mondo reale. Certo il nostro sogno non è ancora realtà, ma se chi ha questo sogno crede sul serio al suo sogno, se osserva attentamente la realtà, se confronta le sue osservazioni con i disegni e le figure che popolano la sua fantasia, se, in una parola, lavora coscienziosamente per attuare il suo sogno, allora il contrasto tra il sogno e la realtà non è affatto dannoso. Anzi, tutto va per il meglio dato che il sogno lungi dal deviare i sognatori in una direzione nella quale il corso degli avvenimenti per la natura stessa delle cose non può mai andare, non fa che raffigurare nella fantasia ciò di cui nella realtà esistono le premesse, ciò di cui la realtà è gravida, ciò di cui gli uomini e le donne hanno bisogno, ciò che essi possono fare: il sogno incoraggia e rafforza l’energia di chi costruisce il nuovo. (Parafrasi del discorso di Lenin sul sogno di Pisariev - Che fare? 1902 - OC vol. 5 pag. 471)

 

Nel 96° anniversario della fondazione del primo Partito comunista italiano, del glorioso PCI della Resistenza, molte sono nel nostro paese le iniziative tese a ricostruire il partito comunista e molti gli organismi e i gruppi che si fregiano dell’attributo di comunista. Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista insorte a partire dalla svolta del 1956 a lottare contro la degenerazione sia pur graduale del primo PCI e frammenti risultanti dalla disgregazione del PRC agitano la bandiera della “ricostruzione del partito comunista” e la proclamano, in lotta o in combinazione in vari modi e a vari livelli con la sinistra borghese. Che queste iniziative siano tante è principalmente un buon segnale: è la dimostrazione che di fronte al catastrofico corso delle cose che la borghesia imperialista impone al mondo, crescono la sensibilità e la coscienza della necessità del partito comunista, che questa sensibilità e questa coscienza sono largamente diffuse, come lo è la coscienza che la borghesia imperialista impone al mondo un catastrofico corso delle cose al quale l’umanità è capace e deve porre fine.

Le iniziative sono tante e in competizione gli organismi creati perché i gruppi promotori non affrontano alla radice il problema: di quale partito comunista abbiamo bisogno? Questa domanda rinvia alla  questione della natura della rivoluzione socialista. La rivoluzione socialista deve sfociare nell’instaurazione del socialismo: il governo del paese nelle mani della classe operaia (dittatura del proletariato), l’attività economica dell’intera società come servizio pubblico gestita secondo un piano pubblico, la partecipazione crescente e universale della popolazione alle attività umane superiori, i tre aspetti fondamentali del socialismo illustrati nel nostro Comunicato CC 15/2016 del 26 agosto 2016. Ma come si fa, in cosa consiste la rivoluzione socialista?

Di quale partito comunista abbiamo bisogno e che forma ha la rivoluzione socialista sono due domande a cui chi aspira alla rinascita del movimento comunista deve dare risposte ricavate dall’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria e dall’analisi dell’attuale corso delle cose. Man mano che queste due diventeranno questioni centrali per quelli che aspirano alla rinascita del movimento comunista, essi abbandoneranno le contrapposizioni di iniziative personali e di gruppi occasionali e si confronteranno in un dibattito comune e in una comune proficua ricerca e verifica nella pratica. È dalla risposta che abbiamo dato a queste due domande, illustrata nel n. 1 della nostra rivista, La Voce (marzo 1999) e nel nostro Manifesto Programma (2008) che è nato e si sviluppa il (nuovo)Partito comunista italiano con la sua Carovana di cui il P.CARC è parte importante: una Carovana in cui marciamo tutti nella stessa direzione anche se con passo diverso perché in ogni circostanza concreta, mentre gli errori sono tanti, la verità è una sola perché tra noi non c’è contrasto di interessi, la ricerca e l’obiettivo sono comuni e non ci sono né brevetti né monopoli.

Ai nostri compagni e simpatizzanti chiediamo di portare la nostra risposta in ognuna delle tante iniziative tese a ricostruire un “vero e forte partito comunista”. Non andando semplicemente a dire che occorre fare il bilancio del movimento comunista e che occorre porsi quelle due domande e dare risposte fondate sul marxismo-leninismo-maoismo: cose verissime e che riassumono il pensiero di chi il percorso lo ha già fatto. Ma affrontando in ogni iniziativa il problema specifico che è al centro dell’attenzione e delle aspirazioni di chi partecipa a quella particolare iniziativa e illustrando la soluzione che in base alla nostra risposta quel problema ha. Questo sarà utile a chi illustrerà e a chi ascolterà l’illustrazione.

Quelli che vanno predicando che il nuovo non può nascere, ostacolano chi lavora per farlo nascere, distolgono dal lavoro che lo fa nascere, deviano in compiti secondari e fanno quindi danno a tutti quelli che del nuovo mondo hanno bisogno. Loro dicono che il nuovo mondo non può nascere, noi diciamo che il nuovo mondo può nascere ma che effettivamente nasce, il possibile diventa reale, grazie a quelli che lavorano a farlo nascere. La rivoluzione socialista che porta all’instaurazione del socialismo è il senso di tutte le lotte che conduciamo oggi e dà a ognuna di esse una prospettiva: è quello che stiamo facendo oggi e che continueremo fino al suo compimento. Ma invece di sentirsi personalmente offesi dalle nostre parole, devono chiedersi e i loro amici devono chiedersi se quello che diciamo è vero o è sbagliato. Analogamente quelli che dicono che la rivoluzione socialista scoppierà, devono prendere atto che lungo tutto il secolo scorso essa non è mai scoppiata nonostante crisi, guerre e distruzioni e che l’incapacità rivoluzionaria dei partiti comunisti dei paesi imperialisti facilitò l’avvento al potere dei revisionisti di Krusciov in Unione Sovietica. La rivoluzione socialista è una guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata contro la borghesia e il suo clero, fino a togliere loro il potere e instaurare il socialismo.

