La Voce 49 - Indice

La Voce 49 del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XVII marzo 2015

Le cose e i nomi delle cose

Alcuni hanno già posto a noi del nuovo PCI la domanda: ma il Governo di Blocco Popolare di cui voi auspicate e fomentate la costituzione, non è quello che SYRIZA si ripromette di fare?

Ce lo chiedono in particolare quelli che lamentano che non esiste ancora (che loro ancora non conoscono e riconoscono) un’analisi del corso delle cose imposto dalla borghesia imperialista e un piano dei comunisti per deviare l’umanità da esso. Per concludere mesti non che quindi occorre darsi a fare un’analisi e un piano e a realizzarlo, ma che quindi non resta che applaudire i BRICS che danzano sul Titanic della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti o altre analoghe condotte attendiste o addirittura contemplative.

La costituzione del GBP non sarà frutto del successo elettorale della sinistra borghese. Il GBP non è un progetto per carpire i voti delle masse popolari e formare un impotente governo di sinistra che partecipa alle gesticolazioni e ai lamenti contro il corso delle cose imposto dalla borghesia imperialista e dal suo clero.

Il nostro è un progetto di mobilitazione e organizzazione dei lavoratori delle aziende capitaliste a formare Organizzazioni Operaie (OO) e dei lavoratori delle aziende pubbliche e dei quartieri e paesi a formare Organizzazioni Popolari (OP). Per questo nel nostro piano il “lavoro operaio” è il settore decisivo del nostro lavoro di massa. Per questo è importante l’opera messa in moto dalla FIOM e da Landini, al di là delle idee e dei programmi di Landini: perché induce gli operai a organizzarsi. È un cedimento alla concezione della sinistra borghese ritenere che, stante la diffusione del lavoro precario, del lavoro a domicilio, dei lavoretti, degli ammortizzatori sociali, ecc. l’azienda capitalista ha cessato di essere in Italia come negli altri paesi imperialisti il centro organizzativo, a livello territoriale, capillare, diffuso, della rivoluzione socialista e del futuro potere che metterà l’umanità sulla strada di progresso di cui il capitalismo ha posto le premesse. Nel nostro paese non è possibile un governo alternativo a quello della borghesia imperialista e del clero, dei vertici della Repubblica Vaticana, se non vive e opera grazie all’appoggio delle masse popolari organizzate e in primo luogo degli operai organizzati.

Il Governo di Blocco Popolare è opera delle masse popolari organizzate (cioè delle OO e OP) che rendono il paese ingovernabile ai vertici della Repubblica Pontificia e in questo modo fanno ingoiare ai vertici della RP la costituzione di un governo composto da elementi di fiducia delle OO e OP, da elementi decisi a dare forma e forza di legge ai provvedimenti indicati caso per caso dalle OO e OP e che rientrano nelle Sei Misure Generali che compongono il programma del GBP.

1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).

2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.

3. Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato).

4. Eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.

5. Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.

6. Stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

Sono le masse popolari organizzate, le OO e OP, che costituiranno e imporranno il GBP. Sono loro il motore principale del Governo di Blocco popolare, non la sinistra borghese. Con il GBP, le OO e OP uniranno le loro forze e potenzieranno le loro iniziative, faranno rinascere su grande scala il movimento comunista e cambieranno il mondo instaurando il socialismo. Sarà la seconda ondata della rivoluzione proletaria.

