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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Appello del (n) PCI ai comunisti, agli operai ... a lottare per ... il socialismo!
 
Comunicato CC - 25 novembre 2011

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Comunicato CC 42/11 - 5 dicembre 2011

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Impedire con ogni mezzo che il governo Monti si consolidi!
Sostenere ogni forma di opposizione e di lotta contro il governo Monti!
Costituire ovunque organizzazioni operaie e organizzazioni popolari!

 

Queste sono le parole d’ordine che i comunisti, gli operai avanzati, i sinceri democratici, tutti quelli che vogliono porre fine al marasma attuale devono portare tra le masse popolari, con energia, con tenacia, con determinazione. Queste sono le parole d’ordine che devono guidare con coerenza ogni iniziativa in queste settimane. Non bisogna cedere né alla disperazione né alle illusioni. La crisi del capitalismo è una tormenta che distrugge uomini e cose e causa gravi sofferenze, ma è anche un’occasione per farla finita con il capitalismo. Chi non cerca di approfittarne in questo senso, non è ancora un comunista e nemmeno un rivoluzionario. Ogni persona che nel movimento delle masse popolari si spaccia per dirigente, si crede un dirigente, svolge il ruolo di dirigente e non si occupa anzitutto di sfruttare la crisi del capitalismo per farla finita col capitalismo, di mobilitare le masse popolari per farla finita col capitalismo, è un individuo inaffidabile.

 

Alle prese con la crisi mondiale del capitalismo, i vertici della Repubblica Pontificia e in primo luogo la stessa Corte Pontificia stanno tentando di instaurare il proprio governo d’emergenza. Probabilmente sono riusciti a concordare una via d’uscita per la banda Berlusconi e le Organizzazioni Criminali di cui Berlusconi era il portavoce ai vertici della Repubblica Pontificia. I termini dell’accordo le masse popolari li conosceranno solo col tempo, tanto opaco, criminale e antidemocratico è il regime della Repubblica Pontificia. Ma un accordo evidentemente c’è stato.

Tuttavia che questo accordo vada in porto, non è ancora sicuro. Che questo accordo funzioni, dipenderà da molti fattori. Certamente non è nell’interesse delle masse popolari che funzioni. Meno solido è il sistema politico di cui la borghesia e il clero dispongono, maggiori sono le possibilità di parare le misure reazionarie che essi cercano di mettere in opera contro le masse popolari; maggiori sono le possibilità di creare le condizioni per instaurare un governo d’emergenza delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari, il Governo di Blocco Popolare di cui abbiamo già parlato tante volte che è inutile che vi insistiamo ancora anche qui. Ci limitiamo a ricordare che solo un simile governo è in grado di porre immediatamente rimedio agli effetti più gravi e più dolorosi della crisi e di aprire la strada alla rinascita del movimento comunista e quindi all’instaurazione del socialismo.

 

Il governo della banda Berlusconi è fallito, come poco più di tre anni fa, nel 2008, era fallito il governo del circo Prodi. Ora i vertici della Repubblica Pontificia cercano di costituire con un gruppo di professionisti di fiducia  della gerarchia ecclesiastica un governo più autorevole tra la borghesia imperialista italiana e internazionale, un governo più forte, capace di imporre alle masse popolari le misure reazionarie che il governo della banda Berlusconi non riusciva a imporre. Chiunque fa credito al governo Monti, collabora al suo consolidamento. Non è un caso che tutti i partiti del teatrino della politica borghese sostengono il governo Monti, perché tutti ballano alla musica della Corte Pontificia: alcuni alla musica del cardinal Bagnasco, altri alla musica del cardinal Bertone. Queste sono le “gradi” differenze tra questi partiti borghesi, l’affiliazione all’uno o all’altro dei due ciambellani di corte! Anche la Lega Nord sbraita di secessione, ma nei fatti sostiene il governo Monti. Mercoledì 30 novembre in Parlamento la Lega Nord ha votato con gli altri partiti e a sostegno del governo Monti l’inserimento nella Costituzione del pareggio di bilancio. Tutti i Comuni e le Regioni amministrate dalla Lega Nord si sottomettono al Patto di Stabilità e alle misure di austerità imposte dal governo centrale, sacrificano le masse popolari agli interessi della borghesia e del clero, del governo di Roma e della Corte Pontificia, della comunità internazionale degli speculatori e dei guerrafondai. Questi sono fatti, contro cui a nulla valgono i farfugliamenti di Bossi e gli squittii di Maroni e di Calderoli.

 

Chiunque si aspetta veramente dal governo Monti misure di equità è un illuso.

Il governo Monti non tasserà i grandi patrimoni e non farà pagare le tasse agli evasori fiscali. Non lo farà, non solo per le ragioni generali di classe che in ogni paese capitalista impediscono a ogni governo borghese di prendere misure contro gli interessi generali della borghesia. Non lo farà anche per la specifica ragione che il Vaticano e la Chiesa Cattolica Romana con le sue istituzioni e congregazioni, insieme costituiscono il più grande proprietario immobiliare del nostro paese, il maggiore possessore di capitale finanziario, il maggiore evasore fiscale e una parte importante di molte filiere del capitale produttivo di servizi.

