Londra

domenica 17 luglio 2005.
 

(nuovo)Partito comunista italiano

Commissione Provvisoria del Comitato Centrale 

pagina web: www.nuovo-pci.com

e.mail: <lavocedelnpci@yahoo.com>

 

Comunicato del 17.07.05

 

testo del comunicato compresso Zip
Il testo del comunicato del
17 luglio 2005
in formato Open Office

Londra.

Chi sono i responsabili della guerra infinita in cui sprofondiamo ?

Come uscire dalla spirale della guerra infinita ?

 

Con la guerra che ha scatenato la borghesia imperialista manda a morire un numero crescente di membri delle masse popolari nei paesi oppressi e nei paesi imperialisti. Per continuare la sua guerra infinita, fomenta il razzismo e la mobilitazione reazionaria delle masse popolari. La guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia imperialista, a causa della crisi generale del capitalismo, conduce da circa trent’anni contro le masse popolari in ogni angolo del mondo, ivi compresi i paesi imperialisti, si sta trasformando, che individui e partiti se ne rendano o no conto, in guerra aperta. Ciò che è in questione in questi anni e che dipende anche dall’attività di noi comunisti, è se le masse popolari dei paesi imperialisti si ribelleranno alla borghesia imperialista e uniranno le loro forze a quelle dei popoli oppressi contro la borghesia imperialista per instaurare nuovi ordinamenti sociali e un nuovo sistema di relazioni internazionali, o se, almeno per alcuni anni, si abbrutiranno al servizio della borghesia imperialista, si illuderanno di sfuggire alla guerra e di porvi fine difendendo le istituzioni e l’ordine della borghesia imperialista, lotteranno ai suoi ordini per difendere i suoi privilegi e accetteranno di subire le barbarie che essa sta restaurando anche in tutti i paesi imperialisti.

La borghesia italiana non si smentisce. Ieri con Mussolini ha sacrificato il nostro paese e le masse popolari italiane nella crociata anticomunista e antisovietica agli ordini di Hitler. Oggi con Berlusconi coinvolge il nostro paese nella crociata contro i popoli oppressi agli ordini di Bush e Blair. Per questo deve fomentare il razzismo, eliminare o limitare i diritti democratici individuali e collettivi delle masse popolari, perseguitare gli immigrati, estendere la militarizzazione e il controllo poliziesco, aumentare l’emarginazione e le costrizioni delle masse popolari, ridurre i salari dei lavoratori dipendenti e i redditi dei lavoratori autonomi e peggiorare le loro condizioni di lavoro, fomentare la mobilitazione reazionaria delle masse popolari.

Sta a noi comunisti mobilitare le masse popolari a uscire dalla spirale della guerra infinita, trasformare ancora una volta la mobilitazione reazionaria in mobilitazione rivoluzionaria, rovesciare la guerra promossa e condotta dalla borghesia imperialista in guerra popolari rivoluzionaria per fare dell’Italia un nuovo paese socialista nell’ambito della seconda ondata della rivoluzione proletaria mondiale.

 

Paese dopo paese, passo dopo passo la borghesia imperialista coinvolge in tutto il mondo le masse popolari nella sua guerra senza fine per conservare l’ordinamento sociale basato sui suoi privilegi e sui suoi valori ormai sorpassati. Il governo di Washington è diventato il centro propulsore della guerra universale e destabilizza senza scrupoli e con successo (nei paesi del vecchio campo socialista e altrove) le Autorità che resistono ai suoi ordini. La banda Berlusconi è asservita al cento per cento al governo di Washington. Il circo Prodi per prendere il suo posto deve convincere gli imperialisti USA che sarà al loro servizio con ancora più efficacia della banda Berlusconi. Quasi tutti i gruppi imperialisti seguono ancora, ognuno per i suoi interessi, i gruppi imperialisti USA nella guerra infinita contro i popoli oppressi, come li seguono nell’eliminazione, nei paesi imperialisti, delle conquiste di civiltà e di benessere che le masse popolari hanno strappato durante la prima ondata della rivoluzione proletaria.

