La Voce 49 - Indice

La Voce 49 del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XVII marzo 2015

Intervista del Segretario Nazionale del Partito dei CARC

Il P.CARC si prepara a celebrare il suo IV Congresso. Con questo congresso il P.CARC si propone di assumere il ruolo di promotore della costituzione del Governo di Blocco Popolare. Si pone quindi sia ai membri del nuovo PCI sia ai membri del P.CARC il compito dividere e combinare meglio di quanto fatto finora il ruolo e il compito delle due organizzazioni. Dovremo farlo con spirito sperimentale e con serenità, sperimentando guidati dalla concezione comunista del mondo e imparando. Il CC del nPCI saluta e sostiene la decisione a cui il P.CARC si prepara e si propone di imparare dal lavoro che il P.CARC condurrà. È in questo spirito che redazione di La Voce ha intervistato il SN del P.CARC che ci ha rilasciato l’intervista che qui appresso pubblichiamo.


1. Il Partito dei CARC si avvia al suo IV Congresso: puoi spiegare ai nostri lettori perché vi ponete l’obiettivo di diventare il Partito del GBP? Che significato ha questo passaggio?

Per rispondere alla domanda e far capire qual è la questione decisiva che la situazione pone al mio Partito, devo una fare una breve ricostruzione del nostro percorso storico degli ultimi 10 anni.

Nel 2005 i CARC si sono costituiti in partito, assumendo come compito principale il lavoro sul secondo fronte del Piano Generale di Lavoro (PGL) del (n)PCI: promuovere, dirigere e organizzare la mobilitazione delle masse popolari a intervenire nella lotta politica borghese (elezioni e referendum, assemblee elettive, istituzioni, campagne d’opinione, mobilitazioni e scioperi nazionali, ecc.). Ci siamo posti il compito di promuovere l’irruzione dei comunisti nel “teatrino della politica borghese” per favorire l'accumulazione di forze rivoluzionarie, per far emergere l’incompatibilità esistente tra gli interessi delle masse popolari e gli interessi della borghesia in ogni campo e in ogni aspetto della vita delle masse popolari, per acuire e sfruttare le contraddizioni tra i gruppi e le forze della borghesia imperialista: in sintesi per sviluppare la via della mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari che trasformerà la società capitalista in società socialista. Avevamo ben chiaro che per noi questa attività aveva senso solo se era collegata e inserita nella strategia della Guerra Popolare Rivoluzionaria (GPRdiLD) che il (n)PCI conduce per fare dell’Italia un nuovo paese socialista: senza l’attività del (n)PCI e il nostro legame con essa, nonostante le nostre buone intenzioni la nostra attività si sarebbe ridotta a elettoralismo (scimmiottare i partiti della sinistra borghese o fare la loro ala sinistra) o a movimentismo (agitarsi senza obiettivo generale).

La svolta storica del 2008 dovuta all’entrata della crisi generale del capitalismo nella fase acuta e terminale ha portato il (n)PCI a modificare il suo piano tattico, sulla base della considerazione che la crisi era entrata nella sua fase acuta e terminale prima che il movimento comunista (e il Partito comunista) avesse raggiunto un certo grado di consolidamento e rafforzamento e che la nuova situazione aveva in parte modificato le condizioni in cui si svolge la prima fase della GPRdiLD. Sulla base di queste valutazioni il (n)PCI ha lanciato la linea della costituzione del Governo di Blocco Popolare (GBP), un governo d’emergenza formato dalle organizzazioni operaie e popolari (OO e OP), che gode della loro fiducia e opera grazie al loro sostegno e assieme fanno fronte agli effetti più gravi della crisi in coerenza con il programma riassunto nelle Sei Misure Generali. Con questo cambiamento del piano tattico il (n)PCI aveva dimostrato ancora una volta cosa significa adottare il materialismo-dialettico (la scienza dei comunisti) nell’analisi delle condizioni e delle forme della lotta di classe del nostro paese e a livello internazionale: fermi nella strategia e flessibili nella tattica.

