La Voce 62 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXI - luglio 2019

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Consolidamento e rafforzamento del (nuovo)PCI

Migliorare il nostro studio per diventare comunisti di tipo nuovo

Usare sempre più la nostra concezione come guida

per intervenire nella lotta di classe e costruire il nuovo potere!


1. Il percorso fatto nella formazione

Per avanzare nella rivoluzione socialista nei paesi imperialisti e nella seconda ondata mondiale della rivoluzione proletaria basata sul marxismo-leninismo-maoismo (la scienza dei comunisti della nostra epoca, cioè dei comunisti che hanno elaborato l’esperienza della prima ondata e del corso delle cose), abbiamo via via compreso (e verificato nella pratica) che il “collo di bottiglia” non sono le masse (il loro livello di coscienza o la loro combattività), ma i comunisti (il loro livello di assimilazione e di capacità di usare la scienza comunista). Sono i comunisti che devono trasformarsi e diventare “comunisti di tipo nuovo” (1) per essere all’altezza dei compiti che la fase pone loro.

La Carovana del (n)PCI (in primo luogo i due partiti fratelli: (n)PCI e P.CARC) cimentandosi nell’applicazione e nella verifica della linea che via via elaborava, si è resa conto che, per superare i limiti e gli errori dei comunisti della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale (1917-1976) che non sono riusciti a fare la rivoluzione socialista nel nostro paese e in nessun paese imperialista, bisognava dedicare una cura particolare, con una specifica formazione, a quelli che aspirano a diventare comunisti e ai membri del Partito fino a determinare la loro trasformazione.


1. I principali scritti del Partito che trattano della RIM e del “diventare comunisti di tipo nuovo” si trovano in La Voce n. 56, 35, 33, 30 e nel Comunicato CC 30/2014 - 3 ottobre 2014.


2. Abbiamo più volte indicato che la scoperta della Riforma Intellettuale e Morale (RIM) è seconda per importanza solo alla scoperta della strategia della Guerra Popolare Rivoluzionaria.


3. Sul regime di controrivoluzione preventiva e i suoi cinque pilastri rimando al Manifesto Programma, cap. 1.3.3; sulle tre trappole rimando a La Voce n. 54 (novembre 2016).


La scoperta (La Voce n. 41, luglio 2012) del sesto apporto del maoismo (“ogni membro del partito comunista non è solo soggetto della rivoluzione socialista, ma anche oggetto della rivoluzione socialista”) era la chiave per avanzare nel percorso di consolidamento e rafforzamento del Partito, poiché ci permetteva di comprendere meglio il contenuto della Riforma Intellettuale e Morale (RIM) (2) che devono compiere i comunisti dei paesi imperialisti. Essa consiste nella trasformazione della concezione del mondo, della mentalità e per alcuni aspetti della personalità dei membri del Partito (a partire dalla testa, dai dirigenti) ed è finalizzata a formare comunisti 1. che pensano e agiscono sempre più guidati dalla concezione comunista del mondo e 2. che contrastano efficacemente l’influenza della borghesia e del clero nelle loro file, facendo fronte all’articolato sistema di controrivoluzione preventiva messo in campo dalla borghesia e dal clero, il sistema di intossicazione delle menti e dei cuori, diversione dalla lotta di classe, illusioni e lusinghe sintetizzato nei cinque pilastri del regime di controrivoluzione preventiva e nelle tre trappole.(3) In particolare per noi comunisti italiani questo significa anche imparare a fare la rivoluzione socialista in un paese imperialista come è il nostro, centro della Chiesa cattolica e sede del Vaticano,(4) fare tesoro degli insegnamenti positivi e superare i limiti e gli errori dei comunisti della prima ondata della rivoluzione proletaria, in specifico quelli della corrente di sinistra del vecchio PCI (Secchia e altri) e quelli dei comunisti dei due tentativi falliti di ricostruire il partito comunista (PC marxista-leninista (Nuova unità) e Brigate Rosse) degli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso. La Carovana nasce con l’obiettivo di ricostruire un partito comunista adeguato a fare la rivoluzione socialista in Italia e contribuire così alla rinascita del movimento comunista internazionale e alla seconda ondata mondiale della rivoluzione proletaria. Un percorso che ha portato nel 2004 alla fondazione del nostro Partito.

