La Voce 60 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XX - novembre 2018

Scaricate il testo in formato PDF - Formato Open Office - Formato Word

Reichstag – Berlino 1945

Continuatori della rivoluzione proletaria mondiale



Tutti quelli che, pur dicendosi comunisti, nell’analisi del corso delle cose e nella progettazione della loro attività non tengono conto della continuità tra la lotta in corso oggi e la prima ondata della rivoluzione proletaria sollevata nel mondo intero dalla vittoria della Rivoluzione d’Ottobre e dalla costruzione dell’Unione Sovietica, sono fuori strada. Noi riprendiamo e continuiamo la stessa rivoluzione, in condizioni largamente cambiate, quindi in forme nuove, ma sulla base dei suoi risultati, imparando dalla sua preziosa esperienza.

Lenin, nel Rapporto sulla tattica del Partito comunista (bolscevico) russo presentato il 5 luglio 1921 al III Congresso dell’Internazionale Comunista disse: “Quando nel 1917 in Russia abbiamo preso il potere, lo abbiamo fatto non perché eravamo convinti di potere determinare noi russi lo sviluppo della rivoluzione internazionale, ma perché tutta una serie di circostanze ci rendeva possibile prenderlo. Pensavamo: o la rivoluzione degli altri paesi ci verrà in aiuto e allora la nostra vittoria sarà definitiva, o faremo il nostro modesto lavoro rivoluzionario consapevoli che, in caso di sconfitta, avremo tuttavia giovato alla causa della rivoluzione e la nostra esperienza andrà a vantaggio delle rivoluzioni che verranno dopo. Era chiaro per noi che senza l’appoggio della rivoluzione internazionale la vittoria definitiva era impossibile. Già prima della rivoluzione e anche dopo di essa pensavamo: o la rivoluzione vincerà subito o almeno molto presto negli altri paesi capitalisticamente più sviluppati, oppure, nel caso contrario, soccomberemo. Proprio per questa consapevolezza abbiamo fatto di tutto per salvaguardare, in tutte le circostanze e a ogni costo, il sistema sovietico, perché sapevamo di lavorare non soltanto per noi, ma anche per la rivoluzione internazionale. Lo sapevamo e abbiamo espresso più volte questa convinzione sia prima della Rivoluzione d’Ottobre sia subito dopo, nel periodo della conclusione della pace di Brest-Litovsk [marzo 1918].

In linea generale, ciò era giusto. Ma in realtà il movimento delle cose non è stato così lineare come ci attendevamo. Negli altri grandi paesi, capitalisticamente più sviluppati della Russia, la rivoluzione finora non ha ancora vinto. È vero però, e possiamo constatarlo con soddisfazione, che la rivoluzione si sviluppa in tutto il mondo. Soltanto grazie a questa circostanza la borghesia internazionale, economicamente e militarmente cento volte più forte di noi, non è in grado di soffocarci.” [parafrasi del resoconto stenografico]

Stalin ha tenuto fede all’impegno indicato da Lenin. Sotto la sua guida l’Unione Sovietica è stata per quasi quarant’anni la base rossa della rivoluzione proletaria nel mondo intero e l’Unione Sovietica e l’Internazionale Comunista hanno fatto fronte vittoriosamente all’aggressione di tutti i gruppi e le potenze imperialiste: dalle potenze dell’Intesa all’imperialismo USA, dal Vaticano al fascismo di Mussolini e al nazismo di Hitler. La rivoluzione proletaria ha cambiato la faccia del mondo, creando i primi paesi socialisti tra cui la Repubblica Popolare Cinese, sovvertendo il sistema coloniale e obbligando i gruppi imperialisti a trasformare le forme del loro dominio in Europa e in America del Nord.

Mao Tse-tung ha tirato le lezioni dell’esperienza dell’Unione Sovietica e del suo declino in mano ai revisionisti moderni capeggiati prima da Kruscev e poi da Breznev e ha cercato con la Rivoluzione Culturale Proletaria (1966-1976) di portare la Repubblica Popolare Cinese ad assumere il ruolo di base rossa della rivoluzione proletaria mondiale lasciato cadere dai revisionisti sovietici.

