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del (nuovo)Partito comunista italiano

anno XXIV - marzo 2022

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Cresce la resistenza contro la crisi ambientale

Nel movimento contro la crisi ambientale si va diffondendo la percezione che l’adesione dei gruppi imperialisti e delle loro autorità alla “transizione ecologica” è bla bla bla o greenwashing (risciacquatura verde).

Alcuni gruppi passano ad azioni di rottura, come Extinction Rebellion (ER). Nato nell’ottobre del 2018 in Inghilterra e da qui sviluppatosi nei principali paesi imperialisti, analogamente al più noto Fridays For Future è un movimento attivo nella lotta per l’introduzione di riforme a contrasto della crisi ambientale e climatica da parte dei governi. Negli ultimi mesi anche nel nostro paese si è distinto per il carattere radicale delle sue azioni di lotta e per la nettezza della sua denuncia delle responsabilità politiche della crisi ambientale, in particolare tra febbraio e marzo ’22 per smascherare l’operato del Ministero della Transizione Ecologica (MiTE). Inventato dalle Larghe Intese con l’installazione del governo Draghi e diretto dall’ex commerciante d’armi e amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani, il MiTE è la foglia di fico “green” a copertura degli interessi di multinazionali, capitalisti e organizzazioni criminali responsabili della devastazione ambientale. I militanti di ER tra l’1 e il 2 febbraio hanno organizzato irruzioni all’interno della sede romana del MiTE per reclamare un incontro con lo stesso Cingolani. Repressi 1’1 febbraio, sono tornati il giorno seguente reclamando nuovamente un incontro con Cingolani e realizzando una gigantesca scritta sulle vetrate dell’ingresso del MiTE, definendolo per quello che esattamente è, cioè un ministero della truffa. Nuovamente repressi, i militanti di ER hanno proseguito per tutto febbraio le loro azioni di lotta organizzando un sit-in con sciopero della fame sempre davanti la sede del MiTE, andato avanti fino a costringere Cingolani a un incontro pubblico, avvenuto il 4 marzo, per discutere le proposte di ER in tema di contrasto alla crisi climatica.


Altri gruppi contribuiscono alla saldatura del fronte ecologico con gli altri fronti di lotta. Emblematica a questo proposito la dichiarazione congiunta per le mobilitazioni del 25 e del 26 marzo 2021 che Fridays For Future e Collettivo di Fabbrica della GKN hanno proclamato:

In una reale transizione ecologica non c’è spazio per il greenwashing da parte di Stati o grandi aziende, ma solo per misure sociali e ambientali adeguate all’urgenza della situazione. In una reale transizione ecologica il lavoro inquinante cessa gradualmente di esistere: non si lavorerà più a discapito dei diritti, dell’ambiente, della salute e della pace, ma si passerà per una ridefinizione democratica di cosa è realmente necessario produrre, definendo modelli di produzione, trasformazione e consumo al servizio degli individui e della comunità piuttosto che del capitale, nei limiti delle biocapacità del pianeta.

Chiediamo di ridurre l’orario di lavoro a parità di salario perché le quote di lavoro siano ugualmente redistribuite tra tutta la popolazione. È possibile lavorare meno e lavorare tutti, ed è un diritto che ogni lavoratrice e lavoratore, di oggi o di domani, dovrebbe rivendicare.

Non è realmente possibile stabilire quali siano le tecnologie meno inquinanti se non si difende la ricerca e la brevettazione pubbliche, lontane da ogni conflitto di interessi che mira a massimizzare il profitto. Per questo attivisti e operai si uniscono al movimento in difesa dell’istruzione pubblica.

Non è possibile portare avanti una vera transizione climatica mentre milioni di persone - per povertà salariale o per precarietà - sono concentrate sulla propria sopravvivenza economica, sono sotto ricatto lavorativo o non hanno alcun orizzonte se non lottare per il proprio contratto in scadenza.

Una reale transizione climatica, ambientale, sociale non può prescindere dalla capacità della società di dotarsi di forme di pianificazione complessiva ed ecosostenibile. E tale pianificazione non si genera nel ricatto, nella gerarchizzazione dei luoghi di lavoro, nell’oppressione e repressione dei territori come succede da anni ad esempio in Val Susa, ma nel risveglio della democrazia partecipativa e rivendicativa”.


Sia ER che FFF sono movimenti di massa ideologicamente e politicamente ispirati dalla sinistra borghese, fautrice dell’eliminazione dei mali del capitalismo senza porre fine al capitalismo. Stante questo retroterra ideologico, ER al pari di FFF promuove una visione del mondo di tipo catastrofista. Sul piano politico esprime una linea riformista e confida nella possibilità di condizionare le autorità borghesi attraverso il controllo esercitato da assemblee cittadine composte a sorteggio chiamate a vigilare sull’operato dei governanti (altro modo di esprimere le “buone intenzioni” che erano alla base del tentativo del M5S di cambiare le cose immettendo “onestà” nelle istituzioni della Repubblica Pontificia).(1) È il risultato della coscienza della gravità raggiunta dalla crisi ambientale (che effettivamente minaccia la sopravvivenza dell’uomo sulla terra) senza la comprensione delle sue origini e soluzioni che sono invece chiaramente indicate dalla scienza del marxismo-leninismo-maoismo.