Il P.CARC nel suo II Congresso (2009) ha riconosciuto e fatto propria questa svolta nel piano tattico e ha iniziato a lavorare a creare le condizioni (le famose 3+1 condizioni) per la costituzione del GBP. Questa svolta è stata caratterizzata anche da una Lotta ideologica attiva al nostro interno (la terza LIA) e ha segnato una tappa del nostro passaggio da FSRS a organizzazione di comunisti che lavora per sviluppare il legame con le OO e OP per la costituzione del GBP e lavora sugli esponenti della seconda gamba perché costituiscano Comitati di Salvezza Nazionale (CSN).

Alla fine del 2012, nel periodo del primo governo illegale e illegittimo (Monti), abbiamo tenuto il III Congresso. Questo è stato un’importante tappa per la comprensione del percorso sperimentale che dovevamo compiere per sviluppare il lavoro sulle 3+1 condizioni per la costituzione del GBP, ACE-ALE e CSN e superare l’adesione identitaria al comunismo. Qualche mese dopo (febbraio 2013) ci furono le elezioni politiche e noi sostenemmo il M5S, con grande scandalo e accuse da destra a sinistra (“sostenitori dei reazionari”, “populisti”, ecc.). Lo facemmo perché era la lista che poteva disturbare la “copertura parlamentare” di qualsiasi governo dei vertici della RP e perché il successo del M5S avrebbe avuto ripercussioni positive sulle mobilitazioni delle masse popolari in tutto il paese. Non ci aspettavamo che il M5S con la sua presenza in Parlamento potesse condizionare in senso favorevole alle masse popolari l’azione del futuro governo e in questo modo invertire o quanto meno arrestare il corso rovinoso delle cose. In effetti il successo elettorale del M5S ha creato scompiglio nei vertici della RP, tanto che sono dovuti ricorrere al golpe bianco in tre atti: il rifiuto di affidare a Bersani (capo del partito di maggioranza) l’incarico di formare il governo, l’imposizione di Letta a capo del nuovo governo e infine il prolungamento del mandato a Napolitano. Con il governo Renzi i vertici della RP stanno procedendo a marcia forzata nell’esautorare il Parlamento (il governo va avanti a colpi di decreti legge e “voti di fiducia”), nell’eliminare il Senato, nel ricorrere a ricatti, minacce e corruzione per far passare il programma della borghesia imperialista. Quello che dovevamo fare noi comunisti con l’irruzione nel teatrino della politica borghese (smantellare la funzione antipopolare, mistificatoria e ottundente del teatrino) l’ha compiuto la borghesia stessa e il M5S vi ha contribuito in un modo suo particolare. Nei vertici della Repubblica Pontificia i rapporti regolati da leggi e norme pubblicamente accettate sono sempre più sostituiti dal dominio di un pugno di esponenti del capitale finanziario che stravolge le prassi vigenti. Effetto e conferma eclatante di questo è stato fatto il crollo della partecipazione al voto alle ultime elezioni regionali nella “ricca” Emilia Romagna (patria del PD) dove ha votato solo il 37,7% degli elettori: è stata forse la manifestazione più evidente che il teatrino della politica borghese sta saltando. Vedremo ora le prossime elezioni regionali.

La crescita dell’indignazione e del distacco delle masse popolari dalla borghesia e dalle sue istituzioni e lo sviluppo di un articolato movimento di resistenza popolare alla crisi sono due fattori che mettono in evidenza che è possibile e necessario costruire un governo alternativo e antagonista ai vertici della RP, il GBP appunto.

Con la trasformazione che mettiamo in corso con il nostro IV Congresso, il P.CARC promuoverà la costituzione del GBP: la creazione delle 3 + 1 condizioni con al centro la formazione di OO e OP come Nuove Autorità Pubbliche (NAP), organismi le cui direttive sono accolte ed eseguite dalle masse popolari e il concorso di Amministrazioni Locali di Emergenza (ALE) e di CSN a livello nazionale e locali; svilupperà ad un livello superiore la propaganda per il socialismo e il comunismo; valorizzerà meglio le lotte rivendicative di ogni genere principalmente come strumento per creare OO e OP come NAP, come strumento per coinvolgere anche la parte più arretrata delle masse popolari e come contesto in cui fare scuola di comunismo.

