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Comunicato CC - 25 aprile 2011


Comunicato CC 16/11 - 5 maggio 2011

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Sciopero Generale per rafforzare la mobilitazione e costituire il Governo di Blocco Popolare!

 

La Bertone insegna!

 

Solo la costituzione di un governo popolare d’emergenza può salvare l’Italia!

 

Le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari sono l’Italia dei lavoratori!

 

Le Organizzazioni Operaie e le Organizzazioni Popolari possono costituire un governo d’emergenza!

 

Solo la moltiplicazione del numero di Organizzazioni Operaie e di Organizzazioni Popolari in ogni angolo del paese e la loro mobilitazione per costituire un proprio governo d’emergenza composto da persone di loro fiducia, può mettere fine subito agli effetti più gravi della crisi generale del capitalismo (disoccupazione, precarietà, delinquenza, emarginazione, persecuzione degli immigrati, razzismo, degrado dei servizi pubblici, inquinamento, saccheggio del territorio) e avviare la ricostruzione del paese!

 

Lo conferma anche la tragedia della ex Bertone, Officine Automobilistiche Grugliasco, una fabbrica-modello dal punto di vista produttivo, da sei anni chiusa con più di mille operai in cassa integrazione. La FIAT se ne è impadronita circa due anni fa per una cifra irrisoria e per bocca di Marchionne ora ha posto gli operai davanti al ricatto: o accettate di lavorare alle condizioni che detto io (che eliminano la parte fondamentale dei diritti conquistati) o rinuncio all’acquisto.

Tra gli operai il sindacato egemone è la FIOM, il sindacato che negli ultimi mesi ha rifiutato (a Pomigliano, a Mirafiori e altrove) l’analogo ricatto di Marchionne, il sindacato che con la manifestazione nazionale del 16 ottobre a Roma ha mostrato di essere nelle condizioni di diventare il centro del movimento per la costituzione di un governo popolare d’emergenza.

Ebbene lo stesso sindacato, di fatto e sostanzialmente, a Grugliasco ha ceduto al ricatto di Marchionne, portando la ragione che altrimenti con un semplice atto amministrativo e una piccola penale Marchionne restituiva la fabbrica all’amministrazione controllata e la fabbrica chiudeva. Sostanzialmente su consiglio della FIOM la grande maggioranza degli operai ha votato l’atto di sottomissione che Marchionne aveva chiesto.

Hanno salvato con questo il posto di lavoro?

Sarebbe sciocco crederlo. Infatti Marchionne ha detto che vuole l’aperta e dichiarata accettazione del suo dispotismo da parte della FIOM che cerca di nascondersi dietro il voto degli operai per non mettere anche la sua firma. Ma alla fine la metterà, se Marchionne la vorrà: con la buona ragione di non voler far perdere per una questione di prestigio il posto di lavoro a migliaia di lavoratori.

Marchionne e gli altri padroni avranno partita vinta, se la FIOM mantiene lo scontro sul piano sindacale.

 

 Lo scontro non è uno scontro contrattuale! È uno scontro politico!

O la FIOM prende la testa del movimento per costituire un governo d’emergenza, o per la stessa ragione addotta alla Bertone dovrà cedere passo dopo passo a ogni ricatto, fino a dissolversi e fare la fine che faranno i sindacati complici (CISL, UIL, UGL, ecc.). È infatti chiaro che anche la vergogna di questi non ha ancora raggiunto il fondo. Il peggio deve ancora venire. E con loro nella stessa pattumiera finirà anche la CGIL diretta dalla destra della Camusso e degli altri nipotini di Craxi ed ex soci di Sacconi.

Lo scontro oggi in atto in Italia (come in altre forme nel resto d’Europa e del mondo) non è uno scontro contrattuale, non è uno scontro sindacale! È uno scontro politico. È in ballo chi dirige l’intera società perché lo scontro non riguarda solo qualche fabbrica. Riguarda l’assetto dell’intera società, è uno scontro nell’ambito della seconda crisi generale del capitalismo! Gli esiti dello scontro non sono arbitrari. Gli esiti possibili sono dettati dalla natura stessa dello scontro in atto: sostanzialmente sono solo due. O prendono il sopravvento i lavoratori organizzati e mettono in opera un sistema di relazioni sociali basato sulla proprietà e gestione pubblica dell’apparato produttivo e un lavoro dignitoso e utile per ogni adulto. O prendono il sopravvento i padroni che per avere il sopravvento dovranno, alcuni festosamente altri turandosi il naso, mettersi nelle mani degli elementi più criminali del loro campo (alla Berlusconi e peggio) che ci porteranno alla guerra tra poveri (peggio della persecuzione attuale degli immigrati) e alla guerra imperialista (che all’inizio consisterà nella moltiplicazione di guerre come quelle già in corso in Libia, Palestina, Iraq, Afghanistan, Libano, Somalia, Pakistan).

I lavoratori organizzandosi possono evitare la seconda strada, ma solo se prendono la prima strada. Altrimenti di passo in passo, di Bertone in Bertone finiremo sulla seconda strada, anche se nessuno di noi oggi lo vuole. E allora per risalire la china dovremo ripartire da condizioni ben peggiori delle attuali.

Il radicalismo sindacale porta a qualcosa di utile e costruttivo solo se è diretto da un obiettivo politico, solo nel contesto di una lotta politica mirata a rendere il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia per costituire invece il Governo di Blocco Popolare.

