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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XX - novembre 2018

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Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)Partito comunista italiano

A 14 anni dalla fondazione del Partito

Dedichiamo la rubrica Consolidamento e rafforzamento di questo numero al 14° anniversario della fondazione del Partito. Il 3 ottobre 2004 abbiamo fondato il (nuovo) Partito comunista italiano dopo che con un lavoro pluriennale avevamo creato le condizioni necessarie per farlo con scienza e coscienza. In particolare avevamo studiato, e sottoposto (con la rivista Rapporti Sociali, opuscoli, conferenze e riunioni e infine con la rivista La Voce) alla critica di tutti quelli che in quegli anni di preparazione vi erano interessati, i motivi che avevano impedito di instaurare il socialismo in Italia e negli altri paesi imperialisti nel corso della prima crisi generale del sistema imperialista mondiale, nella prima parte del secolo XX. La conclusione fu che causa dell’insuccesso erano stati alcuni precisi limiti (descritti uno a uno) del movimento comunista cosciente e organizzato nella comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe. Essi risultavano da una accurata analisi della storia. Un esempio della nostra ricerca è dato nell’articolo Pietro Secchia e due importanti lezioni (La Voce n. 26). La natura e i risultati di quel lavoro sono sinteticamente illustrati nella Risoluzione della Commissione Preparatoria allargata (La Voce n. 18) che annunciò la fondazione del Partito e lanciò il secondo stadio della sua costruzione, lo stadio ancora in corso del consolidamento e rafforzamento del Partito. Questo consiste per l’essenza, dal punto di vista organizzativo, nella conquista degli operai avanzati al partito comunista al fine di farlo diventare così anche come composizione l’avanguardia organizzata della classe operaia, lo Stato Maggiore che, giunto al terzo stadio (MP pag. 184) della sua ricostruzione, effettivamente porta la classe operaia a compiere le operazioni e dare le battaglie necessarie, la dirige e nello stesso tempo si alimenta pienamente dell’esperienza della classe operaia di cui è sostanzialmente parte, in un rapporto analogo a quello magistralmente illustrato da Stalin nel suo scritto Questioni del leninismo (1926) recentemente ripubblicato in La Voce n. 54.

Una delle differenze fondamentali tra il nuovo Partito e tutti i partiti comunisti che lo hanno preceduto in Italia e negli altri paesi imperialisti, riguarda la forma della rivoluzione socialista. Facendo il bilancio dell’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria avevamo concluso che nei paesi imperialisti i comunisti non devono essere quelli che “si preparano per quando ci sarà la rivoluzione socialista”, quelli che “creano le condizioni per approfittare dell’occasione quando la rivoluzione socialista scoppierà” (è ancora oggi la concezione che del ruolo dei comunisti hanno molti compagni: il Partito Comunista di Marco Rizzo è un aggregato esemplare di essi). La lezione è che già oggi i comunisti non sono solo i promotori più decisi e lungimiranti delle lotte rivendicative del proletariato. Tanto meno sono principalmente un partito che come altri partecipa alla lotta politica corrente in ogni paese imperialista (la forma attuale della democrazia borghese, nella fase posteriore alla fine del capitalismo dal volto umano e all’esaurimento della prima ondata).

  La rivoluzione socialista è una guerra delle masse popolari (in particolare del proletariato) contro la borghesia imperialista. I comunisti sono quelli che la promuovono all’interno della società borghese, avanzando passo dopo passo. È una guerra che inizia con la costituzione del suo Stato Maggiore, il Partito comunista e si conclude con l’instaurazione del socialismo. Una guerra che consiste (come illustrato nel nostro Manifesto programma cap. 3.3) nella creazione del potere delle masse popolari organizzate che il Partito mobilita e orienta. Contrariamente a quello che pensano i militaristi e altri ingenui, il potere non consiste solo nell’avere armi: potere è far fare ad altri quello che senza il tuo intervento non farebbero. Il nuovo potere da ora, iniziando in ogni punto in cui vi è un’organizzazione operaia o popolare (OO e OP), si contrappone al potere della classe dominante (la borghesia imperialista e il suo clero). Giunto a un certo punto del suo sviluppo, esso soppianterà il potere della borghesia imperialista oggi ancora ben più forte e instaurerà il socialismo (dittatura del proletariato, proprietà pubblica dei mezzi di produzione e pianificazione dell’attività economica, crescente partecipazione universale dei lavoratori alla direzione della vita sociale). La guerra popolare rivoluzionaria è una guerra che sta ai comunisti promuovere, approfittando delle condizioni della lotta di classe che il materialismo dialettico permette loro di vedere. Essa si sviluppa in ogni campo della vita sociale, secondo i principi ben indicati già da Lenin nella lezione ai comunisti dei paesi imperialisti stesa nel 1920, L’estremismo, malattia infantile del comunismo. Questo comporta che il Partito comunista lavori secondo un preciso piano di guerra elaborato sulla base delle condizioni reali in cui opera e che traduce via via in campagne, battaglie e operazioni tattiche adattandosi alle circostanze e ai risultati della sua lotta, pronto anche a repentini cambiamenti di tattica se il corso delle cose lo richiede.

Di converso a tutti quelli che oggi si dichiarano comunisti e non condividono questa nostra concezione, noi senza riserve chiediamo (e dobbiamo chiedere) qual è la lezione che hanno tratto e traggono a proposito della forma della rivoluzione socialista dal bilancio dell’esperienza della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria esauritasi negli anni ‘70 del secolo scorso. Questo (il fronte della lotta teorica) è un aspetto indispensabile della nostra lotta, ma non l’aspetto decisivo. L’aspetto decisivo sta nella linea particolare che di fase in fase seguiamo e nei risultati che ne traiamo in termini di costruzione del nuovo potere delle masse popolari organizzate.

È in questo contesto che sta il valore di ognuna delle attività di organismi e compagni che presentiamo in questa sezione, alcune delle tante con cui oggi conquistiamo e formiamo uno a uno nuovi membri del Partito, promotori della rivoluzione socialista in corso nel nostro paese.