 

Non è l’abito che fa il monaco. Questo detto di un’altra epoca, oltre quello che esplicitamente dice, implica anche che il monaco ha bisogno dell’abito. Lo uso per dire che per ragionare dobbiamo dare un nome a ogni cosa, anche a ogni proposta, ma non è il nome che fa il Governo di Blocco Popolare. Chiamiamo GBP un governo

- che ha come sue autorità pubbliche locali gli Organismi Operai (OO) costituiti in un’azienda capitalista e gli Organismi Popolari costituiti in un’azienda pubblica (OP aziendale) o in una zona d’abitazione (OP territoriale),

- che (non è composto da esponenti d’avanguardia della classe operaia, quindi non è un governo operaio, ma) è composto da esponenti della società civile e della Pubblica Amministrazione, della sinistra dei sindacati o di altre associazioni di massa, della sinistra borghese (li chiamiamo “i tre serbatoi”) che godono di prestigio e seguito tra le masse popolari organizzate: di tali personaggi nel nostro paese ne esistono realmente ancora molti, anche se il loro prestigio e il consenso di cui godono va diminuendo,

- che OO e OP fanno ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia.

Esso deve dare forma e forza di leggi nazionali ai provvedimenti che OO e OP interessate indicano e agire per conto delle OO e OP (le masse popolari organizzate) nelle relazioni con l’estero.

Chiamiamo OO ogni organismo composto da operai (dipendenti da azienda capitalista) che si occupa della continuità e della funzione produttiva e sociale della sua azienda ed esercita influenza e direzione al suo esterno, sulle masse popolari della zona. Chiamiamo OP ogni organismo costituito da lavoratori di aziende pubbliche (OP aziendale) che si occupa ognuno di far funzionare l’azienda e dare continuità alla sua funzione produttiva e al suo ruolo di centro organizzatore e dirigente delle masse popolari della zona e ogni organismo composto da membri delle masse popolari che abitano in una data zona (OP territoriale) che si occupa ognuno di una qualche attività necessaria alle masse popolari della zona e funziona ognuno come nuova autorità pubblica, forte dell’influenza che esercita sulle masse popolari, del seguito che ha, del consenso che riscuote e dell’autorità che ne deriva. OO e OP sono anch’esse già oggi una realtà nel nostro paese. È compito di noi comunisti moltiplicarle e orientarle fino a che si facciano promotrici della costituzione del GBP: questo è il nostro compito.

 

Cosa indichiamo con l’espressione “fare ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia”? Indurre in qualche modo i vertici della Repubblica Pontificia a riconoscere il GBP, costituito per iniziativa di OO e OP e composto da personaggi dei tre serbatoi che godono della fiducia di OO e OP, come governo del paese, anche se essi si ripropongono e hanno il segreto proposito di rendergli la vita impossibile e creare più rapidamente che sarà loro possibile le condizioni per rovesciarlo.

Quali sono i modi per far ingoiare il GBP ai vertici della RP? Quelli che la situazione concreta del paese consente, quelli che OO e OP riescono a creare. A differenza delle società basate su modi di produzione precapitalisti, in ogni società borghese i vertici (la borghesia) per fare i propri affari e svolgere il loro ruoli e funzioni hanno bisogno di una certa coesione sociale e che le masse popolari esercitino una serie di compiti, produttivi e altri: che le masse popolari obbediscano e collaborino. La borghesia imperialista, perfino la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti con il suo clero Cattolico Romano e con il suo Papa, sono abbastanza forti e cinici da mettere sottosopra il mondo, ma non sono abbastanza forti (il cinismo non mancherebbe) da osare far sparare sulle masse nei paesi imperialisti, la base mondiale del loro potere e del loro dominio sul mondo né tanto inesperti da credere di riuscire a mantenere a lungo il potere basandosi anche nei paesi imperialisti principalmente sulla forza. Questo vale anche per i vertici della RP. Hanno quindi bisogno che il paese funzioni, che sia governato. Se non riescono a farlo con un governo di loro gradimento (e in una grave crisi è inevitabile che anche nei vertici della RP vi siano divisioni su quale sia il governo più adatto alla situazione), se i contrasti intestini sono tali che il vertice si dilania e nessuna delle fazioni riesce a imporre un accordo di governo, se l’insofferenza verso i loro governi è abbastanza diffusa tra le masse popolari ma a loro volta le masse popolari sono invece in grado di esprimere un governo di loro fiducia, i vertici della RP (come in ogni paese borghese, la classe dominante) dovranno ricorrere a un governo purchessia che riscuote presso le masse popolari abbastanza consenso e seguito e gode presso di esse di abbastanza autorità perché il paese funzioni e a cui le classi dominanti contano di poter far fronte. In un periodo di crisi arrivano sempre momenti in cui la classe dominante perde la testa e se noi l’attacchiamo in uno di questi momenti, una prima vittoria è facile. Fare ingoiare la costituzione del GBP ai vertici della RP è quindi possibile.

