Ritorna all'indice de La Voce 41 /-/ Ritorna all'indice completo dei numeri de La Voce


  La Voce 41 del (nuovo)Partito comunista italiano

La Giunta Monti-Napolitano
ha avuto la sua vittoria di Pirro!
Noi abbiamo perso una battaglia,
ma le nostre file si sono rafforzate e vinceremo la guerra!

 

La Giunta Monti-Napolitano è riuscita a fare approvare dal Parlamento dei figli della porcata Calderoli l’abolizione dell’articolo 18 e della giusta causa, ma la guerra non è finita. La Giunta Monti-Napolitano ha vinto una battaglia, ma i suoi mandanti, la borghesia imperialista e il clero, i suoi sostenitori Bersani, Alfano, Casini e Camusso, non hanno vinto la guerra e le loro file sono più divise e più sfiduciate che mai, la loro egemonia sulle masse popolari si è indebolita. Ma sono costretti a continuare la guerra, perché la crisi del capitalismo è inarrestabile.

La guerra la vinceremo noi! Nonostante la sconfitta, le nostre file si sono rafforzate. Faremo dell’Italia un nuovo paese socialista, porremo fine alla crisi del capitalismo, ci uniremo ai popoli che nel resto del mondo combattono la nostra stessa lotta contro il sistema imperialista mondiale. Il futuro è luminoso!

 

Le autorità della Repubblica Pontificia non sono in grado di porre fine alla crisi. La crisi del capitalismo è irreversibile. L’instaurazione del socialismo è l’unica prospettiva realistica per le masse popolari.

Può capitare che noi comunisti, e le masse popolari con noi, perdiamo una battaglia. Ma vinceremo la guerra. Abbiamo una strategia giusta e un giusto metodo di lotta. Dobbiamo combattere con determinazione e di battaglia in battaglia arriveremo a vincere la guerra.

 

Le masse popolari diventeranno sempre più combattive quanto più il Partito comunista le dirigerà in modo giusto. Il Partito comunista deve indicare la prospettiva giusta e realistica, l’instaurazione del socialismo. Deve avere di momento in momento e di caso in caso una tattica adeguata alle forze e alle circostanze concrete, con un obiettivo immediato realistico. Deve fare di ogni lotta una scuola di comunismo. Conclusa una battaglia, deve individuare chiaramente i suoi errori e i suoi limiti, non deve avere paura di indicarli chiaramente, deve correggerli e superarli, sulla base dei risultati realmente ottenuti deve lanciare una battaglia di livello superiore

 

Quando le masse popolari sono poco combattive, un buon dirigente si chiede in cosa ha sbagliato, dove deve migliorare la propria azione.

Gli opportunisti e la sinistra borghese si rifugiano dietro la scarsa combattività delle masse e approfittano della sconfitta per arretrare, per ridurre gli obiettivi e per ritirarsi dalla lotta. Sui risultati di ogni singola battaglia possono mentire. Che noi abbiamo vinto o perso, ottenuto molto o poco, per loro non cambia molto: non imparano dall’esperienza e sono trascinati dagli eventi.

I dogmatici, quelli che sono rimasti fedeli ai principi e alla memoria della Rivoluzione d’Ottobre, dell’Internazionale Comunista e del primo PCI ma non hanno tratto lezioni dall’esperienza, quelli che si dicono e si credono comunisti ma non hanno ancora tirato le giuste lezioni dall’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria, si chiudono nella loro fede e aspettano che le masse popolari diventino più combattive per effetto della crisi del capitalismo e che la rivoluzione socialista scoppi.

 

Il futuro è nostro! Sotto la bandiera della concezione comunista del mondo, il marxismo-leninismo-maoismo, il nuovo Partito Comunista Italiano guiderà le masse popolari a fare dell’Italia un nuovo paese socialista!

 

 

 

La Voce n. 41
in formato PDF
in formato Open Office - in formato Word