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  La Voce 43 del (nuovo)Partito comunista italiano

Portare a un livello superiore la lotta per costituire Comitati di Partito clandestini in ogni azienda, in ogni scuola e università, in ogni istituzione, in ogni zona d’abitazione!

(parafrasi del Comunicato CC del 24 gennaio 2013)

Rovesciare il negativo in positivo: con la costituzione di CdP clandestini, la moltiplicazione di Organizzazioni Operaie, di Organizzazioni Popolari e di ogni altro tipo di organizzazione, la costituzione del Comitato di Salvezza Nazionale e del Governo di Blocco Popolare, l’instaurazione del socialismo, trasformiamo la lotta per uscire dal pantano in cui la borghesia imperialista e il clero affondano il loro vecchio mondo, nella costruzione del nuovo mondo, il comunismo!

Il primo paese imperialista che spezzerà le catene della comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi imperialisti e valorizzerà la lotta eroica che in varie forme e sotto varie bandiere le masse popolari conducono nei paesi oppressi dal sistema imperialista mondiale e in tutti gli altri paesi del mondo!

 

Solo creduloni e persone che non hanno alcuna comprensione della vicende politiche e sociali ma hanno ancora fiducia nella borghesia imperialista e nel clero, possono credere che l’avvenire del nostro paese cambierà a secondo dei risultati delle elezioni del 24 febbraio e quindi hanno vissuto in trepida attesa dell’esito il periodo della campagna elettorale. I vertici della Repubblica Pontificia hanno indetto elezioni  anticipate e di rito abbreviato principalmente perché hanno bisogno e sperano di riuscire a dare una parvenza di consenso popolare alla loro politica di macelleria sociale. Il futuro governo della Repubblica Pontificia continuerà la politica di eliminazione delle conquiste di civiltà e di benessere che le masse popolari avevano strappato alla borghesia nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria e di distruzione del territorio e di inquinamento dell’ambiente: la stessa politica perseguita con ferocia crescente da trenta anni a questa parte dai governi di centro-sinistra (Prodi, D’Alema, Amato, ecc.), dai governi della banda Berlusconi e infine dalla Giunta Monti-Napolitano pilotata dal cardinal Bagnasco e sostenuta da Berlusconi, Bersani (il successore di Prodi) e Casini.

Non saranno i vincitori delle elezioni che decideranno quale linea il governo della Repubblica Pontificia seguirà. Al contrario è la linea che il governo della Repubblica Pontificia deve seguire che guiderà la scelta degli uomini chiamati a farne parte e su cui ognuno di essi sarà misurato.

Questa linea la borghesia imperialista italiana e la Corte Pontificia non l’hanno scelta ad arbitrio, tanto meno è dettata dalla particolare perversione personale dei suoi promotori e dei suoi esecutori. È la versione italiana della politica di distruzione e di guerra di cui la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti ha bisogno per prolungare l’esistenza del suo sistema di relazioni sociali e del suo sistema di relazioni internazionali.

 

Fatte queste affermazioni, sentiamo già le espressioni di disapprovazione e vediamo già le smorfie di rifiuto di quanti sistematicamente ci rimproverano di essere schematici e dogmatici, di mettere sempre in primo piano, nella complessità di ogni sistema e di ogni situazione, l’elemento principale distinguendolo dagli altri elementi indispensabili ma ausiliari e complementari per quanto importanti. In realtà non di schematismo si tratta, ma di due diverse posizioni di classe.

 Chi è fossilizzato e fatalista, rassegnato e comunque convinto che “il mondo è quello che è”, che quindi è impossibile abbattere il sistema imperialista mondiale e instaurare il socialismo, dedica tutta la sua attenzione alle differenti sfumature con cui la stessa cosa si presenta. Pensa che l’esito delle prossime elezioni deciderà del corso futuro delle cose perché per lui è scontato che il corso futuro delle cose sarà una delle differenti possibili sfumature dello stato presente delle cose.

