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(n)PCI (nuovo)Partito comunista italiano

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Dieci, cento Egitto!
Dieci, cento Nepal!


Comunicato CC 10/11 - 23 febbraio 2011

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Avanza la rivoluzione nei paesi arabi!
È solo l’inizio: in ogni paese al primo passo ne seguiranno altri!

 

Organizzarsi e mobilitarsi in Italia per far fronte alla crisi: le masse popolari organizzate e solo loro possono far fronte alla crisi mondiale e ai delitti e allo sfacelo della Repubblica Pontificia!

 

Battere le manovre della Comunità Internazionale presieduta dal governo di Washington: gli speculatori che affamano il mondo e gli assassini di Gaza, della Palestina, del Libano, dell’Iraq e dell’Afghanistan, cercano di erigersi in maestri di democrazia e di diritti umani!

 

Gheddafi mostra la triste fine che fanno i rivoluzionari che tradiscono, collaborano con gli imperialisti e cercano di entrare nelle loro grazie!

 

Il marxismo-leninismo-maoismo indica alle classi sfruttate e ai popoli oppressi la via della salvezza e della ripresa: la rinascita del movimento comunista e la lotta di classe per liberarsi dal sistema imperialista mondiale!

 

Avanti! Verso la costituzione di un governo d’emergenza delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari, il Governo di Blocco Popolare!

 

La crisi del capitalismo si aggrava di giorno in giorno. I portavoce della borghesia e del clero cercano di confonderci le idee per impedirci di capire cosa possiamo e dobbiamo. Il PIL e gli altri indici che ogni tanto sbandierano, non significano niente, sono trucchi di facciata: loro stessi li cambiano e smentiscono ogni giorno. Guardiamo quello che succede attorno a noi, usiamo la nostra testa, ragioniamo con i nostri compagni e vicini. Dilagano la disoccupazione, il carovita, la precarietà, l’emarginazione, l’abbrutimento morale e intellettuale, l’oppressione degli immigrati, i soprusi contro le donne, i maltrattamenti dei bambini e degli anziani, l’inquinamento, la corruzione, l’arroganza e l’ipocrisia dei ricchi, del clero, delle Organizzazioni Criminali, della banda Berlusconi e degli altri politicanti al suo seguito, della Corte Pontificia. Peggiorano l’assistenza sanitaria, l’igiene pubblica, l’istruzione, i servizi pubblici e le infrastrutture. I lavoratori diventano sempre più poveri. La vita per le masse popolari diventa ogni giorno più difficile. Rischi di ogni genere ci assediano. Questi sono i veri indici della crisi, quelli che contano.

 Noi in Italia subiamo come le masse popolari di tutto il mondo le conseguenze della crisi generale del capitalismo: della speculazione dei finanzieri e dell’avidità dei banchieri che da maniaci accumulano soldi su soldi; della ferocia dei loro generali e dei loro mercenari che da maniaci accumulano armi su armi e ne inventano sempre di più micidiali; dell’irresponsabilità degli industriali che chiudono le aziende, ristrutturano, delocalizzano e gettano i lavoratori sulla strada, disperdono il patrimonio di conoscenze e di professionalità che è la ricchezza di ogni paese; della corruzione e dell’irresponsabilità delle autorità della borghesia imperialista e della sua Comunità Internazionale presieduta dal governo di Washington e benedetta dal Papa.

In più noi in Italia subiamo gli effetti dell’arretratezza, dei vizi e dei soprusi della Corte Pontificia e della sua Chiesa, dell’inquinamento di idee arretrate e di precetti d’altri tempi che diffondono capillarmente nel paese, dell’avidità con cui con le loro proprietà immobiliari e finanziarie, con le donazioni e i contributi succhiano risorse ed energie dal nostro paese che sperperano per i loro riti, per i loro vizi e per i compiti della missione reazionaria che svolgono in tutto il mondo. I vertici della Repubblica Pontificia hanno affidato il governo del paese alla banda di criminali, fascisti, speculatori, avventurieri raccolta attorno a Berlusconi, il capo delle Organizzazioni Criminali. Questa banda detta legge nel nostro paese da quasi vent’anni alternandosi al governo con il circo Prodi, la fotocopia sbiadita e incerta della banda Berlusconi. Ora che il governo Berlusconi fa acqua da tutte le parti e non riesce più a tenere l’Italia neanche al passo delle altre potenze imperialiste d’Europa, gli stessi vertici della Repubblica Pontificia e i suoi stessi complici vorrebbero liberarsene, ma non sanno con chi sostituirlo, Berlusconi non se ne vuole andare perché si è messo in trappola lui stesso con i suoi delitti e i suoi vizi e assieme distraggono il paese con scandali e spettacoli di ogni genere.