Il partito comunista non è un’associazione di persone che credono nel comunismo, non è un’associazione di credenti; non è un’associazione di persone che procurano voti al partito comunista quando la borghesia indice le elezioni, non è un’associazione di comitati elettorali che eventualmente partecipano anche alla selezione e al controllo dei candidati locali; non è un’associazione che fa da “sponda politica”, da portavoce degli interessi delle masse popolari nelle istituzioni della Repubblica Pontificia, che dà rappresentanza alle masse popolari nella lotta politica della società borghese; non è un’associazione di persone generose che sostengono le lotte rivendicative e il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari; non è un’associazione di persone che propagandano che il  comunismo è il futuro dell’umanità. Il partito comunista è sempre anche alcune di queste cose e può essere di caso in caso anche alcune altre di esse. Ma esso è principalmente un organismo costituito da individui selezionati, formati e combinati in modo che il partito sia lo Stato Maggiore che ha conquistato fiducia e seguito tra i proletari concentrati nelle unità produttive capitaliste e in quelle pubbliche che producono merci o forniscono servizi pubblici e li mobilita a combattere contro la borghesia e il clero per togliere loro il potere, instaurare il proprio potere e riorganizzare l’intera vita sociale. Una volta costituito, il partito comunista deve anzitutto conquistare fiducia e consenso (noi la chiamiamo fase del consolidamento e rafforzamento: per il (n)PCI è iniziata nel 2004 ed è ancora in corso). Il compito in questa fase è passare da voler essere e darsi i mezzi per esser lo Stato Maggiore a esserlo effettivamente, a godere effettivamente di fiducia e seguito e su questa base dirigere la guerra contro la borghesia e il clero: promuovere per tappe un crescendo di operazioni, battaglie e campagne sinergiche e concatenate che culmina nell’instaurazione della dittatura del proletariato - questa vittoria sarà l’inizio di una nuova fase: la costruzione del socialismo, la transizione al comunismo. Quello che era riuscito al PCI: nel 1945 esso finalmente godeva di larga fiducia e grande era il suo seguito tra le masse popolari. Quello che in una certa misura era riuscito alle Brigate Rosse che con la propaganda armata condotta nel corso delle grandi lotte rivendicative degli inizi degli anni ’70 avevano conquistato fiducia e seguito. Quello che noi del (n)PCI non abbiamo ancora raggiunto: lo raggiungeremo, questa è la fase in corso della nostra lotta. Quanti più saremo e quanto maggiore sarà la dedizione con cui ci dedicheremo a capire e applicare nella lotta la scienza delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia e le leggi particolari della rivoluzione socialista nel nostro paese, tanto più rapidamente realizzeremo il nostro sogno. La fiducia e il seguito sono indispensabili per la vittoria della rivoluzione socialista, per l’instaurazione del socialismo, ma la quantità raggiunta si dissolve senza una linea giusta: la storia del primo PCI e del PRC lo mostrano e incontestabilmente lo dimostrano.

Dobbiamo combattere le concezioni disfattiste e le posizioni attendiste!

Il vecchio mondo muore e sta a noi comunisti guidare già da oggi la classe operaia e le masse popolari a costruire il nuovo mondo!

Avanti quindi!

Per diventare comunisti bisogna innanzitutto impadronirsi della scienza delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia, svilupparla e usarla per instaurare il socialismo: il Partito è la scuola per ogni individuo deciso a diventare comunista! Costituire clandestinamente in ogni azienda capitalista, in ogni azienda pubblica, in ogni istituzione e in ogni centro abitato un Comitato di Partito per assimilare la concezione comunista del mondo e imparare ad applicarla concretamente ognuno nella sua situazione particolare!

Studiare il Manifesto Programma del Partito è la prima attività di chi si organizza per diventare comunista. Stabilire un contatto clandestino con il Centro del Partito è la seconda. Promuovere la costituzione di organizzazioni operaie in ogni azienda capitalista e di organizzazioni popolari in ogni azienda pubblica, in ogni istituzione addetta a fornire servizi pubblici, in ogni zona d’abitazione è la terza.

Osare sognare, osare pensare,
osare vedere oltre l’orizzonte della società borghese!

La gloriosa Rivoluzione d’Ottobre ha segnato una svolta del tutto nuova nella storia dell’umanità. Sono gli uomini che fanno la loro storia, non gli uomini di genio e tanto meno gli dei; ma per millenni la storia si era fatta, per così dire, alle spalle degli uomini che ne erano gli attori inconsapevoli. La rivoluzione socialista ha inaugurato un’epoca in cui gli uomini faranno la loro storia consapevolmente. La rivoluzione socialista richiede la partecipazione di masse via via più consapevoli dell’impresa che stanno compiendo. Per questo è più difficile a farsi di tutte le rivoluzioni precedenti, nei paesi imperialisti più che nei paesi oppressi. Per questo i disfattisti fanno coro alla borghesia e al clero e dicono che non è possibile farla e gli attendisti rimandano all’attesa che essa scoppi. La rivoluzione socialista non sostituisce una classe dominante a un’altra. Con essa le masse popolari imparano a dirigere e a dirigersi e “dove tutti sanno leggere e scrivere, non occorrono più scrivani, anche se ogni testo qualcuno lo deve redigere”.

 

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Per mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalla Polizia, una via consiste nell’usare TOR [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html], aprire una casella email con TOR e inviare da essa a una delle caselle del Partito i messaggi criptati con PGP e con la chiave pubblica del Partito [vedere http://www.nuovopci.it/corrisp/risp03.html].

 

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