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(nuovo)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

Comitato Centrale

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Delegazione

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Comunicato CC 1/2022
20 gennaio 2022

Il saluto del Comitato Centrale del (n)PCI all’Assemblea di sabato 22 gennaio a Roma

Compagni,
noi condividiamo pienamente la vostra aspirazione a creare in Italia un forte partito comunista, erede di quanto di meglio ha fatto il partito di Antonio Gramsci, sezione italiana della prima Internazionale Comunista.

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Leggi La Voce 69 del (nuovo)PCI

Comunicato CC 2/2022 - 25 gennaio 2022


[Scaricate il testo del comunicato in Open Office / Word ]

Sul teatrino dell’elezione del Presidente della Repubblica

La borghesia imperialista fa di tutto

per prolungare la vita del suo sistema in putrefazione

Sta a noi comunisti far avanzare la rivoluzione socialista e porvi fine!


In questi giorni volge al termine il teatrino inscenato dai partiti delle Larghe Intese e dal M5S attorno all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Un teatrino messo su per manipolare le masse popolari, intossicarne idee e sentimenti e far loro accettare il commissariamento del nostro paese da parte della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti, con il sostegno del Vaticano del gesuita Bergoglio, della Confindustria di Carlo Bonomi e delle Organizzazioni Criminali. Le forze occupanti del nostro paese sono forsennatamente all’opera per irreggimentare le istituzioni di governo e assicurarsi che esse siano nelle mani di personale politico di provata fiducia. Questo è il loro assillo da quando, con le elezioni del 4 marzo 2018, le masse popolari hanno mostrato di poter interrompere la continuità dei governi dei partiti delle Larghe Intese.

Non gli interessi della popolazione, ma l’auto-candidatura di Berlusconi (ritirata all’ultimo momento) e i notiziari sulla sua ricerca di elettori da comperare hanno costituito il tema principale del teatrino. Una manovra da primo pilastro del regime di controrivoluzione preventiva, funzionale a far ingoiare alle masse popolari l’assegnazione della presidenza a personaggi non meno maleodoranti e criminali di Berlusconi, ma più consoni alla sfida dei tempi: uomini di banche e finanza come Mario Draghi, figli di capi-cosca nonché criminali di guerra come Sergio Mattarella, ad ogni modo criminali d’alto rango come si confà ad ognuno dei notabili della Repubblica Pontificia il cui nome è in questi giorni in lizza per l’elezione del Presidente della Repubblica.

In qualunque modo vada a finire, il teatrino delle ultime settimane si risolverà in una “toppa peggiore del buco”. Infatti quali che siano le manovre dei caporioni della Comunità Internazionale e dei loro luogotenenti italiani, ben più forte e dirompente di essi è l’ondata di malcontento che percorre il paese, rendendolo sempre più ricco di materia infiammabile e sempre meno di materia malleabile. Una spina nel fianco del regime della Repubblica Pontificia fin tanto che questo avrà bisogno dell’avallo elettorale delle masse popolari per ratificare le soluzioni di governo decise a Bruxelles, a Washington, in Città del Vaticano o altrove. Ne sono prova i tentennamenti dei partiti delle Larghe Intese e della loro costola M5S di fronte all’ipotesi dell’elezione di Draghi a Presidente della Repubblica. Nessuno vuole intestarsi l’operazione del nuovo governo che, nei progetti di Draghi e dei suoi sostenitori internazionali, una volta assegnato a Draghi l’incarico di Presidente della Repubblica, dovrebbe continuarne le politiche lacrime e sangue ma con assunzione diretta di responsabilità da parte dei partiti dell’attuale “governo dei migliori”… Una prospettiva da cui tutti i partiti delle Larghe Intese rifuggono, terrorizzati dal risvolto elettorale che una simile mossa comporterebbe e dei vantaggi che ne avrebbe il partito di Giorgia Meloni che ha giocato il ruolo dell’opposizione al governo Draghi.

