La Voce 49 - Indice

La Voce 49 del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XVII marzo 2015

 

Guida per le elezioni regionali e comunali di maggio

Come usarle per promuovere la formazione di ACE/ALE e di CSN

Chi guarda alle elezioni regionali (Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Umbria, Campania e Puglia: più di un terzo degli elettori italiani) e comunali (1.075 comuni di cui 18 capoluoghi di provincia) del prossimo 31 maggio dal punto degli effetti che avranno sul sistema politico borghese italiano, ha materia di riflessione e discussione. Il sistema è bloccato da quando, col golpe bianco dell’aprile 2013, i vertici della RP rifiutarono l’esito delle elezioni di febbraio (come avevano rifiutato di riconoscere l’esito del referendum del giugno 2011 sull’acqua) e con la benedizione del nuovo capo della Corte Pontificia imposero un governo Letta-Berlusconi rapidamente sostituito dal governo Renzi-Berlusconi, più omogeneo e dinamico. I parlamentari rumoreggiano ma subiscono ogni affronto sotto il ricatto di elezioni anticipate, che spazzerebbero via gran parte dei parlamentari attuali. Il governo attua senza né ritegno né progetto il programma comune della borghesia imperialista, ma è frenato dalle divisioni che dilaniano la Corte e dalla mancanza di una maggioranza parlamentare coesa, non sfrutta né i vantaggi dell’adesione ai gruppi imperialisti franco-tedeschi né quelli dell’adesione ai gruppi imperialisti americani. Un probabile crollo della partecipazione al voto (analogo a quello delle elezioni regionali dell’Emilia-Romagna di novembre 2014) aumenterà la tensione ma probabilmente non determinerà da solo una rottura del blocco.

A noi le prossime elezioni interessano per quanto ne possiamo ricavare ai fini della creazione delle condizioni per la costituzione del Governo di Blocco Popolare. Le elezioni creeranno ottime occasioni (assemblee, comizi, trasmissioni, ecc.) per noi comunisti per fare propaganda. Come tutte le campagne elettorali, sono periodi in cui i gruppi delle stesse classi dominanti in contesa tra loro accendono nel loro interesse l’attenzione delle masse popolari per la gestione del paese: cercando di deviarla su questioni secondarie ma anche con molte denunce e promesse. Noi comunisti, anche dove non ci sono nostri candidati, dobbiamo approfittarne mobilitando le forze già disponibili per portare tra le masse popolari il nostro orientamento, per individuare in ogni ambiente e raggruppamento la sinistra, per stabilire contatti: contatti che dobbiamo sviluppare e rafforzare dopo le elezioni, spingendo ognuno a fare per la rinascita del movimento comunista quello che è già disposto a fare, il meglio che è già capace di fare e guidandolo a partecipare ad attività che ne elevino la coscienza, accrescano la sua fiducia in se stesso, nel Partito e nella causa e lo leghino più strettamente alla rinascita del movimento comunista.

Dobbiamo in ogni occasione combinare la denuncia del corso delle cose (concentrando l’attenzione sugli aspetti principali, riconducendo a questi gli aspetti secondari messi in primo piano dai candidati borghesi) con l’indicazione della prospettiva che favorisce la rivoluzione socialista: l’organizzazione delle masse popolari e l’orientamento a costituire un proprio governo d’emergenza: la linea del GBP.

Bisogna denunciare la collaborazione delle amministrazioni locali uscenti gestite dai partiti delle Larghe Intese (PD, FI e liste succursali e ausiliarie) con il governo centrale della Repubblica Pontificia e con le sue agenzie locali (prefetture, questure, comandi delle Forze Armate, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, uffici imposte, ecc.), la loro sottomissione alle direttive della Corte Pontificia, dell’Unione Europea, della NATO (basi militari NATO e USA) e della borghesia imperialista e degli speculatori a danno della popolazione.

Questo vale ancora più per le Amministrazioni gestite dalla Lega Nord. Per anni ha fatto proclami per le autonomie locali e contro la sottomissione al Governo di Roma. Nella realtà le sue Amministrazioni Locali si sono sottomesse in tutto e per tutto alle ingiunzioni dei governi della RP, della UE e hanno contribuito aggravandola alla politica delle autorità centrali di persecuzione degli immigrati e di lesione dei diritti dei lavoratori più poveri.