Nella storia dell’epoca borghese, delle società borghesi, casi del genere sono numerosi e diversi: un colpo di mano o un’insurrezione, un’elezione straordinaria indetta dalla classe dominante per sbloccare un’impasse del suo sistema politico, una guerra persa o una catastrofe nazionale di cui le masse popolari attribuiscono la responsabilità alle classi dominanti, altri ancora.

Possiamo partire dalla Comune di Parigi (1871) e dalla stessa Rivoluzione d’Ottobre 1917 in Russia. Ricordiamo poi la situazione della Germania, dell’Austria e dell’Ungheria nel 1918-1919. Sarebbe probabilmente avvenuto in Italia nel 1917 poi ancora nel 1919-1920 se le masse popolari fossero state in grado di esprimere un governo autorevole (cioè se PSI e CGIL fossero stati abbastanza audaci da costituire un governo). Citiamo il governo Parri (1945) in Italia e i governi di Fronte Popolare (1936) in Spagna e in Francia, il governo Allende in Cile e il governo Chavez in Venezuela. Sono governi frutto della situazione rivoluzionaria intesa in senso stretto: le classi dominanti non riescono a governare con i vecchi metodi e le masse popolari non vogliono più vivere come sono costrette a vivere e dal loro interno si forma un governo composto di personaggi e gruppi che godono di vasto seguito e fiducia. Si tratta in generale di situazioni di breve durata dall’equilibrio incerto: occasioni che le forze rivoluzionarie devono cogliere al volo per instaurare il loro governo, mentre devono resistere ad ogni provocazione o tentazione di attaccare quando la sconfitta è certa. Quanto meno le forze rivoluzionarie si sono preparate a questo sbocco, tanto più difficilmente riescono a improvvisare la soluzione e cogliere al volo l’occasione, tanto meno creano esse le condizioni per la costituzione di un simile governo. In effetti ripetutamente nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria in vari paesi imperialisti situazioni di grave sbandamento nella classe dominante si sono presentate spontaneamente (cioè senza un progetto mirato a questo scopo concepito e attuato dalle forze rivoluzionarie): la questione è che le masse popolari non erano pronte a costituire un proprio governo.

 

Cosa succede dopo la costituzione di un simile governo? Che cosa facciano le classi dominanti, a grandi linee l’ho già detto. Cercano di rendere impossibile la vita al nuovo governo e di creare le condizioni per installare nuovamente un governo di loro fiducia. La questione da definire è cosa fanno le forze rivoluzionarie.

Anche qui la storia delle società borghesi offre molte esperienze su cui imparare.

È universalmente riconosciuto (vedasi le analisi di Marx e altri) che dopo l’instaurazione del suo potere, la Comune di Parigi non prese le misure economiche e politiche necessarie per unire ad essa la massa contadina della Francia e schiacciare le forze controrivoluzionarie che si erano ritirate da Parigi e si riorganizzavano attorno al governo borghese formato a Versailles.

