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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - marzo 2021

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18 marzo 28 - maggio 1871 La Parigi dei lavoratori, con la sua Comune, sarà eternamente esaltata come l'araldo glorioso di una nuova società. I suoi martiri hanno il loro santuario nel grande cuore della classe operaia. E i suoi sterminatori la storia li ha già inchiodati a una gogna eterna, dalla quale tutte le preghiere dei loro preti non riusciranno a riscattarli.

Karl Marx La guerra civile in Francia (1871)

 

Nel 150° anniversario della Comune di Parigi (18 marzo - 28 maggio 1871), il nuovo Partito comunista italiano oltre a partecipare alle celebrazioni del primo “assalto al cielo” fatto dal proletariato, raccoglie e diffonde gli insegnamenti che la Comune ha dato al movimento comunista di tutto il mondo.

È importante rendere omaggio all’eroica impresa della Comune, ma più importante ancora è comprendere, assimilare e applicare le lezioni che essa ci ha dato.

Il movimento comunista non ha ancora instaurato il socialismo in nessuno dei paesi imperialisti. Nonostante le esortazioni e pressioni di Lenin e dell’Internazionale Comunista capeggiata da Stalin, nel corso della prima crisi generale del capitalismo i partiti comunisti dei paesi imperialisti non hanno compreso, assimilato e applicato gli insegnamenti che la Comune ha dato al mondo tanta è la forza del sistema di controrivoluzione preventiva e la sua influenza anche nelle nostre file. La Comune ha avuto eredi e continuatori solo in paesi arretrati dal punto di vista dello sviluppo del modo di produzione capitalista (la Russia e la Cina sono stati i maggiori). Oggi in particolare due grandi insegnamenti della Comune sono all’ordine del giorno, stante la situazione rivoluzionaria in sviluppo in cui operiamo.

1. Il proletariato francese per primo, dopo la nascita del movimento comunista cosciente e organizzato (1848) grazie all'opera di Marx ed Engels, ha tentato ‘‘l'assalto al cielo’’ e nonostante l’eroismo dei comunardi è stato sconfitto. Esso ci ha mostrato i miracoli di eroismo di cui le masse popolari sono capaci. Solo grazie ai limiti ed errori della Comune stessa la borghesia riuscì a vincere e stroncò la Comune. Molti comunisti e storiografi hanno messo in luce i limiti e gli errori della Comune (aver permesso ai reazionari di ritirarsi in forze da Parigi, non aver marciato risolutamente su Versailles prima che le forze reazionarie si rafforzassero, non essersi impadronita della Banca di Francia togliendo così alla borghesia e al clero il potere che il denaro conferiva loro su gran parte della popolazione francese e altri). Con la sua sconfitta la Comune ha dimostrato ai comunisti di tutto il mondo che la rivoluzione socialista per sua natura non ha e non può avere la forma di una rivolta di massa che esplode spontaneamente e nel corso della quale i comunisti progrediscono, si uniscono, si temprano e in definitiva prendono la direzione e conducono le masse popolari alla

vittoria. Una lezione analoga a quella che ci hanno successivamente confermato in Italia il Biennio Rosso (1919 - 1920) e negli anni ‘70 il movimento dei Consigli di Fabbrica, in Germania, in Austria, in Ungheria e in Polonia le rivolte del 1918 - 1919, in Spagna le rivolte degli anni ’30 culminate nella guerra di Spagna 1936 - 1939.

 La rivoluzione socialista vince solo se ha la forma di una guerra popolare rivoluzionaria promossa da un partito comunista il quale ha una comprensione abbastanza avanzata delle condizioni della lotta di classe da essere capace di promuovere la ribellione delle masse popolari: elevare la loro resistenza spontanea all’oppressione dei capitalisti e del clero fino a che esse costituiscono una forza organizzata, dirigere le masse popolari organizzate a prendere il potere e a tenerlo saldamente in mano dando il via alle trasformazioni di cui le masse popolari hanno bisogno. Quelli che pensano che il partito comunista nasca nel corso delle lotte di massa sono fuori strada: non tengono conto della lezione che la Comune ci ha dato 150 anni fa. La Comune è stata sconfitta, ma il proletariato può vincere e vincerà!

2. Secondo grande insegnamento della Comune è che la ferocia criminale della borghesia non ha limiti. Su una popolazione che a Parigi ammontava a circa 400 mila persone, la borghesia vittoriosa ne massacrò da 20 a 30 mila e ne esiliò nelle colonie alcune altre decine di migliaia. Contro la Comune la borghesia e il clero cattolico, diretto allora da Pio IX, si unirono in una nuova “santa alleanza” e contarono di aver stroncato per sempre il proletariato. Invano! Noi comunisti abbiamo assimilato che la borghesia reprime e reprimerà senza alcun ritegno. Il limite alla sua ferocia sta solo nel prevenire le sue mosse, approfittare senza riserve della contraddizione antagonista che contrappone la borghesia imperialista alle masse popolari e alla media e piccola borghesia e dei contrasti che contrappongono l’uno all’altro i gruppi imperialisti e tagliarle gli artigli.

Chi si aspetta che la borghesia imperialista faccia di per sé un uso moderato della sua forza, si illude. Non solo la Comune, ma mille episodi della lotta di classe, dall’Indonesia (1965), al Cile (1973), alle cento guerre in corso confermano questa lezione.

Il proletariato vincerà perché i comunisti comprendono sempre più a fondo le condizioni della lotta di classe, correggono i loro errori e superano i loro limiti e applicano le lezioni dell’esperienza nel promuovere e dirigere la rivoluzione socialista in corso.

La Comune di Parigi è stata l’araldo delle lotte che creano il nostro futuro!