Il mondo di oggi è il seguito dell’esaurimento della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria. La borghesia imperialista alla fine degli anni ’70 del secolo scorso ha ripreso la direzione del mondo che il movimento comunista cosciente e organizzato le aveva tolto di mano. Combattendo contro il catastrofico corso delle cose che la borghesia imperialista impone al mondo, forti delle lezioni tratte dall’esperienza del passato noi comunisti marxisti-leninisti-maoisti portiamo le classi sfruttate e i popoli oppressi a costruire la seconda ondata della rivoluzione proletaria che instaurerà il socialismo nei paesi oggi imperialisti e in tutto il mondo.

Instaurare il socialismo nel mondo era possibile già nel secolo scorso, il capitalismo era già storicamente superato. Il movimento comunista cosciente e organizzato non ha guidato le masse popolari a farlo, perché i partiti comunisti dei paesi imperialisti non hanno raggiunto una sufficiente comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe nei propri paesi. Restando all’esperienza del nostro paese, l’esito del Biennio Rosso (1919-1920), della Resistenza (1943-1945) e delle lotte degli anni ’70 hanno mostrato chiaramente l’impotenza rivoluzionaria del partito comunista di allora. Analoga dimostrazione viene dagli altri paesi imperialisti: in particolare dalla Germania e dal resto dell’Europa centrale, dalla Spagna e dalla Francia. L’Internazionale Comunista, costituita nel marzo del 1919 - nei prossimi mesi celebreremo il centenario della fondazione - cercò inutilmente di “bolscevizzare” le sue sezioni costituite nei paesi imperialisti; invano cercò in ognuno di essi di “trasformare un partito europeo di vecchio tipo, parlamentare, riformista di fatto e con appena una spruzzatina di spirito rivoluzionario, in un partito di tipo nuovo, realmente rivoluzionario e realmente comunista”, seguendo le indicazioni date da Lenin in numerose occasioni (vedi Note di un pubblicista, redatte nella primavera del 1922) e raccolte da Stalin. Gramsci cercò di indirizzare in questa direzione la sezione italiana dell’Internazionale, ma la sua opera non arrivò alla verifica nella pratica a causa della prigionia in cui il fascismo lo confinò fino alla morte nel 1937. Noi comunisti marxisti-leninisti-maoisti abbiamo ripreso l’opera nel pieno del periodo di “reazione nera e sfrenata” aperto, come con grande lungimiranza aveva indicato Stalin ( Il carattere internazionale della Rivoluzione d’Ottobre, 1927), dall’esaurimento della prima ondata e dal crollo dell’Unione Sovietica per più di trent’anni (1956-1990) corrosa dai revisionisti moderni. Quindi abbiamo dovuto individuare i motivi per i quali il movimento comunista non aveva instaurato il socialismo nei paesi imperialisti, nonostante gli sconvolgimenti economici, politici e sociali di questi paesi nella prima parte del secolo scorso. Alcuni chiamano in causa fattori oggettivi, in particolare la formazione nei paesi imperialisti, grazie ai profitti derivanti dall’oppressione degli altri paesi, di una vasta aristocrazia operaia, giustamente indicata da Lenin e altri come causa dei limiti della II Internazionale (1889-1914). Ma proprio i terribili sconvolgimenti economici, politici e sociali avvenuti nei paesi imperialisti nella prima parte del secolo scorso mostrano che non è stata questa la causa principale. La causa principale sta nel fattore soggettivo della rivoluzione socialista: nella coscienza del partito comunista e precisamente della sua ala sinistra, cioè della parte dedita senza riserve alla causa della rivoluzione socialista.