1. Gli obiettivi dichiarati nel documento di presentazione di Extinction Rebellion (disponibile sul sito www.extinctionrebellion.net) sono i seguenti:

1.Verità. Che i governi comunichino apertamente la gravità della situazione ecologica, dichiarando l’emergenza climatica ed ecologica, e cambiando tutte le leggi e decisioni politiche che non vanno nella direzione di una risoluzione di questa situazione. I governi devono comunicare in modo massiccio con tutti i media per informare il pubblico, promuovere la consapevolezza ambientale e le azioni ad essa associate da parte di individui, comunità e imprese.

2. Azione immediata. Le buone intenzioni, gli accordi non vincolanti e le “road map” non cambieranno la situazione. Extinction Rebellion intende forzare tutti i governi in tutte le nazioni, a raggiungere lo zero netto di emissioni di gas a effetto serra entro il 2025. Inoltre, si deve arrestare la distruzione degli ecosistemi oceanici e terrestri e la perdita di biodiversità.

3. Oltre la politica. Chiediamo la creazione di assemblee dei cittadini che siano adatte a questo nuovo cambiamento di regime. Si tratta di rivoluzionare l’approccio alla gestione della vita collettiva che superi le mancanze e i fallimenti della democrazia rappresentativa. Mancando il tempo di sostituire direttamente i governi e parlamenti del sistema attuale, si propone l’affiancamento. I membri delle assemblee cittadine saranno tirati a sorte tra tutti gli strati sociali e le origini etniche, culturali, di genere, etc. in tutta la popolazione, tra tutti quelli che vorranno partecipare. Dovranno deliberare sulla base delle migliori evidenze scientifiche e stabilire insieme le strategie e i percorsi da attuare per trasformare la società in chiave di neutralità di emissioni e rispetto dei sistemi ecologici, in equità con tutti gli esseri viventi”.


Fanno un cattivo uso di questa scienza i gruppi comunisti che si astengono, si tirano da parte e non partecipano a movimenti come Extinction Rebellion e Fridays For Future in nome dei loro limiti e del loro carattere interclassista: in questo modo lasciano campo libero all’influenza dei capitalisti, in particolare all’opera di promotori della mobilitazione reazionaria e di scimmiottatori del fascismo. Oppure aspettano che nel movimento ambientalista senza l’intervento dei comunisti, solo attraverso l’esperienza diretta, si definiscano tendenze contrastanti e si sviluppi lo scontro tra due visioni e due vie: quella per l’instaurazione del socialismo e quella dell’asservimento agli inquinatori.

La scienza comunista indica

- che c’è una stretta relazione tra la lotta contro la devastazione dell’ambiente e la lotta contro il riarmo, contro la produzione militare, contro l’aumento delle spese militari, contro le basi militari e la loro moltiplicazione, contro la guerra. C’è una stretta relazione tra la lotta contro la devastazione dell’ambiente e la lotta contro la miseria economica, intellettuale e morale delle masse popolari. In sintesi che la lotta contro la devastazione dell’ambiente deve confluire nella lotta per fare dell’Italia un paese socialista;

- che per farla finita con l’inquinamento e con la devastazione dell’ambiente occorre che le aziende smettano di esistere per produrre profitti e diventino istituzioni pubbliche incaricate di produrre beni e servizi utili alla popolazione; che formino un sistema in cui ogni azienda svolge un ruolo simile a quello che oggi svolge un reparto in una grande azienda. Le aziende non devono chiudere: quelle che oggi fanno produzioni inutili, inquinanti o nocive, devono essere trasformate e adibite a lavorazioni utili e necessarie. Il lavoro deve diventare un diritto e un dovere per ogni adulto sano, una funzione civile come l’istruzione. Non fare la propria parte di lavoro deve diventare per ogni individuo un reato come l’omissione di soccorso. L’energia di ogni individuo deve essere indirizzata a dare il massimo contributo che egli può dare alla vita della società. L’attività economica deve essere pianificata per soddisfare i bisogni socialmente riconosciuti di tutta la popolazione e di ogni individuo. Insomma occorre eliminare la proprietà capitalista e instaurare un nuovo ordinamento sociale. Bisogna eliminare lo Stato dei capitalisti e instaurare un nuovo Stato basato sui lavoratori organizzati. Allora tutto diventa possibile e relativamente facile. Non c’è altra via per sfuggire al marasma sociale, alla guerra dilagante e al disastro ambientale in cui la borghesia ci fa sprofondare ogni giorno di più;

- che classe operaia è la classe più direttamente interessata a realizzare questa trasformazione. È la classe più organizzata e meglio posizionata per mettersi alla testa di questa trasformazione. In nome di questa trasformazione essa può mobilitare e unire a sé gran parte della popolazione: l’esperienza dell’Unione Sovietica e dei primi paesi socialisti lo ha mostrato. La lotta contro l’inquinamento e la devastazione ambientale è diventata una componente e un aspetto essenziale della lotta della classe operaia e permette di allargare e rafforzare la sua egemonia.

Sviluppare il coordinamento tra il movimento contro la crisi ambientale e gli altri movimenti spontanei contro il corso disastroso delle cose e promuovere la loro confluenza nel movimento per la costituzione del Governo di Blocco Popolare è la linea d’azione dei comunisti che ne deriva.

Dario V.