Nel 1917 (Lenin lo ripeté varie volte negli anni successivi) i bolscevichi si trovarono nelle condizioni di riuscire a prendere il potere in Russia. Erano convinti che con le loro sole forze non sarebbero riusciti a condurre a fondo la rivoluzione socialista, ma erano anche convinti che la loro conquista del potere avrebbe dato il via in Europa alla rivoluzione socialista. Quando si resero conto che la rivoluzione socialista in Europa andava più per le lunghe di quanto loro avessero pensato, fecero l’impossibile per mantenere il potere e contribuire da quella posizione ad accelerarne lo sviluppo, superando una dopo l’altra le difficoltà che sorgevano nella posizione in cui si erano messi. E in effetti fino all’inizio degli anni ’50, quando nel Partito comunista sovietico prevalse infine la destra, diedero un grande impulso alla rivoluzione proletaria mondiale - non a caso tutte le deviazioni, di destra alla Bukharin o “di sinistra” alla Trotzki, che via via il Partito comunista sovietico dovette combattere nel suo seno, riguardavano il cosa fare stante che non si era realizzata quella rivoluzione socialista in Europa per scatenare la quale avevano preso il potere in Russia: i deviazionisti si opponevano a che la Russia desse alla rivoluzione proletaria mondiale quella spinta propulsiva di cui da spettatore melanconico Enrico Berlinguer constaterà l’esaurimento negli anni ‘70.

Saltando alle esperienze attuali, è quello che cercano di fare Chavez e i suoi eredi protagonisti della rivoluzione bolivariana in Venezuela. L’originalità della rivoluzione bolivariana consiste infatti in questo: i rivoluzionari hanno approfittato delle circostanze interne e internazionali particolari del proprio paese per prendere il potere in campo politico estromettendo l’oligarchia che sotto la tutela e nell’interesse del sistema imperialista mondiale schiacciava le masse popolari. Forti di questo primo successo, hanno nazionalizzato le risorse naturali e, facendo leva sulla rendita che ne deriva, stanno mobilitando e organizzando le masse popolari perché prendano in mano la produzione di beni e servizi (creino cioè rapporti di produzione e distribuzione socialisti rompendo con la miseria e la sottomissione al sistema imperialista mondiale) ed eliminino il predominio dell’oligarchia locale nelle relazioni della società civile dove essa domina ancora. È proprio facendo leva sulle istituzioni della società civile, in particolare sulla Chiesa Cattolica, sul sistema di informazione e sul sistema scolastico, che invece l’oligarchia sotto la direzione e per impulso della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti ha lanciato e lancia ripetutamente attacchi per riprendere il sopravvento nelle istituzioni politiche.

Da queste e da altre analoghe esperienze noi ricaviamo la lezione per noi. Dopo aver fatto ingoiare ai vertici della RP la costituzione del loro GBP, le forze rivoluzionarie devono (con le OO e OP promotrici del GBP) approfittare dell’attività del nuovo governo ed estendere e rafforzare l’organizzazione delle masse popolari, mobilitare e organizzare anche gli strati arretrati delle masse popolari che sono fino allora rimasti ai margini o esclusi dalla lotta politica (e a questo scopo sono molto importanti risultati pratici immediati soprattutto se beneficiano anche gli strati più arretrati delle masse popolari e li contrappongono alle classi dominanti - nella Russia del 1917 furono il decreto sulla terra ai contadini e il decreto sulla pace, al Governo dei Consigli di Monaco di Baviera Lenin chiedeva (aprile 1919 - Opere vol. 29 pag. 295) se aveva assegnato le case dei ricchi alle famiglie senza casa o mal alloggiate e preso altre analoghe misure a favore degli strati più poveri delle masse popolari: di contro i CLN in Italia rifiutarono di assumere i disoccupati che si presentavano ai cancelli delle fabbriche che essi governavano.(1) Devono reprimere i tentativi della classi dominanti di riorganizzarsi e di creare le condizioni della restaurazione. Devono stroncare i tentativi fatti dall’estero, con propri agenti o con mercenari locali, dalle istituzioni militari, spionistiche e politiche dei gruppi imperialisti per creare disordini tra le masse popolari e difficoltà al nuovo governo. Devono in particolare prendere saldamente in mano la Forze Armate e i mezzi di comunicazione e di formazione dell’opinione pubblica (due campi in cui le classi dominanti hanno salde radici) per impedire che le classi reazionarie, la NATO e i gruppi imperialisti dall’estero se ne servano per rovesciare il nuovo governo: lo possono fare se non cercano di corrompere ufficiali, giornalisti, intellettuali, dirigenti e docenti concedendo privilegi (su questo terreno le classi dominanti sono sempre più affidabili), ma li legano alle masse popolari organizzate (OO e OP) nei mille modi che la situazione concreta presenta. Devono fare in modo che il GBP prenda saldamente in mano la vita economica del paese (a partire dalla banche, dalle istituzioni finanziarie, dalle grandi industrie, dalle reti di distribuzione, dal commercio estero) per rilanciare l’attività produttiva, mettere al lavoro tutti i disoccupati disposti a lavorare, assicurare condizioni dignitose agli studenti, alle famiglie e ai pensionati delle masse popolari, mobilitando i giovani e le casalinghe. In sintesi, devono sviluppare con iniziativa e con creatività le proprie forze e impedire la riorganizzazione delle vecchie classi dominanti che certamente sfrutteranno ogni risorsa e ogni via per riprendere il controllo del paese.

