La Voce 67 (ritorna all'indice)

del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - marzo 2021

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La situazione politica e i compiti dei comunisti

Avvalendosi della fattiva collaborazione di Matteo Renzi e Sergio Mattarella, in stretta combinazione con le istituzioni dell’UE e in accordo con gli imperialisti USA (NATO) e sionisti, i vertici della Repubblica Pontificia hanno sostituito il governo Conte 2 con il governo Draghi. Draghi è il commissario UE per l’Italia e il suo governo rimette in sella l’ammucchiata dei partiti delle Larghe Intese (polo PD e polo Berlusconi e Lega) e imbarca quegli esponenti del M5S che si sono venduti proprio a quella “casta” per estirpare la quale erano approdati in Parlamento con il voto e il sostegno popolare.


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La Comune di Parigi

Capitolo 1, vol. 7 di Storia universale dell'Accademia delle scienze dell'URSS,pubblicata in italiano da Teti Editore (Roma, 1975, info@sandrotetieditore.it). Disponibile sul sito del (n)PCI al link:

www.nuovopci.it/scritti/varie/La_Comune_di_Parigi_Storia_universale_Accademia_scienze_URSS.html

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Il nuovo governo ha il mandato di attuare senza se e senza ma il programma comune della borghesia imperialista. Nel suo discorso al Senato Draghi ha avuto perfino la sfrontatezza di dire che quello che il governo italiano deve fare nei prossimi dieci anni è già deciso: lo hanno deciso i gruppi imperialisti UE e, quale che sia il risultato delle elezioni politiche se e quando ci saranno, non cambierà nulla. I governi delle Larghe Intese tra polo PD e polo Berlusconi hanno governato l’Italia da più di trent’anni a questa parte. Continueranno nella situazione nuova, ulteriormente peggiorata, l’opera nefasta che hanno svolto negli anni passati. Hanno eliminato, rosicchiato o snaturato molte delle conquiste che le masse popolari avevano strappato alla borghesia quando il movimento comunista era forte nel mondo, nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria (1917 - 1976) sollevata nel mondo dalla costituzione e dallo sviluppo dell’Unione Sovietica di Lenin e Stalin. L’elenco è lungo: dalla giusta causa per i licenziamenti individuali (art. 18 dello Statuto dei Lavoratori abolito dal governo Renzi), al Servizio Sanitario Nazionale, alle pensioni, alle Case Popolari, all’equo canone, all’istruzione pubblica di qualità. Hanno privatizzato gran parte del comparto pubblico delle banche e delle aziende produttrici di merci (beni e servizi) dall’IRI in giù, una parte importante dei servizi pubblici, dei mezzi di trasporto e delle vie di comunicazione (quelle che non hanno privatizzato le hanno date in concessione a Benetton e ad altri criminali simili), delle strutture addette alla manutenzione dell’ambiente. Hanno contribuito all’aggravamento della crisi ambientale. Hanno dato il via alle grandi opere pubbliche inutili quando non dannose (TAV, TAP, grandi eventi, ecc.). Hanno permesso la riduzione e la delocalizzazione di molte aziende e di interi settori produttivi (computer, autoveicoli, elettrodomestici, siderurgia e altri). Hanno dato il via al riarmo, alla produzione di armi, all’esportazione di armi, alla partecipazione di militari italiani alle guerre NATO, USA, europee contro i paesi oppressi e alla partecipazione a sanzioni finanziarie e commerciali contro i paesi che non accettavano di lasciare piena libertà ai grandi gruppi imperialisti di compiere scorrerie nel loro territorio. Hanno asservito l’Italia, già sottomessa alla NATO dal regime DC, anche alle istituzioni comuni dei gruppi imperialisti europei (UE, BCE, ecc.). Non c’è campo in cui la loro opera non ha contribuito a peggiorare le condizioni di lavoro e di vita delle masse popolari italiane. La pandemia da Covid-19 e l’impotenza del sistema sanitario a prevenirla, contenerla e porvi fine (la speculazione sui vaccini) sono l’ultima manifestazione dei risultati della loro opera e confermano che le masse popolari non possono attendersi dai gruppi imperialisti un’inversione del catastrofico corso delle cose.