In realtà il sistema imperialista mondiale è potente ma marcio, “il mondo non è solo quello che è, ma è anche quello che può divenire e ancora non è”. Noi comunisti siamo dialettici: riconosciamo che ogni cosa si trasforma secondo leggi sue proprie che si tratta di scoprire e applicare, niente è eterno. Quindi siamo sì attenti anche alle differenti sfumature del potere della borghesia imperialista e del clero (ad esempio: una maggiore divaricazione di interessi tra i gruppi imperialisti americani e i gruppi imperialisti tedeschi causerebbe gravi contraddizioni anche nei vertici della Repubblica Pontificia), ma per servirci delle differenze ai fini della nostra lotta, per far crescere il Nuovo Potere che costruiamo giorno dopo giorno con la Guerra Popolare Rivoluzionaria che promuoviamo contro la Repubblica Pontificia, promuovendo in ogni modo l’organizzazione a più livelli delle masse popolari e aggregando ogni loro organizzazione attorno al Partito comunista, la forma più alta di organizzazione delle masse popolari.

 

Fermo restando che quale che sia il risultato delle elezioni di febbraio il nuovo governo della Repubblica Pontificia seguirà (aggravandola perché la crisi del capitalismo si aggrava, la miseria e la disperazione crescono, le guerre si moltiplicano) la linea di macelleria sociale dei governi che lo hanno preceduto da trenta anni a questa parte, è importante che nel Parlamento che uscirà dalla prossime elezioni siano numerosi gli oppositori della politica di macelleria sociale del prossimo governo. Per questo abbiamo dato l’indicazione di votare per il Movimento 5 Stelle - Beppe Grillo. Perché è la lista che più delle altre liste di oppositori dichiarati della politica di macelleria sociale, Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia e Partito Comunista dei Lavoratori (PCL), ha la possibilità di portare oppositori nel Parlamento della Repubblica Pontificia e di disturbare la copertura parlamentare del suo futuro governo.

Noi infatti non siamo astensionisti di principio. Al contrario, approfittiamo di tutte le forme di organizzazione di massa, di tutte le istituzioni e di ogni lotta politica e sociale per rafforzare ed estendere la Guerra Popolare Rivoluzionaria contro la Repubblica Pontificia. Il progresso che la prima ondata della rivoluzione proletaria ha prodotto tra le masse popolari dei paesi imperialisti, ha fatto della democrazia borghese una trappola per la borghesia imperialista. Essa nei paesi imperialisti non riesce più a governare senza un certo consenso delle masse popolari, ma d’altra parte la crisi del capitalismo la costringe ad eliminare tutte le conquiste di civiltà e di benessere che ha dovuto concedere per distogliere le masse popolari dall’instaurazione del socialismo e a distruggere il territorio e inquinare l’ambiente anche dei paesi imperialisti. Proprio per questo per le elezioni politiche nazionali di febbraio abbiamo dato l’indicazione di votare M5S-Beppe Grillo. Perché nel nuovo Parlamento siano numerosi i deputati poco o per nulla docili ai vertici della Repubblica Pontificia.

 

Ai fini della lotta di classe in corso nel nostro paese, il pregio dell’opera promossa in questi anni e perseguita nelle elezioni di febbraio da Beppe Grillo non sta in quello che dice e nel programma che proclama (che comunque non attuerà). Sta nel fatto che usa i soldi che ha accumulato e la posizione che ha raggiunto nella Repubblica Pontificia per dare voce all’indignazione, al rancore e all’insoddisfazione che gli effetti della crisi del capitalismo hanno largamente generato tra le masse popolari: quindi rafforza la loro indignazione, il rancore e l’insoddisfazione che sta a noi comunisti trasformare in una forza politica costruttrice del nuovo mondo, in un terreno di reclutamento di combattenti per la Guerra Popolare Rivoluzionaria che promuoviamo contro la Repubblica Pontificia.

