La Voce 55 - del (nuovo)Partito comunista italiano - anno XIX - marzo 2017

Comunicazione della segreteria del Comitato Direttivo del P.CARC ai dirigenti e ai membri del Partito sulle mobilitazioni del 25 marzo e l’assemblea della Piattaforma Sociale Eurostop del 26 marzo

Milano, 29.03.17

Compagni,

sabato 25 marzo a Roma si sono radunati i capi dei governi dei paesi europei e nelle strade si sono svolte varie manifestazioni: quelle indette dai sostenitori (incondizionati o riformatori) dell’UE, quella indetta dagli oppositori di destra dell’UE e quella indetta dagli oppositori di sinistra dell’UE. Gli avvenimenti di sabato e gli effetti che stanno avendo confermano l’analisi del corso delle cose fatta dal P.CARC e da tutta la Carovana del (n)PCI. Da quegli avvenimenti e dai loro effetti dobbiamo trarre insegnamento per attuare con maggiore forza e coscienza la nostra linea e l’incitamento a essere coerenti con i principi del movimento comunista con cui fin dall’inizio abbiamo impostato e guidato la nostra attività.

Anzitutto non dobbiamo aver paura dell’isolamento in cui al momento ci troviamo nel movimento NO EURO, NO UE, NO NATO e dell’ostilità dei suoi principali promotori (rifiuto di farci usare i pullman organizzati dall’USB per la manifestazione di Roma, esclusione dallo spezzone della Piattaforma Sociale Eurostop, minacce e tentativo di estrometterci dall’assemblea del 26 marzo). Le difficoltà nel far valere un orientamento giusto tra le forze della rivoluzione sono grandi quanto è grande e decisiva la lotta che conduciamo: la rivoluzione socialista in un paese imperialista. In questa lotta è inevitabile che in alcuni momenti noi comunisti ci troviamo isolati. Perfino Lenin e i suoi compagni si trovarono isolati tra i partiti socialdemocratici della Seconda Internazionale e tra gli oppositori del regime zarista in Russia quando nel 1914 lanciarono la parola d’ordine “trasformare la guerra imperialista in guerra civile”, ma è proprio attuando con forza e coscienza questa parola d’ordine che arrivarono alla vittoria nel 1917.

La borghesia imperialista e il suo clero impongono nel nostro paese e in tutto il mondo un corso delle cose catastrofico. La lotta per porvi fine è la lotta per mobilitare e organizzare gli operai, gli altri proletari e il resto delle masse popolari a instaurare il socialismo, prima fase del comunismo. La nostra lotta è la prosecuzione nelle condizioni attuali della rivoluzione socialista inaugurata nel marzo 1871 dalla Comune di Parigi, proseguita dalla vittoriosa Rivoluzione d’Ottobre del 1917, dalla costruzione del socialismo in URSS e dalla prima ondata della rivoluzione proletaria che queste vittorie hanno sollevato in tutto il mondo nella prima parte del secolo scorso. Le sue tappe più importanti sono state la vittoria sul nazifascismo e la costruzione delle democrazie popolari in Europa orientale, la distruzione del vecchio sistema coloniale, la fondazione della repubblica popolare in Cina, le vittorie della Corea del Nord, del Vietnam e degli altri popoli indocinesi, la fondazione di Cuba socialista e gli altri sommovimenti rivoluzionari in America Latina, in Africa e in Asia.

La nostra lotta è difficile perché si svolge nelle condizioni create nel mondo dall’esaurimento di quella prima ondata della rivoluzione proletaria e dal lungo periodo di predominio nel movimento comunista dei revisionisti moderni poi diventati sinistra borghese, dalla ripresa in mano della direzione del mondo da parte della borghesia imperialista e dalla seconda crisi generale del capitalismo generata dalla sovrapproduzione assoluta di capitale. In queste condizioni dover far fronte a momenti di isolamento è inevitabile. Il corso delle cose è catastrofico e la nostra linea è dettata dalla scienza delle attività con le quali gli uomini hanno fatto e fanno la loro storia: il marxismo-leninismo-maoismo. La nostra linea  è la linea della rivoluzione socialista in un paese imperialista: su questa linea passo dopo passo uniremo tutte le forze rivoluzionarie ed esse costruiranno il futuro.

 

I caporioni politici dell’UE a Roma sabato 25 marzo non hanno potuto fare altro che mostrare il vicolo cieco in cui i gruppi imperialisti franco-tedeschi si sono cacciati. Di giorno in giorno aumentano i contrasti tra i governi europei, le contraddizioni che oppongono gli imperialisti dell’UE a quelli USA, le guerre che essi tutti portano nei paesi oppressi, la miseria, la disgregazione sociale e la devastazione ambientale nei paesi imperialisti stessi. Persino il Papa di Roma, al vertice di una delle potenze mondiali, ha rifiutato di associarsi alla loro celebrazione, li ha esortati a essere misericordiosi con le vittime del loro sistema e poi è andato a Milano. Qui ha confermato che il capo del Vaticano è ancora in grado di mobilitare grandi masse. Ma proprio il fatto che non le mobilita per porre fine al catastrofico corso delle cose di cui sono vittime indica l’ipocrisia delle prediche su solidarietà e accoglienza e conferma la complicità del Vaticano e della sua Chiesa cattolica con la borghesia imperialista che questo corso delle cose impone. La Corte Pontificia e la Chiesa con a capo Bergoglio sono diventati gli assistenti e i consiglieri dei carnefici a cui predicano la misericordia verso le vittime: è un ruolo che ribadisce e alimenta l’ingenua fiducia delle vittime nei confronti dei loro carnefici, fiducia che è tanto maggiore quanto più il movimento comunista è debole. Noi comunisti mobilitiamo le vittime a lottare contro i loro carnefici e a prendere il potere.