2. I CARC hanno vissuto quattro tappe (trasformazioni) nel corso della loro esistenza: il lancio nel 1992 (Convegno di Viareggio) il lavoro per la creazione delle condizioni per la ricostruzione del partito comunista; la prima LIA nel 1997 che aveva al centro la lotta tra avanzare verso la costruzione del Partito comunista o scivolare nella deriva di destra: economicismo e fare l’ala sinistra della sinistra borghese; la seconda LIA nel 1999 che aveva al centro lo sviluppo della teoria rivoluzionaria (MP) e il sostegno alla politica del (n)PCI contro la deriva “di sinistra” (movimentismo e soggettivismo); infine, dopo la fondazione nel 2004 del (n)PCI, la trasformazione dei CARC in partito del secondo fronte del PGL (promozione dell’irruzione delle masse popolari nel “teatrino della politica borghese”) di cui hai parlato. Puoi entrare più in dettaglio sul senso di questo nuovo passaggio e sulle difficoltà che esso comporta per il P.CARC? I dirigenti e militanti del P.CARC sono al passo con queste continue svolte e trasformazioni o esse restano sulla carta venendo poco assimilate e non diventando guida per l’azione?

I comunisti sono i costruttori di un nuovo sistema sociale, il comunismo. Sono tali in quanto promotori della lotta di classe contro il vecchio sistema sociale della borghesia e del clero per costruire la rivoluzione socialista (la rivoluzione socialista non scoppia ma si costruisce) e per essere tali devono trasformarsi (essere non solo soggetto, ma anche oggetto della rivoluzione socialista). Questo significa che la trasformazione rivoluzionaria deve investire loro per primi. Non basta che ogni comunista dia il meglio che può dare fermi restando quello che è per la formazione che ha ricevuto dall’ambiente in cui è cresciuto e le condizioni in cui si trova: come era nella concezione e in parte anche nella pratica del primo movimento comunista, nell’ambito del marxismo-leninismo. In generale la pratica era più avanzata della concezione, ma l’arretratezza della concezione impedì di “spingere sempre in avanti la lotta di classe” e rese possibile l’emergere di dirigenti di destra nonostante l’eroica dedizione alla causa della massa dei membri del Partito. Grazie al marxismo-leninismo-maoismo abbiamo capito che chi aderisce al Partito deve essere disposto a trasformare la propria concezione e mentalità e in una certa misura anche la sua personalità e seguire sotto la direzione del Partito un processo di Riforma Morale e Intellettuale (RMI) finalizzata all’assolvimento dei compiti posti dal collettivo e dal Partito. E questo tanto più quanto maggiore è la responsabilità che si occupa nella gerarchia del Partito, perché proprio per la funzione che devono svolgere i dirigenti sono i più esposti all’influenza della borghesia, tentati di “adottare i metodi di direzionedelle classi dominanti. Comunisti non si nasce o non lo si può essere al modo dei dogmatici e degli identitari, con la scissione tra teoria e pratica. Comunisti si diventa solo grazie ad uno sforzo che chi vuole diventare comunista deve compiere e a un costante processo di trasformazione morale e intellettuale che il Partito fa vivere a ogni persona disposta a diventare comunista. Ogni comunista si distingue dal resto delle masse popolari perché compie con coscienza questo sforzo, affidandosi alla scuola del Partito. La lotta tra le due linee (sinistra e destra) nel partito deve essere continua, per far avanzare il processo rivoluzionario. Essa è la manifestazione concreta nel Partito della lotta tra le due vie (mobilitazione rivoluzionaria o mobilitazione reazionaria delle masse) per far fronte alla crisi generale del capitalismo e avanzare nella costruzione della rivoluzione socialista e della lotta tra le due classi (proletariato o borghesia) per la direzione del paese. Il materialismo dialettico ci insegna che di fronte a ogni passo e a ogni trasformazione, emergono sempre due linee (tutte le tendenze e tutte le particolari linee si raggruppano in due linee principali contrapposte): una che porta in avanti e serve alla causa del comunismo, l’altra che porta indietro e serve alla borghesia imperialista e al clero. Quindi vi è sempre una sinistra, una destra e un centro. Nella realtà, vengono avanzate cento linee, ma se studiamo bene la sinergia e la concatenazione delle cose vediamo a quale dei due soli corsi possibili (capitalismo o comunismo) ogni singola linea proposta appartiene.