L’entrata della seconda crisi generale nella fase acuta e terminale (2008) e l’accelerazione da essa prodotta in tutti i campi della lotta di classe (sviluppo della resistenza spontanea delle masse popolari, scontro masse popolari-borghesia, contrasti all’interno della borghesia, ecc.) ha fatto emergere con forza la necessità e l’urgenza di questo processo di RIM per rendere i comunisti in grado di agire nella nuova situazione politica: bisognava calare sempre più la linea generale nel particolare e applicarla nel concreto.

L’esperienza fatta dalla Carovana del (n)PCI negli ultimi 15 anni (in particolare da dopo la Terza Lotta Ideologica Attiva (LIA) del 2008-2009,(5) con la scuola di formazione del (n)PCI, con il Centro di Formazione del P.CARC, con i percorsi individuali di RIM e di CAT (critica-autocritica-trasformazione)) ci ha portato ad accumulare un bagaglio di conoscenze e di metodi per condurre più efficacemente la RIM e la CAT dei comunisti, per avanzare nel rafforzamento e consolidamento del Partito e nella guerra popolare rivoluzionaria.


4. La Chiesa cattolica è stata il centro unificante dell’Europa feudale. In Italia ha fatto fronte con successo alla Riforma protestante ed è sopravvissuta all’unificazione borghese della penisola. Dopo la Comune di Parigi (1871) è diventata a livello internazionale un puntello del sistema capitalista che entrava nella sua fase imperialista: oggi è un puntello del sistema imperialista mondiale. Il suo centro è ancora in Italia, il Vaticano e i comunisti che nell’affrontare i compiti della rivoluzione socialista nel nostro paese non tengono conto di questi tratti specifici della storia e della realtà attuale del nostro paese, non sono ancora all’altezza del loro compito.


5. Sulla Terza LIA del 2008 e sul Nuovo Metodo di Lavoro rimando al Comunicato CP n. 12/2009 dell’8 maggio 2009 e all’articolo La rivoluzione socialista, il consolidamento e rafforzamento del Partito Comunista, il Nuovo Metodo di Lavoro in La Voce n. 32.


Nel 2010 abbiamo iniziato a promuovere la conoscenza e l’assimilazione della concezione comunista che avevamo sintetizzato nel Manifesto Programma (MP) del Partito (pubblicato nel 2008). Abbiamo lanciato la parola d’ordine “chi non studia e assimila il MP non è in grado di dirigere” e abbiamo avviato corsi di formazione sul MP a partire dai dirigenti e poi estesi a tutti i militanti del Partito (il P.CARC in quegli anni ha avviato il proprio Centro di Formazione per fare ai propri membri corsi sul MP).

La conoscenza e l’assimilazione della concezione comunista del mondo erano fondamentali per andare oltre l’elementare adesione identitaria (cioè adesione quanto a schieramento politico o addirittura solo adesione sentimentale) alla causa del comunismo: erano necessarie per assimilare il materialismo dialettico e imparare quindi ad analizzare la realtà e a trasformarla, a dirigere la lotta delle masse popolari contro la borghesia e il clero e la costruzione del nuovo potere. Bisognava vincere tutte le difficoltà, le resistenze e rompere con le consuetudini, le tradizioni, le abitudini da senso comune della sinistra borghese e delle forze soggettive della rivoluzione socialista (FSRS): disprezzo per la teoria, movimentismo, stile di lavoro artigianale, ecc. In breve: abbiamo preso coscienza che la formazione dei comunisti era la questione decisiva per avanzare nella guerra popolare rivoluzionaria, che è la forma della rivoluzione socialista nel nostro paese.