 Invece Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia nella sostanza sul piano ideologico è una copertura a sinistra del PD e dell’intero regime fatta dall’esterno della lista PD nelle forme proprie della sinistra borghese, così come SEL di Vendola è una analoga copertura a sinistra del PD e dell’intero regime fatta dall’interno della lista PD. Se avrà degli eletti, anche in Parlamento funzionerà come truppa di rincalzo del PD e del regime, come fino ad oggi i suoi principali esponenti hanno fatto nelle cariche che hanno ricoperto nella Repubblica Pontificia. Basta considerare l’operato di De Magistris sindaco di Napoli ormai da quasi due anni, per non parlare degli ex ministri Ferrero, Di Pietro, Diliberto. A meno che intervengano successi tali della lotta delle masse popolari da trasformare l’aggregato di RC nell’opposto di quello che è oggi. Le buone intenzioni degli individui sono pur sempre un terreno favorevole per la trasformazione: noi comunisti dobbiamo valorizzarle fin da subito, già nella campagna elettorale.

Quanto al PCL, la presentazione della sua lista alle elezioni del 24 febbraio è il tentativo di rafforzare tra le masse popolari una linea che i suoi fautori dichiarano comunista, ma che lo è principalmente nel senso che perpetua i limiti che hanno portato all’esaurimento la prima ondata della rivoluzione proletaria (la mancanza di una strategia che passo dopo passo porti fino all’instaurazione del socialismo e l’attesa che la rivoluzione scoppi), peggiorati dalle posizioni che durante la prima ondata della rivoluzione proletaria hanno fatto del trotzkismo una sterile deviazione dal movimento comunista. Fermo restando anche qui che le buone intenzioni degli individui sono un terreno fecondo che noi comunisti dobbiamo valorizzare fin da subito, già nella campagna elettorale.

Per le elezioni politiche nazionali di febbraio abbiamo dunque dato l’indicazione di votare per la lista M5S - Beppe Grillo, ma abbiamo anche messo in guardia dal cedere in queste elezioni al ricatto del “voto utile” da dare alla lista PD. Non perché non riconosciamo le buone intenzioni di molti attivisti ed elettori della lista PD e quello che già ci unisce a una parte di essi e non intendiamo e non dobbiamo valorizzare quelle e questo. Ma perché privilegiare le loro buone intenzioni e le loro illusioni di fronte alle liste concorrenti del PD per il governo della Repubblica Pontificia, significa  negare le illusioni, l’indignazione e il rancore contro gli effetti della crisi del capitalismo che animano molti degli attivisti e degli elettori delle liste concorrenti del PD e vietarci di valorizzarli. La rivoluzione socialista nei paesi imperialisti si alimenta invece delle lotte di tutti gli oppressi e di tutti i malcontenti, nonostante i pregiudizi, le fantasie reazionarie, le debolezze e gli errori che molti di loro portano con sé e di cui si correggeranno solo nel corso della rivoluzione o addirittura solo dopo la sua vittoria. Nella misura in cui essi oggettivamente attaccano la borghesia imperialista e la Corte Pontificia con la sua Chiesa, noi comunisti che diamo un orientamento e un’organizzazione efficaci, più avanzati e anche soggettivi a questa ragion d’essere oggettiva della lotta di massa varia e disparata, variopinta e soggettivamente frazionata, possiamo e quindi dobbiamo unificarla e dirigerla, farla convergere e confluire nella Guerra Popolare Rivoluzionaria che costringe le banche, le aziende capitaliste e le istituzioni della Repubblica Pontificia a servire in vari modi gli interessi immediati delle masse popolari e impone o attua con le buone o con le cattive altre misure a favore delle masse popolari fino a quando abbatterà la Repubblica Pontificia  e instaurerà il socialismo. Non è possibile condurre seriamente una guerra seria senza valorizzare tutti gli avversari dei propri nemici e tutte le altre debolezze di questi. Sarebbe una nostra debolezza sia farci condizionare da vecchie e gloriose bandiere con cui il PD copre le sue vergogne e i suoi crimini presenti, sia farci spaventare dalle bandiere reazionarie con cui una parte dei seguaci dei suoi concorrenti ammanta la sua lotta contro la Repubblica Pontificia nel nostro paese e contro la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti nel mondo.

