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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXII - novembre 2020

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L’alternativa non è tra MES e Recovery Fund

Estratti e integrazioni del Comunicato CC n. 15 del 22 aprile 2020

L’alternativa è tra sottostare alle iniziative (comprese il MES e il Recovery Fund) con le quali i gruppi imperialisti europei cercano di ingrandire la loro parte nel sistema finanziario internazionale oppure rompere le catene del sistema finanziario internazionale, creare una moneta nazionale, abolire o almeno consolidare il Debito Pubblico.

Il governo italiano come tutti i governi dell’eurosistema ha rinunciato completamente al potere di creare denaro, ma anche i governi degli altri paesi imperialisti sottostanno in questo campo a stretti limiti.

Un governo succube della borghesia imperialista limita la creazione di denaro: da ciò viene il fatto che (come la Federal Reserve degli USA, la Banca d’Inghilterra, ecc.) la BCE (Mario Draghi, ora Christine Lagarde) con il “Quantitative Easing” non dà soldi direttamente alle pubbliche autorità, ma alle banche e ai gruppi finanziari da cui acquista titoli e a cui fa prestiti. Questi danno denaro alle autorità attraverso il meccanismo dei titoli del Debito Pubblico. Un meccanismo grazie al quale capitalisti, banche, istituzioni finanziarie, gruppi finanziari e speculativi guadagnano cinque volte:

- con la differenza tra il valore nominale dei titoli (che lo Stato rimborsa alla scadenza) e il prezzo che pagano le istituzioni finanziarie che li acquistano alle aste dallo Stato che li emette (mercato primario),

- con le commissioni che gli Stati pagano ai gruppi ammessi alle aste per collocare i titoli del Debito Pubblico tra un pubblico più vasto, ivi comprese le banche centrali che li acquistano (mercato secondario) in cambio di denaro fresco,

- con gli interessi che i possessori di titoli del Debito Pubblico incassano annualmente dagli Stati,

- con la compra-vendita dei titoli sul mercato finanziario e speculativo (Borse titoli e altre),

- con i profitti che fanno con la produzione dei beni e servizi che gli Stati acquistano con i soldi dei nuovi debiti.

Se le autorità creassero denaro distribuendo reddito sotto l’una o l’altra forma di ammortizzatori sociali e contributi alle aziende, svaluterebbero il capitale dei gruppi finanziari e speculativi. In un paese capitalista infatti ognuno vende suoi beni, servizi e proprietà al prezzo più alto che gli riesce di spuntare (è l’economia mercantile che vige in ogni paese capitalista). Se lo Stato crea denaro, chi vende cercherà di alzare il prezzo dato che trova clienti. Se lo Stato permette che i prezzi salgano, il gruppo finanziario che aveva un capitale di 100 in denaro, si trova che con il suo capitale può comperare sempre meno: il suo capitale diminuisce.

I gruppi finanziari e speculativi sono disposti a prestare denaro e hanno bisogno di prestare denaro agli Stati: il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) e il Recovery Fund sono istituzioni e operazioni con cui lo fanno. Ma lo prestano alle loro condizioni.

- A condizione di avere garanzie che le autorità non creino denaro oltre quello che essi consentono. Per raccogliere tutto il denaro di cui esse hanno bisogno, le autorità devono vendere ai gruppi finanziari e speculativi a prezzi “concordati” beni demaniali e servizi. I gruppi finanziari e speculativi aspirano a convertire il loro capitale finanziario in beni demaniali e servizi pubblici degli Stati invece che limitarsi a comperare titoli e prestare soldi: prima di aver spolpato l’Italia al livello in cui hanno ridotto la Grecia [immaginatevi Rockefeller proprietario del Colosseo o del Ponte dei Sospiri] vi avrebbero investito una certa quota del loro attuale capitale. È il meccanismo attraverso il quale a partire dagli anni ’70 è avvenuta la ricolonizzazione dei paesi oppressi, africani e asiatici in particolare: i prestiti imposti dalle istituzioni finanziarie (FMI, Banca Mondiale, ecc.) alle autorità di questi paesi sono stati tramutati (di fronte all’impossibilità di questi ultimi di pagare interessi, rate e commissioni) in concessioni sullo sfruttamento delle risorse naturali e nell’acquisto di industrie e servizi pubblici di questi paesi (il piano Brady è un modello).