Sulla base dell’esperienza, a partire dal 2012 abbiamo compreso, definito e verificato che per diventare “comunisti di tipo nuovo” non era sufficiente conoscere e condividere la concezione comunista del mondo, perché questo non portava automaticamente all’assimilazione (cioè alla revisione autocritica della propria concezione) e senza assimilazione non era possibile progredire nell’applicare nella pratica la concezione comunista.

Abbiamo via via compreso che dovevamo andare più a fondo, dovevamo trasformare anche la mentalità dei membri del Partito e quegli aspetti della loro personalità che ostacolano la loro attività di comunisti. Un processo educativo e formativo strettamente legato all’intervento nella lotta di classe e teso a promuovere la partecipazione con sempre più scienza e coscienza alla rivoluzione. Alla luce di questa scoperta abbiamo lanciato la parola d’ordine “chi non mette in discussione la propria concezione, la propria mentalità e la propria personalità, create dalle circostanze in cui è cresciuto e quindi per forza di cose impregnate di concezioni e abitudini borghesi e clericali, arranca davanti ai compiti che il Partito e la situazione gli pongono e non è in grado di essere educatore, formatore e organizzatore comunista”. La trasformazione della mentalità e di aspetti della personalità è un cambiamento particolare e più difficile per noi comunisti dei paesi imperialisti, perché controcorrente (contro il comune sentire imposto come modo di sentire “naturale” e “ovvio” dalla borghesia e dal clero, in particolare da quando negli anni ’70 hanno ripreso in mano la direzione del corso delle cose a livello mondiale). Richiede quindi un particolare sforzo, delle forzature e dei procedimenti specifici, che stiamo man mano scoprendo e sintetizzando.

La comprensione dei passi che dovevamo compiere nella cura, formazione e trasformazione dei quadri (a partire dalla testa, dai dirigenti) ci ha permesso di capire meglio perché la costruzione del nuovo potere avanza ancora lentamente, nonostante il livello raggiunto dal Partito nel bilancio dell’esperienza del movimento comunista, nell’analisi del corso delle cose e nella definizione della linea generale e nonostante il celere procedere della crisi generale del capitalismo. La formazione di quadri e l’elevazione del livello della nostra pratica (“la messa della nostra pratica all’altezza della nostra teoria”) sono l’aspetto decisivo del progresso della Guerra Popolare Rivoluzionaria.(6)


6. Per approfondimenti consiglio l’articolo Formare e “curare” la personalità dei comunisti per creare la nuova classe dirigente del proletariato e delle masse popolari in La Voce n. 59.


Il bilancio dell’esperienza condotta dal Partito nel campo della RIM dei quadri comunisti ci consente di fare un ulteriore passo avanti nell’applicazione del sesto apporto del maoismo nel campo della formazione di comunisti adeguati ai compiti della fase (cioè in grado di applicare la scienza comunista per attuare la linea strategica e tattica del Partito). Per questo abbiamo stabilito che dovevamo elevare il livello intellettuale e morale dei quadri del Partito in modo da migliorare la loro pratica nell’assolvere i compiti del Partito. Elevare il livello dei quadri era necessario per elevare il livello del Partito (consolidamento e rafforzamento) e far progredire la GPRdiLD LD (lotta per il GBP e il socialismo).

La Carovana per 40 anni ha promosso nel nostro paese l’unione delle verità universali del marxismo-leninismo-maoismo con la pratica concreta del fare la rivoluzione. Essa ha accumulato un’enorme patrimonio di analisi ed elaborazione in diversi campi (sull’analisi della crisi, sul bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria, sulla storia del movimento comunista internazionale e del nostro paese, sull’opera di Antonio Gramsci, sul bilancio degli anni ’70, sui problemi della strategia e della tattica dei comunisti). Un patrimonio che è a disposizione (reperibile sul nostro sito) dei comunisti che vogliono appropriarsi dell’esperienza storica della lotta per il socialismo per portarla sempre più avanti. I due Partiti della Carovana sono stati i promotori, i propagandisti e gli organizzatori della comprensione e dell’utilizzazione della scienza comunista (il materialismo dialettico) come guida per conoscere il mondo attuale (le condizioni oggettive e soggettive della rivoluzione socialista) e come metodo di azione per trasformarlo.