Infine, dobbiamo tener conto che la verità è sempre concreta. Dobbiamo quindi tradurre nel particolare la nostra lotta generale per instaurare il socialismo, la Guerra Popolare Rivoluzionaria contro la Repubblica Pontificia e attuarla nel concreto. Quindi mentre per le elezioni politiche nazionali di febbraio ha dato l’indicazione di votare per la lista M5S - Beppe Grillo, il CC ha demandato ai CdP territoriali l’elaborazione di indicazioni di voto per le elezioni regionali e comunali nelle loro zone operative, salva l’approvazione del CC.

  

Il risultato delle elezioni di febbraio, quale che sia, non cambierà dunque immediatamente il corso delle cose nel nostro paese. Il futuro del nostro paese sarà determinato dal successo dell’opera che noi comunisti conduciamo per moltiplicare le Organizzazioni Popolari e in particolare le Organizzazioni Operaie e per orientarle ad andare oltre un’attività ancora principalmente rivendicativa e di protesta, a coordinarsi e a promuovere su tutti i terreni l’iniziativa delle masse popolari fino a costituire esse un proprio governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare. Il corso immediato delle cose nel nostro paese cambierà quando questa nostra opera raggiungerà un certo sviluppo. Allora la quantità si trasformerà in qualità e il nostro paese diventerà ingovernabile per ogni  governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia.

 

Proprio perché la linea seguita dai vertici della Repubblica Pontificia e dal loro governo è tracciata chiaramente nelle sue grandi linee quale che sia l’esito delle elezioni e i nostri obiettivi e metodi di lotta in questa fase sono ben definiti, noi comunisti per sviluppare la nostra attività non abbiamo bisogno di aspettare l’esito delle elezioni del 24 febbraio, né la composizione del nuovo governo, né l’esito dell’elezione del nuovo presidente della repubblica, né l’esito delle elezioni amministrative di maggio. Dobbiamo avere l’iniziativa saldamente nelle nostre mani: è infatti impossibile promuovere con successo la Guerra Popolare Rivoluzionaria senza avere l’iniziativa in mano, limitandosi a far fronte alle mosse della borghesia imperialista e del clero e a difendersi dai loro attacchi, pendendo dalle loro parole e correndo dietro alle informazioni sulle loro azioni.

Il capitale finanziario

L’enorme crescita del capitale finanziario e speculativo ha potuto avvenire grazie alla creazione di una moneta fiduciaria mondiale (il dollaro sganciato dall’oro) e alla liberazione della emissione e dello spaccio di titoli finanziari da leggi, regolamenti e controlli pubblici. Ma sostenere che queste sono la causa dell’enorme crescita del capitale finanziario è come sostenere che la legge che abolisce l’indissolubilità del matrimonio è la causa delle separazioni e dei divorzi o che la legge che stabilisce l’assistenza sanitaria alle donne che abortiscono è la causa degli aborti o che la disponibilità di anticoncezionali è la causa del crollo delle nascite o che la disponibilità di droghe è la causa del loro uso.

Le leggi inerenti alla natura del capitalismo spiegano perché da un certo punto in poila produzione di beni e servizi è diventata un terreno sempre più inadeguato per il capitale che i capitalisti dovevano valorizzare e perché quindi i capitalisti hanno cercato altri campie attività per valorizzare il loro capitale.Marx aveva già illustrato (capitolo 15 del libro 3 di Il capitale) la crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale nella misura in cui era possibile farlo prima che essa si verificasse. Per un’illustrazione attuale vedere Avviso ai naviganti n. 8 (21.03.2012) La seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale.

Chi capisce queste leggi naturali del capitalismo, capisce anche perché sono inconsistenti le proposte (che sarebbero ridicole se non riguardassero avvenimenti tragici) di porre fine alla crisi in corso cambiando i regolamenti delle istituzioni monetarie e finanziarie del sistema imperialista mondiale e quanto ipocrite le grida alle malefatte di banchieri, uomini della finanza e loro complici ed aiutanti.

