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  La Voce 41 del (nuovo)Partito comunista italiano

Che i mille centri di organizzazione e di orientamento che si sono formati o consolidati nelle lotte dei mesi scorsi proseguano sulla loro strada con slancio e creatività crescenti. Non lasciamoci prendere dallo sconforto perché abbiamo perso una battaglia!

Compagni, noi possiamo vincere la guerra! L’esito della guerra dipende solamente da noi!

La borghesia e il clero non hanno via d’uscita!

 

Gli operai e la masse popolari del nostro paese hanno perso una battaglia. I tecnici della finanza e i professori bocconiani designati dal Vaticano a comporre la Giunta Monti-Napolitano hanno superato lo scoglio del loro secondo crimine, dopo quello delle pensioni. Hanno fatto approvare dai figli della porcata Calderoli l’abolizione dell’articolo 18 e della giusta causa nelle aziende capitaliste con più di 15 operai. Ma non perdiamoci di coraggio. La guerra non è finita, l’egemonia della borghesia imperialista e del clero sulle masse popolari è in caduta libera, le file delle masse popolari si sono rafforzate.

 Comunque la guerra non è finita perché la borghesia imperialista e il clero sono condannati dallo loro crisi a proseguire nei loro crimini: dopo la riduzione dei diritti dei pensionati e degli anziani, dopo la riduzione dei diritti dei lavoratori, si propongono di aumentare le tasse (IMU e IVA) e le angherie (Equitalia e Guardia di Finanza), di ridurre i servizi pubblici (tagli dei trasferimenti agli enti locali per sanità, trasporti e servizi sociali), di aumentare la precarietà a scapito del lavoro con contratto a tempo indeterminato e di ridurre il numero degli occupati (ivi compresa la riduzione del pubblico impiego), di proseguire la spoliazione delle classi intermedie (lavoratori autonomi, professionisti, ecc.). Per reggere devono ampliare la guerra, come facevano gli imperialisti nel Vietnam durante gli anni ’60 e ’70, fino alla fuga ignominiosa. Perderanno la guerra come l’hanno persa le armate naziste che nel 1941 dilagarono in Unione Sovietica fino a Stalingrado!

L’opposizione che incontreranno non sarà affievolita né dalle loro spedizioni militari (le “spedizioni umanitarie” o “spedizioni di pace”) all’estero, né dall’impiego su più vasta scala della polizia e delle Forze Armate nella repressione all’interno, dalla Val di Susa alla Sicilia, né dalla militarizzazione del territorio da Sigonella e Niscemi a Vicenza, al servizio del riarmo e delle aggressioni NATO e USA.

 Nonostante i contrasti d’interesse, la loro natura condanna gli esponenti del sistema imperialista mondiale a proseguire a complottare insieme contro le masse popolari dei loro paesi; contro i popoli oppressi di tutto il mondo e contro la resistenza dei popoli arabi e musulmani dall’Afghanistan all’Africa che le armate imperialiste non riescono a soffocare; contro gli Stati che non obbediscono al cento per cento agli ordini della Comunità Internazionale del sistema imperialista mondiale presieduta dalle istituzioni di Washington e benedetta dal papa di Roma: dalla Siria alla Repubblica Popolare Cinese, dalla Russia all’Argentina, dall’Iran al Venezuela.

Tra le masse popolari la rassegnazione e la disperazione lasceranno sempre più il posto alla protesta e alla rivolta, perché l’organizzazione delle nostre file si sta sviluppando e la direzione migliora: sempre più ogni lotta è scuola di comunismo. Le nostre file si sono rafforzate. Consideriamo in quali condizioni eravamo due anni fa quando Marchionne lanciò il suo attacco contro gli operai a Pomigliano. Sbaglieremmo a confrontare lo stato in cui ci troviamo oggi con i nostri desideri: giustamente i nostri desideri sono grandi, ma per realizzarli dobbiamo avanzare passo dopo passo con tenacia e anche con pazienza. Noi abbiamo riserve inesauribili e la nostra lotta è giusta: quindi vinceremo. Dobbiamo confrontare lo stato attuale della nostre forze con lo stato in cui erano le nostre file due anni fa, quando Marchionne diede il via all’attacco padronale affermando che contro le masse popolari la Repubblica Pontificia poteva infierire più e meglio di quello che faceva il governo della banda Berlusconi che non riusciva a fare peggio del governo del circo Prodi di cui aveva preso il posto. Da allora vi è stato una riorganizzazione crescente delle nostre forze (quantità) su un livello politico più avanzato (qualità).

1. L’influenza del Partito comunista è grandemente cresciuta: chi segue con intelligenza l’evoluzione numerica e qualitativa delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari se ne rende ben conto.

2. Si sono formati e si rafforzano nuclei di operai e di delegati operai che si coordinano tra loro, escono dalle fabbriche sul territorio e lottano con crescente autonomia dalla sinistra borghese e dai sindacalisti di regime: gli scioperi da marzo in qua sono stati un importante strumento di organizzazione.

3. I sindacati alternativi e di base e i sindacati conflittuali si sono enormemente rafforzati a scapito della destra sindacale di Camusso, Bonanni e Angeletti e costituiscono già oggi centri importanti di mobilitazione.

4. Si succedono grandi manifestazioni di protesta non più promosse solo da organismi di regime: questi con le manifestazioni cercavano principalmente di mantenere il loro controllo sulle masse popolari.

5. Il movimento No TAV della Val di Susa è diventato per tutto il paese un centro di mobilitazione e orientamento contro la speculazione e il saccheggio del territorio, che la repressione non riesce a spegnere.

6. I referendum di giugno 2011 sono frutto di un orientamento più avanzato contro la politica della Repubblica Pontificia e a loro volta con i loro risultati hanno rafforzato quell’orientamento.

7. Con le elezioni amministrative del 2011 e del 2012 si sono formate Amministrazioni Comunali non più completamente controllate dalle losche congreghe PD-PdL-UDC: per sopravvivere dovranno andare allo scontro con le autorità della Repubblica Pontificia. La Lega Nord annaspa nella melma della Repubblica Pontificia.

8. Tra le file della sinistra borghese e della società civile sono sorti centri di aggregazione e di mobilitazione: dal Comitato No Debito, ad ALBA, al Movimento 5 Stelle. La pressione delle masse popolari e l’aggravarsi della crisi bruceranno le loro illusioni elettoraliste e legalitarie.

9. Contro la spoliazione delle classi intermedie i lavoratori autonomi hanno incominciato a organizzarsi: dal Movimento dei Forconi al Movimento dei Pastori Sardi.

10. Il teatrino della politica borghese è dilaniato da contrasti insanabili che fanno esplodere uno dopo l’altro scandali che espongono alla luce del sole il marciume in cui affoga la Repubblica Pontificia con la sua Corte vaticana.

Umberto C.

 

 

 

La Voce n. 41
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