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Impedire con ogni mezzo che
il governo Monti si consolidi!

Comunicato CC - 5 dicembre 2011

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Comunicato CC 43/11 - 11 dicembre 2011

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Cacciare il governo Monti!
Costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate!
Creare ovunque organizzazioni operaie e organizzazioni popolari!

 

Gli scioperi, le manifestazioni e le proteste della settimana che si apre, devono mirare a far naufragare il governo Monti e a creare le condizioni per costituire un Governo di Blocco Popolare, promosso e sorretto dalla Organizzazioni Operaie e dalle Organizzazioni Popolari.

Le organizzazioni in grado di mobilitare larghe masse, in particolare i sindacati di base e le organizzazioni della sinistra sindacale, in primo luogo la FIOM e l’USB, devono mettersi alla testa del movimento per costituire un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate.

Marchionne, Monti e i loro complici vogliono eliminare dalle aziende i sindacati rappresentativi dei lavoratori: i sindacati rappresentativi dei lavoratori devono mettersi alla testa del movimento per eliminare il governo Monti e sottrarre a Marchionne e ai suoi simili le aziende che loro vogliono liquidare!

I personaggi che godono di prestigio tra le masse popolari organizzate e che riscuotono la loro fiducia, nella situazione attuale, di fronte al marasma attuale devono assumere la responsabilità di mettersi in prima fila per la costituzione di un governo d’emergenza, per promuoverla e far parte del GBP. Questo è, ad esempio, il ruolo che devono assumere i promotori del convegno “Dobbiamo fermarli!” che si riunirà a Roma il prossimo 17 dicembre.

 

Nei prossimi giorni le due camere del Parlamento della Repubblica Pontificia sono convocate per dare il loro benestare alle misure di macelleria sociale messe a punto del governo Monti. È un programma di macelleria sociale che in ogni campo continua e aggrava il corso seguito dal governo Prodi caduto nel 2008 e poi dal governo Berlusconi caduto un mese fa.

Venerdì 9 dicembre i capi di governo e di Stato dell’Unione Europea hanno fissato a Bruxelles, nella loro dichiarazione d’intenti, le linee generali di un nuovo accordo intergovernativo. Mirano a spremere ancora di più le masse popolari dei vari paesi europei a beneficio della comunità internazionale degli speculatori e dei guerrafondai. Mirano a liquidare definitivamente ogni traccia delle conquiste che le masse popolari hanno strappato alla borghesia e al clero nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale.

Quindi l’approvazione del primo programma di macelleria sociale del governo Monti, oltre che consolidare il governo Monti lascerebbe libero corso al nuovo piano antipopolare dell’Unione Europea.

 

 Tutte le persone che seguono gli avvenimenti e hanno una qualche capacità di capire e valutare il senso di quello che la borghesia e il clero stanno facendo, sanno che tutte queste misure aggraveranno la crisi economica in Europa e in particolare anche nel nostro paese e che non risolveranno la crisi finanziaria internazionale. Qual è allora il senso generale degli avvenimenti? Perché i vertici dell’UE e della Repubblica Pontificia prendono queste misure?

Ogni gruppo ed esponente della borghesia imperialista approfitta della situazione per fare i suoi affari e l’insieme della borghesia imperialista cerca di prolungare la vita del suo sistema di relazioni sociali nonostante la crisi generale del capitalismo che procede oramai da più di trenta anni. La borghesia con il suo sistema di relazioni sociali ha lanciato il mondo in una corsa che nessun gruppo borghese è in grado di arrestare. Ogni gruppo borghese non vede altro da fare che cercare ogni giorno di ingrandire il suo potere e il suo capitale a spese delle masse popolari e a spese dei gruppi borghesi concorrenti.

È una corsa che continuerà di male in peggio moltiplicando distruzioni e rovine, fino a quando in qualche paese le masse popolari organizzate vi porranno fine dando inizio alla seconda ondata della rivoluzione proletaria che libererà il mondo dal sistema imperialista. Questo è l’obiettivo a cui in ogni paese e a livello internazionale noi comunisti dedichiamo e dobbiamo dedicare le nostre forze.

 

Il Debito Pubblico, l’Unione Europea, il mercato finanziario internazionale col suo connesso sistema bancario e monetario sono tre corde al collo che strozzano il nostro paese, sul piano economico, politico, ambientale, sociale, intellettuale e morale. Bisogna mandarli a farsi benedire.

È possibile? Dipende.

I vertici della Repubblica Pontificia, il Vaticano, i grandi industriali e banchieri italiani non possono farlo, per loro è impossibile. Non potrebbero mantenere il potere e salvaguardare i loro interessi e privilegi se abolissero il Debito Pubblico e rompessero con il mercato finanziario internazionale. Difficilmente lo potrebbero fare se rompessero con l’Unione Europea.