 

I compagni che aspettano l’esito delle elezioni e la formazione del nuovo governo per rilanciare la loro attività, concepiscono ancora la lotta delle masse popolari principalmente come rivendicazione e protesta nell’ambito della Repubblica Pontificia: ovvio quindi che hanno bisogno di un governo nel pieno dei suoi poteri come controparte. Tanto più bloccati nell’attesa del nuovo governo sono quelli che concepiscono la crisi in corso

o principalmente come una crisi finanziaria dovuta alla gestione delle istituzioni finanziarie (liberalizzazione delle operazioni del mercato finanziario) che si tratterebbe di correggere con nuove regolamentazioni oppure alla loro sbagliata configurazione (sistema dell’euro) che si tratterebbe di sostituire con nuove banche centrali,

 o principalmente come una crisi dovuta a carenza della domanda di merci: una crisi che quindi potrebbe trovare la sua soluzione in una vigorosa spesa pubblica (politiche keynesiane stile Roosevelt o Hitler).

In realtà la crisi attuale è certo entrata cinque anni fa nella sua fase acuta e terminale con la forma di una crisi finanziaria, ma così è successo perché per oltre trent’anni la crescita del settore finanziario era stata la principale valvola di sfogo e il principale freno della crisi per la sovrapproduzione assoluta di capitale che si era creata nel terreno della produzione di beni e servizi. Analogamente a come nel secolo scorso la prima crisi generale del capitalismo entrò nella sua fase acuta e terminale con la forma della guerra tra grandi potenze imperialiste perché la spartizione del mondo tra di esse era stata per alcuni anni la valvola di sfogo e il freno della crisi per la sovrapproduzione assoluta di capitale.

Con la crisi finanziaria scoppiata alla fine del 2007 sono venuti meno la valvola di sfogo e il freno che in qualche modo avevano funzionato a partire dagli anni ’70 del secolo scorso. La crescita del settore finanziario  si è tramutato nel contrario ed è giocoforza ritornare alla sorgente della crisi del capitalismo: l’economia reale, la produzione di beni e servizi. Ma ora non solo la produzione di beni e servizi non fornisce un terreno sufficiente per la valorizzazione di tutta l’enorme quantità di capitale accumulato. Ora la valorizzazione del capitale tramite la produzione di beni e servizi è diventata anche la causa della distruzione del pianeta e dell’inquinamento dell’ambiente: la crisi ecologica si è aggiunta alla crisi economica. L’umanità può uscire dalla catastrofe in cui la forma capitalista della sua attività economica l’ha condotta, solo instaurando il socialismo: cioè sostituendo la produzione di beni e servizi fatta da aziende capitaliste per valorizzare il capitale, con la produzione di beni e sevizi fatta da aziende pubbliche nella misura e della qualità necessarie per soddisfare il bisogno della popolazione e per le relazioni con l’estero e diretta da pubbliche autorità, come lo sono da tempo altri settori e aspetti della società (la sanità, l’ordine pubblico, l’istruzione, ecc.).

Su questa base si apre la possibilità di una rottura con le relazioni sociali nel cui ambito da millenni l’umanità conduce la propria vita. Da sempre la costrizione della massa della popolazione al lavoro è stata la condizione necessaria della sopravvivenza della specie umana. Oggi finalmente la quantità di beni e servizi prodotti non dipende più principalmente dalla quantità di tempo dedicato alla produzione, ma piuttosto dall’applicazione su vasta scala del patrimonio generale di conoscenza della natura raggiunto dalla specie umana, dalla ricerca scientifica che lo incrementa e dalla sua applicazione tecnologica.

È quindi possibile un rivoluzionamento generale del sistema di relazioni sociali. Può cessare la costrizione che da sempre vincola la massa della popolazione a dedicare la gran parte della propria vita attiva alla produzione di beni e servizi. È quindi possibile organizzare l’educazione (vi ricordate Letizia Moratti proclamare: perché mai insegnare filosofia a uno che è destinato a fare lo spazzino?) e l’accesso in massa degli uomini e delle donne alle attività specificamente umane che le classi dominanti hanno sempre cercato di riservare a se stesse. Si aprono per la specie umana gli orizzonti di nuovi progressi, l’accesso a un nuovo sistema di relazioni sociali. La società borghese ha creato i presupposti e la necessità di questo nuovo mondo. Marx ed Engels che circa 150 anni fa lo hanno scoperto studiando la nascita, lo sviluppo e il funzionamento della società borghese, lo hanno chiamato comunismo.