Abbiamo svolto un lavoro sempre più sistematico e accurato nel raccogliere e studiare i materiali riguardanti la storia e la vita economica e politica del nostro paese e l’evoluzione della seconda crisi generale. Abbiamo conseguito diversi successi nel campo della formazione e dello studio (corsi sul MP, corsi ritiro, iniziative politiche culturali delle sezioni del P.CARC). Siamo impegnati, a partire dalla svolta politica impressa dalle elezioni del 4 marzo 2018, a condurre una specifica attività di ricerca sull’attività del governo, sulla struttura e sul funzionamento dello Stato necessaria per preparare i comunisti a diventare la nuova classe dirigente del paese.


2.1. Migliorare il nostro studio

Praticando la linea “darsi i mezzi della propria politica” e tenendo conto della svolta in campo politico in corso nel nostro paese (e a livello internazionale) e delle possibilità che essa offre allo sviluppo della rivoluzione socialista nel nostro paese, dobbiamo fare un passo avanti nella formazione della futura classe dirigente (dei comunisti che guidano la classe operaia e il resto delle masse popolari nella rivoluzione socialista, nell’instaurazione del socialismo e nella transizione verso il comunismo: solo nel comunismo le masse popolari non hanno più bisogno di classe dirigente). A questo fine dobbiamo connettere sempre più lo studio e la formazione con la pratica. In concreto questo si traduce:

- nel conoscere l’esperienza storica del movimento comunista internazionale e in particolare del nostro paese, per comprendere più concretamente le sintesi a cui è giunta la Carovana del (n)PCI: senza questa “alfabetizzazione storica”, e quindi la conoscenza almeno per linee generali degli avvenimenti più importanti, non è possibile comprendere a fondo le scoperte fatte della Carovana. Esse appaiono delle formule astratte, delle opinioni, dei dogmi da difendere e da veicolare anziché delle sintesi scientifiche che servono per capire il mondo per trasformarlo;

- nello studiare la nostra concezione per capire e per fare meglio (anziché il “sapere per il sapere”), per avanzare nell’attuazione del nostro piano di azione per fare la rivoluzione nel nostro paese (Governo di Blocco Popolare e socialismo);

- nel verificare e aggiornare attraverso la pratica (inchiesta, esperienze tipo) la nostra analisi e linea, i nostri criteri e metodi;

- nell’imparare a fare analisi concreta della situazione concreta in modo da essere più capaci nello scovare, cogliere e valorizzare gli appigli che le condizioni oggettive e soggettive ci pongono ai fini dei compiti e degli obiettivi tattici del Partito.

Dobbiamo suscitare nei quadri entusiasmo per uno studio serio della situazione politica attuale (contro lo smarrimento e il piagnisteo seminati dalla sinistra borghese) e per uno studio serio della storia del nostro paese che è ricca di insegnamenti per la nostra opera di oggi. Nei corsi e nei percorsi di formazione individuale dobbiamo guidare i quadri allo studio e alla conoscenza della scienza comunista in modo pratico, connettendola strettamente alla storia politica del nostro paese, alla storia del movimento comunista e alla strategia e tattica del Partito.

Dobbiamo aiutare i quadri a chiedersi il perché delle cose, a riflettere di più e meglio sulle esperienze che fanno e sulle esperienze del Partito, sui problemi teorici e pratici che incontrano nella loro attività e su quelli che incontra il Partito nel fare la rivoluzione socialista. Questo è lo studio che ci serve per usare, verificare e arricchire la concezione comunista del mondo e avanzare nella nostra lotta.

