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(nuovo)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Comunicato CC 18/2019
27 agosto 2019

NO al catastrofico
corso delle cose!
Che fare?
Che le cose vanno male, che sull’umanità incombe una catastrofe prodotta dalle attività degli uomini stessi, è una realtà su cui vi è una larga convergenza di senso comune e di teorie, tanto la cosa è evidente. Evidente in tutti i campi delle relazioni sociali e della vita individuale, nelle relazioni internazionali e nella vita di ogni singolo paese: dalla devastazione del pianeta...

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Comunicato CC 19/2019 - 8 settembre 2019, 76° anniversario della fuga del re e di Badoglio da Roma

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In occasione della costituzione del secondo governo M5S

Far sorgere organismi di operai avanzati in ogni azienda capitalista e di lavoratori avanzati in ogni azienda pubblica!
Le masse popolari organizzate nelle aziende e territorialmente sono in grado di porre fine al catastrofico corso delle cose che l’UE e la NATO impongono anche nel nostro paese!


I vertici della Repubblica Pontificia hanno rapidamente sostituito al governo M5S-Lega il governo M5S-PD con la benedizione di papa Bergoglio e il consenso dell’UE e della comunità internazionale degli altri gruppi imperialisti.

In cosa il governo Conte 2 si distingue dal governo Conte 1? Quale sarà il ruolo del nuovo governo nella lotta tra le classi in corso nel nostro paese? Cosa faremo noi membri del (n)PCI? Cosa incitiamo a fare i membri della Carovana del (n)PCI e tutti quelli che vogliono porre fine alla devastazione del pianeta, alla delocalizzazione di aziende e alla distruzione dell’apparato produttivo industriale e agricolo, alle grandi opere inutili e dannose per la massa della popolazione, alla privatizzazione dei servizi pubblici, all’austerità per le masse popolari, all’oppressione e discriminazione delle donne, alle guerre e alle altre manifestazioni del catastrofico corso delle cose?

Il primo governo Conte era composto dal M5S con la Lega. Questa era una parte del polo Berlusconi del sistema politico delle Larghe Intese con cui la borghesia governa il nostro paese da quaranta anni a questa parte, da quando a livello mondiale ha ripreso la direzione del corso delle cose. È la parte del polo Berlusconi che, diretta da Matteo Salvini, ha saputo approfittare sul piano elettorale e organizzativo della crescente insofferenza delle masse popolari verso il sistema politico della Larghe Intese. Per approfittarne ha fatto promesse a tutto spiano, in particolare ha promesso di rompere le catene dell’Unione Europea, centro promotore da quaranta anni a questa parte dell’attuazione del “programma comune della borghesia imperialista”, il programma lacrime e sangue per le masse popolari subentrato al “capitalismo dal volto umano” (1945-1975). È la parte che con il resto del polo Berlusconi governa ancora regioni e comuni e che dal polo Berlusconi eredita al Sud e al Nord legami con la malavita organizzata e relazioni con gruppi e istituzioni della borghesia imperialista. Nel gruppo di Salvini sono confluiti anche molti dei fautori della mobilitazione reazionaria delle masse popolari che fa leva sui contrasti interni ad esse 1. tra indigeni e immigrati e 2. tra nordici e “sudici” (è il termine con cui alla fine dell’Ottocento uno dei fondatori del vecchio PSI, Camillo Prampolini, indicava le masse popolari dell’ex Regno delle Due Sicilie). E proprio la mobilitazione reazionaria delle masse popolari è, con le grandi opere inutili e dannose per le masse popolari ma utili per valorizzare il capitale, uno dei due campi in cui il primo governo Conte si è più lasciato guidare dalla Lega a indurire e peggiorare contro le masse popolari la linea da decenni seguita dalla Larghe Intese (la legge Turco-Napolitano, la Bossi-Fini, la Minniti, la Lupi, ecc.) contro gli immigrati, contro gli occupanti di case, contro i lavoratori in lotta, a favore delle amministrazioni regionali del Nord contro quelle del Sud. Le altre promesse a favore delle masse popolari della Lega hanno avuto la sorte di quelle del M5S. Né poteva essere diversamente, perché né M5S né Lega si erano dati i mezzi per attuare le promesse che avevano fatto a favore delle masse popolari e che avrebbero leso la libertà dei capitalisti di delocalizzare e inquinare e gli interessi del sistema finanziario internazionale che lega ogni governo borghese tramite il Debito Pubblico.

