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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIII - novembre 2021

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Aspiranti comunisti, animatori delle lotte di difesa, insofferenti del capitalismo

Il movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO) è composto da partiti, organismi, gruppi e individui che si propongono e operano per mettere fine al catastrofico corso delle cose che la borghesia imperialista (per le caratteristiche sue proprie e per prolungare l’esistenza del suo sistema sociale) impone all’umanità da quando ha ripreso nelle sue mani la direzione del mondo a seguito dell’esaurimento della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria (1917-1976) e che sono per il socialismo. I protagonisti del MCCO sono quelli che chiamiamo anche Forze Soggettive della Rivoluzione Socialista (FSRS) benché in realtà ancora oggi gran parte di essi si occupino solo o almeno principalmente di lotte difensive e rivendicative o di elezioni, convinti che l’instaurazione del socialismo avverrà grazie a una ribellione generale che prima o poi scoppierà. Questa concezione della rivoluzione socialista è sbagliata. Lo ha spiegato già F. Engels nel 1895 nell’Introduzione alla prima ristampa della raccolta di articoli di K. Marx Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850. La rivoluzione socialista per forza di cose, per sua natura, ha la forma di una guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata (GPRdiLD). L’esperienza lo ha confermato e lo conferma, in negativo (in nessun paese il socialismo è stato instaurato grazie allo scoppio di una rivolta generale) e in positivo (gli unici paesi in cui finora è stato instaurato il socialismo, lo si è fatto a conclusione di una GPRdiLD).(1) Quindi in ogni paese il partito comunista deve concepire se stesso e agire come promotore e dirigente della GPRdiLD delle masse popolari contro il campo della borghesia imperialista.


1. Questo vale anche se chi l’ha promossa e diretta, Lenin nel caso della Russia, non possedeva ancora la teoria della GPRdiLD: venne elaborata da Mao Tse-tung.


La rivoluzione socialista ha due componenti, i suoi protagonisti sono di due tipi.

1. La resistenza delle masse popolari che via via si estende ed eleva di livello a) in risposta ai mali che la borghesia imperialista infligge alle masse (la guerra di sterminio non dichiarata) e

b) per effetto dell’attività del movimento comunista cosciente e organizzato, mentre è frenata per effetto del sistema di controrivoluzione preventiva che la borghesia imperialista e il suo clero alimentano con scienza e senza limiti di risorse. La difesa caratterizza l’attività delle masse popolari.

2. Il movimento comunista cosciente e organizzato (MCCO) che ha alla sua testa il partito comunista: il (n)PCI è quel partito. Quelli che, pur non criticando la concezione del mondo, il bilancio della prima ondata, l’analisi delle cose e la linea generale, in sintesi il “concreto di pensiero” (l’immagine del mondo) con cui il (n)PCI guida la sua attività, non vogliono impegnarsi nella rivoluzione socialista, gli attendisti, obiettano che i risultati pratici dell’attività del (n)PCI (che si svolge con continuità dal 1985 quando venne pubblicato il n. 0 della rivista Rapporti Sociali) non hanno ancora confermato sperimentalmente questo ruolo del (n)PCI. Ed è vero che solo l’instaurazione del socialismo in Italia confermerà sperimentalmente il ruolo e il compito che il (n)PCI ha assunto. Solo il successo nella pratica conferma la verità della teoria. Ma chi si astiene dalla pratica in attesa che essa confermi la teoria è, appunto, un attendista. L’attacco caratterizza l’attività dei componenti del MCCO e in particolare l’attività del partito comunista.

Molte sono oggi le divergenze importanti tra gli attori del MCCO, rafforzate dalla sconfitta subita dai comunisti a conclusione del secolo scorso. Nella nostra storia ne abbiamo messe in luce otto.(2) Altre importanti divergenze riguardano la traduzione della linea generale nel particolare e la sua applicazione concreta. La nostra posizione di principio è che le divergenze vanno trattate apertamente: tra organismi con il dibattito franco e aperto (DFA), nel partito comunista con la lotta tra le due linee e applicando il centralismo democratico. L’unità organizzativa costruita accantonando le divergenze importanti o resta campo di appelli inconcludenti e di sterili aspirazioni o porta a paralisi nell’attività e a successive scissioni.

È su questa base che il (n)PCI affronta le divergenze con ognuno degli attuali componenti del MCCO.

Ernesto V.


2. Per le otto discriminanti vedere: Le sei discriminanti in Rapporti Sociali n. 19, agosto 1998 pagg. 8-9 e in La Voce 1, marzo 1999 pagg. 15-16.

La settima discriminante in La Voce 1, marzo 1999 pagg. 17-52.

L’ottava discriminante in La Voce 9, novembre 2001 pagg. 46 -53, La Voce 10, marzo 2002 pagg. 19-42, La Voce 41, luglio 2012 pagg. 48-50.