Nel corso di questa lotta tra le due linee, in particolare nel corso della LIA avviata alla fine del 2013, abbiamo compreso che per assimilare e praticare la scienza della rivoluzione socialista i comunisti del nostro paese devono compiere una trasformazione particolare, la RMI di cui parla Gramsci, per il superare le due tare che limitano lo sviluppo della lotta di classe nel nostro paese: l’economicismo (sostituire la lotta rivoluzionaria con la lotta per i miglioramenti economici delle masse popolari: rimanere sul terreno delle lotte rivendicative anziché usarle per sviluppare la lotta politica rivoluzionaria) e il riformismo (sostituire la lotta rivoluzionaria con la lotta per maggiori diritti civili e politici per le masse popolari nell’ambito della democrazia borghese, ridurre l’attività del partito all’attività nel Parlamento e nelle istituzioni, a fare da “sponda politica”, sponda nelle istituzioni della democrazia borghese: cretinismo parlamentare, legalitarismo borghese). Queste due tare, frutto dell’influenza al nostro interno e all’interno del movimento comunista della concezione impersonata dalla sinistra borghese, sono all’origine delle tendenze antipartito e anticomuniste che dobbiamo superare: estremiste “di sinistra” (soggettivismo, lotta, lotta, ribellismo e liberalismo) e opportuniste di destra (codismo, individualismo, familismo, localismo).

Quindi non solo non dobbiamo avere paura della lotta di classe ma dobbiamo promuoverla con più vigore al nostro interno e all’esterno. Su questo aspetto si evidenziano i primi problemi nel nostro Partito e in generale nel movimento comunista. La paura di promuovere e sviluppare ad ogni livello e in ogni ambiente la lotta di classe e la lotta tra le due linee è radicata anche nel nostro interno. Dobbiamo scardinarla per andare più a fondo nella trasformazione (la RMI) che noi comunisti dobbiamo compiere per essere all’altezza dei compiti che la situazione ci pone.

Abbiamo stabilito che per noi comunisti occorre ed è urgente avviare la riforma morale (trasformazione dell’insieme dei principi generali che guidano il nostro comportamento e le nostre relazioni e delle modalità della loro applicazione, della pratica) e intellettuale (assimilazione della concezione comunista del mondo per trasformare concezione e mentalità, elevazione del livello culturale) per affrontare con scienza (concezione comunista del mondo) e coscienza (assimilazione e applicazione della concezione comunista) il processo di costruzione della rivoluzione socialista nel nostro paese. Non sono le masse che sono arretrate. Sono i comunisti che devono elevarsi per essere all’altezza dei compiti che la situazione pone loro. Una RMI che mette al centro la lotta contro la concezione borghese e clericale, contro l’individualismo e il familismo, contro l’economicismo e il movimentismo per affermare la scienza comunista.

La RMI è fondamentale anche per trasformarci nel Partito che, guidato dalla concezione comunista e applicando la linea di massa, sviluppa, valorizza e dà sbocco politico a ogni organismo e ogni individuo, a ogni mobilitazione spontanea delle masse popolari (protesta, vertenza, rivendicazione e campagna politica); indica una linea costruttiva e positiva per affrontare gli effetti della crisi economica, politica, culturale e ambientale (difendere e conquistare un lavoro utile e dignitoso e condizioni di vita dignitose per tutti); sviluppa la nuova governabilità delle OO e OP che agiscono da Nuove Autorità Pubbliche; sviluppa e diffonde la comprensione scientifica della realtà ed educa a sentimenti e relazioni di collaborazione e solidarietà tra le masse popolari e tra i popoli di tutto il mondo. Dobbiamo diventare un partito che interviene sulle OO e OP esistenti per rafforzarle sul piano ideologico e organizzativo, per spingerle al coordinamento tra di loro, a essere NAP, a sviluppare l’unità di azione e la solidarietà proletaria; che interviene sulle masse popolari ancora non organizzate affinché costituiscano nuove OO e OP che si collegano a quelle esistenti; che fa confluire queste attività nello sviluppo delle 3+1 condizioni per il GBP e nella raccolta e reclutamento della parte più avanzata. Un partito che interviene sugli esponenti dei tre serbatoi affinché si mettano al servizio delle NAP costituite dalle OO e OP, diano vita a CSN (a livello nazionale e locale), si mettano a disposizione delle OO e OP come sostenitori ed esponenti del GBP.

