La Voce 60 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XX - novembre 2018

Scaricate il testo in formato PDF - Formato Open Office - Formato Word

Fronte Popolare, La Città Futura e la celebrazione dogmatica di Marx

Alcune questioni importanti e non eludibili per la rinascita del movimento comunista

  

L’11 novembre si è tenuta a Peschiera Borromeo (MI) l’iniziativa “Cambiare il mondo” promossa dal Fronte Popolare, dalla Lega Internazionale per le Lotte dei Popoli (ILPS) e dal Fronte Democratico Nazionale delle Filippine (NDFP), con un ruolo di rilievo anche di La Città Futura. L’iniziativa si inquadrava nelle celebrazioni per il Bicentenario della nascita di Carlo Marx, si poneva l’obiettivo di riaffermare l'attualità e l’utilità del marxismo per il movimento rivoluzionario e vi hanno partecipato vari organismi internazionali. La locandina e gli interventi sono reperibili sul sito di Fronte Popolare.

Quanto emerso dal dibattito offre lo spunto per entrare nel merito di alcune questioni fondamentali del marxismo, ossia della scienza fondata ed elaborata da Marx ed Engels che ha reso gli uomini finalmente capaci di fare in modo consapevole la loro storia. Essi fino allora l’avevano fatta ognuno senza una visione che andasse oltre gli obiettivi immediati che individui o gruppi perseguivano: non solo non perseguivano un comune obiettivo, ma neanche conoscevano i risultati complessivi di quello che stavano facendo. Grazie al marxismo gli uomini sono diventati finalmente capaci di creare il proprio futuro a condizione che seguano le leggi proprie della società che devono trasformare, come avviene in ogni altro campo in cui gli uomini agiscono guidati da una scienza. La prima ondata della rivoluzione proletaria non solo ha confermato la validità del marxismo ma ha permesso di svilupparlo sulla base della sua applicazione nella pratica (come avviene per ogni scienza), andando oltre i limiti a cui erano arrivati i suoi fondatori, ampliandolo e approfondendolo con nuove elaborazioni delle quali Lenin, Stalin e Mao Tse-tung sono stati i principali portavoce.

Su questa scienza oggi grande è la confusione nel movimento comunista: “la fanno da padroni” il dogmatismo combinato in modo variopinto e variegato con l’eclettismo, con il “navigare a vista” (l’empirismo) e con l’attendismo. La scienza marxista è spesso travisata, esaltata e al contempo stravolta. Grande è la confusione sotto il cielo! Nel movimento comunista oggi convivono infatti 1. gli epigoni della tesi “nei paesi imperialisti non esistono ancora le condizioni per il socialismo”, 2. i fautori della posizione “la nuova ondata rivoluzionaria partirà dai paesi oppressi e solo poi coinvolgerà i paesi imperialisti”, 3. i dogmatici che in attesa della “rivoluzione che prima o poi scoppierà” si concentrano sulla propaganda del socialismo, 4. quelli che invece nell’attesa si dedicano come forsennati alla promozione di lotte rivendicative, 5. quelli che cercano di costruire una “sponda politica” delle lotte rivendicative in Parlamento, 6. i fautori del “nuovo soggetto rivoluzionario” individuato oggi nei migranti e ieri nei precari, 7. i propagandisti del pensiero “guevarista” e del “fuochismo”, 8. quelli che si organizzano in piccole società segrete e attendono il momento giusto per ritornare a fare azioni militari, come gli anarchici del secolo scorso, 9. i fautori della rivoluzione mondiale che “deve avvenire contemporaneamente in tutti o in quasi tutti i paesi”, 10. i propagandisti della “Industria 4.0”, 11. i bordighisti che ripropongono tutte le deviazioni con cui Lenin fece i conti un secolo fa, 12. i fautori del “superamento della forma partito e del socialismo novecentesco”, 13. i tifosi del “Socialismo del XXI secolo”, 14. i tifosi del “Juché” nord coreano. Ovviamente esistono anche diverse combinazioni tra le ben 14 posizioni che ho elencato.

Per far uscire il movimento comunista da questo pantano ideologico, per liberarlo da queste deviazioni e incrostazioni sul piano della concezione del mondo e accelerare così la sua rinascita, è necessaria una lotta ideologica intransigente e serrata per “dividere l’uno in due”: per distinguere e contrapporre il vero e il falso (ciò che è giusto e ciò che è sbagliato), il vecchio e il nuovo (ciò che è superato e ciò che va affermato e rafforzato), le concezioni e idee frutto dell’influenza della borghesia e quelle che invece sono utili per la liberazione della classe operaia e del resto delle masse popolari e rientrano nella scienza marxista.