L’installazione del governo Draghi richiede che 1. facciamo una messa a punto della linea che seguiamo per far avanzare la rivoluzione socialista del nostro paese, 2. tiriamo il bilancio dell’attività che abbiamo svolto dal 2018 a oggi per approfittare ai fini dell’attuazione del nostro piano d’azione della costituzione e dell’opera dei governi Conte 1 e 2, 3. individuiamo cosa ci insegnano la formazione, l’attività e la fine dei governi M5S – Lega e M5S - PD (i governi della “breccia” nel sistema delle Larghe Intese) ai fini del Governo di Blocco Popolare.

Ogni organizzazione della Carovana del (n)PCI, coerentemente con la concezione della rivoluzione socialista che ci è propria (ricavata dal bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria del 1917 - 1976), deve dedicare a questo lavoro il tempo e le energie necessarie. È la base per mettere a frutto i risultati e rafforzare le posizioni che abbiamo raggiunto, per individuare gli errori da correggere e i limiti da superare, per elevare il livello ideologico e politico delle nostre forze e allargarle, per far diventare la resistenza spontanea delle masse popolari all’oppressione dei capitalisti una forza organizzata capace di prendere in mano la direzione del paese. Questo articolo serve ad avviare questo lavoro.

Prima di tutto occorre adeguare la nostra linea d’azione al nuovo contesto. Da quando nel 2008 la crisi generale del capitalismo è entrata nella sua fase acuta e terminale, la linea generale che seguiamo per far avanzare la rivoluzione socialista nel nostro paese è quella di creare le condizioni necessarie alla costituzione del Governo di Blocco Popolare e la attuiamo avvalendoci degli appigli e degli spunti che la situazione presenta.(1)


1. Gli appigli che abbiamo la capacità di individuare e usare, cosa che non è innata né casca dal cielo. Individuare gli appigli è questione di assimilazione e applicazione della scienza comunista, usarli è questione di slancio, dedizione, scelta di vita e di organizzazione delle nostre forze: da qui l’importanza della riforma intellettuale e morale per selezionare e formare i membri del partito comunista. La scelta di vita, in particolare, è un aspetto essenziale nel nostro e negli altri paesi imperialisti, dove il sistema di controrivoluzione preventiva fa sì che le persone intelligenti, energiche e capaci di vita sociale che a venti trent’anni imboccano la strada della rivoluzione socialista sono rare e ci sono molte persone di buone intenzioni che si limitano a dichiarare e a professare teorie (o a promuovere proteste e appoggiare rivendicazioni). Allo stesso tempo la scelta di vita dà i suoi frutti solo se si combina con posizioni, analisi e linea giuste in un partito e in un movimento che le abbia. In Italia è esperienza storica: il PCI degli anni ‘40, ‘50 e ancora perfino degli anni ‘60 era pieno di compagni dediti anima e corpo, ma il risultato è il pantano in cui ci siamo ritrovati.


A questo fine abbiamo via via definito linee d’azione particolari, che dal 2018 sono state:

- dopo il 4 marzo 2018 (vittoria del M5S alle elezioni politiche e tentativo Mattarella di mettere in piedi un nuovo governo ancora di Larghe Intese), “promuovere manifestazioni di piazza e pronunciamenti fino a indurre i vertici della Repubblica Pontificia a rispettare i risultati delle elezioni”;

- dal giugno 2018 (formazione del governo M5S - Lega), “allargare la breccia”: 1. spingere, fino a dove si riesce ad arrivare, il governo M5S - Lega e suoi esponenti a far leva sulle masse popolari per rinnovare e salvare il paese, per realizzare il cambiamento che M5S e Lega hanno promesso e in nome del quale hanno raccolto voti; 2. portare le masse popolari a organizzarsi di più per fare pressione sul governo M5S - Lega, per prendere in mano l’attuazione delle misure a loro favorevoli prese dal governo contro chi le ostacola e sabota, per attuare direttamente le misure che hanno la forza di attuare e su cui il governo tentenna, per opporsi e boicottare le misure antipopolari del governo; 3. portare le masse a rendersi conto per loro esperienza che esse devono prendere il posto del governo Conte con un proprio governo d’emergenza;