Il secondo governo Conte è composto dal M5S con il PD di Nicola Zingaretti. Questo fa parte del polo PD delle Larghe Intese ma è quella frazione del gruppo dirigente del PD che si è fatta portavoce delle aspirazioni delle masse popolari che ancora erano rimaste elettoralmente, e nelle strutture di base anche organizzativamente, legate al PD. Il PD è uno dei due poli delle Larghe Intese ma ha alle spalle una storia ben diversa da quella del polo Berlusconi. Questo si è formato (trattativa Stato-Mafia) contro la confluenza dei due centri (DC e PCI) del sistema politico del periodo del “capitalismo dal volto umano”. Il PD invece è il risultato della confluenza della DC in dissoluzione con la degenerazione a cui era approdato il vecchio PCI di trasformazione in trasformazione: dal PCI dei revisionisti moderni di Togliatti, alla sinistra borghese (eurocomunista) di Berlinguer, al PDS di Occhetto. Il PD è quindi il risultato della combinazione tra gli eredi della DC e gli eredi del PCI promossa da Romano Prodi, il campione della distruzione del settore industriale pubblico e della privatizzazione dei servizi pubblici. Per la sua storia il PD è al centro di una ragnatela di Case del Popolo e circoli, associazioni (ARCI, ANPI, ACLI e altre), sindacati di regime, cooperative e altri organismi. In questa ragnatela è largamente presente anche la sinistra borghese di vecchio tipo (PRC, LeU, PCI di Mauro Alboresi e altri). Il gruppo di Nicola Zingaretti impersona il tentativo dell’intero gruppo dirigente di arrestare il crollo elettorale del PD (da 12 milioni di voti nel 2008 a 6.2 milioni nel 2018) e la disgregazione della ragnatela di organismi di base su cui il PD si reggeva, in breve di fare in altra forma nel polo PD delle Larghe Intese l’operazione che Matteo Salvini ha fatto nel polo Berlusconi. La promessa di riformare l’Unione Europea e le istituzioni connesse distingue il gruppo Zingaretti dalla Lega che prometteva di uscire dall’Unione Europea: li accomuna la reale sudditanza del gruppo Zingaretti come della Lega di Salvini all’Unione Europea quale essa è e quale diventa a seguito della crisi generale in corso del sistema capitalista mondiale e, di conseguenza, nel sistema delle relazioni internazionale.

Il programma dichiarato dal governo Conte 2 è destinato alla stessa sorte del programma dichiarato dal governo Conte 1. Persino i propositi contro la distruzione del pianeta andranno a farsi benedire, nonostante la benedizione di Papa Francesco, perché la distruzione del pianeta è il risultato degli sforzi di vari milioni di capitalisti in lotta tra loro da un capo all’altro del mondo ognuno per valorizzare il suo capitale. Cambieranno alcuni dei beneficiari degli ammortizzatori sociali e alcune delle vittime delle misure (di austerità per le masse popolari, di privatizzazione dei servizi pubblici, di delocalizzazione delle attività produttive) alle quali è obbligato ogni governo che opera agli ordini dell’Unione Europea, della Banca Centrale Europea e della NATO ed è succube del sistema finanziario internazionale tramite il Debito Pubblico.

Costretto dall’esito delle elezioni europee del 26 maggio a fare il bilancio dell’operato del governo Conte 1, Luigi Di Maio, il capo politico del M5S, ha riconosciuto che era un’illusione pensare di poter realizzare le aspirazioni e i buoni propositi del Movimento una volta arrivati al governo. Luigi Di Maio ha attribuito la causa del fallimento a un “animo umano” che sarebbe poco incline alla giustizia e agli altri valori e virtù professati dal M5S. Meno religioso e astratto di Di Maio, il cattolicissimo Alcide De Gasperi già alla fine degli anni ’40 aveva ammonito Palmiro Togliatti che oltre ai tre grandi partiti di massa (DC, PCI, PSI) esisteva in Italia un quarto partito, quello dei capitalisti (De Gasperi pudicamente li chiamava “quelli che hanno i soldi”) e che nessun governo poteva governare il paese senza il suo accordo e quindi ogni governo doveva cercare di assecondare gli interessi dei suoi esponenti. Non pochi eletti e attivisti del M5S si sono domandati e si domandano: “Cosa può fare un governo, se i capitalisti chiudono le aziende?”. In effetti i fatti sono più forti delle idee e ancora più forti delle promesse elettorali che nella democrazia borghese quelli che hanno i mezzi e sono nelle condizioni di approfittarne, cioè tutti i demagoghi, sprecano e sprecheranno, visto che la borghesia non è in grado di fare a meno di un certo livello di consenso da parte delle masse popolari e che la cosa è complicata dal suffragio universale che il movimento comunista, ispirato dal marxismo, ha imposto alla borghesia (cambiare le leggi elettorali non basta).