Le masse popolari sono vittime di questa guerra. Una piccola parte è abbrutita moralmente e intellettualmente fino al punto di appoggiare attivamente la borghesia imperialista nelle sue imprese reazionarie e criminali e arruolarsi, in cambio di soldi, nelle forze armate imperialiste, nelle agenzie della propaganda di guerra o in qualcuno dei mille servizi ausiliari di cui la borghesia imperialista ha bisogno per condurre la sua guerra. Anche nei paesi oppressi i gruppi imperialisti cercano di arruolare più truppe collaborazioniste e più forze ausiliarie possibile. In ogni paese cercano di "nazionalizzare" la loro occupazione, il loro saccheggio, la loro repressione: palestinizzarli in Palestina, irachenizzarli in Iraq, ecc ecc. Hanno crescenti difficoltà ad arruolare truppe nei paesi imperialisti: il loro ascendente sulle masse popolari non è più quello di un tempo, la coscienza dell’ingiustizia della loro causa è diffusa, il malcontento verso l’ordinamento sociale da difendere è generale. Per imporre grandi sacrifici alle masse popolari la borghesia imperialista deve prima riuscire a mettere in piedi una potente mobilitazione reazionaria in nome della difesa dei "valori cristiani dell’Occidente": un’impresa a cui lavorano alacremente i fondamentalisti e gli integralisti cristiani di Washington e del Vaticano. 

La maggior parte delle masse popolari esita ancora. Subisce già in una certa misura le conseguenze della guerra infinita. Già da tempo la borghesia imperialista conduce senza grande uso di forze armate e di armi, quasi in ogni angolo del mondo contro le masse popolari, comprese quelle dei paesi imperialisti, la sua guerra di sterminio non dichiarata che miete ogni giorno migliaia di vittime e causa diffuse e atroci sofferenze fisiche e morali. A questa guerra ora si aggiunge, con crescenti devastazioni e sofferenze, la guerra aperta condotta con le armi. I massacri di popolazione civile sono da anni pane quotidiano in tanti paesi ex socialisti e in tanti paesi oppressi, in particolare in Palestina, in Iraq, in Afganistan, in Cecenia, in vari paesi dell’Africa e dell’America centrale, in Perù, in Colombia. Ma il fronte della guerra infinita si estende poco a poco anche ai paesi imperialisti. Gli USA, la Spagna e ora l’Inghilterra hanno già visto massacri sul proprio territorio. Anche qui sono soprattutto le masse popolari ad essere colpite, perché la borghesia imperialista si riserva tutti i mezzi di protezione e vive blindata nei suoi palazzi, nelle sue ville, tra le sue scorte. E’ probabile che prima o poi sarà la volta del nostro paese. Prima il centro-sinistra di Prodi, D’Alema e Amato, poi su scala ancora maggiore la banda Berlusconi lo hanno impegnato nell’aggressione e nel saccheggio dei paesi ex socialisti e dei paesi oppressi. Circa 15000 sono ormai i soldati che il governo della borghesia imperialista ha assoldato in Italia e disseminato dal Kossovo all’Afganistan a dar man forte ai gruppi imperialisti che saccheggiano, rapinano e dettano legge. Tutte le Forze Armate sono ormai reclutate e addestrate in funzione di questa "missione" ignobile.