1. Pietro Secchia e due importanti lezioni di Rosa L., in
La Voce 26 luglio 2007, www.nuovopci.it/voce/voce26/secchia.html

Nel nostro paese il centro di gran lunga maggiore della reazione è costituito dalla Corte Pontifica, dalla Curia del Vaticano, dalla rete di curie vescovili, parrocchie, ordini e congregazioni religiose, associazioni laiche e religiose di ogni genere dipendenti dalla Chiesa, dalla rete di scuole, di cliniche, ospedali e opere pie di ogni genere da essa governate. Il nuovo governo, le OO e OP, le forze rivoluzionarie devono non essere preconcettualmente ostili a istituzioni e persone che dipendono dalla Chiesa, distinguere a secondo delle attività che concretamente ognuna svolge, favorire ogni forma di legame tra ognuna di esse e le masse popolari organizzate (OO e OP), chiamare ognuna di esse a contribuire alla trasformazione del paese e a mettere le proprie ricchezze (edifici, terreni, relazioni, denaro) a disposizione delle masse popolari, assegnare compiti nelle riforme e trasformazioni che le masse popolari devono compiere, sollecitare e valorizzare il contributo che istituzioni e individui possono dare, individuare e controllare le attività e gli elementi ostili, isolarli nel loro stesso ambiente, consapevoli che è impossibile eliminarli di colpo e che altri se ne formeranno nel corso della lotta di cui la costituzione del GBP è l’inizio.

 

Le forze rivoluzionarie non nascono d’improvviso capaci di promuovere e dirigere l’opera che il GBP deve compiere. Devono darsi i mezzi della propria politica, creare le condizioni per la sua costituzione e avere un piano per dopo la sua costituzione. Nella storia della prima ondata della rivoluzione proletaria vi sono avvenimenti analoghi alla costituzione del GBP che noi promuoviamo: i governi costituiti in varie zone della Germania (in Baviera ad esempio) e della Polonia (in Slesia ad esempio) e dell’Austria, in Ungheria alla fine della prima Guerra Mondiale. Ma più istruttivi ancora sono i governi di Fronte Popolare (1936) in Spagna e Francia, e altri ancora. Tutti questi esempi confermano che è rovinoso arrivare senza un piano alla costituzione di simili governi: il partito comunista deve avere un piano realistico, almeno a grandi linee, di come promuovere le condizioni necessarie perché le masse popolari organizzate siano in grado di creare le occasioni propizie a imporre un proprio governo e di fargli poi svolgere la sua opera. È il preciso piano d’azione che abbiamo esposto e che attuiamo con fermezza strategica e flessibilità tattica.

Maria P.