È possibile porre fine a questo corso delle cose. Le masse popolari e in primo luogo la classe operaia, se si organizzano azienda per azienda e territorialmente, possono porre fine a questo corso delle cose, possono imporre ai vertici della Repubblica Pontificia di ingoiare la costituzione di un governo d’emergenza delle Organizzazioni Operaie e delle Organizzazioni Popolari, che con provvedimenti semplici e di immediata attuazione applichi le sei misure fondamentali e di buon senso:

Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).

Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.

Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato).

Eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.

Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.

Stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

La chiave e il punto di partenza e la base di tutto questo, è che le masse popolari e in primo luogo gli operai si organizzino e si uniscano nella volontà di costituire un loro governo d’emergenza composto di persone di loro fiducia e che siano decise a dare forma e forza di leggi ai provvedimenti che le OO e le OP indicheranno caso  per caso, anche se ledono gli interessi, le abitudini, le regole, le istituzioni dei ricchi, del clero, del loro sistema imperialista mondiale, del loro sistema finanziario e monetario.

Ogni persona, ogni organismo e ogni istituzione che ha autorità e seguito tra le masse popolari deve usare del suo potere e della sua posizione per spingere le masse popolari e in primo luogo gli operai a organizzarsi e mobilitarsi. Questa è oggi la responsabilità della FIOM, dei sindacati alternativi (USB, Confederazione Cobas, SLAI Cobas, ecc.), della CGIL e dei suoi singoli sindacati di categoria, dell’ARCI, dell’ANPI, delle tante organizzazioni che il movimento comunista, milioni di lavoratori, gli intellettuali d’avanguardia, la prima ondata della rivoluzione proletaria, la Resistenza, i Partigiani, il PCI hanno costruito e ci hanno lasciato in eredità. Gli avvenimenti degli ultimi mesi hanno mostrato e confermato la forza di cui dispongono. Ma nessuno è escluso a priori. Ognuno in questa situazione può mostrare quello che realmente vale, può mettere alla prova quello che è convinto di saper fare. Chiunque ha autorità e non usa il suo potere per mobilitare, organizzare e dirigere le masse popolari a far fronte alla situazione atroce e vergognosa in cui la borghesia ci ha cacciato e ogni giorno più ci affonda, è responsabile di quello che succede e di quello che succederà. Anche gli organi delle amministrazioni locali possono dare un grande contributo: aiutando le masse popolari a organizzarsi, smettendo di applicare le regole, norme e leggi vessatorie dettate dal governo centrale, non sottostando ai limiti finanziari che il governo centrale impone, anche a costo di essere commissariati, usando le risorse di cui dispongono e la loro autorità a beneficio dell’iniziativa delle masse popolari.

Le masse popolari organizzate possono porre fine a questo corso delle cose. Ognuno può contribuire: per incominciare deve organizzarsi. Niente di quello che succede è fatale. Ci sono i mezzi e le conoscenze per porre fine a questa situazione. Abbiamo i mezzi e le conoscenze per produrre beni e servizi per tutti, quanto occorre perché ogni essere umano abbia quello che è necessario per una vita dignitosa e per partecipare al massimo delle sue capacità e della sua generosità al patrimonio culturale che l’umanità ha accumulato e da cui la borghesia e il clero finora hanno escluso la massa della popolazione e per contribuire meglio che ne è capace alla gestione democratica del paese creando un ampio e capillare sistema di democrazia partecipativa.

 

Le rivolte in corso nei paesi arabi ci insegnano che nessun regime è invincibile, che le masse popolari possono abbattere ogni regime per quanto tirannico e feroce esso sia, che il sostegno del sistema imperialista mondiale, della Comunità Internazionale presieduta dal governo di Washington e benedetta dal Papa di Roma non basta a tenerli in piedi, che il triste e sanguinoso Stato coloniale instaurato in Palestina dai sionisti per conto del sistema imperialista mondiale va verso la sua fine: il Regno di Gerusalemme instaurato in Palestina dai Crociati durò quasi 90 anni, lo Stato razzista e teocratico d’Israele durerà ancora meno.