Nonostante le lezioni della prima ondata della rivoluzione proletaria -dalla Russia sovietica, alla Cina, al Vietnam- i caporioni della borghesia imperialista avevano riposto le loro speranze nella superiorità del loro arsenale militare che usano senza scrupoli e senza limiti e avevano promesso una guerra facile e rapida. Proprio come fecero ai loro tempi Mussolini e Hitler. I loro mercenari non avrebbero avuto caduti, avrebbero solo ucciso. I massacri avrebbero colpito solo la popolazione dei paesi oppressi, un’altra massa: da Gaza a Kabul, da Bagdad a Falluja. Ma, nonostante l’inferiorità militare, molti popoli oppressi resistono accanitamente ed eroicamente. Le truppe imperialiste e sioniste vigliaccamente sganciano senza pericolo bombe e missili dall’alto dei cieli. Ma anziché sottomettersi terrorizzati, ampie schiere di combattenti sorgono ad alimentare la Resistenza dei popoli oppressi e impediscono la pacificazione dei paesi aggrediti. Le truppe imperialiste devono dispiegarsi sul territorio e diventano vulnerabili. I combattenti della Resistenza, rischiando e sacrificando la propria vita, contrattaccano nei loro paese e ormai sempre più anche nei paesi imperialisti. Gli appelli a portare la guerra anche nelle retrovie degli invasori, lanciati senza risultati immediati durante la prima aggressione all’Iraq, forse incominciano ad essere attuati quindici anni dopo. I mezzi militari dei combattenti della Resistenza sono rudimentali e spesso del tutto artigianali, ma essi sono forti del loro coraggio, del sostegno delle masse popolari e della loro causa che è giusta. Essi sempre più spesso ripagano le potenze imperialiste con la stessa moneta che esse spargono a piene mani ogni giorno nei paesi oppressi. La disparità del numero dei caduti e delle vittime è ancora enorme. Le armi che usano le truppe imperialiste sono ben più numerose e più sofisticate: nelle loro mani le armi di distruzione di massa sono "legittime" e le usano senza risparmio. Ma nonostante questo gli imperialisti non riescono a venire a capo della Resistenza. Questo non è solo la sconfitta della loro guerra lampo. E’ un primo passo verso la loro sconfitta nella guerra globale. E’ l’inizio di una fase di equilibrio strategico: la forze imperialiste non riescono più a schiacciare le forze della Resistenza e le forze della Resistenza non riescono ancora a buttare a mare le forze imperialiste. Il teatro della guerra intanto si allarga in altri paesi oppressi e nei paesi imperialisti. Le Autorità dei paesi imperialisti già considerano inaffidabile e pressoché irrecuperabile la parte più sfruttata e oppressa della popolazione dei paesi imperialisti, i lavoratori immigrati. Li considerano in massa brodo di coltura di nuove reclute della Resistenza. Li sorvegliano e colpiscono nel mucchio a scopo preventivo.

La lotta dei popoli oppressi contro la borghesia imperialista, man mano che si sviluppa, porta nuovi lutti anche tra le masse popolari dei paesi imperialisti. I contrattacchi della Resistenza colpiscono spesso lavoratori e altri membri della masse popolari. Con le delocalizzazioni, i licenziamenti, le ristrutturazioni, le migrazioni di massa, con la politica economica, commerciale e doganale, con tutte le sue regolamentazioni economiche e ambientali la borghesia imperialista da tempo cerca di trasformare le contraddizioni tra il suo ordinamento sociale e le masse popolari in contrasti tra parti delle masse popolari. Ora anche con le aggressioni che ha scatenato, la borghesia imperialista cerca di trasformare il contrasto che la oppone ai popoli oppressi non solo in contrasti interni alle masse popolari dei paesi oppressi con la "nazionalizzazione della repressione", ma anche in contrasti tra i popoli oppressi e le masse popolari dei paesi imperialisti. La borghesia imperialista cerca di mobilitare le masse popolari contro "il massacro di innocenti" causato dai contrattacchi della Resistenza. Ovviamente le masse popolari dei paesi imperialisti (degli USA e della Gran Bretagna, della Spagna e dell’Italia, ecc) non sono responsabili della guerra con cui i gruppi imperialisti devastano i paesi oppressi e ne massacrano la popolazione. Lo sarebbero solo se nei paesi imperialisti la democrazia fosse una cosa reale e non invece quello che è : una maschera di facciata dietro la quale la borghesia imperialista conduce i suoi loschi traffici e le sue macchinazioni. Non ultima quella della strategia della tensione che è certamente all’origine di attentati che arrivano al momento giusto per far prevalere questo o quel gruppo politico. In realtà le masse popolari dei paesi imperialisti hanno più volte e su larga scala manifestato la loro opposizione all’ultima aggressione contro l’Iraq e alla colonizzazione sionista della Palestina. Molti personaggi si sono individualmente opposti con coraggio. Ma tutto ciò non è bastato a impedire le aggressioni e a impedire che i paesi imperialisti funzionino da retrovia per l’aggressione. Ora la guerra incomincia a investire anche i paesi imperialisti con tutte le sofferenze che la guerra porta alle masse popolari.