Un altro aspetto è che dobbiamo migliorare la comprensione, nelle nostre file e fuori, di cosa è il GBP (cosa intendiamo per GBP). Oggi non è ancora chiaro nelle nostre file e tanto meno fuori, in cosa il GBP (istituzione che per ora esiste solo come obiettivo, come parola d’ordine, ecc., quindi una cosa che in una certa misura “ognuno intende come vuole”, anche per assonanza, per pregiudizio, per adattamento al senso comune, ecc.) si distingue

- non solo da un governo transitorio (un governo che non sarebbe ancora dittatura del proletariato ma porrebbe già rimedio agli effetti nefasti che la crisi del capitalismo produce sulle masse popolari: una istituzione immaginaria e campata in aria, senza gambe perché chi lancia questa parola d’ordine non indica né la natura né i mezzi con cui attuerebbe il suo programma: è quello che propongono i trotzkisti (PCL e altri) con il nome di “governo operaio”, per cercare di sedurre le masse popolari con una parola d’ordine che secondo la loro visione è meno “indigesta” di quella della dittatura del proletariato);

- non solo da un governo tipo Tsipras (un governo elettorale e velleitario a cui aspira la sinistra borghese che pretende di eliminare i mali del capitalismo con l’approvazione della Comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti - lo vediamo bene in questi giorni cosa significa per governo di sinistra sottostare con il “cappio al collo” alla Troika, come ha detto lo stesso Tsipras);

- ma anche dai governi di Fronte Popolare degli anni ’30 del secolo scorso (quando la costituzione del Fronte Popolare e le elezioni erano effettivamente servite a far ingoiare alla borghesia e al clero la costituzione di governi dediti a dare forma e forza di leggi a misure che le masse popolari volevano e di cui avevano bisogno, ma che fallirono perché i partiti comunisti li avevano promossi senza un piano e i mezzi per far fronte alla immancabile controrivoluzione e andare oltre il Fronte Popolare quando il corso della lotta di classe lo avrebbe reso necessario - al contrario, “tutto attraverso il Fronte” fu la parola d’ordine del PCF e il PCE ebbe una condotta oscillante, come ben descritto nell’opera La guerra di Spagna, il PCE e l’Internazionale Comunista: arrivò addirittura a sciogliere il V Reggimento e le altre forze armate dirette dai comunisti che erano le forze armate d’avanguardia della Repubblica).

La costituzione del GBP è l’obiettivo generale, unificante di questo periodo, raggiungibile perché la sua costituzione implica anche la creazione dei mezzi (le OO e OP come NAP) per attuare la sua politica, per far fronte efficacemente all’opposizione, al sabotaggio, alle pressioni e ai ricatti dei vertici della Repubblica Pontificia e della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti e quindi per andare oltre.

Sarà una lotta e una scuola: una lotta che insegnerà alle masse popolari che, per non essere travolte dalla crisi del capitalismo e non essere usate dalla Comunità Internazionale per le sue guerre, bisogna andare fino in fondo (abolire completamente la proprietà privata delle grandi aziende e togliere ai borghesi ogni libertà, instaurare la dittatura del proletariato e un’economia pianificata); una scuola, attraverso cui le masse popolari impareranno a dirigere il paese, a diventare nuova classe dirigente di un paese nuovo, di un paese socialista.

3. Come intendete procedere per trattare questi problemi di comprensione e di mobilitazione morale e intellettuale nel P.CARC?

