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La Voce 46

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XVI - marzo 2014

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Bisogna imparare a pensare - Per vedere, bisogna avere occhi e cervello

 

Come si fa a trasformare la società borghese nella società comunista? La soluzione del problema è nella realtà che ci circonda, il capo da afferrare per sgrovigliare l’intera matassa è sotto i nostri occhi, la soluzione concreta di ogni problema concreto è nella stessa situazione concreta: ma bisogna scoprirla. Per vedere una cosa, non basta che la cosa ci sia: bisogna anche che noi abbiamo occhi e cervello per distinguerla dal resto, la pazienza e la capacità di cercarla fino a scoprirla. Un botanico vede in un bosco cose che un ignorante non vede. Per usare un utensile, non basta che l’utensile ci sia: bisogna anche che noi sappiamo cosa è e cosa farne. Un selvaggio che si imbattesse in una bomba a mano non saprebbe farne di più di quello che fa con un sasso. Per analizzare la composizione chimica di un oggetto, per trasformarlo sottoponendolo a un processo chimico, bisogna conoscere la chimica. Per risolvere il problema particolare, bisogna conoscere il generale. Pensare è un’arte che si impara. La costruzione del partito comunista consiste nel costituire un organismo composto di individui capaci di vedere l’utensile che abbiamo sottomano e legati tra loro da relazioni che rendono l’organismo capace di usarlo.

Le forze elettromagnetiche esistevano ben prima che gli uomini comparissero sulla Terra ma gli uomini solo dopo millenni di storia sono arrivati a capirlo. Questo ed altro potremmo citare per illustrare la situazione in cui noi comunisti ci troviamo e i compiti che ci dobbiamo assumere. I presupposti del comunismo sono nella nostra società, gli strumenti per trasformare la società sono nel nostro sistema di relazioni sociali. Ma non si impara spontaneamente a vederli. Nessuna scuola borghese e clericale lo insegna. La cultura borghese ci presenta la realtà come un insieme caotico. La cultura clericale come un insieme retto da leggi fisse. Bisogna che ci diamo lo strumento per vedere (la concezione comunista del mondo) e che impariamo a distinguere e a usare quello che nella realtà già c’è. Non è un caso che tesi comune di Silvio Berlusconi, Letizia Moratti, Luigi Berlinguer e “tutti quanti” (Processo di Bologna - Spazio europeo dell’istruzione superiore, 1999) è che nelle scuole e università non si deve insegnare a pensare, ma insegnare un mestiere. Non è un caso che la borghesia e il clero da un secolo a questa parte hanno sempre più ostacolato la comprensione scientifica della storia e della società umana: da quando essa ha mostrato la fine della loro ragion d’essere, che la loro persistenza danneggia la specie umana. Le classi dominanti hanno sempre escluso dalla conoscenza le classi oppresse: dovevano impegnare tutta la loro energia e il loro tempo a produrre quanto la società umana consumava. Oggi la loro esclusione fa a pugni con la potenza delle forze produttive. Escluderle è diventato un’impresa a cui la borghesia dedica enormi risorse: una enorme macchina di distrazione di massa, di confusione e di intossicazione è all’opera nei paesi imperialisti. Tanto maggiore quindi è lo sforzo controcorrente che chi vuole diventare comunista deve fare per imparare a pensare, per darsi i mezzi per vedere quello che nella realtà c’è e imparare a usarlo.

Per questo nel Partito comunista abbiamo inalberato le due parole d’ordine “chi non studia non può dirigere” e “chi non elabora non può dirigere”.

Queste due parole d’ordine vanno intese nel senso che “per dirigere bisogna studiare” e che “chi studia deve dirigere”; nel senso che “per dirigere bisogna elaborare” e che “chi elabora deve dirigere”. Quanto bene e con profitto un compagno studia e quanto bene elabora, lo si verifica dalla direzione che fa, anche da quanto riesce ad accendere negli altri la passione per conoscere. Non vanno intese nel senso che dobbiamo gettare fuori dai ranghi e dagli organismi dirigenti chi non studia e chi non elabora. La sinistra deve dirigere, non espellere la destra. La destra va espulsa solo se si oppone attivamente, se intralcia, se sabota o boicotta. Anche la sua capacità di dirigere e trasformare distingue la sinistra dalla destra.