Le rivolte in corso nei paesi arabi ci insegnano anche che il percorso della liberazione e della trasformazione è tanto più lungo e tortuoso, doloroso e distruttivo quanto meno le masse popolari sono organizzate, quanto meno la classe operaia è organizzata, quanto meno chiari e di dominio comune sono i compiti, gli obiettivi e i metodi della trasformazione, quanto più debole è il movimento comunista. Oggi perfino gli assassini più efferati, i torturatori di Guantanamo e di Wagram, i massacratori dell’Afghanistan e di Gaza, la Comunità Internazionale presieduta dal governo di Washington, il suo Tribunale Internazionale forte con i deboli e debole, cieco e sordo, con i potenti (con Bush, con Clinton, con Netanihau, con D’Alema, con i massacratori dell’Jugoslavia, dell’Iraq, dell’Afghanistan, della Palestina, della Somalia, del Libano, ecc. ecc.) e la sua ONU, cercano di intorbidire le acque della rivoluzione dei paesi arabi contro la dominazione imperialista e sionista, contro i loro fantocci,  contro le relazioni feudali che essi perpetuano, contro la speculazione del sistema imperialista mondiale, contro lo sfruttamento dei monopoli internazionali, contro la miseria e la fame: cercano di intorbidire queste acque per pescare nel torbido.

Ci riusciranno? Forse per un po’ ci riusciranno. Quanto a lungo e in che misura, dipende da tutti noi. Dipende certo dalle masse popolari, dagli operai, dalle forze progressiste e dai comunisti di ognuno dei paesi arabi. Ma dipende anche da noi dei paesi imperialisti e da noi masse popolari, operai, comunisti italiani.

La prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale si è esaurita, non ha completato la sua opera: non ha instaurato il socialismo nei paesi imperialisti. I primi paesi socialisti sono decaduti fino a crollare, cambiare colore, estinguersi. Oggi non esistono più le basi rosse della rivoluzione proletaria mondiale, come un tempo lo sono state prima l’Unione Sovietica e poi la Repubblica Popolare Cinese. Ma il movimento comunista ha elaborato una filosofia della storia che ha messo in chiaro il senso della plurimillenaria evoluzione che la nostra specie, la specie umana ha compiuto e sta compiendo; ha messo in luce le leggi secondo cui essa si sviluppa, il metodo che deve seguire per continuare nella sua evoluzione, per risolvere i problemi che oggi si trova a fronteggiare; ha indicato il passo che deve compiere per risolvere le contraddizioni in cui oggi si dibatte fino a temere della sua stessa sopravvivenza. Il marxismo-leninismo-maoismo è questa scienza.

La prima ondata della rivoluzione proletaria si è esaurita, il primo tentativo non è andato in porto come spesso succede in ogni grande impresa umana, ma ci ha lasciato insegnamenti di grande valore e un patrimonio d’esperienza di cui dobbiamo far tesoro.

La borghesia e il clero non hanno futuro, il sistema di relazioni sociali di cui essi sono espressione non ha futuro anche se loro cercano di perpetuarlo con ogni mezzo, di imporlo con le armi, con la corruzione, approfittando del loro potere e della loro esperienza. È ovvio che loro denigrino in ogni modo il movimento comunista; che ripudino e cerchino in ogni modo di far ripudiare e dimenticare la concezione comunista del mondo che indica alle masse popolari la via da seguire; che cerchino di sostituire la filosofia della storia elaborata dal movimento comunista con le teorie dell’individualismo e dell’edonismo combinate con le metafisiche chiesastiche del lontano passato (“ognuno per sé e dio per tutti”); che cerchino di impedire la lotta della classi oppresse e sfruttate per la loro emancipazione e per instaurare il socialismo; che cerchino di disperdere le energie, le aspirazioni e le risorse di ogni individuo nella sua storia individuale, nella narrazione del suo percorso, riducendo ogni individuo a sé stesso e, per chi non vi si rassegna, a dio che i loro preti e i loro affabulatori manipolano e raccontano come vogliono, impedendo di vedere le relazioni che ci uniscono e che definiscono il comune percorso che possiamo e dobbiamo fare. La borghesia e il clero sono come i comandanti del Titanic che mentre la nave affondava facevano suonare l’orchestra e ballare i passeggeri, perché non sapevano cosa altro fare. La borghesia e il clero non sanno cosa fare, cercano di tirare in lungo, di guadagnare tempo, di perpetuare il loro sistema circondandosi loro stessi di denaro, di armi, di droghe e di vizi. Ma i comunisti invece sanno cosa fare, il movimento comunista ha elaborato la teoria rivoluzionaria che illumina il percorso che la specie umana ha compiuto e che può compiere per riprendere e proseguire la sua storia di sviluppo e di civiltà. La storia del movimento comunista, la stessa prima ondata della rivoluzione proletaria nonostante le sconfitte subite ha confermato la sua dottrina e l’ha arricchita.