- Un’altra condizione è che le autorità prendano misure che aumentano i profitti del capitale impiegato nella produzione di beni e servizi: riduzione dei salari, delle pensioni, dei diritti dei lavoratori, delle leggi di salvaguardia dell’ambiente e di altri simili “lacci e laccioli” che durante la prima ondata della rivoluzione proletaria (1917-1976) i capitalisti hanno ingoiato.

A differenza di un governo dei capitalisti (succube dei capitalisti), il Governo di Blocco Popolare potrebbe emettere (con banconote o con scritture di conto corrente bancario) una sua moneta D (come lo sarebbero stati sostanzialmente i minibot proposti da Salvini per diventare il centro del malcontento, indignazione e rivolta delle masse popolari, approvati dal Parlamento quasi all’unanimità il 28 maggio 2019 e su cui Salvini ha fatto dietrofront di fronte ai gruppi imperialisti europei) comunque denominata e imporne il corso forzoso: cioè imporre che chiunque nei confini dello Stato mette in vendita un bene o un servizio è tenuto per legge a indicarne il prezzo in D (o per lo meno anche in D) e a cederlo a chi gli offre il prezzo in D che lui ha indicato. Lo Stato stesso dovrebbe pagare forniture e prestazioni con D, distribuire reddito in D e accettare D a pagamento di imposte e tasse, contributi, servizi, multe, condanne, ecc. Dovrebbe nel contempo stabilire il cambio tra D e altri denari X in circolazione all’estero (o anche nel paese e comunque usati da fornitori e clienti) e fare i conti con quelli che chiedessero D in cambio di X o X in cambio di D. Il GBP potrà emettere tanto denaro quanto ritiene conveniente emetterne per realizzare i suoi propositi. Un governo dei capitalisti (succube ai capitalisti) non può giovarsi di questo fatto, perché creando denaro il governo distruggerebbe (svalorizzerebbe) il capitale finanziario e speculativo; un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate invece lo farà.

Quanto alle minacce e alle ritorsioni di cui sarà bersaglio, si tratta di vedere di che natura sono: il Governo di Blocco Popolare ci farà fronte come ci fanno fronte Iran, Cuba, Venezuela, Cina, Russia, ecc.

Creare le condizioni per rompere le catene del sistema finanziario internazionale implica però promuovere in ogni azienda privata e pubblica la costituzione di organismi operai e popolari che salvaguardano posti di lavoro e servizi pubblici, promuovono l’organizzazione delle masse popolari in ogni zona d’abitazione, agiscono da autorità pubbliche contrastando gli effetti della crisi generale, si coordinano tra loro fino ad avere la forza di costituire un proprio governo d’emergenza, il Governo di Blocco Popolare e farlo ingoiare alla borghesia imperialista, al Vaticano, alla malavita organizzata e ai loro padrini: i gruppi imperialisti europei, USA e sionisti!

Non c’è altra via per porre fine al catastrofico corso delle cose, che distrugge uomini e cose, l’intera società umana. La pandemia in corso lo mostra chiaramente. La borghesia imperialista impone l’attuale catastrofico corso delle cose non perché i singoli capitalisti sono tutti cattivi, ma perché il loro sistema li obbliga a questo: ogni capitalista deve valorizzare il suo capitale, se uno non lo fa i concorrenti lo soppiantano. Un capitalista può fare beneficenza, ma non esiste un capitalismo umanitario. Superare la crisi del capitalismo implica instaurare il socialismo e dare il via alla sistematica trasformazione del sistema di relazioni sociali.

Antonio L.