Si illude chi si aspetta veramente che contro l’evasione fiscale e la criminalità organizzata il governo Monti stipuli con le banche svizzere anche solo accordi del genere di quelli stipulati dai governi tedesco e francese per riscuotere un’imposta sui capitali che operano dal paradiso fiscale svizzero. È vero che un accordo del genere frutterebbe allo Stato italiano più della manovra finanziaria che il governo Monti vuole varare in questi giorni contro le masse popolari (gli esperti valutano che frutterebbe dai 30 ai 50 miliardi di euro). Ma sarebbero soldi sottratti non solo ai grandi capitalisti italiani ma in particolare proprio al Vaticano e alla sua Chiesa. In tutta la storia della Repubblica Pontificia tutte le velleità e le buone volontà dei governi e dei partiti borghesi e dei revisionisti si sono fermati di fronte agli interessi del Vaticano e della sua Chiesa, in tutti i terreni: dalla regolazione del sistema bancario e finanziario, alla regolazione del segreto bancario, alla nominatività dei titoli azionari e finanziari, ai piani regolatori delle aree urbane, al sistema giudiziario, alle misure contro la criminalità organizzata, l’usura e l’evasione fiscale. Non sarà il governo dei professionisti di fiducia della gerarchia ecclesiastica che troverà il coraggio o che abbia la forza di fare diversamente.

Altrettanto campata in aria è la richiesta che un governo come il governo Monti metta fine allo sperpero di denaro pubblico per l’acquisto di armi, di aerei e di navi da guerra e per le criminali spedizioni militari, di cui la NATO e il governo di Washington hanno commissionato il finanziamento ai governi Prodi e Berlusconi. La Repubblica Pontificia già dalla sua nascita ha delegato al governo di Washington e alla NATO la gestione e l’uso della forze armate e dei servizi segreti, in violazione aperta della stessa sua Costituzione. La delega fa parte del patto fondante su cui la Repubblica Pontificia è nata sessanta anni fa.

 Il governo Monti è il governo dei vertici della Repubblica Pontificia. Difenderà i loro interessi e i loro privilegi politici ed economici contro ogni ragione e ogni sentimento. Continuerà a costruire le basi militari volute dal governo di Washington, dai gruppi sionisti d’Israele e dalla NATO e le grandi opere della speculazione immobiliare e finanziaria a partire dai TAV.

 

Ancora più illuso è chi crede veramente che il governo Monti con le sue manovre finanziarie e rendendo ancora più difficile la vita alle masse popolari ponga fine al marasma che sconvolge la vita delle masse popolari italiane e liberi l’Italia dalla crisi.

Anche il nostro paese è nel pieno della crisi generale del capitalismo. Ogni paese del mondo è coinvolto nel marasma economico, ambientale, morale, sociale e intellettuale creato dalla crisi generale del capitalismo, anche se diversi sono i tempi, le forme e le misure. Né il governo Monti e né alcun altro governo borghese può porci fine. È illusorio ogni proposito e progetto di porre fine alla crisi finanziaria con un diverso assetto delle istituzioni finanziarie, rifondando con misure diverse l’Unione Europea, assegnando un ruolo e un compito diversi dall’attuale alla Banca Centrale Europea, regolando in qualche modo il sistema finanziario internazionale. La crisi finanziaria è un risultato della crisi generale del capitalismo. Il capitale finanziario ha assunto nel mondo, nella vita dell’umanità le dimensioni e il ruolo che ha assunto nel corso degli ultimi trenta anni, perché la borghesia imperialista doveva far fronte alla crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale. Gonfiando e dilatando il capitale finanziario fino alle dimensioni e al ruolo attuali, la borghesia ha finora prolungato la vita del sistema capitalista. Per sua natura continuerà su questa strada, quali che siano le distruzioni, le guerre, i lutti, il grado di abbrutimento e di criminalità che ne conseguirà. Per porre fine alla crisi attuale, bisogna distruggere il sistema capitalista, bisogna liberarsi dal sistema imperialista mondiale, bisogna instaurare il socialismo.

 

Trasformare la crisi generale del capitalismo in rivoluzione socialista!

È questa la parola d’ordine che i comunisti e ogni persona onestamente democratica devono coerentemente promuovere tra le masse popolari! Questa è la parola d’ordine che bisogna seguire in ogni paese per porre fine all’attuale marasma che coinvolge e sconvolge tutto il mondo. Chi non si dedica all’attuazione di questa parola d’ordine finisce in preda alla disperazione, all’abbrutimento, finisce per non capire più niente di quello che avviene attorno a lui, oppure si rassegna e si mette al servizio della reazione.

Il marasma creato dalla crisi generale del capitalismo è una malattia che colpisce tutti i paesi del mondo. Il primo che riuscirà a liberarsi dal sistema imperialista mondiale, aprirà anche la strada a tutti gli altri paesi. Ogni paese dove le masse popolari si saranno abbastanza organizzate, seguirà il suo esempio e così si creeranno le condizioni per completare la liberazione di tutto il mondo.