- a febbraio 2020 (manifestazione del M5S contro il ripristino dei vitalizi dei parlamentari), “sostenere eletti e attivisti del M5S a risalire la china”: 1. incitare azienda per azienda, scuola per scuola, quartiere per quartiere i lavoratori, i giovani, i disoccupati, i pensionati a organizzarsi in comitati, associazioni, ecc. e a mobilitarsi per far fronte ai mille problemi che li assillano; 2. sostenere con l’azione di governo e con l’azione di massa gli organismi operai e popolari già esistenti e quelli che si formano, senza riguardi per l’opposizione dell’UE, della NATO e dei gruppi imperialisti italiani e stranieri; 3. attuare le misure favorevoli alle masse popolari e abolire o non attuare e sabotare quelle antipopolari messe in opera dai governi Conte 1 e Conte 2;

a marzo 2020 (scoppio della pandemia e oscillazioni del governo Conte 2), “non restare in casa e non lasciar fare al governo M5S - PD, ma mobilitare e organizzare le masse popolari a far fronte all’emergenza”; pubblica Pontificia avevano in corso l’operazione di Draghi commissario UE per l’Italia), “mobilitarsi e mobilitare per impedire l’installazione di Draghi”.

Adesso che il governo Draghi si è installato, compito nostro e dei comunisti ovunque collocati è quello di

1. sostenere ogni forma di opposizione, protesta e lotta contro il neonato governo Draghi, mobilitare ogni settore delle masse popolari contro il tentativo di sottomettere il paese al programma comune della borghesia imperialista, contro il commissariamento del nostro paese da parte dell’UE e la sottomissione alla NATO;

2. smascherare nella maniera più capillare di cui siamo capaci, padrini e protagonisti del governo della Confindustria, del Vaticano, della finanza internazionale: Jorge Mario Bergoglio il predicatore della comunanza di interessi tra carnefici e vittime, Mario Draghi il boia in guanti gialli, Sergio Mattarella il vendipatria esponente della Mafia ai vertici dello Stato, Enrico Letta successore di Nicola Zingaretti il servo dei padroni, Matteo Renzi l’aguzzino di Confindustria, Silvio Berlusconi il socio di Cosa Nostra, Matteo Salvini il socio di ‘ndrangheta, Luigi Di Maio il venduto;

3. impedire con ogni mezzo il consolidamento del governo Draghi, moltiplicare le proteste, usare le mobilitazioni in corso e quelle che verranno per sviluppare e allargare la rete delle organizzazioni operaie e popolari, incanalare le mille forme di resistenza spontanea a moltiplicarsi, consolidarsi e rafforzare il nuovo sistema di potere fondato sul coordinamento delle organizzazioni operaie e popolari.

Per attuare questa linea possiamo contare sul fatto che la crisi del sistema politico della borghesia imperialista, la crescita della resistenza spontanea delle masse popolari in termini di organizzazione, di estensione e di combattività, la spinta a dare vita a patti d’azione, fronti comuni e coordinamenti e a mobilitazioni unitarie, la tensione a far esistere un partito comunista all’altezza della situazione (2) continueranno e anzi si rafforzeranno. Per quanto riguarda lo sviluppo dell’unità d’azione (patti, fronti, coordinamenti di forze sindacali, politiche e sociali) e delle mobilitazioni comuni, la cosa è già evidente. I principali sindacati alternativi e di base sono all’opera e la loro azione fa da contraltare e da incalzo ai sindacati di regime, schierati a sostegno del governo Draghi (accordo del 5 febbraio sul CCNL dei metalmeccanici, non adesione allo sciopero transnazionale dell’8 Marzo, “Patto di coesione sociale e per la innovazione del lavoro pubblico” sottoscritto il 10 marzo da CGIL – CISL - UIL con il governo). Su questo terreno, per quanto ci riguarda, l’aspetto fondamentale è che operiamo in modo da 1. allargarli a tutte le forze contrarie alle Larghe Intese, al protettorato UE e alla sottomissione alla NATO (bando al settarismo e al disfattismo), 2. indirizzarli a moltiplicare e rafforzare l’organizzazione dei lavoratori nelle aziende capitaliste e pubbliche, 3. orientarli alla costituzione di un governo d’emergenza popolare (dall’opposizione a Draghi alla costruzione dell’alternativa politica), 4. stante la commistione e la confusione oggi esistenti tra fronti comuni e “costituenti comuniste”, distinguere e combinare l’unità d’azione nelle lotte e nelle proteste di massa con il dibattito franco e aperto sul partito comunista che serve (quindi sulle lezioni del bilancio del movimento comunista del nostro paese e internazionale e sull’analisi della fase).


