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  La Voce 37 del (nuovo)Partito comunista italiano

La Lega Nord smentisce i suoi cantori

La rivoluzione socialista è in concorrenza in ogni paese con la mobilitazione reazionaria di cui ci sono già mille tentativi attorno a noi (le “prove di fascismo”) e sul piano internazionale con la guerra per cui i governi dei maggiori paesi stanno già facendo svariati preparativi diplomatici e militari” (La Voce n. 34, pag. 18).

In questa fase combattere senza riserve i gruppi promotori delle prove di fascismo, tagliare loro la strada, sottrarre loro ogni seguito fino a isolare e stroncare i promotori irriducibili, fa parte della lotta da condurre sul terreno ed è un aspetto della lotta generale per far sì che prevalga la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari, per far sì che il protagonismo e l’attivismo che si esprime nella loro variegata resistenza si incanalino sull’unica via di uscita positiva immediatamente possibile dalla fase terminale della crisi generale: l’instaurazione del GBP.

In questa fase le “prove di fascismo” promosse dalla borghesia imperialista e dal clero poggiano su due pilastri:

1. promozione e foraggiamento di gruppi fascisti (Forza Nuova, Casa Pound, gruppi di fascisti nelle forze armate, nella polizia, nella Chiesa, ecc.);

2. promozione del razzismo principalmente tramite la Lega Nord (LN) e i suoi settori più militanti: dallo squadrismo anti-immigrati alla Borghezio, Calderoli, Salvini, Lancini, Tosi & C. che promuovono la mobilitazione di massa anti-immigrati, fino al linciaggio antirom, antirumeno, antiarabo e antiislamico (con cui i razzisti della LN si accreditano come difensori della “civiltà cristiana” e dell’“Europa cristiana”).

Le prove di fascismo promosse dai gruppi fascisti e leghisti combinano l’azione di alcuni elementi “irriducibili” promotori, con un seguito di massa che i primi cercano di raccogliere e mobilitare. In questo lo squadrismo si distingue dai corpi reazionari della polizia: questa è composta unicamente di persone reclutate e addestrate, con una netta distinzione tra chi appartiene al corpo e chi non vi appartiene. La caccia al rumeno, la ronda antislamica, l’incendio del negozio pachistano o arabo, l’incendio del campo rom, la persecuzione degli omosessuali, le prepotenze e violenze contro le donne sono il terreno concreto in cui gli “irriducibili” mobilitano la parte più arretrata e abbrutita delle masse per le prove di fascismo. Le manifestazioni più diffuse vanno dai recenti assalti contro negozi di stranieri in alcuni quartieri romani, agli incendi di campi rom a Roma, alle aggressioni di omosessuali, alle ronde padane di Maroni che dovevano svolgere il ruolo di “polizia parallela” per il controllo del territorio (sviluppo delle Camicie Verdi e della Guardia Nazionale Padana) rapidamente abortite per lo sviluppo di un movimento popolare antironde fasciste e razziste, come le ronde popolari antifasciste e antirazziste promosse in Toscana dalla carovana del (n)PCI nell’estate del 2009.

Nella gestione della Repubblica Pontificia nella fase della putrefazione del regime DC iniziata nel 1990, la LN ha assunto il ruolo di deviare la lotta di classe nella lotta tra gruppi di masse (in particolare tra lavoratori e masse popolari italiani e migranti) e nella lotta verso l’esterno (contro altri popoli: albanesi, rumeni, cinesi, arabi o altri Stati: Cina, India, ecc.) e di promotrice della collaborazione corporativa padroni-lavoratori (le “comunità di lavoro”).

La LN è un partito-movimento, nato sulle ceneri del disfacimento del regime democristiano. “La DC era il braccio politico dei vertici della Repubblica Pontificia fatto su misura per tenere a bada le masse popolari nel periodo del “capitalismo dal volto umano”. Quindi si è sfasciata quando questo è venuto meno. Quando all’inizio degli anni ’90 la DC è crollata, Berlusconi e la Lega Nord hanno semplicemente preso il suo posto: per motivi diversi avevano le caratteristiche adatte alla nuova fase e si trovavano nella posizione giusta per farlo. Ma tra le masse popolari Berlusconi e la Lega di Bossi non hanno mai raccolto neanche tanto seguito quanto ne ha avuto la DC con i suoi satelliti e col PSI di Craxi” (Comunicato CC 31/10 - 5 dicembre 2010).