Le masse popolari e la classe operaia dei paesi imperialisti sono quindi costretti a imboccare una delle due sole vie che oggettivamente si aprono davanti a loro:


-  o ribellarsi anch’esse alla borghesia imperialista e unire le proprie forze a quelle dei popoli oppressi per creare un nuovo ordinamento sociale e costruire assieme un nuovo sistema di relazioni internazionali;

-  oppure subire un dominio ancora più duro da parte della borghesia imperialista, un lavoro più precario, una società più militarizzata, più emarginazione e prostituzione, meno diritti democratici, l’abbrutimento morale e intellettuale di chi combatte e uccide per una causa ingiusta, le conseguenze dei contrattacchi della Resistenza nelle retrovie degli aggressori.

Noi comunisti chiamiamo la classe operaia e le masse popolari dei paesi imperialisti a seguire la prima via. In ogni paese impegniamo tutte le nostre forze per promuovere la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari. Non si tratta solo di denunciare la malvagità degli aggressori e gli effetti nefasti dell’aggressione che si aggiungono alla eliminazione delle conquiste e agli altri effetti della crisi generale del capitalismo e degli sforzi disperati della borghesia imperialista di salvaguardare il suo ordinamento sociale. Non si tratta solo di lanciare appelli alle masse popolari alla rivoluzione socialista. Le masse popolari possono sottrarsi al servizio della borghesia imperialista, cessare di subire i suoi ordini e di contribuire alle sue imprese criminali solo man mano che la classe operaia e il suo partito comunista creano le condizioni ideologiche, politiche e organizzative dello sviluppo della guerra popolare rivoluzionaria. Qualche rivolta può scoppiare qua e la anche senza un partito comunista animato dalla volontà di promuovere e dirigere la guerra popolare rivoluzionaria fino all’instaurazione del socialismo. Ma neanche mille rivolte produrranno una rivoluzione vittoriosa senza un tale partito comunista. 

Le masse popolari dei paesi imperialisti non sono responsabili delle aggressioni imperialiste ai paesi oppressi più che non lo siano della guerra di sterminio non dichiarata che la borghesia conduce contro le masse popolari in ogni angolo del mondo, anche negli stessi paesi imperialisti, fatta di emarginazione, disoccupazione, abbrutimento morale e intellettuale, prostituzione, ignoranza, miseria, inquinamento, devastazione dell’ambiente e "disastri naturali". La responsabilità è della borghesia imperialista. Ma la questione non è questa. La questione è come porre fine a questa situazione, come prevenire gli sviluppi anche peggiori che essa comporta, come sfuggire alla spirale che la borghesia imperialista ha messo in moto.

La questione è che le masse popolari dei paesi imperialisti per liberarsi dai frutti avvelenati della guerra infinita della borghesia imperialista, devono liberarsi dalla borghesia imperialista, devono porre fine al suo ordinamento sociale e trasformare i paesi imperialisti in nuovi paesi socialisti. La via per uscire dalla guerra è la stessa via da percorrere per uscire dal marasma sociale che la borghesia imperialista ha prodotto nei paesi imperialisti. Consiste nel trasformare la guerra di sterminio non dichiarata e la guerra infinita dichiarata della borghesia imperialista in guerra popolare rivoluzionaria fino a instaurare il socialismo. Le masse popolari dei paesi imperialisti devono unire le loro forze a quelle dei popoli oppressi. Dobbiamo far pagare alla borghesia imperialista anche le vittime già cadute nei paesi imperialisti. E’ la sua guerra che ha causato la loro morte. I popoli oppressi hanno già dato e stanno dando un grande contributo alle masse popolari dei paesi imperialisti. Essi con la loro eroica e accanita Resistenza hanno iniziato un’impresa che le masse popolari dei paesi imperialisti devono condurre a termine. Per il futuro delle stesse masse popolari dei paesi imperialisti è della massima importanza che i popoli oppressi resistano alla borghesia imperialista e che la loro Resistenza si rafforzi. Se le truppe imperialiste prevalessero, se la Resistenza dei popoli oppressi fosse soffocata, le pretese dei gruppi imperialisti aumenterebbero non solo i danni dei popoli oppressi. I gruppi imperialisti diventerebbero ancora più voraci anche nei confronti delle masse popolari dei paesi imperialisti. Con arroganza ancora maggiore calpesterebbero i diritti acquisiti dai lavoratori, eliminerebbero quello che ancora resta delle conquiste di civiltà e di benessere che le masse popolari hanno strappato nel secolo scorso sotto la direzione dei comunisti, riporterebbero tra di noi più rapidamente tutte le barbarie liberali di cento anni fa (quindi niente più pensioni, sussidi di disoccupazione, minimi salariali, contratti collettivi di lavoro, codici del lavoro e diritti nel posto di lavoro, servizi pubblici e servizi sociali, assistenza sanitaria in caso di aborto, ecc), ma in condizioni mutate che le renderebbero ancora più devastanti e tormentose di quanto lo erano cento anni fa. Insomma, è nel loro proprio interesse che le masse popolari dei paesi imperialisti devono unire le loro forze a quelle dei popoli oppressi dalla borghesia imperialista e imboccare la prima via.