2. Sono i quattro sviluppi più importanti per far avanzare la rivoluzione socialista in corso, che abbiamo illustrato in dettaglio sul numero scorso di VO (pagg. 3-12) a cui rimando.


Possiamo contare anche sull’esperienza diretta e su vasta scala fatta da una parte importante delle masse popolari, che crea un terreno favorevole alla propaganda e all’azione dei comunisti. Nell’ultimo anno infatti le masse popolari hanno sperimentato che il permanere della direzione della borghesia imperialista è incompatibile con la loro vita. Che le autorità politiche di soldi ne hanno quanti ne vogliono (per mesi il governo Conte 2 ha distribuito redditi e sussidi): non è vero che “non ci sono i soldi” (i vincoli europei, il pareggio di bilancio, lo spread sono pretesti), è che per cose che servono alle masse le autorità li tirano fuori, in una certa misura e a qualche modo, solo se messe alle strette. Che per mesi il governo ha deciso quali aziende dovevano restare aperte e quali chiudere, ha indicato una serie di condizioni che le aziende in funzione dovevano soddisfare, ha bloccato i licenziamenti, ha organizzato o incentivato la produzione di alcuni beni, è entrato nella direzione di alcune aziende a rischio: le autorità politiche hanno in qualche modo diretto l’economia, quindi occorrono autorità decise a dirigerla non solo per far fronte all’epidemia, ma anche per rimediare all’inquinamento ambientale, al dissesto idrogeologico, al degrado, per garantire a tutti cure e istruzione di qualità, ecc. Che Cuba, Cina, Corea, Vietnam, cioè quei paesi che mantengono in misura più o meno ampia conquiste della fase socialista, i paesi come il Venezuela che ad essi si ispirano, hanno fatto fronte alla pandemia molto meglio dei “ricchi e sviluppati” paesi imperialisti.

Possiamo infine fare leva anche sulla schiera di parlamentari del M5S fuoriusciti o espulsi perché si sono rifiutati di votare la fiducia a Draghi, che l’hanno votata ma non sono tanto per la quale di sostenere Draghi e stare al governo con Berlusconi, che diffidano del progetto di “formare un nuovo M5S” con a capo Conte-Di Maio-Fico, cioè un altro partito delle Larghe Intese. L’ispezione a sorpresa fatta il 20 marzo dal senatore Nicola Morra (presidente della Commissione antimafia ed espulso dal M5S) all’azienda sanitaria provinciale di Cosenza a seguito delle segnalazioni di alcuni cittadini del posto sui ritardi nelle vaccinazioni, è un esempio di iniziative che è possibile moltiplicare e foriere di sviluppi, tanto più quanto più sono combinate con la presenza e l’azione di organismi operai e popolari. Su questo terreno, c’è una contraddizione a cui dovremo fare fronte, sperimentando via via metodi e iniziative adeguati, che riguarda soprattutto le forze della Carovana del (n)PCI come il P.CARC che fanno un lavoro pubblico. Da una parte i patti, i fronti e i coordinamenti richiedono lo sviluppo della più ampia unità d’azione nelle lotte e nelle proteste di massa anche con esponenti e organizzazioni della sinistra borghese; dall’altra valorizzare la schiera di parlamentari del M5S e orientare patti e fronti verso il GBP richiede autonomia ideologica e d’azione dalla sinistra borghese. Quest’ultima infatti considera il M5S un concorrente elettorale e concepisce se stessa come opposizione nel contesto della democrazia borghese e sponda politica delle rivendicazioni delle masse popolari nel sistema delle istituzioni politiche borghesi.

Qui entra in gioco il bilancio dell’azione che abbiamo svolto per “allargare la breccia”, cioè per approfittare della costituzione e dell’opera dei governi Conte 1 e 2 ai fini della costituzione del GBP. Le occasioni, gli spunti e gli appigli favorevoli allo sviluppo della nostra azione sono tante, quello su cui dobbiamo concentrare le forze della Carovana del (n)PCI è sull’attuazione nel concreto, più nel concreto, della nostra linea d’azione. A questo fine occorre elevare il livello delle nostre file in termini di orientamento ideologico e politico, a partire da una migliore comprensione della differenza tra “breccia nel sistema politico delle Larghe Intese” (in qualche misura rabberciata) e distacco tra masse popolari e sistema politico della borghesia imperialista (che si allarga e acutizza).

