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La Voce 44 del (nuovo)Partito comunista italiano

Con la lanterna di Diogene

Alla ricerca della legge del valore-lavoro

Alcuni compagni, che pur si credono molto versati in dialettica, vanno cercando di riscontrare la legge del valore-lavoro nelle transazioni commerciali correnti. Secondo la dottrina marxista, il valore di scambio di una merce rispetto a un’altra, è il rapporto tra il tempo di lavoro socialmente necessario a produrre la prima (quindi in essa oggettivato) e quello oggettivato nella seconda. Quei compagni riscontrano che il rapporto tra i tempi di lavoro oggettivati in due merci, per quanto cerchino di valutarlo con scrupolo, non corrisponde neppure alla lontana al rapporto tra i prezzi a cui le due merci sono vendute, neanche se usano i prezzi medi per neutralizzare le variazioni da luogo a luogo e da un momento all’altro. Ne concludono che la legge marxista del valore-lavoro è superata.

Marx nei Grundrisse (pagg. 26-27 della Edizione Einaudi 1976) sostiene: “Il valore di scambio non può esistere che in quanto relazione astratta, unilaterale di un insieme concreto, vivente, già dato. Come categoria, il valore di scambio conduce invece un’esistenza antidiluviana. (...) Ma queste categorie semplici non hanno anche un’esistenza storica o naturale indipendente, prima delle categorie più concrete? Dipende. (...) Nella società più progredita essa [la categoria più semplice] appare come il rapporto più semplice di un’organizzazione sviluppata. (...) Le categorie semplici sono espressioni di rapporti nei quali il concreto non sviluppato può essersi realizzato, senza avere ancora posto la relazione o il rapporto più complesso che è espresso intellettualmente nella categoria più concreta; mentre il concreto più sviluppato conserva quella stessa categoria come rapporto subordinato”.

Lenin (Quaderni Filosofici, 1914) fa osservare che è impossibile capire Il capitale di Marx se non si è capito tutta La scienza della logica di Hegel. Per questo, aggiunge, a 50 anni dalla pubblicazione nessuno ancora oggi ha capito Il capitale.

Rosa Luxemburg (1870-1919), per molti anni docente di economia marxista nella scuola-quadri del Partito Socialdemocratico tedesco e autrice di L’accumulazione del capitale (1913), sosteneva che nel capitolo I di Il capitale Marx si era divertito ad ammantare la sua dottrina di gergo dialettico hegeliano: tanto poco Rosa Luxemburg aveva capito il materialismo dialettico di Marx. Rosa Luxemburg è un esempio luminoso di come capita che persino eroici rivoluzionari convinti di essere comunisti non abbiano in realtà assimilato il metodo di pensare e di operare dei comunisti, il ché spiega l’insuccesso della loro attività rivoluzionaria.

M. P.