Chi pensa di far rinascere il movimento comunista senza passare per questo “terremoto ideologico” è un illuso. Non ha una seria consapevolezza del problema (lo sottovaluta, sostanzialmente) e non ha tratto insegnamenti dalla lotta ideologica condotta da Marx-Engels contro gli anarchici, i socialisti utopisti e i primi revisionisti (dagli autori del Programma di Gotha a Dühring); da Lenin-Stalin contro i populisti russi, contro i menscevichi e Trotzki, contro i revisionisti della II Internazionale, contro il riformismo e l’estremismo nei partiti comunisti della III Internazionale per la loro “bolscevizzazione” e contro i promotori di deviazioni in seno al Partito bolscevico prima, durante e dopo la rivoluzione; da Mao Tse-tung contro il revisionismo moderno. Il movimento comunista si è sempre sviluppato attraverso un’implacabile lotta ideologica contro le posizioni che ne ostacolavano il cammino e la crescita. L’iniziativa di Peschiera Borromeo va analizzata in questo quadro più ampio in cui oggettivamente essa si colloca. Il suo carattere internazionale (partecipazione di delegazioni di diversi paesi) mostra che questo stato di confusione ideologica e arretratezza esiste anche nel movimento comunista internazionale. Essa ci permette, quindi, di entrare nel merito di alcune importanti questioni spesso dimenticate o eluse da persone e gruppi che si definiscono marxisti e sulle quali invece, per uscire dal pantano ideologico e avanzare, è necessario “spaccare il capello in quattro”.

L’iniziativa di Peschiera Borromeo era protesa a difendere il marxismo e ad affermare la sua attualità a fronte degli attacchi e delle calunnie circa il suo “superamento”. I diversi relatori hanno affermato che il marxismo è ancora attuale indicando a dimostrazione della sua attualità alcuni l’ancora esistente divisione della società in classi, altri la persistenza del capitalismo e dello sfruttamento della classe operaia e del resto delle masse popolari da parte della borghesia imperialista, altri la spartizione del mondo tra i gruppi imperialisti e la sua divisione tra paesi imperialisti e paesi oppressi, altri la tendenza alla guerra inter-imperialista che si acuisce e le guerre di aggressione e saccheggio che aumentano, ecc. Tutti hanno indicato la necessità di uscire dal capitalismo e instaurare il socialismo come unica via possibile per mettere fine a questa barbarie.

Alcuni relatori hanno anche citato l’undicesima delle Tesi su Feuerbach di Marx: “i filosofi hanno dato molte e varie interpretazioni del mondo, ma l’importante è trasformarlo” e hanno detto che il marxismo è una scienza in sviluppo, senza però entrare nel merito di quali sono stati gli ulteriori sviluppi del marxismo nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria e la loro utilità per l’oggi. Solo i compagni filippini del NDFP sono entrati nel merito delle caratteristiche del marxismo in campo filosofico, economico e politico, hanno evidenziato che il marxismo si è sviluppato nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria in marxismo-leninismo-maoismo; a loro volta però non hanno indicato quali sono gli apporti del leninismo e, soprattutto, del maoismo universalmente validi e su cui devono fondarsi i nuovi partiti comunisti.

Questo tipo di impostazione (che potremmo definire di sostanziale “difesa dogmatica del marxismo” o, nel caso dei filippini, di “difesa dogmatica del marxismo-leninismo-maoismo”) non ha permesso di andare al “cuore del problema”: mostrare quali sono i principali nodi ideologici che il movimento comunista internazionale deve risolvere per avanzare e la soluzione marxista di essi. In particolare non ha permesso di rispondere ai seguenti fondamentali quesiti:

1. perché i comunisti non hanno instaurato il socialismo nei paesi imperialisti nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria, nel secolo scorso?

2. perché nei primi paesi socialisti sono prevalsi i revisionisti moderni, è stata avviata la restaurazione del capitalismo, numerosi di essi sono crollati e gli altri hanno “cambiato colore”?

3. qual è la natura della crisi in corso (andando oltre il generico accenno fatto da alcuni durante l’iniziativa alla “crisi per sovrapproduzione”, senza entrare nel merito se si tratta di crisi per sovrapproduzione di merci, di capitale o di altro e di quali sono le sue implicazioni economiche, politiche e sociali innanzitutto nei paesi imperialisti e nel particolare del nostro paese)?

4. qual è nei paesi imperialisti la via da seguire oggi per arrivare a instaurare il socialismo?

Senza rispondere a queste domande, la difesa del marxismo resta nel campo della celebrazione astratta e fine a se stessa (dogmatica appunto), difesa che non tiene conto di quanto accaduto nel corso di tutto il Novecento (sviluppo del marxismo, affermazione ed esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria) e di quanto dobbiamo fare oggi per far rinascere il movimento comunista. Pur esaltando Marx, i promotori dell’iniziativa sono di fatto caduti nell’errore di fare come quei filosofi che interpretavano il mondo, senza occuparsi di come trasformarlo.

Nello scritto I quattro temi principali da discutere nel Movimento Comunista Internazionale (disponibile sul nostro sito in italiano, in inglese, in spagnolo e in russo) sono illustrate le risposte che, alla luce del marxismo-leninismo-maoismo, abbiamo dato alle domande indicate sopra.

Invitiamo chi è deciso a occuparsi seriamente della rinascita del movimento comunista a muovere obiezioni a queste risposte, fare critiche, indicare lacune da colmare perché il marxismo è una scienza: è sperimentale, ma quello che è valido per uno è valido per tutti... non è che ognuno ha la sua chimica o la sua fisica!

Il 2019 è l’anno del centenario della fondazione dell’Internazionale Comunista, quindi è l’occasione per organizzare iniziative con cui coinvolgere in questa discussione tutti gli interessati. Un dibattito franco e pubblico su questi temi sarà certamente un utile contributo alla lotta ideologica per far uscire il movimento comunista internazionale dal pantano in cui versa. Questo è il dibattito di cui c’è realmente bisogno.

“Che cento scuole gareggino, che cento fiori fioriscano”: la verità è rivoluzionaria!

Rosa L.