La grancassa mediatica messa in piedi per manipolare l’opinione pubblica a sostegno del governo Draghi è un indice del distacco crescente tra masse popolari e sistema politico della borghesia imperialista nel nostro paese: per la borghesia è difficile far accettare i suoi uomini di fiducia alle masse. Il distacco tra masse popolari e sistema politico della borghesia imperialista già cresceva da anni: diminuiva la militanza popolare nei partiti che avevano preso il posto del PCI revisionista di Berlinguer, cresceva l’astensione dalle elezioni, si moltiplicavano le clientele che diventavano sempre più gruppi di interesse, di malaffare e di corruzione. Con le elezioni del marzo 2018 ha fatto un balzo: ha aperto una breccia interrompendo la successione quarantennale di governi di Larghe Intese che il Patto del Nazareno (gennaio 2014) aveva da poco consacrato. Anche se ora con il governo Draghi i vertici e i padrini della Repubblica Pontificia hanno rabberciato (ricucito) la breccia, il distacco è destinato ad aumentare.


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Cari compagni,

nel comunicato CC 7/2021 del 15/02/2021 leggo questa affermazione: “se Beppe Grillo & Co riusciranno a far approvare a Camera e Senato il governo di Mario Draghi, i vertici della Repubblica Pontificia, l’Unione Europea e la NATO saranno riusciti a rabberciare per il momento la breccia che le masse popolari avevano aperto nel loro sistema di governo con le elezioni del 4 marzo 2018”. Messa giù in questo modo, mi fa sorgere il dubbio di non aver capito finora la natura della breccia. Per come l’ho capita, fin dal V Congresso del P.CARC, la breccia è il progressivo distacco e sfiducia delle masse popolari nella classe dominante e nelle sue istituzioni. In questo movimento l’elezione del M5S nel 2018 era una manifestazione della breccia. Invece, per come è messa giù nella frase che vi ho riportato mi sembra che la breccia è identificata con il M5S al governo. Vista da come l’ho sempre capita (distacco dalla classe dominante), a me la breccia sembra diventata una voragine con questa composizione di governo, considerando che non è minimamente ben voluto dalle masse popolari nessuno dei ministri scelti, né tanto meno Draghi. Potreste chiarire meglio quindi in che senso si intende che i vertici della Repubblica Pontificia, la NATO e la UE con questa manovra saranno riusciti temporaneamente a rabberciare la breccia? Una compagna del P.CARC

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Cara compagna,

la breccia di cui parla il (n)PCI consiste nella palese difficoltà, se non impossibilità, da parte dei vertici della Repubblica Pontificia, a installare governi delle Larghe Intese (polo PD e polo Berlusconi). Questa è la “breccia” aperta nel sistema politico delle Larghe Intese, aperta dalle masse popolari anche grazie al ruolo del M5S (oltre che con l'astensione). Noi non identifichiamo la breccia con il M5S al governo, ma diciamo che questo aggregato più di ogni altro è riuscito a canalizzare il malcontento popolare nel sistema politico della borghesia imperialista, a tradurre il malcontento e l’insofferenza delle masse popolar in un ostacolo al funzionamento del sistema politico della borghesia imperialista. Non ha dato seguito adeguato al risultato elettorale ottenuto (11 milioni di voti, con gruppi parlamentari che erano il doppio di ognuno dei gruppi dei partiti delle Larghe Intese). Ha accettato di formare un governo di mediazione, con ministri imposti dai vertici della Repubblica Pontificia. Il risultato è il seguito che abbiamo visto, che ha portato a “rabberciare la breccia”: il M5S si è lasciato tanto logorare che i vertici sono riusciti a costituire un governo delle Larghe Intese e anche peggio. Maggiori saranno le proteste contro la sua costituzione e il suo operato, tanto più avanzeremo o verso una nuova e più larga breccia o, addirittura, verso il Governo di Blocco Popolare.