I gruppi che fanno capo alla sinistra borghese saranno contesi tra coalizzarsi con il Partito Democratico per conservare posizioni di potere e privilegi e presentare proprie liste. Il M5S farà denuncia su grande scala contro tutti. Bisogna approfittare di queste liste per mostrare che solo l’organizzazione autonoma delle masse popolari e la loro iniziativa contro le imposizioni del governo centrale e dell’UE tutela gli interessi delle masse popolari e per vincolare il più pubblicamente possibile i candidati a impegni precisi e verificabili, pratici. Per fare un’opera efficace, dobbiamo indicare, entrando nei dettagli quanto più ne siamo capaci (ed è un terreno su cui mobilitare esperti disponibili), quante cose è possibile fare con le forze locali se si osa rompere con l’obbedienza, la sottomissione e la rassegnazione.

Dobbiamo spiegare che in ogni zona le masse popolari, se si organizzano costituendo organismi operai (OO) in ogni azienda capitalista e organismi popolari (OP) in ogni azienda pubblica e in ogni zona d’abitazione, possono imporre Amministrazioni Locali d’Emergenza (indurre con le buone o le cattive le Amministrazioni Locali a mettere gli interessi delle masse popolari davanti agli ordini del governo) e contribuire al movimento per costituire un governo nazionale d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare. Ogni mobilitazione per fare fronte alla riduzione e al peggioramento dei servizi, alla riduzione dei posti di lavoro, alla distruzione del territorio, alla speculazione e al malgoverno, deve diventare occasione per organizzarsi, per costituire OO e OP: più stabili e solide saranno tanto meglio sarà, tanto più efficace la loro attività. Ogni zona è in grado di contribuire al movimento “cambiare il paese costituendo il GBP”. È invece un’illusione pensare di riuscire a cambiare stabilmente il corso delle cose isolatamente nella propria zona o nella propria città, mentre il paese va allo sfascio travolto dalla crisi generale del capitalismo, vittima delle manovre della borghesia imperialista e del clero che cercano di protrarre il loro dominio e i loro affari nonostante la crisi generale del capitalismo, sottomesso a ogni tipo di sfruttamento e speculazione sotto il tallone delle autorità della Repubblica Pontificia, dell’Unione Europea, della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti (FMI, NATO, ecc.).


Lega Nord e scimmiottatori del fascismo

La Lega Nord ha ormai interiorizzato il suo fallimento sul terreno del federalismo e delle autonomie locali. Di fronte al procedere della crisi generale del capitalismo è ripiegata sul razzismo contro gli immigrati e qui ha trovato un’intesa con i gruppi che scimmiottano il fascismo del secolo scorso: Casa Pound Italia e altri.

Nulla di originale. In tutti i paesi imperialisti la borghesia promuove su grande scala la mobilitazione reazionaria delle masse popolari contro gli immigrati. Il numero e la miseria degli immigrati sono destinati ad aumentare perché il loro esodo è un aspetto della crisi generale del capitalismo, della ricolonizzazione e della diffusione di guerre endemiche. Lega Nord e fascisti del XXI secolo si accodano alla borghesia imperialista e prestano il loro servizio, da ausiliari.

La Repubblica Pontificia, come tutti gli Stati imperialisti, promuove la mobilitazione reazionaria delle masse popolari direttamente, attraverso i suoi governi. Ma non è da escludere che la Lega Nord e i gruppi fascisti si ricavino una loro nicchia, per imprese criminali marginali della mobilitazione reazionaria. L’aggressione al Centro Gastone Dordoni di Cremona del 18 gennaio scorso è un caso esemplare.

Bisogna decisamente adottare verso Lega e gruppi fascisti la linea indicata nella manchette di pag. 19 di La Voce 48. Bisogna combattere nelle nostre file la tendenza a ridurre la lotta contro Lega Nord e fascisti a una guerra tra bande e l’idea che la guerra tra bande è qualcosa di positivo ma che noi non pratichiamo per debolezza o viltà. Praticano la guerra tra bande, dalla parte delle masse popolari, quelli che, o per arretratezza nella concezione o per debolezza morale (quelli che dopo lo “scontro eroico” ritornano alla vita abituale “canne, birra e sesso”, “droga, sesso e rock-and-roll”), non conducono una guerra sistematica, di prospettiva e vincente per soffocare o prevenire la mobilitazione reazionaria delle masse popolari (nell’ambito di questa guerra l’azione militante contro il singolo, il gruppo e la sede esiste, ma ha un ruolo di quart’ordine e, se si conduce la guerra, la si fa con metodo e si vince). Tenere presente che molti di questi passano facilmente da un campo all’altro, stante le affinità ideologiche di fondo. Bisogna tracciare, propagandare e praticare la linea “promuovere la mobilitazione rivoluzionaria nei terreni delle masse popolari fertili per la mobilitazione reazionaria” (in particolare “organizzare gli immigrati e la loro unità con i locali contro la borghesia e le sue autorità e istituzioni” e così prevenire la mobilitazione reazionaria).