Per i lavoratori italiani e il resto delle masse popolari invece è l’unica via di salvezza, anche se presenta delle difficoltà. Tuttavia queste le possiamo superare, mobilitando le forze e risorse interne e stabilendo relazioni di scambio, collaborazione e solidarietà con i paesi le cui autorità cercano anch’esse di sottrarsi alla morsa del sistema imperialista mondiale. Al contrario, se non spezziamo quelle tre corde, è certo che le condizioni economiche, politiche, ambientali, sociali, intellettuali e morali della massa della popolazione italiana peggioreranno.

Chi grida che bisogna sottostare al mercato finanziario, alla schiavitù del Debito Pubblico, alle imposizioni dell’Unione Europea per salvare l’Italia, per Italia intende i grandi capitalisti e i banchieri italiani, la Corte Pontificia e il resto della borghesia e del clero che costituiscono l’infima minoranza privilegiata della popolazione italiana. Che ne siano consapevoli o no, essi sostengono che bisogna sacrificare la massa della popolazione italiana ai privilegi e agli interessi di questa infima minoranza. Noi comunisti sosteniamo che la massa della popolazione italiana deve sacrificare gli interessi e i privilegi dell’infima minoranza di capitalisti, di banchieri, di prelati e di alti funzionari per liberarsi dalla crisi generale del capitalismo e riprendere la strada del progresso economico, ambientale, sociale, intellettuale e morale. È possibile! È necessario!

 

 Quindi nelle lotte di questi giorni non si tratta solo di opporsi al programma del governo Monti. Non si tratta di chiedere emendamenti e di proporre emendamenti. Non si tratta di migliorare la manovra, di ridurre il suo carattere iniquo e antipopolare. Quelli che, al modo della Camusso o della Lega Nord, si limitano a proporre emendamenti e correttivi del programma di macelleria sociale del governo Monti, in realtà frenano le lotte per cacciare il governo Monti e concorrono a consolidarlo: è secondario che lo facciano intenzionalmente o meno, che se ne rendano conto o meno. Bisogna non lasciarsi influenzare da loro, tanto meno lasciarsi dirigere da loro. Bisogna solo usare le loro critiche per mostrare agli incerti quanto quel programma è iniquo e disastroso. Bisogna quanto più possibile approfittare delle loro mosse, per promuovere la mobilitazione e portare un orientamento giusto. Bisogna impedire che il governo Monti si consolidi, bisogna cacciare il governo Monti.

Se il governo Monti si consolida, se le misure antipopolari fissate dal governo Monti vengono approvate e messe in cantiere, sia pure dopo aver smussato alcune punte, aver ridotto alcune iniquità e averne mascherato alcune altre con frasi ambigue, non solo le condizioni economiche, ambientali, politiche, sociali, intellettuali e morali dei lavoratori e della massa della popolazione peggioreranno, ma queste misure apriranno la strada ad altre misure ancora peggiori. Se passano le misure della prima stangata Monti, ne diventeranno necessarie altre ancora. Tra qualche settimana o al massimo qualche mese il governo Monti, eventualmente mostrando dispiacere e magari spremendo qualche lacrima, ci dirà che le misure già prese non bastano. Ci dirà che bisogna completare la manovra, che occorrono nuovi sacrifici per ottenere i benefici che dovevano derivare dai sacrifici di oggi ma che non si sono visti: occorre abolire i contratti collettivi nazionali di lavoro, abolire i diritti sindacali dei lavoratori, privatizzare i servizi pubblici (acqua, trasporti, istruzione, assistenza sanitaria, raccolta rifiuti, ecc. ecc.), ridurre ulteriormente le pensioni, dare completa libertà d’impresa ai capitalisti abolendo ogni controllo pubblico sulle condizioni igieniche, sanitarie e di sicurezza dei lavoratori, contribuire a nuove spedizioni militari della comunità internazionale contro “Stati canaglia”, dare ancora soldi per nuove armi e nuove basi NATO e USA, ecc. ecc.

 

La crisi del capitalismo non può che aggravarsi, la borghesia imperialista non ha altra via che tirare in lungo dimenandosi e agitandosi, guadagnando terreno ora da una parte ora dall’altra, fomentando contrasti in ogni paese, mentre i contrasti si aggravano anche a livello internazionale.

Alcuni, come gran parte delle personalità riunite nei giorni scorsi al teatro Puccini di Firenze per il convegno “La via d’uscita”, da una parte dicono che siamo nel pieno di una crisi sistemica; dall’altra propongono una qualche combinazione di istituzioni del mercato finanziario o una qualche regola del loro funzionamento diverse dalle attuali. O non si rendono conto di contraddire la loro stessa tesi che si tratta di una crisi del sistema capitalista di relazioni sociali o per qualche motivo non osano proporre un nuovo sistema di relazioni sociali accecati dal loro rifiuto del marxismo e dell’esperienza storica del movimento comunista.