Sta a noi comunisti, a chi oggi vuole essere comunista, abbracciare quella dottrina, assimilarla e applicarla nel particolare e nel concreto della situazione in cui opera, unire i suoi sforzi con quelli degli altri comunisti, contribuire alla rinascita del movimento comunista, raccogliere tute le forze progressiste e ribelli alla borghesia e  al clero, promuovere con ogni mezzo e in ogni circostanza la mobilitazione e l’organizzazione degli operai e delle masse popolari, delle donne e dei lavoratori migranti, promuovere la costituzione di un governo d’emergenza con cui porre immediatamente fine agli effetti più gravi della crisi del capitalismo e avviare la rinascita del paese.

Questo è anche il contributo maggiore che noi possiamo dare ai popoli arabi che si ribellano, ai popoli arabi e musulmani che lottando eroicamente, dalla Palestina all’Afghanistan, inchiodano al suolo forze importanti della Comunità Internazionale del sistema imperialista mondiale e ne dimostrano la debolezza a tutti i popoli e le classi oppresse del mondo, a tutti i progressisti: dimostrano che la Comunità Internazionale delle potenze e dei gruppi imperialisti, del governo di Washington e del Papa di Roma, può essere vinta.

 

Gli avvenimenti che si sono succeduti a partire dal referendum di Pomigliano (22 giugno 2010) e dalla iniziativa presa dalla FIOM di porsi come centro di aggregazione autorevole della resistenza al Piano Marchionne, hanno aperto la strada verso la costituzione del GBP, hanno mostrato l’effetto galvanizzante che ha nella resistenza delle masse popolari il sorgere di un centro di aggregazione autorevole per quanto ancora incerto. Il suo effetto galvanizzante si centuplicherà quando la sua decisione aumenterà: e non può che aumentare, se la FIOM, la USB, la Confederazione Cobas, lo SLAI Cobas, gli altri sindacati alternativi, la FLC, la FP, il SPI e gli altri sindacati CGIL non si rassegnano a seguire la strada miserabile e vergognosa della CISL, della UIL, della UGL e degli altri sindacati complici verso la gogna e la liquidazione. Le pretese dei padroni non hanno limiti.

La vittoria delle masse popolari dei paesi arabi ci conferma che possiamo percorrere la strada fino a costituire il GBP, che alla vittoria arriveremo solo tramite sacrifici e lotte, che la vittoria non è facile, ma che la vittoria è possibile.

Possiamo vincere! Dobbiamo vincere! Dipende da noi!

 

Avanti! Verso la costituzione del Governo di Blocco Popolare!

 

La gravità della crisi economica e ambientale, la gravità dei mali che ci affliggono, esige soluzioni radicali!

 

Il nuovo Partito comunista italiano

- chiama ogni lavoratore e ogni elemento cosciente delle masse popolari a partecipare e far partecipare alle mobilitazioni per far fronte alla crisi, contro i vertici della Repubblica Pontificia!

- chiama gli operai avanzati a costituire comitati contro la crisi in ogni azienda!

- chiama ogni elemento avanzato delle masse popolari a costituire organismi popolari in ogni quartiere e in ogni paese!

 

Il nuovo Partito comunista italiano chiama tutte le masse popolari

- a organizzarsi e a rifiutare nella maniera più organizzata di cui sono capaci e in ogni campo, ogni costrizione e ogni sacrificio che la Repubblica Pontifica cerca di imporre,

- a disobbedire sistematicamente a ogni imposizione delle sue Autorità,

- ad appropriarsi gratuitamente dei beni e dei servizi di cui una parte crescente delle masse popolari sono private per il blocco delle attività economiche, per la disoccupazione, per i bassi salari e le pensioni e gli ammortizzatori sociali di fame,

- a organizzarsi per non pagare multe, tickets, interessi, affitti, rate di mutui, condanne pecuniarie, per obbligare le banche a fornire il denaro e i credito necessari!

 

Il nuovo Partito comunista italiano chiama gli operai e gli elementi delle masse popolari più avanzati e più generosi a costituire clandestinamente Comitati di Partito in ogni reparto e azienda, in ogni quartiere e paese, in ogni organizzazione di massa, a ogni livello: per aggregare gli elementi più avanzati, imparare a funzionare clandestinamente, imparare assieme a svolgere una efficace opera di orientamento sui propri compagni, nelle OO e nelle OP della zona, nelle organizzazioni sindacali, tra le masse popolari!