Le masse popolari organizzate possono porre fine al marasma attuale, perché possono fare a meno del capitalismo, possono organizzare direttamente senza capitalisti la loro vita economica, la produzione di beni e di servizi, tutte le loro relazioni sociali. Possono rifondare la loro vita intellettuale e promuovere una morale adeguata al resto delle condizioni sociali. Possono assegnare a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso. Possono assicurare a ogni essere umano i beni, i servizi e le condizioni di una vita civile.

 

Bisogna impedire che il governo Monti si consolidi e imponga alle masse popolari le sue misure di miseria!

 Tutte le proposte di programmi alternativi che un simile governo dovrebbe realizzare, in questo momento servono principalmente a favorire la sua costituzione e il suo consolidamento.

Il carattere specifico, nazionale di questo governo, che lo distingue dai governi degli altri paesi imperialisti, è quello sopra indicato: di essere il governo d’emergenza della Corte Pontificia e della sua Chiesa. In questo continua l’opera nefasta e criminale del governo Prodi e del governo Berlusconi.

Come i governi degli altri paesi imperialisti esso è inoltre chiamato a spremere le masse popolari e in particolare gli operai a beneficio della comunità internazionale degli speculatori del mercato finanziario e ad estendere la guerra nel mondo, colpendo i paesi con governi che non si sottomettono docilmente alla comunità internazionale della borghesia imperialista presieduta dal governo di Washington e benedetta dal papa di Roma.

Se il governo Monti si consolida, sulle masse popolari italiane pioveranno, in campo politico, economico, ambientale e sociale le misure reazionarie che in tutto il mondo, anche nei paesi imperialisti più ricchi, la borghesia sta cercando di imporre per prolungare l’esistenza del suo sistema sociale nonostante la crisi generale del capitalismo.

Bisogna quindi combattere ogni cedimento al governo Monti, ogni tendenza all’attesa e ogni aspettativa, ogni incertezza rispetto al ruolo di questo governo e al compito che è chiamato a svolgere, ogni illusione sul ruolo e sul compito del governo Monti.

 

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Ma ogni progetto che si limita a promuovere, tanto peggio se si limita addirittura solo a invocare la costituzione di un movimento di opposizione al governo Monti è destinato al fallimento: per la mancanza di risultati e l’inefficacia delle iniziative che da esso deriveranno, per la mancanza di determinazione e di coscienza implicita nel limitarsi all’opposizione nel contesto sociale, economico e politico di oggi. Se hai la forza di opporti ai promotori di tanto disastro, perché non prendi il potere? Come puoi opporti al disastro, se non sai cosa sostituire al disastro stesso? Se sai cosa sostituire, perché non lo proponi?

Chi si limita a priori all’opposizione, nelle circostanze attuali è condannato all’impotenza e in definitiva a servire i vertici della Repubblica Pontificia e i loro disegni criminali. Il regime DC fu il regime del compromesso in cui il movimento delle masse popolari si limitò per anni effettivamente a un ruolo di opposizione: ma perché per sua natura il regime DC era lo strumento della liquidazione delle forze che le masse popolari avevano accumulato nella lotta contro il fascismo e nella guerra contro il nazifascismo condotta nell’ambito della prima ondata della rivoluzione proletaria. Le masse popolari avevano accumulato delle forze che i revisionisti moderni (alla Togliatti) non osavano condurre in battaglia, che mantenevano sulla difensiva finché con questa strategia le logorarono completamente. Oggi le forze si tratta di costruirle, in questo consiste la rinascita del movimento comunista. Le forze non si costruiscono limitandosi a opporsi al disastro che si aggrava e avanza. Le forze delle masse popolari si aggregano e consolidano solo nella lotta per instaurare il socialismo. Chi oggi cerca o addirittura solo si propone di imitare quel ruolo con cui i revisionisti moderni liquidarono le forze della Resistenza, non tiene conto che il contesto è diverso: vuole recitare una vecchia commedia sulla scena e con i personaggi di un dramma del tutto diverso.

Per porre fine alla crisi finanziaria bisogna porre fine al sistema capitalista, bisogna instaurare il socialismo. Per porre fine al triste presente, per raccogliere e mobilitare le forze necessarie per porci fine, bisogna avere un avvenire da sostituire al presente. Questo avvenire è solo il socialismo.

 

Moltiplicare e consolidare ovunque, a ogni livello e su ogni terreno l’organizzazione delle masse popolari e in particolare degli operai!

 

Sviluppare il coordinamento delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari in reti a livello locale, regionale e nazionale!

 

Indirizzare i loro sforzi verso la costituzione di un governo d’emergenza costituito da persone di loro fiducia: il Governo di Blocco Popolare!

 

Rendere il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia, da ogni governo che gode della fiducia della comunità internazionale degli speculatori e dei guerrafondai!

 

Queste sono le direttive di marcia da seguire per uscire dal marasma in cui la borghesia e il clero ci hanno affondato!
Possiamo porre fine alla crisi! Possiamo vincere! Ognuno di noi può contribuire!

 

Costituire Comitati clandestini del nuovo Partito comunista in ogni azienda e in ogni località! Fare di ogni lotta una scuola di comunismo!

 


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