Il governo Conte 2 è, nella linea che professa e praticherà, peggiore per le masse popolari del governo Conte 1 e renderà più forti (più estesi e più radicali) il malessere, il malcontento, l’insofferenza e la ribellione delle masse popolari (cioè la loro resistenza spontanea). Tanto più che la Lega non gli darà tregua. Solo noi comunisti, con la moltiplicazione di organismi operai e popolari (OO e OP) tesi a costituire un proprio governo d’emergenza e farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia, siamo in grado di sbarrare la strada ai promotori della mobilitazione reazionaria delle masse popolari (della “guerra tra poveri”).

Il governo Conte 2 sarà peggiore per le masse popolari del Conte 1 perché vuole (e cercherà di) essere più ligio del Conte 1 ai trattati, alle leggi e ai contratti che la breccia aperta dalle masse popolari con le elezioni del 4 marzo 2018 nel sistema politico delle Larghe Intese non ha intaccato. Solo le organizzazioni operaie e popolari (OO e OP) possono incominciare a farlo agendo come nuove pubbliche autorità sia pure nei limiti in cui è possibile farlo localmente, prima di aver costituito un proprio governo nazionale d’emergenza.

La NATO significa coinvolgimento crescente in “guerre umanitarie” (sono già più di 15 mila i soldati italiani operanti all’estero), l’invadenza crescente di basi militari, spese militari crescenti per il riarmo e le guerre, inquinamento crescente per attività di truppe italiane e straniere in Italia. L’UE significa austerità economica per le masse popolari, subordinazione degli investimenti pubblici, degli ammortizzatori sociali e del regime fiscale al sistema finanziario internazionale tramite il Debito Pubblico, libertà d’azione per i capitalisti che delocalizzano, acquistano aziende che chiudono per eliminare concorrenti, inquinano lanciando nuovi inutili prodotti e accrescendo trasporti, turismo e urbanizzazione, lanciano grandi opere inutili se non anche dannose. NATO e UE significano crescente coinvolgimento in guerre e sanzioni economiche perché cresce il contrasto tra i gruppi imperialisti che fanno capo al governo USA e i gruppi imperialisti che fanno capo a UE-BCE. Contemporaneamente si allarga e acutizza il contrasto tra questi due raggruppamenti (USA e UE-BCE) e la Repubblica Popolare Cinese (RPC). Questa sotto la direzione di Teng Hsiao-ping e dei suoi successori ha abbandonato il proposito di Mao Tse-tung di assumere il ruolo lasciato cadere dall’Unione Sovietica di Kruscev e di Breznev di base rossa delle rivoluzione proletaria nei paesi oppressi e nei paesi imperialisti, ma nel corso degli ultimi quaranta anni con un processo di sviluppo graduale e pacifico della proprietà capitalista delle forze produttive ha messo al mondo il più grande sistema economico facente capo a un unico centro politico. In sintesi la RPC ha realizzato, con successo, il programma di azione internazionale (“il campo socialista non deve occuparsi dei movimenti rivoluzionari dei paesi oppressi e dei paesi imperialisti, ma competere con il campo capitalista per l’egemonia economica e politica nel mondo”) definito per i paesi socialisti da Kruscev al XX Congresso del PCUS nel1956, il programma che con Breznev portò invece l’URSS a decadere fino alla dissoluzione del 1991.

Quali che siano le intenzioni e le aspirazioni dei singoli esponenti e dell’intero governo Conte 2, esso deve agire in questo contesto e non è in grado di sfuggire alle imposizioni della NATO e dell’UE.

Solo la rinascita del movimento comunista può porre fine a questo corso delle cose. Per quanto riguarda il nostro paese la costituzione del Governo di Blocco Popolare è la via per realizzarla. Per realizzare il programma definito dalle sue Sette Misure Principali il GBP spezzerà i trattati, le leggi e i contratti a cui il governo Conte 2 soggiace come vi soggiaceva il Conte 1. Il GBP avrà i mezzi per farlo: la base di OO e OP con cui farà fronte a boicottaggi, sabotaggi e aggressioni che la borghesia imperialista internazionale e italiana metterà in atto per impedire che il GBP spezzi le catene dei trattati, delle leggi e dei contratti espressioni dei suoi interessi.