I partiti comunisti svolgono nella rivoluzione socialista un ruolo ben diverso da quello svolto dai gruppi promotori delle rivoluzioni del passato. La rivoluzione socialista è per sua natura differente dalle rivoluzioni del passato. Essa, oltre che realizzare il superamento di fatto del modo di produzione capitalista (già storicamente superato nella società borghese - lo mostra lo sviluppo ad opera della borghesia stessa di svariate e rinnovantesi Forme Antitetiche dell’Unità Sociale - FAUS, intese nel senso indicato nella nota 46 del nostro Manifesto Programma), crea e deve creare le condizioni politiche, culturali e sociali dell’universale partecipazione delle masse popolari alla rivoluzione socialista e alle attività umane superiori dalle quali invece la borghesia le esclude con metodi e strumenti via via più raffinati. Questo comporta che le masse popolari sono soggetti attivi della rivoluzione socialista, ma hanno bisogno di un’avanguardia cosciente e organizzata la quale, per adempiere al suo ruolo, 1. deve elaborare e usare nello svolgimento di esso una comprensione scientifica e lungimirante delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe e 2. deve guidare, principalmente tramite la linea di massa, le masse popolari ad avanzare verso l’instaurazione del socialismo. È proprio questa lungimirante e scientifica comprensione che mancò anche all’ala sinistra, alla parte più devota alla causa del comunismo, dei partiti comunisti dei paesi imperialisti. Essi restarono, chi in un modo chi in un altro di fase in fase, zavorrati 1. dall’economicismo (la riduzione della lotta rivoluzionaria alla rivendicazione di più alti salari e di migliori condizioni di vita e di lavoro), 2. dall’elettoralismo della democrazia borghese (la riduzione della lotta rivoluzionaria alla partecipazione alle procedure e alle istituzioni della democrazia borghese) e 3. dal militarismo (la concezione che la forza militare e lo Stato sono la fonte della dominazione della borghesia sulle masse popolari, mentre sono solo strumenti essenziali ma secondari della sua dominazione). La scarsa cura della riforma intellettuale e morale dei suoi membri e candidati e l’attenzione non sistematica alla lotta contro l’influenza della borghesia e quindi alla lotta tra le due linee nelle file del partito, sono rimaste caratteristiche di ognuno di essi.

Chi rifiuta di fare questo bilancio o non usa il materialismo dialettico come metodo di conoscenza (le idee provengono dall’elaborazione dell’esperienza del mondo in movimento, gli uomini creano il concreto di pensiero elaborando l’esperienza del concreto reale e la giustezza dell’elaborazione la verificano nella trasformazione del concreto reale) e non tira e applica le conclusioni che ne derivano, quale che sia la sua personale onestà e dedizione alla causa del comunismo, è fuori strada.

Di fronte alla breccia che la resistenza delle masse popolari agli effetti della crisi generale del capitalismo, l’insofferenza e indignazione di una parte crescente di esse hanno aperto nel sistema politico delle Larghe Intese (dal CAF (Craxi-Andreotti-Forlani), a Berlusconi, a Prodi, a Renzi), noi comunisti marxisti-leninisti-maoisti siamo impegnati in una molteplice opera pratica per allargare la breccia, principalmente promuovendo la formazione di organizzazioni operaie e popolari (OO e OP) e portandole a svolgere il ruolo di nuove autorità pubbliche, secondariamente approfittando delle costituzione provvisoria e dell’attività contraddittoria del governo M5S-Lega: un’opera a cui chiediamo a tutte le persone avanzate di contribuire. A tutti quelli che vogliono porre fine al catastrofico corso delle cose imposto dalla borghesia imperialista e diventare comunisti, proponiamo lo studio del nostro Manifesto Programma.

La logica della storia umana scoperta da Marx ed Engels mostra che il comunismo è la sola soluzione delle contraddizioni della società borghese: a tutti quelli che ne sono già convinti, proponiamo lo studio dell’opuscolo I quattro temi principali da discutere nel Movimento Comunista Internazionale. A tutti i nostri lettori che hanno relazioni e influenza nel movimento comunista internazionale chiediamo di contribuire alla diffusione di questo opuscolo di cui sul sito www.nuovopci.it sono già disponibili la traduzione in spagnolo e in russo e di cui è stata approntata una migliore traduzione in inglese.

La rivoluzione proletaria è internazionale, ma è combinazione di rivoluzioni nazionali! Il primo paese imperialista che romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, USA e sionisti, mostrerà la strada e aprirà la via anche alle masse popolari degli altri paesi! L’Italia può essere questo paese perché è un grande paese imperialista sede anche del Papato, uno dei pilastri del sistema imperialista mondiale! Avanti nella lotta! La rivoluzione socialista è in corso: contribuiamo a farla avanzare fino alla vittoria! Il (nuovo)Partito comunista Italiano è scuola e palestra per chi vuole essere comunista!