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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXI - luglio 2019

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Luigi di Maio, l’animo umano e il M5S


All’assemblea di venerdì 5 luglio a Milano Luigi Di Maio ha esposto il bilancio che fa di un anno di governo M5S-Lega e dell’esito delle elezioni europee del 26 maggio 2019: 4.5 milioni di voti invece dei 10.7 milioni ottenuti alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 (e degli 8.7 milioni alle elezioni politiche del febbraio 2013). In sintesi (prendo da il Fatto Quotidiano 7 luglio) Di Maio ha detto che loro del M5S erano convinti che “andando al governo si poteva fare tutto”, ma “è arrivato il momento di fare i conti con la realtà”. La realtà è che gli attivisti M5S sono poche persone, di onesta buona volontà ma che “non avevano fatto i conti con l’animo umano”. Si sono trovati al governo con la Lega e con tutti, uomini dei ministeri, giornalisti e altri autorevoli personaggi, la massa di quelli con cui il M5S dovrebbe fare il “cambiamento del paese”, che invece sono dei mariuoli (per dirla alla Craxi), dato che l’animo umano è fatto così. Cioè, dice Di Maio, i mariuoli guidati da cattive intenzioni e altra gente in malafede, sono essi l’espressione dell’animo umano. In più si sono trovati con “leggi che si sono fatte quando il M5S era all’opposizione, i trattati internazionali”. Insomma non si può fare quello che M5S aveva promesso. Sembrava di sentire Tsipras!

In realtà Di Maio come i preti crede che esiste un animo umano creato da dio ed eguale e fisso da quando dio lo ha creato, esposto a cattive tentazioni e che “il bene non è di questo mondo”. Assume per “animo umano” (fisso e astorico come lo era il modo di produzione che gli economisti classici Smith, Ricardo & C consideravano assumendo per tale, cioè come fisso e astorico, il modo di produzione capitalista sorto invece in Europa solo nel secondo millennio dopo Cristo) l’animo storicamente determinato dei funzionari del capitale (adusi al furto di tempo di lavoro dei proletari e da questa loro pratica sociale sagomati moralmente, sentimentalmente e intellettualmente) e dei loro ministri e funzionari con i quali Di Maio governa e con i quali i M5S vorrebbero cambiare il paese che essi funzionari del capitale (varietà Repubblica Pontificia) hanno sagomato e che è tutto e solo loro.

Non si chiede neanche da dove venga invece l’animo degli onesti attivisti M5S, da dove viene l’animo dei milioni che hanno votato per loro abbandonando i partiti delle Larghe Intese (perfino di quelli che hanno abbandonato Berlusconi e votato Lega), da dove venga l’animo dei milioni di volontari, dei lavoratori che si sono battuti fino a dare la vita contro la borghesia e i fascisti.

L’esperienza del governo M5S-Lega insegna e insegnerà a Di Maio (se è capace di intendere) e agli attivisti M5S (i quali certamente sono in larga misura capaci di intendere e a intendere comunque sono spinti dagli eventi) che in realtà un paese come l’Italia che si trova nella fase del capitalismo senile e putrescente, lo si può cambiare solo se chi lo vuole cambiare fa leva sui proletari. Infatti questi (che sono la stragrande maggioranza della popolazione italiana in età lavorativa, 15 e più milioni di adulti) hanno un animo fatto dalle condizioni della loro vita in modo tale da essere capaci di intendere, fare propria e applicare per sagomare il mondo la teoria marxista che i comunisti devono portare loro. Ai proletari devono rivolgersi e con essi devono lavorare quelli che vogliono cambiare il mondo.

Tonia N.