I quadri, a loro volta, devono studiare coscienziosamente la situazione e partire dalla realtà oggettiva e non dai loro desideri soggettivi (soggettivismo, idealismo), studiare per fare e non studiare per sapere (in questo caso sarebbe un sapere fine a se stesso, quindi dogmatismo o accademia).

Anche nello studio dobbiamo usare il principio fondamentale del marxismo costantemente raccomandato da Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao: l’unità tra teoria e pratica.


2.2. Il formatore deve dirigere l’allievo a unire la teoria con la pratica

La Carovana e il Partito da sempre si sono posti il compito di studiare in modo sempre più sistematico e completo la realtà che ci circonda, fondandosi sulla teoria e sul metodo materialista-dialettico, per sottoporre a inchieste e a studio minuzioso le attività dei nostri nemici, quelle dei nostri amici e le attività del Partito e poi trarre le conclusioni logicamente necessarie. Abbiamo fatto nostra la linea di Mao sullo studio e sull’inchiesta per migliorare la comprensione delle condizioni e delle forme della nostra lotta: “occorre indirizzare l’attenzione dei nostri compagni verso le inchieste e gli studi concernenti i fatti reali; far loro comprendere che il compito fondamentale degli organi dirigenti del partito consiste in due cose importanti: conoscere la situazione e saper applicare bene la linea politica generale, ossia conoscere il mondo e trasformarlo. I nostri compagni devono capire che chi non ha compiuto inchieste non ha diritto di parola, che le chiacchiere pretenziose dette a casaccio e l’elencazione dei fenomeni secondo l’ordine numerico 1, 2, 3, 4 non servono a nulla (…) In qualsiasi settore di lavoro occorre conoscere la situazione reale prima di poter trovare una buona soluzione. L’applicazione di un piano di inchieste e di studio in tutto il partito è l’anello capace di portare a una svolta nello stile di lavoro del partito”.(7)

I dirigenti e i membri del Partito devono fare passi avanti nella propria formazione, nel lavoro di inchiesta e nella cura e nella formazione dei diretti. Devono sempre più legare lo studio dei documenti del Partito e della letteratura del movimento comunista alle esigenze (ai problemi e alle questioni) della pratica rivoluzionaria.

Per ogni testo studiato e per ogni esperienza di formazione, il dirigente (il formatore) deve portare il diretto (l’allievo) a riflettere, ragionare e fissare gli insegnamenti che trae ai fini della sua azione e della sua trasformazione in comunista di tipo nuovo.

Ogni allievo deve studiare per imparare a pensare, per ragionare sulla situazione politica, economica e culturale del paese, per comprendere meglio il ruolo e i compiti dei comunisti, per comprendere meglio se stessi, i compagni dei propri collettivi (concezione, mentalità e personalità, punti di forza, limiti) e il ruolo politico e sociale di ognuno di essi. In definitiva si tratta di riflettere e approfondire l’analisi e la pratica del Partito. Ogni testo di studio deve essere selezionato secondo obiettivi precisi (conoscenza della linea del Partito, alfabetizzazione storica, percorsi di RIM e CAT).

Dopo lo studio di un testo l’allievo deve riflettere e rispondere a tre domande:

1. cosa mi insegna questo testo ai fini del mio processo di RIM e CAT (per la mia trasformazione in comunista),

2. cosa mi insegna questo testo ai fini dei miei compiti nel Partito,

3. cosa mi insegna questo testo ai fini dei compiti del Partito e della lotta per avanzare nella rivoluzione socialista (problematizzare la nostra analisi e la nostra linea per arrivare ad una linea più avanzata e più pratica).