A conferma dello stretto legame elettorale tra la vecchia DC e la LN sta la progressione dal 1987 in qua dei voti della DC e del suo pentapartito e di quelli delle LN nelle circoscrizioni della Lombardia e del Veneto. I feudi elettorali democristiani sono diventati roccaforti elettorali leghiste, con la riserva che i voti della LN (anche se sommati ai voti ottenuti da Berlusconi) sono inferiori a quelli del pentapartito DC.

La LN combina l’insediamento nelle istituzioni politiche (centrali e locali) e nelle istituzioni economiche (in particolare enti e aziende pubbliche, municipalizzate e private finanziate con il denaro pubblico, banche e finanziarie) nello stile della vecchia DC,(1) con la coltivazione folcloristica delle tradizioni locali, in termini di “difesa della nostra identità contro il mondo esterno che ci sommerge nella crisi” (la tesi è “noi, intendendo le regione del Nord, se fossimo per conto nostro riusciremmo a non essere coinvolti nella crisi, la crisi ci viene da fuori”) e con il razzismo e la xenofobia che fa leva sull’insicurezza e la paura (“gli immigrati sono ladri e stupratori”, “gli immigrati portano via posti di lavoro e case”). Queste ultime componenti distinguono la LN (partito di una epoca di crisi del capitalismo e di movimento comunista debole) dalla DC (partito di un’epoca di ripresa del capitalismo, l’epoca del “capitalismo dal volto umano e di movimento comunista forte”). La punta avanzata di quest’ultima componente della LN è lo squadrismo anti-immigrati (espressione concreta delle prove di fascismo targate LN).

Il successo elettorale e il seguito popolare della LN non sono il frutto del buon governo locale né della gelosa difesa di interessi, abitudini e tradizioni locali contro il governo e l’amministrazione centrali. Sono principalmente la versione, aggiornata alla fase di crisi generale del sistema capitalista, del radicamento sul territorio del sistema democristiano (spartizioni di posti, politica di dare appalti agli amici degli amici rivendicata con sfrontatezza, occupazione e uso del denaro pubblico a fini di partito, ecc.), della connivenza e acquiescenza delle parrocchie e delle curie vescovili adeguatamente compensate. In questo senso la linea della LN si è ben intrecciata con la gestione aziendale del partito e delle istituzioni praticata da Berlusconi. Questo spiega il connubio affaristico e di reciproca sopravvivenza che lega PdL e Lega, al di là degli accordi segreti stretti tra Berlusconi e Bossi nel 1999.

Il berlusconismo e il leghismo, come correnti popolari, come deviazioni che la borghesia e il clero (o secondo alcuni addirittura i due istrioni di genio Berlusconi e Bossi per loro propria forza) avrebbero sviluppato tra le masse popolari, sono un parto della fantasia malata degli intellettuali di sinistra. Con esso mascherano sia la loro vigliaccheria maturata in decenni passati ai vertici di un movimento “comunista” che ogni giorno prometteva il socialismo per il giorno dopo e così menava per il naso milioni di lavoratori, sia la loro conseguente attuale incapacità di capire e di fare.”

I fatti hanno la testa dura e smentiscono clamorosamente ogni giorno i cantori di sinistra della LN e mettono sempre più in luce la reale natura della LN e il ruolo che sempre più assume nello sviluppare le prove di fascismo in vista della mobilitazione reazionaria delle masse popolari.