Le relazioni sociali capitaliste non solo impediscono questi progressi, ma possono perpetuarsi solo estendendo illimitatamente, indipendentemente dal bisogno di essi, la quantità di beni e servizi prodotti, sprecando in tutto il mondo le risorse naturali fino ad esaurirle, escludendo anche nei paesi imperialisti dal godimento dei beni e servizi prodotti una parte crescente della popolazione che nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria era riuscita a conquistane l’accesso, condannando all’emigrazione e alla guerra gran parte della popolazione mondiale, devastando tutto il pianeta.

È quindi possibile e necessaria una trasformazione generale delle relazioni sociali. Essa per forza di cose deve essere condotta in lotta contro le classi dominanti che sulle attuali relazioni sociali fondano il loro ruolo e i loro privilegi, che nella perpetuazione di esse vedono la propria ragion d’essere, che non concepiscono altro mondo che l’attuale, che ricorrono a ogni violenza, sotterfugio, manovra e crimine per prolungarne l’esistenza. Per instaurare il socialismo  bisogna eliminare il sistema imperialista mondiale che è l’ordinamento in cui l’attuale sistema di relazioni sociali si incarna e si perpetua.

Questa è una trasformazione che per sua natura solo le masse popolari organizzate possono fare.

La classe operaia è la parte delle masse popolari più predisposta dall’esperienza a cui è costretta nella società borghese e dalla sua particolare posizione sociale a compiere questa trasformazione: quindi è la parte più capace di assumere in massa la concezione comunista del mondo a guida della propria azione. Essa può mobilitare e dirigere anche il resto delle masse popolari a compiere la trasformazione che devono compiere.

Mobilitare e organizzare la classe operaia a svolgere questo ruolo è invece il compito di noi comunisti. Infatti la classe operaia non è in grado di assumere questo ruolo spontaneamente, cioè sulla base delle relazioni e della coscienza che derivano ai suoi membri dall’esperienza a cui la società borghese li costringe. Essa ha bisogno del partito comunista che è il partito della classe operaia principalmente perché porta a un livello superiore (da rivendicativo a rivoluzionario) e a compimento la lotta che la classe operaia spontaneamente conduce contro la borghesia. In breve, principalmente perché è il partito che porta alla classe operaia la concezione comunista del mondo come guida della sua azione, non principalmente perché è composto da operai. Proprio questo invece si credeva nella II Internazionale (1889-1914) e questo continuano a credere ancora oggi i suoi epigoni, anche quelli che si dichiarano comunisti, i quali proprio per questo continuano anche a credere che la rivoluzione socialista sia un evento che prima o poi scoppierà, una sollevazione popolare che essi contrappongono alla guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata. Proprio per questo stanno ad aspettare che scoppi una rivoluzione che non scoppia.

I quattro temi principali da discutere
nel Movimento Comunista Internazionale

Il primo paese imperialista che spezzerà le catene della comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, aprirà la strada anche alle masse popolari degli altri paesi imperialisti e valorizzerà la lotta eroica che in varie forme e sotto varie bandiere le masse popolari conducono nei paesi oppressi e in tutti gli altri paesi del mondo. Per questo il contributo maggiore che il nuovo Partito comunista italiano dà alla rinascita del movimento comunista internazionale e la forma più alta del suo internazionalismo consistono nella lotta che conduce per fare dell’Italia un nuovo paese socialista.

Tuttavia la rinascita del movimento comunista a livello mondiale sia come Internazionale non formale (cioè unita dalla comune concezione del mondo e dal comune orientamento politico generale) sia come Internazionale organizzata, merita e richiede un particolare lavoro.