Con il lavoro congressuale e il Congresso stesso vogliamo avanzare nella comprensione, assimilazione e applicazione della linea del GBP e del suo legame con la strategia della GPRdiLD. Intendiamo

- promuovere sistematicamente l’apprendimento, l’assimilazione e l’applicazione della concezione comunista del mondo di contro alle concezioni clericale e borghese, sia al nostro interno (superamento dell’adesione identitaria al comunismo) sia all’esterno (conquistare alla concezione comunista del mondo i membri più avanzati delle organizzazioni operaie e popolari);

- distinguere e combinare la creazione delle condizioni per la costituzione del GBP con la lotta per la rivoluzione socialista (GPRdiLD) condotta dal (n)PCI;

- mettere al centro del nostro lavoro il lavoro operaio, il rapporto con le OO delle aziende capitaliste e con le OP delle aziende pubbliche come Nuove Autorità Pubbliche (NAP) e la costituzione di nuove OO e OP;

- sviluppare l’unità d’azione anche con organismi e individui che sono per le NAP, le ACE/ALE, il CSN e il GBP, ma sono contrarie al socialismo.

Nel corso del 2014 con la LIA e la lotta tra le due linee condotte nel Partito abbiamo creato le condizioni morali e intellettuali per questo ulteriore passaggio. Ora si tratta di avanzare e sperimentare, con serenità e lungimiranza.

4. Dici “distinguere e combinare la creazione delle condizioni per la costituzione del GBP con la lotta per la rivoluzione socialista (GPRdiLD) condotta dal (n)PCI”. Non pensi che discorsi di questo tipo sono alla base della confusione tra (n)PCI e P.CARC? Molti pensano, alcuni lo dicono e altri lo fanno intendere, che il P.CARC è l’articolazione pubblica del (n)PCI. Noi del (n)PCI sappiamo che non è così, ma questa confusione persiste. Qual è la tua opinione sulla questione?

Per rispondere alla domanda dobbiamo considerare due aspetti.

- Il primo è che il P.CARC ha sempre apertamente riconosciuto, anche nello Statuto, che la carovana del (n)PCI, della quale ha sempre fatto parte e a cui ha dato il suo contributo, è la maggiore e la migliore concentrazione del movimento comunista che esiste nel nostro paese. Riconosce che la concezione, la linea, i metodi e i criteri che hanno guidato la costruzione del (n)PCI sono fondamentalmente giusti, relativamente giusti. Il P.CARC riconosce e fa propria, tenendo conto delle sue caratteristiche e del suo ruolo, l’analisi e la linea indicate dal (n)PCI nel Manifesto-Programma, riconosce che il (n)PCI è il Partito comunista che ha elaborato e conduce la strategia della GPRdiLD per fare la rivoluzione socialista in un paese imperialista come il nostro e conduce la sua azione dalla clandestinità, come i lettori di La Voce ben sanno. Sappiamo che per il (n)PCI il compito politico immediato è l’instaurazione del socialismo, mentre la costituzione del GBP è strumento di questo percorso e non necessariamente l’unico possibile. Il (n)PCI tiene conto che due sono le vie possibili: mobilitazione rivoluzionaria e mobilitazione reazionaria, quindi anche l’instaurazione del socialismo passando attraverso la guerra imperialista.

Per il P.CARC, invece, il GBP è l’obiettivo immediato e il socialismo l’obiettivo storico, finale. Il P.CARC è un non clandestino di comunisti. Utilizza quanto resta degli spazi di agibilità politica conquistati dalla classe operaia e dal suo vecchio partito comunista con la Resistenza, per promuovere l’orientamento comunista delle masse popolari, la loro mobilitazione e partecipazione all’attività politica rivoluzionaria, alla lotta per la costituzione del GBP come strada concreta per avanzare nella lotta per fare dell’Italia un paese socialista

