La Voce 55 - del (nuovo)Partito comunista italiano - anno XIX - marzo 2017

La via dei comunisti

In Italia e negli altri paesi imperialisti, in particolare in Europa, per le masse popolari l’attuale guerra di sterminio non dichiarata condotta dalla borghesia imperialista ripete, in altro contesto e in altra forma, l’“inutile strage” della prima guerra mondiale (1914-1918) con i suoi milioni di morti e mutilati e le sue immense rovine, di cui ricorre il centenario.

La prima crisi generale del capitalismo aveva portato i grandi gruppi imperialisti mondiali a scontrarsi per decidere chi avrebbe dominato e sfruttato il mondo intero. Nel 1917 quella “inutile strage” (nessuno riusciva a vincere gli altri, gli ammutinamenti e l’insofferenza delle masse popolari crescevano) era oramai riconosciuta come tale anche dai gruppi dirigenti protagonisti della politica che l’aveva prodotta e persino dai personaggi che l’avevano scatenata e benedetta (in primo luogo la Chiesa Cattolica con alla sua testa il papa di Roma). Ma nessuno di loro era in grado di fare il primo passo per fermarla e cercava solo di approfittarne più che gli riusciva. Ogni capitalista deve valorizzare il capitale che gestisce. La guerra sarebbe continuata non si sa quanto e non si sa come se i comunisti russi, con alla testa Lenin, non fossero riusciti a guidare gli operai e i contadini russi a rompere il corso delle cose con l’insurrezione dell’Ottobre 1917 e dare con ciò inizio alla prima ondata della rivoluzione proletaria a cui parteciparono via via i popoli di tutto il mondo, mobilitati in uno slancio unitario di progresso quale mai si era visto. Essi hanno mostrato ciò che i lavoratori con i comunisti sono capaci di fare.

Analogamente si pone oggi la questione per l’intera umanità: chi e quando romperà l’attuale catastrofico corso delle cose, impedirà che la guerra dilaghi e si aggravi e porrà fine alla guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista con alla testa l’oligarchia che comanda a Washington già conduce in ogni angolo del mondo contro le masse popolari? Dove inizierà l’incendio che libererà il mondo dal sistema imperialista mondiale?

La risposta dipende dai comunisti dei singoli paesi, da quanto assimilano la scienza comunista e da quanto si dedicano con scienza e coscienza a mobilitare e organizzare le masse popolari. Senza la direzione del partito comunista le masse popolari resistono, ribollono e si ribellano, ma non sono in grado di vincere e costruire un nuovo mondo.

Per uscire dal marasma in cui la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti ha portato l’umanità, bisogna instaurare il socialismo. Noi comunisti stiamo facendo la rivoluzione socialista, mobilitiamo le masse popolari a fare la guerra popolare rivoluzionaria che instaurerà il socialismo, fase inferiore, iniziale del comunismo. La rivoluzione socialista si distingue da tutte le rivoluzioni che l’hanno proceduta perché essa mobilita la parte oppressa e sfruttata dell’umanità, le classi sfruttate, le nazioni oppresse, le donne, i giovani e gli anziani (il “mondo di sotto” direbbero gli esponenti della sinistra borghese che aborrono dalla categoria marxista delle classi sociali) a liberarsi dallo sfruttamento economico, dall’oppressione sociale e nazionale e dalle discriminazioni di genere e di età e assumere nel sistema delle relazioni sociali e internazionali un ruolo pari a quello degli altri, di pari dignità, cioè a creare una società comunista: un’associazione in cui il pieno sviluppo di ogni individuo è la condizione del pieno sviluppo di tutti.