Bisogna chiedere a ogni candidato se si impegna a fare in ogni campo gli interessi delle masse popolari (in ogni caso concreto indicare gli interessi delle masse popolari concretamente già colpiti) e valutare se il suo impegno è affidabile: cosa ha fatto finora e cosa sta facendo. Se fa capo a liste o partiti complici del governo o delle passate amministrazioni, come concilia la sua appartenenza e il suo impegno. Bisogna chiedere a ogni personaggio che gode di prestigio, consenso e seguito, di farsi promotore dell’organizzazione delle masse popolari, di sostenere l’attività delle OO e OP che già esistono mettendo a disposizione consulenze, locali, denaro, relazioni; di costituire dovunque vi è un certo numero di personaggi del genere Comitati di Salvezza Nazionale (CSN) con il compito di mobilitare le masse popolari a organizzarsi, sostenere l’attività delle OO e OP, orientarle a coordinarsi tra loro a livello locale e nazionale per costituire il GBP.

Bisogna sostenere solo i candidati che danno affidamento di impegnarsi a promuovere ACE e ALE, di promuovere la creazione di CSN, di assumere il ruolo di CSN: sostenerli con impegni precisi su cui faremo leva dopo le elezioni.

 

Cosa possono fare le Amministrazioni Locali d’Emergenza?

Davanti a ogni ordine di riduzione di servizi implicito nel taglio dei finanziamenti, l’Amministrazione Comunale

- può e deve mettere in atto direttamente forme di protesta, opposizione e ostruzionismo (boicottaggio, sabotaggio e ritardo) dell’esecuzione delle disposizioni governative,

- può e deve far marciare a ogni costo i servizi facendo debiti, procrastinando pagamenti, emettendo propria moneta a corso locale (buoni),

- può e deve mobilitare e organizzare, servendosi anche delle risorse, del prestigio e delle relazioni dell’amministrazione comunale, la popolazione (a partire dalla parte della popolazione che sarebbe direttamente colpita dalla riduzione o dal peggioramento dei servizi, ma promuovendo la più ampia solidarietà facendo leva anche sui legami di vicinato e sul campanilismo):

a protestare contro le autorità governative per la misura,

a non pagare le tasse o ritardare il pagamento,

a pagare le tasse direttamente all’amministrazione comunale che rilascerà ricevute e provvederà alla protezione contro eventuali contromisure governative.

Un’Amministrazione Comunale può e deve

- aprire nuovi cantieri di servizi pubblici e di produzione di beni e servizi usando le risorse del Comune ed emettendo moneta a corso locale,

- coordinarsi con altre Amministrazioni Comunali per raggiungere i risultati indicati unendo le forze,

- promuovere coordinamenti e intese per costituire un governo nazionale d’emergenza.

Fare a livello dell’intero paese denuncia della condotta del governo e propagandare la propria attività per promuovere analoghe iniziative da parte di altre AC e prevenire o neutralizzare la diffamazione e l’intossicazione messe in atto dal governo e dai suoi sostenitori.

Le piccole misure, isolate l’una dall’altra, servono a poco o a nulla. Invece ogni genere di misura è utile se sono tutte usate, in sinergia e in concatenazione, per sostenere la grande impresa di costituire il GBP.

L’Amministrazione Statale, in particolare i suoi organi periferici e locali (prefetture, questure e commissariati, comandi delle Forze Armate, dei CC e della Guardia di Finanza, uffici delle imposte, ecc.) funziona grazie a una infinità di prestazioni e adempimenti delle Amministrazioni Locali. Quindi queste hanno in mano mille forme di pressione, che devono mettere in atto.

Consiglieri, sindaci ed esperti volonterosi che conoscono le cose mille volte meglio di noi certamente troveranno altre vie di lotta, noi con loro potremo farle conoscere e generalizzare. Come potremo coalizzare tra loro le ACE e ALE per contrastare con efficacia maggiore le restrizioni e imposizioni governative e rafforzare e moltiplicare le OO e OP e sostenerle nelle loro “mille iniziative di base”.