Chi tiene in ostaggio chi? Il teatrino delle votazioni per la Presidenza della Repubblica e il relativo bombardamento mediatico hanno l’obiettivo di allargare i margini di manovra dei nemici delle masse popolari. La temporanea ripresa in mano del governo del paese da parte del sistema delle Larghe Intese, la sottomissione della maggioranza degli eletti del M5S al sistema delle Larghe Intese che M5S aveva il mandato elettorale di scardinare, le misure lacrime e sangue imposte nell’anno trascorso dall’insediamento del governo Draghi sono fattori che portano a credere che i vertici della Repubblica Pontificia hanno la situazione in pugno. La realtà è che i vertici della Repubblica Pontificia quanto più si inoltrano nel restaurare il sistema delle Larghe Intese nel governo del paese, tanto più accrescono il distacco delle masse popolari da quei partiti, tanto più hanno difficoltà nel manipolarle con i sistemi utilizzati nell’ultimo quarantennio. Né osano abolire apertamente le elezioni, una delle importanti conquiste della prima ondata della rivoluzione proletaria in campo politico: alla fondazione del Regno d’Italia nel 1861 elettori erano solo pochi maschi, il 2% dell’intera popolazione, nel 1900 erano ancora solo maschi e il 7% della popolazione, alle elezioni politiche del 2018 erano all'incirca l’80% della popolazione (astenuti compresi).


La realtà vista dal punto più alto da cui è osservabile, quello di chi si organizza nel Partito Comunista per costruire la rivoluzione socialista e quindi ha assimilato la scienza delle attività con le quali gli uomini fanno la loro storia, il marxismo-leninismo-maoismo, è che gli esponenti politici borghesi nei paesi imperialisti oggi da una parte attuano il programma comune della borghesia imperialista e dall’altra ossessivamente cercano rimedi e stratagemmi anche contraddittori per manipolare menti e cuori delle masse popolari e attenuare la resistenza di queste agli effetti del procedere della crisi.

È compito degli organismi ed esponenti del movimento comunista cosciente e organizzato far montare l’opposizione e valorizzare il malcontento esistente nel paese, facendolo confluire nel movimento per un governo popolare d’emergenza. Questo oggi significa in particolare tre cose.

- Noi comunisti dobbiamo adoperarci con tutti i nostri mezzi per promuovere e moltiplicare organismi operai e popolari sul modello del Collettivo di Fabbrica della GKN di Campi Bisenzio (FI). Nonostante i suoi limiti, esso ha mostrato l’ampia mobilitazione che anche un solo organismo operaio è in grado di promuovere.

Ogni misura lacrime e sangue del governo Draghi (dall’impulso dato a chiusure, riduzioni, esternalizzazioni e delocalizzazioni di aziende alle massicce sospensioni di lavoratori NO Green Pass, dalla privatizzazione dei servizi pubblici all’estensione a piè sospinto del precariato) deve essere appiglio per indirizzare la parte più avanzata dei lavoratori a organizzarsi meglio e a elevare di livello la loro resistenza: i comunisti non fanno solidarietà pretesca né limitano la loro azione ad un pur onesto soccorso sindacale. I comunisti devono portare ai lavoratori strumenti, metodi, risorse per elevare la loro resistenza, per convogliare ogni rivolo della lotta spontanea dei lavoratori in un movimento rivoluzionario. Organizzarsi tempestivamente sull’esempio del Collettivo di Fabbrica GKN è l’indicazione che i comunisti devono portare alla parte avanzata degli operai per trasformare su larga scala la loro resistenza agli attacchi padronali in un movimento offensivo di nuovi Consigli di Fabbrica, ingrediente fondamentale di un movimento per la costituzione di un governo popolare d’emergenza.