Questo metodo è l’applicazione delle tre direttrici nello studio.(8)


7. Mao Tse-tung Riformare il nostro studio, in Opere di Mao Tse-tung vol. 8, pag. 119.


8. Le tre direttrici sono state sintetizzate nella Lotta ideologica attiva (LIA) del 2014 in Campania il cui obiettivo era l’individuazione e la formazione di un nuovo gruppo dirigente all’altezza dei compiti. La pratica delle tre direttrici serviva per portare ogni compagno ad essere attivo nel dare il proprio contributo al superamento dei limiti ideologici oggetto della LIA e alla lotta per la formazione del gruppo dirigente. Ogni compagno doveva in ogni contesto e situazione

1. chiedersi cosa può (deve) fare lui per contribuire a far avanzare la Carovana, individuando quello che può fare individualmente e farlo;

2. individuare quello che bisogna fare nell’organismo in cui milita per contribuire a far avanzare la Carovana e proporlo, spiegarlo, affrontare le resistenze e le obiezioni, ecc., accogliere con attenzione le proposte degli altri, individuare e mobiliare la sinistra, rafforzarla con la coscienza della sua linea, del suo ruolo, portandola ad adempierlo;

3. individuare quello che può (deve) fare per contribuire a far avanzare la Carovana nel lavoro che come individuo e come organismo sta svolgendo verso le masse popolari organizzate (OO e OP) e verso le masse popolari non organizzate.



3. Conclusione

È questo il tipo di studio che ci aiuta a non restare sul generale, a non limitarsi a ripetere il generale e a non vedere la teoria sconnessa dalla pratica, ma a vedere che il generale vive nel particolare e come, che il particolare arricchisce e rende vivo il generale e come.

Nelle nostre file gran parte dei quadri hanno ancora difficoltà a legare la teoria con la pratica, a legare lo studio con la pratica. Rispondere alle (e riflettere sulle) tre domande sopra indicate aiuta a trattare ad un livello avanzato i problemi e ad avere una visione più pratica dello studio. Una visione che porta ad essere più lungimiranti e ad affrontare con più serenità i percorsi di RIM (contrastando il senso di inadeguatezza e lo scetticismo rispetto alla possibilità di attuare il piano strategico e tattico del Partito). Questo approccio permette di migliorare il nostro metodo di studio perché contrasta la pigrizia intellettuale, l’approssimazione e la superficialità.

Questo percorso è indispensabile per la formazione di comunisti di tipo nuovo che costruiscono il nuovo potere delle masse popolari organizzate, perché

1. crea una sana dialettica tra quello che uno è, quello che uno dice e quello che uno fa (ognuno di noi è comunque una unità e la separazione tra quello che è, quello che dice e quello che fa porta la scissione nell’unità, scissione da cui derivano la doppia e tripla morale, gli alti e bassi nell’umore e nella pratica);

2. porta ogni compagno ad avere una visione unitaria di sé e della realtà che lo circonda; questo lo porta ad essere più forte moralmente e quindi più sereno e lungimirante (perché ha una comprensione superiore della realtà oggettiva e dei modi in cui può agire per trasformarla);

3. porta ad avere un concreto di pensiero di sé e dei propri compagni di lotta più coerente con il concreto reale.

Questo percorso porta a costruire una sana dialettica tra individuo e collettivo e tra militante e Partito (ad adottare uno stile di vita e di lavoro e la gestione delle relazioni personali in funzione dei compiti del Partito).

Noi esigiamo che ogni membro aderisca al marxismo-leninismo-maoismo e al nostro Manifesto Programma, cioè alla concezione comunista del mondo. Questo processo avviene tramite lo studio e l’attività pratica. Quello che definisce la qualità del processo e il livello della trasformazione è, in definitiva, misurato da quanto strettamente la nostra pratica è connessa con i compiti del Partito di questa fase (allargamento della breccia, consolidamento del Partito, lavoro dei Comitati di Partito).

Sintetizzando: per elevare la nostra pratica all’altezza della nostra teoria, la via maestra è lo studio sempre più finalizzato alla pratica, uno studio strettamente connesso con la pratica del Partito. È questo il processo che porta anche alla trasformazione della concezione, della mentalità e della personalità dei comunisti in modo da diventare sempre più capaci di orientarsi da soli e di applicare in ogni situazione la linea del Partito.

Sergio G.