Le buone intenzioni servono a qualcosa solo se contribuiscono a costituire il GBP, a moltiplicare il numero delle OO e OP, a rafforzare in ognuna di esse la convinzione e la determinazione di coordinarsi con le altre per costituire un proprio governo d’emergenza.

Se la sinistra sindacale, la FIOM come l’USB, la Confederazione Cobas, la CUB, lo SLAI Cobas, ecc. si ostina a mantenere lo scontro sul piano sindacale, finisce per dover accettare o lasciar passare le soluzioni della destra, il ricatto dei padroni, la linea dei padroni: come è avvenuto alla Bertone. La FIOM ha infine detto che bisognava giocare d’astuzia: dire di sì perché Marchionne facesse l’investimento alla Bertone, poi si vedrà. Come se fosse una gran furbata e Marchionne uno scemo oltre che un aguzzino. I sindacati alternativi (USB, ecc.) se la cavano meglio come immagine, ma solo perché non erano loro che dovevano indicare oggi e domani la strada agli operai Bertone: infatti restando sul piano sindacale, rifiutandosi di prendere la testa del movimento politico, non hanno neanche loro una soluzione di prospettiva da indicare. Facile e giusto dir male della FIOM, ma quale è l’alternativa?

Restare sul piano sindacale, mantenere lo scontro sul piano contrattuale e dei tribunali come ancora fa la FIOM, accontentarsi di criticare la FIOM ma limitarsi alle lotte rivendicative come fanno la USB e gli altri sindacati alternativi e di base, vuol dire aprire la strada alla destra sindacale (alla Camusso & Co) che proclama che “le lotte rivendicative senza risultati non stanno in piedi”, che consiglia che i lavoratori devono cedere una parte dei loro diritti “per salvare il salvabile”, che insinua che “i padroni hanno già vinto lo scontro”. E dietro la Camusso ci sono i sindacati complici e sopra di loro i padroni e i vertici della Repubblica Pontificia!

  

Vincere è possibile!

 

Ma bisogna porre con forza e vigore l’obiettivo che le OO e le OP costituiscano un loro governo d’emergenza e lo impongano rendendo il paese ingovernabile!

Bisogna da subito trasformare con iniziative capillari un largo numero di disoccupati e in particolare di cassaintegrati in un esercito politico, di formazione politica, di propaganda politica, di organizzazione e mobilitazione delle masse popolari a partire dai precari per far fronte con l’azione diretta (gli scioperi alla rovescia, le spese proletarie, le occupazioni di case sfitte, l’abolizione del pagamento dei servizi, la disobbedienza sistematica alle autorità, ecc.) agli effetti più gravi della crisi. Tutte le loro famiglie devono avere quanto necessario per una vita dignitosa, anche se la crisi taglia e interrompe su scala crescente i canali dell’attività economica attraverso cui prima si avevano salari, pensioni e servizi.

Bisogna saldare questa mobilitazione di massa con la mobilitazione degli operai e dei lavoratori delle aziende e coordinare i due movimenti.

La FIOM, i sindacati alternativi (USB, ecc.), le Camere del Lavoro, le associazioni popolari hanno le relazioni organizzative, le strutture materiali, l’esperienza e l’autorevolezza necessarie per operare rapidamente questa trasformazione nelle masse popolari, se solo ne hanno la volontà e assumono le loro responsabilità. Se non lo faranno saranno travolte dalla mobilitazione reazionaria delle masse popolari che già avanza anche nel nostro paese e ha i suoi promotori oggi nella banda di criminali e clericali raccolta attorno a Berlusconi, nei razzisti aggregati da Bossi e nei gruppi fascisti che cercano di dimostrare ai padroni di essere capaci di ritentare l’avventura di Hitler e di Mussolini che, certo, le masse popolari in definitiva stroncarono sotto la direzione del movimento comunista, ma a prezzo di sofferenze, di distruzioni e di morti senza fine.

 

Il sistema imperialista mondiale ci ha gettato in una crisi che non perdona.

L’imperialismo USA ha generato un potere assetato di sangue: l’assassinio dei propri nemici è diventato una prassi corrente e occasione di festeggiamenti, sionisti e killer USA si scambiano le tecniche: ieri hanno ucciso Arafat e altri capi palestinesi, oggi sono a Bin Laden che aveva tradito i suoi istruttori e rivolto contro di loro le armi e l’addestramento che sionisti e imperialisti USA gli avevano impartito. Ieri massacravano in Palestina, in Libano, in Afghanistan, oggi sono arrivati a Tripoli. La Repubblica Pontificia ci ha nuovamente portato in guerra con la Libia, a cento anni dall’aggressione della Libia lanciata dal Regno d’Italia. Il sistema imperialista mondiale sta seguendo, a un livello enormemente più distruttivo e con un apparato molto maggiore di intossicazione delle coscienze e delle opinioni, la strada che ha percorso un secolo fa.

 

I lavoratori possono fermarlo, se si organizzano

e prendono l’iniziativa della lotta!

 

Il movimento comunista rinasce forte delle lezioni del passato,

dei successi conseguiti e delle sconfitte subite!

 

Che lo sciopero generale di domani sia un passo avanti

nella rinascita del movimento comunista

e nell’estensione dell’organizzazione dei lavoratori.

 

Avanti verso la costituzione del Governo di Blocco Popolare!