- Noi comunisti dobbiamo promuovere la più ampia confluenza delle forze politiche, sindacali, sociali che oggettivamente lottano contro il sistema delle Larghe Intese e il suo programma, di cui oggi il governo Draghi è la massima espressione. I comunisti devono promuovere la formazione del fronte ampio, operaio e popolare, degli esponenti e delle organizzazioni che in ogni campo oggi esercitano un ruolo autorevole nel chiamare a raccolta, ad organizzarsi e mobilitarsi la parte più avanzata delle masse popolari e anche gli elementi oscillanti. Bando a chi fa commercio della propria influenza tra le masse popolari organizzate a scapito della costruzione del fronte ampio delle forze anti-Larghe Intese. Bando all’elettoralismo che ne ostacola la costruzione in nome della ricerca di consenso elettorale per questo o quel gruppo. Vanno nella giusta direzione (e i comunisti devono sostenerle) iniziative come il Comitato di Liberazione Nazionale promosso dall’accademico Ugo Mattei per raggruppare esponenti e promotori del movimento NO Green Pass; operazioni come la candidatura, nonostante il suo passato di membro della Corte Costituzionale che ha avallato innumerevoli violazioni della Costituzione del 1948, di Paolo Maddalena alla Presidenza della Repubblica che ha unito in un fronte ampio, attorno all’obiettivo della presentazione di una candidatura presidenziale anti-Larghe Intese: dal PC di Rizzo ai parlamentari fuoriusciti dal M5S di Alternativa e del gruppo misto.

- Noi comunisti dobbiamo sviluppare il movimento per l’unità d’azione dei comunisti nell’intervento tra operai e masse popolari (anzitutto per promuovere la moltiplicazione di organismi operai sull’esempio del CdF GKN), ma su questa base intensificare il dibattito e la lotta ideologica, fondamentale per portare a sintesi anche l’unità ideologica e politica delle forze del movimento comunista cosciente e organizzato. Dobbiamo sostenere e sviluppare in tal senso iniziative come l’appello Ora, per l’unità del Partito Comunista in Italia lanciato dalla rivista Cumpanis affinché diventi il collettore di un vero movimento per l’unità d’azione tra forze comuniste, a contrasto e superamento della boria settaria e del regime di concorrenza che oggi ne ostacola lo sviluppo.


A quest’opera il (nuovo)Partito Comunista Italiano dedica le sue forze e chiama a contribuire tutte le forze del movimento comunista cosciente e organizzato del paese.


Il teatrino attorno all’elezione del Presidente della Repubblica è la cortina fumogena con cui i vertici della Repubblica Pontificia nascondono la crisi irreversibile del loro sistema politico. Sta a noi comunisti non cadere nelle operazioni di intossicazione in corso e approfittarne per far avanzare la rivoluzione socialista. La creazione delle quattro condizioni necessarie per la costituzione di un governo popolare d’emergenza è la via da subito e ovunque percorribile e realizzabile in questa direzione.


Non sono i padroni a essere forti, sono i lavoratori e le masse popolari che devono organizzarsi e coordinarsi per far valere la loro forza!

La riscossa delle masse popolari è possibile! Ciascuno può e deve dare il suo contributo!

Il partito comunista è il fattore decisivo della vittoria!

Costituire Comitati di Partito in ogni azienda, scuola, istituzione pubblica e in ogni territorio!

Il primo passo da compiere per arruolarsi è costituire un gruppo di studio del Manifesto Programma del (n)PCI.

Il secondo passo è mettersi in contatto con il Centro del Partito!


Riprodurre e affiggere ovunque, con le dovute cautele, la locandina di pag. 72 di La Voce 69 e gli adesivi dell’Avviso ai naviganti 103 è un’operazione di guerra: vedere che il (n)PCI clandestino è presente infonde fiducia nei lavoratori e smorza l’arroganza dei padroni!

Inviare alla Delegazione delegazione.npci@riseup.net l’indirizzo email di ogni conoscente e di ogni organismo a cui può essere utile ricevere i Comunicati del (nuovo) Partito comunista italiano!

Mettersi in contatto con il Centro del Partito usando il programma di criptazione PGP e il programma per la navigazione anonima TOR