Allo scopo il Partito ha redatto a fine 2010 e diffuso in più lingue l’opuscolo I quattro temi principali da discutere nel Movimento Comunista Internazionale(www.nuovopci.it/scritti/i4temi/index.html
 - www.nuovopci.it/eile/en/f-issues.html) e tratta il problema in assemblee internazionali e in contatti bilaterali con gruppi, partiti e personaggi. I temi su cui reputiamo necessario sviluppare il dibattito e il confronto sono:

1. il bilancio del movimento comunista e i motivi che hanno impedito ai partiti comunisti di instaurare il socialismo nei paesi imperialisti nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria (secolo XX).

2. La teoria della crisi generale del capitalismo per sovrapproduzione assoluta di capitale.

3. Il regime di controrivoluzione preventiva instaurato dalla borghesia nei paesi imperialisti.

4. La strategia della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata.

Nell’opuscolo il Partito illustra questi temi ed espone quali sono le posizioni raggiunte dal Partito su ognuno di essi.

Il Partito chiede ai lettori della rivista di promuovere lo studio e la discussione dell’opuscolo tra i compagni di altri paesi con cui sono in rapporto.

 

Bisogna quindi partire da noi comunisti. Dal darci gli strumenti e i mezzi e renderci capaci di svolgere il nostro compito. L’esperienza compiuta dal movimento comunista nei 150 anni della sua vita e in particolare nel secolo scorso durante la prima ondata della rivoluzione proletaria, con i suoi grandi successi e il suo esaurimento nel corso del quale si sono dissolti o hanno cambiato di colore i paesi socialisti formatisi nella sua prima fase, fornisce a noi comunisti una  grande quantità di insegnamenti: un patrimonio di concezione, di linee e di metodi che noi comunisti chiamiamo marxismo-leninismo-maoismo.

 

La borghesia e il clero hanno approfittato dell’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria e delle sconfitte subite dal movimento comunista cosciente e organizzato, per attribuire al movimento comunista ogni infamia e denigrare questo patrimonio, coprirlo di discredito e farlo dimenticare. La sinistra borghese è il prodotto di questa azione condotta dalla borghesia imperialista e dal clero tra le masse popolari: essa è composta da migliaia di individui colti che si dibattono negli avvenimenti del presente come nelle angosce di un incubo, ma non sanno comprendere l’origine, le forme e i rimedi del male che affligge il mondo attuale. Perché sono ideologicamente succubi della borghesia e del clero, mentre scioccamente a gran voce proclamano la fine delle ideologie.

 

Apprendere e assimilare quel patrimonio, il marxismo-leninismo-maoismo, imparare ad applicarlo nella lotta in corso per far fronte alla crisi del capitalismo e svilupparlo ulteriormente sulla base dell’esperienza di questa lotta: questo è il dovere che qualifica noi comunisti!

Solo su questa base le migliaia e milioni di individui che sinceramente si dichiarano, si credono e vogliono essere comunisti, gli eredi più consapevoli della prima ondata della rivoluzione proletaria, arriveranno ad unirsi. Grazie alla giusta linea i comunisti si uniscono, si trasformano per rendersi adeguati al loro compito, lottano e vincono. Invece abbracciando e persistendo in una linea sbagliata, anche i comunisti che erano già uniti si sono divisi e i partiti comunisti si sono corrotti e disgregati. Invocare l’unità “al di sopra delle divergenze”, quando queste riguardano le questioni di fondo, è o politicantismo borghese o ingenuità. Chi vuole l’unità, deve impegnarsi nella ricerca della linea giusta. La concezione comunista del mondo è il patrimonio più prezioso del movimento comunista e il suo strumento decisivo. Solo grazie a una linea politica giusta i comunisti si uniscono e uniscono gli operai e le masse popolari nella Guerra Popolare Rivoluzionaria con cui spazzeremo via la Repubblica Pontificia, faremo dell’Italia un nuovo paese socialista e daremo il nostro contributo alla nuova ondata della rivoluzione proletaria che instaurerà il socialismo in tutto il mondo.

Avanti quindi nell’assimilazione e applicazione della concezione comunista del mondo!

Avanti nella costituzione di Comitati di Partito clandestini!

Avanti nella mobilitazione e organizzazione della classe operaia e della masse popolari!

Osare lottare! Osare vincere!

 

 

La Voce n. 43
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