Al contrario la borghesia imperialista cerca con ogni mezzo di trascinare le masse popolari dei paesi imperialisti sulla seconda via che è anche quella per così dire spontanea, conforme alla tradizione e all’ordine attuale delle cose. Essa sfrutta le sofferenze che la sua guerra porta tra le masse popolari dei paesi imperialisti per fomentare la loro mobilitazione reazionaria: per sottometterle con più forza e disciplina al suo servizio, per indurle a ulteriori sacrifici, per convincerle a collaborare alla persecuzione degli immigrati, per mobilitarle ai suoi ordini e combattere contro i popoli oppressi. Essa cerca di illudere le masse popolari che la sua vittoria sulla Resistenza dei popoli oppressi è la via più rapida e naturale per porre fine alla guerra. Cerca di convincerle che la Resistenza lotta per distruggere il loro modo di vita: benché in realtà non sia la Resistenza che si propone di cambiare la vita delle masse popolari dei paesi imperialisti, ma siano al contrario gli imperialisti che si sono proposti di rimodellare secondo le loro esigenze ("democratizzare" dicono loro) i paesi del Medio Oriente e altri paesi oppressi. Ma soprattutto essa fa leva sulla debolezza del movimento comunista e cerca in ogni modo di prevenire la costruzione e il rafforzamento di partiti comunisti all’altezza del loro ruolo e di favorire al loro interno ogni tipo di deviazione. Infatti la formazione del partito comunista all’altezza dei suoi compiti è in ogni paese il fattore chiave, decisivo di quale delle vie imboccheranno la classe operaia e le masse popolari.

La borghesia imperialista ha bisogno della collaborazione delle masse popolari, teme la loro opposizione, ancora più teme la loro ribellione. La loro aggregazione attorno ad un vero partito comunista sarebbe fatale per la borghesia imperialista. Questo da ragione del comportamento dei suoi esponenti, dei suoi portavoce e delle sue istituzioni. Per questo i suoi papi e i suoi preti, i suoi iman e i suoi pastori si levano con tanto fervore e clamore a condannare in nome di Dio le armi rudimentali della Resistenza dei popoli oppressi. Demonizzano come assassino senza motivi, senza ideali, senza coscienza e senza anima, come non-uomini e animali da schiacciare senza pietà, i combattenti della Resistenza che, per porre fine all’aggressione, all’occupazione, al saccheggio e alla rapina dei gruppi imperialisti, rischiano e sacrificano anzitutto la propria vita. Essi non sarebbero uomini e donne. Mettere bombe a rischio o col sacrificio della propria vita sarebbe ignobile e vile, mentre opera nobile e necessaria, umanitaria seppure con "spiacevoli involontari effetti collaterali" negativi sarebbe sganciare bombe e missili dal cielo, al sicuro nei propri aerei, fuori dalla portata delle armi dei bersagli e delle vittime. La borghesia imperialista, i suoi papi e i suoi preti, i suoi iman e i suoi pastori, i suoi filosofi e pensatori a "tanto al minuto", sanno che solo se passa questa intossicazione razzista le masse popolari dei paesi sopporteranno le conseguenze delle imprese criminali delle loro Autorità, accetteranno di pagare esse il prezzo per le vite che queste fanno stroncare dai loro mercenari, per le devastazioni e i saccheggi con cui "aiutano" i paesi poveri (che in realtà sono paesi oppressi e saccheggiati dagli imperialisti) e li affogano nella loro "democrazia". Così la borghesia imperialista cerca di impedire che si costituiscano veri partiti comunisti e che le masse popolari si aggreghino introno ad essi.