 

Da alcuni decenni a questa parte, da quando (per motivi su cui qui non ci soffermiamo, ma che sono stati largamente chiariti e sono del tutto superabili) la prima ondata della rivoluzione proletaria ha perso il suo slancio, la borghesia imperialista conduce contro le masse popolari in ogni angolo del mondo una guerra di sterminio non dichiarata. Questa da alcuni anni si è combinata e si combina con spedizioni militari sempre più numerose contro i paesi governati da autorità non del tutto convinte di soddisfare i desideri e di seguire gli ordini della comunità internazionale presieduta dal governo di Washington e benedetta dal papa di Roma. Ma non c’è  limite al peggio. Infatti la stessa comunità internazionale si arma in modo forsennato, dedica enormi risorse a mettere a punto armi più potenti e sistemi d’arma più raffinati, moltiplica e rafforza le basi militari e le agenzie spionistiche in tutti i paesi già soggetti al suo controllo, estende con ogni mezzo nel mondo la rete delle sue basi e agenzie: vorrebbe sottomettere tutto il mondo. La borghesia imperialista USA, che è il centro della comunità internazionale della borghesia imperialista, spera così di salvaguardare il suo potere e la sua supremazia nonostante la crisi generale del capitalismo e il declino della sua potenza economica. La NATO è diventata il gendarme mondiale e i comandi militari USA coprono già l’intera superficie del pianeta. Una nuova guerra generale è lo sbocco verso cui essa porta l’umanità.

 

Questo è il contesto in cui dobbiamo inquadrare il ruolo del governo Monti. La borghesia imperialista si dibatte ora in un modo ora in un altro, ma il corso generale che segue è dettato dalla necessità di prolungare il suo regime di relazioni sociali, nei singoli paesi e a livello internazionale, nonostante la crisi generale del capitalismo. Proprio per questo è da sciocchi discutere delle singole misure di macelleria sociale e proporre qualche attenuazione qui o là, quando non è uno stratagemma per attenuare l’opposizione delle masse popolari e distogliere l’attenzione dalla lotta per cambiare il corso delle cose. Perché proprio questo è quello che occorre fare. Ed è possibile farlo.

Una via di salvezza per le masse popolari c’è, ma consiste anzitutto nell’organizzarsi a ogni livello per costituire un proprio governo d’emergenza. Un governo formato da persone che godono della fiducia delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari. Un governo che dia forza e forma di legge ai provvedimenti indicati caso per caso dalle OO e OP direttamente interessate, anche se sono provvedimenti che ledono gli interessi, le abitudini e i privilegi della borghesia e del clero. Un governo che ha la sua forza principale nelle OO e OP che lo appoggiano e che assicurano capillarmente l’esecuzione dei suoi provvedimenti.

La costituzione del governo Monti ha mostrato anche alle persone più affette da legalitarismo, che per cambiare governo nella Repubblica Pontificia non occorrono nuove elezioni. Se le OO e le OP renderanno il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia, questi provvisoriamente ingoieranno anche la costituzione del Governo di Blocco Popolare perché non sono ancora pronti a lanciarsi in una guerra civile, non hanno ancora preparato le condizioni interne e internazionali necessarie per farlo.

Quanto alle masse popolari organizzate, una volta costituito il GBP starà poi a loro fare di questo il primo passo verso l’instaurazione del socialismo, che è anche l’uscita dalla crisi generale del capitalismo. Tutto il mondo è sconvolto dalla crisi generale del capitalismo. Non esiste in nessuna parte del mondo un capitalismo puro che si trasforma in socialismo puro. Il marxismo è una guida per l’azione. L’umanità andrà verso il socialismo facendo in ogni paese i passi necessari per far fronte agli effetti della crisi generale del capitalismo, combinando nella maniera più sistematica di cui saremo capaci, in ogni paese e a livello internazionale, le misure necessarie per dare una prospettiva di vita e di progresso all’umanità, stabilendo relazioni di scambio, collaborazione e solidarietà tra i paesi che si rendono via via disponibili a stabilirle.

 

Moltiplicare e consolidare ovunque, a ogni livello e su ogni terreno l’organizzazione delle masse popolari e in particolare degli operai!

 

Sviluppare il coordinamento delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari in reti a livello locale, regionale e nazionale!

 

Indirizzare i loro sforzi verso la costituzione di un governo d’emergenza costituito da persone di loro  fiducia: il Governo di Blocco Popolare!

 

Rendere il paese ingovernabile da ogni governo emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia, da ogni governo che gode della fiducia della comunità internazionale degli speculatori e dei guerrafondai!

 

Queste sono le direttive di marcia da seguire per uscire dal marasma in cui la borghesia e il clero ci hanno affondato!

 

Questa è la linea da contrapporre al governo Monti!

 

Possiamo porre fine alla crisi! Possiamo vincere! Ognuno di noi può contribuire!

 

Costituire Comitati clandestini del nuovo Partito comunista in ogni azienda e in ogni località! Fare di ogni lotta una scuola di comunismo!

 


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