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Il commissariamento UE dell’Italia sancito con l’installazione del governo Draghi e le misure “lacrime e sangue” che applicherà alle masse popolari accresceranno questo distacco e non potranno che renderlo ancor più acuto rispetto a come si è espresso negli ultimi anni, le spese e i lutti provocati dalla crescita della partecipazione italiana alle guerre che devastano i paesi oppressi susciteranno proteste. Esso è oramai una delle condizioni oggettive della lotta di classe nel nostro paese (3) e alimenta continuamente le mille forme di resistenza delle masse popolari al corso disastroso delle cose determinato dalla seconda crisi generale del capitalismo entrata nel 2008 nella sua fase acuta e terminale e dal suo ulteriore aggravamento causato dalla gestione capitalista della pandemia. Questa è la forza che rende precaria qualunque mossa della classe dominante per riparare la crisi del suo sistema politico, rende croniche le contraddizioni all’interno della classe dominante stessa, rende incerta o temporanea la riuscita di ogni suo raggiro antipopolare. Comprendere questa differenza ha a che fare nell’immediato con la messa a contribuzione di quanto resta della breccia aperta dalle elezioni del marzo 2018 e in prospettiva con la nostra azione una volta costituito il Governo di Blocco Popolare.

3. Nel nostro e negli altri paesi imperialisti: la più recente ed eclatante manifestazione è l’esito delle elezioni politiche nello Stato sionista d’Israele, le quarte in due anni! Sul tema consiglio l’articolo Una svolta nella politica mondiale, pagg. 47 di VO 59 - luglio 2018.

Stavolta infatti nella breccia a intrufolarsi c’era il M5S di Beppe Grillo & Co. e i vertici della Repubblica Pontificia sono riusciti a ricucirla mettendo in gioco un Commissario UE (e non è detto che riescano a reggere l’operazione). Ma una breccia analoga può portare, in circostanze diverse, all’installazione del GBP: starà ai promotori del GBP non lasciarsi fare su come si sono lasciati fare su i promotori del M5S. Di “brecce” ce ne sono state, nel nostro come in altri paesi, nel passato lontano e recente: basta pensare ai governi del Fronte Popolare in Spagna e in Francia, ai governi Badoglio II, Bonomi II e III e al governo Parri (tra il 1944 e il 1945) o al governo Tsipras in Grecia nel 2015. Contesti diversi, certo, ma in tutti questi casi organizzazioni politiche, portavoce delle masse popolari malcontente e insofferenti del corso delle cose, si sono infilate nel palazzo del potere approfittando del fatto che per forza di cose i vertici del potere non riuscivano più a chiudere ermeticamente la porta. E poi? Poi chi ha una strategia per prendere in mano tutto il palazzo induce chi ha messo un piede nella porta non ben chiusa a spalancarla perché i suoi seguaci entrino e passo dopo passo, approfittando delle circostanze, si impadronisce di tutto il palazzo, butta fuori i vertici che prima vi comandavano e cambia addirittura il palazzo. Chi invece non mirava a impadronirsi del palazzo e nel vano della porta non ben chiusa ha solo infilato un piede (perché, nel caso del PCI di Togliatti, Stalin e l’Internazionale Comunista gli hanno detto che doveva infilarcelo, come qualche mese prima gli avevano detto che doveva convogliare i soldati sbandati a rifugiarsi in montagna con le armi, a organizzarsi e a iniziare la guerra), si guarda attorno, vede cosa è a portata di mano, esita e si compiace di essere in compagnia di gente nuova, ecc., finché i vertici si riprendono e buttano fuori lui e i suoi seguaci e riprendono pieno possesso del palazzo, magari con tante buone parole, costituzioni e promesse per evitare o attenuare le resistenze; o magari lo cooptano a condizione che molli i suoi amici indesiderati dai vertici. Grillo e Togliatti (diversi tra loro) erano comunque entrambi persone di questa seconda pasta.

Noi abbiamo molto da imparare dai partiti comunisti che in Russia, in Cina, in Corea e in Vietnam hanno diretto guerre popolari vittoriose. Ma allo stesso tempo siamo consapevoli che la guerra popolare rivoluzionaria in Italia e negli altri paesi imperialisti non si svolgerà come si è svolta in Russia, in Cina, in Corea e in Vietnam, dove il palazzo del potere, il ruolo del potere, la sua struttura avevano poco a che fare con quelli dei paesi imperialisti di ieri e meno ancora con quelli dei paesi imperialisti di oggi.

Ernesto V.