Alcune FSRS sono d’accordo che l’unica via positiva per le masse popolari dei paesi imperialisti è la rivoluzione socialista, ma non vedono come sia possibile che esse uniscano le loro forze con quelle dei popoli oppressi arabi e musulmani, che oggi sono il grosso della Resistenza anti-imperialista, data l’ideologia arretrata della loro classe dirigente. In realtà è secondario quali sono oggi le idee che i popoli oppressi gridano e gli obiettivi che proclamano. L’aspetto principale è che essi combattono contro il sistema imperialista mondiale e che la loro lotta può avere successo solo con l’eliminazione di esso. Le concezioni e gli obiettivi odierni che sono attinti dalla tradizione ma sono incompatibili con l’ordine futuro, cadranno man mano che si riveleranno incompatibili con la Resistenza anti-imperialista. Ciò avverrà tanto più rapidamente, quanto maggiore sarà la forza e l’ampiezza con cui la classe operaia e le masse popolari dei paesi imperialisti uniranno le loro forze a quelli dei popoli oppressi. Rapidamente apparirà quale è il vero oggetto da contendere e come vincere. E’ quanto è già avvenuto più volte nella storia: all’epoca della Riforma in Europa, un secolo fa in Cina e altre volte ancora.

La borghesia imperialista cerca disperatamente di far apparire la sua guerra infinita e la Resistenza dei popoli oppressi come scontro tra due religioni (dice Papa Ratzinger) o, in termini "laici", come lo scontro tra due civiltà: la civiltà feudale arabo-musulmana e la civiltà borghese cristiano-occidentale. Perché essa non può ammettere di fronte alle masse popolari dei paesi imperialista che si tratta della guerra per mantenere in vita il suo ordinamento sociale e i suoi privilegi e che è per questo che essa le chiama a combattere contro i popoli oppressi e a far fronte alla loro Resistenza.

La borghesia imperialista cerca in ogni modo di presentare la rivolta dei popoli oppressi come una guerra di religione. In questa maniera essa giustifica agli occhi delle masse popolari dei paesi imperialisti e rende accettabili i motivi ideologici reazionari cui si ispira la mobilitazione reazionaria che essa cerca di promuovere. Così come a miti e principi di altri tempi si ispirarono il fascismo, il nazismo, il sionismo e altre analoghe mobilitazioni reazionarie. La mobilitazione reazionaria che la borghesia imperialista cerca ora di promuovere a difesa del suo ordine sociale è infatti imperniata ideologicamente sulla "difesa dei valori cristiani dell’Occidente minacciati dall’islamismo e dal materialismo ateo". I fondamentalisti e integralisti cristiani sono gli ispiratori e gli ideologi della nuova mobilitazione reazionaria: da Washington al Vaticano.

La borghesia imperialista deve nascondere che schierandosi con lei, le masse popolari dei paesi imperialisti condurrebbero in realtà la guerra della borghesia imperialista per eliminare le loro stesse conquiste e sottoporle a un nuovo più duro ordinamento di sfruttamento e di privilegi. Cerca di nascondere che unendosi ai popoli oppressi le masse popolari dei paesi imperialisti daranno luogo alla guerra delle classi sfruttate e dei popoli oppressi per la loro emancipazione dalla borghesia imperialista e dal suo ordinamento sociale, per la libertà e la democrazia delle masse popolari, per il Socialismo.

Già ora l’islamismo (l’integralismo e il fondamentalismo islamico) è la bandiera solo di una parte della rivolta che divampa nei paesi oppressi contro il sistema di relazioni internazionali e l’ordinamento sociale della borghesia imperialista. Nella fila della Resistenza all’aggressione, all’occupazione, all’oppressione e al saccheggio combattono seguaci di diverse religioni islamiche (sunniti, sciiti e altre), seguaci di altre religioni (la Teologia della Liberazione, ad esempio), laici, nazionalisti, socialisti, comunisti.

Anche per i credenti la religione è una bandiera provvisoria e precaria della Resistenza perché lo sviluppo stesso della Resistenza già incomincia a dividere ogni chiesa, clero, scuola coranica e gerarchia ecclesiastica in due ali contrapposte: quella che combatte nella Resistenza e quella che collabora con la borghesia imperialista. E’ una bandiera provvisoria e precaria perché nessuna delle concezioni religiose del mondo aiuta a trovare risposte e soluzioni adeguate alle esigenze di una guerra popolare rivoluzionaria complessa e di lunga durata, la sola via attraverso cui la Resistenza può arrivare alla vittoria.