Il governo Conte 2 offrirà più ancora del Conte 1 e anche grazie alla guerra che gli farà la Lega, appigli e fessure che, intervenendo in ogni settore delle masse popolari, noi comunisti dobbiamo indicare (diventare sempre più capaci di indicare) a OO e OP e agli embrioni di OO e OP che già pullulano in ogni angolo del paese. Sta a noi farlo: è il “lavoro esterno” del Partito comunista. Approfittando degli appigli e delle fessure che noi dobbiamo indicare (e sta a noi far in modo che ne approfittino) OO e OP si rafforzeranno nella resistenza al procedere della crisi non solo economica (a questa si limitano gli economicisti) ma generale e quindi si legheranno di più al Partito comunista: detto altrimenti confluiranno nel ruscello attuale della rivoluzione socialista (della guerra popolare rivoluzionaria) promossa dal Partito e grazie a questa confluenza il ruscello diventerà il fiume che travolgerà ogni resistenza della borghesia imperialista e del suo clero: sono le masse popolari che fanno la storia. Le OO e OP così trasformandosi trascineranno gli esponenti della sinistra borghese di nuovo tipo (M5S, De Magistris e affini) e della sinistra borghese di vecchio tipo a dividersi in due: quelli che passeranno dalla parte delle masse popolari e costituiranno il GBP e quelli che passeranno dalla parte della borghesia imperialista.

Da materialisti dialettici (cioè individui che nelle loro riflessioni e nei loro sentimenti partono dalla realtà che esiste indipendentemente da noi e senza posa si trasforma anche indipendentemente da noi, ma consapevoli che la realtà si trasforma secondo leggi che noi dobbiamo e possiamo conoscere per intervenire nella trasformazione e vi interveniamo tanto più efficacemente quanto più avanzata è la conoscenza che ne abbiamo), i membri del (n)PCI hanno intrapreso e seguono questo percorso. Tutti quelli che vi contribuiscono ne devono essere fieri e devono avanzare nella conoscenza e nell’azione. I limiti dei risultati finora raggiunti, sono principalmente dovuti 1. alla difficoltà che presenta la montagna che stiamo scalando (mobilitazione e organizzazione delle masse popolari dei paesi imperialisti nella guerra popolare rivoluzionaria che instaurerà il socialismo), 2. alla difficoltà a formare nuovi promotori della GPR raccogliendoli dalle masse popolari sagomate dal sistema di controrivoluzione preventiva e in particolare da quelle sagomate dal sistema di controrivoluzione preventiva quale la borghesia imperialista lo ha conformato da quando dalla metà degli anni 70 del secolo scorso ha ripreso a livello mondiale la direzione del corso delle cose, 3. alle frane (diserzioni) che ogni tanto “avvengono” nei nostri ranghi principalmente a causa dei limiti del nostro sistema di formazione e di nostri errori. I membri del (n)PCI hanno ampi margini per diventare migliori e il procedere della crisi generale del capitalismo rafforza la resistenza delle masse popolari che permette loro di diventare più numerosi.

Le masse popolari possono fare piazza pulita del Debito Pubblico, dell’euro e della soggezione delle attività produttive e del resto delle loro attività al sistema finanziario e alla comunità internazionale dei gruppi imperialisti. Ma per arrivare a questo, devono organizzarsi, acquistare fiducia in se stesse tramite piccole ma diffuse attività pratiche fino a coordinarsi al punto da costituire il proprio governo d’emergenza. Noi comunisti possiamo e dobbiamo portarle a questo risultato. Per questo dobbiamo operare dovunque sono presenti le masse popolari, anche nelle organizzazioni promosse e dirette dai reazionari e dobbiamo infiltrarci anche nel campo nemico. In questo modo diventiamo dirigenti riconosciuti dalle masse popolari. Questo è al momento il nostro piano di guerra contro la borghesia per instaurare il socialismo.

Esso è un piano internazionalista, ma si attua paese per paese. Il primo paese che romperà le catene del sistema imperialista mondiale mostrerà la via e aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi e godrà del loro appoggio per far fronte all’aggressione dei gruppi imperialisti e dei loro Stati.

Moltiplicare le organizzazioni operaie e popolari: coordinate, esse costituiscono il nuovo sistema di potere che giunto a un certo livello soppianterà quello della borghesia e del clero e aprirà una nuova epoca nella storia dell’umanità!

Bando allo scetticismo, al pessimismo, alla rassegnazione e alla sfiducia!
Il futuro è delle masse popolari che si organizzeranno mobilitate dai comunisti.
Osare combattere! Osare vincere!
Non spaventiamoci del disordine che dilaga in ogni angolo del mondo. È un buon segno: quando un ordine sociale è ingiusto, il disordine è la condizione per instaurare un ordine sociale giusto!

Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele, la locandina di pag. 72 di La Voce 62: vedere che il (n)PCI clandestino è presente infonde fiducia nei lavoratori e rende meno arroganti i padroni!