- Il secondo aspetto è che instaurare il socialismo in un paese imperialista è l’impresa più grande che l’umanità deve compiere ed è un’impresa nuova mai realizzata dall’umanità. Un’impresa che i comunisti devono condurre tenendo conto della scienza elaborata dal movimento comunista, del bilancio del movimento comunista italiano e internazionale e procedendo in maniera sperimentale in diversi campi. Prima ho spiegato perché la linea del GBP è diversa dalla linea di un governo di sinistra più favorevole alle masse popolari ma che agisce senza un piano (e i mezzi per attuarlo) per andare verso il socialismo. La linea del GBP è invece strettamente connessa con la strategia della rivoluzione socialista condotta dal (n)PCI. Essa non è immediatamente comprensibile perché non poggia su esperienze passate, per questo è innovativa (rivoluzionaria). Per comprenderla occorrono persone che vogliono “imparare qualcosa di nuovo e che quindi vogliono anche pensare da sé” (Marx), che si cimentano nello studio, elaborano, applicano nella pratica, tirano bilanci da quello che fanno (insegnamenti, limiti, criteri, principi) e avanzano in un continuo processo di innovazione (teoria-pratica). Di questa pasta sono stati i comunisti che hanno fatto le rivoluzioni o che hanno avuto un certo rilievo nel movimento comunista. Per diventare di questa pasta dobbiamo avanzare nella RMI di cui ho parlato prima.

Confondere in un tutt’uno (n)PCI e P.CARC, sostenendo la teoria del cosiddetto “doppio livello” per cui il P.CARC sarebbe la struttura legale del (n)PCI clandestino, rientra nelle macchinazioni e provocazioni della borghesia e dei suoi apparati polizieschi e fa parte della lotta tra le due classi. Sono armi che la borghesia usa per cercare di ostacolare la rinascita del movimento comunista, per contrastare la riorganizzazione dei comunisti e il loro legame con operai ed elementi delle masse popolari … .

Non è casuale che appena andiamo a dare un volantino o con Resistenza davanti ad una fabbrica, arriva la polizia. La Carovana ha una ricca esperienza di resistenza alla repressione e di lotta contro la repressione. Nel corso di questa esperienza ha messo a punto la linea del “processo di rottura” (rompere con le regole e la prassi imposte dalla borghesia e dalle sue istituzioni, trasformarsi da accusati in accusatori), della “lotta su due gambe” (mobilitazione delle masse popolari e intervento sulle contraddizioni tra gruppi borghesi) e dello sviluppo della più ampia e articolata solidarietà politica, economica e morale con i compagni colpiti dalla repressione (solidarietà di classe a prescindere dalle divergenze ideologiche e politiche, no alla divisione tra “buoni e cattivi”).

C’è un altro aspetto. Spesso non solo i poliziotti, ma anche i dirigenti dei sindacati di regime e dei partiti della sinistra borghese vanno ad “avvertire” i lavoratori che si avvicinano a noi che “siamo collegati a una struttura clandestina”, che siamo “contigui alle BR” (a tutto onore nostro e delle BR, sia detto tra parentesi) e simili. Come più volte avete illustrato nella vostra rivista: la lotta di classe è una guerra, il partito comunista che vuole dirigerla fino alla vittoria non può usare gli strumenti che il nemico di classe gli consente di usare, non può vivere e operare nei limiti che il nemico di classe gli consente, ma deve essere autonomo organizzativamente, politicamente, ideologicamente dalla borghesia (quindi clandestino).

Quello che ci lega al (n)PCI è qualche cosa di oscuro e incomprensibile per quanti sono offuscati da concezioni borghesi della lotta politica (riformismo, ribellismo) e non si cimentano (e non vogliono cimentarsi) nel processo di costruzione della rivoluzione socialista in un paese imperialista come il nostro.

5. Per concludere che messaggio vuoi mandare ai nostri lettori?

Nel corso del 2014, con la LIA e la lotta tra le due linee condotte nel Partito abbiamo creato le condizioni morali e intellettuali per questo ulteriore passaggio, per trasformarci nel Partito del GBP. Ora si tratta di avanzare e sperimentare, con serenità e lungimiranza.

Il nostro raggio di azione sono i 54 milioni (su 60 milioni di persone che vivono nel nostro paese) che appartengono al campo delle masse popolari. Questa è la massa della popolazione che, per la sua collocazione di classe, ha interesse a instaurare il socialismo (il socialismo rappresenta per alcuni l’unica e per altri la migliore prospettiva di vita, civiltà e progresso) e, nell’immediato, hanno bisogno (ne va della loro sopravvivenza) di misure straordinarie che solo un GBP consente loro di prendere per far fronte agli effetti più distruttivi della crisi generale del capitalismo.

Questi sono in sintesi le questioni al centro del lavoro che avviamo per il IV Congresso.