Le Amministrazioni Locali, i sindaci, i consiglieri possono dare un importante contributo al compito politico del momento: trasformare l’opposizione delle masse popolari in una forza politica, darle coscienza e organizzazione perché senza coscienza e organizzazione l’opposizione e il risentimento contro il governo che si esprimono nell’astensione dal voto e nella partecipazione alle manifestazioni di protesta, non sono ancora una forza politica, non sono una forza capace di prendere il potere e governare, esprimere un proprio governo d’emergenza del paese. Sempre meno i vertici della Repubblica Pontificia si reggono grazie al loro prestigio e al consenso che riscuotono: sempre più si reggono grazie alla disorganizzazione delle masse popolari, all’opera di diversione e intossicazione che la borghesia e il clero conducono tra le masse popolari. Non a caso ricorrono su scala crescente alla repressione per impedire la crescita di coscienza e organizzazione.

Nonostante la forza di questo sistema di diversione, di intossicazione e di repressione, una parte crescente delle masse popolari è contro la Repubblica Pontificia. Il compito politico del momento consiste nel trasformare l’opposizione delle masse popolari in una forza politica.

Disobbedire al governo centrale deve diventare un impegno per gli amministratori locali. Bisogna boicottare nelle elezioni i partiti che non impegnano i loro candidati a boicottare le misure antipopolari del governo centrale. La disobbedienza al governo centrale non è né uno sport né una virtù: è una linea da seguire in ogni caso e circostanza in cui il governo centrale chiede e ha bisogno della collaborazione delle Amministrazioni Locali per attuare le sue misure antipopolari.

Una Amministrazione Locale non deve considerare la legge come un ostacolo insormontabile. Quello che ha materialmente i mezzi per farlo, deve farlo: che sia poi il governo a doverle correre dietro con diffide, denunce, commissariamenti.

I sindaci e gli amministratori locali spesso agitano il commissariamento come deterrente per impegnarsi in attività a favore delle masse popolari. Certo, il governo di Roma può nominare commissari governativi al posto degli amministratori locali. Ma più ne nominerà, maggiori saranno i guai in cui si caccerà. Ogni amministratore dovrà far faccia alle masse popolari che l’amministrazione esautorata avrà mobilitato e spinto a organizzarsi. I sacrifici a cui i commissari governativi costringeranno parti crescenti della popolazione, si tradurranno in mobilitazione contro il governo dei vertici della Repubblica Pontificia, renderanno sempre più difficile il governo del paese. La nomina di commissari non deve essere uno spauracchio per le Amministrazioni Locali. In realtà nominando commissari il governo si dà la zappa sui piedi.

 

Quello che diciamo per gli esponenti delle Amministrazioni Locali e per i consiglieri, vale tanto più per i deputati e senatori, per i deputati europei del M5S e dei gruppi della sinistra borghese che non si rassegnano a servire la borghesia imperialista e il clero. Il M5S ha perso seguito e voti alle elezioni europee di maggio 2014 perché dopo le elezioni politiche di febbraio 2013 i suoi parlamentari hanno perso tempo e disperso forze in manovre inutili per le masse popolari, perché le Amministrazioni Comunali M5S anziché diventare Amministrazioni Locali d’Emergenza, sono restate semplici appendici locali del governo dei vertici della RP: il sindaco di Parma, Pizzarotti, lo ha perfino proclamato: “non posso farci niente”.

Non è con proposte e manovre nel Parlamento di Roma o nel Parlamento Europeo che combineranno qualcosa di positivo per le masse popolari. Non fa alcuna differenza con chi si accordano. Quelli del M5S che si affannano a trovare una qualche alleanza per ripetere nelle commissioni del Parlamento Europeo quello che hanno fatto nel Parlamento Italiano o sono opportunisti inveterati o sono ingenui. Il Parlamento Europeo conta ancora meno del Parlamento Italiano. Le loro proposte e i loro maneggi nel Parlamento Europeo, per le masse popolari valgono ancora meno delle proposte e dei maneggi che fanno nel Parlamento Italiano. Se si ostinano su questa strada, perderanno definitivamente e giustamente la fiducia che una parte delle masse popolari ha accordato al M5S nelle elezioni politiche del 2013. Faranno la fine dell’IdV (Italia dei Valori) di Di Pietro o peggio ancora.