I gruppi fondamentalisti e integralisti antimperialisti (quelli islamici come quelli della Teologia della Liberazione) sono già essi stessi un risultato del rovesciamento della mobilitazione delle religioni e delle gerarchie ecclesiastiche che la borghesia imperialista ha promosso in funzione anticomunista, per far fronte al movimento comunista e alla prima ondata della rivoluzione proletaria. Sono il primo frutto della trasformazione della mobilitazione reazionaria in mobilitazione rivoluzionaria.

La loro fortuna attuale e l’importante ruolo che svolgono attualmente nella Resistenza sono il risultato del declino a cui il revisionismo moderno ha condotto il movimento comunista e dell’azione delle spinte oggettive e spontanee alla rivoluzione antimperialista nelle fila dello schieramento anticomunista che per svolgere il suo ruolo negativo aveva dovuto mobilitare nelle sue fila ampie masse popolari. Quello che più volte abbiamo visto succedere in sindacati messi in piedi dal clero o dalla polizia.

Le concezioni religiose del mondo possono reggere in qualche misura e in assenza di meglio fintanto che si tratta di distruggere le relazioni che la borghesia vuole stabilire, di impedire la pacificazione dei paesi oppressi sotto il suo ordine sociale. Ma mostreranno i loro limiti intrinseci man mano che, prolungandosi e avanzando verso la vittoria, la Resistenza richiederà la soluzione di problemi più complessi che non sono racchiudibili nelle opere pie e nella solidarietà comunitaria tra le classi. Quanto di positivo e vitale sarà stato realizzato sotto la loro guida entrerà allora a far parte di una nuova fase superiore, più avanzata della Resistenza.

Al contrario delle concezioni religiose, la concezione comunista del mondo invece aiuta a trovare risposte e soluzioni adeguate alle esigenze della guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata, tali da permettere la vittoria sulla borghesia imperialista. Aiuta a trovare la linea da seguire per instaurare nuovi ordinamenti sociali e un nuovo sistema di relazioni internazionali adeguati ai mezzi e alle potenzialità materiali e spirituali che l’umanità ha raggiunto e ai problemi che deve risolvere.

La rinascita del movimento comunista internazionale, la costruzione, il consolidamento e il rafforzamento in ogni paese di un vero partito comunista faranno prevalere la concezione comunista del mondo nella Resistenza.

La mobilitazione delle masse popolari dei paesi imperialisti e in particolare della classe operaia a fianco dei popoli oppressi nella comune lotta contro la borghesia imperialista è l’altra faccia della rinascita del movimento comunista e darà un nuovo, potente e irresistibile orientamento e slancio alla Resistenza dei popoli oppressi.

 

Classi sfruttate e popoli oppressi di tutto il mondo, uniamoci contro la borghesia imperialista ! 

Solidarietà con le vittime della borghesia imperialista: quelle della sua guerra di sterminio non dichiarata e quelle della guerra infinita che essa ha dichiarato contro i popoli oppressi, quelle cadute nei paesi oppressi e quelle cadute nei paesi imperialista ! 

Viva la Resistenza dei popoli oppressi !

Viva la guerra popolare rivoluzionaria che già divampa in alcuni paesi !

Viva la rinascita del movimento comunista !

Ricostruire e rafforzare veri partiti comunisti sulla base del marxismo-leninismo-maoismo !

Consolidare e rafforzare il (nuovo)Partito comunista italiano !

Costruire in ogni azienda, in ogni zona di abitazione, in ogni organismo di massa un Comitato di Partito clandestino !

Attuare il Piano Generale di Lavoro in quattro punti !

Solidarietà con i compagni Giuseppe Maj e Giuseppe Czeppel, membri della Commissione Provvisoria del Comitato Centrale, prigionieri delle Autorità Francesi in accordo con le Autorità Italiane !

 

Giuseppe Maj 

prigioniero politico (n)PCI 

285180 2éme Division 142 

M.A. de la santé 

42, rue de la santé 

75014 Paris 

Francia 

 

Giuseppe Czeppel

prigioniero politico (n)PCI

340658 F bat 2D

M.A. de Fleury Merogis

7, avenue des peupliers

91705 Fleury Merogis

France