 

Gli oppositori di destra dell’UE sono i promotori della mobilitazione reazionaria delle masse popolari. La loro manifestazione a Roma ha mostrato che le loro forze sono ancora deboli, ma non abbiamo dubbi che esse possono crescere. Al di là delle intenzioni degli individui, esse sono al servizio della borghesia imperialista perché non si propongono di creare un sistema economico che non sia il capitalismo. Il centro della mobilitazione che essi promuovono tra le vittime del sistema imperialista è la persecuzione degli immigrati che il sistema imperialista costringe a fuggire dai loro paesi e la guerra di alcune parti delle vittime della borghesia imperialista contro altre vittime dello stesso sistema. Essi sono l’ultima estrema risorsa della borghesia imperialista per prolungare l’esistenza del suo sistema, l’estrema risorsa della borghesia imperialista contro la rivoluzione socialista che noi comunisti promuoviamo.

 

Quanto agli oppositori di sinistra dell’UE all’insegna della parola d’ordine NO EURO, NO UE, NO NATO, la manifestazione del 25 marzo ha mostrato la forza e al contempo la debolezza di questo movimento.

Nonostante le sporche e anticostituzionali manovre repressive e intimidatorie del governo Gentiloni-Renzi per soffocare la manifestazione, sabato a Roma hanno sfilato varie migliaia di persone. Molte meno di quelle che erano scese in piazza a Roma lo scorso 22 ottobre e meno anche di quelle che avevano manifestato lo scorso 27 novembre, certamente molto al di sotto del malcontento e della mobilitazione che serpeggiano tra le masse popolari del nostro paese, ma comunque all’insegna NO EURO, NO UE, NO NATO a Roma hanno sfilato dalle 5.000 alle 8.000 persone a cui vanno aggiunte quelle che gli agenti della Repubblica Pontificia hanno bloccato lungo il percorso che le portava a Roma. Questa è la forza.

La debolezza consiste nella mancanza dell’indicazione di creare il governo d’emergenza necessario per realizzare la parola d’ordine NO EURO, NO UE, NO NATO. Senza questa indicazione, la parola d’ordine NO EURO, NO UE, NO NATO indica nemici reali delle masse popolari, ma non è ancora mobilitazione per combatterli e vincerli inaugurando così un nuovo corso delle cose.

 

Noi abbiamo portato in questa manifestazione non solo un contributo di mobilitazione, ma anche l’indicazione della creazione del Governo di Blocco Popolare. La creazione di un governo popolare di emergenza è indispensabile.  L’indicazione del Governo di Blocco Popolare dà concretezza alla parola d’ordine NO EURO, NO UE, NO NATO, dà concretezza alla difesa e attuazione della Costituzione del 1948 e fa valere i risultati del Referendum dello scorso 4 dicembre, è lo strumento per realizzare gli obiettivi particolari delle mille lotte e proteste popolari contro gli effetti immediati della crisi e contro le misure che attuano il programma comune della borghesia imperialista. Siamo quindi fieri dell’azione di propaganda che abbiamo svolto sabato a Roma. La costituzione del Governo di Blocco Popolare diventerà l’opera di tutti quelli che vorranno realizzare la parola d’ordine NO EURO, NO UE, NO NATO. Nella formazione del Governo di Blocco Popolare confluiranno tutti quelli che da subito, pur nel limite delle loro forze attuali, cercheranno di far valere le parti progressiste della Costituzione del 1948 contro la Repubblica Pontificia che le ha eluse o violate. Tutte le masse popolari che vengono offese e calpestate dal catastrofico corso delle cose finiranno per contribuire alla costituzione del Governo di Blocco Popolare e poi a sostenerne l’opera e a difenderlo.

Il livore di alcuni dei promotori della manifestazione di Roma contro i nostri compagni che propagandavano la costituzione del Governo di Blocco Popolare è l’espressione della debolezza attuale del movimento NO EURO, NO UE, NO NATO. Gli oppositori più ostinati della creazione di un governo d’emergenza popolare sono ostili nei nostri confronti perché il P.CARC e il (n)PCI non solo perseguendo la linea del Governo di Blocco Popolare mettono a nudo la pratica tipica della sinistra borghese di lanciare parole d’ordine progressiste senza darsi i mezzi per realizzarle, ma smascherano anche le basi ideologiche dell’opposizione alla linea del Governo di Blocco Popolare, cioè il disfattismo (“la rivoluzione è impossibile”) e l’attendismo (“la rivoluzione scoppierà prima o poi”). Lo sviluppo del movimento NO EURO, NO UE, NO NATO farà sparire quel livore.

 

Attuare con scienza e coscienza la linea della creazione del Governo di Blocco Popolare!

Mobilitare gli operai a costituire organizzazioni in ogni azienda capitalista, mobilitare i lavoratori delle aziende pubbliche e il resto delle masse a costituire organizzazioni popolari!

Orientare tutte le organizzazioni operaie e popolari a costituire un loro governo d’emergenza!

Costituendo il Governo di Blocco Popolare cambieremo il corso delle cose e faremo un passo avanti nella rivoluzione socialista!

per la sCD, Pietro Vangeli