Gli eletti nella lista del M5S al Parlamento Europeo come gli eletti al Parlamento Italiano e gli amministratori e consiglieri comunali e regionali possono valorizzare il credito che hanno avuto e quindi far crescere anche la fiducia delle masse popolari in loro, se le immunità e le risorse di cui godono le impiegano contro le forze della repressione che i vertici della RP su scala sempre più larga scatenano contro le masse popolari; se le forze e le risorse che hanno avuto le impiegano per creare e rafforzare l’unica reale via d’uscita delle masse popolari dal marasma creato dalla crisi generale del capitalismo; se le impiegano per promuovere la mobilitazione e l’organizzazione delle masse popolari, per moltiplicare il numero delle organizzazioni operaie e popolari (OO e OP), per elevare la forza e sviluppare il coordinamento delle OO e OP, per far prevalere tra le OO e OP l’orientamento a costituire un proprio governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare.

Questa è per le masse popolari la sola via d’uscita dalla crisi generale del capitalismo, la sola via per evitare la catastrofe di miseria e di sangue in cui le affoga la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. La borghesia imperialista e il suo clero cercano di conservare ad ogni costo i loro privilegi e il loro sistema di relazioni sociali e internazionali. La guerra che il governo fascista che la CI ha installato a Kiev conduce in Ucraina contro le masse popolari, il colpo di Stato strisciante che la CI fomenta da quasi quattro mesi a questa parte in Venezuela contro la rivoluzione bolivariana, la devastazione che ha già causato in Siria, in Libia, in Iraq, nell’Africa del Nord e in molti altri paesi, mostrano dove portano le manovre della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti. Questa congrega di criminali e di assassini porta il mondo verso una nuova guerra mondiale se non è fermata in tempo da una nuova ondata della rivoluzione proletaria che instaura il socialismo nei paesi imperialisti.

Oggi gli eletti nella lista del M5S e delle liste della sinistra borghese come tutte le persone che hanno seguito e prestigio tra le masse popolari possono svolgere un ruolo di grande importanza, storico. Possono e devono usare le forze e le risorse di cui dispongono, le conoscenze, il prestigio, le relazioni e il denaro che hanno per chiamare le masse popolari a mobilitarsi e organizzarsi e sostenere le organizzazioni operaie e popolari (OO e OP) che si formano perché diventino le nuove autorità pubbliche di cui le masse popolari hanno bisogno. Devono costituirsi a livello locale o a livello nazionale in Comitati di Salvezza Nazionale che chiamano le masse popolari a mobiliarsi e organizzarsi perché sorgano numerose le organizzazioni operaie e popolari che agiscono come nuove autorità locali, difendono le aziende che i padroni vogliono chiudere, delocalizzare o ridurre, danno il via ai lavori di manutenzione del patrimonio edilizio e delle opere pubbliche, pongono fine alla grandi opere frutto della speculazione, avviano ovunque i lavori necessari a salvaguardare il territorio, sviluppano le produzioni necessarie e pongono fine a quelle inutili o dannose, si occupano seriamente della lotta contro l’inquinamento, assegnano le case vuote a che ne ha bisogno, impediscono gli sfratti e il taglio dei servizi, la chiusura di ospedali, ambulatori e scuole, prendono i provvedimenti necessari affinché ogni adulto abbia un lavoro dignitoso e ogni persona abbia quanto necessario per vivere. Le masse popolari organizzate possono fare tutto questo se le OO e le OP si coalizzano e coordinano fino a rendere il paese ingovernabile ai governi emanazione dei vertici della RP e costituire un Governo di Blocco Popolare.


Contrariamente a quanto hanno cercato di far credere con la campagna di intossicazione fatta dopo le elezioni europee del maggio 2014, queste elezioni non hanno rafforzato Renzi e la sua cricca. Al contrario hanno mostrato che il loro prestigio e il loro seguito presso le masse popolari sono minori di quelli di cui godeva la banda Berlusconi, perché il prestigio e il seguito dei vertici della Repubblica Pontificia sono diminuiti e continueranno a diminuire. Le masse popolari hanno sempre più bisogno di un centro di direzione che trasformi la loro opposizione ai vertici della Repubblica Pontificia in una forza politica. Questa è stata la lezione delle elezioni europee del 2014. Questa sarà anche la lezione delle elezioni amministrative per prossimo maggio.

Vera Z.