L’entrata nella fase terminale della crisi generale (fine 2008) ha determinato un brutto risveglio nel triangolo leghista (Lombardia-Veneto-Piemonte). Ha decretato la fine del miracolo economico e industriale veneto-padano (chiusure di decine di piccole e medie aziende, cassa integrazione per centinaia di migliaia di lavoratori, aziende agricole sull’orlo del fallimento per le multe da pagare per il sorpasso delle quote latte e salvate con decreti d’urgenza). L’alluvione di Vicenza dei primi di novembre del 2010 e la sua disastrosa gestione hanno fatto emergere con violenza il malgoverno e la speculazione che vigono nelle città e nelle regioni amministrate da diversi anni dalla Lega: altro che esempio di buon governo locale e di salvaguardia dei valori locali e del territorio. La connivenza (in combutta con il governo centrale) verso l’installazione della base USA a Vicenza, l’arroganza dell’impianto militare e perfino nucleare USA a Pordenone e le loro esercitazioni militari, ha mostrato che la LN non protegge né il territorio né la popolazione padana.

La Lega Nord di Umberto Bossi la si è vista alla prova dei fatti. In tutto questo periodo [gli ultimi 16 anni, ndr] ha governato con la banda Berlusconi a Roma e ha fatto il bello e il cattivo tempo nelle regioni del Nord e nelle loro amministrazioni locali: non per questo le regioni del Nord sono in una situazione economica, ambientale o anche solo idrogeologica migliore delle regioni del Centro e di quelle del Sud. Più che la persecuzione degli immigrati e il culto folcloristico delle “tradizioni locali” la Lega Nord non ha prodotto, mentre lo sfacelo economico, ambientale e sociale è continuato inesorabile anche nelle regioni del Nord” (Comunicato CC 20/10 - 3 ottobre 2010).

Le amministrazioni locali LN hanno costantemente assecondato la politica governativa (Berlusconi-Prodi-Berlusconi) di riduzione dei servizi, di aumento delle imposte locali o dei “contributi” che i cittadini devono pagare per avere i servizi che prima era gratuiti e spesso sono servizi più scadenti (sanità, asili, assistenza). Gli amministratori locali della Lega hanno inoltre costantemente favorito il radicamento e gli affari delle grandi Organizzazioni Criminali nelle regioni del Nord, nelle zone da loro governate. Lo confermano decine di inchieste per “mafia” nel campo delle costruzioni e delle opere pubbliche (dall’Expo 2015 alla TAV), nel campo del trasporto e smaltimento illegali di rifiuti. In sostanza gli amministratori leghisti degli enti locali hanno costantemente collaborato con i governi di “Roma Ladrona” nel saccheggiare i lavoratori e le masse popolari padane e di tutto il paese, hanno dato ampi spazi di manovra e di azione alla criminalità organizzata, hanno spostato ingenti risorse pubbliche a favore della Chiesa Cattolica e favorito in tutti i modi i suoi affari (scuole private, ospedali, assistenza sociale, istruzione, speculazione immobiliare). Anche le minacce di alcuni amministratori locali di non rispettare il “patto di stabilità” e la loro partecipazione alle recenti proteste contro la Finanziaria di Tremonti si sono rilevate mosse demagogiche: se alle parole fossero seguiti i fatti, questi avrebbero avuto un effetto dirompente sulla governabilità del paese da parte dei governi di “Roma Ladrona”.

Il decadimento economico, sociale e ambientale delle città e delle regioni amministrate dalla LN sono il frutto reale del suo sistema di governo che non è sostanzialmente diverso da quello delle regioni del Sud amministrate dalla destra collusa con le Organizzazioni Criminali.

La fiducia nella mobilitazione reazionaria (fascismo, nazismo) è ancora molto bassa tra le masse popolari e anche tra una parte vasta della borghesia. È ancora vivo il ricordo di cosa sono stati concretamente il fascismo e il nazismo. La fiducia (il coinvolgimento delle masse popolari) nella mobilitazione reazionaria crescerà solo se non sopravviene la mobilitazione rivoluzionaria. Sparirà invece di fronte a questa: lo sviluppo del movimento degli studenti di questi mesi ha messo fuori gioco i fascisti di Blocco Studentesco che fino ad un anno fa erano ben radicati nelle università romane. Ciò conferma concretamente le potenzialità che abbiamo di sviluppare la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari.

Idee, opinioni e comportamenti reazionari presenti in alcuni settori della masse popolari sono principalmente il frutto della debolezza del movimento comunista, dei limiti e degli errori della sinistra del movimento comunista che prima non è riuscita a contrastare efficacemente la deriva revisionista del PCI, elaborando una linea teorica e pratica per dare forza al processo rivoluzionario fino a instaurare il socialismo e poi non è riuscita a costruire un Partito comunista adeguato a guidare il processo rivoluzionario che negli anni ‘60 e ‘70 si è sviluppato nel nostro paese. Idee, opinioni e comportamenti reazionari hanno preso piede per questo motivo, ma possono certo crescere e rafforzarsi se non avanza la rinascita del movimento comunista e non si rafforza il Partito comunista.

Nel confronto tra mobilitazione reazionaria e mobilitazione rivoluzionaria un conto sono le idee e le opinioni reazionarie presenti tra le masse popolari (che si esprimono tramite voti, sondaggi, discorsi), un altro conto, e ben diverso, è partecipare alle mobilitazioni squadriste. La LN raccoglie consensi e voti di opinione, ma il suo livello di organizzazione e di mobilitazione è ancora molto basso. Basta considerare quello che è avvenuto l’anno scorso in via Padova a Milano, dove una mobilitazione antirazzista ampia e di massa ha costretto Lega e FN a fare marcia indietro. La loro chiamata alla “mobilitazione contro gli stranieri” ha mobilitato solo pochi addetti ai lavori e politicanti. Non sono riusciti a schierare neanche una parte rilevante di quanti occupano posti nelle amministrazioni e quindi ricevono lauti stipendi grazie alla loro appartenenza alla LN.

L’ampia e diffusa mobilitazione e organizzazione di comitati, collettivi e reti antifascisti e antirazzisti (OO e OP) sono un argine e un terreno concreto di mobilitazione e di organizzazione “contro” la mobilitazione reazionaria, la prevengono e le sbarrano la strada: sta a noi comunisti incanalarle e indirizzarle “per” la mobilitazione rivoluzionaria.

La costituzione di comitati e reti di immigrati (a partire dal Coordinamento Immigrati in Italia) che mettono al centro la propria autorganizzazione per difendersi e conquistare diritti economici, politici e sociali e che spingono al collegamento con le altre OO e OP che operano nei vari ambiti della lotta politica, sindacale, ambientale e culturale, la rinnovata mobilitazione delle donne che si è espressa il 13 febbraio: ecco il terreno su cui si sconfigge e si elimina il cancro razzista e xenofobo che la LN tenta di far crescere tra le masse popolari. Tutto questo ci dice che è possibile lottare efficacemente contro i promotori e dirigenti della repressione, del razzismo, del fascismo, della persecuzione degli immigrati, della persecuzione degli omosessuali, delle prevaricazioni contro le donne. Ma dobbiamo dare a questa lotta l’unica prospettiva realistica e positiva: instradarla nel lavoro della costruzione delle tre condizioni per la costituzione del GBP.

Gaetano V.

Note

 

1. L’articolo Lega padrona (dell’Espresso 1° ottobre 2010) indica come “…avanza la discesa leghista oltre il Rubicone, fino al Tevere: consigli di amministrazione, posti chiave in Rai e nei grandi enti pubblici, presidenze e nomine continue allargano la ragnatela verde passando per banche, fondazioni, aeroporti, autostrade, multiutilities, Asl e partecipate milionarie di Comuni e Province. È la versione padana del 'divide et impera', l'allievo che sta superando perfino i maestri della vecchia Democrazia Cristiana. Quella Lega che divide il Paese invocando il federalismo, impera grazie a un esercito di parenti, amici, trombati e ripescati.” L’articolo indica banche conquistate dalla Lega come Unicredit, Popolare di Milano, Fondazione Cariplo, posti di rilievo in Eni, Enel, Rai e in centinaia di grandi aziende municipalizzate. I vent’anni di governo in regioni importanti (economicamente e politicamente) come Lombardia e Veneto hanno permesso di costruire una ragnatela di interessi strettamente connessa e intrecciata con il potere economico e finanziario della Repubblica Pontificia (Vaticano, industriali, banchieri e affaristi, Organizzazioni Criminali).